Il Covid, Il Terrore, I Numeri. Due Articoli Illuminanti della Bussola Quotidiana.
17 Dicembre 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci sembra non solo interessante, ma molto importante rilanciare due articoli del direttore de La Nuova Bussola Quotidiana, Riccardo Cascioli, in tema di Covid, e numeri. Importante perché cerca di dissipare la nube di terrore e disinformazione che i mass media di regime – altro non sono, ahimè, anche testate un tempo onorevoli e gloriose – spargono a piene mani; per aiutare il governo, per aiutare i politici della loro fazione (cioè la sinistra) per aiutare, soprattutto, quella faccia dei poteri forti mondiali rappresentata dalle grandi case farmaceutiche, in grado, grazie alla loro potenza economica, di influire su scelte di governo e di organizzazioni internazionali multilaterali. Il primo articolo è uscito oggi, il secondo è di qualche giorno fa. Buona lettura, e riflessione. Personalmente trovo sbalorditivo che solo su La Nuova Bussola Quotidiana sia possibile avere una visione lucida – né negazionistica del fenomeno, né terroristica – di quanto sta avvenendo. Il Covid, come altri recenti fenomeni, suonano una campana a morto per la qualità professionale e l’indipendenza della categoria. In cui troppi, invece di porsi e porre domande, credono a quello che scrivono. E si spaventano.
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È ragionevole ritenere che nel 2020 supereremo in Italia i 700mila decessi, come nel 1944, in piena Seconda guerra mondiale. Questo concetto, espresso dal presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo su RaiTre ha – non sorprendentemente – scatenato ancor più i fautori del “chiudere tutto”, soprattutto a Natale. Sugli scudi come al solito Walter Ricciardi, gran consulente del Ministro della Salute, che – interpretando a suo modo Blangiardo – ha immediatamente rilanciato su La7: «Siamo in una situazione di guerra, con un record di mortalità superiore a quello del 1944», e in più siamo colpiti da «bombe che non si vedono».
Il dato oggettivo è certamente preoccupante, e non è difficile individuare nel Covid la causa principale dell’impennata di decessi (nel 2019 erano stati 647mila, ha detto Blangiardo, anche se il dato ufficiale dice 634.432). Ma sia sui numeri che sulle ragioni è bene fare un po’ di chiarezza visto che in Italia c’è una drammatica tendenza a buttare tutto in caciara (politica) invece che analizzare seriamente i dati.
Intanto, se è vero che quest’anno è previsto il record assoluto dei decessi (se il database dell’Istat dice il vero nel 1944 ci sono stati 679.837 morti), parlare di una mortalità superiore a quella della Seconda Guerra mondiale – come sostiene Ricciardi – è una colossale sciocchezza. Nel 1944 la popolazione italiana era di 44 milioni, oggi sfiora i 60. Non c’è bisogno neanche di fare i calcoli per capire la differenza di mortalità. Non solo, la composizione della popolazione è molto diversa: nell’ultimo dato disponibile prima della Seconda Guerra mondiale (1936) gli ultra 65enni rappresentavano il 7,6% della popolazione (diventato l’8,8 al censimento del 1951). Ma oggi gli ultra65enni rappresentano ben il 23,2% dell’intera popolazione, con ovvie ricadute nel caso di pandemie come quella attuale, che è letale soprattutto per le persone più anziane e/o con patologie pregresse.
Una parola va detta anche sulle variazioni annuali. Stando a certi commenti sembrerebbe che esista un livello normale e atteso di mortalità, tale che le variazioni da un anno all’altro sono minime. In realtà i decessi annuali hanno molte oscillazioni. Basti pensare che aumenti di 20mila decessi e oltre si sono verificati dal dopoguerra ben 15 volte, di cui ben sei negli ultimi venti anni. E anche oscillazioni della dimensione attesa quest’anno non sono una novità: è già accaduto nel 1956 (+51mila decessi rispetto all’anno precedente), nel 1962 (+41mila), nel 2015 (+50mila) e in misura minore anche nel 2017 (+34mila).
Interessante il caso del 2015. Curiosamente nelle cronache troviamo ancora l’allarme del professor Blangiardo (allora non ancora presidente dell’Istat) che paragona anche il picco del 2015 a quello delle due guerre mondiali; eppure non c’era il Covid. Uno studio del ministero della Salute, pubblicato su Epidemiologia & Prevenzione, associava l’impennata di decessi all’epidemia influenzale (in gran parte, visto che in quell’inverno fu particolarmente pesante) e all’ondata di calore che si registrò in estate. Ovviamente su questi fattori giocava la sua parte anche l’invecchiamento della popolazione.
In ogni caso certi dati dovrebbero portare a riconsiderare il riferimento – che spesso si fa per negare qualsiasi comparabilità con il Covid – alla “semplice influenza”. Tanto che anche nel 2017 – ancora un’influenza pesante – si è avuta un’altra impennata di decessi (+34mila rispetto all’anno precedente). Peraltro uno studio pubblicato sull’International Journal of Infectious Disease rileva che dal 2013 al 2017 c’è stato in Italia un incremento del tasso di mortalità durante la stagione invernale, dovuto in gran parte all’influenza, soprattutto negli inverni 2014-2015 e 2016-2017, quando predominante era il ceppo A(H3N2), «il più comunemente associato alla mortalità influenzale negli anziani».
Ma torniamo al 2020 e al Covid. Possiamo affermare che tutto l’eccesso di mortalità è dovuto direttamente al virus? Anche qui si deve fare attenzione. Se non va sottostimata la pericolosità del virus, si devono però considerare anche altri fattori. Torniamo all’analisi che Blangiardo fece a proposito dell’impennata di decessi del 2015. Pur non volendo dare sentenze definitive, avanzava però con forza un’ipotesi molto chiara: ovvero la realtà di «un sistema socio-sanitario che, dopo averci abituati al continuo allungamento della vita, – con guadagni sensibili anche in corrispondenza delle età anziane – inizia a mostrare i limiti e i condizionamenti derivanti da una congiuntura economica meno favorevole». In altre parole, «gli effetti della crisi, i tagli di cui sentiamo spesso parlare e che non hanno certo risparmiato la sanità, hanno forse accresciuto nel corrente anno il rischio di mortalità in corrispondenza dei gruppi tipicamente più fragili: i vecchi e i “grandi vecchi”, più di ogni altro».
Questo è tanto più vero oggi e si deve aggiungere la sciagurata gestione sanitaria e politica della crisi Covid di cui abbiamo parlato molte volte e che ha certamente aggravato, e di molto, il bilancio delle vittime. E tuttora, dopo dieci mesi di crisi, ancora il governo trascura le possibilità di cura per affidarsi tutto al lockdown e alla speranza del vaccino. Il risultato è che, malgrado l’Italia abbia applicato il lockdown più duro e più a lungo, ci troviamo in vetta alla classifica della mortalità da Covid.
Un ultimo aspetto vale almeno la pena citare, riguardo al picco di decessi. Ad anno finito dovrà anche essere considerato l’aumento di morti per cause non-Covid, dovuto alla paralisi ospedaliera legata al coronavirus. A fine ottobre il presidente della Società di cardiologia, Ciro Indolfi, lanciava l’allarme sulla catastrofe sanitaria causata dalla paura di Covid: «Durante la prima ondata della pandemia, i ricoveri ospedalieri di emergenza per infarti e ictus si sono dimezzati per paura del contagio, molte persone sono morte a casa o sono sopravvissute con danni gravi al cuore e al cervello, perché gli eventi cardiovascolari gravi sono ‘tempo-dipendenti’.
La Società Italiana di Cardiologia è stata la prima al mondo a dimostrare durante la pandemia la riduzione di oltre il 50% dei ricoveri cardiologici, accompagnata da un aumento di tre volte della mortalità ospedaliera, dati poi confermati nelle altre nazioni europee e negli Stati Uniti». E anche questo andrà messo sul conto della gestione sanitaria e politica dell’emergenza.
***
Ci rendiamo conto che si tratta di un argomento molto delicato perché dietro i numeri dei deceduti ci sono persone reali che hanno sofferto, che hanno lasciato questo mondo, ci sono famiglie in lutto, ci sono altre persone contagiate e nella sofferenza. Questo però non ci esime da un giudizio su quanto sta accadendo, anche perché c’è la fortissima sensazione (e diciamo pure che è molto più di una sensazione) che qualcuno con i morti ci stia giocando allegramente.
Nei numeri che ogni giorno ci vengono sciorinati c’è qualcosa che non torna. La situazione dei contagi e anche dei ricoveri sta nettamente migliorando, tanto è vero che dal 6 dicembre non ci sono più zone rosse (ci sarebbe solo l’Abruzzo, ma il governatore ha deciso autonomamente di scendere a livello arancione), mentre ben 12 regioni e province autonome sono zona gialla. Soltanto tre settimane prima, c’erano ben 8 zone rosse, 8 arancioni e soltanto 5 gialle.
Non solo, contrariamente a marzo-aprile – come abbiamo già detto tante volte – oggi sappiamo molte cose sull’evoluzione del Covid e ci sono anche delle terapie che vengono effettuate con successo malgrado i tanti ostacoli frapposti (ma su questo torneremo ancora). Ancora un elemento: la primavera scorsa il virus imperversava soprattutto in alcune regioni e in modo particolare nelle province di Bergamo e Brescia, creando enormi problemi alle strutture sanitarie e quindi un numero maggiore di morti.
Oggi invece i contagi sono diffusi in tutto il paese e anche se ci sono situazioni di criticità, siamo ben lontani dalla situazione di marzo e aprile. Eppure il dato che viene offerto quotidianamente delle persone decedute è esattamente ai livelli di marzo-aprile.
Già qui c’è qualcosa che non torna: come mai tanti morti per Covid quando le condizioni sono oggi ben diverse?
Ma se andiamo più a fondo nell’osservazione dei dati che vengono forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, troviamo altre incongruenze. La principale riguarda le terapie intensive. Data l’evoluzione del Covid, è da qui infatti che dovrebbero uscire se non tutti, almeno la stragrande maggioranza dei deceduti. In genere, si va infatti in ospedale quando iniziano le difficoltà respiratorie, è qui che si può avere un aggravamento che poi porta alla terapia intensiva ed eventualmente alla morte. Oggi non si sentono più casi di persone che di punto in bianco crollano a terra morti mentre sono in strada o in casa, come è accaduto mesi fa. Se ci fossero, troveremmo i titoli in prima pagina se non anche le foto, visti i livelli a cui stiamo arrivando.
Ieri dunque, ci dice l’Istituto Superiore di Sanità, ci sono stati 528 morti di Covid. Vediamo allora la situazione delle terapie intensive: ieri vi figuravano 3.382 ricoverati, numero in calo rispetto al giorno precedente, quando erano 3.454, cioè 72 in più. Inoltre i nuovi ingressi del giorno in terapia intensiva sono stati 144. Vale a dire che in un giorno sono uscite dalla terapia intensiva 216 persone (72+144). Sappiamo però che la stragrande maggioranza delle persone escono dalla terapia intensiva guarite: i deceduti, ci dicono i responsabili delle terapie intensive, variano tra il 10 e il 20%. Quindi, anche nella peggiore delle ipotesi, ieri sono uscite morte dalle terapie intensive 43 persone, numero 12 volte inferiore al numero ufficiale dei morti per Covid. E se si va indietro nei giorni, la situazione è analoga.
E allora gli altri conteggiati come Covid da dove escono? Abbiamo ormai un’indicazione chiara del fatto che si classificano come morte per Covid anche persone che a un certo punto di quest’anno sono risultate positive al tampone, pur se non c’è alcuna relazione provata tra il contagio e la causa effettiva della morte. In altre parole se una persona muore d’infarto ma cinque mesi fa era risultata positiva al Covid, viene inserita nell’elenco dei morti per Covid.
Non solo, la direttiva del Ministero della Salute alle autorità locali per compilare il form con cui si comunicano i dati complessivi della situazione Covid, alla voce “deceduti” spiega: «Inserire il totale dei casi confermati con test molecolare che sono deceduti, anche con diagnosi post-mortem, alla data della compilazione».
Dunque, si entra nella lista dei deceduti per Covid anche se si risulta positivi dopo la morte che, dal punto di vista clinico, era stata attribuita a tutt’altro. Non si considera la diagnosi clinica, che ad ogni buon conto sarebbe l’unica che avrebbe valore, ma soltanto il tampone, malgrado questo sia un test che non ha valore diagnostico.
È chiaro che ci troviamo di fronte a numeri artificiosamente gonfiati, ed è difficile non arrivare alla conclusione che questo sia voluto in modo da spaventare le persone e giustificare gli arresti domiciliari di un’intera popolazione.
La paura è un grande strumento di potere; con questo terrorismo mediatico quotidiano – che può contare sullo schieramento compatto dei grandi giornali e tv – buona parte degli italiani è già “addomesticata” e “sottomessa”. Vivrà da isolata il Natale e sarà pronta a porgere il braccio non appena scatterà la chiamata alla vaccinazione; anzi implorerà di essere vaccinata. E nel frattempo continuerà a seguire con crescente angoscia il rito quotidiano delle cifre del terrore.
Solo un fatto nuovo, imprevisto, potrebbe rovesciare la situazione. Il Natale è questo fatto nuovo, imprevisto: Dio che irrompe nella storia, che si fa uomo e compagno di vita per assimilarci a Lui; la verità che rivela per quello che è la menzogna del potere; la risposta al nostro desiderio di infinito che ci libera dalla paura degli uomini.
La malattia, la sofferenza, la morte sono parte della vita, ma non ci definiscono, il Natale viene a ricordarci questo: viene la luce che dissipa le tenebre. È per questo che i cristiani sono perseguitati: vivendo con lo sguardo rivolto al Signore, sono la resistenza invincibile al potere della menzogna. È la battaglia che si combatte anche attorno al Covid, e prepariamoci alla persecuzione che toccherà a chi si ostinerà a dire che il Re è nudo.
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Tag: bussola, calcioli, covid, numeri
Categoria: Generale
Confermo in toto il pensiero qui espresso
Morale della favola:
fino a ieri il Covid era un castigo di Dio,
adesso si trasformato in un castigo dell’Uomo.
Certo che una vita sotto l’incombenza di un “castigo”, divino o umano che sia, è una vita grama.
Si nasce per essere castigati!
E si muore dopo essere stati castigati!
Eh sì, proprio una vita grama!
Eh sì, vita grama, Enrico…
Qualcuno invece, che si illude di averla capita giusta, sembra godersela a sguazzare in questo mare di castighi divini e umani:
– i sadici, perché sono convinti che i castighi di Dio sono per i peccati DEGLI ALTRI;
– i pavidi (generalmente vecchi, come la maggioranza di stilumcuriali e bussolari), perché terrorizzati dalla paura della morte, la esorcizzano sostenendo che il virus non esiste (o se esiste è innocuo) e la colpa è tutta del NOM, che per sottometterci usa lo strumento del terrore.
La soluzione? Una bella monarchia teocratica, che metta a tacere tutti questi eretici e buontemponi…
W il Re!
😊
Non dimentichiamo che hanno IMPEDITO di curare i malati domiciliarmente e demonizzato le cure che si sono rivelate efficaci come idrossiclorochina
Questi sono assassini
Concordo col commento del sig. Fabio.
Dottor Tosatti, me lei pensa davvero che la cosidetta “destra” abbia idee così diverse sul “fenomeno” Covid19? Saluti. Massimiliano
Temo, soprattutto, che non abbia idee. Nel senso di riflessioni critiche e ponderate su fatti e avvenimenti.
Grazie. Purtroppo è quello che penso anche io. Tengono famiglia… Saluti.
Massimiliano
Vi racconto 3 episodi personali che la dicono lunga sui medici.
1.o episodio.
Avevo un cognato medico. Mia madre era ricoverata in ospedale nel reparto medicina. Sono andato a trovarla e nell’atrio del reparto ho visto un gruppetto di medici tra i quali c’era mio cognato. Mi sono avvicinato ed ho sentito che stavano dialogando tra loro di medicina nei seguenti termini:
Primo medico :– io nella medicina non ci credo–
Secondo medico :– Neppure io–
Terzo medico :– della chirurgia in parte mi fido, ma della medicina no–
2.o episodio.
Nel 2014 a seguito di una accidentale caduta fui portato al pronto soccorso del celeberrimo ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Dopo accurati esami, la diagnosi :frattura della prima vertebra lombare. Terapia : a casa a riposo assoluto con antidolorifici in caso di necessità.
Dopo due giorni rimasi letteralmente e totalmente paralizzato a letto. Secondo trasporto al pronto soccorso. Diagnosi : conferma della precedente. Terapia : conferma della precedente. Protesta del sottoscritto: ma io vivo da solo come posso rimanere a riposo assoluto? Risposta: sono affari suoi , lei non necessita di intervento chirurgico , quindi noi non possiamo ricoverarla. Soluzione: ricovero a pagamento in una clinica convenzionata con la modica spesa di 12.000 euro.
3.o episodio.
Anno 2000. Il sottoscritto viene sottoposto ad intervento chirurgico per l’asportazione di un lungo tratto del colon discendente per presenza di adenocarcinoma ulcerato e infiltrato con metastasi ai linfonodi. Prognosi: sopravvivenza due anni aumentabile a quattro- cinque con chemioterapia.
Siamo nel 2020 o sto sognando ?
O forse di là non mi vuole nessuno, nemmeno il diavolo?
O forse per il Creatore sono più utile di qua che di là ?
Good afternoon everybody.
Sei più utile di qua. Mi sembra evidente.
Buon Natale, Amedeo.
Più semplicemente e realisticamente: i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri.
E, per quanto si sforzino, gli uomini non avranno le nostre vite, nonostante prevaricazioni e deliri di onnipotenza.
Auguri di benessere e serenità per il Natale e il Nuovo Anno.
Bene, i medici ti avevano dato pochi anni di vita e sei ancora qui. Ma il merito di chi è? È dei medici che ti hanno curato o credi che sia stato Dio a fare il miracolo e che le cure non siano servite a nulla? Se i medici non ti avessero curato pensi che saresti guarito lo stesso?
Per loro esplicita dichiarazione è merito loro, dato che mi sono sottoposto a sei mesi di chemioterapia, la sopravvivenza fino al 2005. Dopo non si sa. Io non ho messo in dubbio l’efficacia delle cure, ma la superficialità delle loro dichiarazioni.
È in atto una vera e propria “guerra” mondiale combattuta a colpi di bombe mediatiche per l’affermazione del pensiero unico, che già conta un numero elevatissimo di prigionieri. La posta in gioco è molto alta in questo scontro fra verità e menzogna, che abilmente nasconde vittime inconsapevoli e inermi.
…
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. (Sal 84)
Ottima analisi e conclusione da applausi. Speriamo che il Buon Dio voglia porre fine a tutto questo, in caso avesse altri piani aspettiamo con pazienza e fiducia pregandoLo.
La scorsa primavera all’inizio della pandemia, si era diffusa la notizia che, già nel 2015 fosse stato prodotto un nuovo virus dai laboratori di Wuhan. Ne aveva dato notizia il tg scientifico di RAI 3 Leonardo. Una signora si era annotata la notizia e, dopo lo scoppio della suddetta pandemia, con l’aiuto di un esperto aveva ritrovato la notizia diffusa 5 anni prima da rai 3 . Messa in internet la notizia aveva fatto scalpore, ma stranamente, poco dopo è sceso il silenzio su questo particolare aspetto della pandemia.
Poi si ritrovano dei piccoli, con il virus covid prima dello scoppio ufficiale della pandemia stessa.
Esiste un ulteriore fenomeno oltre a quelli così bene elencati dalla nuova bussola quotidiana.
Si tratta dell’avanzare di una forma di eutanasia, a cui vengono sottoposti gli ammalati di covid , senza che a questi venga fatta raggiungere la cosiddetta terapia intensiva.
Domenica pomeriggio dalla D’Urso c’è stato il racconto di Iva Zanicchi. Tutta la sua famiglia si è ammalata di covid dopo aver partecipato ad un pranzo, neppure troppo affollato, dopo una prima comunione, e, secondo Iva, seguendo le regole stabilite.
Iva, sua sorella e suo fratello sono stati ricoverati nello stesso ospedale di Vimercate, da cui Iva e sua sorella sono uscite guarite, mentre il fratello è mancato. Iva era già ritornata a casa quando la dottoressa che l’aveva avuta in cura l’ha informata che il fratello non ce l’avrebbe fatta. Iva ha chiesto se fosse stato da ricoverare in terapia intensiva, ma la dottoressa le ha risposto di no. L’avrebbero messo in sedazione e avrebbero lasciato che la malattia facesse il suo corso. Così è stato : dopo poche ore dall’inizio della sedazione, il fratello di Iva, che avrebbe compiuto in questi giorni 77 anni , è mancato. Ma ai poveri telespettaTORI NON è STATO SPIEGATO PERCHè IL MEDICO CURANTE ABBIA SCELTO LA STRADA DELLA SEDAZIONE PIUTTOSTO CHE QUELLA DELLA TERAPIA INTENSIVA.
E cosa significa sedazione ? Overdose di morfina ? anche questo non viene spiegato ai profani.
Non è una novità. Già dall’inizio del dramma si è saputo che molti vecchi, a prescindere dalla loro maggiore vulnerabilità al morbo, sono morti non per questo motivo ma perché lasciati morire, anzi, “aiutati” a morire. Basti leggere questi due articoli del lontano Aprile sulla Bussola Quotidiana:
https://www.lanuovabq.it/it/storia-di-giusy-strappata-alla-eutanasia-da-coronavirus
https://lanuovabq.it/it/non-fingiamo-tanti-anziani-sono-portati-alla-morte
Ma ancor prima, prima ancora che capitasse la faccenda del COVID 19 circolavano voci che in molte Case di Cura ed ospedali i vecchi venivano fatti morire anziché curarli, venivano “sedati”, come piace dir loro (cioè uccisi); il COVID è capitato a fagiolo per far praticare alla grande questa “caritatevole” pratica. Roba da denuncia penale, ovviamente.
Iva Zanicchi (e grazie a lei anche la sorella che le stava insieme) se l’è sfangata perché tutto sommato è un “personaggio pubblico”; il fratello no. Lo stesso Bertolaso, quando fu ricoverato per aver preso il contagio, quando ne uscì fuori disse una frase (di cui non posso riportare le parole precise perché non le ho conservate) ma che faceva capire che se praticassero a molti vecchi le stesse cure a cui lui fu sottoposto, si salverebbero.
E allora: se dal numero che ci propinano quotidianamente di vittime si sottraessero: 1) Quelli che muoiono per altri motivi ma che risultano “anche” essere stati positivi al Coronavirus; 2) Quelli che muoiono per altri motivi ma che dagli archivi risulta che avevano contratto il coronavirus “molto tempo fa” (e quindi ne erano guariti); 3) i vecchi che anziché curarli li hanno “sedati” (cioè li hanno assassinati), ecco che finalmente si avrebbe il vero numero di morti “di” Coronavirus, e non “col” Coronavirus: cosa enormemente diversa se si vuole conoscere la vera consistenza del problema.
Da notare che quelli morti per altri motivi (p. es. per tumore, problemi cardiocircolatori ed altre gravi patologie), i dati medici ci dicono che sono aumentati notevolmente rispetto al passato perché non più adeguatamente curati a causa della politica folle del governo (coadiuvato dai più che folli suoi consulenti) che li ha abbandonati a se stessi. E questi, la cui morte è addebitabile a quanto detto, se per caso risultano aver avuto il Coronavirus, vengono inclusi tra i morti “di” Coronavirus.
Magari infornarsi. La Zanicchi ha dichiarato: “Antonio è stato colpito dal virus in un modo devastante. È stato colpito ai polmoni, e a lui la malattia non ha lasciato scampo. Si è diffusa troppo velocemente e ha messo in crisi tutti gli organi”. La spiegazione la dà lei, nemmeno lei trova da recriminare che il fratello non sia stato messo in intensiva: era così grave che non c’era niente da fare, con tutti gli organi rovinati. Che poi pensare che la Zanicchi sia stata salvata perché personaggio pubblico e, nello stesso ospedale, il fratello assassinato (e perché l’altra sorella no?), con il rischio che il personaggio famoso scatenasse un casino sui media… vabbè va.
L’ha detto la Zanicchi? E allora è così!…
Non si sa, naturalmente, se il fratello della Zanicchi rientri nei casi di “eutanasia”. Ma se invece di contestare tanto per contestare, si guardasse all’essenziale, dopo aver letto gli articoli e le testimonianze proposti, in cui “con certezza” e non per ipotesi risulta che l’ “eutanasia” viene praticata, non si resterebbe affascinati dal dito (come si suol dire) senza degnarsi di dare uno sguardo alla luna.
Lei scrive: “il COVID è capitato a fagiolo per far praticare alla grande questa “caritatevole” pratica (dell’eutanasia”. Roba da denuncia penale, ovviamente”. Bene, allora perché invece di stare qua a cianciare sul blog di Tosatti, non va in una Procura a fare la denuncia? Visto che conosce la verità, vada, si faccia accompagnare da un avvocato, faccia la denuncia penale e poi sente cosa Le dicono; è un Suo dovere di cittadino denunciare ai magistrati i fatti criminosi di cui è a conoscenza. Poi se i magistrati non Le daranno retta, dirà che anche loro sono coinvolti nel complotto, ma intanto ci provi, vada a fare la denuncia com’è Suo dovere.
Non cerchi di menare il can per l’aia. Lei cos’è: dell’enturage di Giuseppi? Che io vada o non vada a fare le denunce i fatti appurati restano, sono quelli i fatti che contano. E comunque dovrebbe rivolgersi non a me, che ho letto gli articoli a cui credo per la serietà degli autori, ma agli autori stessi che ne hanno le prove.
Prosegue imperterrita (fra ali di zombi così ridotti in schiavitù dal terrore di rimetterci la pelle) la feroce e sfacciata avanzata delle truppe corazzate al comando dei padroni del mondo. Niente altro avrebbe potuto addomesticare la popolazione se non una smisurata paura quotidianamente alimentata e tenuta viva, preannunciando una certa (perché già pianificata) terza ondata. Cifre, cifre, numeri sempre più grossi e martellanti, immagini, testimonianze, pareri di insigni “scienziati”, raccomandazioni di politici votati da nessuno sì e no consapevoli della loro misura di lunghezza, ma pontificanti verità assolute: ecco l’inganno infernale di cui non ci si accorge. Gira il virus, nessuno lo nega, ma siamo troppo terra terra, beviamo di tutto e assolutamente tutto ciò che ci vogliono far bere. In più s’è perso l’utilizzo del pensiero. “Trinariciuti” direbbe Guareschi… Stanno vincendo loro? Sembra, ma non credo. Almeno un piccolo gregge, se non quello.grande ormai disperso e senza pastori, supplicherà e implorerà la salvezza al Dio degli eserciti, lento all’ira ma implacabile nella Sua giustizia. E quando verrà il momento, quando solo Lui vorrà, allora di certo non mancherà pianto e stridor di denti.
Pensieri che condivido. Bel blog. Mi sono cancellato da Facebook perché stanco del pensiero unico, indirizzato dal politicante corretto. Per lo stesso motivo faccio molta fatica a vedere il tg1. Osservo che in tv o sono dibattiti sul coronavirus o film con molta violenza, tanto per deprime chi vorrebbe evitare i dibattiti sul coronavirus.
Mi permetto di darle un consiglio: spenga la TV e si metta a leggere qualche buon libro.