L’Impermanenza delle Umane Cose, alla Luce del Divino.

17 Marzo 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Enrico salvi ci ha mandato questa riflessione sull’impertinenza e la caducità delle umane cose, attingendo a diverse tradizioni. Buona lettura, e meditazione.

§§§

IMPERMANENZA

 

«Ogni uomo è come l’erba
e tutta la sua gloria è come un fiore  del campo.
Secca l’erba, il fiore appassisce

quando il soffio del Signore spira su di essi». (Isaia 40, 6-7)

«D’ora innanzi, […] quelli che usano i beni del mondo [vivano] come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo (1 Cor 7, 29 – 31).

«A che paragonare questa vita?
Alla scia che man mano scompare

lasciata da una barca che avanza remando
la mattina presto». (Sami no Manzei nel Man’yōshū , 750 d.c.)

 

L’erba che secca, il fiore che appassisce, la figura che passa, la scia che scompare: è un processo indipendente dal pensiero e dalle parole; se non lo si descrive accade lo stesso. La descrizione è posteriore ad esso e non può che renderne un’approssimazione. Le stelle brillano anche se non lo penso e non lo dico. E quando lo penso e lo dico ne perdo il fascino, perché ne perdo la contemplazione che è visione diretta, non mediata.

Di notevole interesse il paolino “usare come se non si usasse”, omologo al taoista “agire senza agire” (wei wu wei).

 

***

Può accadere che, all’improvviso, si venga pervasi dal pungente senso dell’IMPERMANENZA, MUJO 無常 secondo lo zen. Gli ideogrammi che si leggono mujo sono di estremo interesse per una seria riflessione, anzi meditazione:

無 MU significa nulla, 常 JO significa invariabile: dunque un invariabile nullificarsi di pensieri e parole (ma anche di atti) che proprio con il loro incessante e provvisorio riproporsi testimoniano il loro inesorabile, incessante nullificarsi: ogni pensiero e parola (e atto) è una scintilla che si spegne nel momento stesso in cui si accende. Così ogni respiro: ogni inspirazione si nullifica per dar luogo alla espirazione che a sua volta si nullifica per una nuova inspirazione e così via: difficile accorgersi di quell’attimo immutabile e mortale! che permette l’attuarsi e il disattuarsi delle due complementari e vitali fasi respiratorie. Anche il pendolo ci mostra il punto fermo senza il quale, ciascuna al loro culmine, le due oscillazioni di “andata e ritorno” non potrebbero darsi.

 

Grazie a tale possente senso d’impermanenza, emerge con una chiarezza inusitata il processo del tempo che scorre e tutto porta via con sé. Il senso d’impermanenza mette in evidenza il ricordo, che viene coniugato all’imperfetto o al passato prossimo o al passato remoto: ieri ero all’ufficio postale, il mese scorso ho incontrato quella tale persona, cinque anni fa andai in quel tale luogo. In questi tre tempi, dei quali il passato remoto va sempre più ingrandendosi, va a finire tutto ciò che si pensa e si dice (e si fa). E se si aggiunge che anche il corpo è impermanente, poiché il deterioramento conduce inevitabilmente alla sua scomparsa, può sorgere la domanda:

cos’è che RESTA? ovvero: cosa c’è di IMMUTABILE?

Secondo lo zen, IMMUTABILE, o anche IMPERTURBABILE, è detto FUDO 不動: FU  不: senza, non; DO 動: movimento, mutamento.

Com’è facile comprendere si tratta di due concetti universali, poiché riguardano ogni uomo che calca la terra, indipendentemente dalla sua religiosità o meno: impermanenza e immutabilità, mujo e fudo, rappresentano i due poli del Mistero della vita, entrambi inafferrabili dal pensiero e dalle parole (e dagli atti), e tuttavia evidente nel simbolo della Ruota.

Cos’è che RESTA? ovvero: cosa c’è di IMMUTABILE?

È una domanda che s’impone con veemenza, che non si accontenta di alcuna risposta preconfezionata ed anzi la vede come una prigione. Per descrivere tale domanda la si deve pensare ed esprimere in parole, ma essa precede irriducibilmente il pensiero e le parole che non possono renderne davvero conto: essa è lì, anzi qui, anche senza di essi, ingombrante come una montagna. È un sentire che non essendo pensiero e parole non può essere ridotto a/da pensieri e parole, e che può essere soddisfatto soltanto travalicando il continuo scorrimento del pensiero e delle parole. Ciò che è in movimento in nessun modo può davvero cogliere e spiegare ciò che è fermo, e, al massimo, ne può accennare.

Anche il pensiero scritto non sfugge all’impermanenza: “scritto” è participio passato, e poi, ancora, ieri scrivevo, lo scorso mese ho scritto, cinque anni fa scrissi. D’altronde, ciò che il sottoscritto sta pensando e scrivendo, gerundio presente, sta inesorabilmente e immediatamente trascorrendo (mujo), e la stessa sorte, carissima Lettrice e carissimo Lettore, sta subendo, proprio ora, ciò che state leggendo! Ve ne state accorgendo? E allora: cos’è che RESTA? Cos’è FUDO? Ma state attenti: anche la domanda è già volata via! Non avete alcun punto d’appoggio né nel pensiero né nelle parole che non potete trattenere! E non fatevi ingannare dal fatto che potete replicare: anche ogni replica vola via! E attenzione anche alle “idee fisse”, che invece sono volatili!

Il senso dell’impermanenza evidenzia come la mente, o, se si vuole, l’anima, non è fatta di pensieri e parole, bensì di una sostanza fine e delicata che è di per sé, e perciò indipendente da pensieri e parole (e atti), che per essa costituiscono puri accidenti, proprio come le immagini lo sono per lo specchio su cui si susseguono. E come lo specchio È, anche senza gli oggetti che vi si riflettono, così la mente, o anima, È, anche senza il pensiero e le parole (e gli atti) che altrettanto vi si riflettono. Anzi tanto più È, ossia tanto più ritrova (conosce!) se stessa, quanto meno pensa e parla (e agisce). La mente, o anima, È, perché ha ricevuto il suo essere dall’“Essere perfettissimo, creatore e signore del cielo e della terra” (Catechismo di san Pio X): non c’è aggiunta di pensiero e parole che possa “valorizzarla” o che possa aggiungerle qualcosa che le manca.

Sia detto a scanso di equivoci: non c’è nulla da obiettare circa la mente, o anima, che si senta appagata da risposte preconfezionate, religiose o scientifiche che siano, e ripone in esse la sua fede poiché le ritiene vere, ma ciò non autorizza ad obiettare nei confronti di una mente, o anima, che di fronte all’insorgere prepotente del senso d’impermanenza, non può accontentarsi delle risposte preconfezionate, senza per questo metterle in dubbio o rinnegarle. Semplicemente, esse non le bastano. C’è una sete che può essere soddisfatta soltanto da Ciò che è oltre la relatività del pensiero e delle parole, ossia dall’Acqua pura dell’Assoluto.

Il simile cerca il simile: il sentire non è un pensare e meno ancora un parlare, quindi nessun pensiero e nessuna parola può corrispondergli e rispondergli. Nulla di determinato, come il pensiero e le parole, può davvero render conto dell’interminato qual è l’Assoluto. Il pensiero e le parole determinano (pretendono di determinare) l’Assoluto, ma così facendo lo relativizzano perché lo costringono (illusoriamente) in formule.

Etimologicamente, il descrivere è un copiare, un figurare col disegno e con lo scritto, un tracciare, vale a dire un porre in una forma, un perimetro, un inquadramento, un limite. Invece l’Assoluto, come ce lo presenta ancora l’etimologia, è lo Sciolto, il Libero, l’Indipendente, esente da vincoli e limitazioni. L’Assoluto è inconcepibile, ed il pensarne, parlarne e scriverne vuol dire, infine, coprirlo e sostituirlo con una coltre fumogena.

Di qui l’importanza di liberarsi del relativo, cioè tanto del pensiero  concettuale e immaginativo quanto delle parole, ciò esigendo un’immergersi o un elevarsi verso l’Assoluto attraverso il raccoglimento silenzioso, onde propiziare una decantazione del pensiero e delle parole, cioè della discorsività, come anche dei desideri, compreso quello … dell’Assoluto! giacché è il desiderio che crea la distanza, la separazione.

L’immersione o elevazione verso l’Assoluto è resa alla perfezione dalla “fuga di solo a Solo” di cui in Plotino. E se l’Assoluto coincide con il Verbo, ecco che l’enigmatica espressione (il koan!) di san Paolo, del tutto oltre la portata della ragione, rivela la potenza che sgretola la barriera del pensiero e delle parole:

«Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me»:

CHI dice questo?

Impossibile rispondere dalla periferia con la ragione, con il pensiero, con le parole: soltanto dal centro, per l’abbinamento della contemplazione e della Grazia, può trovarsi la Risposta ricreatrice, divinizzante e impronunciabile: il Nome di Dio.

“Se, infine, siamo stati creati figli di Dio, noi siamo anche stati creati divini”. (Agostino, Salmi)

§§§




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20 commenti

  • Carmela Mastrangelo ha detto:

    Bellissima e saggia riflessione! Così è. Noi siamo molto più ed altro rispetto a tutte le circostanze ed accidenti della nostra vita siano essi favorevoli o sfavorevoli. Allora solo uscire da noi in un’estasi contemplativa e dialogante con l’Assoluto potrà darci consistenza e pace e gioia.

  • stefano raimondo ha detto:

    Bello. Ho scaricato l’articolo di Enrico per leggerlo poi con calma. (Gradito in particolare l’attenzione posta sul sentire e sul descrivere. La distinzione assoluto/relativo, così come sviluppata da Enrico, mi ha ricordato la frammentazione a cui allude Guénon, circa il relativo ovviamente).

  • Enrico Salvi ha detto:

    Tanto per arricchire l’accordo.

    “Plotino è necessario perché la sua posizione è inattuale: la più lontana possibile dal pensiero comune di oggi, sia sotto l’aspetto della pratica, sia sotto quello della scienza. E capire Plotino non avrà lo scopo di confutare o cancellare questo modo di pensare oggi comune, bensì di completarlo con una veduta complementare e necessaria, senza la quale l’atteggiamento dell’uomo d’oggi mette capo al nulla”.

    Vittorio Mathieu, “Perché leggere Plotino?”

    Mathieu scriveva questo nel 1992. E dopo trent’anni dobbiamo constatare come davvero e sempre più l’atteggiamento dell’uomo d’oggi metta capo al nulla.

  • MARIO ha detto:

    Dott. Tosatti,
    nel suo sottotitolo al post, “impertinenza” al posto di “impermanenza” è configurabile come lapsus freudiano?
    Perché anche l’impertinenza potrebbe rappresentare bene l’attuale condizione del genere umano e in particolare dei partecipanti a questo blog…

    • Marco Tosatti ha detto:

      Un lapsus freudiano del correttore automatico che di impermanenza non voleva sentir parlare…(Anche adesso me la sottolinea in rosso!). Quanto al resto parlo per me: sono sicuramente impermanente. E me ne assciuro ogni giorno, e temo che questo mi renda un po’ impertinente verso parecchie persone che invece si credono eterne…

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        ….. e non solo si credono eterne, ma credono che basti un curriculum per dare credibilità a quello che dicono e fanno oggi e a quello che predicono per il futuro. Invece in molti casi servirebbe un certificato medico.

  • MARIO ha detto:

    Enrico, due brevi riflessioni a margine del tuo scritto.

    L’ “impermanenza” (transitorietà) rispecchia la nostra condizione di esseri viventi nell’ambito delle dimensioni (limitate) spazio/temporali dell’universo creato.

    In Dio, l’ “Io sono”, non c’è impermanenza ma solo eterna presenza, di cui anche l’uomo potrà godere meritando il Paradiso.

    Sulla terra, il punto di contatto tra uomo e Dio (tra impermanente ed eterno) è nel nostro “centro”, quello che la Bibbia chiama anche “cuore” (= anima o spirito), il cui linguaggio trascende la parola e il ragionamento.
    Esso è il “luogo” privilegiato dell’incontro e della presenza di Dio, della comunicazione e della conoscenza della Verità, se sinceramente e umilmente predisposti ad accoglierla:
    “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.” (Apocalisse 3, 20).

    • Enrico Salvi ha detto:

      Grazie.

      Sei un altra nota che arricchisce l’accordo.

      Una breve nota: anche l’impertinenza è impermanente, com’è impermanente chi la rileva, ergo … 😉

  • Slave of JMJ ha detto:

    Praise be to Jesus Mary and St Joseph for all time!

    Please read about Pope Paul VI stunt double at smwa.org and tldm.org. this was prophesized by st veronica of the cross and also a victim soul “warnings from hell” exorcisms confirm it which bears an imprimatur (France).
    The stunt double fake passed Vatican 2 and they altered documents for the real Pope to sign (he didnt know the text was altered). Pope Paul VI was also drugged into submission; a common freemason tactic.

    Sidenote: food shortage and evils.

    Valentina Sydney Seer posted new messages on the upcoming food shortage and evils in the Church. Please read her latest messages at:

    https://valentina-sydneyseer.com.au

    Side note:

    St. Patrick also speaks to holylove.org seer at holylove.org regarding his mission, the smallness of the few, and the necessity of worldwide conversions.

    https://www.holylove.org/messages/#latest-message

    May God truly bless your day!

  • MARASCIULO VITANTONIO ha detto:

    Lo scritto di Salvi stimola l’anima e la ragione. Grazie. Detto più semplicisticamente fede e ratio non sono inconciliabili. E dunque l’uomo cristiano si deve fare kenosis. Da qui le pratiche del silenzio… e dunque la vitalità della preghiera, non a pappagallo afferma il papa, La preghiera mette in contatto la creatura con il Creatore. E’ sentire che non siamo più presenti a noi stessi, ma che vive solo la connessione del pensiero con il divino. Connessione che illumina, in quanto potenza creatrice d’Amore. Si dice “fai del bene e dimentica”. Il detto è in sintonia con le parole di s. Paolo «D’ora innanzi, […] quelli che usano i beni del mondo [vivano] come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!» (1 Cor 7, 29 – 31). Il donarsi, condizione principe della vita, è espressione d’Amore ed è tale se siamo dimentichi di noi stessi. Si dice che “l’Amore non vuole pensieri”. E’ già di sè, come l’armonia delle leggi naturali. Da qui “il non attaccamento alle cose del mondo” dice il Signore. “Il mondo passa ma la mia parola no”. Da qui il digiuno e la preghiera, il digiuno ti svuota, ti purifica ti aiuta nell’autocontrollo, La preghiera è il respiro dell’anima, è nutrimento. Sentiamo che non siamo soli. Viviamo le illuminazioni dello Spirito Santo. E ciò che afferma la Madonna di Medjugorje “Digiunare e Pregare, allontanano le guerre”. Le guerre dentro di noi e fuori di noi. Il nemico ti fa desiderio e ti fa allontanare dal Dio di Cristo. Tanto per rendere l’idea del desiderio, che cos’è la paura? E’ desiderio di non morire. Normale, umano. Ma Cristo ha vinto la morte e se siamo di Cristo, la morte non deve far paura. Liberarsi dai desideri non significa vivere da fachiri, perdere la legge naturale dentro di noi. Significa vivere nella gioia di camminare accompagnati dal desiderio di vivere solo e soltando Cristo, centro dell’esistenza. Il Divino è dentro di noi, non fuori di noi” afferma S. Agostino. Ma prima di S. Agostino è scritto nel libro della natura che è vangelo vivente. Che meraviglia! L’augurio è che in questa quaresima possiamo sperimentare lo Spirito Santo come l’hanno sperimentato i santi/e.. Essere dono per l’altro, non essere centrati su sè stessi, nell’egoismo, individualismo, non nell’impermanenza ma nell’immutabile Amore di Cristo.

  • pasquale ha detto:

    Salve Enrico, non sono un grande esperto di filosofia, ma leggendo il suo pregiatissimo testo ed in particolare il passaggio su Plotino, mi viene naturale segnalarle che il neoplatinosmo era nemico acerrimo del cristianesimo coevo ed anzi i neoplatonici venivano utilizzati proprio per giustificare le repressioni anticristiane. Mi viene quindi il dubbio che certi accostamenti che lei fa, per quanto suggestivi in superficie, approfondendoli bene potrebbero essere fallaci.

    • Enrico Salvi ha detto:

      La ringrazio del Suo intervento, Pasquale.

      Quello che lei afferma a proposito delle repressioni anticristiane è vero, ma riguarda un’epoca tramontata da un pezzo e oggi inimmaginabile. (semmai, purtroppo, sono sorte ben altre inimicizie nei confronti del Cristianesimo).

      Di più, si tratta di accadimenti esteriori che riguardo all’interiorità sono ininfluenti,

      L’approfondimento cui Lei accenna, per quanto mi riguarda, si colloca sul piano apofatico, quindi sul trascendimento del pensiero e delle dottrine “confezionate” con il pensiero (e le parole).

      La via apofatica è contemplata da numerose Tradizioni, anche dal Cristianesimo (Eckhart, Taulero, Giovanni della Croce e via dicendo) .

      E’ quella che spesso indico come “raccoglimento silenzioso”, che non ritengo possa essere tacciato di eresia e quant’altro.

      Un cordiale saluto.

  • Slave of JMJ ha detto:

    Praise be to Jesus Mary st. Joseph and st. Teresa our only hope.

    Again the servant of God apologizes to Archbishop vigano as she truly believes after prayer that his mission is in line with Saint Padre Pio and father villa who was to expose Freemasonry in Upper Vatican and we know the Vatican bank is a money laundering ponzi scheme ruled by the dark side. She is recommending Saint Padre Pio and Saint Teresa Little Flower to Archbishop vigano for the success spiritual success of his mission. On Earth.

    In summary Miss Anna Stafford never got her visitation from the Portland archdiocese or her motherhood. all the Archdiocese did was fake annul her mother’s marriage and fake marry her mother to her married former Middle School catholic church choir director. She has known the priest father Jeff Meeuwsen for over 20 years haven’t gone to Gonzaga University with him and all he does is roll over and play dead along with Monsignor Patrick Brennan who is now hiding in his tribunal having left his ministry at St Mary’s Cathedral and Archbishop sample never uttered one word to her never responded and never got back and they are hiding her son at Saint Elizabeth Ann Seton Catholic Church in Aloha Oregon which is actually against the law.

    Why is she telling Archbishop Viganó these things? It is a witness but also that he may pity her and try to do something about it because he has the power to do so and she has raised her voice for over eight years and they basically do the ostrich effect where they pass the buck blame other people tell her she’s a sinner which she knows she is a great sinner play dumb scandalize her name and cover for themselves ($$) but dont take my word for it; make the calls and witness these crimes.

    She sincerely hopes that Archbishop Viganó will keep revealing what happened to Pope Benedict because Miss Stafford firmly believes he is the Pope that was mentioned by the Visionary blessed Anne Catherine emmerich when she handed him the dish with strawberries to symbolize his worldliness and that he should not flee Rome although he did when he vacated and he came back now as a slave being probably drugged and tortured and his life is to be despaired of but we know that God is in control and hopefully this suffering will lead to his spiritual salvation and sanctification.

    Do not give up hope. As dire as the situation seems God is in control and even Saint Catherine emmerich stated that the Vatican would be completely destroyed except for the back parking lot before Saint Michael and our lady intervene.

    May God bless you and may you truly have a wonderful day but please if you can find it in your heart to email or call the Saint Elizabeth Ann Seton Catholic Church in Aloha and stand up for Miss Stafford’s motherhood she would greatly appreciate it because everything she’s done the last eight years has resulted in absolutely nothing and she firmly believes this diocese is Freemason.

  • Modestia ha detto:

    A mio parere il distacco cristiano dai beni di questo mondo nulla ha a che fare con l ‘impermanenza orientale. Noi riceveremo dopo la morte il premio o la pena eterna, secondo i nostri meriti.
    Altro che impermanenza. In un certi senso, non cesseremo mai di esistere.

    • Enrico Salvi ha detto:

      Se Lei riconsidera le tre citazioni iniziali, vedrà che l’impermanenza non è orientale bensì universale.

      Inoltre, in nessuna parte il mio scritto risulta nichilista, anzi proprio il contrario, visto che vi si propone la conquista dell’Assoluto, quindi della divinizzazione.

      Grazie per il contributo.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Mancando di una ipotesi e di una tesi questa dimostrazione non dimostra niente. E’ una tautologia che dice che il niente è niente e il tutto è il tutto.

    • Enrico Salvi ha detto:

      “Questa dimostrazione non dimostra niente”.

      Bravissimo!

      Infatti, non si può dimostrare l’indimostrabile.

      E poi, In fondo, ogni dimostrazione è un balbettamento. Una costruzione traballante della mente che traballa.

      “Ipotesi”, “tesi”: tutti balbettamenti.

      Grazie.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Miracolo! Miracolo!
        Il filosofo (orientalmente modificato) Enrico è d’accordo col tecnico (matematicamente modificato) Stilumcuriale Emerito.

      • Enrico Salvi ha detto:

        Il miracolo, secondo lo zen, si dice NI FUNI, DUE NON DUE. Ovvero UNIONE tra due distinti ma non separati.

        Quando dici “accordo”, usi appropriatissimamente di un termine musicale. In questo caso l’accordo che vibra è fatto di DUE note: IO e TE. Non è meraviglioso?

        E se aggiungiamo la vibrazione di Marasciulo, Pasquale e Modestia, l’accordo non diventa ancor più ricco?

        E non diventerà ancor più ricco se altre note si aggiungeranno all’accordo?

        Ciao!