Pro Vita e Famiglia: Tutti i Vaccini Anti-Covid in UE Collegati a Feti Abortiti.

14 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, come sapete il mondo cattolico è da tempo scosso dal dibattito sulla liceità o meno di utilizzare vaccini che possano provenire da aborti volontari. Ci sembra interessante pubblicare questo comunicato-appello di Pro Vita e Famiglia, come contributo e arricchimento alla discussione. Buona lettura. 

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Questo è il collegamento per firmare la petizione. 

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Condanna all’uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti per i vaccini e impegno a promuovere il cambiamento

Tutti i vaccini contro il Covid-19 attualmente in distribuzione nell’Unione Europea sono sviluppati, prodotti e/o testati con linee cellulari che provengono da un bambino abortito (40 o 50 anni fa):

–       Pfizer: ha utilizzato nella fase di ricerca e di sviluppo del vaccino, nonché nella fase di test, la linea di cellule fetali HEK293, proveniente da una bambina sana abortita negli anni ‘70. (“HEK” sta per “Human embryonic kidney”; la cifra “293” indica che era l’esperimento n. 293 del Dott. Frank Graham, nel laboratorio olandese di Alex van der Eb).

–       Astrazeneca: ha utilizzato la linea HEK293 nella fase di ricerca e sviluppo. Inoltre, la utilizza – in modo continuativo – nella fase di produzione del vaccino.

–       Moderna: ha utilizzato, nella fase di ricerca e di sviluppo del vaccino, la linea di cellule fetali HEK293.

–       Johnson & Johnson: ha utilizzato, nella fase di ricerca e sviluppo, e utilizza – in modo continuativo – nella fase di produzione del vaccino, la linea di cellule fetali PER.C6, derivante da un bambino sano abortito a 18 settimane.

 

A prescindere dalla questione sulla liceità, in determinate circostanze, della somministrazione e dell’uso di vaccini (anche anti-Covid-19) collegati a “materiale biologico” derivante da feti abortiti, è necessario condannare fermamente un sistema che sfrutta linee cellulari provenienti da feti abortiti nella ricerca, produzione o sperimentazione e che rischia – almeno nel lungo periodo – di incentivare ulteriori aborti o il ricorso a nuove cellule di feti abortiti. Inoltre, è doveroso rinnovare l’impegno a sollecitare le case farmaceutiche e gli altri organismi sanitari a produrre e distribuire vaccini pienamente etici.

Nell’ambito della Chiesa cattolica, la Pontificia Academia Pro Vita (in una dichiarazione del 2005,) ha affermato quanto segue:

«[…] the use of vaccines whose production is connected with procured abortion constitutes at least a mediate remote passive material cooperation to the abortion, and an immediate passive material cooperation with regard to their marketing. Furthermore, on a cultural level, the use of such vaccines contributes in the creation of a generalized social consensus to the operation of the pharmaceutical industries which produce them in an immoral way.

Therefore, doctors and fathers of families have a duty to take recourse to alternative vaccines (if they exist), putting pressure on the political authorities and health systems so that other vaccines without moral problems become available.

They should take recourse, if necessary, to the use of conscientious objection with regard to the use of vaccines produced by means of cell lines of aborted human foetal origin. Equally, they should oppose by all means (in writing, through the various associations, mass media, etc.) the vaccines which do not yet have morally acceptable alternatives, creating pressure so that alternative vaccines are prepared, which are not connected with the abortion of a human foetus, and requesting rigorous legal control of the pharmaceutical industry producers.

In any case, there remains a moral duty to continue to fight and to employ every lawful means in order to make life difficult for the pharmaceutical industries which act unscrupulously and unethically. […]

To summarize, it must be confirmed that:

[…]

the lawfulness of the use of these vaccines [vaccines without an alternative which have moral problems] should not be misinterpreted as a declaration of the lawfulness of their production, marketing and use, but is to be understood as being a passive material cooperation and, in its mildest and remotest sense, also active, morally justified as an extrema ratio […]

such cooperation occurs in a context of moral coercion of the conscience of parents, who are forced to choose to act against their conscience or otherwise, to put the health of their children and of the population as a whole at risk. This is an unjust alternative choice, which must be eliminated as soon as possible

La Congregazione per la Dottrina della Fede (Istruzione Dignitas Personae su alcune questioni di bioetica, approvata dal Sommo Pontefice Benedetto XVI il 20 giugno 2008) ha affermato quanto segue a proposito «dell’uso di “materiale biologico” umano di origine illecita»:

«n. 34. Per la ricerca scientifica e per la produzione di vaccini o di altri prodotti talora vengono utilizzate linee cellulari che sono il risultato di un intervento illecito contro la vita o l’integrità fisica dell’essere umano. […] L’uso degli embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona. Queste forme di sperimentazione costituiscono sempre un disordine morale grave.

«n. 35. Una fattispecie diversa viene a configurarsi quando i ricercatori impiegano “materiale biologico” di origine illecita che è stato prodotto fuori dal loro centro di ricerca o che si trova in commercio. L’Istruzione Donum vitae ha formulato il principio generale che in questi casi deve essere osservato: “I cadaveri di embrioni o feti umani, volontariamente abortiti o non, devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani. In particolare non possono essere oggetto di mutilazioni o autopsie se la loro morte non è stata accertata e senza il consenso dei genitori o della madre. Inoltre va sempre fatta salva l’esigenza morale che non vi sia stata complicità alcuna con l’aborto volontario e che sia evitato il pericolo di scandalo”.

A tale proposito è insufficiente il criterio dell’indipendenza formulato da alcuni comitati etici, vale a dire, affermare che sarebbe eticamente lecito l’utilizzo di “materiale biologico” di illecita provenienza, sempre che esista una chiara separazione tra coloro che da una parte producono, congelano e fanno morire gli embrioni e dall’altra i ricercatori che sviluppano la sperimentazione scientifica. Il criterio di indipendenza non basta a evitare una contraddizione nell’atteggiamento di chi afferma di non approvare l’ingiustizia commessa da altri, ma nel contempo accetta per il proprio lavoro il “materiale biologico” che altri ottengono mediante tale ingiustizia. Quando l’illecito è avallato dalle leggi che regolano il sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non dare l’impressione di una certa tolleranza o accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste. Ciò infatti contribuirebbe a aumentare l’indifferenza, se non il favore con cui queste azioni sono viste in alcuni ambienti medici e politici.

[…] Va pertanto precisato che il dovere di rifiutare quel “materiale biologico” – anche in assenza di una qualche connessione prossima dei ricercatori con le azioni dei tecnici della procreazione artificiale o con quella di quanti hanno procurato l’aborto, e in assenza di un previo accordo con i centri di procreazione artificiale – scaturisce dal dovere di separarsi, nell’esercizio della propria attività di ricerca, da un quadro legislativo gravemente ingiusto e di affermare con chiarezza il valore della vita umana. Perciò il sopra citato criterio di indipendenza è necessario, ma può essere eticamente insufficiente.

Naturalmente all’interno di questo quadro generale esistono responsabilità differenziate, e ragioni gravi potrebbero essere moralmente proporzionate per giustificare l’utilizzo del suddetto “materiale biologico”. Così, per esempio, il pericolo per la salute dei bambini può autorizzare i loro genitori a utilizzare un vaccino nella cui preparazione sono state utilizzate linee cellulari di origine illecita, fermo restando il dovere da parte di tutti di manifestare il proprio disaccordo al riguardo e di chiedere che i sistemi sanitari mettano a disposizione altri tipi di vaccini. […]»

Nella recente “Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19, 21.12.2020” si afferma che:

“[…] l’uso lecito di tali vaccini non comporta e non deve comportare in alcun modo un’approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti. Si chiede, quindi, sia alle aziende farmaceutiche che alle agenzie sanitarie governative, di produrre, approvare, distribuire e offrire vaccini eticamente accettabili che non creino problemi di coscienza, né a gli operatori sanitari, né ai vaccinandi stessi. […]

Nello stesso tempo, appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria. In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. Bene che, in assenza di altri mezzi per arrestare o anche solo per prevenire l’epidemia, può raccomandare la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti. Coloro che, comunque, per motivi di coscienza, rifiutano i vaccini prodotti con linee cellulari procedenti da feti abortiti, devono adoperarsi per evitare, con altri mezzi profilattici e comportamenti idonei, di divenire veicoli di trasmissione dell’agente infettivo. […]».

Le dichiarazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla liceità dell’uso/somministrazione di vaccini collegati all’aborto riguardano un comportamento possibile ai privati come extrema ratio, in gravi circostanze e in modo provvisorio. Tuttavia, la posizione pubblica dei cattolici – e di tutto coloro che considerano l’aborto un male intrinseco – dovrebbe essere di condanna contro l’uso di linee cellulari provenienti da bambini abortiti e comunque contro la sperimentazione implicante la distruzione di feti umani. È opportuno ricordare che tali sperimentazioni e pratiche biomediche sono realizzate in un contesto in cui: l’aborto è la prima causa di morte dell’essere umano; l’aborto viene erroneamente dichiarato (da Parlamenti, Corti e organismi internazionali) un “diritto umano” o parte dei “diritti sessuali e riproduttivi”; la personalità del nascituro viene ampiamente negata; il traffico di parti del corpo di bambini non nati ai fini della sperimentazione e della ricerca è – in certi ambiti – una triste realtà; le case farmaceutiche o i laboratori interessati non avrebbero verosimilmente alcuna remora a ricorrere a nuove linee cellulari o a organi di feti “freschi” se ve ne fosse il bisogno.

Per questi motivi:

–       Condanniamo fermamente la produzione e lo sfruttamento di linee cellulari provenienti da bambini abortiti, anche al fine della ricerca, sviluppo e produzione di vaccini. Peraltro, l’uso di queste linee cellulari nella ricerca, produzione o sperimentazione rischia – almeno nel lungo periodo – di incentivare ulteriori aborti o il ricorso a nuove cellule di feti abortiti, e costituisce uno scandalo in quanto tende a normalizzare l’idea che l’embrione umano sia un oggetto sacrificabile e disponibile.

–       È lamentabile che, per molti governi e organismi ufficiali, e persino per alcuni esponenti cattolici, la produzione e distribuzione di vaccini collegati (anche remotamente) con l’aborto non siano problematiche dal punto di vista morale, a prescindere dalla possibilità dell’uso degli stessi come extrema ratio in alcune circostanze.

–       È degna di rispetto e considerazione la ripugnanza spontanea provata da molti cittadini davanti all’idea di ricorrere a vaccini (o altri prodotti farmaceutici) collegati in qualche modo a cellule di bambini abortiti.

–       Difendiamo in linea di principio il diritto all’obiezione di coscienza contro vaccini (o altri prodotti) collegati a linee cellulari che provengono da bambini abortiti.

–       Chiediamo ai produttori di segnalare chiaramente l’uso di questo tipo di cellule, e al legislatore di obbligare i produttori e distributori a fornire informazioni pubblicamente accessibili in merito. Chiediamo al legislatore di incentivare l’uso di cellule di origine non problematica nelle pratiche biomediche e – in ultima analisi – di vietare l’uso e la sperimentazione su cellule provenienti da aborti procurati.

–       Sollecitiamo le case farmaceutiche e chi – in genere – si dedica alla sperimentazione e alla ricerca a trovare mezzi alternativi e a cessare lo sfruttamento di “materiale biologico” di origine illecita. Se tale sistema fosse destinato a persistere indisturbato – come sembra – i cittadini prolife potrebbero essere costretti a ricorrere a tutti i mezzi concretamente leciti finalizzati a mettere in crisi il sistema, inclusa un’obiezione di coscienza massiva e sistematica contro qualsiasi prodotto collegato a cellule provenienti da bambini abortiti.

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18 commenti

  • Giovanni Camponeschi ha detto:

    … un bambino abortito 40 o 50 anni fa? Fosse anche uno solo, ma va provato, comunque… “Mille anni, ai tuoi occhi,
    sono come il giorno di ieri che è passato,
    come un turno di veglia nella notte.”(Sal 90,4)

  • Luca ha detto:

    Quindi l’elenco dei vaccini moralmente leciti riportato nel post del 11 marzo scorso (Maurizio Ragazzi: Gradi di immoralità fra vaccini anti-covid) non è più valido?
    Perché io mi basavo molto su quello per orientarmi (sempre che ci permettano di sceglierlo ma questo è un altro discorso).

  • Rag. Giovanni Diabolik ha detto:

    Premesso che è comunque una cosa orripilante…
    Però sarebbero usati solo pochi feti, non ci sarebbero qui turpi commerci della Planned Parenthood.

  • Donatella ha detto:

    Le cose vanno sempre peggio per noi veri cattolici, del resto già eravamo stati avvisati dalla Madonna sul degrado a cui saremo andati incontro. Io non mi vaccinero’ anche se so che poi non potrò né viaggiare né andar a mangiare una pizza e chissà ancora cos’altro….mi chiedo se è questo una sorta di martirio bianco….sia fatta comunque, la volontà di Dio.

    • massimo trevia ha detto:

      so pero’ che ci sono dei vaccini”etici”,tipo quello dell’istituto G.Paolo secondo,ché non usano tali soluzioni:pero’ non se ne sa molto…qualcuno ne sa qualcosa?

  • leonardo ha detto:

    Di professione faccio il sanitario è dato che oggi abbiamo
    L’imposizione di fare il vaccino pena la sospensione della mia attività professionale fa capire a che punto siamo. Detto questo, la cosa più grave è che il legale dietro una mia precisa richiesta: se a causa della provenienza del vaccino con uso di cellule provenienti da feti abortiti, mi poteva essere concessa la licenza di decidere il mio tipo di vaccino per questioni religiose, lui mi ha risposto di no, per via del fatto che la mia stessa chiesa di appartenza ha dichiarato lecito il vaccino ed anzi lo ha sponsorizzato. Insomma siamo messi veramente male, il demonio ,oggi, in maniera diabolica credo che se la ride, invece Personalmente mi viene da piangere

    • Irene ha detto:

      In realtà, l’ultimo documento della Pontificia Accademia della Vita, lascia la libertà di coscienza e di scegliere vaccini e farmaci alternativi…Lo faccia presente al suo legale…

  • alessio ha detto:

    Vorrei dire due parole a quelli che hanno
    parlato di vaccini sicuri ed etici
    facendo terrorismo verso i più
    deboli e minacciando i contrari.
    Gia un vaccino che si chiama
    moderna mi fa pensare subito
    all’ aborto .
    Mi ricordo che la Roma molti
    anni fà diceva di aver trovato il
    nuovo Falcao in Andrade.
    Dopo un pò i tifosi esposero
    questo striscione: Andrade
    tutti affanc…..
    Questo vorrei dire a chi ci
    inganna tutti i giorni a
    reti unificate.

  • Gilda Furlan ha detto:

    Sul sito provitaefamiglia.it divulgatore dell’appello, è in corso anche una petizione in proposito con raccolta di firme. Mi sembra il caso di evidenziare l’iniziativa insieme al testo. Grazie.

  • EMANUELE ha detto:

    Dico sommessamente la mia. Da padre di famiglia.
    Grazia a Dio qualcosa si muove.
    Pur tuttavia rimane una pecca.
    Quando si parla di “in certe circostanze…extrema ratio” si apre il fianco all’etica della situazione condannata da una istruzione del Sant’Uffizio (sull’etica della situazione) del 1957 (di cui sono in possesso) e basantesi su un pronunciamento di Pio XII del 1952,
    La norma oggettiva, ovvero il fine non giustifica mai il mezzo “neppure per ragioni gravissime” (Paolo VI, Humanae Vitae 14), è quella e sempre non può che valere. Altrimenti dovremo desumere che anche l’aborto in certe situazioni (pericolo di vita per la madre) può essere ammesso.
    L’utilizzo di vaccini con feti abortiti in extrema ratio è un cedimento alla propria coscienza che sa non essere bene (documento PAV 2005: “…tale cooperazione avviene in un contesto di coercizione morale della coscienza dei genitori, che sono costretti a scegliere di agire contro la propria coscienza o in altro modo…”).
    Un cedimento per timore grave o paura presuppone una riduzione della volontarietà dell’atto che in sé errato (lo si sa in coscienza) quindi se ne riduce/attenua l’imputabilità soggettiva (cfr Catechismo), Ma il cedimento, quell’atto rimane oggettivamente un errore.
    Poi occorre chiedersi: si è di fronte ad una epidemia di Ebola che uccide l’80% dei contagiati? si è di fronte ai numeri della peste nera? Dati OMS del 17 marzo 2021: mortalità mondiale per Covid 19 0,6%!!!
    Inoltre è il vaccino anti Covid 19 un farmaco salvavita? No; esistono cure etiche tradizionali danti ottimi risultati? Si.
    Afferma don Curzio Nitoglia a proposito (https://doncurzionitoglia.wordpress.com/2021/01/05/la-vaccinazione-con-i-feti-abortiti-e-moralmente-lecita-risposta-a-corrispondenza-romana-del-23-xii-2020/ ) :”Eriberto Jone, (Compendio di teologia morale, Casale Monferrato, Marietti, VI edizione, 1964, n. 13) insegna che un’azione umana (vaccinazione), quanto alla sua causa (siero vaccinale), è moralmente imputabile, come buona o cattiva, “se si abbia avuto il potere di omettere la causa”; ora il vaccino anti-COVID-19 (causa) non è un farmaco salva-vita, ma servirebbe solo a immunizzare il vaccinato (effetto) dall’influenza chiamata COVID-19, che potrebbe sfociare in polmonite; quindi si potrebbe facilmente omettere la causa (siero vaccinale) che richiede la presenza di feti abortiti. Inoltre padre Jone aggiunge che “se l’effetto buono [immunizzazione dall’influenza, ndr] derivasse da quello cattivo [feto abortito contenuto nel siero del vaccino, ndr], allora quest’ultimo [feto abortito presente nel vaccino, ndr] sarebbe voluto precedentemente come mezzo, ma volere un mezzo cattivo [aborto, ndr], anche in vista di un fine buono [immunizzare la popolazione dal virus COVID-19, ndr], è proibito”.

  • Donna ha detto:

    Qualcuno sa dire se anche lo Sputnik,per altro non ancora autorizzato,proviene anch’esso da linee cellulari di feti abortiti?
    E se si sta studiando,da qualche parte,un vaccino che non derivi da queste linee.grazie

      • Donna ha detto:

        La ringrazio molto per il link che ha allegato, molto istruttivo.
        Tristemente vedo che ben pochi vaccini sembrano essere di elezione, per non dire nessuno. Leggo fra i pochi Curavac giunto al terzo step , mentre gli altri sono ancora al secondo e bisogna vedere cosa faranno al terzo…detto questo comunque nemmeno mi tranquillizza leggere DNA o RNA….niente di buono.

        Aggiungo che oltre alle posizioni di chi ben sapendo della provenienza di tali vaccini, li sceglie comunque , la maggioranza soprattutto gli anziani non credo ne siano nemmeno a conoscenza e tale informazione non sembra abbia avuto grande pubblicità, segno evidente di ammissione che ciò crea problemi etici e di coscienza. ….Tutto ciò dovrebbe far riflettere, ma ormai ciò che conta è “mors tua vita mea”, sommato ad un solo e unico credo, la Dea Scienza, l’unica che può salvare l’uomo ….naturalmente in tutto ciò Dio non c’entra.

        • mamalifed ha detto:

          sì, anche a me, tramite mia suocera, è successo di mettere sull’avviso un gruppo di suore anziane, completamente all’oscuro della problematica, che all’apprendere che quello che era stato loro prospettato come il necessario viatico per uscire dall’emergenza avesse a che fare con bambini abortiti volontariamente sono rimaste trasecolate, e meno male!

  • Enzo Sireci ha detto:

    Non capisco cosa si aspetta nella stampa e nei social dell’ambiente cattolico a promuovere un’obiezione di coscienza massiva e sistematica contro qualsiasi prodotto collegato a cellule provenienti da bambini abortiti. E’ immediatamente urgente la necessità di stimolare, nelle cace produttrici di vaccini, per le presenti e per le future prevedibili necessità, gli studi e la produzione di vaccini eticamente accettabili.

    • Davide S ha detto:

      Caro Signore, quanti ne vede di cattolici? Quante parole cattoliche ascolta sui media? Vi è poi un altro problema. Tutti sappiamo che in caso di trapianto colui che lo riceve deve sottoporsi a cure impegnative per evitare il rigetto. Cosa sappiamo degli effetti a lungo termine di tali cure? Da quando la Verità è serva dell’interesse dominante -ciò indubbiamente è sempre accaduto, ma non è possibile non notare la recente evoluzione da “Telekabul”, per chi non lo ricordasse era così definito il TG3 negli anni’80, al “TG a reti unificate” di oggi- come fidarsi de “la Scienza” o meglio degli uomini che, in un dato momento storico sono stati scelti per spiegare la verità, comunque suscettibile al metodo scientifico e quindi, almeno in teoria, modificabile non appena avvenuta la divulgazione della stessa?