Il Gran Pasticcio della Giustizia Vaticana. E il Diktat (Mezzo Ritirato) sul Vaccino.

20 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, un amico, grande esperto di cose giuridiche, ci ha inviato questa riflessione su una serie di eventi e decisioni vaticane in questo campo che testimoniano di una situazione di sbandamento e di sfascio, a livello decisionale e di coordinamento. Buona lettura. 

 

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Il gran pasticcio del tribunale Vaticano – SCV: Se Cristo Vedesse…

Sembra esser passato inosservato l’ennesimo colpo di machete al sistema giudiziario vaticano inferto a suon di Motu Proprio dal Supremo Gerarca di questo verde miserikordioso pontifikato che modifica l’assetto strutturale degli uffici giudiziari del Vaticano.

L’8 febbraio scorso, infatti, Bergoglio ha firmato una “Lettera Apostolica sotto forma di Motu Proprio” col quale il Supremo Legislatore, in qualità di “Sovrano” (con buona pace degli zelantissimi cortigiani irenistici estensori del nuovo Annuario Pontificio), ha emanato alcune modifiche “in materia di giustizia”. Che già detto così fa ridere. Ma tant’è.

L’atto – la cui natura elastica e versatile fa già venire l’orticaria ai giuristi – si compone di 3 articoli.

Ma quello che più ci interessa è l’art. 3, rubricato come “Modifiche ed integrazioni alla legge n. CCCLI sull’ordinamento giudiziario”.

In esso, al n. 2 si dispone: «Nella legge n. CCCLI sull’ordinamento giudiziario dello Stato della Città del Vaticano, il primo comma dell’articolo 12 è sostituito dal seguente: «1. L’ufficio del promotore di giustizia esercita in autonomia e indipendenza, nei tre gradi di giudizio, le funzioni di pubblico ministero e le altre assegnategli dalla legge.».»

E al n. 3 si legge: «Nella legge n. CCCLI sull’ordinamento giudiziario dello Stato della Città del Vaticano, l’articolo 15 è sostituito dal seguente: «1. Nei giudizi di appello le funzioni di pubblico ministero sono esercitate da un magistrato dell’ufficio del promotore di giustizia, designato ai sensi dell’articolo 13, comma 1.»». (neretto nostro)

Ora, per i non addetti ai lavori va detto che l’ufficio del Promotore di Giustizia corrisponde, mutatis mutandis, a quello del Pubblico Ministero dell’ordinamento italiano. Cioè la magistratura inquirente e non giudicante, come ormai tutti ben sappiamo, specialmente dopo le rivelazioni (dei segreti di pulcinella) del caso Palamara.

E la cosa che fa letteralmente accapponare la pelle è che il Papa della miserikordia ha deciso che il magistrato inquisitorio sia il medesimo in tutti e tre i gradi di giudizio (art. 3, n. 1, 1) blindando di fatto l’accusa (che dà vita al processo) al grado iniziale, senza alcuna possibilità di modifica (tanto in difetto quanto in eccesso) nemmeno in cassazione, che non è – lo ricordiamo – un giudizio di merito ma di legittimità.

Immobilizzare il ruolo del Promotore di Giustizia entro margini così cristallizzati identificandolo nei tre gradi di garanzia giudiziaria nello stesso ufficio di fatto fa sì che sia materialmente impossibile (perché è lo steso ordinamento a impedirlo!) compiere alcun passo verso l’accertamento della verità (il più delle volte emergente nelle sue più varie sfaccettature proprio grazie al dinamismo dei gradi di giudizio… e non bisogna essere Carnelutti per dirlo!) ma piuttosto ci si fossilizzi nell’assecondare inevitabili tendenze inquisitorie/accusatorie proprie dell’ufficio stesso che promuove l’accusa.

Ciò significa che quell’accusa per la quale si inizia un processo rimane tale e quale fino alla cassazione. Ci chiediamo che senso abbia, a questo punto, avere tre gradi di giudizio, di cui per l’appunto uno di legittimità. Su cosa dovrebbe giudicare la Cassazione?

Non crediamo, a nostra memoria, che vi sia al mondo un sistema giuridico che rientri in quelli comunemente qualificabili come “stati di diritto” nel quale sia presente un tale abominio logico, prima ancora che giuridico, che sembrerebbe prodromico ad un’unificazione dei tribunali, frutto di un vero e proprio delirio dispotico.

Se poi facciamo il paro con le recenti nomine avvenute negli uffici giudiziari del Vaticano, sembra di trovarsi in uno stato poliziesco, visto che come presidente del tribunale, successore di quell’equilibrato e fine canonista ed ecclesiasticista che fu Giuseppe Dalla Torre (scomparso lo scorso dicembre), siede oggi Giuseppe Pignatone, già Procuratore della Repubblica di Roma, sicuramente qualificato magistrato protagonista degli affairs di “Roma Capitale” ma non certo vergine ai commenti sferzanti del Buscetta della magistratura italiana, Luca Palamara. Affidare la presidenza del Tribunale di uno “stato-mezzo”, qual è il Vaticano, a uno che nella vita, di fatto, ha fatto il cacciatore di colpevoli è un grave indice di necrosi sclerotizzante del sistema ma anche un pessimo segnale squalificante per quella realtà da sempre nota per la sua scrupolosa prudenza in ogni scelta istituzionale.

A tal proposito va segnalato che quanto abbiamo notato prima non manchi di avere un inevitabile ripercussione anche sulle nuovissime nomine compiute dal miserikordioso gerarca nell’ambito dello stesso Tribunale vaticano.

Lo scorso 5 febbraio, infatti, si rendeva noto che il Santo Padre aveva nominato due giudici della Corte di Appello (presieduta dall’irremovibile, chiacchieratissimo e tirannico Decano della Rota mons. Pio Vito Pinto) nelle persone di mons. Francesco Viscome, calabrese e giudice rotale, e Massimo Massella Ducci Teri, avvocato generale dello Stato in Italia.

Insieme a loro, però, veniva nominata anche una donna, Catia Summaria, Sostituto procuratore della Corte d’Appello di Roma e già Sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, chiamata ad assumere il ruolo di Promotore di Giustizia della Corte di Appello vaticana, sostituendo il dimissionario prof. Raffaele Coppola.

Già Faro di Roma, in un pungente quanto azzeccato commento glossava la notizia con idonee considerazioni circa l’inopportunità di chiamare nei ranghi dell’ordinamento giudiziario vaticano due laici provenienti dalla magistratura inquirente e senza alcuna conoscenza né del diritto canonico né tantomeno dell’ordinamento vaticano e senza alcuna esperienza in ambito ecclesiasticistico, quando invece, nel passato, si è sempre pescato tra le fila accademiche o al massimo tra esponenti della magistratura amministrativa o alti funzionari legati all’ambito della giustizia italiana, e mai tra i “magistrati d’assalto”. Ma è evidente che la prudenza non aleggia più tra le sacre mura…

Adesso, però, la cosa divertente (per noi), imbarazzante (per chi probabilmente gliel’ha dovuto far presente), mortificante (per chi l’ha subita), indegna (per chi si sente Solone del diritto d’uno Stato che, probabilmente a buona ragione, e profeticamente, il card. Tardini apostrofava come “ridicolo”) è che la dott.ssa Summaria – la cui nomina è stata salutata con prevedibili laudes bergoliane per l’altissima considerazione che il Papa avrebbe del ruolo delle donne nella Chiesa – pur essendo stata nominata prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni, si trova oggettivamente nella impossibilità di assumere l’ufficio a cui è stata chiamata perché… perché è stato soppresso!! Ma come si fa – ci chiediamo sbigottiti – a nominare una persona in un ufficio il 5 di febbraio, e ad appena 3 giorni di distanza firmare un documento che sopprime quello stesso ufficio, rendendolo noto, poi, otto giorni dopo? Cosa dovrebbe fare adesso la Summaria? Tornare a casa a godersi la pensione? O fare la “vice” di qualcuno?

Anche perché il MP si conclude con la disposizione finale: «Alla data di entrata in vigore del presente provvedimento e per effetto delle disposizioni che precedono, i magistrati già nominati ai sensi dei previgenti articoli 15 e 20 della legge n. CCCLI sull’ordinamento giudiziario dello Stato della Città del Vaticano, sono integrati nell’organico dell’ufficio del promotore di giustizia.»

A parte il fatto che le tempistiche cronologiche ci fanno presumere che, in corner, abbiano voluto “metterci una pezza”… ma ci chiediamo perché mai un magistrato nominato “Promotore di Giustizia della Corte di Appello” debba esser messo nella sgradevole situazione di non poter assumere, di fatto, l’ufficio specifico per il quale è nominato ma trovarsi a fare altro (forse).

A ciò si aggiunga una considerazione: cosa ci stanno a fare i tre gradi di giudizio, dunque tre tribunali (ordinario, appello, cassazione) se tutto sarà in mano – si parva licet componere magnis – alla “procura” vaticana? Siamo al Palamara due?

Ma tutto ciò accade – parafrasando Guareschi – in quella parte del mondo dove accadono cose che non accadono in nessun’altra parte…

E mentre in Vaticano, con provvedimento a firma del presidente del Governatorato, card. Bertello, prima si minaccia il licenziamento a chi non si vaccina (cose che nemmeno nella Cina comunista!), salvo poi ritrattare (con una nota senza firma divulgata in tarda serata) mitigando il tenore sanzionatorio della disposizione (peraltro alquanto ridicola se si considera che la quasi totalità dei dipendenti del Governatorato sono cittadini italiani, e se si considera che il Vaticano non è il Monte Athos ma sta dentro Roma), abbiamo sempre più, quotidianamente, spiacevole contezza di quanto sia l’irrazionalità, l’abuso, il dispotismo, l’avventatezza, l’autocrazia, l’arbitrio a reggere quel luogo ameno che in realtà esiste solo per affermare e proteggere la Verità di Cristo e non per giocare con le istituzioni come nel paese dei balocchi.

Suoniamo anche noi, come il Marchese del Grillo, le campane di tutta a Roma a morto, perché la Giustizia muore ogni giorno, soffocata da una sciagurata sudamericanizzazione dell’ultimo baluardo dell’Occidente che è il Colle Vaticano.

Siamo convinti, però, che presto o tardi una risata li seppellirà, perché si sa: quanno se scherza, bisogna esse seri.

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11 commenti

  • Davide S ha detto:

    Mi permetto di osservare che in questo articolo non si parla della vicenda vaccini. L’obbligatorietà degli stessi e/o l’eventuale licenziamento in caso di rifiuto alla vaccinazione per “motivi non giustificati” era nei titoli di Televideo alcuni giorni fa. Mi piacewrebbe saperne qualcosa in più, ad esempio sulla “mezza smentita”.

    Grazie.

    Davide S.

  • Slave of JMJT ha detto:

    Praise be to Jesus Mary St Joseph and St Theresa, our only hope!

    The anti-pope Francis is appointing judges so he can HIDE behind them and not get jailed. The Judges will automatically protect him and give him unlimited immunity and autonomy. Do you think a puppet like Francis truly cares if the chair is a monarchy?

    Its a way for him to be bad without suffering earthly judgment (but God wins in the End).

    Sidenote one:
    Miss Anna Stafford is still seeking her son Asher. He is still being hidden at St Eliz. Ann Seton “Catholic” Church in Aloha Oregon. Anyone is welcome to leave messages.

    Sidenote two:
    Michael Mangan, St Michaels World Apostolate lay order president, is seeking to build a carmelite monastary. Im not sure when or how this will happen. Smwa.org. He was rejected by his own for upholding the Bayside Prophesies in NYC, the whore of Babylon.

    Daily messages from God the Father at holylove.org with a special emphasis on America.

    Messages from Valentina Sydney Seer monthly. Please check out her latest message: “pray pray and pray.”

  • Angelo Giuseppe ha detto:

    Sono cattolico Italiano, ma voi del mestiere ed addentrati alle leggi vaticane, come diceva un noto giornalista, la domanda nasce spontanea si è fatto abdicata (usando una terminologia monarca) il Papà emerito perché in gioventù sarebbe appartenuto alle file austro-germaniche tedesche quando in realtà, penso, sia stato ( ne parlo al di fuori delloSCV)un papa veramente democratico ed umano per fare sedere sul trono di Pietro la figura emblematica di una persona che definirei Hitler in veste bianca ( per fortuna che il XXI SECOLO ha abolito la fucilazione e le camere a gas), sostituendoli con processi alla io icomando ie basta e come diceva il marchese del Grillo “io so so io e voi nun sete un……nessuno”. Mi chiedo che senso ha fare tre sensi di giudizio se poi è sempre la stessa mano che giudica? Poi conoscendo i personaggi assunti dal Bergoglio (ad eccezione del giudice dimissionario) posso dire che sono personaggi di rispetto per una sola corrente politica che li ha aiutati nella loro ascesa. Non vado oltre per rispetto alle istruzioni a cui facevo parte nel mio caotico stato Italiano.

  • Frate avemaria ora pro nobis ha detto:

    Il Vaticano è una monarchia assoluta – ossia la miglior forma di governo e l’unica pienamente benedetta da Dio che è Egli stesso Monarca Assoluto – quindi non si capisce perché si dovrebbe adulterarla in senso liberal-democratico.
    Nella CdV il Sovrano è legislatore giudice e pubblico Ministero. Gli altri sono puramente dei delegati.
    Il mondo ha funzionato così per millenni.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Ma allora non sono il solo!!!!

      Ma certo: è la Monarchia è la miglior forma di governo!!!

      Però precisiamo: altro è la monarchia nella Chiesa in quanto autorità spirituale e altro è la monarchia nello Stato in quanto potere temporale.

      Esse sono complementari e non potrebbe darsi l’una senza l’atra.

      Quindi non il Papa Re, bensì e il Papa e il Re.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Ho visto – e non solo – cose che voi… umani!
    Ma: da incompetente in materia, e per motivi facilmente comprensibili, mi astengo dal commentare il risultato – ultimo, ma solo in ordine di pubblicazione – dell’indagine autoptica di un sistema giudiziario sotto osservazione, su cui si sta concentrando l’interesse anche di operatori dell’informazione, alcuni dei quali – abbandonando sorprendentemente la linea dell’ esaltazione del nuovo corso – non risparmiano pesanti rilievi ad operazioni contrarie al predicato e ancor prima ai dettati evangelici e alla dottrina, piegati e strumentalizzati a interessi di bottega.
    Croce e delizia – queste analisi e critiche oggettivamente evidenti – di chi, per cause di forza maggiore, si assoggetta ad una lettura quotidiana il più possibile completa per trarne elementi utili alla rivendicazione di diritti violati, condotta senza risparmio di energie e con le sole armi della fede e…della speranza, messe purtroppo a dura prova.
    Per non farla troppo lunga, mi limito a citare:
    1)la conclusione lapidaria di un’inchiesta giornalistica, firmata da Cincinnato su “Il Foglio”, dal titolo “Il giustizialismo vaticano fa acqua da tutte le parti” in cui si osserva, tra l’altro «Ormai è evidente anche ciò che si vuole nascondere e non solo ciò che si vuole ostentare» e – richiamandosi a quanto scritto da Giuliano Ferrara, in tempi non sospetti sul medesimo quotidiano, riferito al Papa “giustiziere di procura” – quello che potrebbe rappresentare in futuro “il vero scandalo”, nel caso Bergoglio dovesse ritrovarsi «sul banco degli imputati, dinanzi al giudizio della storia, della giustizia umana», e – constata – «di quella divina? Questa, sì, uguale per tutti».
    2) Ci va giù pesante persino il direttore de “Il Sismografo” (ed è tutto dire!) che, in un editoriale dedicato all’allontanamento di Enzo Bianchi da Bose, tassativo fin dal titolo: «la gerarchia cattolica non può continuare a “giustiziare” delle persone senza verità e trasparenza», non tralascia il ricordo dei non pochi casi di condanne sommarie ai danni degli impotenti di turno “sorteggiati” e giustiziati in base a denunce sconosciute e destinate a restare tali, ma « passate in modo illegale e immorale a chi sa sfruttarle». Con il sorprendente e coraggioso finale: «È ora di smetterla di usare Cristo e il Vangelo per mascherare, addolcire o rendere inoffensivi comportamenti di per sé anticristiani».
    Non finisce qui. Con la postilla di ieri arriva dallo stesso sito paravaticano l’invito al papa a prendere posizione nei confronti del Nunzio in Perù che, insieme ad esponenti politici del posto, si è fatto inoculare il vaccino anti covid illegalmente, prima dell’avvio della campagna vaccinale. (Al link di seguito)
    Non è l’unico Nunzio a godere dell’immunità che permette di non pagare pena anche a seguito di condanne emesse da tribunali civili di Paesi nei quali sono stati sottoposti a processo. È successo – per restare agli ultimissimi tempi – all’ex Nunzio in Francia e a mons. Ballestrero, attuale nunzio nella Repubblica del Congo, implicato in una indecorosa vicenda passata sotto silenzio, come se niente fosse successo. Rimando alla cronaca del secondo link.
    https://ilsismografo.blogspot.com/2021/02/peru-la-postilla-della-giornata-come.html
    https://ilsismografo.blogspot.com/2021/02/italia-accuse-di-riciclaggio-al-nunzio.html

  • RVC ha detto:

    caro Micky , in vaticano vanno a processo esclusivamente quelli che son considetati nemici del Papa e del suo pontificato.

    • Maria Michela Petti ha detto:

      E non va a processo chi chiede di poter difendersi da condanne arbitrarie e sommarie, lasciate emettere a mezzo stampa, per addebiti e/o accuse, mai formalmente avanzate e nemmeno comprovate.

  • Micky ha detto:

    Ma in Vaticano chi è che va a processo, e per quali motivi?😕