COMUNICATO
L’Associazione Iustitia in Veritate difende ed esprime piena solidarietà per il vergognoso attacco mediatico scatenato contro padre Bruno de Cristofaro, religioso nella diocesi di Mazara.
In occasione della Giornata della Memoria del 27 gennaio scorso, il sacerdote ha pubblicato un breve video dove ha ricordato, insieme al genocidio degli Ebrei, gli olocausti che quotidianamente vengono commessi a danno della vita innocente con l’aborto volontario.
Un esempio che mai fino ad oggi nessuno ha osato contestare e, tra l’altro, riferibile anche alle analoghe parole di Papa Francesco, che ha paragonato le leggi sull’aborto all’ingaggio di un sicario “per risolvere i problemi”.
Padre Bruno ha affermato semplicemente che “Ricordare è segno di civiltà per evitare di compiere gli stessi errori. Ricordare è importante per capire come sia stato possibile compiere simili atrocità”. Per aiutare a comprendere le radici del male che ha scientemente condotto allo sterminio di tante vite innocenti, ha citato un breve episodio accaduto ad Auschwitz: un giorno, il dottor Mengele, l’angelo della morte, tracciò una linea su un muro alta circa un metro e mezzo; chi la superava in altezza, tra i bambini e i ragazzi, poteva vivere, tutti gli altri erano destinati alle camere a gas.
Che differenza c’è tra un uomo che poneva un criterio arbitrario per definire chi dovesse vivere e chi no – ha aggiunto padre Bruno – e una legge che applica una linea del tutto arbitraria all’età gestazionale di tre mesi?
Su queste parole si è scatenato l’assalto dei media anche a livello nazionale, chiedendo la testa di don Bruno o addirittura l’intervento delle autorità ecclesiastiche che, ad oggi, salvo poche eccezioni, sono rimaste in silenzio.
Eppure in Italia oggi quella linea tracciata col gessetto è la legge 194/78: a differenza di ogni altra, intoccabile. Chi osa minimamente metterla in discussione è condannato alla morte civile, fosse pure un sacerdote nell’esercizio delle sue funzioni pastorali, che impongono di servire la Verità senza infingimenti, seguendo gli stessi insegnamenti della Chiesa.
Ricordiamo infatti che la condanna dell’aborto nel Magistero bimillenario della Chiesa Cattolica – dalla Sacra Scrittura al Codice di Diritto Canonico – è inequivocabile, ferma e durissima.
Già san Giovanni Paolo II paragonava l’ideologia dell’aborto ai totalitarismi di stampo nazista e comunista. Che furono i primi a legalizzarlo, come riferisce un articolo sulla Nuova Bussola Quotidiana (https://www.lanuovabq.it/it/aborto-e-olocausto-la-verita-che-non-si-vuole-riconoscere ).
Nessuno degli accusatori di don Bruno è stato in grado di comprendere il profondo significato delle sue parole nel ricercare la comune radice del male per – se non estirparla – almeno renderla evidente alla coscienza di ciascuno. Anzi volutamente le sue parole sono state dipinte come divisive, come se l’unico giudizio ammissibile sia lecito solo allineandosi ad una menzogna. Il tutto a riprova della pericolosa deriva liberticida verso cui stiamo andando.
Dietro ogni atto umano che si arroga il diritto di stabilire arbitrariamente quale essere umano meriti di vivere o di morire c’è alla radice la stessa ideologia di morte, la stessa prometeica superbia di sostituirsi al Creatore nel decidere i destini eterni delle sue creature, soprattutto quelle più fragili e innocenti.
Una civiltà degna di questo nome non imbavaglia un sacerdote, che richiama alla coscienza i pericoli e gli inganni di un mondo moralista, ma privo di morale, di un pensiero unico che avalla questo illusorio dominio dell’uomo su tutto e tutti, condannando nel contempo chi vi si oppone alla censura, al dileggio e alla calunnia.
Iustitia in Veritate, pronta a difendere padre Bruno, auspica che anche le autorità ecclesiastiche ne impediscano il linciaggio affermando la stessa verità e libertà di giudizio che è stata pronunciata con dignità e coraggio dal sacerdote di Marsala.
Solidarietà a Padre Bruno!
Come sacerdote e fisico, dico sempre la stessa cosa che lui ha detto.
Il rapporto con la scienza: l’embrione è un essere umano. Dire altro è anti-scientifico.
Il rapporto col nazismo: e Hitler ha ucciso meno persone…
Solidarietà a p. BRUNO che ha condannato l aborto suscitando la canea dei media siamo in piena dittatura del pensiero per dopo non si sa cosa potrà accadere per chi contrasta l aborto
Volevo in questa occasione ricordare anche il coraggioso tentativo di Giuliano Ferrara con la lista no aborto e i feroci insulti e la guerra che gli fecero e il silenzio colposo di chi doveva dire almeno qualche parola di.sostegno. le sue conferenze erano blindate con contromanifestanti che dileggiavano e inveivano contro chi si recava ad ascoltarlo .la sua generosa sfida all aborto gli costava violente contromanifestazioni come il comizio a bologna in piazza maggiore con grida e lancio di uova pomodori monetine fino all assalto al palco da dove parlava.
“autorità ecclesiastiche che, ad oggi, salvo poche eccezioni, sono rimaste in silenzio”.
Solito abietto metodo di questa razza di serpenti.
Vista la situazione corre l’ oobbligo chiarire, una volta e per tutte, quanto segue/ gli unici autorizzati a lamentarsi per i trattamenti subiti sono e restano gli Ebrei. Per tutti gli altri , non autorizzati, la cosa passa in cavalleria.
Ho avuto notizia di pressioni del PD nei confronti del vescovo di Mazara del Vallo (Mogavero) affinché faccia un comunicato per smentire padre Bruno.
Se questa confidenza è vera, credo che a breve arriverà il comunicato del vescovo in quanto Mogavero è più fedele al PD che al Vangelo.
La campagna dei media abortisti, che gode in primo luogo dell’indifferenza e del silenzio dei membri della gerarchia ecclesiastica, è più che indegna. È micidiale perché infligge il colpo di grazia a chi non ha voce, stroncando ogni tentativo di dare voce ai condannati a morte prima di vedere la luce, nel disinteresse generale.
Appare chiaro il rapporto di forza che si instaura fra i fautori del pensiero dominante, disposti a tutto, a partire dall’intimidazione e dalla censura, fino ad arrivare alla violazione della libertà di espressione, di cui già si manifestano segnali preoccupanti. E non solo sul tema aborto con tutti i suoi risvolti.
Il quinto comandamento dice non uccidere questo vale sia per la vita sin dal concepimento che per tutte le altre situazioni. Come disse il Santo Padre Giovanni Paolo Ii noi tutti un giorno dovremo rendere conto davanti a Dio di tutte le nostre azioni. Tutta la mia solidarietà a Padre Bruno De Cristoforo.
E no, caro Don Bruno,
Lei non ha capito che queste cose le può dire solo il papa. Solo lui ne ha la licenza, perchè tutti sanno che le sue sono parole di facciata.
Dubito, perciò, che Lei possa riceverà espressioni di solidarietà da parte dei suoi confratelli e del suo vescovo.
Accetti, intanto, la mia, per quel poco che vale!!
Totale e piena solidarietà a padre Bruno De Cristofaro!!!e un sentito ringraziamento x la sua testimonianza a favore della Verità e della difesa dell umano!!!
Ciò che colpisce in questi attacchi ormai sempre più selvaggi e violenti è la assoluta impermeabilità al confronto, la refrattarietà all’argomentazione.
Eruzioni di rabbia contro ciò che è sacro, la vita nascente come la dignità di un ministro di Cristo.
Che il Signore ci dia la forza di testimoniare, oltre le nostre mediocrità e tiepidezze, quando arriverà il nostro momento.
Solidarietà piena e convinta a Padre Bruno de Cristofaro. La vita è vita sempre, dall’istante del concepimento fino alla morte naturale. I vescovi italiani hanno qualcosa da dire? Domenica prossima, 7 febbraio, si celebrerà la giornata della vita, si limiteranno ad inviare il solito messaggio di stile o pensano a qualcosa di più incisivo? I bambini stanno aspettando.