FRATELLI TUTTI, MANIFESTO GLOBALISTA POLITICAMENTE CORRETTO

23 Novembre 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, riceviamo e volentieri rilanciamo questo editoriale del direttore del giornale, Vitantonio Marasciulo, apparso su Il Borgo di Monopoli, che tratta della recente enciclica di papa Bergoglio. Buona lettura.

 

§§§

“FRATELLI TUTTI”

 Manifesto globalista politicamente corretto

“Fratelli Tutti”, impone la domanda: si può vivere il valore del bene comune con tutti gli dei del mondo per una convivenza pacifica?

Non è facile dare risposta, perché il tema della fraternità come bene comune, è un tema complesso sebbene di disarmante semplicità che fa capo alla medicina della medicina: l’Amore! Il punto è: quale Amore ci rende liberi, ci rende fratelli e sorelle, ci rende la dignità umana salvaguardata?

 

L’enciclica di Papa Francesco firmata ad Assisi il 3 ottobre scorso, più che provenire dal capo del corpo mistico di Cristo, proviene piuttosto da un eminente esponente politico dell’ONU. Afferma che la fraternità universale si conseguirebbe insieme agli altri dei. L’ enciclica è un manifesto sociopolitico attraverso cui sviluppa temi etici che annacquerebbero la Trinità e ripiegherebbe Gesù Cristo ad un ecumenista spicciolo.

La domanda sorge spontanea: tutti gli dei sono uguali a Dio – Padre di Gesù Cristo?

L’enciclica avanza l’idea che per combattere il male nel mondo è necessaria la convivenza fra le religioni e fra i popoli. Si prefigurerebbe, secondo il mio modesto parere, una poltiglia, in cui tutto si mescola, finendo per non realizzare nessuna identità. C’è il sospetto che questo sacro documento voglia far passare Gesù Cristo, declassandolo a profeta, un Budda, un Maometto, uno dei tanti sani illuminati della storia dell’uomo. Sarebbe poi un controsenso alla prima lettura di domenica 18 ottobre: “Dal libro del profeta Isaia”: “(…) Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è dio … Io sono il Signore, non ce n’è altri”.

 

Sui migranti papa Francesco fa un’analisi della carità che ristora, (sì), i cuori e dà senso del perché dell’accoglienza e dell’integrazione, ma allo stesso tempo afferma che provocano alterazioni al tessuto sociale e che bisogna aiutarli nel loro paese (v. punto 38). Il fenomeno dei migranti è complesso dentro il quale c’è tanto sporco interesse. (vedi Cina, Francia, Gran Bretagna con le loro egemonie nel continente nero).  Ritorno al punto: quale Amore?

 

Nell’Enciclica non si trova scritto, a chiare lettere, e non sullo sfondo, che la salvezza proviene solo dall’Amore di Cristo che ha portato su di sé le nostre miserie fino alla croce. Quel corpo straziato e quel sangue sono segno che quell’Amore è offerto per tutte le sue creature, per ciascun uomo di questo pianeta e non per molti, come si celebra oggi durante l’epiclesi: “Il mio sangue versato per voi e per molti”. Vi è una sostanziale differenza rispetto all’edizione precedente in cui si diceva: “Il mio sangue versato per voi e per tutti”, per dire che Cristo è venuto a comunicare la vita del Padre per tutti, non per molti.

 

“Fratelli Tutti” avrebbe un senso se contemplasse il valore epicletico: “Il mio sangue versato per voi e per tutti”. Se considerassimo la versione “per molti”, che fine fanno gli altri, sono abbandonati da Cristo? Fratelli non di tutti, ma di molti?

 

Se non c’è dunque questo annuncio viene da sé pensare che siamo in presenza di un annacquamento della fede cristiana, posta sullo stesso piano delle altre religioni. Come la mettiamo poi con il primo comandamento della chiesa cattolica: “Non avrai altri Dio all’infuori di me”?

 

“Fratelli Tutti” è un manifesto globalista, politicamente corretto. Il valore della fratellanza universale è coniugato con i valori ontologici, spendibili per un discorso politicamente corretto: dignità umana, diritti umani, amicizia sociale, sussidiarità, etc. etc. Sembra come detto, un’enciclica redatta da un uomo politico, non dal capo del corpo mistico di Cristo. La fratellanza universale la si ottiene come insegna il Vangelo, nel riconoscere la comune paternità di Dio, tramite l’appartenenza all’unica Chiesa, non con l’appiattimento di tutte le religioni declinato nella solidarietà, rispetto ambiente, nel pacifismo. Questo è ideologia, non capo del corpo mistico di Cristo e custode della fede.

“Fratelli Tutti” stride con quanto successo con il card. Becciu e precedentemente con altri prelati cacciati via senza appello. In nome di “Fratelli Tutti”, quantomeno ci si aspettava più misericordia nei confronti di quanti hanno perso l’incarico, sebbene si fossero macchiati di mancanze. Se non c’è unione negli ambienti sacri del Vaticano, dove si decidono le sorti della Chiesa cattolica apostolica romana, come si può parlare di fratellanza?  

Sinceramente mi sarei aspettato di più, perché la fede di cui il Pontefice, come detto, è custode, non può essere annacquata alle logiche del politicamente corretto. Certo gli altri dii sono portatori di luce, di sapienza, di benessere, di ordine, ma la salvezza viene solo da Gesù Cristo, figlio di Dio, seconda persona della Santissima Trinità, che si è incarnato ed è risuscitato e sta con noi per comunicarci la vita del PADRE, fino alla fine dei tempi.

Se non è chiara questa suprema verità, sono in discussione anche i miracoli, che non avrebbero più senso, quelli posti sulla scala più alta della santità. Allora, perché papa Francesco ha firmato l’11 ottobre scorso ad Assisi la santità di Carlo Acutis?

Credo che l’abbia firmata, perché è stato Cristo, il figlio di Dio, che tramite il giovanissimo Carlo ha permesso di guarire un bambino di 6 anni in Brasile, affetto da una malattia congenita al pancreas. E così per i santi del passato. Lo stesso Francesco, una volta in Egitto dal sultano, non andò per annacquare la fede. L’enciclica Fratelli Tutti, invece, ha un’altra narrazione, che Francesco non era andato per fare polemica e imporre la fede in Cristo al sultano.  Del contenuto dell’incontro parlano alcune fonti cristiane, tra cui quelle francescane e la Cronaca d’Ernoul, datata 1227-1229. In entrambe le versioni, Francesco riesce a parlare con il Sultano e ad annunciare la sua fede in Cristo, dichiarando a motivo della sua visita, la salvezza ad Malik al-Kāmil e del suo popolo. Vi è anche un’altra versione quella del racconto del card. Jacques de Vitry, che concorda con la versione della Cronaca d’Ernoul, specialmente riguardante l’attraversata coraggiosa di Francesco e di frate Illuminato. De Vitry racconta “che Francesco partì per il campo del Sultano d’Egitto senza alcuna paura, forte dello scudo della fede”. Il sultano da parte sua venne “convertito alla dolcezza dallo sguardo di quest’uomo di Dio”. Al contrario dell’Ernoul, De Vitry racconta che Francesco non solo si professò cristiano, ma ebbe modo di parlare al Sultano della sua fede in Cristo nel corso di diversi giorni e di essere ascoltato. Un racconto confermato da San Bonaventura. Francesco dunque non è andato ad annacquare la fede.

Lo stesso vale per altri santi: non hanno posto al centro il valore della dignità umana, cui appunto gli uomini del mondo sono per diritto naturale accomunati, ma hanno posto al centro Gesù Cristo, Figlio di Dio, che è la suprema dignità dell’uomo, da cui costruire una terra di fratelli e sorelle.

Fratelli Tutti”, dunque, non può essere declinato con l’ideologia o con l’etica politica, ma mettere al centro Cristo, figlio di Dio nello Spirito Santo. La politica ha il fine di soddisfare i bisogni dei popoli: economici, servizi, finanziari, assistenziali, etc. etc. Ma è solo un corollario, perché l’essenza del bisogno sta all’interno dell’animo umano. Già l’animo.

  • Chi ha in mano la conversione delle anime, conosce il mondo spirituale ed emotivo dell’uomo interiore? Solo Dio di Gesù Cristo sa di cosa ha bisogno l’uomo.
  • Perché, dunque, non è stato posto al centro il Divino Trinitario?

Pur volendomi imporre una riserva alle osservazioni espresse fin qui, la riserva viene spazzata via perché non sta assolutamente in piedi, perché la salvezza proviene solo dal Dio Trinitario.

Conclusione. Con “Fratelli Tutti” la fede ne esce indebolita, Cristo ne esce indebolito, la chiesa ne esce disorientata.

  • Che valore ha ancora la fede?
  • Senza un valore trascendente preciso, come posso incontrare gli altri e quale dignità vivere?

“Fratelli Tutti” avrebbe una forza dirompente se solo i personaggi dell’organizzazione del sistema chiesa si svuotassero dei propri averi (vedi car. Angelo Becciu e prima ancora il card. Tarcisio Bertone, per non citare altre eminenze scoperte dal giornalista, Gianluigi Nuzzi).

Dico questo perché alla scuola di S. Paolo ho imparato che Gesù Cristo annientò sé stesso (exinanivit), per venire incontro agli uomini.

                                                                                                        

Vitantonio MARASCIULO

(borgomensile@libero.it)

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63 commenti

  • Enrico Nippo ha detto:

    Una mia personalissima convinzione è che le parole dividono.

    A che servono (dovrebbero servire) le parole? A comunicare? No. Nel migliore dei casi servono per bisticciare. E nella presente tornata del blog (come già accaduto ripetutamente in passato) ce n’è la prova inconfutabile (ma basta anche aprire la televiaione).

    Il micidiale “parliamone”, cioè il dirompente “dialogo”, ossa il democratico confronto, è la causa del bisticcio secondo il quale, come si dice, c’è chi la vuol cotta e chi la vuol cruda.

    Il tragicomico è che il Tizio di turno si appella addirittura alla Sacra Scrittura per affermare il proprio pensiero CONTRO il pensiero di Caio che, da parte sua, fa esattamente lo stesso. Non di rado, inoltre, interviene col medesimo metodo, anche Sempronio, cosicché la confusione raggiunge la sua perfezione.
    Gira che ti rigira, ognuno la vede a modo suo e … addio verità.

    Ed il fatto che due o più interlocutori si trovino eventualmente d’accordo su di un singolo argomento non cambia la faccenda, poiché se continuassero a “comunicare” anche coloro che si trovano (momentaneamente) d’accordo finirebbero per trovarsi su sponde opposte. E’ matematico.

    Mi sa che la verità non esiste …😜

  • MARIO ha detto:

    Da “Nostra aetate” (1965):

    5. FRATELLANZA UNIVERSALE.
    Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini,
    se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli
    uomini che sono creati ad immagine di Dio. L’atteggiamento
    dell’uomo verso Dio Padre e quello dell’uomo verso gli altri
    uomini suoi fratelli sono talmente connessi che la Scrittura dice:
    « Chi non ama, non conosce Dio » (1 Gv 4,8).

    • newman ha detto:

      @ Mario (24.11.2020 / 00:57)
      Perché citare un documento conciliare quando si puó citare il secondo Comandamento?

      • MARIO ha detto:

        Perché i documenti del Concilio sono Magistero autentico, a differenza delle opinioni soggettive e delle acrobazie dialettiche (con centinaia di paginate inutili) di sedicenti o improvvisati teologi.
        I quali spesso e volentieri violano proprio il secondo Comandamento (Non nominare il nome di Dio invano), strumentalizzando il Nome e la Parola di Dio per i propri interessi. Peccato gravissimo…

        • newman ha detto:

          @ Mario (24.11.2020 / 12:31)
          Non c’é “documento” piú fondamentale dei dieci Comandamenti, a cui Gesú stesso si riferisce.
          “Nostra Aetate”, inoltre, non é nemmeno una “costituzione dogmatica” ma una semplice “declaratio” di un concilio pastorale che non vuol essere dogmatico.
          Basti questo per definire il suo valore “magisteriale”.
          La prossima volta – consiglio d’amico – invece di citare tali documenti conciliari citi semplicemente il Vangelo, anche se ció al giorno d’oggi é andato in disuso, anche per il clero.

          • MARIO ha detto:

            Newman,
            se le fa più piacere le cito anche il Vangelo, per dimostrare la figliolanza “naturale” (ontologica) di tutti gli uomini rispetto a Dio Padre, da non confondersi con figliolanza di “adozione” acquisita con il Battesimo.

            Gesù agli apostoli e discepoli, NON ANCORA BATTEZZATI (tra cui anche Giuda), ha insegnato il “Padre Nostro” e definiva Dio come “Padre vostro celeste”.
            Penso dovrebbe bastare, a meno che non si pensi che gli ebrei (sia buoni che malvagi) non avessero qualche sorta di privilegio particolare per essere considerati i soli parenti di primo grado di Dio Padre.

            Penso anche che se Gesù in persona dovesse tornare oggi sulla terra (parusia?) e potesse rivolgesi all’umanità intera (più che possibile con gli attuali mezzi di comunicazione), userebbe gli stessi termini di 2000 anni fa per pregare e far conoscere Dio Padre.

  • Antonella ha detto:

    Gli altri “dii” non esistono, e non portano un bel nulla della luce, della saggezza, dell’ordine ecc….
    Configurarli in entità rappresentative di valori fondanti per una qualsivoglia base sociale, equivale a divinizzarli proprio come chiederebbe il “politeismo” che si vuole nobilitare a religione culturale, poco importa che proponga il falso, se quel falso potrà integrarsi nel Pantheon delle Religioni e sublimare una particolare visione spirituale del mondo, della natura, dell’uomo, sarà a diritto meritevole di riconoscimento, se non altro per il linguaggio antropologicamente contenuto.
    Siamo al rinnegamento delle verità di fede, portato avanti su base puramente antropologica, sulla base di una operazione ermeneutica di antica data, ormai abbondantemente superata, ma sistematicamente riciclata dai codici massonici che sopravvivovono di archetipi, e dalla teologia della liberazione, che eredita i medesimi criteri ideologici attraverso la prassi marxista di cui continua a celebrare il culto.
    Di questo passo si potranno allineare anche alle sette che rivendicano con la libertà di culto quello satanico, il diritto di sacrificare bambini, difendendo l’aborto…..
    Un diritto che non dispiace all’Ordine Mondiale.
    Siamo alla frutta!
    Non possiamo che contrastare questa vergogna, che offende anche l’ecumenismo malgrado certi errori, per cui si riconferma Pachamama….
    Riaffermiamo con forza il nostro CREDO.

  • antonio cafazzo ha detto:

    Non ho mai amato Hitler. L’ho odiato ma solo perché ero cieco. Ora – però – che ho letto “Fratelli tutti” ho visto la luce e con tutta EVIDENZA ho visto che è un mio fratello perché è un altro FIGLIO di DIO. Ora lo amo… lo amo…

  • Angelo ha detto:

    Siamo TUTTI creati ad immagine e somiglianza di Dio.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Non la faccio lunga. Non mi sembra sia una testimonianza di fratellanza quella di cui sta dando costantemente prova la “famiglia” curiale, specie negli ultimi anni.
    Dunque: … “dicono e non fanno”…
    “Fratelli tutti”… smentita dai fatti, in casa!

  • Maurizio ha detto:

    “… c’è nel mondo un antico ribelle demagogo che penetra nei ritiri più raffinati per porgere la spaventevole novella che tutti gli uomini sono fratelli”

    G.K. Chesterton ,”Il passo strano”.

    P.S. ” e in qualsiasi luogo questo uguagliatore andasse sulla sua triste cavalcatura, Padre Brown sentiva il dovere di seguirlo “.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Ricomincia la solfa dei “figli” che sono “fratelli” perché I “fratelli” sono quelli che hanno un unico Padre?

    Sennonché il Padre ha un Figlio Unigenito che rende veri fratelli soltanto quelli che lo riconoscono, mentre tutti gli altri restano fratellastri perduti nelle mani del Diavolo?

    Quindi Il Cristianesimo sarebbe esclusivo e quindi selezionatore dei veri fratelli? Quindi sarebbe una sorta di razzismo divino?

    Chiedo scusa alle quote rosa: non ho mai nominato “sorelle” e “sorellastre” ma era sottinteso.

    D’altra parte neanche l’ultima enciclica porta nel titolo “sorelle tutte”.

    • newman ha detto:

      @ Enrico Nippo (23. 11. 2020 / 16:31)
      (1) Figli e fratelli. In un altro intervento (Giancarlo Belli,
      23.11.2020/13:13) concordo con Belli nel ritenere che la creaturalitá comune non sia sinonimo di una paternitá comune. Dio creatore puó essere chiamato Padre solo in virtú dell’incardinazione a Cristo avvenuta tramite il battesimo. In senso stretto il non-battezzato é creatura di Dio ma non ancora assurto alla dignitá di figlio e di erede, e ancora sotto il dominio di Satana.
      (2) Fratelli sono quelli che Lo (Cristo) riconoscono.
      Non ha senso illudersi, Cristo é chiarissimo:”Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.
      Chi crederá e sará battezzato sará salvato, ma chi non crederá sará condannato” (Mc 16, 15-16).
      (3) Cristianesimo esclusivo e selezionatore. Se vuole, é proprio cosí, non per colpa del cristianesimo, ma perché ogni uomo e donna é responsabile delle sue azioni, della sua vita, che alla fine saranno giudicate da un Dio giudice giusto.
      Come é nonsense affermare che il giudice penale nella societá civile sia esclusivo e selezionatore quando giudica l’azione imputata ad un cittadino e alla fine lo assolve o gli applica la dovuta pena, cosí é nonsense affermare che il cristianesimo e la sua escatologia siano qualcosa di riprovevole, in quanto “politicamente incorretti” o animati da spirito di vendetta o da cattiveria.
      Che non tutto il genere umano alla fine dei tempi sia salvo é detto esplicitamente in Mt. 25,35-44 e nel testo sopra citato. Questo spiega forse perché il Cristo abbia sparso il suo Sangue non per “tutti” ma solo per “molti”
      (v. Mt 26, 28 ‘peri pollon” / Mc 14,24 ‘uper pollon’), il che riguarda, certo, non l’intenzione salvifica universale di Cristo, bensí la risposta umana all’essere ed operare del Signore.

      • Enrico Nippo ha detto:

        La ringrazio per la risposta.

        Però mi permetta di insistere: TUTTI, coloro che seguono le altre religioni con coerenza (fede e opere) sono destinati alla dannazione?

        Non vuole essere una domanda provocatoria. La questione è di importanza capitale poiché implica la Carità di Cristo che, mi sembra, sia universale.

        • newman ha detto:

          @ Enrico Nippo (24.11.2020 / 24:11)
          Marco 16, 15-16 é molto chiaro. Si tratta di una persona
          che ha ascoltato l’annuncio del Vangelo e si rifiuta di accettarlo e di credere. Gesú dice che costui “sará condannato”.
          Ci si chiede, ma perché? Che colpa ha? Io trovo una sola risposta plausibile, che cioé Dio conceda a tutti coloro cui é dato di ascoltare la Buona Novella la grazia necessaria e sufficiente per credere e la rifiutano. Si tratterebbe allora del cosiddetto “peccato contro lo Spirito Santo” per il quale Gesú dice che non ci sia perdono.
          Il Catechismo della Chiesa Cattolica contempla anche il caso di una persona che sappia che la chiesa cattolica é la vera chiesa di Cristo e la rifiuti. Costui non puó, secondo il CCC, salvarsi.
          Il caso da Lei menzionato, cioé di persone cui il Vangelo non é stato predicato, che seguono i dettami della loro religione e quelli della morale naturale e dell’amore del prossimo specialmente se svantaggiato, ebbene, costoro farebbero parte del vasto stuolo di persone che Karl Rahner chiama i “cristiani anonimi” e che Pio XII nella sua enciclica sul Corpo Mistico di Cristo considera “in qualche modo” orientati e connessi all’azione salvifica di Cristo nel suo Corpo mistico. Tali persone non sarebbero oggetto della “condanna” del Salvatore,
          bensí della sua azione salvifica.

          • stefano raimondo ha detto:

            Caro Newman, la penso come lei su molte cose, però, dobbiamo ammetterlo, ci sono molte incongruenze. A parte che, messa così, sembra più fortunato chi non ha ricevuto il messaggio rispetto a chi lo ha ricevuto ma non lo accetta: a quest’ultimo sarebbe andata meglio se non avesse conosciuto Cristo, non avrebbe cioè avuto la possibilità di escluderlo o di non capirlo. Mi sembra una cosa strampalata, soprattutto se parliamo di un Dio perfetto.

            Ma il problema è appunto il seguente: che colpa ha una persona se ha una determinata psiche e non un’altra? La mia psiche fa sì che io giunga alla conclusione che Dio non c’è: dov’è la colpa? La psiche me l’ha data Dio! Chi se no! E per favore, asteniamoci da argomentazioni quali: “Dio nella sua infinita bontà mi ha lasciato la libertà…”, ma che cavolo di bontà è quella di lasciar decidere uno se bruciare all’inferno per l’eternità? (Che poi non si capisce cosa c’entri la bontà: Dio esaurisce tutto, niente può fuoriuscire da Dio, sarebbe illogico, invece la bontà compenserebbe un “vuoto” di Dio? Lui si “ritrae” perché è buono?) Ma ripeto, il dato principale è che il cervello me lo ha dato Dio, in ultima istanza è Dio che decide.

            E alla fine, questo Dio predisporrebbe tutto questo gioco per cosa? Per far bruciare molti all’inferno? Non poteva astenersi? Se così fosse si tratterebbe solo di un gioco crudele (e non equo nei risultati finali, considerata la pena sproporzionata, costituzionalmente illegittima). 🙂

          • Enrico Nippo ha detto:

            Catechismo della Chiesa cattolica:

            176 La fede è un’adesione personale di tutto l’uomo a Dio che si rivela. Comporta un’adesione dell’intelligenza e della volontà alla Rivelazione che Dio ha fatto di sé attraverso le sue opere e le sue parole.

            179 La fede è un dono soprannaturale di Dio. Per credere, l’uomo ha bisogno degli aiuti interiori dello Spirito Santo.

            Questo, nel buddhismo rinzai si chiama “koan”, ovvero un quesito che. non può ricevere una risposta o essere compreso dall’intelletto.

            E’ una cosa molto seria. Chi pensa di aver la risposta è fuori strada.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Purtroppo arrivo sempre in ritardo per i miei molti impegni. Credo che qui nessuno metta in dubbio che si diventa veri figli di Dio con il battesimo e quindi solo per Gesù Cristo. Tuttavia non si può negare, e questo si può dedurre direttamente dalla Sacra Scrittura, che c’è anche una figliolanza che si può applicare anche all’umanità. Adamo da Luca nel suo Vangelo viene chiamato “figlio di Dio” (Lc 3,38), e non era stato generato ma creato da Dio e neanche battezzato; sicuramente il figlio minore della parabola del figliol prodigo rappresenta il popolo pagano che nonostante sia vissuto lontano da Dio, resta sempre suo figlio. Anzi è lo stesso Padre della parabola, al figlio maggiore che lo rimproverava, gli dice che il prodigo era suo fratello. Quindi, non c’è niente di male affermare che siamo tutti fratelli. Magari è giusto specificare che ci sono fratellanze diverse: fratelli secondo la natura umana, fratelli di sangue germani o uterini, fratelli in Cristo, fratelli nel sacerdozio …. fratelli massoni… e così via. S. Francesco d’Assisi chiamava fratello il sole, sorella la luna e addirittura anche la morte corporale quando la Sacra Scrittura la chiama “ultimo nemico” (cfr 1 Cor. 15, 26). Per cui fare guerra sul fatto su chi è mio fratello mi sembra solo capzioso. Una cosa è certa che la legge del cristiano è la carità e in quanto tale deve essere indirizzata a tutti: prima per i nostri ( cfr 1 Tm 5,8) e poi per tutti: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” ( Mt 5, 43- 48).
        Però, Dire che Dio è il Padre di tutti è un conto, e un conto è dire che tutti i figli di Dio in quanto tali si salvino. La salvezza avviene solo ed esclusivamente PER e IN Gesù Cristo. Chi rifiuta Gesù Cristo e vive contro la sua legge si danna. Che Gesù Cristo sia morto per TUTTI e non per alcuni è una verità biblica: “Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù,che ha dato se stesso in riscatto per TUTTI” (1 Tm 2, 5-7); “Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su TUTTI gli uomini la giustificazione che dà vita.” ( (Rm 5,18); “È apparsa infatti la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per TUTTI gli uomini” (Tt, 2,11); “Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di TUTTO il mondo” (1Gv 2, 2). Per cui il Sangue di Cristo versato per “molti” non significa per alcuni. È evidenti che il “per molti” equivale a “per le moltitudini” e quindi “per tutti”. Nonostante il Sangue prezioso di Cristo sia stato versato per tutti e tutti siamo figli di Dio, purtroppo non tutti ci salviamo. Quanti pur essendo battezzati e, quindi, figli di Dio, si trovano all’inferno? “Di quanto maggior castigo allora pensate che sarà ritenuto degno chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell’alleanza dal quale è stato un giorno santificato e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?” (Eb 10,29). E nonostante stiano nella condizione di dannazione restano sempre figli di Dio. Difatti il catechismo ci ha insegnato che ogni battezzato riceve il segno spirituale indelebile, che nemmeno non si cancella nemmeno all’inferno, e viene chiamato “carattere” e, visto che qualcuno vuole il riscontro biblico, il ricco epulone da dannato qual’era viene chiamato da Abramo (Dio) “figlio” (cfr Lc 16, 31). Non si può negare la salvezza a chi senza sua colpa non ha abbracciato la fede cristiana, ma chi è come si salva lo sa solo Nostro Signore Gesù Cristo che è il solo Salvatore.

        • newman ha detto:

          @ Don PP
          Ho sempre parlato di figliolanza in senso stretto.
          Ricorderá dai suoi studi preconciliari (spero) in seminario: “formalissime loquitur divus Thomas”.

  • wisteria ha detto:

    Ho seguito il dibattito sulla fratellanza ecumenica e mi sembra di poter concludere che essere e sentirsi fratelli non sia un punto di partenza bensì di arrivo, e che si attui con la comunanza di fede e cultura. Ovviamente, deve esserci reciprocità.
    Nulla osta, pertanto, a che io mi rifiuti di nutrire sentimenti fraterni verso i terroristi islamici.
    Razzismo, intolleranza, superbia meritocratica?
    Il sig. Mario pretende di essere per forza mio fratello? Grazie, no.
    Caino era fratello di Abele, per davvero, ma Abele fece lo stesso una brutta fine.

    • Enrico Nippo ha detto:

      Ma allora “amate i vostri nemici” che fine fa?

      • wisteria ha detto:

        Le rispondo con una citazione da un film western.: amico…stai lontano da me almeno un palmo.
        Vale a dire: perdono cristiano sì … ma stiano a debita distanza.

        • Enrico Nippo ha detto:

          Beh, mi permetta di essere scettico circa la citazione western, che, per dirla tutta, non sembra molto appropriata.

          Mi sembra che Cristo non abbia tenuto i suoi crocifissori “a debita distanza” anche se, lei sarà d’accordo, non Gli sarebbe stato molto difficile.

          La questione è molto sottile … implica un assetto interiore assai speciale e fuori della portata dell’uomo comune.

          • wisteria ha detto:

            Da uomo comune, appunto, ribadisco che non ho il dovere di lasciarmi “crocifiggere”da persone o ideologie che so per certo essere nocive, e pertanto non riconosco come miei fratelli i terroristi musulmani, tanto per fare un esempio, né chiunque sia ostile alla mia cultura e alla mia identità, quali i cattocomunisti chevp questo blog giustamente critica, ecc,. Il perdono cristiano, doveroso ex post, non inficia il mio dovere di essere coerente e prudente ben primavdi ricevere l’offesa. Mi scusi, ma mi sembra cge lacsua saggezza orientale in questo caso le abbia fatto velo, facendole apparire come bersaglio la mia opinione, che è quella di un un cattolico tradizionale, e non di un irriverente mauvais garçon.

          • Enrico Nippo ha detto:

            Mi scuso se le ho dato l’impressione di considerarla un “mauvais garçon”, Però non vedo cosa c’entri la mia “saggezza orientale” con quanto ho affermato. Di più, ogni opinione è “bersaglio” di altre opinioni: è il destino della dialettica. 😊

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    La ragione e il sentimento.
    Dal De Furbacchione (opera inedita del profeta Nostramadeus): è comune fra i persuasori di professione far leva sul sentimento, quando la ragione non riesce più ad essere convincente. Così nascono l’amore per la chiesa, l’amore per i fratelli, per i deboli, gli afflitti, gli ultimi, gli scartati. Il tutto predicato, dall’alto di un trono dorato, da una caricatura di Dio osannata dal mondo profano.

    • MARIO ha detto:

      Naturalmente anche Gesù Cristo era un “Furbacchione” e un “persuasore di professione”.
      Per forza, non li ha scritti mica Lui i Salmi! Poveri noi…

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Egregio Sig. Mario, capisco che lei sia un diversamente intelligente, ma dare una simile interpretazione del mio commento è proprio il massimo della diversità. Ricordi che i Salmi sono Parola di Dio (come si dice oggi) ovvero Sacra Scrittura (come si diceva quando di Dio si aveva rispetto). Anche Gesù pregava con i Salmi, persino sulla Croce! , e nel Nuovo Testamento il libro dei Salmi è quello col maggior numero di citazioni (58 per la precisione) seguito a ruota da Isaia con 53 .
        E per favore, d’ora in poi, mi lasci in pace e le parole di commiserazione (come “poveri noi”) se le tenga per sè. Grazie. S.E.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Guardati dal provare mai nei riguardi dei misantropi quello che essi provano nei confronti degli altri uomini.”

    Marco Aurelio imperatore.

    Chi può dire: ah, io no, io non nutro affatto questo sentimento verso i misantropi, io sono buono! Io si che sto col Signore! Io … io … io …

    E magari giù con una sfilza di citazioni di Sacre Scritture a sostegno.
    😂😂😂

  • Chedisastro ha detto:

    Probabilmente ho capito male, ma sulla questione del “pro multis”mi sembra di leggere qui una interpretazione rovesciata: nella messa in V.O è presente il “pro multis”, mentre in quella attuale si parla di “per tutti”. È certo che Cristo sia venuto e si sia sacrificato per la salvezza di tutti gli uomini, ma quel “per molti” sottintende “per tutti coloro che Lo riconosceranno” e non per chiunque. O mi sbaglio?

    • : ha detto:

      No, non sbaglia, in effetti è una topica colossale.

      E comunque la versione corretta è «per molti» e non «per tutti» anche nel Messale N.O. (dico N.O., non V.O.) nell’edizione tipica latina:

      «… Qui pro vobis et pro multis effundétur in emissiónem peccatórum»

      Del resto non sono le uniche modifiche arbitrarie effettuate nella traduzione italiana del Messale N.O. (ripeto: N.O., non V.O.). Per esempio anche nel “Sanctus”, viene tradotto «il Signore Dio dell’universo» invece che «degli Eserciti» («Dóminus Deus Sábaoth»).
      Da notare che Sabaoth è la «traslitterazione del termine ebraico ṣĕbā’ōt (plur. di ṣābā “esercito”)» (Dalla Trccani online).

      Altra modifica arbitraria (sempre dall’edizione tipica N.O.) è nel «Dómine, non sum dignus», in cui «ut intres sub tectum meum» è diventato: «di partecipare alla tua mensa», cambiando il significato e addirttura il soggetto dell’azione.

      Da notare che le modifiche non sono dal V.O. al N.O., ma dal N.O. al… N.O.

      Da notare ancora che la lingua ufficiale della Chiesa (Latina) è ancora, nonostante tutto, il Latino; quindi se ci sono delle discrepanze tra qualunque documento ufficiale e una sua traduzione, l’errore sta nel documento tradotto; tanto più se si tratta del Messale. Si dirà: ma il Messale tradotto è stato approvato. D’accordo: è stato approvato un Messale contenente errori.

      Infine: Nel 2006 era stato deciso di cambiare l’espressione italiana: «per tutti», errata come anche in altre lingue, ma corretta in altre, in: «per molti», che è quella giusta, e la Congregazione per il Culto Divino aveva mandato una lettera circolare alle Conferenze Episcopali per preparare il popolo alla modifica (o meglio, al ritorno alla versione giusta). La lettera termina così:

      «Le Conferenze episcopali di quei paesi in cui la formula “per tutti” o il relativo equivalente è attualmente in uso sono quindi invitate a intraprendere la catechesi necessaria ai fedeli su questa materia nei prossimi uno o due anni per prepararli all’introduzione di una traduzione precisa in lingua nazionale della formula pro multis (per esempio, “for many”, “per molti”, ecc.) nella prossima traduzione del Messale Romano che i vescovi e la Santa Sede approveranno per l’uso in quei paesi».

      Ovviamente tutto è saltato e si continua a recitare l’orazione errata.

      • : ha detto:

        Mi sono dimenticato di riportare il collegamento, che è il seguente:

        https://www.maranatha.it/MessaleRomano/coverpage.htm

        Bisogna cliccare su: «Lettera della Congregazione per il Culto Divino sulla traduzione di “pro multis” nella Consacrazione del calice ai presidenti delle Conferenze Episcopali Nazionali del Mondo».

        Nel sito del Vaticano non si riesce a reperire tra i documenti della Congregazione per il Culto Divino, e questo, ovviamente , non ci meraviglia.

        • Chedisastro ha detto:

          Quanto alla smania di modifiche stravaganti, che dire di (Atti, 15,28) “…È parso bene allo Spirito Santo e a noi” al posto di “…Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi”? Come se allo Spirito Santo, che è sapienza infinita e verità perfetta, potesse parer bene una cosa o l’altra; o peggio, potesse ondeggiare fra una risoluzione o un’altra. Nel caso che cito il confronto fra le due prospettive mi sembra di abissale differenza.

        • newman ha detto:

          Reperibile é la lettera di Benedetto XVI al presidente della conferenza episcopale tedesca e Arcivescovo di Friburgo- in-Brisgovia del 14 aprile 2012. Benedetto presenta gli argomenti per il “pro multis”, dando alla fine un’interpretazione molto poco convincente dello stesso.

          • : ha detto:

            Non conosco gli argomenti di Benedetto XVI a proposito di «pro multis». Sento solo di dire che, considerando quale uomo di grande cultura e fine teologo è Ratzinger, qualora mi sembrasse poco convincente un suo argomento in quella specifica materia, ciò dipenderebbe da me e non certo da lui.

            Ma non è questo il problema. Che invece consiste nel fatto che nell’edizione tipica (cioè quella latina, da cui sono fatte tutte le traduzioni nelle lingue nazionali) del Messale N.O. è scritto «pro multis». D’altro canto sono le parole pronunciate da Gesù nell’Ultima Cena, quindi nessuno si è inventato niente; né è possibile cambiarle:

            «hic est enim sanguis meus novi testamenti, qui pro multis effunditur in remissionem peccatorum» (Mt 26, 28); similmente in Marco: «Hic est sanguis meus novi testamenti, qui pro multis effunditur» (Mc 14, 24).

            Quindi non ci sono da portare argomenti convincenti, dal momento che le parole sono prese dalla Sacra Scrittura, che il Messale N.O. le ha doverosamente riportate pari pari senza stravolgerle. Stravolta invece è la traduzione in lingua italiana.

            Ribadisco: non si tratta qui di una “novità”, nel Messale N.O. (dove peraltro ce ne sono tante) rispetto al Messale V.O.; perché nel Messale N.O. è riportata la frase corretta, come in quello V.O. Qui si tratta di un errore (ovviamente voluto) nella traduzione italiana dall’edizione tipica del Messale N.O. Non è da dire: il V.O. portava “per molti” (pro multis) e il N.O. “per tutti”. No, perché anche il N.O. porta “per molti” (pro multis); è la traduzione italiana che porta erroneamente “per tutti”. Ma la locuzione valida è quella dell’edizione tipica (latina) del Messale N.O..

            Versato per molti (Mt 26,28; Mc 14,24)

          • newman ha detto:

            @ : (24.11.2020 / 20:58)
            Nel mio posting (24.11.2020 / 15:49) ho scritto:”Benedetto presenta gli argomenti per il “pro multis” dando alla fine un’interpretazione poco convincente dello stesso.”
            Nota bene: “dello stesso”, non “degli stessi”!
            Infatti, arrivato al “pro multis” Benedetto si limita a dire che i “multi” hanno una responsabilitá ben precisa verso gli altri … etc. etc. Benedetto, cioé, si limita ad una parenesi e non si avventura ad ipotizzare la genesi e la natura dei “multi”, degli “eletti”, toccando magari il problema della predestinazione.
            Lei reagisce:”Non conosco gli argomenti di Benedetto XVI a proposito di “pro multis”. Sento solo di dire che, considerando quale uomo di grande cultura e fine teologo é Ratzinger, qualora mi sembrasse poco convincente un suo argomento in quella specifica materia, ció dipenderebbe da me e non certo da lui.”
            Una lettura attenta del mio posting l’avrebbe convinta che io trovo poco convincente non l’argomentazione di Benedetto ma semplicemente la sua interpretazione dei “multi”.
            Un’abbaglio il Suo, che nella vecchia logica si chiama “petitio principii” (ingl. “begging the question”).

          • : ha detto:

            A Newmann,

            Non ho preso alcun abbaglio, anche se mi sono riferito agli «argomenti» sulla “pro multis” invece che «al» “pro multis”. Quello che ho inteso dire è che che se la (o “il”, come preferisce) “pro multis” di Benedetto XVI, con o senza argomenti, non mi convince, conoscendo – dissi – la sua grande cultura generale ed in particolare teologica addebito a me stesso la mancanza di comprensione. Era riferito a me stesso per cui non capisco il motivo per cui si è inalberato. Non metto in dubbio che Lei, invece, dall’alto della sua cultura sia in grado di addebitare a Benedetto XVI il fatto che Lei non è rimasto convinto della «interpretazione» della “pro multis” dello stesso Benedetto XVI. Niente di offensivo, anzi il contrario.

            Tra l’altro questo non era neanche l’argomento, ma solo una piccola nota a margine riguardante me stesso. L’argomento è che l’edizione tipica del Messale N.O., così come quella del Messale V.O., riporta l’espressione «pro multis», tradotto «per molti» e non «per tutti», e non può fare diversamente perché è dal discorso dell’Ultima Cena, preso dalla Sacra Scrittura. A meno che non vogliamo correggere la Bibbia facendoci quindi delle Bibbie personali come i Protestanti.

          • newman ha detto:

            @ : (25.11.2020 / 15:23)
            Ah, : … devo constatare con dolore che Lei non ha ancora capito che nel mio posting del 4.11.2020/15:25) ho criticato (é permesso, no?) non gli argomenti di Ratzinger per il “pro multis”, che accetto pienamente, bensí la sua interpretazione dei “multi” (senza pro), che trovo insufficiente (v. il mio posting del 24.11.2020 / 20:58).
            Lei mi “risponde” ribadendo gli “argomenti” per il “pro multis”, che io non mai messo in discussione, e, come si sul dire, bacchettando la botte per bacchettare l’asino, criticando il fatto che io critichi l’ “interpretazione” dei “multi” fatta da Ratzinger.
            Nella sua “Introduzione al Cristianesimo” ci sono diversi punti criticabilissimi che Ratzinger non ha ancora corretto. Ció dimostra che il bavarese é un grande teologo ma non é infallibile.

          • : ha detto:

            A Newmann,

            ma io l’avevo capito benissimo, tanto è vero che, per accontentarla, ho eliminato gli «argomenti», per riferirmi al semplice «pro multis». E’ Lei che, con mia somma meraviglia, pare non aver capito che quella chiosa era riferita a me stesso (eppure mi sembrava di averlo scritto chiaramente). Così come, ancora con somma meraviglia, mi sembra che non abbia capito che la faccenda del “pro multis” tradotto erroneamente in «per tutti», era il tema di cui si parlava.

            Stia tranquillo, che non è mia intenzione cercare di dissuaderla sulla fallibilità di Benedetto XVI. Non mi viene nulla in tasca, sa?

  • MARIO ha detto:

    L’unica cosa degna di nota è lo sforzo ciclopico messo in campo da certi neo-tradozionalisti, o meglio pseudo-tradizionalisti (teologi, biblisti, filosofi, ideologi, giornalisti, economisti, bancari, bussolari, ecc.), per poter negare l’EVIDENZA, con argomentazioni a dir poco imbarazzanti.
    E l’EVIDENZA è che gli uomini sono tutti figli di un unico Dio Padre e quindi tutti fratelli.
    Punto. Se ne facciano una ragione… anche se contraria ai loro interessi, di qualsivoglia natura essi siano.

    • Giancarlo Belli ha detto:

      Gli uomini sono tutti eguali in dignità perchè tutti egualmente creati ad immagine e somiglianza di Dio. Ma essere figli di Dio è un’altra cosa, è necessario Gesù Cristo e la Sua Chiesa.

      • newman ha detto:

        @ Giancarlo Belli (23.11.2020 / 13:13)
        Concordo che la creaturalitá comune non é semplicemente sinonimo di figliolanza.
        La fratellanza, a questo livello, é da attribuirsi piuttosto alla comune discendenza del genere umano dai progenitori.
        La Sua precisazione é non solo esatta ma anche, da un punto di vista teologico, doverosa: figli di Dio ed eredi si diviene in senso stretto tramite il battesimo, che ci rende membra del corpo mistico di Cristo, che é la chiesa e che ci permette, seguendo l’impulso dello Spirito, di chiamare il Creatore comune “Padre”.
        L’annuncio della buona novella ed il battesimo sono messi da N.S. Gesú Cristo sullo stesso livello come elementi condizionanti di salvezza (Mt 28,19-20).

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Siamo tutti creature viventi in un mondo creato da un unico Creatore. Se poi per esprimere lo stesso concetto diciamo che siamo tutti figli conviventi in un’unica casa e quindi tutti fratelli e figli di uno stesso padre, usiamo un semplice espediente letterario che al concetto non aggiunge alcunchè di nuovo.
      Per cui –> Io , come un sordo , non ascolto
      e come muto non apro la bocca;
      sono come un uomo che non sente e non risponde.
      (Sal 38 (37), 14-15)
      Stammi bene, fratello!

    • mariano ha detto:

      forse non hai capito il vero problema! non provo nemmeno a spiegartelo, perché sarebbe tempo perso.

      • MARIO ha detto:

        @ Giancarlo Belli, S.E. e Mariano.
        Probabilmente voi (e magari foste solo voi…), scienze infuse e ripieni di sapienza divina, la sapete molto più lunga perfino di Benedetto XVI, il quale dice testualmente:
        “Il Dio in cui noi cristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gli uomini, a partire dal quale tutte le persone sono tra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unica famiglia.”
        Ma pur di attaccare il Papa, ogni pretesto è buono.
        Statemi bene, creature viventi (forse)!

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Va bene che sono diversamente giovane, ma un morto che parla non lo sono ancora. Tu intanto gioca al lotto il 47. Chissà che leggere i miei commenti non ti porti fortuna!

    • cattolico ha detto:

      figli di un unico dio che per noi si chiama Gesù che non è yhwh per gli ebrei, allah per i mussulman , marduk per i babilonesi, horus per gli egizi baal,per i cananei, aura mazda,per i persiani,zeus per i greci, giove per i romani. EGLI nella propria unicità, nella pentecoste ha parlato a tutti . gli altri sono credenze come molte altre delle quali é pieno il mondo.

    • newman ha detto:

      @ Mario (23.11.2020 / 12:25)
      Il da Lei stesso riconosciuto “sforzo ciclopico” di “teologi, biblisti, filosofi,” etc. L’avrebbe dovuta incoraggiare ad essere piú prudente nelle Sue affermazioni.
      Che Dio sia non solo Creatore ma anche Padre non é
      per nulla evidente, bensí é una veritá di fede non raggiungibile dalla sola ragione. La filiazione divina e soprannaturale che il cristiano attiene tramite il battesimo é un “mysterium fidei”, e per nulla un’ “Evidenza”, come Lei nella Sua incommensurabile sapienza vorrebbe farci credere.

      • MARIO ha detto:

        Newman,
        mi spiace, ma non aver ancora capito, rispetto a Dio Padre, la differenza tra figliolanza naturale e figliolanza di adozione mi sembra di una gravità assoluta, per le implicazioni che ne conseguono.
        Peggio ancora se si finge di non capire per altri scopi, come nel caso specifico per attaccare il Papa e una sua enciclica. E per farlo si riempiono centinaia di pagine inutili. Peraltro quando il Magistero della Chiesa Cattolica su questo argomento è di semplicità e di una chiarezza lapalissiane.

        • newman ha detto:

          @Mario (24.11.2020 / 20:34)
          Ha la bontá di reagire al mio posting del 24.11.2020/16:03.
          Lei dice che la filiazione divina dell’uomo é EVIDENTE (alla ragione umana, ovviamente). Io lo nego, dicendo che tale filiazione é veritá di fede non raggiungibile dalla sola ragione.
          Lei risponde, che la dottrina cattolica al riguardo é chiarissima …. Ma questo, ovviamente, non é il punto della questione né dimostra l’evidenza del su cui., da Lei affermata.
          La dottrina cattolica espone ció che ci é stato rivelato sulla filiazione divina dell’uomo, e che non é evidente alla ragione umana.
          Lasci perdere, poi, le congiure e i congiurati….

  • Davide S ha detto:

    Che bisogno e che possibilità esiste per una Creatura umana di realizzare la fratellanza universale? In realtà nessuna, ciò è un dato oggettivo, è figlio della limitatezza della creatura umana. Vale, a tal proposito, ricordare il passo evangelico, nel quale, fino a diversa traduzione, si afferma “ama il PROSSIMO tuo come te stesso”. In sintesi l’antropologia del Papa regnante, quindi, anche la rappresentazione di Dio, in base alla relazione simbiotica che lega Creatura al Creatore, sembra incompatibile con quella fondata sull’osservazione empirica della realtà circostante che è la sola compatibile con l’annuncio cristiano che usa il “miracolo”, cioè il fatto naturale inspiegabile, per suggerirci di osservare la realtà e insieme mostrarci l’esistenza di realtà metafisiche, umanamente inspiegabili.

  • Marco Matteucci ha detto:

    APRITE GLI OCCHI E GUARDATE CIÒ CHE ACCADE IN TUTTO IL MONDO, IL MICROCHIP NON È UNA FANTASIA!
    MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO | Luz de Maria, Sabato 21 Novembre 2020

    Un’umanità totalmente cieca, nega il suo Creatore, si allontana dal bene e si è creata un futuro all’altezza della grande superbia che in questo momento la pervade…”

    Se vuoi leggere tutto:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/11/23/aprite-gli-occhi-e-guardate-cio-che-accade-in-tutto-il-mondo-il-microchip-non-e-una-fantasia/

  • Xxx ha detto:

    Tosatti un consiglio spassionato: pensa meno al papa e di più alla f….a sicula. È un consiglio da amico, fidati!

  • Catholicus ha detto:

    Leggo e riporto da un sito cattolico :

    “I campi di concentramento sono già stati costruiti nelle città sotterranee. Questo in base alla testimonianza dell’ing. minerario Philip Schneider, prima del suo assassinio. Città costruite dal nuovo ordine mondiale collegate tra loro da una fitta rete di tunnel suboceanici in cui viaggiano treni ad altissima velocità. Quando sarà il momento, sarà l’esercito stesso a tradurre i dissidenti in questi luoghi!”

    “il “passaporto sanitario” è già una realtà. Per andare in Marocco, serve la certificazione di ricevuta vaccinazione (costo € 150.000 per vaccino cinese). Il vaccino cinese, in Marocco, ora è OBBLIGATORIO.
    In Danimarca la gente si è ribellata all’obbligo vaccinale (di un vaccino in F̲A̲S̲E̲ ̲S̲P̲E̲R̲I̲M̲E̲N̲T̲A̲L̲E̲!!!), in Marocco se la gente si ribella la bastonano. Ora vediamo, tra la Danimarca e il Marocco, l’Italia dove si porrà come grado di democrazia. Io qualche ideina ce l’ho…”

    Ma sono notizie attendibili? La seconda forse si, facile verificarla; quanto alla prima, se fosse confermata sarebbe veramente da incubo: l’Apocalisse in terra!solo un intervento divino ci potrebbe salvare. E niente sarebbe trapelato durante i lavori ? noi saremmo come i tedeschi durante la 2^ guerra mondiale, che dicevano di non sapere dell’esistenze delle camere a gas, dei forni crematori…

    • Televisionario ha detto:

      In documentari televisivi hanno fatto vedere alcuni rifugi antiatomici costruiti durante la guerra fredda. Ricordo in modo particolare il rifugio antiatomico del Cremlino e quello americano. Quello del Cremlino era collegato con ferrovia sotterranea alla rete della metropolitana di Mosca. Il rifugio americano mi sembra fosse distante qualche centinaio di km da Washington.
      Sembrava, che, terminata la guerra fredda entrambi fossero stati abbandonati.

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Ora vediamo l’Italia dove si porrà come grado di democrazia”.

      A qualsiasi suo grado la democrazia è una disgrazia.

      “Solo un intervento divino ci potrebbe salvare”: appunto, l’intervento divino non è democratico bensì monarchico.

      W il RE!

      • antonio cafazzo ha detto:

        Un Re???. Già esiste. Già in azione. Un Monarca assoluto. Sua maestà J.M.B. eletto non dal popolo ma da vassalli baciamano, con una corte di cicisbei, un intellettuale che gli suona il peana, nessun buffone sincero perché la paura di essere “misericordiati” fa 90, un acclamato, un arruffapopolo, un decisionista, un “giustiziere” di servitori non servizievoli. Un monarca di un regno senza parlamentari e senza sindacati,

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Dico questo perché alla scuola di S. Paolo ho imparato che Gesù Cristo annientò sé stesso (exinanivit), per venire incontro agli uomini”.

    Prendo spunto dal finale per notare che se Cristo annientò se stesso, a maggior ragione l’uomo deve annientarsi in quanto vecchio uomo per poter essere divinamente rigenerato quale uomo nuovo. E questa operazione non può darsi senza un rivolgere lo sguardo a se stessi per un esame quotidiano del proprio comportamento prima di tutto interiore ma subito dopo anche esteriore.

    Occorre pertanto evadere, liberarsi da questo mondo fatto di chiacchiere che distrae in continuazione e guardare a se stessi, laddove si è mancato, laddove ci si è dimenticati del Signore, laddove si è preferito vivere invece di morire … “chi vuol salvare la propria vita la perderà” …

    ASTAGHFIR ULLAH (PERDONAMI O SIGNORE):
    per ogni disattenzione
    per il sorriso e l’ascolto negato
    ASTAGHFIR ULLAH
    per non aver spiccato il volo dell’angelo
    tirato verso la stalla dall’asino
    ASTAGHFIR ULLAH
    per ogni pensiero e parola nobile non espressa
    per ogni silenzio infranto
    per ogni cosa di più e per ogni cosa di meno.
    ASTAGHFIR ULLAH
    per ogni goccia di nettare non goduta
    per ogni amarezza non accettata
    per ogni illusione di passi fatti senza Te
    per aver chiuso gli occhi quando la Luce avanzava
    per ogni dimenticanza della Tua presenza
    ASTAGHFIR ULLAH
    per ogni volta che il battito del cuore
    non proclama la Tua Unità nel Me
    stringendosi per Te
    espandendosi per Te.

    (N. Nuruddin – XV secolo)