Tesori del Gregoriano: Regina Coeli Laetare, il M° Porfiri Commenta.

8 Aprile 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, siamo in tempo pasquale, e il Maestro Aurelio Porfiri ci offre la sua riflessione su un canto particolarmente adatto a questo periodo. Buona lettura, e buon ascolto. 

 

REGINA COELI (Canto gregoriano)

 

Nel tempo Pasquale c’è un canto che è particolarmente familiare a tutti i fedeli cattolici, ed è quello del Regina coeli. Questa è una delle quattro antifone mariane che si usava cantare alla fine della Messa seguendo i tempi liturgici, insieme con Alma Redemptoris Mater, Ave Regina Coelorum e Salve Regina. Oggi solo quest’ultima e Regina coeli sono ancora cantate in molti luoghi. Di queste antifone abbiamo un tono solenne e una versione più semplice, ed è certamente quest’ultima ad essere popolare potendosi eseguire anche da semplici fedeli. Naturalmente il tono solenne è molto elaborato, melismatico, adatto per essere eseguito da un gruppo di cantori professionisti o da monaci abituati al canto gregoriano. La versione semplice permette a tutti di unirsi nella esecuzione di questa bella antifona: “Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste in sostituzione dell’Angelus. La sua composizione risale al X secolo, ma l’autore è sconosciuto. La tradizione vuole che papa Gregorio Magno, una mattina di Pasqua in Roma, udì degli angeli cantare le prime tre righe del Regina coeli, alla quale aggiunse la quarta. Un’altra teoria afferma che l’autore sarebbe papa Gregorio V. La melodia in uso risale al XII secolo, ma è stata semplificata nel XVII. Questa gioiosa preghiera viene rivolta a Maria madre del Risorto e, dal 1742, viene tradizionalmente cantata o recitata nel tempo pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste in sostituzione dell’Angelus. L’antifona trova la sua collocazione liturgica al Magnificat nei vespri del giorno di Pasqua e dell’ottava fin dal XII secolo” (gregorianum.org).

La fortuna dell’antifona Regina coeli è dovuta al fatto anche di essere abbastanza schematica nella sua struttura: ci sono quattro frasi, tutte che terminano con un’alleluia. Oltre che per la sua oggettiva brevità, questo rende il canto facilmente memorizzabile. Poi l’apertura è molto indovinata, si chiede alla Regina del cielo, la Beata Vergine Maria di rallegrarsi. Siamo noi che invitiamo la Beata Vergine a rallegrarsi, perché che portava nel grembo è ora risorto. Nell’ultima frase ricorriamo alla sua intercessione chiedendo di intercedere per noi presso Dio. Il succedersi degli alleluia crea una gioiosa atmosfera che ben giustifica la notorietà del canto.

Il Papa Benedetto XVI nell’omelia del sabato santo 2006, ci mostra il collegamento fra l’evento della Pasqua e il nostro battesimo: “È chiaro che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. È un salto di qualità nella storia dell'”evoluzione” e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé. Ma come avviene questo? Come può questo avvenimento arrivare effettivamente a me e attrarre la mia vita verso di sé e verso l’alto? La risposta, in un primo momento forse sorprendente ma del tutto reale, è: tale avvenimento viene a me mediante la fede e il Battesimo. Per questo il Battesimo fa parte della Veglia pasquale, come sottolinea anche in questa celebrazione il conferimento dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana ad alcuni adulti provenienti da diversi Paesi. Il Battesimo significa proprio questo, che non è in questione un evento passato, ma che un salto di qualità della storia universale viene a me afferrandomi per attrarmi. Il Battesimo è una cosa ben diversa da un atto di socializzazione ecclesiale, da un rito un po’ fuori moda e complicato per accogliere le persone nella Chiesa. È anche più di una semplice lavanda, di una specie di purificazione e abbellimento dell’anima. È realmente morte e risurrezione, rinascita, trasformazione in una nuova vita”. Attraverso il canto del Regina coeli noi cerchiamo sempre di ricordare a noi stessi questa nuova vita che ci attende.

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1 commento

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Maestro, lei non è aggiornato. Dopo l’ultima Via Crucis (quella del 2021) la scala è cambiata. Non è più do re mi fa sol la si ma è: do re mi fa la pi pì.