Del Pozzo, il Governo Draghi, le Elezioni Negate: Primum Vivere, deinde…

19 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Luca Del Pozzo, che ben conoscete, ci ha mandato questa riflessione sulle recenti vicende politiche, e sui primi passi dell’esecutivo guidato da Mario Draghi. Lo ringraziamo, e le offriamo alla vostra lettura.

§§§

Premessa. Chi scrive non appartiene nè alla schiera dei laudatores che incensano Draghi quasi da farne un santino nè a quella di chi lo critica a prescindere. Di Draghi si sanno due cose: il curriculum, che parla da solo, e – per quanto riguarda l’esperienza di governo  – il discorso pronunciato l’altro ieri in Senato (e ieri alla Camera), che a tutti gli effetti rappresenta il suo manifesto programmatico.

C’è chi quel discorso non l’ha apprezzato, e più in generale chi nei confronti di Draghi nutre sospetti e riserve in quanto espressione dei banchieri, dei poteri forti, dei circoli finanziari, delle elitès oligarchiche, dell’Europa dei burocrati e dei grembiulini e chi più ne ha più ne metta.

Il sottoscritto, pur comprendendo e condividendo, in parte, perplessità e dubbi circa l’”operazione Draghi”, per così dire, nel suo complesso, ritiene che l’ex Governatore di Bankitalia rappresenti di gran lunga il male minore, se proprio non possiamo definirlo bene, per l’Italia in questo preciso momento storico e alle condizioni date. Intanto, cominciamo col mettere qualche puntino sulle “i”.

Primo: in politica, ma il discorso vale in generale, vale il principio “primum vivere, deinde philosophari” (e lo dice uno che ha fatto studi di filosofia). Tradotto: un conto è il migliore dei mondi possibili, altro conto è il migliore dei mondi fattibili. E tra il primo e il secondo io scelgo nettamente il secondo.

Secondo: per quanto sopra la politica non può che configurarsi come ragionevole compromesso. Che non è una parolaccia nè una bestemmia, ma corrisponde all’essenza stessa della politica. A meno, ovvio, di immaginare situazioni che con la democrazia e le sue regole hanno poco o nulla a che fare.

Ciò detto, a me il discorso di Draghi al Senato nel suo complesso è piaciuto molto, anzi moltissimo; lo reputo un discorso di assoluto rilievo e spessore, non retorico, sostanziato da numeri e dati, ben misurato ed improntato ad un sano realismo; e sì, anche empatico, terreno forse non familiare al neo Presidente del Consiglio, ma che proprio per questo va apprezzato maggiormente (“non vi è mai stato, nella mia lunga vita professionale, un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia”).

Dall’emergenza sanitaria – con al centro il piano vaccinazione e la scuola rispetto alla quale, ha sottolineato Draghi, “è necessario investire in una transizione culturale a partire dal patrimonio identitario umanistico riconosciuto a livello internazionale” – alla sfida ambientale e climatica; dalle politiche attive del lavoro alla parità di genere; dal Mezzogiorno agli investimenti pubblici al NextGeneration EU e le annesse riforme (in primis fisco e PA), ciò che emerge è una visione organica con un orizzonte di azione ben delineato.

Certo, in alcuni passaggi  – in particolare quello dove sembra sposare la tesi secondo cui la pandemia sarebbe conseguenza delle malefatte dell’uomo contro la natura – non mi ci ritrovo; ma, ripeto, complessivamente mi è parso un intervento di grande levatura, per altro in linea con la statura di altri discorsi di Draghi del recente passato.

Nè mi sento di condividere le critiche avanzate qui da Paolo Deotto. A partire da quella contro l”irreversibilità” dell’euro e contro l’idea stessa di un’Europa più integrata. Sia chiaro: sono io il primo a dire che questa Europa non ci piace, che va cambiata e anche profondamente.

Ma, primo: un conto è sollevare critiche, domande e dubbi, altro conto è buttare il bambino con l’acqua sporca (e in ogni caso l’Italia non può certo permettersi il lusso di andare da nessuna parte da sola, posto che non siamo nè l’Inghilterra nè tanto meno gli Usa); secondo, e cosa più importante: se si vuole avere la benchè minima chance di riformare l’Europa, è strategicamente e tatticamente molto più utile provare a fare qualcosa dal di dentro piuttosto che mettendosi fuori.

E se per stare dentro devi fare buon viso a cattivo gioco ingoiando qualche rospo perchè i padroni del vapore così hanno deciso, fai buon viso a cattivo gioco e butti giù tutti i rospi che servono. E una volta che ti sei seduto fai il tuo gioco, promuovendo alleanze, cercando di volta in volta la sponda giusta a seconda dell’obiettivo e dell’interesse del momento. Così funziona il giocattolo in politica. O non funziona. Questo, mutatis mutandis, è lo stesso motivo per cui, pur appartendo il sottoscritto alla stessa area culturale e politica, tanto per essere chiari, ho criticato la scelta di FdI di non sostenere il governo Draghi (qui chi vorrà potrà leggere le motivazioni). Prevengo l’obiezione: ma un’alternativa a Draghi c’era, si poteva benissimo andare al voto, è Mattarella che non ha voluto.

Vero. Si poteva andare tranquillamente al voto. Solo che al voto gli italiani non ci sono andati perchè la sicura vittoria del centrodestra, in particolare del tandem Salvini-Meloni, nei circoli che contano è stata giudicata una prospettiva irricevibile.

Ok, ora che ce lo siamo detti? Cambia/va qualcosa? No, quindi tanto valeva entrare e fare la propria parte. Non sappiamo, è ancora prematuro ogni giudizio sull’operato, se il governo Draghi farà bene o male, meglio o peggio di chi l’ha preceduto (oddio, peggio la vedo dura…); di certo questo è ciò che passa il convento.

E tra un governo guidato da uno che all’occorrenza in Europa sa perfettamente come farsi rispettare, dove nei ministeri che contano ha messo tutta gente di fiducia assolutamente qualificata e competente, e un governo di scappati di casa come quello dell’”avvocato del popolo” cosiddetto, beh preferisco mille volte Mario Draghi. Primum vivere.

Luca Del Pozzo

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22 commenti

  • Ermanno ha detto:

    https://youtu.be/tJrnj4Zu8HI

    Le prime parole di Draghi​ al Senato​. Ecco i punti salienti che creano maggiori preoccupazioni.

    EURO​ IRREVERSIBILE, CEDERE SOVRANITÀ​
    “Questo Governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’ Unione europea​ e come protagonista dell’Alleanza atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori. Sostenere questo Governo​ significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro e la prospettiva di un’Unione europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune, capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. (Applausi. Commenti). Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa, siamo ancora più italiani e ancora più vicini ai nostri territori di origine e residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’#Europa​, ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine; c’è solo l’inganno di ciò che siamo, nell’oblio di ciò che siamo stati e nella negazione di quello che potremmo essere”.

    CREATIVE DESTRUCTION​
    “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce: questa osservazione che gli scienziati non smettono di ripeterci ha una conseguenza importante. Il Governo dovrà proteggere i lavoratori, tutti i lavoratori, ma sarebbe un errore proteggere indifferentemente tutte le attività economiche; alcune dovranno cambiare, anche radicalmente e la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi”.

    NON TORNERÀ TUTTO COME PRIMA
    “Quando usciremo – e usciremo – dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di dodici mesi sia stata simile a una lunga interruzione di corrente: prima o poi la luce ritorna e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così.”

    TUTTO DIGITALE​ E GREEN​
    “Voglio qui riassumere l’orientamento del nuovo Governo.
    Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva. Dovremo rafforzare il Programma prima di tutto per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano. Vediamo prima gli obiettivi strategici. Il Programma è finora stato costruito in base ad obiettivi di alto livello e aggregando proposte progettuali in missioni, componenti e linee progettuali. Nelle prossime settimane, rafforzeremo la dimensione strategica del programma, in particolare con riguardo agli obiettivi riguardanti la produzione di energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento dell’aria e delle acque, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli a propulsione elettrica, la produzione e distribuzione di idrogeno, la digitalizzazione, la banda larga e le reti di comunicazione 5G. Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione. Compito dello Stato è utilizzare le leve della spesa per ricerca e sviluppo, dell’istruzione, della formazione, della regolamentazione, dell’incentivazione e della tassazione. (Applausi).
    In base a tale visione strategica, il Programma indicherà obiettivi per il prossimo decennio e più a lungo termine, con una tappa intermedia per l’anno finale del Next generation Eu, il 2026.
    Non basterà elencare progetti che si vogliono completare nei prossimi anni. Dovremo dire dove vogliamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’Unione europea intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas clima-alteranti. Selezioneremo progetti e iniziative coerenti con gli obiettivi strategici del Programma, prestando grande attenzione alla loro fattibilità nell’arco dei sei anni del Programma. Chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al Programma nazionale, attraverso i meccanismi di finanziamento a leva. Sottolineeremo il ruolo della scuola. Nella sanità dovremo usare questi progetti per porre le basi per rafforzare la medicina territoriale, come ho appena detto, e la telemedicina”.

  • Ermanno ha detto:

    Se ha ascoltato il discorso al senato e le è piaciuto andiamo male. La lista di cose da fare per questo nuovo governo ruota attorno a due concetti chiave in questo preciso momento storico: salute ed economia. E se da un lato, con la conferma del Ministro Speranza, la parte sanitaria pare proseguire in continuità con la linea adottata dal Governo precedente, sul piano economico il Paese sembra andare in contro a una brusca sterzata.  A dirlo, prima ancora del programma di governo, è un documento pubblicato a dicembre 2020 e redatto con la direzione proprio del nuovo Premier: MarioDraghi. Stiamo parlando del report del GroupofThirty o G30, di cui Draghi è membro onorario, che porta il titolo di ‘Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid: Designing Public Policy Interventions’, cioè ‘Rilancio e ristrutturazione del settore aziendale Post-Covid – Progettazione di interventi di politica pubblica’.  Un documento che contiene le linee guida che i politici di tutto il mondo dovrebbero seguire per uscire dalla crisi scatenata dal Covid-19 secondo, appunto il G30, cioè un gruppo formato da banchieri ed esperti della finanza mondiale. Soffermiamoci su una parte che più di tutte rivela le intenzioni del nuovo Premier: quella che parla di ‘distruzione creativa’. Secondo il Professore non ci sono dubbi: se quella è la linea che intende adottare, Mario Draghi non farà affatto il bene del paese.

    https://youtu.be/9rW2GYstUt0

  • giorgio rapanelli ha detto:

    https://www.facebook.com/CitizenGOItalia/videos/807205476867796/
    Questo è uno dei pericoli mortali che subiremo, se non entreremo con forza nella stanza dei bottoni e in Europa, quella che conta. Cercheranno di imporre all’Italia l’aborto al nono mese, la legge Zan-Scalfarotto per chiuderci la bocca, il Gender nelle scuole per manipolare la mente di figli e nipoti.
    Io cerco di essere “puro” e un po’ “duro”. Ma, poichè sono anche un coniglio uso la legge della guerriglia: quando il nemico è troppo forte e mi soverchia per distruggermi, oppure fuggo, o mi infiltro.
    In effetti uso quella che l’Islam consiglia e che prende il nome di
    ” taqiyya”. Ossia la possibilità di nascondere, o di rinnegare esteriormente la fede, di dissimulare l’adesione all’Islam e ai suoi riti, quando il nemico è troppo forte e ti impedisce la libertà di praticare la tua religione. Il Maestro Gesù ci direbbe di essere prudenti come serpenti. Ma sia il cristiano, che il musulmano, giunti alla soluzione finale si rivelano e sostengono la lotta e il martirio.
    Adesso è il momento di esserci, di esporsi nella dovuta maniera,infiltrandoci come serpenti… Non è ciò che sta facendo papa Francesco, malgrado il vezzo gesuita di confondere le tracce? Sull’aborto e sul gender è stato molto deciso: un chiaro NO. Come su altri argomenti. Oggi non ci vuole il teologo, ma il serpente, se vuoi sopravvivere.
    Sono d’accordo con l’articolista.

  • ulisse ha detto:

    Articolo ragionevole, vedere il mio commento a Pezzo Grosso.
    Aggiungo sul disastro ambientale e simili molto era stato detto dal Club di Roma (spesso qui irriso) inoltre uno scrittore Roberto Vacca aveva scritto IL MEDIOEVO PROSSIMO VENTURO (1971) il criollo di un sistema troppo complesso e poi anche LA MORTE DI MEGALOPOLI (1974) dove il sistema unico di comunicazione chiamato MULTIPLEZXOR collassa provocando il disastro. Assomiglia tanto all’odierno INTERNET usato anche per le messe. Un hacker, una tempesta solare forte, gravi disordini sociali possono essere fatali. Esiste un concetto: Quante persone ci vogliono per fare una zappa, per fare una locomotiva, per fare un microprocessore per mandare un a sonda su Marte.

  • Adriana 1 ha detto:

    Dare la mia sfiducia a Draghi non cambia nulla nel contesto sociale. Posso solo complimentarmi per lo stile e la resistenza del suo fisico (e della sua “vescica d’oro” come è stata icasticamente chiamata).
    Per il resto…mi azzardo a riferire un lacerto del discorso di
    Pierluigi Paragone indirizzato a Draghi, (dove applica al nuovo Presidente del Consiglio nientemeno che alcuni giudizi del- di Draghi- stimabilissimo maestro Caffè):
    ” Lei è un incappucciato della finanza, lei insiste a definire l’Euro irresistibile, lei è qui per chiudere quel processo di svendita cominciato con le privatizzazioni del Britannia, lei è qui per consegnare gli Italiani al Mangiafuoco dei mercati.
    Si può togliere il cappuccio, ormai lei è il Governatore dell’Italia!”.
    Oremus…

  • francesco ha detto:

    CARO FILOSOFO LUCA , CON TUTTO RISPETTO LO AMMIRO COME TUFFATORE DAL TRAMPOLINO, HA ESEGUITO TRIPLI SALTI MORTALI CAPRITI AL ROVESCIO.
    MOLTO SEMPLICEMENTE:
    DAL UN PRUGNO NON SI RACCOLGONO FICHI!
    LO SCHIAVO OBBEDISCE SEMPRE AL SUO PADRONE!
    PERCHE’ CONFONDETE LA GENTE ?
    francesco

  • Maria Michela Petti ha detto:

    D’accordo su tutto. Anche sul presupposto del compromesso in politica purché non trascenda a pasticciaccio come sovente è accaduto. Senza voler processare le intenzioni dei singoli e di tutti i parlamentari – liberi nelle loro decisioni da vincoli di mandato – rispettando e apprezzando la scelta della Meloni ne ho trovato tuttavia deludente la giustificazione con la citazione dall’Opera da tre soldi.
    Nella dichiarazione di voto, infatti, ha affermato: «Ci si sedemmo dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati». Detta così mi suona come una scelta di ripiego, laddove tutti – compresa la leader di FdI – hanno motivato la risoluzione adottata dal partito di appartenenza con parole che hanno inteso smentire l’accusa di fallimento dei politici (più della politica, com’è stato generalizzato) con cui è stata salutata la nascita del governo Draghi. Un governo che, come tutti, non può certo essere e restare immune da critiche e rilievi legittimi (soprattutto per la riconferma di alcuni ministri del Conte bis) e che al di là dell’ampia fiducia riscossa in Parlamento sarà giudicato alla prova dei fatti. E sarà già un passo avanti di non poco conto se – come annunciato – parlerà solo di fatti, appunto, risparmiandoci un bombardamento quotidiano di inutili e inconcludenti messaggi attraverso social media e abboccamenti fra membri dell’esecutivo e comunicatori vari.
    Per il resto: parlino pure i parlamentari, nessuno vuole e può impedirlo, è anche questo fare politica, purché non si risolva in un gioco politico, in propaganda elettorale continua a difesa del proprio tesoretto. Un indizio in tal senso ho colto nei dichiaranti durante le due lunghe giornate che si sono concluse con la fiducia accordata all’esecutivo. Tutti hanno ribadito le proprie istanze con le note differenze, proponendosi come sentinelle, ispettori e via discorrendo. La stessa Meloni, pur negando la fiducia e intestandosi tale decisione come “patriottica”, ha assicurato che valuterà di volta in volta – come è giusto che sia – i provvedimenti del governo, sostenendo e approvando quelli volti al bene della Nazione. Non mi sembra che in ciò si discosti da chi, entrando a farne, ha optato per il provare ad intervenire in fase di elaborazione delle proposte per la realizzazione di un programma, per ora delineato per sommi capi sul filo di un equilibrio, che mi sembra alquanto difficile da salvaguardare.
    Mi auguro che sull’azione del governo Draghi non vengano esercitate inopportune influenze esterne. E non mi riferisco soltanto a quelle che sicuramente arriveranno da molto lontano dai confini nazionali… ma soprattutto a certi umori provenienti da ambienti ecclesiastici vicini a noi attraverso economisti e organi di informazione specializzati nell’orientare i lettori in direzione di paradigmi di nuovo conio… che sono già stati richiamati facendo il controcanto ad altri messaggi subliminali…

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    chapeau

  • g.vigni ha detto:

    Primum vivere deinde philosophari. Altra possibile traduzione, peculiare della storia italica: Franza o Spagna basta che se magna. Egregio, sottoponga l’adagio ai Martiri Cristiani o a quell’importuno Galileo, finito davanti a Caifa e Pilato. Se lo avessero fatto loro, forse, uno sconto su staffilate e chiodi lo avrebbero portato a casa. Il male minore.

    G.Vigni

  • Luca Antonio ha detto:

    Bella logica !.
    Prima ti metto in catene con mille frodi – vedi euro -, poi, siccome con i ceppi ai piedi non puoi andare lontano ti convinco ad applaudire chi ti ha messo i ceppi.
    A casa mia si chiama schiavitu’.
    In passato chi si opponeva al tiranno era chiamato martire per la liberta’, adesso uomo responsabile.
    L’articolo poteva essere di una sola riga :
    I nostri rappresentanti hanno fatto questo legittimo ragionamento : tengo poltrona, bisogna far buon viso a cattiva sorte.

  • Briciola ha detto:

    Qualcuno deve aver spiegato a Salvini che andare a elezioni oggi sarebbe stato controproducente. In un un’articolo di oggi su informazionecorretta.com si parla del clima di attesa che sta nascendo in Francia per le elezioni presidenziali che potrebbero non essere favorevoli a Macron, ma portare all’Eliseo la Le Pen. Quindi una vigile attesa da parte di Salvini potrebbe essere una saggia scelta.
    Nello stesso tempo il clima nel centrodestra sta cambiando . Nelle elezioni regionali dello scorso Settembre, in Veneto e in Liguria le liste collegate a Zaia e Toti hanno fatto il pieno di voti, a spese sia di Forza Italia che della lega
    Dobbiamo mettere anche in conto il fatto che Berlusconi abbia dato, in pratica, a due suoi colonnelli sempre a lui fedeli di andare l’uno, Paolo Romani con Giovanni Toti, l’altro Enrico Costa con Carlo Calenda. Ovvero i due nuovi partiti sono entrambi una formazione di Forza Italia, preparati per raccogliere voti a discapito delle ali estreme

  • Marino Danielis ha detto:

    e secondo l’autore del testo Draghi “nei ministeri che contano ha messo tutta gente di fiducia assolutamente qualificata e competente”? e chi sarebbero costoro? Speranza, Lamorgese, Colao? ma per favore, se uno è favorevole al governo Draghi lo dica ma senza scrivere però corbellerie!

    • Luca Del Pozzo ha detto:

      Quando ho citato i ministeri che contano mi riferivo (pensavo fosse scontato ma evidentemente mi sbagliavo), a quelli principali di spesa, ossia MEF, Mise, Trasporti e Transizione ecologica (ex Ambiente). in questi ministeri Draghi ha messo rispettivamente Franco, Giorgetti, Giovannini e Cingolani. Tutta gente, ripeto, assolutamente qualificata e il cui curricum non si discute. Quanto a Colao, le ricordo che stiamo parlando di un manager che è stato per un decennio e più a capo di un colosso come Vodafone. Veda un po’ lei.

      • Sherden ha detto:

        Guardi che, seppure indirettamente ma sempre perfettamente in linea con la logica, se ne deduce che per lei il Ministero della Salute, quello dell’Interno e quello degli Esteri sono di secondo livello.
        Veda un po’ lei…

  • Creazionista ha detto:

    Visto che aumentano le esternazioni di chi apprezza questo figuro:
    1) per l’elenco delle malefatte, che gli itaglioni come al solito dimenticano subito, sentite le accuse circostanziate fattegli in faccia dall’ormai ex 5s Lannutti: https://www.maurizioblondet.it/lelenco/ (andate al link del tweet)
    2) le minkiate e le menzogne verdi, cambiamenti climatici, pandemia, ecc. (perché dpovrebbe essere scontato dire menzogne e idiozie?) denotano profonda ignoranza o semplice obbedienza al grande reset per il quale gl’itaglioni come al solito sono in prima linea sacrificale, meritatamente a questo punto
    3) se pensate che un appartenente alle varie coske (G30, trilaterale, bilderberg, ecc.) dell’alta finanza (specie col passato del punto 1) farà anche solo qualcosa nel vostro interesse beh vi garantisco che sarebbe più probabile lo facesse qualche camorrista al suo posto
    4) la conferma del ministro della criminale tachipirina la dice lunga sugli obiettivi finali confermandoli
    5) l’alta finanza e la massoneria sono tutte sataniste

  • Giovanni ha detto:

    Condivido anch’io, qualcuno ha detto che la politica “è l’arte del possibile”, dobbiamo quindi tenere conto della realtà delle cose, cioè che l’Italia è un paese troppo debole per stare da solo di fronte ai colossi mondiali.
    Di questa realtà deve tener conto qualunque governo, destra o sinistra che sia.

  • : ha detto:

    Io ho il massimo rispetto per tutti i collaboratori del Blog (non mi riferisco a noi utenti, o commentatori). Su questo tema vedo che i pareri sono quanto mai diversificati, per non dire opposti.
    Secondo me lo spunto per una “buona” interpretazione della questione l’ha fornito Pezzo Grosso. Lo scrivo qui perché è l’ultimo articolo sul tema in ordine di tempo.

    E’ da molti secoli che i destini dell’Italia e della Chiesa sono intrecciati. Le Nazioni del “Nord” – non cattoliche (più la Francia da lungo tempo “cattolica” solo di facciata, almeno nella sua classe dirigente) – hanno cercato di annullare l’una e l’altra dimostrando per entrambe una profonda avversione. (credo che solo in questa chiave si possa “leggere” la storia d’Italia degli ultimi due secoli). Per distruggerle entrambe hanno dovuto infiltrarci delle “Quinte colonne”. L’operazione è durata un paio di secoli (Dalla Rivoluzione Francese, ma i prodromi risalgono alla rivoluzione protestante, erroneamente chiamata “Riforma”) e sta giungendo (od è giunta) al termine ai nostri giorni. Ancora all’inizio di questo secolo, e perfino nel suo primo decennio, la gente normale, immersa nelle proprie faccende della vita, non si rendeva conto di come stavano precipitando gli eventi: due date formalizzano questo precipitare.

    Per l’Italia: 16 Novembre 2011 (Governo Monti), con l’inizio dei Governi non più del Popolo Italiano ma del Presidente della Repubblica, in realtà dell’EU. Le votazioni successive a nulla servirono, dimostrando di non essere più considerate significative per la costituzione di un Governo espressione di un Popolo così detto (dalla Costituzione) sovrano.

    Per la Chiesa: 13 Marzo 2013 (elezione al soglio pontificio di Bergoglio), ma, più precisamente, 28 Febbraio 2013: dimissionamento (non “dimissioni”) di Papa Benedetto XVI.

    I prodromi per queste due vicende risalgono ad alcuni decenni prima, ma da quelle date la svolta fu rapidissima: basti pensare, per riferirci alle cose “di Chiesa”, a come in pochissimi mesi è mutata per il “mondo” (cioè per gli anticattolici ed anticristi) la considerazione per la Chiesa cattolica: con Benedetto XVI vituperata, odiata e perseguitata, con Bergoglio… tifo da stadio (naturalmente per la Chiesa “gerarchica”).

    La considerazione del “Mondo” (EU) per l’Italia, nel suo cambiare di segno non ha avuto la stessa repentinità per motivi ovvî: la Chiesa è retta monarchicamente e basta cambiare il capo… L’Italia, nonostante le mosse incostituzionali (quanto meno nello “spirito”, ma non solo) per sottrarla alla “sovranità” del suo popolo, qualche intralcio che ne ha rallentato il processo di “conversione” ne ha dovuto avere; ma “finalmente” (per “loro”) sembra esser giunto il momento.

    L’Italia e la Chiesa si reggevano insieme, mutuamente; andavano “normalizzate” insieme.

    Sono certo che con Draghi molte cose miglioreranno: si starà meglio; si avvantaggerà il mondo del lavoro, ecc.

    Tutte cose buone. Per il “corpo”. Ma l’ “anima”, cioè l’ “italianità”? (mi rendo conto dei sorrisi di scherno che può suscitare questa espressione. ma non è altro che sinonimo, per noi, di “sovranità”). Lo stesso Draghi ha affermato che sarò ceduta, e lo ringraziamo per la sua schiettezza. «Franza o Spagna purché se magna», appare – con tutto il rispetto – la sostanza di alcuni articoli. E’ vero, anche in altre epoche si diceva così. Ma allora c’era la Chiesa, che pur con tutte le miserie personali nella sua Gerarchia, ci aiutava a ricordare – e ci ammoniva – che esiste Qualcosa oltre al “corpo” per cui valeva la pena di conservare una certa dignità. E quella Chiesa noi Italiani (anche tra i non credenti, se in buonafede) la consideravamo “nostra” pur sapendo la Sua ecumenicità. E ne eravamo consolati.

    Ma oggi?

  • Enrico Nippo ha detto:

    ” …l’ex Governatore di Bankitalia rappresenti di gran lunga il male minore”.

    Domanda: è davvero irreversibile il fatto che l’uomo debba sempre accontentarsi del “male minore”? E questo “male minore” non è diventato un auto-contentino generale che finisce per sostituire o addirittura diventare il meglio?

    Insomma, puntare la meglio proprio non si può?

    “Non sappiamo, è ancora prematuro ogni giudizio sull’operato, se il governo Draghi farà bene o male”: e invece sì che lo sappiamo: farà il “male minore” che è il meglio.

  • Antonio ha detto:

    Sì, a Draghi dobbiamo non dico dare fiducia ma concedere un’epochè nell’attesa di capire dove andrà a parare. Per l’euroscetticismo, in cui mi riconosco, sono tempi duri, abbiamo sotto gli occhi che per certe forze politiche già sue vessillifere si tratta di una scelta non strategica ma tattica, da mettere in cantina se torna comodo. Anche le elezioni pare di intendere che a volerle davvero erano ben pochi. Chi vivrà vedrà…

  • Beppez ha detto:

    Condivido, parola per parola, l’articolo di Luca Del Pozzo

  • Bastian contrario ha detto:

    Ma di scappati da casa ne abbiamo ancora almeno un paio…