CRISTINA SICCARDI A DIES IRAE: LA PATOLOGIA DEL MODERNISMO

21 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, con grande piacere condividiamo con voi questa intervista che Cristina Siccardi ha concesso al portale portoghese Dies Irae. Buona lettura. 

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INTERVISTA DI CRISTINA SICCARDI

AL PORTALE CATTOLICO PORTOGHESE DIES IRÆ[1]

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  1. Grazie mille per aver acceduto così cordialmente a questa intervista esclusivamente per il portale cattolico portoghese Dies Iræ. Come e quando ha deciso di scrivere le biografie dei Santi della Chiesa Cattolica e altri libri e articoli eccellenti? Come riesce a coniugare una vita impegnativa come madre di famiglia con la scrittura, la ricerca, la lettura e, persino, l’ispirazione per produrre un’opera letteraria e devozionale molto meritoria?

Nella mia famiglia d’origine si leggevano le vite dei Santi ed era sempre un momento bellissimo e formativo, in seguito ho continuato a leggerle. La mia passione per la Storia mi ha portato a scegliere, dopo il liceo, la facoltà di Lettere e Filosofia con indirizzo storico con un piano di studi ricco di Storia del Cristianesimo e Storia della Chiesa. La mia tesi di laurea, sugli scritti della vandeana Giulia Colbert, marchesa di Barolo, oggi venerabile, venne pubblicata nel 1992 e da allora la passione si è tramutata in professione, è così che sono uscite molte biografie di testimoni del Vangelo e libri-indagine sulla Storia della Chiesa e sull’Arte Sacra, che sono stati tradotti anche in diverse lingue. Quando nacque il primo figlio, mi licenziai, in comune accordo con mio marito, dalla redazione del settimanale cattolico «il nostro tempo» dove lavoravo, in quanto la famiglia viene prima di tutto, se si sceglie questo stato di vita; ma grazie agli strumenti informatici attuali, in questi trent’anni, è stato possibile proseguire nella ricerca, nello studio, nell’attivita editoriale e giornalistica. La Provvidenza, chiaramente, è stata ed è determinante.

  1. Soprattutto dal Pontificato di Giovanni Paolo II, il numero delle beatificazioni e canonizzazioni è cresciuto enormemente e, soprattutto, di processi che sollevano seri dubbi, come quello di Mons. Óscar Romero, beatificato e canonizzato nel pontificato di Papa Francesco, o la possibile beatificazione del controverso Mons. Hélder Pessoa Câmara, ex Arcivescovo di Olinda e Recife, in Brasile, noto promotore del modernismo, in particolare della Teologia della Liberazione. Come vede tutto questo?

Tutto ciò rientra in un contesto che possiamo definire «fenomelogia del modernismo», una patologia della Chiesa iniziata nell’Ottocento e condannata da San Pio X con l’Enciclica Pascendi Domini Grecis, un ‘eresia («scolo di tutte le eresie» venne chiamata da papa Sarto), che pretendeva di assoggettare la Chiesa alle istanze liberali e realitiviste del pensiero secolarizzato; ma la condanna papale non fu sufficiente ad estirparla ed ecco che quelle istanze penetrarono nel Concilio Vaticano II e da cinquant’anni a questa parte la Chiesa è stata rivoluzionata in tutte le sue forme, anche dottrinali e catechetiche, compreso, quindi, l’aspetto agiografico, per cui, in molti casi, si reputano meritevoli di innalzare all’onore degli altari figure politicamente considerate interessanti, a discapito della disamina delle virtù in grando eroico, requisito che è sempre stato considerato essenziale nei processi di beatificazione e canonizzazione.

  1. Nell’anno che segna il centesimo anniversario della morte di Santa Jacinta Marto, sorella di San Francisco Marto e cugina di Suor Lucia, veggenti di Fátima, cosa dobbiamo imparare, oggi, dal suo esempio?

Mentre il mondo combatte una guerra politico-sanitario-economica, innescata dal Covid-19, si celebra il centenario, come Lei ben ricorda, della morte, a dieci anni, di santa Jacinta Marto (Aljustrel, 11 marzo 1910 – Lisbona, 20 febbraio 1920) a causa della pandemia del virus della Spagnola (influenza H1N1), malattia che colpì anche suo fratello Francisco. L’innocente volontà di Jacinta di dedicarsi completamente, dopo le apparizioni di Nostra Signora di Fatima, alla preghiera, alla recita del Santo Rosario, alle penitenze, si completò con il sacrificio della sua stessa vita per i «poveri peccatori», per la Chiesa e per il Papa.  Fino al momento delle apparizioni dell’Angelo del Portogallo (1916) e quelle di Nostra Signora di Fatima (2017), ella era stata una bimba solare, allegra, spensierata, che amava cantare e ballare; poi si trasformò e divenne, come stanno a dimostrare sia le testimonianze che le fotografie che la ritraggono, serissima, solo più dedita alla conversione dei peccatori e a salvare le anime dall’Inferno. Ecco, santa Jacinta insegna ad avere uno sguardo soprannaturale, meno legato al mondo e alle sue miserie, avere un’attenzione verticale e non orizzontale. La santità di Jacinta non è quella da “salotto”, da fraternità mondiale, ma, come tutti i Santi di Dio, incita e sospinge alla conversione della propria anima e della propria vita in nome e per amore di Cristo, unico portatore della Verità e della Salvezza eterna.

Il profilo che Lucia tratteggia della cuginetta è straordinario: è il ritratto dei puri di cuore. «Se sapessero…» ripeteva sempre, pensando agli uomini dei tempi moderni. Sapessero che cosa? «Che gli atti di questa vita terrena hanno una valenza eterna. Questo è il grande problema dell’uomo di oggi: non sapendo più che cosa sta a fare al mondo, cerca affannosamente il senso delle cose, senza mai trovarlo», ha scritto, nel libro Giacinta (Etabeta) il monaco padre Serafino Tognetti dei Figli di Dio.

  1. In un articolo pubblicato, nell’«aprile 2020, su Corrispondenza Romana, ha fatto riferimento al felice aumento – durante il periodo di lockwon causato dal COVID-19 – del numero di sacerdoti che hanno contatti con la Messa Gregoriana e con tutta la liturgia precedente al Concilio Vaticano II. Al contrario, ritiene che l’attuale liturgia, manifestamente vicina ai culti protestanti, educa alla santità?

Il Novus Ordo, come dimostrano seri studi teologici e storici, è stata chiaramente una rivoluzione liturgica – operata in primis da monsignor Annibale Bugnini (1912-1982) – per avvicinare la Messa allo spirito protestante; il risultato è stato tragico: sempre meno fedeli in chiesa, sempre più confusione, sempre meno fede. Il sensus fidei delle anime, sia di chi ha una vocazione sacerdotale o religiosa, sia dei laici, porta in maniera direi naturale e fisiologia alla Santa Messa della Tradizione: è sufficiente assistere ad una Santa Messa in Vetus ordo per accorgersi della sostanziale differenza (come non notare la concentrazione del sacerdote e la concentrazione dei fedeli di fronte al Mistero eucaristico? Persino i bambini piccoli rimangono attenti e in silenzio: è l’effetto della sacralità che si respira nell’aria). È l’intentio liturgica non tradita che rimanda ad una fede autentica, dove gesti, parole, segni e simboli  concorrono a creare una sinfonia religiosa armonica, perfetta nella sua bellezza e integrità, a cominciare dal rivolgere lo sguardo verso Dio e verso il Tabernacolo e non verso l’assemblea (per usare il termine caro al linguaggio cattolico protestantizzato). Nella Messa di sempre al centro c’è solo il Santo Sacrificio dell’altare e nulla più, senza distrazioni antropocentriche.

  1. Più recentemente, precisamente nel Pontificato di Bergoglio, c’è stata una manipolazione della vita e dell’azione di San Francesco d’Assisi. Nell’enciclica Fratelli tutti, Bergoglio pone sullo stesso piano del “poverello d’Assisi” figure come Martin Luther King, Desmond Tutu e Mahatma Gandhi[2]. Secondo Lei, cosa si intende con questo?

Non esisteva per san Francesco fratellanza se non in Cristo Signore. San Francesco parlava, scriveva, predicava, andava in missione per convertire: il suo unico scopo fu quello di vivere in Cristo per portare Cristo alle genti e fece copiose mietiture di anime. San Francesco non può essere messo in relazione né con Martin Luther King, né Desmond Tutu, né con Mahatma Gandhi… Chi oggi parla in nome di san Francesco non vuole convertire, ma affratellare attraverso uno spirito globalista e relativista, dove le religioni sono poste tutte allo stesso livello, senza più considerare la Via indicata dal Figlio di Dio, che è Verità e Vita. Con evidenza plastica e senza ambiguità  siamo di fronte alla mistificazione di una delle personalità della storia della Chiesa più imponenti, così come ho spiegato, con le Fonti Francescane alla mano, e senza nessun’altra interpretazione, nella bioigrafia storico-spirituale San Francesco. Una delle figure più deformate della storia (Sugarco Edizioni).

Ricordo che il titolo dell’enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti, è tratta da una precisa ed esplicita citazione delle sue Ammonizioni: «Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore, che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l’hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione, nella vergogna e nella fame, nell’infermità e nella tentazione e in altre simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna. Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere, e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il raccontarle e predicarle» (VI, 1-3, FF 155). San Francesco, che si definiva «cattolico» (per differenziarsi dalle eresie del suo tempo, in particolare quella catara e quella valdese), che parlava di Santissima Trinità (per non indurre a confusioni con il Dio degli ebrei e l’Allah dei musulmani), che fu il primo ad aver avuto impresse sulla sua carne le piaghe di Nostro Signore, è stato Alter Christus, venuto nel mondo per convertire le anime, pagare personalmente il suo prezzo per i peccatori e restaurare la Chiesa in Cristo.

  1. Infine, vorremmo chiederLe di indirizzare un messaggio ai nostri lettori di lingua portoghese.

Con molto piacere, grazie. La Vostra nazione mi riporta a vicende storiche a me molto care: ai Vostri grandi, coraggiosi e cattolici primi sovrani,  Alfonso I e Mafalda di Savoia, sui quali ho compiuto approfonditi studi, scoprendo che la dinastia Savoia (io sono nata a Torino) è legata a doppio nodo al Portogallo, anche alle apparizioni di Fatima, come ne ho parlato nel libro Fatima e la passione della Chiesa (Sugarco Edizioni) e a novembre di quest’anno uscirà il saggio Casa Savoia e la Chiesa. Una grande, millenaria Storia europea con documenti inediti e un intervento di Re Simeone II di Bulgaria (Sugarco Edizioni), dove anche in questa circostanza ho parlato a lungo dei legami fra il Portogallo e Casa Savoia. Il Signore ha voluto che nasceste in una nazione privilegiata: lì ha vinto il cattolicesimo contro l’Islam, lì è apparsa Nostra Signora di Fatima e lì, come la Madonna ha dichiarato, si «conserverà il dogma della fede…». Proprio per queste divine ragioni son certa che i portoghesi rimasti cattolici saranno fedeli alla Regina del Cielo e concorreranno nel sostenere la Chiesa militante della Tradizione, attraverso la quale non c’è confusione e non c’è apostasia, ma solo certezze di Verità, quella Verità che conduce alla vera pace delle anime, delle famiglie e delle nazioni, proprio come hanno insegnato Gesù, i suoi apostoli e i suoi santi, fra cui Francesco d’Assisi.

[1] www.diesirae.pt

[2] Francesco, Enciclica Fratelli tutti, n. 286, 3 ottobre 2020

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30 commenti

  • After ha detto:

    Sui Savoia non so’ che dire. Le basta porta pia?
    Io sono un po’ polemico, forse e’ sfuggito a molti che il re piccolo e’ stato traslato nel santuario di Mondovi il diritto canonico lo consente?
    Sono quisquilie …ma guardo con sospetto ai Savoia come a Garibaldi e Mazzini. E se per la dott.ssa Siccardi il concilio vaticano II e’ modernista, io sospetto che la patria italiana sia stata fatta dalla massoneria.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Ma quando mai il “modernismo” condannato da S. Pio X sia penetrato nel Vat. II?. Ma non sarebbe il momento di smetterla con queste baggianate. Modernismo, Parola troppo usata, abusata e applicata non correttamente. Pio X non ha condannato una parola, ma un modo di pensare e di operare. Il modernismo può essere inteso in 2 modi: 1. Quello che sottomette la Scrittura, i dogmi e la fede allo storicismo, al soggettivismo, all’ agnosticismo, all’evoluzionismo, all’interpretazionismo, al simbolismo e così via, purtroppo oggi presente in teologi, laici e pastori; 2. Il modernismo inteso come “attenzione della teologia e della vita spirituale nei confronti dell’attualità e del nuovo; un simile modernismo è un fenomeno normale nella storia spirituale e della teologia” (I. Bohm). Se c’è un modernismo da combattere è certamente il primo, e a me sembra che al Vat. II sia da applicare il secondo.
    Per Chi parla di modernismo ereticale nel Vat. II: PER FAVORE, MI SI VUOLE INDICARE E CITARE IN QUALE DOCUMENTO E DOVE SI EVIDENZIA?
    Poi, Addebitare l’allontanamento dalla Chiesa, la confusione e la perdita della fede al Novus Ordo mi pare pretestuoso e totalmente infondato. Il Concilio e la riforma liturgica avvengono in un tempo di cambiamenti repentini causati da un progresso tecnologico ed economico che hanno attirato l’attenzione dell’uomo al mondano. La televisione portava nelle nostre case non il Vangelo e il gusto delle cose del Cielo, ma l’edonismo, la ricerca del benessere a tutti i costi e mentalità anticristiane, magari all’inizio camuffate ma che piano piano si sono imposte. L’esperienza che la Siccardi ha della S. Messa vecchio Rito e che propaganda sarà forse la stessa di quella che vivo io celebrando nel Nuovo Rito. Le esperienze sono personali: c’è chi trova più edificante una e noiosa l’altra e viceversa. Io ero troppo piccolo ed ho dei ricordi vaghi della Messa Vetus Ordo, ma da quelli più anziani di me mi viene detto che mentre il prete celebrava, la gente guardava, non capiva niente, chiacchierava o recitava il rosario. Vuoi chiamare questa Messa partecipata? Il mio carissimo parroco della mia infanzia e gioventù, oggi vescovo emerito, mi raccontava di un mio predecessore che celebrava la Messa in dieci minuti. Altro che concentrazione del sacerdote e dei fedeli, altro che attenzione e silenzio, altro che “fede autentica, dove gesti, parole, segni e simboli  concorrono a creare una sinfonia religiosa armonica, perfetta nella sua bellezza e integrità”. Ripeto quello che ho scritto altrove: Tutto dipende da come si vive il mistero che si celebra. Poi, Non capisco perché Il sacerdote che celebra in “Persona Christi ” non possa rivolgere lo sguardo all’assemblea? Il Sacrificio Eucaristico è offerto al Padre, che sta nei cieli, dal sacerdote anche in nomine Ecclesiae

    • MARIO ha detto:

      Don Pietro Paolo,
      vorrei aggiungere che questa Cristina Siccardi è anche colei che ha “innalzato all’onore degli altari” il devotissimo e pio Matteo Salvini, canonizzandolo non tanto in quanto “sgrana-rosari” (il che forse qualche merito glielo avrebbe acquisito), ma in quanto “bacia-rosari” sulle pubbliche piazze, promotore e celebrante di questo moderno e stravagante rito religioso. Che peraltro gli ha portato una gran fortuna…

      • wisteria ha detto:

        Re: Mario.
        Dunque per lei “questa Siccardi” non vale niente come studiosa ed è pure una iettatrice?
        Bene , devo dire che il modernismo ha ucciso non solo la Chiesa cattolica ma anche il bon ton…

    • FRANCESCOMARIA ha detto:

      Don Pietro Paolo, negare che il Vaticano II ha aperto all’eresia e massoneria,lo disse Papa PaoloVI( il fumo di satana è arrivato alle pantofole del Papa, poi non capisce perchè ha portato a termine la riforma,). Che il Vetus sia una forma più sacrale è fuori di dubbio. Il sacerdote nel Vetus era di fronte al Santissimo e il centro era Cristo e il presbitero solo uno strumento. Nel novus lei volge le spalle al Santissimo, quando c’è in quanto in moltissime chiese è riposto lateralmente, ed èill centro della celebrazione. Che durante la celebrazione, nel vecchio rito, tanti non capendo sgravano il rosario è vero, ma recitare il Santo Rosario durante la Santa Messa era un aiuto alla preghiera del celebrante, ne aumentava la potenza. Perchè come detto dalla Santa Vergine a Fatima, giusto per citarne una, la preghiera del Santo Rosario è molto potente e molto gradita a DIO ( cosa che purtroppo in questa CHIESA è DIMENTICATO).
      Per quanto riguarda, ivece quyeeli che distraggono o chiacchierano, le posso assicurare che ce ne sono molte di più oggi. Pertanto non ci vuole leggere un documento per capire i danni che ha portato il Vaticano II, basta VEDERLE CONSEGUENZE.
      Certo si poteva apportare dei cambiamenti alla celebrazione, tipo celebrare nella lingua locale senza rivoltare tutta la Santa Messa da capo a piedi.
      Ultimo, qualcuno disse, non ricordo chi,:
      “neppure uno iota”(Mt5,18) dovrà essere cambiato
      ” voi siete nel mondo ma del mondo”(Gv17)
      La Chiesa, quella con la C maiuscola, quella per interderci fondata da Gesù Cristo, non segue le mode ma rimane fedele al suo Creatore.
      Le auguro buona lettura della Sacra Scrittura, pace e bene
      Ps: In Gv17 troverà anche per chi è venuto Gesù Cristo e chi sono i suoi fratelli. Non siamo tutti fratelli, come qualcuno dice ereticamente, siamo si tutti creature di Dio ma non fratelli.

      • MARIO ha detto:

        Francescomaria,

        io ho partecipato alle Messe anti Vat.II e le posso assicurare che Don Pietro Paolo ha perfettamente ragione.
        Oltre alle chiacchiere (da fiera o mercato…) degli uomini e i rosari delle donne, mi ricordo qualche vecchio che per tutta la Messa masticava tranquillamente tabacco (forse in segno di ringraziamento per i doni della terra…) e ogni tanto interrompeva bruscamente la masticazione con abbondanti e schifose “scattarrate” gialle per terra.
        Tanto che sulle pareti interne della navata (lato uomini) il Parroco aveva appeso dei cartelli con la scritta “IN CHIESA E’ VIETATO SPUTARE”.
        A quel tempo questi uomini così “devoti” erano solo i vecchi, ma immagino 50 o 100 anni prima…

        In merito allo scandalo del celebrante rivolto al popolo, le ricordo che prima del barocco (e cioè ante 1600-1700) l’altare maggiore e il celebrante erano sempre rivolti verso il popolo.
        Così è sempre stato (fino ad oggi) anche nella Basilica di San Pietro, dove i Papi hanno sempre celebrato la Messa rivolti al popolo; e il tabernacolo era ed è alloggiato nella apposta cappella laterale de Santissimo.

        Stia in pace…

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Francesco maria,
        Dove lo ha letto che il Vat. II ha aperto all’eresia e alla massoneria? Io che letto i documenti e non vi ho trovato niente di quello che lei scrive. Le parole che lei cita di Paolo VI potevano riferirsi a tante cose, compreso lo scisma lefebvriano. Dissento dal suo pensiero che ritiene il Vetus Ordo più sacrale del Novus. La sacralità della Messa consiste nel Sacrificio di Cristo che è di ringraziamento, di lode e adorazione perfetta al Padre. Il sacrificio di Cristo si vive come memoriale sia nel Vecchio come nel Nuovo Rito. Il centro del Nuovo, come quello del Vecchio, è Cristo e il suo sacrificio che si realizza sull’altare. Di conseguenza anche l’altare diventa il centro della Chiesa. I tabernacoli sono i preziosi contenitori dove viene deposta la Ss. Eucarestia non consumata e da prendere per tutte le necessità. La stessa preghiera e adorazione davanti al tabernacolo (cosa lodevole e necessitante) è sconosciuta alla Chiesa primitiva, e la stessa Eucarestia veniva custodita in altre parti della Chiesa e forse anche nelle case. Eppure, anche senza tabernacolo, la Chiesa per tanti secoli ha celebrato la S. Messa. Ribadisco che come oggi, a volte, la gente durante la Messa è. distratta e rumorosa, ieri se non di più, faceva le stesse cose. Al di là dell’importanza della preghiera del Rosario senza la quale non vado a letto e voglio che sia fatta nella mia parrocchia ogni giorno prima della S. Messa, il Rosario non da più potenza alla S. Messa che di per se’ ha una potenza infinita e non ha bisogno di altro. Per quanto riguarda la fratellanza, le citazioni bibliche che lei indica si riferiscono alla fratellanza soprannaturale, ma non si può negare che c’è una fraternità naturale che non è solo quella dei propri familiari, ma di tutti gli uomini perché figli di Adamo. Queste due fraternità di cui parlo non sono invenzioni mie ma dottrina teologica già presente nella Chiesa prima del Vat. II.

  • paolo deotto ha detto:

    Niente altro da dire che: Grande Cristina!

  • Paoletta ha detto:

    OT: Bergy si dice favorevole alle coppie omosessuali, e vorrebbe una legge che le tutelasse. Non si può non pensare a Ratzinger, che aveva detto che le stesse erano un segno dell’Anticristo.

    Per me Bergy è alla ricerca disperata di popolarità dopo la figuraccia epocale dei 20 milioni di sterline sul conto e gli affari sporchi di Becciu. Comunque come cattolici non si può più fare riferimento a un tipo del genere.Stavolta ha veramente gettato la maschera.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Scusate il fuori tema. E’ appena uscita una notizia secondo la quale il papa si schiera con parole inequivocabili a favore della famiglia omosessuale, auscipando un intervento legislativo ad hoc.
    Da questo momento spero che il papa goda di lunga vita nel luogo che vorrà scegliere perchè mi sembra assolutamente necessaria la sua sostituzione.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Scrive la sig.a Cristina: “Il Novus Ordo, come dimostrano seri studi teologici e storici, è stata chiaramente una rivoluzione liturgica – operata in primis da monsignor Annibale Bugnini (1912-1982) – per avvicinare la Messa allo spirito protestante; il risultato è stato tragico”.
    Sono cresciuto a pane e Concilio V. II. Il mio parroco, grande uomo ma con le radici nell’800 quindi tradizionalista ad oltranza, ha intrattenuto me e i miei coetanei in decine di “adunanze” (allora si chiamavano così) sui documenti conciliari con spirito quasi entusiasta. Adesso scopro, ma questa è una solfa che viene da lontano, che il concilio, e segnatamente il “Novus Ordo”, è la causa di tutti i mali.
    Allora mi accontento del parere di Papa Benedetto:
    “I problemi della recezione (del concilio) sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. L’una ha causato confusione, l’altra, silenziosamente ma sempre più visibilmente, ha portato e porta frutti” (22/12/2005).

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Un’ ultim’ora. Un “Fuori tema” che ci riporta con i piedi per terra.
    Il “sì” del papa alle coppie gay.
    Viene attraverso un film; un altro su Francesco. Ma non è solo spettacolo cinematografico; è “sostanza”.
    Nell’articolo si legge che il messaggio non è diretto all’Italia e alla sua legislazione, ma al mondo.
    Una domanda sorge spontanea: l’Italia è o non è parte di questo mondo? Bah!!!
    E che vicinanza e accorata partecipazione alla lotta in difesa di “diritti”, che sarebbero calpestati o negati in territori oltre i confini del suo Stato!!!
    Non aggiungo altro… se non che: non sono per negare a chicchessia il rispetto dei diritti umani universalmente riconosciuti. Che siano tutti, proprio tutti e in ogni Stato, Vaticano compreso, quelli da tempo riconosciuti!
    https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2020/10/21/news/coppie-gay-il-si-di-papa-francesco-alle-unioni-civili-1.39443916

  • mons X ha detto:

    Grazie Cristina, vorrei fare un commento al punto 2 , riferito alla canonizzazione di Orscar Romero e quella prevista di Helder Camara.
    Oscar Romero è probabilmente stato una figura contraddittoria per chi non conosce i problemi Latam , ma son certo che fosse ispirato da retta intenzione in quello che ha fatto .. Paolo VI lo aveva disapprovato , con affetto.Romero si riteneva fosse plagiato dai gesuiti .Giovanni Paolo II non lo supportò .Romero fu ucciso mentre celebrava la Messa da un sicario degli squadroni della morte. Per la sua canonizzazione la domanda chiave ( che non ha mai avuto risposte ) è se il suo martirio fosse per ODIUM FIDEI ( come sentenziò nel decreto papa Francesco ) oppure per altre ragioni più politiche .. Il postulatore della sua Causa fu mons. Vincenzo Paglia . I protestanti lo hanno inserito nel loro calendario liturgico.
    Helder Camara era il vescovo delle favelas brasiliane ,precursore della Teologia della Liberazione e protettore dei teologi progressisti in Latam (America Latina ) .I Cristiano Gays lo definirono il Francesco d’Assisi del XX secolo ( pure lui ?) . Per valutare la sua opera riferisco solo il commento che scrisse il suo successore a Vescovo di Recife , Joao Terra , che colpevolizzò la Teologia della Liberazione per la perdita di fede dei cattolici e per il loro passaggio a -sette protestanti – .Scrisse il Vescovo Terra : ” SI E’ INSISTITO TROPPO SUI PROBLEMI MATERIALI E SOCIALI DELLA GENTE , COSì IL POPOLO CHE AVEVA NECESSITà DI SPAZIO RELIGIOSO E’ ANDATO A CERCARLO NEI TEMPLI EVANGELICI ” .Mi pare una riflessione consistente . monsX

  • ettore gotti tedeschi ha detto:

    Bravissima Cristina , ci hai ricordato qualcosa di essenziale che persino molti sacerdoti hanno “dimenticato” , cioè che la LITURGIA E’ SOSTANZA , non solo forma. E’la liturgia che permette la indispensabile PARTECIPAZIONE INTERIORE al mistero della Santa Messa. Forse è anche per questo che è così disprezzata . EGT

  • Alfredo ha detto:

    Alcune affermazioni della dott.ssa Siccardi non sono condivisibili soprattutto sulla disponibilità all’attenzione da parte dei fedeli. Un conto è capire ciò che si ascolta ma non volere fare attenzione, altro è neppure capire ciò che si ascolta. Ultima osservazione: il sito si chiama Dies irae; preferirei un sito intitolato “Il Giorno del Perdono” Buon pomeriggio

    • don Z ha detto:

      temo , caro Alfredo, che questa sua considerazioni sia un pò superficiale, ma non è colpa sua , bensi nostra. Forse per lei è complesso riuscire a “capire ciò che si ascolta” . La messa non si “ascolta” si partecipa .Il messale , di cui lei forse non ha conoscenza, serviva a partecipare con il sacerdote . Oggi non si ascolta, non si fa attenzione , ancor meno si capisce . Si ascoltano solo canti inopportuni che distraggono , omelie spesso sociopolitiche secondo veline Cei , interpretazioni soggettive dei canoni. Ci si meraviglia che le chiese si vuotino ?

      • alfredo ha detto:

        Grazie della opportuna precisazione Don Z; temo che non basterebbe il Messale per partecipare. Cosa mi dice del Dies irae ?
        Cordiali saluti.

        • wisteria ha detto:

          Scusi se mi intrometto,
          Del Dies irae nessuno potrebbe dire niente, se non che prima o poi ci toccherà.
          Come titolo del blog, proporrei: Ci vedremo a Filippi.

  • Federico ha detto:

    Intervista illuminante, come spesso accade quando a parlare è la Dott.ssa Siccardi. I fatti e i concetti esposti nell’articolo vanno fatti conoscere a chi è “ricettivo” perché mettono in luce nessi fondamentali della questione modernismo.
    A volte mi chiedo quanti siano a leggere questo blog, fra coloro che possono incidere. Forse non moltissimi, ma credo più di quanto si immagini. Sursum corda!

    • suor Gertrude ha detto:

      Bravo Federico, riflessione corretta. Ma non dobbiamo sempre preoccuparci dei risultati a breve . StilumCuriae non è un giornaletto online , SC fa formazione, accende il cervello, desta sentimenti , invita all’azione. Il nostro amico, qui sopra , Alfredo auspica un sito titolato “Giorno del perdono” invece di Dies Irae . ma Dies Irae , non significa giorno della vendetta , Dies Irae si riferisce al Giudizio Universale , che spetterà a tutti noi . E il perdono, se ci sarà, sarà meritato , non dovuto , come la teologia rahneriana fa credere . Preparando dannazione non misericordia.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    «Questo è il grande problema dell’uomo di oggi: non sapendo più che cosa sta a fare al mondo, cerca affannosamente il senso delle cose, senza mai trovarlo».
    Si concentrano nella citazione del padre Tognetti la causa e gli effetti della mancata consapevolezza del fine ultimo dell’uomo. Il più “grande problema” che non mi sembra sia solo “dell’uomo di oggi”, ma dell’uomo di ogni tempo, attratto dalla forza di gravità che lo tiene legato alla terra con il corpo, tutt’uno con il suo essere spirituale che però lo trascende.
    A quello che suona come un dilemma: il “vivere nella carne” e il “morire [che è] guadagno” (cfr. Fil 1, 21-26) risponde lo stesso San Paolo: «comportatevi da cittadini degni del Vangelo» (27).
    Con le inquietudini dei nostri giorni – lo stiamo sperimentando tutti, indistintamente: ogni giorno ha la sua pena, e nulla lascia presagire che a breve ne saremo alleggeriti – abbandonarsi alla Provvidenza (cfr. Mt 6. 24-34) nel cercare «prima il regno di Dio e la sua giustizia» richiede un atto di fede senza alcun dubbio straordinario e sincerità di cuore nelle invocazioni per poter sentire la Sua vicinanza.

  • alberto giovanardi ha detto:

    Con l’umiltà e la modestia del cattolico (una volta ci chiamavano “tradizionalisti” ma l’appellativo non ha più senso da quando è andato al potere il NON CATTOLICO Bergoglio), concordo pienamente, tranne che per un particolare: l’Enciclica contro l’Eresia Modernista di San Pio X non si chiama “Pascendi Domini Grecis” (i Greci non c’entrano assolutamente nulla) bensì “Pascendi Domini Gregis”, vale a dire, per chi non conosce il Latino, il GREGGE (ripeto: GREGGE) di Dio.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Alla fine del mondo ci sarà una sola fratellanza: quella soprannaturale dei salvati (che non rinnega la natura umana ma la divinizza) dei figli di Dio. I rinnegati, anche se uomini anch’essi, non saranno affatto fratelli, con buona pace dei buonisti.
    In questo mondo, invece, possiamo considerare una fratellanza universale UMANA e perciò, in se stessa, naturale. Ma è una fratellanza ordinata alla SALVEZZA soprannaturale.
    La fratellanza solo umana è destinata a finire e, anzi, allo stato puro non esiste, perché già in questa vita o si è con Dio o contro.
    Ma in questa vita l’uomo si può convertire, per cui questa fratellanza va vissuta.
    Ma va vissuta come il perdono, che va dato sempre, ma non è detto che vada sempre a buon fine.
    La Bibbia dice di rispondere al male col bene, ma dice anche che questo modo di fare accumula carboni ardenti sul capo dei malvagi che, se NON si convertono, ne subiranno le conseguenze. La giustizia di Dio è INTEGRALE.
    Il pericolo di una fratellanza universale malamente intesa e comunque distaccata dalla comunione con Cristo, è molto pericolosa.
    Un esempio: il Papa ha detto che tutte le religioni sono di pace.
    E’ vero, ma nel senso che l’autentico sentimento religioso è di pace, ma le “religioni” come le intendiamo comunemente, cioè quelle concrete, hanno spesso aspetti ideologici, cosicché possono intendere il concetto di pace in modo diverso, simile, ad esempio, alla “pace romana”, costruita proprio con la guerra.
    Il concetto del Papa è sì giusto, ma deve essere chiaro che quello che la Chiesa propone è un concetto cristiano. Anche umano, ma di un’umanità come l’ha testimoniata Gesù, incorrotta, che perciò non contraddice il cristianesimo.
    Un Papa che pretendesse anche di interpretare il Corano per i cattolici può essere devastante come è devastante l’interpretazione che certi musulmani fanno del Vangelo e della storia della Chiesa alla “luce” del Corano.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “E’ sufficiente assistere ad una Santa Messa in Vetus ordo per accorgersi della sostanziale differenza (come non notare la concentrazione del sacerdote e la concentrazione dei fedeli di fronte al Mistero eucaristico? Persino i bambini piccoli rimangono attenti e in silenzio: è l’effetto della sacralità che si respira nell’aria). È l’intentio liturgica non tradita che rimanda ad una fede autentica, dove gesti, parole, segni e simboli concorrono a creare una sinfonia religiosa armonica, perfetta nella sua bellezza e integrità, a cominciare dal rivolgere lo sguardo verso Dio e verso il Tabernacolo e non verso l’assemblea (per usare il termine caro al linguaggio cattolico protestantizzato). Nella Messa di sempre al centro c’è solo il Santo Sacrificio dell’altare e nulla più, senza distrazioni antropocentriche”.

    Descrizione impeccabile.

    • stefano raimondo ha detto:

      Ciao Enrico. Concordo con la Siccardi e con te nel merito dell’articolo. Mi perdonerà il dott. Tosatti per l’OT, ma volevo chiederti cosa ne pensi dei (possibili) due tipi di “creazione”.

      Mi spiego. In Genesi 1,26 gli Elohim costruiscono un Adamo a loro immagine e somiglianza, invece in Genesi 2,7 Jahvè usa l’argilla e insuffla l’alito della vita, l’uomo diviene un essere vivente. A parte il problema che prima sono gli Elohim e poi Jahvè a compiere l’atto (sia Elohim che Jahvè vengono tradotti con Dio…), come spieghi i due tipi di intervento di Dio? Mi paiono alquanto diversi…

      Rispondi quando (e se) vuoi.

      • Adriana 1 ha detto:

        Stefano Raimondo ,
        en passant , sui “discesi ” di Adamo- e anche no , Bergoglio ha deciso di tagliare la testa …alle pecore “con la faccia da sottaceto ” : anche gli omosex hanno bisogno della famiglia perchè sono tutti ” figli di D-o ” .
        https://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-fornisce-sostegno-legge-unioni-civili-1897927.html/

      • Enrico Nippo ha detto:

        Stefano,

        mi dispiace di non poterti rispondere. Non li so spiegare. Non c’ero né quando operarono gli Elohim né quando operò Jahvè 😊, quindi debbo restare a ciò che è scritto e che è piuttosto criptico (e forse per questo non ha mai attratto il mio interesse).

        Posso solo notare che, riguardo alla “prima” creazione, già il fatto che sia stata una pluralità (Elohim, che sembra sia il plurale di Eloha) a creare un’unità androgina (“maschio e femmina li creò”) mi lascia perplesso e … ignorante. Dico unità androgina perché quel “creavit EOS”, cioè “LI creò” non sembra in linea con quanto scritto riguardo alla “seconda” creazione, che mostra Adamo in quanto individuo unico, anch’esso tutto sommato androgino se è vero che poi la sua “costola”, cioè la sua metà (tzelà in ebraico), Eva, gli verrà tolta e posta dinnanzi. Quindi, io penso, maschio e femmina LO creò, ciò valendo per entrambe le creazioni.

        Con questa mia modestissima elucubrazione spero di non averti confuso le idee!

        Ciao.

        • stefano raimondo ha detto:

          Grazie Enrico per la risposta, hai scritto cose interessanti, in futuro approfondirò la problematica (del resto non sei tenuto ad appassionarti a tutte le tematiche, io faccio questo anche per diversificare un po’, non mi voglio “infognare” troppo con quel che dice Bergoglio…).