VIGANÒ A LIFESITENEWS: È L’ENCICLICA CHE PIACE AL NUOVO ORDINE MONDIALE.

17 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, John Henry Westen, di LifeSiteNews, ha rivolto tre domande all’arcivescovo  Carlo Maria Viganò.L’intervista è apparsa su LifeSiteNews. Buona lettura.

§§§ 

TRE DOMANDE DI JOHN-HENRY WESTEN

A MONS. CARLO MARIA VIGANÒ

Qual è la Sua opinione su Fratelli tutti, in particolare riguardo al silenzio sull’aborto, soprattutto in considerazione di quelle che l’Enciclica definisce «maggiori preoccupazioni» per i politici?

Fratelli tutti, parlando delle sollecitudini che dovrebbero muovere l’azione di un politico, menziona il «fenomeno dell’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato»[1]. Sono tutte piaghe da denunciare, ma che penso siano riconosciute come tali da chiunque. Il punto focale, e molto più importante sotto il profilo morale, del quale l’Enciclica non parla, è l’aborto, oggi tragicamente rivendicato come un diritto.[2]

Questo fragoroso silenzio sul crimine più odioso agli occhi di Dio – poiché è compiuto su una creatura innocente e indifesa privandola della vita – tradisce lo strabismo di questo manifesto ideologico al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Uno strabismo che guarda alle istanze del pensiero unico con prona sudditanza psicologica e all’insegnamento del Vangelo con lo sguardo miope e imbarazzato di chi lo considera improponibile e inattuale.

La dimensione spirituale e trascendente è completamente ignorata, così come la Morale naturale e cattolica. Ma quale fratellanza potrà esservi tra gli uomini, se l’uccidere un innocente non è considerato rilevante? Come si può condannare l’esclusione sociale, tacendo la più criminale esclusione sociale che è quella di un figlio che ha diritto di vivere, di crescere, di essere amato e di amare, di adorare e servire Dio, e avere la vita eterna? A che vale occuparsi del traffico di armi, se ci si può dichiarare “fratelli” di chi smembra un bambino nel ventre materno, di chi gli risucchia il cervello un istante prima del parto? Come si può mettere la fratellanza davanti all’orrore di chi avvelena il malato o l’anziano, privandolo della possibilità di unirsi alla Passione del Signore nella sofferenza? Che rispetto della natura si può invocare, quando si accetta che si possa modificare il sesso delle persone inscritto nei nostri cromosomi, o che si possa considerare famiglia la sterile unione di due uomini o due donne? La furia distruttrice della “madre terra” non vale per quanti, manomettendo la mirabile opera del Creatore, si arrogano il diritto di modificare il dna di piante, animali ed esseri umani?

Fratelli tutti è un’enciclica che non manca solo di Fede: manca di Speranza e di Carità. Nelle sue parole non si sente l’eco della voce del divino Pastore e del Medico delle anime, ma il ringhiare del lupo rapace o il silenzio sordo del mercenario (Gv 10, 10). Non c’è alcun afflato di amore né per Dio né per l’uomo, perché per volere davvero il bene dell’uomo moderno, occorre scuoterlo dall’ipnosi buonista, ecologista, pacifista, ecumenista, globalista. Per voler bene all’uomo peccatore e ribelle, occorre fargli capire che lontano dal suo Creatore e Signore egli finirà per essere schiavo di Satana e di se stesso, e che la sua fratellanza con altri dannati non rimedierà all’inevitabile inimicizia con Dio; che non sarà il mondo, non saranno i filantropi a giudicarlo, ma Nostro Signore, morto sulla Croce anche per lui.

Credo che questa tristissima Fratelli tutti rappresenti, in un certo modo, il vuoto di un cuore avvizzito, di un cieco privo della vista soprannaturale che crede a tentoni di poter dare una risposta che, egli per primo, ignora. So bene che è un’affermazione triste e grave, ma penso che più che interrogarci sull’ortodossia di questo documento, dovremmo chiederci quale sia lo stato di un’anima incapace di provare uno slancio di Carità, di lasciarsi scaldare da un raggio divino in quel tetro grigiore rappresentato dal suo sogno utopico, caduco, chiuso alla Grazia di Dio.

L’introito della Messa di questa domenica suona per noi di monito:

Salus populi ego sum, dicit Dominus: de quacumque tribulatione clamaverint ad me, exaudiam eos: et ero illorum Dominus in perpetuum. Attendite, popule meus, legem meam: inclinate aurem vestram in verba oris mei.[3]

È il Signore la salvezza del suo popolo, che sarà esaudito nella tribolazione a patto che ascolti la Sua legge. Nostro Signore ce lo dice senza mezzi termini: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15, 8). L’utopia della Torre di Babele, per quanto possa aggiornarsi e mostrarsi sotto le nuove apparenze delle Nazioni Unite o del Nuovo Ordine Mondiale, è destinata a crollare pietra su pietra, perché non è fondata sulla testata d’angolo che è Cristo.

«Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro» (Gn 11, 6-7).

Il pacifismo mondialista ed ecumenico di Fratelli tutti prospetta un paradiso in terra che si fonda sul non voler riconoscere la Regalità di Cristo sulle società e sul mondo intero; sul tacere lo scandalo della Croce, considerata elemento “divisivo” anziché unica speranza di salvezza dell’umanità; sul non ricordare che le ingiustizie sociali e il male che sono nel mondo sono effetto del peccato, e che solo conformandosi alla volontà di Dio possiamo sperare nella pace e nella concordia tra gli uomini. Uomini che possono essere fratelli solo in Cristo, riconoscendo la paternità di Dio.

L’Enciclica manca di Speranza, intesa come virtù teologale infusa da Dio nell’anima per la quale desideriamo il Regno dei Cieli e la vita eterna, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della Grazia dello Spirito Santo[4]. Sperare che una fraternità orizzontale possa garantire la pace e la giustizia non ha nulla di soprannaturale, perché non guarda al Regno dei Cieli, non si basa sulle promesse di Cristo e non considera la Grazia divina necessaria, confidando nell’uomo corrotto dal peccato originale e perciò incline al male. Chi alimenta queste false speranze – ad esempio affermando che «non c’è bisogno di credere in Dio per andare in paradiso»[5] – non compie un atto di Carità, al contrario: incoraggia gli empi sulla via del peccato e della perdizione, rendendosi complice della loro dannazione e della loro disperazione. E contraddice le stesse parole del Salvatore: «Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati» (Gv 8, 24).

Aggiungo, con grande dolore, che ultimamente la risposta della Chiesa dinanzi al male, alla morte, alle malattie, alla sofferenza e alle ingiustizie del mondo pare carente, anzi totalmente assente. Come se il Vangelo non avesse nulla da dire all’uomo moderno, o se quello che ha da dire fosse sorpassato e inattuale: «Non voglio vendere ricette che non servono, questa è la realtà».[6] Si gela il sangue nelle vene a leggere queste parole: «Dio è ingiusto? Sì, è stato ingiusto con suo Figlio, l’ha mandato in croce».[7] Non occorre confutare questa affermazione; basta osservare che se si nega che il peccato sia la causa del dolore e della morte che affliggono l’umanità, si finisce inevitabilmente per addossarne la responsabilità a Dio, accusandoLo di essere «ingiusto» e quindi escludendoLo dal proprio orizzonte. Da qui si comprende come il perseguimento della fratellanza umana si trovi compendiato nelle parole del Salmista: «Si sollevarono i re della terra e i principi si radunarono insieme, contro il Signore e contro il suo Messia» (Sal 2, 2).

Così la Chiesa – o meglio: la sua contraffazione che la eclissa quasi completamente – non offre più alcuna risposta cattolica all’uomo disperato e assetato di Verità, ma anzi alimenta lo scandalo del dolore e della sofferenza di cui il peccato è causa, addossandone la responsabilità a Dio e bestemmiandoLo come «ingiusto».

Eccellenza, immagino abbia visto i leader pro-vita negli Stati Uniti implorare i Vescovi di dichiarare apertamente che l’aborto è la questione preminente in queste elezioni presidenziali. Ci sono stati diversi Vescovi che hanno detto esattamente il contrario e ora utilizzano i punti di discussione dell’enciclica di Papa Francesco a sostegno delle loro idee. Cosa suggerisce ai Suoi confratelli Vescovi e ai fedeli?

Il silenzio sull’aborto è un segnale terribile del traviamento spirituale e morale di quella parte della Gerarchia che rinnega la propria missione perché ha rinnegato Cristo. E come nell’aborto la madre uccide il figlio che dovrebbe amare, proteggere e generare alla vita terrena, così nella frode presente, la Chiesa, voluta da Dio per generare alla vita eterna le anime, si trova ad ucciderle spiritualmente nel proprio stesso grembo, a causa del tradimento dei propri Ministri. L’inimicizia dei nemici di Cristo non risparmia la Sua Santissima Madre, la cui divina Maternità è in odio a Satana, perché tramite Lei la Seconda Persona della Santissima Trinità si è fatta uomo per redimerci. Se siamo amici della Beatissima Vergine, i Suoi nemici sono i nostri nemici, secondo quanto ha stabilito il Signore nel Protovangelo: «Io porrò inimicizia fra te e la Donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei» (Gen 3, 15).

Ai miei Confratelli ricordo che sono stati unti con il Sacro Crisma come atleti della Fede, non come spettatori neutrali della lotta tra Dio e l’avversario. Ai pochi, coraggiosi Pastori che levano la voce per difendere i principi inviolabili e non negoziabili che il Signore ha sancito nella Legge naturale prego si aggiungano quanti oggi esitano per timore, per pavidità o per un falso concetto di prudenza. Avete la “grazia di stato” per esser ascoltati dal vostro gregge, che riconosce in voi la voce del divino Pastore (Gv 10, 2-3). Non abbiate paura di proclamare il Vangelo di Cristo, come non ebbero paura di affrontare il martirio gli Apostoli e le schiere di Vescovi loro successori.

Ai fedeli, disorientati dal silenzio di tanti pusillanimi, chiedo di elevare la loro preghiera al Cielo, invocando dal Paraclito quelle grazie che solo lo Spirito Santo può infondere nei cuori induriti e ribelli: Lava quod est sordidum, riga quod est aridum, sana quod est saucium. Flecte quod est rigidum, fove quod est frigidum, rege quod est devium. Offrite i vostri sacrifici, le vostre penitenze, i dolori della malattia per la Chiesa e per i vostri Pastori.

 

Ho intervistato recentemente la moglie dell’ex candidato alla Corte Suprema Robert Bork che ha parlato della mancanza di sostegno della Chiesa per il marito durante le sue scandalose udienze; ha anche accennato al fatto che il suo attacco è stato guidato dal “cattolico” repubblicano Teddy Kennedy. Come valuta gli attacchi che il giudice Barrett sta ricevendo, in particolare a causa della sua fede?

L’odio del mondo, di cui Satana è il principe (Gv 12, 31), è la più evidente sconfessione del sogno utopico di Fratelli Tutti. Non vi può essere fratellanza tra gli uomini, se essa prescinde dalla comune paternità dell’unico vero Dio, Uno e Trino. Coloro che predicano l’uguaglianza e la parità dei diritti finché si tratta di dare cittadinanza all’errore e al vizio, diventano intolleranti non appena vedono messo a rischio il potere usurpato; non appena un politico Cattolico, in nome di quella parità di diritti, vuole testimoniare la propria Fede nel legiferare e nel governare. Così la tanto auspicata fratellanza si realizza solo tra i figli delle tenebre, escludendo necessariamente i figli della luce, o costringendoli a rinnegare la propria identità. Ed è significativo che l’unica declinazione di questa fratellanza sembri essere fondata nel rifiuto di Cristo, mentre è considerata impossibile una vera e santa fraternità nel vincolo della Carità, «nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità» (Ef 4, 24).

Con l’unzione della Confermazione il Cattolico diventa soldato di Cristo: un soldato che non combatte per il suo Re e pensa di allearsi al nemico è un traditore, un rinnegato, un disertore. Siano dunque i politici cattolici e quanti ricoprono incarichi istituzionali, testimoni di Colui che per loro ha versato il proprio Sangue: essi riceveranno non solo le grazie necessarie a svolgere il loro compito nella cosa pubblica, ma saranno di esempio ai loro fratelli e meriteranno il premio eterno, che è l’unica cosa davvero importante. «Te nationum praesides honore tollant publico; colant magistri, judices, leges et artes exprimant»[8].

 

11 Ottobre 2020

Divina Maternità di Maria Ss.ma, Domenica XIX dopo Pentecoste 

 


[1] Discorso all’Organizzazione delle Nazioni Unite, New York, 25 Settembre 2015, AAS 107 (2015), 1039. Citato nell’Enciclica Fratelli tutti, 188.

[2] L’unica menzione indiretta all’aborto è al n. 24 dell’Enciclica, in cui si denunciano le violenze sulle donne, «poi forzate ad abortire», ma senza che l’infanticidio sia condannato in sé.

Il riferimento al nascituro in Fratelli Tutti n. 18 è molto debole e non menziona esplicitamente il termine «aborto». Spendere solo tre parole sul crimine più abominevole che coinvolge milioni di morti ogni anno nel mondo, non cambia l’evidenza che l’enciclica è letteralmente ossessionata dalla solidarietà umana a sostegno dell’agenda globalista. Inoltre, nel contesto della campagna elettorale statunitense (concomitante con la pubblicazione del documento papale), un’esplicita condanna dell’aborto contraddirebbe apertamente il candidato democratico, fortemente favorevole ad esso.

Aggiungo che i riferimenti ai bambini sembrano più rivolti alle famiglie islamiche, in particolare a quelle degli immigrati, che, secondo Bergoglio, rappresentano il futuro demografico dell’Europa.

[3] «Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore: in qualunque calamità mi invocheranno, io li esaudirò, e sarò il loro Signore in perpetuo. Ascolta, o popolo mio, la mia legge: porgi orecchio alle parole della mia bocca». Ps. 77, 1, Dominica XIX post Pentecosten, Introitus.

[4] CCC, 1817.

[5] https://www.independent.co.uk/news/world/europe/pope-francis-assures-atheists-you-don-t-have-believe-god-go-heaven-8810062.html

[6] Il Papa: non c’è una risposta alla morte dei bambini, in: Avvenire, 15 Dicembre 2016 – https://www.avvenire.it/papa/pagine/papa-udienza-al-bambino-gesu

[7] Ibid.

[8] «I capi delle nazioni ti rendano pubblico onore; ti onorino i maestri e i magistrati, le leggi e le arti si facciano tue interpreti», dall’inno Te saeculorum Principem per la festa di Cristo Re.

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13 commenti

  • Gerardo ha detto:

    Signor Tosatti ringrazi a nome mio e dell’amico Pietro l’Arcivescovo Vigano’ che,instancabile e inarrestabile da vero condottiero ,ci conferma nella fede,ci infonde coraggio e cura le nostre ferite.

  • Arthur ha detto:

    Levcave di marmo di Carrara. E nessuna voglia di jihad.

  • Michel Berthoud ha detto:

    Per chi volesse leggere l’enciclica “Fratelli tutti” del “Santo Padre” Bergoglio…
    La potete scaricare qui: https://bit.ly/3dyDbPt
    Buona lettura

  • Virro ha detto:

    Perché non fare una raccolta, come è stato già fatto, per gli insulti dati ai cattolici cosiddetti, da lui, “tradizionalisti” (pace all’anima di Francesco) in un elenco tutte le bestemmie e le eresie dette con la sua voce e sottoscritte nei documenti del magistero, poiché ne va di mezzo la vita eterna?

  • Elton ha detto:

    Nella nuova enciclica mi viene il dubbio che il Papa vuole fondare una nuova Chiesa. Perché per realizzare la nuova fratellanza non è la Chiesa che il Papa Francesco ha in mente, ma sono le Nazioni Unite (l’ha scritto). Non sarà Gesù che conduce al Padre. Poi in giorni odierni non serve neanche un Padre per essere fratelli.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Premetto che non ho letto l’Enciclica. Al netto delle opposte manifestazioni di accoglienza, dal titolo non riesco a non interpretarla come trascrizione conforme agli assiomi caratterizzanti la predicazione di papa Bergoglio, sulla cui validità si esprimeranno al meglio gli storici e, specificatamente, con maggiore competenza, gli storici della Chiesa cattolica.
    Stando alla declinazione insistente, più che nota, la fratellanza mi appare equiparabile ad una cenerentola che potrebbe accorgersi di aver perso la scarpetta dopo aver goduto di una parentesi fuori dall’ordinario.
    Una fratellanza dai connotati indistinti che reclama diritti di cittadinanza in una società in totale confusione… aspettando un Principe che realizzi per la “cenerentola”, rimasta senza quella scarpetta, la possibilità di un percorso di vita autenticamente dignitosa.

  • Gianfranco ha detto:

    Formidabile, ancora una volta!
    Ogni frase è un colpo di maglio. Argomentazioni lucidissime, logica implacabile. Grazie, Monsignore!
    Lei è la dimostrazione che Cristo Gesù non ci lascia privi di guida. Basta attenersi all’aureo precetto: Dai loro frutti li riconoscete.

    • Luca Antonio ha detto:

      Concordo al 100% Gianfranco,
      aggiungendo che non avevo mai sentito denunciare ” Come si può mettere la fratellanza davanti all’orrore di chi avvelena il malato o l’anziano, privandolo della possibilità di unirsi alla Passione del Signore nella sofferenza?”.
      Parole, queste, uniche, talmente contrarie al sentire comune del mondo da essere veramente rivelatrici di un’anima illuminata.

      • Luca Antonio ha detto:

        “Credo che questa tristissima Fratelli tutti rappresenti, in un certo modo, il vuoto di un cuore avvizzito, di un cieco privo della vista soprannaturale che crede a tentoni di poter dare una risposta che, egli per primo, ignora.”
        Nessuno , credo, avrebbbe potuto dire meglio, perfetto ritratto di tutto il pensare e l’agire di questo falso papa.

  • Antonella ha detto:

    Non poteva essere altro che il manifesto ideologico della fratellanza universale, disegno utopico sbandierato nel nome di una religione ecumenica proclamata da quanti hanno fatto di questa utopia la loro ragione di fede, pensando di privare Cristo e la sua Chiesa della trascendenza e sostituendo il suo disegno salvifico con i derivati dei tanti umanesimi promessi dai paradisi pensati senza Dio. In fondo è la sua scimmia che parla, legiferando la morale di comodo in questioni che dovrebbero allarmare le coscienze e con esse le scelte da compiere rispetto ad una vita mortificata nel cuore della sacralità.
    Si può uccidere legittimando la morte e chiamandola “dolce”, come osarono certi prelati subordinati al potere nazista, quando arrivarono a predicare il paradiso di un mondo senza più sofferenza, un “premio” rapidamente raggiunto per quanti nel difetto della propria esistenza avrebbero placato finalmente il dolore del vivere sopprimendolo. I meccanismi non cambiano, sono sempre gli stessi sulla matrice ideologica del male proposto come un bene e nel travestimento dell’ inganno che lascia confondere Dio con gli doli, i pastori con i mercenari, le scelte più infami raggiunte nella ratio di un calcolo freddo, esecutore di nuovi stermini da occultare con tecniche sempre più efficienti e sbrigative.
    Non piace la vita dal suo concepimento a chi ne vuole fabbricare un’altra facendo del suo io l’assoluto nel delirio di onnipotenza che ha progettato di servire.
    E non ci sono altri termini se non quelli chiari e forti formulati da Viganò, che non sceglie il politicamente corretto per segnalare i rischi del nuovo umanesimo colorato di fratellanza e chiama per nome la massoneria che troneggia l’ordine mondiale a cui una parte di Chiesa ha venduto l’anima servendo il suo patto.
    Così parlano i Pastori che hanno a cuore la sua missione, indicando la strada dell’Esodo fuori dalle faraoniche imprese edificate nella sudditanza di uomini schiavi, prigionieri di sogni ipnotici.
    Risuona la voce della Vera Chiesa attraverso queste riflessioni che richiamano gli aspetti più intimi alla sua divina trascendenza, incoraggiando noi a meditarla.

  • Enrico Nippo ha detto:

    “Con l’unzione della Confermazione il Cattolico diventa soldato di Cristo: un soldato che non combatte per il suo Re e pensa di allearsi al nemico è un traditore, un rinnegato, un disertore”.

    Arcaico e nobile linguaggio bellico. Ma oggi incomprensibile ai più.

    • : ha detto:

      dal Catechismo di San Pio X (mai abrogato):

      304. Che cos’è la Cresima o Confermazione?
      La Cresima o Confermazione è il sacramento che ci fa perfetti cristiani e soldati di
      Gesù Cristo, e ce ne imprime il carattere.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Appunto.

        Se non c’è più il Re (parola obosleta) che bisogno c’è del “soldato”, parola abominevole agli occhi dei i fratellisti universalisti misericordisti cattocomunisti che “marciano per la pace”?

        “Santo, Santo, Santo, il Signore Dio degli eserciti”. Gli “eserciti”? Ma vogliamo scherzare? Si dice “Dio dell’universo” (massonico), Viva la pace! (massonica)