La Coppia Inattuale, di Elio Paoloni. Elogio del Sensale di Matrimoni.

5 Marzo 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il generale Piero Laporta ci ha inviato questa intervista a uno scrittore, Elio Paoloni, il cui lavoro, provocatorio per il politically correct, che farà certamente discutere. Buona lettura.

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ELOGIO DEL SENSALE DI MATRIMONI

Intervista a Elio Paoloni

 

Camillo Langone, sul Foglio, l’ha definito “una sorta di Costanzo Miriano, ossia la faccia maschile di un’evangelizzazione umoristica e rigorosa insieme, neo-chestertoniana. Elio Paoloni ha pubblicato un libro che va a pungolare i nervi scoperti della cultura nichilistica contemporanea: icastico, paradossale, ironico, profondo, godibile, documentato, brillante. La coppia inattuale (TAU edizioni) è un pamphlet, una critica di costume, un manuale di coppia, una ricognizione su innamoramento, nozze, divorzio, inseminazione, aborto e molto altro ancora.

 

Cos’è la coppia inattuale?

La coppia inattuale è la coppia di ogni tempo, quella di sempre, il nucleo fondamentale che sta sotto i travestimenti delle mode. Tutto ciò che parla al cuore dell’uomo, è fuori dal tempo: è inattuale, ovvero sempre contemporaneo. Diffidate dell’aggettivo “tradizionale”, applicato alla famiglia per dare a intendere che ne esista tutto un assortimento.

 

A chi è rivolto il libro?

Agli atei, agli agnostici e ai tiepidi, a coloro, cioè, che sono abbandonati – ben che vada – alle turbolenze dei wedding planner e delle rubriche femminili; a chi non ha tempo per riflettere sul senso del matrimonio e spesso non ritiene neppure che sia il caso di farlo. Ma anche ai fervidi credenti: molti di loro sono ancor meno portati a riflettere su criteri e valori di un unione, sancita o di fatto.

 

Perché nasce?

Per ricordare, senza far ricorso ad alcun tipo di argomentazione religiosa – e quindi disarmando gli scettici che rifiutano a priori quelle argomentazioni – che ogni società sana, strutturata, che voglia sopravvivere, non può che seguire certi precetti.

Chi non segue una certa condotta di vita – solo casualmente propugnata dalla Chiesa – è destinato alla rovina. No, NON sto parlando delle fiamme dell’inferno, sto parlando dell’abisso di sofferenza che vediamo intorno a noi, bambini, adolescenti, adulti, vecchi. Spaesamento, sgomento, rabbia, depressione, atti violenti.

Tutto questo non viene immediatamente percepito: un manto di melassa viene steso su tutto dall’industria dell’informazione, dai giornali femminili, da falsi maestri. Ogni cosa acquista nomi nuovi e l’orrore viene nascosto sotto il tappeto di un bell’eufemismo o di uno sciocco termine inglese – o finto inglese.

La formidabile industria dell’intrattenimento, capeggiata da Hollywood, si sforza di convincerci che tutto va bene, che non esistono condizioni problematiche, libertini e invertiti fanno proselitismo, nelle scuole pubbliche si educano i bambini al gender, assurde coppie affittano uteri.

 

Ma che genere di argomentazioni utilizzi, dunque?

Quelle del Partito Comunista Cinese, che qualche anno fa ha emanato questa disposizione: «Il Comitato Centrale del Partito Comunista impone ai militanti di evitare l’adulterio e il sesso fuori dal matrimonio». Ma anche quelle di atei o presunti nichilisti, come C. Lévi Strauss, al quale è dedicato l’ultimo capitolo.Qualsiasi tipo di comunità, in tutte le epoche e in tutto il pianeta – dalle società tribali fino a quelle rivoluzionarie che sembravano voler capovolgere i vecchi valori – ha finito per darsi delle regole, per tenerne fermi alcuni di quei valori.

 

Si tratta dunque di un saggio antropologico?

Tutt’altro: è un testo scanzonato, sarcastico, provocatorio fin dai titoli dei capitoli, che vanno da Maschicidi a gogò a Tengo due mamme. Un intero capitolo elogia la figura del Sensale di matrimoni. Ritengo che solo la provocazione possa scuotere le coscienze intorpidite. I toni felpati e la freddezza sociologica non bastano più.

 

Il tuo attaccamento alla tradizione può apparire bigotto, arretrato, nostalgico

L’amore per alcune cose e la ripugnanza per altre si trova naturalmente nel cuore dell’uomo. Non voglio certo iniziare un dibattito sul giusnaturalismo: ci basta guardarci intorno. Si tratta, come diceva Husserl, di guardare, semplicemente di guardare.

George Orwell, che viene dato per ateo, si riferiva costantemente alla common decency, alla comune decenza, naturale predisposizione morale delle classi popolari, “un sentimento intuitivo delle ‘cose che non si devono fare’ se si vuol restare degni della propria umanità”.

 

Il vecchio buon senso?

Ma con una nuova spada. Più di un secolo fa Chesterton scriveva: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Ecco, quel tempo è arrivato. Nell’epoca della dittatura dei diritti (diritti individuali, si badi bene, che di quelli sociali si è perso pure il ricordo), nell’epoca della neolingua, nell’epoca della nuova inquisizione del politicamente corretto, la gente sana di mente tace atterrita.

Perché si innesca la spirale del silenzio, un fenomeno descritto negli anni settanta dalla sociologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann, ovvero il circolo vizioso per il quale una persona ha timore di esprimere apertamente – e addirittura riconoscere semplicemente a sé stessa – un’opinione contraria a quella presentata dai media come opinione della maggioranza, per paura di riprovazione e isolamento da parte di questa presunta maggioranza.

Questo silenzio, a sua volta, fa aumentare la percezione collettiva della falsa opinione, costringendo sempre più al silenzio, di conseguenza, chi si crede minoranza.

Ecco, trovo che sia necessario spezzare questa spirale.

Elio Paoloni, salentino, ha pubblicato Sostanze, Piramidi (Sironi, riedito di recente in versione digitale da Laurana) e Abbronzati a sinistra, diario di viaggio sul Camino di Santiago.

Ha collaborato a Nuovi Argomenti, Tempi, Il Domenicale, Stilos, Fernandel, Via Po, Corriere della Sera. Il suo blog è https://eliopaoloni.jimdo.com/

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Ecco il collegamento per il libro.


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