Paolo Deotto: Draghi ha Parlato Chiaro. Siamo Sistemati. Ma Salvini…

18 Febbraio 2021 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, l’amico Paolo Deotto ieri sera ci ha inviato questo commento scritto dopo aver ascoltato il discorso programmatico del Presidente del Consiglio Mario Draghi. Condividiamo le sue osservazioni. Buona lettura, e buona discussione. 

 

Draghi ha parlato chiaro. Siamo sistemati

E Salvini continua a essere sicuro di avere fatto la scelta giusta?

 

Non si può certo esprimere un giudizio sul governo Draghi, appena nato. Magari farà cose meravigliose per il bene dell’Italia… Ma il discorso programmatico dà comunque delle indicazioni ben precise che, francamente, giustificano più di una perplessità.

Mi limito a due passaggi del discorso, che potrete leggere nel suo testo completo cliccando qui.

Questo governo nasce nel solco dell’appartenenza del nostro Paese, come socio fondatore, all’Unione europea, e come protagonista dell’Alleanza Atlantica, nel solco delle grandi democrazie occidentali, a difesa dei loro irrinunciabili principi e valori. Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa

Più chiari di così, si muore. “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata”, eccetera.

“Di irreversibile c’è solo la morte”, ha detto non più tardi di due giorni fa Salvini, che però ha dato il pieno appoggio suo e della Lega al governo…

Dunque, cari concittadini, il nuovo Presidente del Consiglio (e per favore, smettiamo di parlare di “premier”. In Italia non esiste il Primo Ministro, ma il Presidente del Consiglio dei ministri) ci ha detto con chiarezza: dall’Europa e dall’Euro non si sfugge. Questo governo nasce nel “solco dell’appartenenza” alla UE.

La quale UE dovrebbe difendere irrinunciabili principi e valori. Sarebbe interessante capire quali siano, in una Unione che non è mai stata unione di popoli e di nazioni, ma unione di banche, di banche private.

Sarebbe bello e istruttivo che qualcuno finalmente ci spiegasse, non con svolazzi retorici, in che modo la UE e la moneta unica abbiano giovato all’Italia e agli italiani.

Finora le uniche cose che possiamo sperimentare quotidianamente sono la perdita di valore d’acquisto della moneta, di circa il 30%, nel passaggio dalla lira all’euro. La perdita di sovranità monetaria, che ci ha ridotti a vassalli delle istituzioni finanziarie internazionali, tra cui prima ovviamente la BCE, per regolare la liquidità circolante. La necessità di chiedere autorizzazioni agli organismi centrali europei per ogni scelta di politica monetaria. E così via.

Insomma, siamo più poveri ma in compenso abbiamo perso buona parte della nostra sovranità, avendo perso la moneta nazionale.

E la prospettiva, Draghi dixit, è “…un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”.

Sarebbe interessante capire cosa sia mai una “sovranità condivisa” che, detta così, è semplicemente una contraddizione in termini e, comunque, una presa in giro perché – e questo lo avevano capito bene gli inglesi – senza emissione della propria moneta, non c’è più sovranità.

Quanto alla difesa di irrinunciabili principi e valori, qui rischiamo di cadere nel comico: la Ue finora si è stracciata le vesti contro quei Paesi, quali Polonia e Ungheria, che pare non garantiscano appieno i “diritti” degli invertiti/e o il “diritto” all’aborto e altre simili piacevolezze.

E perché non parlare del diritto che dovrebbero avere i popoli di difendere la loro identità e tradizione? E perché noi dobbiamo continuare a essere la pattumiera d’Europa, in cui sbarca chi vuole, dove, come e quando vuole, continuando una invasione che distruggerà la nostra identità, nell’indifferenza della UE, che poco o nulla ha fatto per aiutare l’Italia e per frenare l’invasione?

E questi sarebbero “irrinunciabili principi e valori”?

Ma Draghi ha parlato chiaro. Chi aderisce a questo governo, aderisce alla religione dell’Europa: la UE è bella, buona e santa, non importa se finora ti ha impoverito e umiliato. La UE non si discute e l’Euro è irreversibile. Dunque, è perfetto, praticamente divino.

Perché? Non viene spiegato, e del resto i grandi sacerdoti sono i gelosi custodi delle verità che il popolaccio non può discutere, ma solo accettare. Con devota umiltà.

Tutto chiaro, quindi: “Sostenere questo governo significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione Europea sempre più integrata…”.

Ed è già stabilito un confine oltre il quale non si può andare: la sacra UE e il divino Euro. Irrinunciabili. Irreversibili. Eterni. Amen.

Lasciamo perdere i discorsi “climatici”, non foss’altro perché è un po’ grottesco, non sapendo se e come arriveremo a dopodomani, parlare di obiettivi da raggiungere nel 2050.

Andiamo al finale del discorso. C’è una frase che trovo francamente inquietante: “Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia.”

L’unità di chi e con chi? E perché è un dovere? Ma se vogliamo conservare un minimo di democrazia e libertà, ovvero di dignità di cittadini (e non di sudditi), non dobbiamo garantirci proprio una dialettica tra governo e opposizione? O il governo parte con la convinzione che il Parlamento sia solo un passaggio burocratico, noioso ma inevitabile, per salvare le forme? E chi non è in “unità” con questo governo, non ama l’Italia?

No, grazie. Questa unità che è un “dovere”, mi convince proprio poco. Puzza molto di dittatura.

E per chiudere, permettetemi di dire una parola a un personaggio politico che ho mille volte sostenuto e che mi ha deluso profondamente: “Caro Salvini, ma sei davvero sicuro di avere fatto la scelta giusta? Finché sei in tempo, sfuggi dalla tela del ragno. Se aspetti troppo, sarai invischiato del tutto e il ragno non avrà difficoltà a ucciderti…”.

E Dio salvi l’Italia.

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23 commenti

  • Facta ha detto:

    La mia impressione è che il frequente ripetere (non solo nel discorso del Presidente del Consiglio, ma anche, negli ultimi anni, in quelli di altri politici e figure istituzionali, come vari Presidenti della Repubblica) frasi sull’irreversibilità dell’Unione Europea e dell’euro sia in chiaro segno di debolezza, se non di timore: perché tutti sanno che non è vero; non solo perché in generale la storia dell’umanità mostra che nessuna creazione umana è eterna (es. recente: Unione Sovietica), ma perché la Brexit sta lì a ribadirlo; lo sa perfettamente anche chi fa queste affermazioni, e lo fa allo scopo di perorare la sua posizione e scoraggiare il fronte avversario, per far sì che non si arrivi mai a mettere la questione sul piatto, a dover fare una scelta UE sì/UE no, euro sì/ euro no, momento in cui andrebbero soppesati i pro e contro in concreto e alla luce dell’esperienza fatta fin qui con gli strumenti ordinari delle democrazie ( votazioni in parlamento, referendum negli Stati ove è previsto su queste tematiche ecc); mi sembra però che il fatto di dover ripetere ossessivamente il concetto dimostra di per se’ che le illusioni di irreversibilità in cui alcuni si erano cullati si stiano sgretolando …e alla fine se i contro per troppa gente saranno più dei pro queste esperienza politica ed economica verrà accantonata come tante altre in passato

  • giorgio rapanelli ha detto:

    La dialettica, seppure contrapposta, è sempre utile. Soprattutto perché, da Italiani, siamo tante cose: in particolare “tutti” presidenti del Consiglio.
    Dobbiamo ripartire sempre dalla Storia della nostra penisola. Scomparsa la Roma imperiale, fummo invasi da cosiddetti “barbari”, che (in massima parte) altro non erano che popolazioni di confine, utilizzate come truppe mercenarie a difesa dei territori dell’Impero, dato che i Romani di Roma e delle provincie italiche si sollazzavano, non combattevano più, non lavoravano più i campi, mentre le donne romane, per sollazzarsi e godere della vita senza pensieri non figliavano più, praticando massicciamente l’aborto. E’ ciò che stiamo facendo oggi. Non più esercito di coscritti, non più lavori pesanti e usuranti, non più figli, ma più sollazzi. Quindi, non furono i “barbari” la causa della caduta dell’Impero romano, ma i Romani stessi.
    Oggi, anche noi siamo a questo punto.
    Dopo i “barbari” arrivò Carlo Magno, che unificò tutte le popolazioni del suo Sacro Romano Impero sotto un’unica religione cristiana cattolica, dando potere ai Vescovi locali e sotto una Papa, con una sola lingua “colta” (il latino) nelle liturgia, nell’aristocrazia culturale e nei documenti ufficiali, con un’unica legge giuridica ed economica (il Capitulare de Villis), un unico esercito, eccetera. La Storia ufficiale ci dice che fece decapitare migliaia di Sassoni che non si volevano sottomettere e convertire, quando invece li deportò nella penisola italica, dando loro una vasta zona tra Pesarum e Ancona. Carlo, il nostro Imperatore, fu un uomo di fede e grande stratega. Fu la prima forma di Europa unita, unificando popolazioni diverse. Come dovrebbe avvenire oggi, non con gli Stati nazionali, ma con le popolazioni stesse, senza costrizioni di identità unica.
    Andando nella visione storica, con i partiti politici italiani siamo all’epoca dei Comuni medievali, divisi tra li loro, dediti ad avere voti e territori razziati agli altri nemici comunali, con visioni contrapposte non dialettiche. Entità comunali che spesso avevano bisogno di un Podestà preso al di fuori della città per una giustizia equa. O, addirittura, quando una fazione invocava un forza esterna per avere ragione degli avversari interni; come avvenne con Montolmo, oggi chiamato Corridonia, per volere di Mussolini in onore di un umorale nostro concittadino – Filippo Corridoni, molto conosciuto a Milano, ma poco in patria e per molti incompreso e contestato. Una fazione del libero Comune di Montolmo prese accordi col Duca di Milano Francesco Sforza per fargli conquistare la città, potentissima nella Marca fermana, onde eliminare la parte guelfa, che contrastava violentemente quella ghibellina. Nel 1433 lo Sforza venne, ci fu una breve battaglia pro-forma sotto le mura, e conquistò la città. Dandola a sacco, e contro gli accordi, ai suoi duemila mercenari che non pagava.
    Con Draghi e le unificazioni del centrosinistra e del centrodestra si stanno formando le “Signorie” di un tempo. Le parti rimaste all’opposizione conteranno sempre meno, in quanto è un cammino irreversibili quello a cui si oppongono. Sono ormai utopie democratiche quelle di battere moneta, le divisioni partitiche, le autonomie politiche secondo ideologie ormai morte (fascismo, comunismo, socialismo, partito cattolico, centro, destra, sinistra, repubblicani, liberali, radicali, e così via, sono ormai concetti del passato).
    Se l’Italia, divisa in Signorie e Potentati, andasse da sola nel Mediterraneo, data la sua posizione strategica, diventerebbe preda di “barbari” (Governi europei, Russia, Cina, Islam…). Quindi: bombe, terrorismo, violenze, azioni distruttive commissionate “da fuori”, come il “caso Moro”, o la “strage di Bologna”. Pensate che il “caso Regeni” sia stato pensato da al-Sisi? Sì, il lavoro sporco è stato fatto in casa da “qualcuno”, magari già soppresso, poiché non si lasciano vivi gli esecutori, come da prassi, ma chi lo ha commissionato andiamo a cercarlo in Occidente. E neanche tanto tra chi ce lo aveva mandato…
    Per evitare il peggio, dobbiamo stare con Draghi. Contare politicamente con Draghi. Sostenerlo nelle buone battaglie per avere occupazione tramite la piccola e media industria, l’artigianato, il piccolo commercio, la piccola agricoltura biologica, il turismo, la libertà religiosa e d’opinione, la lotta alla pandemia senza gettarci nella miseria, come vorrebbe qualche scienziato in vena di umorismo. In poche parole, vediamolo all’opera e poi diamo un giudizio su di lui.
    Mi capita di leggere le sue malefatte. Anche Saulo era un intelligente e preparato nemico dei seguaci del Cristo. Poi avvenne la conversione e diventò l’Apostolo delle Genti in nome del Cristo. Perché escludere a priori che Draghi possa fare delle buone azioni a favore del popolo italiano e a favore delle nostre umane e religiose convinzioni?

  • maurizio rastello ha detto:

    Cari Tosatti, Deotto e followers vari, state soffrendo in una maniera indicibile, e mi fate ridere, ridere, ridere….. Quell’amore per Salvini, poi! Credo che a breve vi toccherà cambiare equini di riferimento….

    • Marco Tosatti ha detto:

      Bravo PorRastello, ridi, ridi…a Roma dicono che: Ridi, che Mamma ha fatto i gnocchi. E più anticamente: Risus abundat in ore stultorum…PorRastello, gliel’ho già detto ma niente, non mi ascolta. Non provi le corde dell’ironia, non è roba per lei…si rassegni.

    • Enrico Nippo ha detto:

      E invece lei, Rastello, a quali bovini fa riferimento?

  • antonio cafazzo ha detto:

    Mentre finalmente “L’Italia s’e’ desta e Dell’elmo di Scipio S’e cinta la testa… si stringe a corte…Siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte… L’Italia chiamò. Stringiamci a coorte, Siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, L’Italia chiamo’, si’! Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un’unica
    Bandiera, una speme: Di fonderci insieme Già l’ora suonò. Stringiamci a coorte
    Siam pronti alla morte L’Italia chiamò”.

    mentre – si diceva – l’Italia può finalmente cantare orgogliosamente l’Inno di Mameli, il mondo celebra “La Giornata Mondiale delle Ciglia”.
    La Cigüeña De La Torre oggi – 18 febbraio 2021 – nel suo blog (https://infovaticana.com/blogs/cigona/oigo-que-manana-es-el-dia-mundial-de-la-pestana/)
    scrive:
    “Ho sentito che domani è la giornata mondiale delle ciglia. Ci sarà un documento pontificio sulla questione?”.
    La domanda non è inopportuna e inappropriata perché:
    1°) Dopo la “Giornata delle Leguminose” è importante provvedere anche all’aspetto delle ciglia delle “preziose donne rurali raccoglitrici di legumi”.
    2°) Le “Lettrici e accolite” sono in ansia di ricevere una direttiva chiara sul look da osservare quando devono salire all’altare.

  • Paoletta ha detto:

    Ho il sospetto che la stessa massoneria che finora si è servita di Conte abbia imposto a Draghi la presenza dei suoi pupilli Lamorgese e Speranza. E che Salvini sia stato costretto ad entrare nel governo dal buon Giorgetti (anche lui in odor di grembiulino).

    • Alta portineria ha detto:

      Salvini non è un monaco, né quello che normalmente viene considerato un buon padre di famiglia. Sappiamo tutti che ha due figli da due donne diverse e che, dopo aver superato il fidanzamento con Elisa Isoardi ha ora una fidanzata stabile nella persona di Francesca Verdini. Solo che detta fanciulla ha un padre , politico di lungo corso e con una esperienza politica maggiore di quella del quasi genero. Seguire le giravolte politiche di Verdini per noi, poveri mortali è estremamente difficile. Quello che sappiamo è che è stato condannato dalla Cassazione a un certo numero di anni di reclusione, che si è presentato a Regina Coeli accompagnato dal suo avvocato e che dopo 80 giorni di reclusione (periodo in cui tutti sono andati a trovarlo ) è stato scarcerato per l’età avanzata e rispedito a casa agli arresti domiciliari . La casa è una villa sui dolci colli toscani che circondano Firenze. Lo aspettava Salvini con tutto il resto della famiglia.
      Quanto Salvini sarà condizionato dal quasi suocero ?

  • Antonio ha detto:

    Nel 2018 più di metà degli italiani hanno votato 5 Stelle e Lega perché chiedevano a gran voce “meno Europa” e parlavano addirittura di uscita dall’euro: adesso entrambi appoggiano un governo che dichiara l’euro irreversibile e propone “più Europa”. Ecco, se c’era un buon motivo per cui era inutile andare subito a elezioni era questo: tanto voti e ti arriva il contrario.

  • Davide S ha detto:

    Il senso ed il contenuto dell’articolo sono ampiamente condivisibili. Rimane un dubbio: perchè ha scelto così? Propongo le seguenti ipotesi:
    1) Qualcuno gli ha fatto trovare una “testa di cavallo” in camera da letto,
    2) pressione del “nord produtivo”,
    3) Scarso intuito politico
    Circa il punto 2) osservo che col lockdown anche la più competitiva delle aziende troverà difficoltà nel produrre e/o nel vendere, osservo inoltre che il “primo responsabile del lockdown” (è una semplificazione, ma rende l’idea) è rimasto al proprio posto. Ritengo che il modello di sviluppo proposto da Loro (green e digitale) porterà all’agonia e infine alla distruzione di tutto ciò che non è green e digitale. Quindi anche con il recovery la somma algebrica tra ciò che l’Italia riceverà e ciò che dovrà pagare rimarà fortemente negativa.

    • Januensis ha detto:

      Non credo che, essendo stato affidato il Ministero della transizione ecologica a Cingolani, gli adepti di lega ambiente, Greenpeace et similia trovino pane per i loro denti.
      Infatti sul fatto quotidiano, ovvero il giornale che vuole spostare l’asse della politica italiana dall’Alleanza Atlantica alla sinergia con l’Iran (e tanto peggio per Israele ) hanno, da subito iniziato a criticare Cingolani.
      Personalmente ritengo che l’ecologismo di Beppe Grillo sia limitato alla difesa del declivio lussureggiante che scende da Sant’Ilario alle case di Nervi, laggiù in basso.
      Ci pensate, se , laggiù, in basso, crescesse un bel grattacielo posizionato in modo da far ombra alla villa dell’elevato ?

      • Davide S ha detto:

        La “transizione ecologica” non la fa (solo) il ministro omonimo, la realizza il Governo nel suo complesso, attraverso normative e scelte di bilancio (penso ad esempio al superbonus del 110% per chi ristruttura il proprio immobile). La “transizione ecologica” è anche lo smart working, che rende inutile l’utilizzo dell’auto, sono le case automobilistiche che ti parlano di ibrido, anche se in pochi ne sentono l’utilità. E’ un’informazione che in gran parte ha acriticamente affermato che “il solare è pulito” dimenticando i costi di produzione di smaltimento dei pannelli e la necessità di utilizzare materiali rari che costituiranno un “collo di bottiglia” a tale tecnologia. E’ infine nel fenomeno mediatico che è stato costruita intorno ad essa ed alla scelta -affatto politica- di mettere l’ambiente al primo posto, implicitamente mettendo l’Uomo al secondo.

  • Angelo ha detto:

    Mi piacerebbe leggere un commento di Paolo Deotto anche su questo passo del discorso del Prof. Draghi:
    ” Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza CEDONO SOVRANITA’ NAZIONALE per acquistare sovranità condivisa”.
    Grazie.

    • paolo deotto ha detto:

      Caro Angelo, ne ho parlato in questo passaggio:
      E la prospettiva, Draghi dixit, è “…un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa”.

      Sarebbe interessante capire cosa sia mai una “sovranità condivisa” che, detta così, è semplicemente una contraddizione in termini e, comunque, una presa in giro perché – e questo lo avevano capito bene gli inglesi – senza emissione della propria moneta, non c’è più sovranità.

    • : ha detto:

      Questa frase ha colpito anche me. Direi che tutto il resto del discorso avrebbe potuto risparmiarselo. Se qualcuno aveva dei dubbi sulla possibilità di poterci ancora considerare una Nazione almeno in parte indipendente direi che questo li ha fugati definitivamente ed impietosamente. Se la Nazione italiana era da tempo moribonda, questo Governo, per esplicita affermazione – anzi proclamazione – del Presidente, costituisce la sua pietra tombale

  • Fabio ha detto:

    Ottimo ed efficace articolo; condivido in pieno.

  • Defensor Ianuae ha detto:

    Mah… non sono convinto che se Salvini rimanesse fuori dal governo questo sarebbe meglio. Bisogna solo vedere come interpreterà la sua presenza nel governo prima di dare un giudizio negativo.

    • Valeria Fusetti ha detto:

      Non sarebbe meglio il Governo, che comunque è a far da contorno appassito, stracotto e rifritto al “piatto forte” che sarebbe Draghi che, a quanto pare, manterrà la stessa politica immigrazionista, difendera’ a spada tratta i diritti “umani” ma ignorera’ quelli della famiglia. Un alto dirigente di banca, che è stato fatto sbarcare in Italia dal duo Bergoglio-Mattarella, per trasformare il nostro Paese da democrazia parlamentare in qualche cosa di molto diverso. La sintesi che mi sento di fare è che Draghi si è rivelato pienamente come l’anti Orban di cui l’ UE aveva bisogno. Per cui penso che sarebbe meglio Salvini, se avesse mantenuto un po’ di coerenza, tanto più che l’UE è in difficoltà, nel suo reale potere e nei suoi programmi. Non solo per il perfezionamento del Brexit e a causa del fallimentare tentativo di distruggere Trump, tentativo che aveva il fine di impedire il nuovo corso del Partito Repubblicano, e la criminalizzazione dei cittadini statunitensi contrari alle politiche di morte dei democratici. Politiche che, tradizionalmente, vanno dall’ aborto (ora sino a 9 mesi) alla “guerra democratica. Passando per alcune altre piacevolezze. Salvini, come uomo politico, non può ignorare a che punto sono gli equilibri politici attuali, di cui la risposta di Putin a Davos è un chiaro esempio. Il suo è un pragmatismo da 3 p : povero, peloso, provinciale.