L’Ineffabile, Incredibile Avventura della Lotta con Dio. Ogni Giorno.
13 Aprile 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, Investigatore Biblico, che ben conoscete, ha scritto qualche cosa che si sembra molto bello, e degno veramente di essere condiviso con voi. Buona lettura.
§§§
In questa condivisione voglio parlare della mia esperienza personale di preghiera, a partire da un brano biblico che per me è un grande punto di riferimento su questo fondamentale aspetto cristiano. Spesso si parla di preghiera in modo astratto: si spiega ai fedeli in modo “etereo”, senza far comprendere cosa sia realmente. Credo che l’unico modo per far capire ai miei fratelli in Cristo questa azione spirituale del cuore, sia raccontarvi come prego io stesso e cosa significa per me la preghiera, in modo concreto, partendo dalla mia esperienza. Spiegare la preghiera in modo nebuloso ed astratto è segno che chi la spiega NON prega realmente, per questo racconta teorie, e non una propria esperienza concreta.
Cosa è dunque per me la preghiera? Il mio riferimento biblico per raccontarvi la mia esperienza è la Parola diGenesi 32,23-33: “23Durante quella notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. 24Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi. 25Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. 26Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. 27Quello disse: “Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora”. Giacobbe rispose: “Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!”. 28Gli domandò: “Come ti chiami?”. Rispose: “Giacobbe”. 29Riprese: “Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!”. 30Giacobbe allora gli chiese: “Svelami il tuo nome”. Gli rispose: “Perché mi chiedi il nome?”. E qui lo benedisse. 31Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: “Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva”. 32Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. 33Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quegli aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico”.
Quando prego ho sempre dinnanzi questo brano biblico. Per me la preghiera è la mia lotta quotidiana con Dio. A qualcuno sembrerà strano, ma quando prego io lotto con Dio. La mia preghiera quotidiana è la Santa Messa, il Salterio Monastico Benedettino, la Lectio Divina quotidiana, Lettura e studio della Scrittura dai testi originali, ebraico e greco, preghiera continua del cuore, Santo Rosario. Queste sono le preghiere che concretamente celebro ogni giorno. Ma come “concretamente” prego? Qual’è il mio atteggiamento? Il mio è un atteggiamento di“lotta con Dio”. Non ho visioni mistiche o apparizioni. Non ho locuzioni interiori. Non ho estasi. Non ho nulla. Ma quando prego so che Dio è davanti a me e mi ascolta. Dentro di me scaturiscono tanti sentimenti. Quando non riesco a portare la mia croce, mi arrabbio con Lui. Mi ribello. Gliene dico di tutti i colori. Gli dico che non è vero che mi ama, perché altrimenti per me le cose sarebbero andate diversamente (sono un sacerdote emarginato dalla neo-chiesa, perché ho sempre predicato il Vangelo senza se e senza ma). Gli dico che Gli piace “guardare” dall’alto e non intervenire. Gli dico anche che io cerco ogni giorno di fare la Sua Volontà, ma non Lo vedo poi tanto esaudire le mie preghiere. Gli parlo come se stessi parlando al mio padre terreno. Io provo santa “invidia” per quelle persone che mi raccontano esperienze mistiche esaltanti nella preghiera. Io non le ho mai avute. Ho sempre avuto tanta aridità quando prego. Certamente ci sono dei momenti in cui Dio mi consola e mi riserva belle sorprese. Ma da qualche tempo stanno diventando sempre più rare. Tuttavia prego e parlo con Lui. Ho un rapporto con Dio. Tante volte nella mia storia ho sperimentato la Sua Potenza. Ecco perché questo mio“arrabbiarmi” non è una mancanza di rispetto verso di Lui, ma sento davvero “intimità” verso di Me. Mi sento libero di esprimere ogni mio sentimento davanti alla Sua Presenza.
Nonostante il mio rapporto con Dio sia molto spesso conflittuale, non riesco a stare senza pregare e senza la Sua presenza. E’ capitato spesso da parte mia dire al Signore: “Se non mi ascolti questa volta, non ti prego più. Tanto tu ascolti solo chi si comporta male, ma di chi si sforza di fare la tua volontà ti dimentichi. Te ne infischi”.
Eppure, anche se non mi ascolta come io vorrei, ogni mattina, alle 4.30 del mattino, sono sempre lì, davanti all’altare a celebrare Messa.
Vi dirò, a questo punto, anche i miei orari e come concretamente prego. Vivendo da eremita, posso gestire gli orari con molta libertà.
Mi alzo alle 4.00, alle 4.30 celebro la Santa Messa. Successivamente leggo la Scrittura dai testi originali e inizio con il Salterio; Ufficio, Lodi, ora terza. Segue la Lectio Divina. Alle 7.45 faccio colazione e poi lavoro. Ore 12.30 ora Sesta. Ore 15.00 ora nona. Ore 19.00 vespri. Ore 21.00 compieta. E poi a nanna. Durante il giorno prego nel mio cuore con giaculatorie e versetti della Bibbia.
Sono certo che qualcuno resterà scandalizzato dal mio racconto. Non me ne vogliate, ma non mi importa. Il mio rapporto con Dio è quello che vi ho raccontato. Lo sento vicino, a volte lo sento lontano, ma lo sento. Questo mi aiuta ad andare avanti. A superare tutti i giorni quella lotta, quei ricordi delle ingiustizie che ho subito e che subisco. Come a Giacobbe il Signore mi lascia perennemente il “nervo sciatico” dolorante. E’ questo l’unico modo che ho di esprimere la sensazione che ho dopo la preghiera. Stanco, come dopo una lotta. Ferito, ma con la speranza. Comunque Benedetto da Dio.
Per noi “eremiti” la vita non è facile. Dobbiamo lavorare per procurarci il pane. Non mi è mai mancato nulla, tuttavia. Anche se di soldi sul conto non me ne restano mai. Dio mi mette alla prova. Ma, quando meno me lo aspetto, arriva abbondante provvidenza. Ho sempre il denaro giusto per pagare tutto quello che mi tocca pagare. Alla fine del mese resto sempre senza una lira. Ma va bene così: come voi pago la luce, il gas, ho il cibo, l’affitto della casa nella quale risiedo in solitudine, faccio elemosine. Sono felice così. Ed ogni mese si comincia da capo, con il conto a zero virgola, ma poi puntualmente arriva tutto il necessario. Mi accade un po’ come Dio ha fatto con il popolo di Israele nel deserto: la manna era solo per quel giorno e non se ne doveva conservare per il giorno dopo. Questo perché il giorno successivo Dio ne avrebbe mandata altra, e Israele aveva il dovere di fidarsi.
Ecco qui: questa sera ho voluto mettermi un po’ a nudo per i miei lettori. Quella che vi ho raccontato è l’esperienza della mia preghiera nel concreto e del mio rapporto con Dio.
In un prossimo articolo voglio scrivere una breve esegesi del brano della Genesi. Così come sono solito pregarlo.
Un caro saluto a tutti i lettori. Se qualcuno tra i lettori fosse rimasto confuso dalla mia esperienza, preghi per me. Perché possa diventare migliore.
Investigatore Biblico
§§§
Ecco il collegamento per il libro in italiano.
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Tag: giacobbe, investigatore biblico
Categoria: Generale
Grazie per la condivisione di questi momenti intimi, investigatore biblico.
Ben venga la sua esegesi del brano su Giacobbe.
Anni fa’ lessi, non dico tutta, ma “avidamente” la bibbia. Oggi molto a stento le letture domenicali. Naturalmente sono un laico, sposato e sposato emeritamente. Mia moglie (legale) fu abbandonata dal marito. Dopo conobbe me e rimase incinta. E li me la sposai. Non so’ se e’ per non potermi accostare alla comunione che non vado a messa. Non penso. Le assicuro che non e’ poi così difficile ad una certa eta’ vivere come “fratello e sorella”. Le tentazioni, semmai son fuori.
Brano oscuro per me questo di Giacobbe.
La mia preghiera e’ diversa. La mia preghiera e’ quella di uno che non si ritiene degno di perdono (penso non posso nemmeno accedere confessionale o forse si..ma mi servirebbe un prete sordo). Io so’ che Dio mi perdona e che il più grande male ho dubbi fosse male perché non ero in me e amavo.
Penso che son io che non mi perdono.
Tutta una vita cercare di essere “perfetto” e poi “perdere la testa”.
Pero’ forse prego. Perche vivo. E son contento, non di credere che Dio esista, ma di aver la fede che spero vera.
Come direbbe il dr Gratteri (c ho la fissa?): non prego per me, ma per gli altri. (Qualunque cosa voglia dire. E’ un magistrato minacciato gravemente di morte).
A me quasi non interessa se Dii non mi salva. Non lo merito. Non lo accetto. Pero’ Dio e’. Quindi un senso ultimo c e’. Soprattutto per gli “innocenti”, per i “bambini di Auschwitz”.
Non chiedo mai conto a Dio…perche’ cosa dovrei chiedere?
Lui mi e’ apparso (dopo la morte) e nonostante il mio operato.
Vorrei..vorrei …aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verra’. Realmente. Nella mia vita. Ma son quasi sicuro non avverra’. O forse anche li non ne son degno. Certo, deve prima o poi avvenire. La parusia, l’attesa dei primi cristiani.
Questa e’ la mia “preghiera”. Un grazie a Dio di esistere. E una leggera disperazione giornaliera. Ma come diceva il profeta Amos: qualcosa di maculato verra’ strappato, dalla gola del leone. Il regno verra’ per qualcuno. Posso solo sperare in una misericordia di Dio per me.
Ma che meraviglia che anche un consacrato provi le stesse miserie di noi comuni mortali… Mi rinfranca..
Questo periodo brutto che stiamo vivendo a me ha portato un guadagno: ho scoperto una chiesetta defilata della mia diocesi dove un anziano parroco celebra per pochi intimi (siamo 7-8 carbonari) senza mascherina. Comunione in bocca e vecchio Messale.. Una boccata d’aria, letteralmente.
Mai andata, prima, alla Messa quotidianamente ma adesso non ne perdo una..
Il Signore a volte ci schiaffeggia e a volte ci accarezza, basta accorgersene 🙏🙏
Il sacrificio degli empi è un abominio all’eterno ma la preghiera degli uomini retti gli è gradita.
Non ho bisogno di rivolgere molte parole al Signore che mi scruta e mi conosce, che penetra nel profondo dei miei pensieri (cfr Sal 138) e quotidianamente mi conferma la Sua presenza accanto a me nella lotta contro le forze del male. Egli lotta con me e per me.
Non gli ho mai chiesto di non farmi soffrire, ma di darmi la forza necessaria per affrontare le sofferenze per poter essere anche di aiuto a chi è nel bisogno, accanto a me e soffre soprattutto a causa di colpevoli attacchi alla fede che aggravano le conseguenze di gravi danni e ingiustizie. Non sono solo 1-2 giovani, ma un significativo gruppetto, vittime di soprusi da parte di intoccabili e insospettabili. In loro vece oso chiedere umilmente anche all’ Investigatore Biblico di inserirli nelle Sue intenzioni di preghiera, più fervente e insistente della mia, avendo chiesto, ottenuto e goduto per il concorso/soccorso orante di persone caritatevoli, che non fanno della carità per i bisogni umani e spirituali del prossimo un motivo di vanto pubblico e che nel silenzio hanno sempre risposto concretamente ai miei ripetuti appelli, permettendomi di rafforzare la mia fiducia nella potenza della preghiera, colmando l’assenza dei così detti “fratelli”, anche vicini nello spazio, e il deficit di “fraternità” sbandierata ad ogni piè sospinto. E nei miei pensieri rientra sempre la riconoscenza per questi “samaritani” che non sfuggono certamente all’occhio attento del Signore, Che saprà ricompensarli degnamente.
Attraverso costoro Egli non mi fa mancare quel “pane quotidiano” di cui necessito e che insisto col chiederGli attraverso il mio pensiero fisso, non disgiunto dal desiderio di indurre a buoni propositi e ravvedimento chi – e sono molti – pretende di attribuire alla volontà di Dio quella che altro non è se non la sua cocciuta volontà e capriccio. Perché, da che mondo è mondo, spunta sempre qualche “potente” di turno che persiste nell’arroccarsi su un trono di latta o di argilla, anche quando sia già franato sotto il peso della propria supponenza e prepotenza. È questa l’altra mia richiesta che rinnovo mentalmente in ogni momento del giorno e degli istanti di dormiveglia. Prima o poi – ovviamente spero più nel prima – saprò elevare il mio Magnificat…
DICE ISAIA [Cap.40, versetti 28 e successivi]
Non lo sai forse ?
Non lo hai udito ?
Dio eterno è il Signore,
creatore di tutta la terra.
Egli non si affatica e non si stanca,
la sua intelligenza è inscrutabile.
Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato.
Anche i giovani faticano e si stancano ,
gli adulti inciampano e cadono ;
ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi
camminano senza stancarsi.
Ho udito… forte e chiaro… Ogni tanto le forze fisiche mancano, ma anche in questi momenti mi sorregge e mi tira per i capelli. Provato!!! Grazie per la condivisione. È anch’essa di conforto.
Chapeau a tutti coloro che hanno condiviso le proprie ammirevoli esperienze di preghiera. Le mie sono infinitamente più imperfette. Per esempio tante volte mi é successo di finire la giornata mettendo i miei tre gioielli a nanna, di iniziare il rosario e di addormentarmi durante la recita. Altro che lotta notturna. E le Messe al mattino, all alba, a cui potete partecipare mi confortano. Mi conforta sapere che da qualche parte queste ci sono, che la gente può andarci. Dove vivo io, nella mia parrocchia ci sono due Messe durante la settimana, una il sabato sera e una la domenica mattina. Nell hinterland (una delle zone più popolose del paese in cui vivo) ci sono solo 3 Messe la domenica sera.
É bellissimo leggere le vostre testimonianze.
Caro investigatore biblico, anch’io mi alzo al mattino alle 4,30 per entrare nelle parole del Salterio, Ufficio, Lodi.
Alle 7,30 partecipo alla Santa Messa ( 8 Km da casa), e lì si versano solo lacrime di dolore e d’amore per la nostra Chiesa.
Capisco il suo dolore, io dissi al mio “…il Signore ha dato il Signore a tolto…… sia benedetto il nome di nostro Dio…..”
Ricordiamoci a Colui che tutto può,
😊🙏🙏🙏
Grazie infinite Padre!
Se la vita di voi eremiti non è facile, immagini quella di un prete al servizio di una parrocchia. La riuscita della sua attività pastorale è legata unicamente alla preghiera, al rapporto con il Maestro che lo ha chiamato. Gesù chiamò gli apostoli, prima di mandarli, perché stessero con Lui. Qui, cuore a cuore con il Maestro Divino, vi è la vera scuola del prete e, direi, di ogni cristiano. Se tutti andassimo a questa scuola, sicuramente la Chiesa sarebbe più bella e più unita. La preghiera più alta e proficua per il prete è vivere ciò che celebra e in particolare la S. Messa, la liturgia delle ore e il S. Rosario. Anche i suoi fallimenti e le inevitabili ferite che gli vengono inferte se non trovano il sostegno, il balsamo e la medicina della preghiera diverranno presto purulente e cancrenose. Non mi meraviglia che un sacerdote che è diventato preghiera sia emarginato, anche da chi si crede Chiesa ( è sempre stato così e non è un atteggiamento di quella che lei chiama neo-Chiesa).
Mi piace riportare l’insegnamento di una che certamente non ha pregato in modo nebuloso ed astratto: S. Teresa di Gesù . Ella definisce così la preghiera: “L’orazione, a mio parere, non è altro che un intimo rapporto di amicizia, nel quale ci si trattiene spesso da solo a solo con quel Dio da cui ci si sa amati” ( Vita 8,5 ). “Sua Maestà ci insegna a pregare in solitudine” (Cammino di Perfezione 24,4). “Per molto basso che l’anima parli, Egli, che le è vicino, l’ascolta sempre. E per cercarlo non ha bisogno di ali perchè basta che si ritiri in solitudine e lo contempli in se stessa” (CP 28,2). Occore farsi un po’ di violenza per raccogliersi e contemplare il Signore nel proprio interno” (CP 26,8). “Non si può parlare con Dio nel medesimo tempo che con il mondo…ascoltando ciò che si dice all’intorno, o fermandosi a quanto vien loro in mente, senza alcuna cura di raccogliersi” (CP 24,4). “Infatti i sensi si ritirano dalle cose esteriori (…). Gli occhi si chiudono spontaneamente per non vedere più nulla, mentre lo sguardo dell’anima si acuisce di più”.
Grandi santi, per lunghi anni vissero l’aridita’ spirituale, senza mai mancare alle preghiera e alla carità fraterna.
Penso a Santa Teresa dj Calcutta e suor Teresina, la quale Gli diceva:”Non ti fai vedere, nesentire, ma so che ci sei.
Ti stancherai prima Tu a starmi distante, che io ad aspettare Te.
Ed ogni giorno Gli diceva:” firma in calce il foglio in bianco della mia vita di oggi. Scrivici quello che vuoi.Mi fido di Te
Quest’ultima frase sia il nostro obiettivo.
Buona giornata, padre. 🙏❤️😇
Olivetanus13 aprile 2021 06:48 (http://lascuredielia.blogspot.com/)
“La dr.ssa Dolores Cahill, https://www.researchgate.net/profile/Dolores-Cahill , giunge alle stesse conclusioni della dott.ssa Loretta Bolgan e di tanti altri:
chi fa il vaccino covid morirà nei prossimi 2-3 anni se over 70 e nei prossimi 5-10 anni, dopo terribili sofferenze per malattie autoimmuni, se più giovane.
La dott.ssa Bolgan ha spiegato in dettaglio i principali meccanismi del danno da vaccino, basta leggere.
Il ministro Cartabia, il presidente Mattarella ed il primo ministro Draghi, insieme a tutti i principali politici, magistrati e giornalisti italiani, sono stati informati per iscritto dall’associazione Federazione Rinascimento Italia. Silenzio totale… si stanno rendendo colpevoli di genocidio. A questo punto, la storia li giudicherà.”
Il nostro beneamato Presidente Mattarella, nel suo discorso di fine anno “Vaccinarsi è un dovere morale…”; il Santo Padre (?) Francesco nell’omelia della messa di Natale 2020 “Il vaccino sia per tutti !”
Come pensare che siano complici di un genocidio, del più grande crimine contro l’umanità dell’intera storia umana? Si accappona la pelle al solo pensarlo: complici di Bill Gates? Dell’élite globalista, mondialista, massonica e satanista che, si legge, manovra le sorti del mondo intero?
FRI dovrebbe fare un post completo su questo
Mi ha lasciato sorpreso perché io stesso, uomo sposato
e vecchio di anni, già incamminato verso il traguardo, mi sono sentito simile nel colloquio con Dio. Nel silenzio e per pochi minuti sparsi nella giornata e, soprattutto, prima di prender sonno , mi rivolgo a Lui cercando di essere sincero e di non celare le manchevolezze in cui sono caduto. Quasi sempre il sonno arriva come un ladro senza lasciarmi un minimo spazio di tempo per dirGlI che Gli voglio bene e che mi dispiace di dedicarGli soltanto poche manciate di minuti. Sono un povero cristiano ricco soltanto di errori e pochi pregi che rivendica però la sua figliolanza col Padre.
“Se qualcuno tra i lettori fosse rimasto confuso….” no, non sono confusa, condivido quanto scritto.
“Se non mi ascolti questa volta non Ti prego più…” quante volte l’ho detto anch’io.
Potrei far mia ogni sua parola.
La sua riflessione mi è stata di conforto, mi sono sentita meno sola, grazie!!
Finalmente un bel contributo a ciò che è essenziale per questa nostra vita terrena!
“Non ho visioni mistiche o apparizioni. Non ho locuzioni interiori. Non ho estasi. Non ho nulla”.
Sublime!
Caro Investigatore, non può sapere quanto Le sia vicino!
Buon … combattimento!
Vivere una vita “in santa pace” non sa di niente!
Grazie.
Da un lottatore dolorante come lei…