GERMANIA. LA PIETRA TOMBALE SULLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA.

4 Novembre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, volentieri rilanciamo questo importante articolo dell’Osservatorio Card. Van Thuan sulla Dottrina sociale della Chiesa, e il commento di Stefano Fontana. Buona lettura. 

§§§

Pubblichiamo la traduzione completa (a cura di Michele Bertolo) del testo di lavoro del Sinodo tedesco e vi aggiungiamo un articolo (di Stefano Fontana) di riflessione secondo la ratio della Dottrina sociale della Chiesa.

 

IL CAMMINO SINODALE

 

Forum sinodale “Vivere in un contesto di buone relazioni – Vivere l’amore nella sessualità e nella relazione di coppia“

Testo di lavoro per le Conferenze regionali del cammino sinodale

del 4 settembre 2020

 

Voto 1: Consideriamo la sessualità dell’essere umano come un regalo di Dio, una forza positiva ed una parte dell’identità personale dell’essere umano.

Vogliamo incitare tutti i battezzati a percorrere un cammino di evangelizzazione di tutta la propria vita. Per la sessualità umana, ciò significa viverla nella sequela di Gesù in una relazione di amore con un altro partner, relazione che sia fondata sulla fedeltà, sulla durevolezza e sulla esclusività.

 

Voto 2: La sessualità umana, vissuta nel rispetto della dignità dell’altro/altra, è una forza espressiva dell’intera persona con corpo e anima, paragonabile al linguaggio umano. Permette di esprimere e di provare con intensità affetto ed amore di coppia.

 

Osserviamo parecchie dimensioni della sessualità: la sessualità vissuta è la sorgente di nuova vita, trasmette identità e rappresenta una forza positiva ed ottimista che rafforza la relazione. Può permettere perfino un’esperienza trascendente dell’amore divino.

 

Osserviamo anche che l’intreccio di queste dimensioni durante la vita e le diverse fasi di una relazione di coppia, provoca una variazione di accento dell’espressione sessuale.

 

2.1: Molteplici esperienze pratiche di vita, nonchè acquisizioni delle scienze umanistiche e della sessuologia medica, mostrano che ciascuna di queste dimensioni si vuole sviluppare e può essere vissuta come portatrice di senso. E’ necessario integrarle nel complesso del proprio comportamento sessuale ed esprimerle in modo responsabile ed amorevole. Una posizione preminente spetta soltanto all’amore ed al rispetto vicendevole. L’apertura alla trasmissione della vita non è determinante per ciascun singolo atto, ma va piuttosto affermata nello sviluppo complessivo di un rapporto di coppia intrapreso con dedizione e fondato sulla durevolezza.

 

Alternativa al voto 2.1: Riteniamo che le diverse dimensioni della sessualità si possono certamente realizzare in forme sempre nuove e tuttavia non possono essere separate le une dalle altre. Sono soprattutto l’amore vicendevole e l’apertura alla trasmissione della vita che danno all’atto sessuale il suo proprio senso autentico essenziale.

 

 

 

Voto 3: La fecondità va intesa in un senso più ampio della facoltà, possibile solo nell’unione sessuale di una donna con un uomo, di generare una nuova vita. Allarghiamo il concetto di fecondità oltre l’apertura ad una nuova vita ed assegnamo alla fecondità di ciascun essere umano anche una dimensione sociale e personale. Anche coppie dello stesso sesso ad altri tipi di coppia che non possono generare una nuova vita portano in sè il potenziale per una vita feconda.

 

Alternativa al voto 3: Per le coppie che hanno figli, la fecondità biologica assume automaticamente anche una dimensione sociale. Inteso in tal senso, anche coppie senza figli possono diventare feconde in un senso sociale.

 

Voto 4: Sosteniamo gli aspetti dell’insegnamento sessuale cattolico che nella vita dei credenti rappresentano importanti valori d’indirizzo: la durevolezza, la fedeltà, l’esclusività nonchè l’armonia fra persone maggiorenni. Disapproviamo e condanniamo la violenza sessuale, i comportamenti violenti ed umilianti nonchè ogni forma di mortificazione. Raccomandiamo che esperienze sessuali di coppia siano sempre inserite nell’ambito di una relazione d’amore.

 

Voto 5: Consideriamo la sessualità un compito dell’essere umano nel contribuire alla creazione. Vogliamo aiutare ogni essere umano a vivere la propria sessualità davanti a Dio in modo coscienzioso, con consapevolezza dalla propria responsabilità e con autodeterminazione. E’ compito della Chiesa accompagnare i fedeli nella formazione della propria coscienza e nelle questioni relative alla condotta di vita ed alla costruzione delle relazioni.

 

Voto 6: La dignità dell’essere umano è inviolabile. Consideriamo l’autodeterminazione personale, fondata su questa dignità e vissuta nella libertà cristianamente intesa, quale principio centrale a fondamento della sessualità dell’essere umano. Ciò implica che gli esseri umani possono dire “No“ ad atti sessuali non voluti e “Sì“ ad una relazione con un/una partner maschile/femminile maggiorenne di propria scelta.

 

Alternativa al voto 6: Riconosciamo nella comunione amorevole, nella fedeltà e nell’apertura alla trasmissione della vita i principi ordinanti centrali a fondamento della sessualità dell’essere umano. Questi includono necessariamente l’incondizionato rispetto della dignità dell’altro essere umano ed il potere di autodeterminazione.

 

Voto 7: Guardiamo alla realtà della vita delle coppie ed evitiamo le idealizzazioni.

 

7.1: Tutti gli esseri umani sono chiamati alla santità: ad essi è affidato il compito di vivere l’amore con la massima perfezione possibile nelle proprie relazioni. Tuttavia, gli esseri umani non sono perfetti ma hanno il compito di crescere sempre più nell’amore e di conformarsi continuamente all’immagine di essere umano che vogliono offrire ai propri occhi, agli occhi del prossimo e agli occhi di Dio.

 

Riconosciamo anche nell’ambito della sessualità questo potenziale di crescita degli esseri umani e consideriamo le loro situazioni di vita quali passi nel cammino verso il raggiungimento dello scopo della propria vita. Nel sostenere questo, prendiamo seriamente la fede nella grazia divina che sa scrivere dritto anche sulle righe storte. E’ necessario accompagnare ogni singola situazione di vita, sottoporla al corretto discernimento ed integrarla nella comunità della Chiesa.

 

Alternativa al voto 7.1: Evitiamo condanne delle situazioni reali della vita che non corrispondono all’attuale insegnamento della Chiesa o al vangelo, ribadiamo tuttavia che la rivelazione divina prevede per le relazioni di coppia fra esseri umani il matrimonio ed una vita all’insegna della fedeltà coniugale.

 

Voto 8: Vediamo nel matrimonio la forma preferita, ma non l’unica, per vivere l’amore e la sessualità all’interno di un rapporto. I valori nominati nel voto 4 sono tuttavia determinanti per tutte le forme di relazione di natura sessuale.

 

Alternativa al voto 8: Consideriamo il matrimonio il luogo previsto da Dio per le relazioni di natura sessuale.

 

Voto 9: Riconosciamo dignità ai diversi orientamenti sessuali ed alle diverse identità sessuali degli esseri umani così come alle relazioni di coppia che siano fondate sulla durevolezza, sulla fedeltà e sulla esclusività.

 

Alternativa al voto 9: Ci dichiariamo a favore del riconoscimento e dell’accoglienza incondizionati di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua orientazione e identità sessuale o dalle sue situazioni concrete di vita o relazionali. Consideriamo tutti gli esseri umani come fratelli e specialmente tutti i battezzati come ovvii membri della Chiesa e siamo alla ricerca di strade per uno stare assieme all’insegna della ragionevolezza e della stima reciproca e per un accompagnamento sulla strada della sequela di Gesù.

 

Voto 10: Ci associamo alla dichiarazione del gruppo di lingua tedesca al sinodo della famiglia dell’ottobre 2015:

 

“E’ specialmente nelle situazioni di angustia che è richiesto l’accompagnamento della Chiesa […]. Qui non si tratta di riconoscere ciò che la Chiesa compie ma anche di ammettere con sincerità ciò che noi come Chiesa ci siamo lasciati sfuggire: in un malinteso sforzo di tenere alto l’insegnamento della Chiesa, si sono mantenute ripetutamente nella pastorale posizioni dure e spietate che hanno arrecato sofferenza a esseri umani, in particolare a madri nubili e a figli nati fuori dal matrimonio, ad esseri umani impegnati in relazioni prematrimoniali o non matrimoniali, ad esseri umani con orientamenti omosessuali e a divorziati e risposati.”

 

Voto 11 / Dichiarazione di assunzione di impegno:

 

Noi [come Chiesa] sappiamo di non poter riparare le ingiustizie commesse. Vogliamo tuttavia percorrere un cammino sincero e visibile di cambiamento e di rinnovamento.

 

11.1: Nella fedeltà all’annuncio dell’amore di Dio portato da Gesù, ci impegnamo nei confronti di tutti gli esseri umani a provvedere ad un’evoluzione dell’insegnamento e della prassi della Chiesa in rapporto alla sessualità umana.

 

Alternativa al voto 11.1: Nella fedeltà all’annuncio dell’amore di Dio portato da Gesù, ci impegnamo nei confronti di tutti gli esseri umani a provvedere ad una riflessione ed approfondimento dell’insegnamento e della prassi della Chiesa in rapporto alla sessualità umana.

 

15 luglio 2020

Traduzione di Michele Bertolo – XX ottobre 2020

***

SINODO TEDESCO : PIETRA TOMBALE SULLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

 

Sul carattere rivoluzionario del sinodo tedesco è già stato scritto molto. Esso non riguarda solo la Chiesa tedesca perché avrà un forte influsso su tutte le Chiese del centro e del nord Europa e trascinerà anche molte Chiese latinoamericane.

 

Le principali novità contenute nei documenti preparatori riguardano la morale sessuale. Il testo preparatorio del 4 settembre 2020, destinato al lavoro delle conferenze regionali, presenta numerose rotture con la morale tradizionale.

 

Prima di tutto viene detto che “l’apertura alla trasmissione della vita non è determinante per ciascun singolo atto, ma va piuttosto affermata nello sviluppo complessivo di un rapporto di coppia intrapreso con dedizione e fondato sulla durevolezza”. Questa impostazione si colloca dentro la dottrina dell’”opzione fondamentale” condannata dalla Veritatis splendor. In altri punti del documento di lavoro si ribadisce l’importanza dell’apertura alla vita, ma il passaggio ora visto ne indebolisce la portata e apre la strada ad eccezioni.

 

In secondo luogo, si legge: “La fecondità va intesa in senso più ampio della facoltà, possibile solo nell’unione sessuale di una donna con un uomo, di generare una nuova vita. Allarghiamo il concetto di fecondità oltre l’apertura ad una nuova vita e assegniamo alla fecondità di ciascun essere umano anche una dimensione sociale e personale. Anche coppie dello stesso sesso e altri tipi di coppia che non possono generare una nuova vita portano in sé il potenziale di una vita feconda”. Queste osservazioni non si limitano alle coppie eterosessuali sterili, ma ad ogni coppia anche omosessuale e legittimano la maternità o paternità “di intenzione” che sta alla base della frantumazione delle figure genitoriali tramite la fecondazione artificiale.

 

In terzo luogo, il documento di lavoro riprende uno dei concetti centrali dell’Esortazione Amoris laetitia, ossia che le leggi morali non sono precetti o ordini ma indicazioni di un ideale rispetto al quale gli uomini si trovano in diverse posizioni a seguito della loro fragilità e debolezza, sicché una situazione un tempo definita di peccato potrebbe invece essere la massima perfezione possibile nelle loro relazioni. Di conseguenza “vediamo nel matrimonio la forma preferita, ma non l’unica, per vivere l’amore e la sessualità all’interno di un rapporto”. I valori determinanti sono indicati nella durevolezza, nella fedeltà, nell’esclusività e nell’armonia (“Riconosciamo dignità ai diversi orientamenti sessuali e alle diverse identità sessuali così come alle relazioni di coppia che siano fondate sulla durevolezza, sulla fedeltà e sulla esclusività”), che sono elementi privi di contenuto e quindi applicabili ad ogni contenuto. Ciò spiega perché la Chiesa oggi si sforzi di aiutare le coppie omosessuali alla fedeltà e non metta più in discussione la liceità morale del contenuto della relazione.

 

Il sinodo tedesco toccherà anche altri temi, ma anche soffermandosi solo su questi si può notare che viene messa una pietra tombale sulla Dottrina sociale della Chiesa. Il tema della sessualità è di fondamentale importanza per essa, in quanto è collegato con il matrimonio, la famiglia, la procreazione, l’educazione. Sulla sessualità si fondano i tre principi non negoziabili della vita, della famiglia e della libertà di educazione. Sulla sessualità si fonda la famiglia intesa come cellula della società, come società naturale e non solo come aggregazione sociale. Sulla esclusività del matrimonio come ambito per un esercizio veramente umano della sessualità, si fonda il significato pubblico e non privato della relazione d’amore tra un uomo e una donna, significato pubblico che non può essere riconosciuto alla coppia omosessuale.

 

La sessualità è l’origine della socialità e della società e tutti i discorsi su questo tema riguardano anche la Dottrina sociale della Chiesa. La privatizzazione dei figli, che consegue ad una completa privatizzazione della sessualità, degrada l’essere umano fin dal primo momento ed è contraddittorio, date queste premesse, pretenderne la valorizzazione in seguito. La società che perde il concetto di dignità della persona nel momento iniziale della procreazione e del corretto uso della sessualità umana è destinata a subire una ferita alle origini impossibile da sanare in seguito. Se si toglie la responsabilità dalla sessualità, come sarà possibile trovarla in altri ambiti successivi della vita sociale? Se, come nel testo dei vescovi tedeschi, si parla di consapevolezza, responsabilità e autodeterminazione solo in senso soggettivistico, non ci sarà più posto per norme pubbliche fondate sul diritto naturale; e la stessa autorità politica sarà vincolata da un indistinto rispetto per un’astratta dignità della persona, da intendersi in modo talmente vago da andare bene per tutte le situazioni di vita.

Possiamo allora dire che il sinodo tedesco potrà porre una pietra tombale sulla Dottrina sociale della Chiesa, perché nega la socialità della società al suo stesso inizio, ossia nella sessualità umana

Stefano Fontana

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22 commenti

  • Antonio ha detto:

    Tante parole per dire una cosa sola: in campo sessuale tutto è permesso. Perché puoi anche condannare la violenza, ma a questo punto è lecito pensare che al prossimo sinodo sarà sdoganata chiedendo scusa per l’ingiusta discriminazione.

  • Sherden ha detto:

    Una domanda (facile): ma se questi padri sinodali teutonici vogliono (di fatto) “fare i protestanti”, cosa aspettano ad andarsene lì armi e bagagli? Cosa li trattiene?

    • Maria Cristina ha detto:

      Potere ,soldi, prestigio. La Chiesa protestante e’ ormai quasi inesistente . I vescovi teutonici vogliono maniere i loro bei arcivescovadi, le loro belle cattedrali, le loro pingui offerte, pur diventando in campo di dottrina sociale uguali ai protestanti.
      Insomma vogliono trasformare la Chiesa cattolica con tutta la sua millenaria istituzione in una chiesa riformata . Chissa’ se i fedeli cattolici tedeschi sarann9 d’ accordo.

      • Sherden ha detto:

        Potere ,soldi, prestigio.

        “Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.”
        (Lc 12, 16-20)

        Poveracci.

  • Busiride ha detto:

    Di fronte a simili deliri che dire? Forza islam, e per due motivi: da un lato ce lo meritiamo tutto come castigo di Dio, dall’altro farà sì che la gente ritorni un po’ con i piedi per terra dopo essersi baloccata con fole per decenni. Triste ma è così. Come diceva già parecchi anni fa un mio amico: “L’Italia deve diventare un califfato, solo così gli italiani ritorneranno cristiani (ovviamente a esclusione dei molti che prontamente apostateranno per motivi di opportunità politica)”.

  • Diego ha detto:

    Il “Testo di lavoro per le Conferenze regionali del cammino sinodale” non ha nulla di cattolico!
    È vero e proprio LETAME ERETICO e come tale deve essere considerato da chiunque si ritenga cattolico.
    Quel documento IGNORA la Sacra Scrittura, il Magistero della Chiesa e ciò che dissero moltissimi Santi, compresi Padri della Chiesa e Dottori della Chiesa.
    Neppure se Bergoglio dovesse approvare tale IMMONDIZIA ERETICALE dalla suprema Cattedra sarebbe lecito dare un assenso a ciò, in quanto IN APERTA CONTRADDIZIONE con la RIVELAZIONE ed il MAGISTERO ORDINARIO ED UNIVERSALE (DEFINITIVO, INFALLIBILE ed IRRIFORMABILE).
    Se Bergoglio dovesse approvare tali OSCENITÀ, dimostrerebbe inequivocabilmente di essere un FALSO PAPA (avrebbe fallito dove, SECONDO IL DOGMA CATTOLICO, un vero Papa è impossibilitato a fallire).

  • Maria Michela Petti ha detto:

    È nell‘ “ossia” della terza osservazione del prof. Fontana il chiarimento che non lascia adito a dubbi sul cambio di rotta in fatto di “leggi morali” degradate a “indicazioni di un ideale”; degli optionals, propizi ad una “massima perfezione possibile” in base alle risposte, nelle date condizioni di umana fragilità, in e a situazioni fuori dagli schemi naturali e tradizionali…
    E…episodi come quello descritto nell’articolo al seguente link non avranno più a verificarsi…
    https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/vice-parroco-papa-eretico-67c01a44-7d7d-476c-b15f-2340a367bb97.html

    • silvano ha detto:

      Purtroppo il prof. Fontana ha una visione molto “particolare” della morale sottesa ad Amoris Laetitia, come attesta questo terzo passaggio insieme ad altri articoli da lui scritti. Se conoscesse meglio i principi della teologia morale probabilmente direbbe cose diverse.

      • Maria Michela Petti ha detto:

        È innegabile che dalla pubblicazione di AL si siano levate voci dissonanti di teologi e non, a partire da alcuni cardinali, che certamente hanno conoscenza approfondita dei principi della teologia morale e non possono essere dichiarati ignoranti in materia.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        L’avverbio “probabilmente” ha poco o nessun significato se non è accompagnato da un “molto” o un “poco” . A mio parere nel caso specifico andrebbe accompagnato da un “assai poco”.

        • Alfredo ha detto:

          Mi pare che il documento del Sinodo sia estremamente aderente alla realtà verso la quale la Chiesa deve orientarsi non perdendo per strada le basi fondanti della sua dottrina. Stiamo fortunatamente andando in quella direzione; l’alternativa è non comprendere il mondo in cui invece la Chiesa deve e dovrà operare.

          • Diego ha detto:

            Quel documento è proprio ciò che lei ha descritto: MODERNISMO ALLO STATO PURO.
            Però i cattolici sanno bene che è il mondo che deve adattarsi alle immutabili leggi divine (contenute nella Sacra Scrittura), non sono Dio e la Chiesa che devono adattarsi al mondo.
            La Chiesa Cattolica NON HA L’AUTORITÀ di aggiungere o togliere peccati, che restano quelli di sempre.
            Ci sarà un “Sinodo”, un “Papa”, una “Chiesa” che apriranno alla sodomia?
            Saranno da considerare allo stesso modo di un “Sinodo”, un “Papa” ed una “Chiesa” che dovessero aprire alla mafia o alla corruzione od alla pedofilia, anch’essi peccati assai diffusi ed ai quali i prelati modernisti aprirebbero subito se dovessero essere LEGALIZZATI.
            Ed anche di quei peccati direbbero che SONO LA MIGLIOR RISPOSTA CHE NELLE CONCRETE SITUAZIONI DELLA VITA alcune persone possono ( e magari devono) dare a Dio.

          • Maria Michela Petti ha detto:

            @ Alfredo,
            « Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». (Mt 24,35)
            In un’intervista, del 15 aprile 2019 a “La Nuova Bussola Quotidiana”, il card. Müller – che più volte ha manifestato il proprio disappunto riguardo al Documento e al cammino intrapreso dai vescovi suoi connazionali – precisò fra l’altro: «Il giudizio “caso per caso” vuole essere una linea della pastorale, ma la pastorale deve avere un fondamento. Si pensa che evitando di dire le cose in modo chiaro si possa evitare di far allontanare la gente dalla Chiesa, ma è totalmente falso sostituire i fondamenti della moralità umana con una presunta e indefinita regola della pastorale. E la Chiesa, soprattutto i vescovi e il Papa, ha l’obbligo da parte di Dio di predicare la verità, anche la verità morale. Questa è l’unica strada».
            Il depositum fidei non è un brogliaccio per astri nascenti alla scuola ed emuli del pifferaio magico… che sempre alla terra tedesca mi riporta…

          • Sherden ha detto:

            “…non perdendo per strada le basi fondanti della sua dottrina…”

            Mi scusi, lei ci è o ci fa? guardi che è proprio di questo che si discute, e che è evidente anche a un ciecosordomuto.

  • Carlo ha detto:

    Grazie prof.Fontana. Aggiungo solo che il Progressismo non considera persone coloro che gli si oppongono e molto presto lo stabilirà anche nelle leggi. Ma con l’aiuto della Sacra Famiglia non crediamo mai.

  • Fabio ha detto:

    La legge Zan è passata
    Cirinnoglio starà esultando

    • Zuzzurellone ha detto:

      In quale delle 2 camere ? O è stata approvata in entrambe ?

    • Enrico Nippo ha detto:

      Cirinnoglio: fantastico!😂😂😂😂😂😂😂😂

      Aggiungiamo Zanoglio! 😂😂😂😂😂😂😂

      Orma anche il detto “siamo alla frutta” è superato.

      Infatti siamo al dopo digestivo: la cloaca! 😈😈😈😈😈

  • Nicola Gizzi ha detto:

    Come é possibile che un vescovo, un sacerdote e un cristiano normale possano affermare tali concetti. Siamo fuori della retta ragione. Dio ha fatto l’uomo e la donna per populare la terra. Questo é il fine della sessuolitá.Oltre siamo in un campo malato.

    • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

      Purtroppo, tali idee circolano nella Chiesa dagli anni Sessanta/Settanta. Fino a Benedetto XVI erano state in qualche modo “trattenute”, ora dilagano. Non dimentichiamoci che molti 70/75enni di oggi sono i sessantottini di ieri, vescovi compresi, e molti 60/65enni di oggi sono gli adolescenti/giovani degli anni ’70, quelli della rivoluzione sessuale ormai vissuta, del divorzio, dell’aborto, della droga, della pornografia. Certo, molti di quelle generazioni sono morti tossicodipendenti, altri si sono pentiti, compreso il nostro dottor Tosatti. Però, per molti adulti “maturi” o anziani di oggi l’imprinting è quello.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Voto 8: Vediamo nel matrimonio la forma preferita, ma non l’unica, per vivere l’amore e la sessualità all’interno di un rapporto.
    Essì che non sono un profeta, ma cosa avevo detto io un paio di giorni fa ? Il vino si può fare anche con l’uva!!!! Così il matrimonio si può fare anche tra un uomo e una donna e celebrarlo in chiesa. E’ permesso!!!!!

    • Maria Cristina ha detto:

      Grazie , come e’ umano lei, dira’ il fedele cattolico fantozziano
      Speriamo che sia anche permesso andare alla Santa Messa dopo che molti a-teologi si sono sperticati in questi mesi di lockdown a dire che non importa andare a Messa, insomma che la Messa domenicale non e’ importante ( meglio fare volontariato) . Speriamo che almeno come il matrimonio fra uomo e donna , sia permessa dalla NeoChiesa !