Una Piccola Riflessione sulla Morte di un Clochard a Piazza San Pietro.

15 Febbraio 2021 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Investigatore Biblico ci ha inviato il collegamento a una sua riflessione, che mi sembra interessante condividere con voi. Buona lettura.

§§§

Voglio condividere con voi un episodio che mi ha fatto molto riflettere. Premetto che ci ho messo un po’ prima di pubblicarlo. Ho avuto qualche reticenza. Ma alla fine, in preghiera, ho capito che questo pensiero veniva dal Signore. E voglio comunicarlo.

Perdonate gli scrupoli, ma quando si vive da eremiti non è sempre semplice discernere i pensieri.

Qualche settimana fa mi sono imbattuto in una notizia che è rimasta un po’ in sordina anche tra le testate cattoliche.

Un clochard è morto di freddo in Piazza San Pietro

Leggendo le righe di questo articolo mi è subito venuto in mente questo brano del Vangelo (Lc 16,19-31):

19C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 25Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. 27E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. 29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

Oggi ho letto un altro articolo.
Il Cardinale Zuppi dice letteralmente: “Morire per strada è una sconfitta per tutti, che deve suscitare sdegno senza incertezze e non giustificazioni”.

Parole sante quelle del Cardinale. Ma come coniugare queste parole con quanto accaduto di fronte agli appartamenti Vaticani? Forse oggi nell’ambiente clericale è moda disquisire a parole. Sui fatti, tuttavia, ci sono evidenti mancanze.

Drammatico. Un clochard muore di freddo di fronte al Vaticano. Uno degli stati più ricchi del mondo. Proprio come il povero Lazzaro della parabola citata muore davanti alla casa del ricco epulone.

Il Vaticano, che, al momento è sulla bocca della gente per gli scandali dei palazzi acquistati a centinaia di milioni di euro.

Forse si può ritenere che fare il “barbone” sia una scelta di vita. Per alcuni lo sarà. Ma anche essere come il “ricco epulone” è una scelta di vita. Ed ognuno di noi prima o poi si dovrà assumere la responsabilità di ogni scelta.

Investigatore Biblico

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17 commenti

  • Maria Michela Petti ha detto:

    @Amos (19:24 di ieri)
    A me non è sfuggito l’articolo al seguente link.
    Dott. Tosatti, al momento: quel che è certo è che in tanti (e non solo la maggior parte dei frequentatori di SC) sono stufi da un bel po’ dell’andazzo). Buona giornata!
    http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/02/bergoglio-allangelus-oscurato.html

  • Nicola Buono ha detto:

    P.S. grazie a chi li fa venire qui in massa poi credono di trovare qui da noi El Dorado ma trovano una brutta fine. Grazie buonisti.

    https://www.prealpina.it/pages/gallarate-daniel-e-grave-in-ospedale-241212.html

  • Nicola Buono ha detto:

    Io vorrei fare una riflessione più ampia. Mi spiego. Quando non c’era l’invasione con i porti aperti h24 grazie alla sinistra italiana , di poveri per strada ce ne erano pochi ed erano tutti italiani. Adesso sono una oceano e la stragrande maggioranza sono extracomunitari. Quando erano pochi ed italiani le ASL , i Comuni , le associazioni comunali , le associazioni private di volontariato potevano seguirli non dico tutti ma un buon 70% , 80% si. Adesso è un Mare Magnum di disperati accampati DOVUNQUE. A Milano oltre alle vie del centro vicino al Duomo anche in zone commerciali come corso Buenos Aires dove uno si è accampati sulla rientranza dell’ingresso di un cinema chiuso da una vita. Ci ha messo uno strato di gommapiuma per materasso e sopra delle coperte. Accanto un carrello della spesa che funge da guardaroba dove mette le sue cose il tutto coperto da sacchi di plastica che sembra un igloo. Altri invece nella mia zona in piazza Gorini , zona semicentrale, hanno messo le tende in un giardinetto ampio della piazza, tende che smontano di giorno. Ma questa situazione è per TUTTA MILANO. Ora è facile fare i samaritani e predicare accoglienza a tutto spiano : a) senza sporcarsi le mani ( ma lasciando il,compito ad altri pochi ) b) non cacciando un euro ma lasciando le spese alla comunità c) predicando invasione a tutto spiano con porti aperti h24….I risultati e le conseguenze non possono essere che questi , nessuna meraviglia. A chiacchiere sono tutti bravi..

  • Carlo ha detto:

    Sono troppo occupati con la lotta contro l’omofobia.

  • amos ha detto:

    Tutti ci ricordiamo che ai funerali di GPII il vento ha scompaginato il vangelo sulla bara e ha fatto svolazzare i paramenti dei celebranti all’uscita dalla basilica di san Pietro. Allora in tanti si sono sperticati a commentare che sia stato prorpio lo spirito santo a manifestarsi come un vento favorevole nei confronti di chi si stavano celebrando le esequie, Nessuno invece fin’ora si è espresso su quanto è successo ieri in piazza san Pietro quando il vento dello spirito santo ha sollevato il drappo rosso che pendeva dal finestrone andando a finire addosso al papa quasi a schiaffeggiarlo dopo una delle sue banali e inutili esternazioni. Mi pare ormai che anche la natura si stia esprimendo nei confronti di quanto capita a Roma. Tra fulmini che cadono sul cupolone durante l’ultimo conclave, cornacchie che aggrediscono palombelle della pace e vento che schiaffeggia il papa, qualche pensiero che stia succedendo qualcosa dobbiamo farlo. O no?

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Perchè certi don invece di rispondere stizziti a me non accettando delle semplici verità che mi permetto di dire, non vengono qui a rispondere alle inquietanti domande poste da questo articolo? Anche questa è per me una domanda inquietante. Buon pomeriggio a tutti.

  • Paoletta ha detto:

    Anche per questo la Chiesa perde molti fedeli.

  • laura cadenasso ha detto:

    Personalmente ringrazio Marco per avere superato la titubanza pubblicando la notizia. Questa riflessione non è PICCOLA ma GRANDIOSA : nella triste conferma di quello che già pensavo di p.zza S. Pietro e dintorni . Spero riposi in pace lo sfortunato clochard, uno dei tanti poveri che per l’ obeso/gaudente papa valgono meno di un piatto di legumi. Le sue recenti parole vanno “a fagiolo” in clima amazzonico !

  • Maria Michela Petti ha detto:

    A costo di attirarmi gli strali di chi si sente investito del dovere di richiamare i doveri propri e preminenti del cristiano: della carità, del non giudicare (che implicherebbe il non muovere opportune e fondatissime critiche!), del perdono, e via discorrendo, rivendico le reiterate segnalazioni in fatto di contraddizione fra il dire e il fare, ovvero il non fare. Anzi: a voler elencare tutte le incongruenze (e: con [più della] cognizione di causa) dovrei scrivere un saggio, compito che – per ora – mi risparmio per non sprecare le residue energie necessarie per portare avanti una causa molto onerosa.
    È proprio in “ambiente” vaticano – più precisamente: a partire dall’ “ambiente” vaticano – che va di «moda disquisire a parole. Sui fatti, tuttavia, ci sono evidenti mancanze». In tutto e per tutto. Vogliate scusarmi; non è una gratuita generalizzazione.
    Nell’immediatezza della morte del clochard – su cui si appunta la riflessione di Investigatore Biblico – rispondendo [a: Marco Matteucci del 26.01 (00:01)] che aveva segnalato l’episodio, postai il commento che ripropongo ispirata dal ricordo laconico del papa all’Angelus del 24 gennaio: «Pensiamo ad Ewin, ignorato da tutti, abbandonato anche da noi».
    Questa fu la mia osservazione: Mea culpa che dovrebbe tacitare ogni critica, perché – come dichiarato dal cardinale elemosiniere in proposito, e cito a memoria – si fa tutto il possibile, ma è difficile aiutare chi non si mette nella condizione di essere aiutato. Chissà come mai questa constatazione, secondo il loro metro aureo di giudizio e che dovremmo accogliere con un atto di fede, non abbia una validità generale, così da non lasciarci esposti a ripetute lavate di testa! Parole, queste ultime, suggeritemi da un video spuntato in Rete proprio il giorno prima, che ritraeva un altro poveraccio, completamente nudo, che aveva curato l’igiene personale presso la fontanella situata lungo via della Conciliazione. Chissà, forse erano momentaneamente fuori uso le docce ad uso dei senza fissa dimora che orbitano in zona, installate nel locale posto proprio sotto la finestra da cui si affaccia il papa!
    Leggendo la riflessione di Investigatore Biblico sono riandata ad altri forti richiami che mi tornano molto spesso in mente: «…l’incenso per me è un abominio… anche se moltiplicate le preghiere, io non le ascolterei…allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni…cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso…» (Cfr. Is 1,11-17).
    Ed alle “cose” da curare che ricorda Luca (11, 42-46) «senza trascurare le altre», con il seguito di “guai a voi…” rivolto ai farisei, che amano mostrarsi, nascondendo alla vista altrui «i sepolcri che non si vedono». «Guai a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
    Perdoni la lunghezza del mio commento, Investigatore Biblico. Anche sentir ripetere un “dire” che cozza con un “fare” contrario è insopportabile.

  • Valeria Fusetti ha detto:

    Fare il barbone è una scelta di vita ? Forse ma non è obbligatorio morire di freddo, o di fame. Scusate ma le parole del card. Zuppi mi lasciano piuttosto fredda. Non perché penso che non abbia fatto nulla per i poveri nella sua vita, sarebbe un giudizio temerario e stupido, ma perché mi sa da retorica, e comunque vorrei chiedere al cardinal Zuppi: il mese scorso è morto il papà ottantenne della mia amica Mirella. Anziano, spaventato, solo senza la moglie e la figlia che, costrette a casa, piangevano tutte le loro lacrime. E dopo un mese non hanno ancora smesso, perché non l’ hanno più visto, non hanno potuto vestire loro, il loro caro marito e padre. Ma soprattutto quello che le angoscia è
    il fatto che è morto senza uno straccio di prete, che lui avrebbe voluto. Sono vissuti diversamente, il barbone e il signor Rossi, ma sono morti nello stesso abbandono: senza uno straccio di prete che li confessasse e desse loro l’estrema unzione. E di questo chiedo al cardinal Zuppi: di questo fatto atroce, vile, blasfemo è sicuro che non ci si dovrebbe indignare molto di più ?

    • Antonella ha detto:

      Ha ragione Valeria, due realtà umane abbandonate alla sofferenza e senza alcun conforto : vite ai margini per chissà quali problemi, dimenticati nell’indifferenza di tutti, e altrettante vite in condizioni estreme per malattia con l’aggravante di sottrarre anche il più piccolo sollievo, onorando dei sacramenti e dell’ultimo bacio ……
      Una stanza di ospedale adibita a bunker della morte, dopo avere assolto agli ordini di un protocollo senza ragione, secondo la prassi che esige l’eutanasia.
      Non si può tacere.

  • P. Brian Paul MAGUIRE,c.p. ha detto:

    Lascia morire i poveri barboni: I poveri epuloni come G. Soros, J. Sachs, B. Gates avrete sempre con voi! (Gio. 12, 8)