Genocidio Armeno, 106 anni dopo. Biden contro il Negazionismo Turco.

24 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Il 24 aprile di centosei anni fa, a Istanbul, cominciava il genocidio degli armeni, ad opera del governo turco; il primo genocidio del secolo dei genocidi, quello che ha ispirato ai nazisti il “know how” che avrebbero applicato, mutatis mutandis, nei confronti degli ebrei. Non a caso il capo dell’intelligence tedesca in Turchia durante il genocidio definiva gli armeni gli ebrei di quella zona geografica; ed egli stesso rimase ucciso, mentre era a braccetto, realmente a braccetto, con Adolf Hitler durante il fallito putsch di Monaco.

Una grande differenza separa questi due crimini mostruosi. Mentre la Germania postbellica ha riconosciuto le responsabilità del regime nei confronti dello sterminio, i governi turchi, a partire da quello di Kemal Ataturk, hanno messo in opera una determinata implacabile azione di negazionismo, che dura fino ad oggi, a dispetto delle evidenze storiche – anche di storici turchi, che per il loro coraggio sono costretti a vivere in Occidente – che a oltre un secolo di distanza non fanno che aumentare.

Si capisce allora perché sia necessario, a oltre un secolo di distanza da quello che gli armeni definiscono il Metz Yeghern, il Grande Male, che ha portato alla morte in maniera atroce un milione e mezzo di uomini, donne e bambini, continuare a fare memoria; perché un governo che nega un crimine è un governo pericoloso, pronto – come peraltro vediamo anche oggi – a compierne altri.

Una crescente consapevolezza a livello mondiale accompagna questo ostinato negazionismo da parte del governo turco; quello “laico” di prima e quello islamico di Erdogan. Secondo la CNN e altre fonti giornalistiche, il presidente Joe Biden si sta preparando a dichiarare il massacro di un milione o più di armeni sotto l’Impero Ottomano un “genocidio” questa settimana, rischiando una potenziale frattura con la Turchia, ma rispettando un impegno della campagna di usare finalmente la parola come presidente per descrivere le uccisioni di massa dopo che una serie di suoi predecessori si è fermata a breve.

Due persone che hanno familiarità con la decisione hanno detto che il presidente dovrebbe fare la dichiarazione come parte di una dichiarazione ufficiale nel Giorno della Memoria, che cade sabato. Entrambe hanno detto che era possibile che cambiasse idea prima di allora, e rilasciasse una dichiarazione che riconoscesse semplicemente l’evento senza descriverlo come genocidio.
I funzionari statunitensi hanno anche inviato segnali agli alleati al di fuori dell’amministrazione che hanno spinto per una dichiarazione ufficiale che il presidente riconoscerà il genocidio, ha detto una terza persona familiare con la questione.

E mentre continua il negazionismo, Turchia e Azerbaijan stanno portando avanti un genocidio culturale nell’Artsakh-Nagorno Karabagh, come avete letto su Stilum Curiae. Pubblichiamo qui di seguito in comunicato delle Comunità Armene in Italia. Buona lettura.

 

 

 

§§§

(La Collina delle Rondini, a Erevan, dove sorge il memoriale delle vittime del Genocidio, il Mtez Yeghérn il Grande Male)




Ecco il collegamento per il libro in italiano.

And here is the link to the book in English. 


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