25 Aprile. Festa della Liberazione, ma, Soprattutto, Festa di San Marco…

25 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari Stilumcuriali, è evento raro se non unico che nello stesso giorno appaiano due firme eguali su SC. Ma accade oggi, per un motivo: è San Marco, e la nostra Benedetta De Vito mi ha mandato un articolo apparso su Storie di Territori  proprio sul mio santo protettore…Potevo non pubblicarlo? Buona lettura!.

§§§

In casa de Vito, il 25 aprile non si festeggiava punto perché, per noi, tutti, oggi era ed è solo e semplicemente San Marco, che è un santo evangelista, forse cugino di Gesù, caro a chi, come mia madre, è nato nelle basse terre del Nordest, lì dove le montagne, alte e fiorite in bianco di stelle alpine, sono un bel contorno violetto alla piana, dabbasso, coltivata in colori di terra che sono, per me, i preferiti.

Non si festeggiava affatto la Liberazione perché, più della Liberazione politica, contava, forse, non so, la liberazione spirituale e Marco, l’evangelista del Leone di Venezia, ne era simbolo e signore. Coraggiosa, Venezia, baluardo della Cristianità lo era stata e quell’anima battagliera, in arco d’oro, ieri e oggi ancora mi appartiene. Non così la festa della Liberazione che, da che ho memoria io, divide, nel ricordo feroce di una guerra fratricida. Di qui i rossi, che gridano vittoria, di là i neri immusoniti e costretti a sventolar bandierine. E in questo nostro povero Paese è sempre un dividersi in guelfi e ghibellini. Anche oggi, tra chiusuristi e aperturisti… Seguo, dunque le orme di San Marco per regalarvi, se vorrete, un 25 aprile differente e vado a capo per cominciare.

 

Ho ritrovato San Marco, durante le mie lunghe passeggiate solitarie nella Roma che amo, prima nella chiesa di Santa Maria in Via Lata dove, nei sotterranei, pare abbia vissuto i suoi giorni romani. Poi proprio in piazza Venezia dove, di solito, si festeggia anche il giorno della Liberazione, la festa che divide, mentre Marco (che è il nome del mio fratello più caro e forse l’unico che ho…), San Marco, unisce.

Ed ecco, la stupenda Chiesa di San Marco, che è di sguincio al gran palazzo rinascimentale noto come Palazzo Venezia. La Chiesa che è basilica era cappella privata di Papa Paolo II, gran Pontefice rinascimentale, di famiglia dogale, che proprio qui volle costruire la sua splendida dimora: il Palazzo Venezia, appunto.

Paolo II, nobile veneziano dal gran naso aquilino, al secolo Pietro Barbo, volle, nelle sale sue raccogliere ciò che più gli piaceva, in quadri e porcellane e altre meraviglie, che oggi sono il museo ospitato nelle sacre stanze. Tra i dipinti, lo splendido doppio ritratto del Giorgione, sì il pittore dell’enigmatica Tempesta. E tanto simpatico era Paolo II (amatissimo dai Romani) che, appassionato di corse di cavalli berberi (le quali si tenevano lungo la via Lata che da loro prende il nome di Via del Corso..) per veder correre i destrieri a rompicollo già fino a Piazza del Popolo dove era il traguardo, si stirava e contorceva dal balcone che doveva, molti anni dopo, ospitare il Duce, Mussolini che apostrofava le folle a viso in su. E proprio qui, ai piedi del Vittoriano, sotto al balcone veneziano di San Marco che fu poi fascista, si festeggia ancora adesso il 25 aprile… Tutto quanto, fascismo e antifascismo, rossi e neri, impacchettati, in Piazza Venezia!

 

Mi pare, inoltre, che sbiadito sia oramai il senso della festa perché dall’America non è arrivata, come pensavamo (e non sono certo l’unica ad averlo nel cuore), solo la Liberazione, bensì, in bauli oscuri, forse, una nuova schiavitù, che bacia le nuove tecnologie, uccide la tradizione, innaffia tutto di Coca cola e ci lascia attoniti e padroni di nulla.

Così io, nel lumeggiar di questo 25 aprile, vieppiù sbiadito dalla pandemia che è guerra contro l’invisibile, un 25 aprile, che oramai scolora nel suo significato come tante feste nazionali impolverate, vecchie e oramai senza più sugo, scrivo, non di fascismo e antifascismo e partigiani, ma, non me ne vogliate, di angeli metropolitani, messaggeri celesti, piccoli Ermes che, con il caduceo, mostrano la via a quanti hanno orecchie e occhi e cuore… Tutti quanti li incontriamo, senza saperlo, lungo il cammino nel mondo a testa in giù che sembra l’unica cosa vera e che invece non lo è. Sono angeli e basta ascoltar la loro parola, una sola, per capire il lume divino che ci accende. Gli angeli, mentre noi corriamo nel vortice della vita che corre, recano un dono silente che tutto cambierebbe. Se solo lo volessimo.

Ma siamo ciechi e sordi e spesso ho visto angeli – ché io li vedo, anche quelli degli altri – restarsene con il pacchetto in mano, fermi nella corrente della vita vera mentre quegli altri, pieni di burbanza, inconsapevoli, a correr via, travolti dal rumore, tutti indaffarati a riempirsi il capo del primo 25 aprile che passa, vuoti, ma pieni di slogan, di rumore, di parole al vento… Oggi la finisco qui, ché è nel sogno il mio scrivere leggero e con un batter d’ali, vi auguro buona festa…

 

di Benedetta de Vito

§§§




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26 commenti

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Per un democratico vero la festa della liberazione del 25 aprile può avere un senso solo se collegata a quella del 19 aprile (del 1948).
    Senza la sconfitta nazista, infatti, l’Italia sarebbe stata schiacciata da Hitler e sarebbe divenuta essa stessa nazista, ma senza la liberazione dal Comunismo avvenuta con le elezioni del 18 e 19 aprile del 1948, l’Italia sarebbe finita sotto Stalin.
    I Comunisti e i Socialisti infatti non hanno combattuto per la libertà, ma per l’URSS (tanto che, fino a che Hitler è stato alleato di Stalin, cioè fino al 1941, essi non hanno partecipato a nessuna resistenza in nessuna parte di Europa).
    La liberazione dei Marxisti non è una liberazione dalle dittature e dai totalitarismi, ma solo dal nazismo e dai suoi alleati.
    E’ improprio e fuorviante chiamarla liberazione.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Questo è parlar chiaro. La guerra l’hanno vinta gli Alleati (USA, URRS, Regno Unito) contro l’Asse Roma-Berlino. Non l’hanno vinta i partigiani, operai della Todt con la tessera del PNF in una tasca e quella del PCI in nell’altra tasca. Non fatemi dire altro……

  • MARIO ha detto:

    A proposito di San Marco,
    la Sig.ra Benedetta de Vito dice che l’Evangelista Marco fosse “forse cugino di Gesù”.

    A me piace ricordare, per chi può interessare, cosa si può desumere al riguardo dall’opera maggiore di Maria Valtorta:
    il cosiddetto “Marco del Getsemani” era figlio di Giona e di Maria, i custodi del Getsemani, un podere coltivato a olivi di proprietà dell’amico più fidato di Gesù, Lazzaro (di Teofilo, ex governatore della Siria), dove sorgeva anche la casa dei custodi con il figlioletto Marco.
    Alcuni indizi, come la presenza e la fuga del fanciullo alla cattura di Gesù nel Getsemani, lasciando la veste a chi lo voleva afferrare (raccontata SOLTANTO in MARCO 14, 51-52) stanno ad indicare che la sua abitazione doveva trovarsi lì vicino e che lui quasi sicuramente fosse il futuro Evangelista Marco.

    In ogni modo, auguri anche al Dott. Marco Tosatti…

  • Matteo ha detto:

    Auguri Tosatti!
    Oggi è anche la domenica del Buon Pastore, con grande gioia e un po’ di sorpresa ne ho ricevuti anch’io!
    Ad invicem

  • Gian ha detto:

    Anch’io mi unisco agli auguri di buon onomastico al nostro caro Marco Tosatti.
    Al commento di un lettore che su YouTube scriveva:
    “Oggi è la festa della Liberazione… ” traendone lo spunto per auspicare la ribellione e la disubbidienza alle vergognose imposizioni che ci sono imposte con il pretesto della falsa pandemia, di per sé cosa lodevole, mi sono permesso di correggere così:
    “Liberazione coosa? Oggi è San Marco, festa grande a Venezia e giorno del bòcolo (di rosa) che i veneziani regalano alle donne. Ecco cos’è il 25 aprile, tutto il resto sono balle.”

  • Enrico Nippo ha detto:

    Telegiornali mattarellian-partigiani catto-comunisti …

    Povera Italia!!!

  • Lucy ha detto:

    ” Viva san Marco ! ” grida Renzo in fuga verso la liberta guardando all’ altra riva dell’ Adda .” È l’alato Leon…! ” esplode in un grido liberatorio per la vittoria sull’Islam il coro all’inizio dell’Otello. San Marco e il leone alato ( bella la versione con la spada in pugno) percorrono i secoli in simbiosi con la Repubblica di Venezia .
    L’estate di due anni fa ho fatto un giro nel Veneto con la mia famiglia. Abbiamo osservato che il Veneto è tra le regioni d’Italia quella che ha l’identità più marcata data proprio dalla iconografia di San Marco e del leone alato. Te li trovi ovunque:piazze, strade, palazzi storici ,torri ,cinte murarie e in bandiere ,gonfaloni , stemmi , statue etc.È un’immagine ricca di significato storico e religioso . In estrema sintesi la repubblica di Venezia con la sua bandiera è stata il baluardo della cristianità contro l’espansionismo dell’Islam , affrontando spesso da sola la flotte e le armate musulmane che sembravano oceani senza fine, dandoci splendide pagine di eroismo come quella di Marcantonio Bragadin.Per non essersi convertito dopo la resa pattuita col fedifrago Mustafà Pascià , subì un lungo , atroce , efferato martirio .La sua pelle ( alla fine fu scuoiato vivo ) riempita di paglia e portata come trofeo a Costantinopoli ,fu trafugata da un giovane , coraggioso marinaio veneziano che la portò a Venezia dove si trova ancora oggi nella chiesa dei santi Giovanno e Paolo dentro l’urna che la contiene .
    San Marco e il leone , forte come la verità di Cristo.
    Auguri vivissimi con affetto dott.MARCO !.

  • Ali ha detto:

    Buon Onomastico, dott. Tosatti!!

  • Enrico Nippo ha detto:

    Un altro contributo ai “festeggiamenti” del 25 aprile

    https://www.gospanews.net/2019/04/24/mattarella-straparla-ma-tace-sui-femminicidi-partigiani/

    • alessio ha detto:

      Voglio ricordare il Sacrificio di Padre
      Eligio Bortolotti di Querceto di
      Sesto Fiorentino che si è sacrificato
      per i suoi parrocchiani e fucilato
      dai tedeschi perché ospitava
      rifugiati .
      Non si è mai saputo chi fece
      la spia .
      Se non avesse avvertito i miei
      nonni allora fidanzati ,che i
      tedeschi avevano invaso la casa
      dei genitori di lei , forse
      non sarei nato.
      La conferenza episcopale toscana
      guidata dal Cardinale di Firenze
      Elia Dalla Costa decretò nel
      1944 che i sacerdoti restassero
      al fianco della
      popolazione ad ogni costo.

  • giovanni ha detto:

    Tanti , tanti auguri Dott. Tosatti.

  • anonimo ha detto:

    Anonimo 8:31: alla domanda “come fare a non essere ingannati e manipolati dall’oscuro potere che ci domina, come riconoscere quanto è vero da ciò che invece vuole sottometterci al potere dei media” una risposta potrebbe essere di non guardare più la TV generalista, sia essa Rai, o Mediaset, o La 7, come si capisce meglio leggendo questa storiella raccontata da “un cattolico fuori tempo”, come si definisce l’autore di questo articolo:
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3069_Catholicus_Riflessioni_di_un_cattolico.html

    Ecco lo stralcio:
    “una storiella sulla libertà d’informazione e di pensiero dell’epoca del dominio sovietico. Un ingegnere russo fu inviato in viaggio premio negli USA, perché si rendesse conto della degenerazione della società capitalista occidentale. Durante il suo soggiorno il nostro, che chiameremo Ivan, fa amicizia con un collega statunitense, diciamo Bill, e i due si scambiano qualche confidenza. Ivan dimostra interesse per l’“american way of life”. Però anche in Russia si vive bene, sai? egli dice; io, ad esempio, possiedo l’automobile, il frigorifero e la televisione. Dalla vostra TV, però, vedo che voi potete criticare il governo, cosa impossibile da noi. Certo che lo facciamo, ribatte Bill, ogni volta che ci vogliono rifilare notizie false. Ma voi, in Russia, riuscite a capire quando vi danno notizie false? Certo che ci riusciamo, risponde Ivan, anzi, ti dirò che in Russia siamo soliti distinguere le notizie forniteci da stampa, radio e TV in tre categorie. Ah si? E quali sarebbero queste tra categorie? dice Bill. Eccole qua, prosegue Ivan: notizie vere, notizie probabili e notizie false; e come fate a catalogare una notizia ad una o ad un’altra categoria? Niente di più semplice, spiega Ivan: nella prima categoria, quella delle notizie vere, includiamo il segnale orario, nella seconda, quella delle notizia probabili, mettiamo le previsioni del tempo, nella terza, infine, quella delle notizie false, facciamo rientrare tutte le altre notizie diffuse dai media sovietici.”

    Amara, ma precisa per i giorni nostri, la conclusione del cattolico fuori tempo:
    “Ecco, mi son detto, oggi in Occidente, già definito “mondo libero” in contrapposizione al dominio sovietico, siamo messi come i cittadini sovietici all’epoca della dittatura comunista. L’attuale regime politico-religioso dell’Occidente, non più di ispirazione cristiana, è una riproposizione di quello sovietico, con gli stessi mali, adattati alla bisogna per meglio ingannare gli ingenui.”

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Buon Onomastico all’amico Marco Tosatti.
    Leviamo i calici e grida augurali leviamo al Mastro Supremo di libere informazioni e di libero giornalismo mirabile cervello.

  • PEDRO MORAZZANI BOSCHETTI ha detto:

    APRECIADO SR. TOSATTI, TAMBIÉN HOY 25 ES EL DIA EN QUE APARECIO EL FRESCO DE NUESTRA SEÑORA EN GENAZZANO

  • cattolico ha detto:

    se fossi presbitero, oggi ricorderei i 3000 cattolici morti negli scontri contro i nazifascisti.ricorderei Don.Minzoni ucciso dai fascisti.ricorderei le aquile randagie di Don Giovanni Barbareschi e San Carlo Gnocchi e leggerei Ribelle per Amore del Beato Teresio Olivelli morto in un lager assieme a Carlo Bianchi anch’egli partigiano Cattolico.cordialmente

    • Marco Tosatti ha detto:

      E ricorderei anche il comandante Bisagno.

      • Michele ha detto:

        Concordo pienamente con la memoria di un santo e patriota dimenticato come il comandante Bisagno.
        Augurissimi dott. Tosatti, continui la sua preziosa opera di informazione.
        Duc in altum (come il suo collega A M Valli)!

    • : ha detto:

      E dei 129 preti uccisi dai “liberatori dell’Italia” tra il 1944 e il 1947 no eh?… vero “Cattolico”? Quasi tutti praticamente dopo la fine della guerra, che una qualche benché misera giustificazione poteva anche darla. Quelli no eh?… vero “Cattolico”?

      Lei parla dei 3000 cattolici morti “negli scontri”. Non so a cosa si riferisca, come per le altre cose che ha scritto. Ma ammettiamo che siano tutte vere: non sono certo io che ridurrò anche di un niente le responsabilità delle nefandezze nazifasciste; sport del resto più facile del giocare alla lippa o – come si dice oggi – di sparare alla Croce Rossa. C’è solo una piccolissima particolarità: che quelle menzionate da lei sono state azioni infami effettuate durante una guerra infame, in cui non c’è stato rispetto per nessuno, e non solo da parte dei nazifascisti. Le due parti si sono servite della stessa materia. Lei stesso ha detto che quei cattolici (forse per Lei è una novità, ma c’erano cattolici anche dall’altra parte e anch’essi sono morti, non so quante migliaia); che quei cattolici sono morti “negli scontri”.

      I delitti invece del “Triangolo della Morte” ed altre zone del Nord-Italia sono stati perpetrati a guerra praticamente finita, e ancor più a guerra “definitivamente finita”; e che quei delitti sono stati tacitamente – e forse anche promossi – dai quadri dirigenti del suo partito; e che i delinquenti che sono stati catturati per averli commessi sono stati mandati all’estero dai capoccioni del suo partito nella “patria comunista”, ed alla fine, amnistiati, sono tornati in Italia a fare la bella vita.

      Una piccola differenza, eh?…

      P.S. Le consiglio di leggere alcuni libri di Giampaolo Pansa, insospettabile elemento di sinistra che nonostante questo ha dimostrato di essere stato una persona onesta – è una contraddizione data la sua fede politica, me ne rendo conto – nel descrivere le nefandezze, le turpitudini e le atrocità effettuate dai suoi (di Lei “Cattolico”) eroi, non durante la guerra, ma negli anni successivi alla fine della guerra. Potrebbe leggere, per esempio “Il sangue dei vinti”, o “I Gendarmi della Memoria”. A Lei la scelta.

      • Lazzarella ha detto:

        Dai partigiani comunisti gli atti di guerra continuarono anche dopo quel 25 Aprile che avrebbe dovuto rappresentare la cessazione delle ostilità. Non solo sacerdoti, ma anche civili spesso inermi, ma rei di collaborare coi fascisti.
        Il ripristino della legalità fu rallentato e impedito anche dalle minacce rivolte dai partigiani stessi ai parenti dei defunti.

        • : ha detto:

          «anche civili spesso inermi, ma rei di collaborare coi fascisti».

          Questa era la scusa, ma molti degli assassinati non avevano nulla ache fare con i fascisti; erano semplicemente anticomunisti. E in ogni caso la guerra era finita da un pezzo.

      • cattolico ha detto:

        non ho bisogno di leggere Pansa perchè è stato spesso ospite a casa dei miei genitori

        • : ha detto:

          E quindi? Glieli ha letti lui i libri?

        • Enrico Nippo ha detto:

          Però non ha imparato niente.

        • Sherden ha detto:

          Precisazione inutile: che non lo avesse letto (o cche, pur avendone letto, lo abbia dimenticato in fretta) si capiva già dal suo commento precedente:. Quello secondo il quale per essere commemorati ci sono morti degni e altri indegni, soprattutto se questi ultimi sono morti da innocenti per mano dei suoi compari “liberatori”. E ci venite pure a fare il sermone…

  • Enrico Nippo ha detto:

    Finché c’è libertà di espressione, ne approfitto.

    Il 25 aprile è una data nefasta strettamente collegata all’8 settembre, altra data nefasta.

    Queste due date hanno segnano, con il sangue, il destino tragico dell’Italia, col trionfo del demo-catto-comunismo che ci ha portato tutto il “progresso” di cui oggi possiamo godere.