Nobile: Al Barbero Farnetica, Parlando di San Francesco e Crociate.

9 Aprile 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile torna sull’argomento Alessandro Barbero, dopo aver visto su You Tube alcuni video del suddetto in tema di islam, crociate e San Francesco. E ci invia questa riflessione colto da evidente indignazione…Buona lettura. 

§§§

PARLANDO DI CROCIATE E DI S. FRANCESCO AL-BARBERO FARNETICA

Come ho scritto nell’articolo precedente, da decine di anni autorevoli studiosi e storici hanno sfatato innumerevoli luoghi comuni che miravano a delegittimare l’operato della Chiesa e dell’occidente cattolico. Ciò nonostante Al-Barbero, in arte Alessandro Barbero, sembra impantanato irrimedialmente nelle bufale. Forse perché ha capito che l’unico modo di calcare le scene che gli danno prestigio è quello di sparlare. Infatti nelle tv non si vedono storici e studiosi fuori dal coro, solo masochisti pro-islam. Per la memoria occidentale, uno più pericoloso dell’altro.

Seguendo la vulgata, Al-Barbero definisce le crociate invasioni per fini espansionistici ed economici. Ma, consapevole del suo tarlo anticattolico, per rendersi credibile ai suoi battezzati da salotto aggiunge, di sfuggita, che sono state fatte anche in nome di Dio. 

Joseph Goebbels, ricalcando l’adagio di Voltaire, afferma che “Una bugia ripetuta dieci volte rimane una bugia, ripetuta diecimila volte diventa una verità”. Cosa che sappiamo da quando i media sono entrati nelle nostre case. Bene. È altrettanto vero che se la verità viene detta poche volte viene sommersa dalla menzogna, soprattutto quando quest’ultima viene strombazzata da tutti le fonti di informazione, scuola inclusa. Perdonate, dunque, se qualche volta mi ripeto e faccio auto-promozione dei miei libri. Ma data l’aria che tira gli apologeti cristiani, per non soccombere alle bugie ripetute diecimila volte, non hanno altra scelta. Permettetemi, dunque, di riprendere alcuni passi del mio “Quello che i cattolici devono sapere – Almeno per non fare una fine ridicola”. 

Gli storici e i documenti dell’epoca confermano che gli stessi musulmani per secoli hanno considerato le cosiddette crociate una guerra contro i Franchi, e non uno scontro di religioni. Il che confermerebbe che non erano i cristiani interessati alla conquista e ai guadagni economici, ma i musulmani. Infatti, se i cosiddetti crociati si sono limitati a liberare Gerusalemme, i musulmani per secoli hanno tentato di invadere l’Europa, l’India e il resto dell’Asia. Non con la parola, come i nostri missionari, ma col simbolo dell’islam, la spada.

Al-Barbero utilizza la definizione crociata e poche volte, se non mai, pellegrinaggio. Infatti solo dopo la fondazione dello stato di Israele, i musulmani hanno iniziato a utilizzare la definizione crociata, creata in occidente. Tra i primi autori della calunnia sulle spedizioni crociate troviamo lo storico luterano Johann Lorenz von Mosheim (1693-1755), seguito dagli Illuministi. Nell’800 e nel ‘900 gli storici marxisti hanno sviluppato la leggenda aggiungendo altri falsi storici che sono stati divulgati nei testi scolastici e nei mezzi di comunicazione. 

Le spedizioni in Terra Santa in realtà erano considerate pellegrinaggi per legittima difesa. J. Riley-Smith, considerato uno dei maggiori esperti anglosassoni, a proposito della leggenda che considera i crociati come uomini senza scrupoli che partivano al fine di arricchirsi, scrive: «Sarebbe stato un gioco d’azzardo stupido liquidare i beni patrimoniali per investire dopo una marcia di tremila chilometri a Oriente (…) Ha più senso supporre che i crociati, in particolar modo le famiglie dei crociati, fossero motivati da idealismo. (…) Dietro a molti crociati stava un gran numero di uomini e donne, disposti a sacrificare i loro interessi per aiutarli a prepararsi a partire». (Breve storia delle crociate ed. Mondadori). 

Ma la principessa e storica bizantina Anna Comnena (1083-1153), non utilizza condizionali o supposizioni, anche perché, essendo testimone oculare, ne sa molto di più dello storico britannico. Nella sua Alessiade descrive come nella prima crociata indetta da papa Urbano II si mobilitarono anche le donne con i loro figli: «Si produsse allora un movimento di uomini e di donne come non si ricorda di averne mai visto l’uguale: le persone più semplici erano davvero animate dal desiderio di venerare il Sepolcro del Signore e di visitare i Luoghi Santi. […] L’ardore e lo slancio di questi uomini era tale, che tutte le strade ne furono coperte; i soldati franchi erano accompagnati da una moltitudine di gente senz’armi più numerosa dei granelli di sabbia e delle stelle del cielo, che portava palme e croci sulla spalla: uomini, donne e bambini che lasciavano i loro paesi». Certo, ingenui, ma con una fede granitica che fa arrossire i cattolici da salotto, seguaci di Al-Barbero.

La prima crociata è stata indetta nel 1095, circa quattro secoli dopo l’invasione islamica. Al contrario di quanto afferma Al-Barbero, la decisione che coinvolse la Cristianità non fu dovuta a interessi economici e perché l’Europa si sentiva più forte, ma la risposta alle continue violenze inflitte ai cristiani e alla distruzione dei luoghi sacri in Terra Santa. 

Già nel 1009 il califfo Al-Hakim bin-Amr scatenò una brutale repressione contro i cristiani, dove anche le tombe dei cristiani furono devastate. La domenica 13 agosto fece abbattere la chiesa dedicata a Maria di Al-Qantarah, nel vecchio Cairo. Ma l’episodio che provocò la reazione della Cristianità fu la distruzione della Basilica della Risurrezione di Gerusalemme. Fu una persecuzione e una distruzione continua, i musulmani cercarono di rimuovere anche il Santo Sepolcro, distruggendone gran parte. 

La Terra Santa, per i cristiani di quegli anni, era molto più importante di quanto siano stati per noi le torri del World Trade Center abbattute l’11 settembre 2001 e l’attacco al Pentagono, ed era molto più umiliante del terrorismo nelle città occidentali. Se a noi turba l’idea di morire ammazzati mentre andiamo a lavorare o mentre siamo seduti al caffè, i nostri antenati erano sconvolti dal fatto che non avrebbero potuto mai più visitare i luoghi dove è nato Gesù Cristo, accogliendo con orrore la notizia sulla distruzione dei luoghi sacri e del Santo Sepolcro. 

Per quanto riguarda le prove che confermano i motivi della reazione cristiana alla violenza musulmana, si apprende, tra l’altro, che lo storico siriaco del XII secolo Al-‘Azimi «riconosce che nel 1093 i musulmani della Palestina impedirono ai pellegrini cristiani di raggiungere Gerusalemme. Secondo lo stesso Al-‘Azimi furono proprio i racconti dei pellegrini sopravvissuti e ritornati in patria a causare l’inizio delle prime crociate» (R. Stark – “Gli eserciti” di Dio”).

I soprusi esistevano da anni, come le tasse esose per chi non si convertiva all’islam, o l’obbligo per i cristiani di portare al collo una croce di circa due chili, come accadeva nel periodo in cui salì al trono il sesto imam al-Hakim. Dunque, le crociate furono la reazione contro gli invasori violenti che distruggevano i luoghi sacri e tormentavano i cristiani che vivevano in quelle terre da sei secoli prima del loro arrivo. Ma per Al-Barbero gli invasori sono i cristiani.

Non contento, farnetica anche parlando di S. Francesco, rappresentato come un pacifisca che detestava le crociate. 

La sinistra progressista da un lato cerca di cancellare Gesù Cristo dalla faccia della terra, dall’altro tenta di accapararsi san Francecso d’Assisi dipingendolo come un uomo di sinistra e antipapista. Bergoglio, che ne ha preso indegnamente il nome, ne è l’esempio più squallido.

Ma non mancano i frati francescani, più figli del mondo che del loro fondatore, che lo rappresentano come un uomo del volemmoce bbene. Abbiamo biografie e fiction televisive che lo vogliono addirittura amico dei musulmani. In realtà, nelle memorie di frate Illuminato, compagno di Francesco nella spedizione in terra musulmana, scrive che il sultano Al-Kamil si rivolse a Francesco dicendo: «Il vostro Dio ha insegnato nei suoi Vangeli che non si deve rendere male per male… Quanto più dunque i cristiani non devono invadere la nostra terra!». La replica di Francesco: «Non sembra che abbiate letto per intero il Vangelo di Cristo nostro Signore. Altrove dice infatti: “Se un tuo occhio ti scandalizza, cavalo e gettalo lontano da te”…, con il che ci volle insegnare che dobbiamo sradicare completamente un uomo, per quanto caro o vicino – anche se ci fosse caro come un occhio della testa – che cerchi di toglierci dalla fede e dall’amore del nostro Dio. Per questo i cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato, perché bestemmiate il nome di Cristo e allontanate dal suo culto quelli che potete. Se però voleste conoscere il creatore e redentore, confessarlo e adorarlo, vi amerebbero come loro stessi». Il santo d’Assisi difende l’opera dei crociati e l’unicità salvifica di Gesù Cristo.  Nonostante questa evidenza i progressisti, come abbiamo detto, cercano di intrupparlo tra le loro fila. Ci chiediamo se hanno mai letto una lettera del santo d’Assisi che li riguarda personalmente.  «Lettera ai reggitori dei popoli: A tutti i podestà e consoli, magistrati e reggitori d’ogni parte del mondo, e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace. Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e preoccupazioni di questo mondo, e di non deviare dai suoi comandamenti, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai comandamenti di lui, sono maledetti e saranno dimenticati da lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte. E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire nell’inferno. Perciò io con fermezza consiglio a voi, miei signori, che, messa da parte ogni cura e preoccupazione, riceviate volentieri il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo in sua santa memoria. E siete tenuti ad attribuire al Signore tanto onore fra il popolo a voi affidato, che ogni sera si annunci, mediante un banditore o qualche altro segno, che siano rese lodi e grazie all’onnipotente Signore Iddio da tutto il popolo. E se non farete questo, sappiate che dovrete renderne ragione a Dio davanti al Signore vostro Gesù Cristo nel giorno del giudizio. Coloro che riterranno presso di sé questo scritto e lo metteranno in pratica, sappiano che saranno benedetti dal Signore Iddio». 

Agostino Nobile

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20 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    Caro Agostino,

    non era mia intenzione suscitare una Sua reazione così spigolosa alle mie considerazioni.

    Mi permetta di rilevare, rispettosamente, come la sua verve apologetica la porti ad esprimersi un po’ troppo sopra le righe.

    Lei mi accolla un beato vivere sulle nuvole che, La prego di credermi, non risponde nemmeno un po’ al mio stile di vita.

    Mi picco, però, di aver trovato, dopo una quarantina di anni, un sufficiente equilibrio fra il vivere sulle nuvole e il vivere sulla terra.

    I mie interventi sul blog (teorici come tutti gli altri) sono per me un impegno tanto piacevole quanto passeggero e di gran lunga minoritario.

    Lei non può sapere in che modo io combatto la Sovversione e quindi non può affermare (e non può nemmeno sospettare quanto si sbagli!) che io vada a parare verso la bovina accettazione del massacro (in tutti i sensi) da parte dei Cristiani.

    Lei afferma che “l’ascesi non si cerca nei blog ma nei libri che trattano i santi asceti”.

    Mi permetto di dubitare che sia così: anche i blog si leggono, esattamente come i libri, e quindi possono veicolare idee preziose alla cura di sé (che, a mio avviso, resta la l’opera principale).

    Da ultimo, se nei blog non si trova l’ascesi, non vi si trova neanche la soluzione (pratica) di qualsiasi problema trattato, poiché siamo sempre nel campo delle parole che … volano.

    Un cordiale saluto

  • Cris ha detto:

    Ho letto vari libri sulle crociate, mi dica se dico bene: nella prima crociata tutto comincio’ appunto da una richiesta di aiuto dei Bizantini: i Turchi stavano quasi per assediare Costantinopoli. Inoltre lo scisma c’era stato da poco, e i rapporti tra cristiani d’oriente e occidente non erano ancora del tutto perduti. Da li la risposta entusiasta dell’occidente, che supero’ addirittura le aspettative. Perche? Non e’ facile dare una risposta univoca, ogni principe, duca o semplice soldato aveva la sua. Alcuni, come Goffredo di Buglione erano intenzionati ad andare e tornare (anche se poi e’ rimasto), ma altri come Boemondo d’Altavilla non disdegnavano di ritagliarsi un nuovo regno laggiu. E non si puo negare che le repubbliche marinare abbiano lucrato molto sul trasporto di tanti cavalieri in Terrasanta. Cosa dire l’episodio che giudico piu vergonoso come la crociata dirottata a saccheggiare Costantinopoli, da cui Venezia ne e’ uscita straricca? Cosa dire dell’epico assedio di Antiochia vinto dai crociati con astuzia e il coraggio? Io credo che ci saranno stati cavalieri veramente devoti ma anche quelli solo in cerca di bottino, e sia difficile etichettare un movimento cosi complesso e variegato. Un’epopea grandiosa con insieme momenti eroici e turpi, moventi economici e religiosi insieme, ma nel complesso che giudico positiva, nel senso che, se non ci fossero state, la nostra Storia e cultura ne sarebbero state sminuite.

    • : ha detto:

      Cosa dire? Si può solo dire che si confonde il tutto col particolare, Ed essendo tutti gli uomini esseri umani, nessuno di loro (di noi) è santo, salvo particolari eccezioni, pur essi non privi di mende, tranne due Persone in tutta la storia dell’umanità: il Cristo-Uomo e la Sua Santa Madre (contrariamente ad una certa esegesi che oggi va di moda). Nessun uomo è privo di comportamenti negativi anche quando intende agire, ed in effetto agisce, per un’opera buona, durante la quale per la sua peccaminosità commette anche cose riprovevoli.

      Questo fatto, di sminuire la bontà di un’opera – o addirittura condannarla, è l’arma degli anticristi che condannano tutta la storia della Chiesa, in quanto non c’è dubbio che in ogni suo capitolo ci sono delle ombre; e non può essere diversamente perché la Chiesa – istituzione divina – è tuttavia gestita qui in terra da uomini. La “Chiesa Militante”, ovviamente; ché come sappiamo c’è anche la Chiesa Purgante e quella “Trionfante”.

      Se si dovesse partire con questa mentalità, che un’opera buona è tale solamente nel caso in cui durante la sua esecuzione non siano stati commesse azioni obiettivamente riprovevoli, molto probabilmente (direi certamente) nessuna opera, da che è nato il mondo, la si può considerare tale; e chi segue questo principio potrà applicare la stessa cosa alle opere di N. S., dal momento che – “obiettivamente” – il rovesciare i tavoli altrui, e fustigare i proprietari, anche quando il fine è buono, – obiettivament,e ripeto – non è proprio un’opera buona.

      Infine una considerazione: quegli episodi riprovevoli, per esempio la conquista di Costantinopoli da parte dei Crociati, sono certo da condannare. Il problema è che, influenzati come siamo noi Cattolici dalla Leggenda Nera in cui ci hanno immerso al punto da compiacersi – alcuni – di autoflagellarsi più ancora di quanto non li flagellino gli anticristi, ci si compiace di fermarsi al risulato di quella nefanda vicenda, senza però andare ad indagarne le motivazioni e le origini. Sembra dunque che i Crociati, che si stavano recando in TerraSanta, ad un certo punto abbiano detto: “Beh, già che ci troviamo, andiamo a fare una capatina a Costantinopoli, e conquistiamola. Così… per tenerci in esercizio…”. Non è che ci sia stao qualcosa all’origine che portò a quell’episodio? Non per giustificarlo, ma per inquadrarlo nella sua giusta dimensione, ben diversa da quella che appare a chi vien semplicemente detto: “I Crociati” si recarono ad Oriente per conquistare Costantinopoli, il che è ovviamente seguitò da una risata sprezzante, come giudizio complessivo su cosa furono le Crociate.

    • agostino nobile ha detto:

      Gentile CRIS, I nobili che guidavano la Quarta crociata, che avrebbe dovuto trovarsi in Terrasanta, violarono il giuramento e la minaccia di scomunica del Santo Padre. Di testa propria decisero di attaccare Costantinopoli. I capi erano Bonifacio di Monferrato, Baldovino di Fiandra, Luigi di Blois e Ugo Saint-Pol. Le consiglio di leggere “Le crociate. Una storia nuova” (ed. Lindau) di Thomas F. Madden, storico delle crociate, Director of the Crusades Studies di Saint Louis.
      Se desidera avere sintesi sulle crociate, inquisizione, massoneria, ecc. Le consiglio il mio “Quello che i cattolici devono sapere” Grazie.

      • Cris ha detto:

        Grazie mille per i suggerimenti, li leggero’ . La mia fonte principale per ora sono stati i libri di Jean Richard, almeno a me sono sembrati abbastanza onesti, o almeno privi di pregiudizi come ho trovato, in effetti, in altri autori italiani.

  • CARMELO ha detto:

    Caro P. Nobile, la ringrazio delle sue preziose puntualizzazioni su un tema sempre così vivo e dibattuto come i rapporti tra Cristianesimo e Islam. Tosatti ci dice che lei sia stato colto da evidente indignazione leggendo le farneticazioni di questo tal Barbero.
    Mentre la leggevo pensavo alla sua possibile reazione se avesse potuto sentire P. Marciano Morra, francescano del Convento di S. Giovanni Rotondo, morto di recente, vomitare veleno sulle Crociate e sui cristiani che le idearono e vi presero parte (se non ricordo male un’idea delle Crociate la ebbe anche San Gregorio VII). Era l’autunno dell’anno scorso e, per caso, su Tele Padre Pio mi sono imbattuto in una vergognosa lezione sulle Crociate tenuta da quel signore ad un gruppo di frati e suore. Non crederebbe sicuramente allo sdegno, quasi odio, mentre quel tale si riferiva alle trucide azioni dei cristiani e invece alla commiserazione e giustificazione per quanto fatto dagli inermi e pacifici islamici.

    • agostino nobile ha detto:

      Caro Carmelo, ho sentito così tanti religiosi indegni che non mi sorprende. Per questo motivo bisogna leggere gli storici autorevoli e battere colpo su colpo i preti che infondono ai fedeli sensi di colpa infondati. Grazie.

  • massimo trevia ha detto:

    la cosa che purtroppo non fece la cristianità’ dopo Lepanto fu proseguire verso Bisanzio per ricacciare in Asia gli ottomani!
    Mi presento:da parte di mia nonna ho un grande antenato, discepolo di S.Bernardo:papa Eugenio terzo Paganelli,che indisse una delle prime crociate:sara’ il suo spirito che mi rende un po’ “guerrafondaio”…..forse!Ma lo avessero fatto oggi staremmo meglio!!!!!!E le crociate furono giustissime:ci si impediva di mettere piede dove Cristo visse e mori’!P.s:anche se Lepanto e’ distinto dalle crociate.

  • Grog ha detto:

    Scusate l’ignoranza, ma chi è ‘sto AlBarbero?
    E da dove é saltato fuori?

  • Monica ha detto:

    Leggevo il Barbero medievalista degli esordi. Da quanto è diventato un tuttologo (dalla preistoria alla storia contemporanea passando per la fanta-storia) per di più iper visibile a livello mediatico, lo trovo molto cambiato. Il dio denaro. Peccato.

  • Sherden ha detto:

    Certo che tra un Francesco che chiede al sultano di convertirsi e un francesco che chiede al sultano come fare per sottomettersi, solo gli sciocchi (o utili idioti) possono credere che il secondo sia simile al Primo.
    Con l’aggravante dei (patetici) tentativi per assomigliargli, da Laudato Si’ a Fratelli Tutti, passando per il buonismo migrantista (a spalle degli altri), il naturalismo amazzonico-pachamamico, la tolleranza delle deviazioni luterano-teutoniche e la copertura-appoggio alla lobby gaiopretesca.
    Ma prima o poi tutti i nodi verranno al pettine.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Dice: “e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera”, quindi anche a noi che la stiamo leggendo.

    Poi dice: “Frate Francesco … a tutti voi augura salute e pace”, quindi non discrimina fra ‘buoni’ e ‘cattivi’, la qual cosa ci deve far riflettere.

    Poi dice: “considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina”, quindi ci da un ulteriore motivo di riflessione, forse il più importante.

    L’apologetica è una necessaria forma di combattimento che fa parte, per usare una terminologia islamica, della “piccola guerra santa”.

    Ma non si può dimenticare la ben più importante “grande guerra santa”, cioè quella da portare a noi stessi per sconfiggere i nemici interiori, e che è la sola a legittimare la “piccola guerra santa” che ne è un’espressione esteriore.

    Dico bene?

    • Monica ha detto:

      Esistono principi non negoziabili?
      Possiamo discutere se esista o meno la “guerra giusta” ma se la risposta è no e siamo buoni Cristiani, non ci rimane altro che il martirio se non vogliamo negare i principi della Fede.
      San Francesco rispondendo in quel modo al sultano, era pronto a farsi uccidere anche se poi, il sultano, facendo inconsapevolmente la volontà di Dio, non lo ha decollato.
      In spiritò di umiltà, siano sempre benvenuti gli inviti a guardare la trave prima della pagliuzza, come mi sembra di capire faccia lei, ma che significa in questo contesto?
      Qui si contesta un signore che dalla sua posizione di studioso con ampia (troppa) visibilità mediatica, sparge verità impregnate di ideologia, puta caso, anti cristiana.
      E’ poi anche un bene che un religioso, specie se è un Santo, auguri salute e pace a tutti. Anche Dio fa piovere sui buoni e sui cattivi però manda i primi in Paradiso e i secondi all’Inferno. O no?

      • Enrico Nippo ha detto:

        Certamente, Monica.

        Quel che Lei dice è azzeccato.

        Però, a proposito del “contesto”, ciò che mi colpisce è che su questo blog (ma non solo) il necessario e qualificato impegno apologetico mi sembra abbia un’eccessiva preponderanza sul quello, diciamo così, ascetico (almeno teorico, visto che l’ascesi è cosa pratica).

        Voglio dire che l’argomento ascetico è quasi del tutto in secondo piano, tanto è vero che articoli e commenti sull’argomento sono largamente minoritari e suscitano un minimo riscontro.

        Ma può darsi che questa sia una mia fissazione.

        Un cordiale saluto.

        • agostino nobile ha detto:

          ENRICO NIPPO. Lei si lamenta perché, scrive: “ciò che mi colpisce è che su questo blog (ma non solo) il necessario e qualificato impegno apologetico mi sembra abbia un’eccessiva preponderanza sul quello, diciamo così, ascetico (almeno teorico, visto che l’ascesi è cosa pratica). Voglio dire che l’argomento ascetico è quasi del tutto in secondo piano, tanto è vero che articoli e commenti sull’argomento sono largamente minoritari e suscitano un minimo riscontro”.
          L’ascesi non si cerca nei blog ma nei libri che trattano i santi asceti. Oggi siamo in una situazione in cui la Cristianità sta perdendo su tutti i fronti. I blog cattolici cercano di svegliare quei cristiani che come lei vivono su una nuvola beatamente. I cristiani in Medio oriente stanno scomparendo perché perseguitati. Più o meno tutti i giorni in Africa i cristiani vengono massacrati da varie bande di islamisti. Oltre 250 milioni di cristiani sono perseguitati nel mondo per la loro fede, e lei critica i blog cattolici e mi parla di mistici? Si svegli.

      • : ha detto:

        «Possiamo discutere se esista o meno la “guerra giusta” ma se la risposta è no e siamo buoni Cristiani, non ci rimane altro che il martirio se non vogliamo negare i principi della Fede»

        Proprio per «non […] negare i principi della Fede», non possiamo mettere in discussione che esista la “guerra giusta”. I «principi della fede», per un Cattolico, sono esposti nella Dottrina Cattolica, compendiata nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
        La quale tratta parla della “guerra giusta” negli artt. 2308-09-10. E considera non solo un diritto, ma addirittura un dovere (cfr. art. 2310), da parte dei «pubblici poteri», di «di imporre ai cittadini gli obblighi necessari alla difesa nazionale».

        Ovviamente il primo degli articoli (2308) si apre con la dichiarazione formale che «Tutti i cittadini e tutti i governanti sono tenuti ad adoperarsi per evitare le guerre». Prosegue però affermando che «Fintantoché esisterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità internazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa», in poche parole, “ad entrare in guerra”, che in questo caso è una “guerra giusta”.

        Questi sono gli articoli:

        art. 2308: Tutti i cittadini e tutti i governanti sono te-nuti ad adoperarsi per evitare le guerre. “Fintantoché esi-sterà il pericolo della guerra e non ci sarà un’autorità in-ternazionale competente, munita di forze efficaci, una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomoda-mento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima difesa„ [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes];
        art. 2309: Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:
        – Che il danno causato dall’aggressore alla nazione o alla comunità delle nazioni sia durevole, grave e certo.
        – Che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci.
        – Che ci siano fondate condizioni di successo.
        -Che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare. Nella valutazione di que-sta condizione ha un grandissimo peso la potenza dei mo-derni mezzi di distruzione.
        Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della “guerra giusta„. La valutazione di tali condizioni di legittimità morale spetta al giudizio prudente di coloro che hanno la responsabilità del bene comune.
        art. 2310: I pubblici poteri, in questo caso, hanno il diritto e il dovere di imporre ai cittadini gli obblighi necessari alla difesa nazionale. Coloro che si dedicano al servizio della patria nella vita militare sono servitori della sicurezza e della libertà dei popoli. Se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono veramente al bene comune della nazione e al mantenimento della pace.

        Quello che di San Francesco sfugge – nell’episodio col sultano – e che gli disse: «i cristiani giustamente attaccano voi e la terra che avete occupato». Giustifica la Crociata, e rinfaccia al Sultano che quella non è la sua terra, ma da lui era stata occupata.

    • agostino nobile ha detto:

      ENRICO NIPPO. Il suo commento è abbastanza confuso. Ma penso di avere intuito dove vuole andare a parare. Secondo lei i cristiani dovrebbero prenderle e ringraziare Dio di averle prese. Cosa che escludono tutti i grandi santi, il Catechismo della Chiesa Cattolica e lo stesso Gesù Cristo. Dal Vangelo secondo Luca (22,35-38) «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.» Sappiamo bene che questo passo contraddice altri, ma a noi comuni mortali che non miriamo alla santificazione attraverso il martirio, siamo cristianamente convinti che il nostro corpo non è da buttare via. Le faccio un esempio terra-terra ma, spero, persuasivo. Lei se la sente di girarsi i pollici mentre due criminali stanno massacrando i suoi cari? La legittima difesa è un dovere, e chi lo rifiuta è un peccatore. Nella storia della Chiesa non mancano i santi militari, che hanno combattuto per la patria e per la fede. Tra le più famose abbiamo la pulzella d’Orléans, Giovanna d’Arco, ma sono centinaia, se non migliaia.
      Con le nostre supposizioni possiamo fare i salti mortali, ma alla fine è il realismo cristiano che ha salvato la Cristianità. Se i mistici cercano Dio e ci confermano la Sua presenza, il popolo cristiano deve difendere, se necessario anche con le armi, la propria sopravvivenza. Per sfatare la fesseria pseudocristiana che vuole i cristiani carne da macello, l’anno scorso ho scritto il seguente artico:

      https://www.marcotosatti.com/2020/06/19/nobile-a-pg-e-vigano-preghiera-si-ma-anche-lazione/

      • : ha detto:

        Il Catechismo della Chiesa Cattolica considera la “legittima difesa” oltre che un diritto (se rivolta a se stesso) anche un «grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri».

        Questi sono gli articoli:

        2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un’eccezione alla proibizione di uccidere l’innocente, uccisione in cui consiste l’omicidio volontario. “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore. . . Il primo soltanto è intenzionale, l’altro è involontario” [San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].

        2264 L’amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. E’ quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:
        Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita. . . E non è necessario per la salvezza dell’anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l’uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui [San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, 64, 7].

        2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell’autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità.

        • Milly ha detto:

          Giustissimo!
          Infatti, se non sbaglio, nel diritto canonico, se non ricordo male, viene sancito anche il regicidio nei casi sopra esposti.