LEPANTO, DA OGGI UN ANNO GIUBILARE. C’È DA COMBATTERE ANCORA

7 Ottobre 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il prof. Roberto de Mattei ha pubblicato oggi un video per annunciare la partenza di un anno giubilare che si concluderà l’anno prossimo, il 7 ottobre 2021, 450mo anniversario della battaglia navale che fermò l’invasione ottomana verso occidente; prima tappa di una salvezza politica e culturale che avrebbe trovato la sua conferma definitiva sotto le mura di Vienna una ecolo più tardi, grazie anche e soprattutto alla carica travolgente degli Ussari Alati polacchi di Jan Sobieski. 

Dopo quella vittoria, di cui San Pio V ebbe annuncio miracoloso mentre si stava realizzando a migliaia di chilometri di distanza, alle litanie lauretane fu aggiunta la lode: Auxilium Christianorum. E nello stesso modo, a Venezia, si volle che fosse iscritto il riconoscimento della vittoria non alle armi, ma alla protezione della Vergine.

Pio XII, parlando a un gruppo di politici americani, disse che il 7 ottobre “Un giorno memorabile annali occidente…Un giorno di ringraziamento commemorato nei calendari dalla Chiesa perché le preghiere ordinate dal papa San PIO V contribuirono largamente alla vittoria”.

Da allora passati molto anni: fra un anno 450 anni dalla vittoria di Lepanto. Dice il prof. De Mattei: “Do appuntamento a Roma 7 ottobre 2021 per celebrare insieme quel giorno glorioso per la cristianità”.

Un anno giubilare, dunque: “Allora il nemico era ben chiaro, oggi è più diluito ed è penetrato anche nella Chiesa”. E forse ci vorrebbe un nuovo San Pio V, modello di papa cattolico anche nel XXI secolo. perché la battaglia non è finita, anzi; è diventata diversa, gli avversari sono più fluidi e sfuggenti, ma non meno letali.

Ma guardate il video, è breve e molto interessante.

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35 commenti

  • Rosa ha detto:

    Per chiunque dubiti che Lepanto sia un MIRACOLO, dovrebbe riflettere su questi aspetti:
    1-il luogo della battaglia;
    2-la data della battaglia;
    3-l’ora della battaglia.
    Aiutino: Lepanto è un fiordo, quindi l’inversione termica avviene in modo particolare, benché costante.

    • luca antonio ha detto:

      Rosa, sia gentile, ci dia la soluzione, l’enigma, per come lo ha posto, è intrigante.

  • XXX ha detto:

    Caro Don Pietro Paolo,
    Condivido alcuni punti del tuo commento, ma in ciò che dice rispetto alla perdità dello spirito militante, purtroppo, in grande parte è da attribuire al Concilio stesso. È difficile sapere come applicare un Concilio che c’e bisogno di un’ermeneutica della riforma della continuità. Senza questa ermeneutica l’applicazione del Concilio è impossibile.

    La cosa comincia con il discorso di apertura del Concilio dove potrà leggere Giovanni XXIII parlando dell’aplicazione della misericordia all’errore. Alla fine del Concilio potrà leggere Paolo VI parlando dell’incontro tra la religione del Dio che se è fatto uomo con la religioni dell’uomo che se è fatto Dio. Lotta, combate e anátema contro la religione luciferina non, ma una falsa applicazione della “storia” del buon samaritano. Quando Lucifero ha voluto diventare dio, ha avuto lotta, combatte e espulsione del cielo. Non se tratta più do “così in terra, come nel cielo”. Inoltre ai discorsi di apertura e di chiusura il mondo era uno dei nemici contro il quale la Chiesa militava, ma quando se vuole aggiornare al mondo, suo nemico, non se riconosce la sua vittoria?

    Oggi la Chiesa è divisa in destra, centro e sinistra, come il proprio mondo moderno. La presentazione della divisione tra tradizionalisti alla destra e modernisti alla sinistra è incompleta senza considerarei l luogo dell’autorità in questa divisione. L’autorità sta al centro, guarda la divisione, se è lavata le mani come Ponzio Pilato. Sembra che quanto se può leggere nell’apocalisse è stata scrita per lei:

    “[14]All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi:
    Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: [15]Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! [16]Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. [17]Tu dici: “Sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla”, ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. [18]Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, vesti bianche per coprirti e nascondere la vergognosa tua nudità e collirio per ungerti gli occhi e ricuperare la vista. [19]Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo. Mostrati dunque zelante e ravvediti. [20]Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. [21]Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. [22]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Apocalisse 3, 14-22

    È come Lei ricorda nel suo commento: “Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi” (Mc 3, 24-25). La divisione è stata assorbita con l’aggiornamento al mondo moderno del quale la Chiesa conciliare è l’immagine e somiglianza.
    In questo punto dobbiamo osservare che oggi la divisione più profonda nella Chiesa è trai l Papa e il Collegio dei cardinali (insieme alla Curia Romana). Al tempo di Benedetto XVI se è arrivato a dire che lui era solo “contro la Curia Romana e il mondo” ma guardate i vescovi che sono stati consacrati, e i cardinali che sono stati creati, nei pontificati di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Loro hanno formato un Colegio cardinalizio che ha eletto Jorge Mario Bergoglio. Allora domando:

    Per che cosa milita un cardinale Suenens, um cardinale Martini, un cardinale Lehmann, un cardinale McCarrick, un cardinale Kasper, ecc? Per che cosa milita la Curia Romana?

    Il Motu Proprio Cum Gravissima promulgato del 1962 promulgato da Papa Giovanni XXIII ha stabilito che ogni cardinale deve essere consacrato vescovo. Dopo abbiamo la promulgazione della dottrina della collegialità episcopale, fatta per il Concilio. In questo senso non è assurdo osservare che il Collegio dei cardinale è diventato una sorta di Collegio episcopale permanente che trova la sua forma ativa nella Curia Romana. Se vediamo quello che la Curia ha fatto con Benedetto XVI possiamo costatare tutti i problemi della dottrina del doppio potere nella Chiesa. Proprio come le Conferenze episcopali annullano il potere del Vescovo nella sua diocesi, la Curia romana ha cercato di annullare il potere di Papa Benedetto XVI nel suo pontificato. Oggi la Curia Romana è un Collegio episcopale permanente. Se consideriamo ancora chi ha eletto la Curia che ha bloccato Benedetto XVI, e come il Collegio dei vescovi ama Francesco, sarebbe assurdo dire che nel bloccare Benedetto, e eleggere Francesco, la Curia non ha servito più ai vescovi che al Papa?

    Per finire, “Fratelli tutti-frutti” è il frutto maduro della Gaudium Et Spes* che ha adotato la nuova dottrina del rapporto tra naturale/natura soprannaturale/grazie della Nouvelle Thèologie. In questa dottrina il soprannaturale è contenuto nel naturale e la grazie è dovuta alla natura. Fratelli tutti è anche l’espressione più alta e profonda della tríade massonica “Liberte, egualite e fraternite”. Il Concilio Vaticano II rappresenta l’accettazione della rivoluzione francesa come una nuova rivelazione. È come ha scritto Giovanni Paolo II:

    “Nei documenti del Concilio Vaticano II si può trovare una suggestiva sintesi del rapporto tra cristianesimo e illuminismo ””. Memoria e identità, Giovanni Paolo II

    La cosa più sorprendente dell’enciclica è stata l’assenza di menzione degli incontri di Assisi, perché in tali incontri è che se trova le radice della Dichiariazione di Abu Dabhi e della propria Lettera Enciclica. Gli incontri di Assisi sono l’immagine di che tutte le religione sono volute da dio e della Fratelanza universale!

    * In Gaudium et spes n° 24 si legge che «L’uomo su questa terra è la sola creatura che Dio ha voluto per se stessa (propter seipsam)».
    Durante “l’omelia nella 9a Sessione del Concilio Vaticano II”, il 7 dicembre del 1965, PAPA MONTINI giunse a proclamare: «la religione del Dio che si è fatto uomo s’è incontrata con la religione (perché tale è) dell’uomo che si fa Dio. Cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Tale poteva essere; ma non è avvenuto. […]. Una simpatia immensa verso ogni uomo ha pervaso tutto il Concilio. Dategli merito almeno in questo, voi umanisti moderni, che rifiutate le verità, le quali trascendono la natura delle cose terrestri, e riconoscete il nostro nuovo umanesimo: anche noi, più di tutti, abbiamo il culto dell’uomo». (Cfr. Enchiridion Vaticanum. Documento del Concilio Vaticano II. Testo ufficiale e traduzione italiana, Bologna, Edizioni Dehoniane Bologna, 9a ed., 1971, Discorsi e messaggi, pp. [282-283]).

    KAROL WOJTYLA nel 1976 da cardinale, predicando un ritiro spirituale a Paolo VI e ai suoi collaboratori, pubblicato in italiano sotto il titolo Segno di contraddizione. Meditazioni, (Milano, Vita e Pensiero, 1977), inizia la meditazione “Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo” (cap. XII, pp. 114-122) con Gaudium et spes n.° 22 e asserisce: «il testo conciliare, applicando a sua volta la categoria del mistero all’uomo, spiega il carattere antropologico o perfino antropocentrico della Rivelazione offerta agli uomini in Cristo. Questa Rivelazione è concentrata sull’uomo […]. Il Figlio di Dio, attraverso la sua Incarnazione, si è unito ad ogni uomo, è diventato – come Uomo – uno di noi. […]. Ecco i punti centrali ai quali si potrebbe ridurre l’insegnamento conciliare sull’uomo e sul suo mistero» (pp. 115-116). In breve questo è il succo concentrato dei testi del Vaticano II: culto dell’uomo, panteismo e antropocentrismo idolatrico. Non lo dico io, ma Karol Wojtyla, alla luce di Paolo VI e del Concilio pastorale da lui ultimato, ossia gli interpreti ‘autentici’ del Vaticano II.

    Papa GIOVANNI PAOLO II afferma nella sua seconda enciclica (del 1980) “Dives in misericordia” n.° 1: «Mentre le varie correnti del pensiero umano nel passato e nel presente sono state e continuano ad essere propense a dividere e persino a contrapporre il teocentrismo con l’antropocentrismo, la Chiesa [conciliare, ndr] […] cerca di congiungerli […] in maniera organica e profonda. E questo è uno dei punti fondamentali, e forse il più importante, del magistero dell’ultimo Concilio». Ancora una volta non è l’interpretazione radicale del Concilio, ma è l’insegnamento stesso conciliare ad essere gravemente erroneo”. Mondialismo, Benson, Orwell e il Cardinale Newman, (1ª parte) Benson e “Il Padrone del mondo”, Don Curzio Nitoglia – http://www.doncurzionitoglia.com/mondialismo_benson.htm

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Caro XXX,
      ancora una volta ci incontriamo, anche se su posizioni e vedute diverse. Cercherò di rispondere ai suoi quesiti, forse anche frettolosamente perché non ho molto tempo libero a disposizione.
      Ripeto: non è vero che la perdita dello spirito militante del cattolico è da attribuire al Concilio. La prova evidente la trova in me stesso che, oltre a controbattere lei o qualche altro in questo blog, da sempre ho difeso e combattuto per Cristo e per la sua Chiesa da qualunque parte venisse l’attacco; e, sottolineo, che io sono stato allevato e cresciuto dal Concilio. Ritengo che l’invocato “dialogo” del Concilio sia stato frainteso e qualcuno dialogando ha dimenticato che nel dialogo non si può e non si deve perdere la propria identità, un po’ come sto facendo io con lei: sto dialogando, con Spirito militante, da Cattolico romano. Sostengo che non si può cercare sempre lo scontro con gli altri. Bisogna tendere la mano e, quando l’altro non la vuole, allora si può lasciare perdere: ” annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina” ( 2Tm 4,2). Poi, ci penserà Dio. Il mondo contro cui ha combattuto e combatte la Chiesa è il mondo del peccato e non il mondo creato da Dio. Del resto, l’uomo, anche se decaduto a causa del peccato, non è del tutto corrotto, come invece affermano i protestanti. Ci si può mettere in dialogo con quel “tantino” di bene che troviamo anche nelle culture non cristiane? Non è giusto debilitare l’uso naturale dell’intelligenza e l’opera umana, sarebbe un insulto alla dignità dell’uomo. Credo che il “dialogo” su ciò che ci unisce sia il minimo per una pacifica convivenza che eviti scontri e guerre. I comandamenti, pur essendo Rivelazione di Dio, non sono forse espressione privilegiata della “legge naturale” e accessibile anche alla ragione? Diversamente, che valore avrebbero le nostre lotte contro il pansessualismo, l’aborto, la cosiddetta eutanasia e via dicendo? Avrebbe ragione che ci dice : “noi non crediamo e non siamo cattolici. Perché volete imporci le vostre regole”?
      Caro XXX, generalmente io, in questo blog, ho cercato di tendere la mano almeno alle persone di buona volontà, ma altri invece hanno risposto con metodi che sono poco o per niente cristiani. Il brano dell’Apocalisse alla Chiesa di Laodicea è stato scritto per tutti, per me e anche per lei. Nel caso specifico, non posso applicarlo sicuramente a me come lei fa nei miei confronti . Potrei scegliere tanti passi biblici da applicare a lei, ma non lo faccio. Che cosa ne sa lei di me e dei miei metodi? Se fossi indifferente, non starei qui a risponderle.
      Per che cosa militino i cardinali o gli altri, non mi è dato di rispondere. Lo sa Dio e la propria coscienza. Se il loro frutto è anticristiano si denuncia in un progressivo e prudente giudizio. Per quanto riguarda i rapporti tra il papa e il collegio cardinalizio o le conferenze episcopali e il vescovo diocesano, mi risulta che il papa resta sempre l’autorità suprema della Chiesa e regola anche gli interventi spropositati dei cardinali (vedi la cronaca dei nostri giorni), e i vescovi nelle proprie diocesi possono anche non applicare le decisioni delle conferenze episcopali. Non è vero quindi parlare di doppio potere; semmai, questi collegi o conferenza sono sorti per una maggiore comunione. Non essendo di origine divina, la Chiesa come le ha istituiti, così potrà farne a meno. In ogni caso, il farsi valere Dipende dalla persona del Papa o dalla persona del vescovo diocesano.
      Una nota: Non vede nei vostri discorsi una dicotomia contrastante? Quando vi fa comodo, “difendete” il papa perché quasi soggetto al collegio cardinalizio, e poi quando la cosa vi aggrada siete voi a dirgliene al papa di tutti i colori…..
      Adesso non starò qui a difendere la teologia di De Lubac, che fra l’altro afferma la gratuità del soprannaturale nell’uomo e la chiamata ad esso nello stato naturale dell’uomo. Ma dove vede nella dottrina della Chiesa il soprannaturale nella natura? La grazia è e resta solo un dono di Dio e il desiderio naturale di Dio è insito in ogni uomo. Ora lei mi dirà che Pio XII o qualche altro papa ha detto questo e quest’altro.. e io, prima ancora le ricordo che il papa è infallibile quando parla ex cathedra e che le encicliche sono magistero ordinario e, in quanto tale, possono essere rivedute e perfezionate dai pontefici successivi.
      Il motto “massonico” della rivoluzione francese, “Liberté, Égalité, Fraterniitè “, riporta sostantivi pienamente evangelici che, forse, la Civita Christiana di allora aveva dimenticato. Non vedo perché, anche se li usano per i loro fini i nemici della Chiesa e di Cristo, non dobbiamo usarli noi? Formalmente sono le stesse parole, ma con un ermeneutica diversa.
      La bella espressione che lei riporta della GS. ” l’uomo sulla terra è la sola creatura che Dio ha voluta per se stessa” e di S. G.P. II, “Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo”, dimostrano la grande dignità della creatura uomo rispetto alle altre, create per l’uomo, l’unico essere carnale creato a immagine e somiglianza di Dio. L’ uomo, la cui immagine di Dio gli è stata deformata dal peccato, trova in Cristo Gesù non solo il vero volto di Dio, ma anche il vero uomo. Sono queste frasi, tanto invise da lei, che dimostrano come la dottrina della Chiesa non è passata dal teismo a un puro antropocentrico, ma al Cristocentrismo. Dio è al centro delle religioni ebraico-islamiche, l’uomo lo è nelle filosofie umanistico-luciferine; per la Chiesa Cattolica al centro di ogni cosa c’è Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. Da Lui scaturisce il vero umanesimo, l’umanesimo cristiano: rispetto per ogni uomo, col quale si identifica lo stesso Gesù (cfr Mt 25, 40; La 10, 25-37….); rispetto dell’uomo per il creato, di cui ne è il guardiano, e in cui è presente il Creatore (panenteismo) non panteisticamente. Con tutti gli uomini, aldilà del loro credo, si deve essere solidali e caritatevoli e la carità più grande è portarli a Gesù Cristo, l’unico Salvatore al centro di ogni cosa. Solo In Lui, l’uomo naturale può diventare per Grazia figlio di Dio: “Dio si è fatto uomo, perché l’uomo diventi Dio” (S. Atanasio, L’Incarnazione del Verbo, 54,3).
      Mi scuso per la forma di questo mio intervento, ma non ho tempo di rivederlo. Ogni bene

      • XXX ha detto:

        Caro D. Pietro Paolo,
        Purtroppo anche a me manca il tempo, non sarà possibile risponderti nei prossimi giorni. In qualche modo devo rispondere a questo punto:

        “Caro XXX, generalmente io, in questo blog, ho cercato di tendere la mano almeno alle persone di buona volontà, ma altri invece hanno risposto con metodi che sono poco o per niente cristiani. Il brano dell’Apocalisse alla Chiesa di Laodicea è stato scritto per tutti, per me e anche per lei. Nel caso specifico, non posso applicarlo sicuramente a me come lei fa nei miei confronti . Potrei scegliere tanti passi biblici da applicare a lei, ma non lo faccio. Che cosa ne sa lei di me e dei miei metodi? Se fossi indifferente, non starei qui a risponderle”.

        Comincio la risposta ricordando a Lei l’insegnamento di S. Ignazio di Loyola negli Esecizi spirituali al numero 22:

        “«Ogni buon cristiano deve essere più pronto a salvare la proposizione del prossimo che a condannarla”

        Nel contesto di quanto ho scritto, si doveva considerare l’autorità che ha il potere di cambiare la situazione descritta. Non ho rivolto i versi dell’apocalisse a te. Da quanto lo conosciamo possiamo dire che è caldo.
        Devo fare anche qualcuna osservazione:

        La grande apostasia predetta dall’apostolo avrà luogo nella Chiesa, non sarà una apostasia della Chiesa, perchè Ella mai potrà apostatare. Come lei capisce la grande apostasia?

        1 – Doppio potere nella Chiesa;
        Tutto quanto Lei ha affermato corrisponde alla questione di diritto, nella questione di fatto Benedetto XVI è stato bloccato dalla Curia Romana.
        Risposta alla nota: non esiste uma dicotomia constratante. Sbagliare in una cosa non significa sbagliare in tutte le cose.

        2 – Henri De Lubac
        Il P. Tomas Tyn, mostra gli errori di De Lubac nel testo “La questione del desiderio di vedere Dio e la potenza obbedienziale” che è se può leggere nell’indizzo:
        https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/blog-page_54.html
        Anche il Cardinale Siri confuta la dottrina di De Lubac:
        Il rapporto tra ordine naturale e ordine soprannaturale nella nouvelle théologie, per il Cardinale Siri
        https://pascendidominicigregis.blogspot.com/2012/08/il-rapporto-tra-ordine-naturale-e.html

        3 – “Ripeto: non è vero che la perdita dello spirito militante del cattolico è da attribuire al Concilio. La prova evidente la trova in me stesso che, oltre a controbattere lei o qualche altro in questo blog, da sempre ho difeso e combattuto per Cristo e per la sua Chiesa da qualunque parte venisse l’attacco; e, sottolineo, che io sono stato allevato e cresciuto dal Concilio. Ritengo che l’invocato “dialogo” del Concilio sia stato frainteso e qualcuno dialogando ha dimenticato che nel dialogo non si può e non si deve perdere la propria identità, un po’ come sto facendo io con lei: sto dialogando, con Spirito militante, da Cattolico romano”.

        Anch’io combatto per la Chiesa di Cristo, come combatte Mons. Viganò, Marco Tosatti e altri che commentano in questo blog. Il punto qui è l’autorità della Chiesa. Tutto quanto ho scritto sul discorso di apertura e di chiusura del Concilio (come l’idea dell’aggiornamento) è contro o spirito militante della Chiesa.

        Il punto sul dialogo non è debito tanto al Concilio, ma alla Lettera Enciclica Ecclesiam Suam di Paolo VI, dove ha scritto (tra altre cose):

        “66. Se davvero la Chiesa, come dicevamo, ha coscienza di ciò che il Signore vuole ch’ella sia, sorge in lei una singolare pienezza e un bisogno di effusione, con la chiara avvertenza d’una missione che la trascende, d’un annuncio da diffondere. È il dovere dell’evangelizzazione. È il mandato missionario. È l’ufficio apostolico. Non è sufficiente un atteggiamento di fedele conservazione. Certo, il tesoro di verità e di grazia, a noi venuto in eredità dalla tradizione cristiana, dovremo custodirlo, anzi dovremo difenderlo. Custodisci il deposito,(42) ammonisce san Paolo. Ma né la custodia, né la difesa esauriscono il dovere della Chiesa rispetto ai doni che essa possiede. Il dovere congeniale al patrimonio ricevuto da Cristo è la diffusione, è l’offerta, è l’annuncio, ben lo sappiamo: Andate, dunque, istruite tutte le genti,(43) è l’estremo mandato di Cristo ai suoi Apostoli. Questi nel nome stesso di Apostoli definiscono la propria indeclinabile missione. Noi daremo a questo interiore impulso di carità, che tende a farsi esteriore dono di carità, il nome, oggi diventato comune, di dialogo”.
        Se o capito bene, Paolo VI trasforma il mandato apostolico in uno mandato per il dialogo…

        Purtroppo, il mio tempo è finito…

        Pace e Bene!

        • XXX ha detto:

          Caro D. Pietro Paolo,
          Continuando l’osservazione:

          4 – Il mondo

          “Il mondo contro cui ha combattuto e combatte la Chiesa è il mondo del peccato e non il mondo creato da Dio. Del resto, l’uomo, anche se decaduto a causa del peccato, non è del tutto corrotto, come invece affermano i protestanti”.
          Quando parla del mondo creado da Dio a che mondo se riferisce? Secondo Lei il mondo moderno è creato da Dio? L’unico che me viene in testa è il giardino dell’Eden. Inoltre a questo il mondo creato da Dio non sarà quello della nuova Gerusalemme? Sul mondo già abbiamo parlato in un’altra post.

          Cerca il “dialogo” se torniamo indietro, abbiamo la dottrina delle “semina Verbi” di San Giustino. Questa gli ha trovato appena nella filosofia greca, non nelle false religioni. Il dialogo moderno sembra un tentativo di ricerca della rivelazione nelle altre culture. In questo senso basta ricordare quanto ha scritto Benedetto XVI sulla libertà religiosa nel famoso discorso alla Curia Romana dove ha detto:

          ” Il Concilio Vaticano II, riconoscendo e facendo suo con il Decreto sulla libertà religiosa un principio essenziale dello Stato moderno, ha ripreso nuovamente il patrimonio più profondo della Chiesa. Essa può essere consapevole di trovarsi con ciò in piena sintonia con l’insegnamento di Gesù stesso (cfr Mt 22,21), come anche con la Chiesa dei martiri, con i martiri di tutti i tempi. La Chiesa antica, con naturalezza, ha pregato per gli imperatori e per i responsabili politici considerando questo un suo dovere (cfr 1 Tm 2,2); ma, mentre pregava per gli imperatori, ha invece rifiutato di adorarli, e con ciò ha respinto chiaramente la religione di Stato. I martiri della Chiesa primitiva sono morti per la loro fede in quel Dio che si era rivelato in Gesù Cristo, e proprio così sono morti anche per la libertà di coscienza e per la libertà di professione della propria fede – una professione che da nessuno Stato può essere imposta, ma invece può essere fatta propria solo con la grazia di Dio, nella libertà della coscienza”.

          Questo è il riconoscimento di che una parte del Depositum Fidei non era in potere della Chiesa ma dello Stato moderno. Se Dio ha dato per primo la libertà religiosa allo Stato, questo diventa il suo rappresentante sulla terra e la Chiesa al fare suo questo principio, lo accetta come una rivelazione. In questo caso Pietro non ha parlato per la bocca di Leone, ma per la bocca di Cesare!!!

          Il tentativo di basare il principio dello Stato moderno in San Matteo 22, 21 è no minimo discutibile: se Gesù aveva voluto stabilire la separazione fra Chiesa e lo Stato, perchè ha rivelato questo per primo allo Stato? Inoltre a questo tale interpretazione non trova fondamento nei Padre della Chiesa, perchè anche Cesare deve dare a Dio ciò che è di Dio, perchè se lui non dà a Dio ciò che a Lei appartiene, pensa di essere un altro Dio. In questo senso se per Dio comprendiamo lo Stato, inizierà a fare legge contro quella divina, come fa oggi lo Stato moderno. Inoltre a questo ciò che afferma Ratzinger è lo stesso che affermavano i politici liberale del secolo XIX, come se può leggere nel “Commentario dell’Enciclica Immortale Dei, anno XXXVII, serie XIII, vol. II (fasc. 863, 26 maggio 1886), Firenze 1886, pag. 526-543:

          “Assai spesso si dà una mala interpretazione a quel detto di Gesù Cristo citato da Papa Leone XIII: date quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo. [Cfr. Matth. XXII, 21: «Rendete dunque a Cesare quel, che è di Cesare; e a Dio quel, che è di Dio.» N.d.R.] Certi moderni politici così lo spiegano quasi che tra Cesare e Dio ci sia indipendenza; e si possa servire a Cesare senza subordinarsi a Dio nello stesso prestare servizio a Cesare. Cotesta interpretazione è sostenuta dai seguaci della dottrina che insegna la separazione della Chiesa dallo Stato, dottrina rea, che viene ad orpellarsi con quel seducente principio: Chiesa libera in libero Stato. Questa formula è assurda, come sarebbe assurda l’altra: servo libero con libero padrone; figlio libero con padre libero. È vero che l’autorità civile è, nel suo genere, suprema: è vero che lo Stato non si può dire, per sè, nè servo nè figlio della Chiesa, e testè noi abbiamo dimostrato che, nell’origine o nella natura, lo Stato precede la Chiesa, perchè questa lo suppone come soggetto. Tuttavia tra lo Stato e la Chiesa essenzialmente vi debbe essere quella subordinazione che ha luogo tra il fine dello Stato ed il fine supremo cui tende la Chiesa”. http://progettobarruel.hostfree.pw/novita/18/Cornoldi_Commento_Immortale_Dei_VII.html

          I Padri della Chiesa mai avevano di accettare una tale interpretazione di San Matteo 22, 21. Il manicheismo era una eresia viva in quello tempo e nascosta nel nostro tempo nel liberalismo moderato, come se può leggere:

          “Il Liberalismo moderato, invece, è riconducibile al manicheismo: per lui Chiesa e Stato sono due princìpi irriducibili, come il «dio» cattivo e il «dio» buono di Mani, il primo dei quali crea la materia (cattiva) e il secondo lo spirito (buono). Soltanto che il Liberalismo, in questo punto, rovescia la teoria di Mani e la peggiora: le cose temporali (Stato) sono buone, mentre quelle spirituali (Chiesa) sono cattive; «l’una contro l’altra armate», mai potranno trovare un accordo. Il Liberalismo moderato separa l’uomo pubblico dal privato, il politico dal fedele; ma ciò sarebbe concepibile solo se in un unico uomo ci fossero due anime, due mentalità, due coscienze, due personalità, realmente distinte tra loro (come nello schizofrenico), di cui una è atea, l’altra religiosa; una incredula, l’altra fedele; una del tutto materiale, l’altra assolutamente spirituale”. Liberalismo e cattolicesimo-liberale da Lamennais a Maritain e De Gasperi – https://isolate.norton.com/?url=http%3A%2F%2Fprogettobarruel.hostfree.pw%2Fnovita%2F13%2Fda_Lamennais_a_Maritain_e_DeGasperi.html

          La cosa è cominciata con il Decreto sulla libertà religiosa* se è avanzata con l’Amoris Laetitiae (il divorzio cattolico), il maggiore spazio per i gay e adesso siamo davanti alla fratternità universale della massoneria. Il dialogo, come possiamo costatare, ha appena introdotto nella Chiesa quello che era al di fuori di essa è come ha detto l’allora cardinale Joseph Ratzinger:

          «Il problema degli anni sessanta era di acquisire i migliori valori espressi da due secoli di cultura liberale» (Intervista al Card. Ratzinger a cura di Vittorio Messori, in “Jesus”, novembre 1984, p. 72).

          Per finire la questione del dialogo: tutto è una questione di causa ed effetto. Se la causa del dialogo è trovare dei punti comuni tra tutti gli esseri umani, per evitare scontri e guerre, l’effetto sarà la Lettera Enciclica Fratelli Tutti. Allora se la causa è la conversione dei peccatori, la salvezza dell’anime e il regno di Cristo l’effetto sarà la Lettera Enciclica ubi arcano Dei consilio e la pax Christi nel regno Christi. Appena la pace di Cristo* può sminuire gli scontri e guerre nel mondo.

          Mio tempo è finito.

          Pace e bene!

          * È da ricordare che quando San Pio X ha scomunicato, il modernista George Tyrrel, questo ha scritto due articoli in difesa della libertà religiosa ad uno famoso giornale (che non me ricordo adesso).

          **[27]Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. San Giovanni 14, 27
          Commento al Vangelo di San Giovanni, Omelia 77:

          “5. La precisazione, poi, che il Signore fa: non ve la do come la dà il mondo (Gv 14, 27), che altro significa se non questo: non ve la do come la danno coloro che amano il mondo? I quali appunto si danno la pace per godersi, al riparo di ogni contesa e guerra, non Dio, ma il mondo loro amico; e quella pace che concedono ai giusti, evitando di perseguitarli, non può essere pace vera, non potendo esistere vera concordia là dove i cuori sono divisi. Come infatti si chiama consorte chi a te unisce la sua sorte, così si può chiamare concorde solo chi a te unisce il cuore. E noi, o carissimi, ai quali Cristo ha lasciato la pace e dà la sua pace, non come la dà il mondo, ma come la dà lui per mezzo del quale il mondo è stato fatto, se vogliamo essere concordi, uniamo insieme i cuori e, formando un cuor solo, eleviamolo in alto affinché non si corrompa sulla terra”.

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Caro Xxx,
            apprezzo e ammiro la sua solerte risposta ai quesiti, anche se non tutti sono condivisibili. È difficile risponderle perché, mentre lei cerca di rispondere, di domande ne apre tante altre e, per motivi logici, non possiamo scrivere trattati interminabili. però, Brevemente, senza entrare nel merito con citazioni bibbkiche ed altro, la questione tra Chiesa e Stato o tra autorità politiche e Religiose, come la vede lei oggi è improponibile. Se quello che lei asserisce scaturiva da un’interpretazione bibblica che coinvolgeva l’imperatore e il Papa, le uniche e massime autorità del medioevo e del tempo passato, oggi sono più confacenti le altrettanto buone interpretazioni bibbliche fatte proprie anche dalla Chiesa. Resta comunque vero per tutti i cristiani che, nonostante il Regno di Cristo non è di questo mondo, tutti i regni mondani che hanno ricevuto autorità dall’Alto, come dice Gesù a Pilato, devono essere al sevizio delle leggi divine che sono presenti nella natura. Tutte le potenze e tutti i Regni devono e si prostreranno davanti all’unico Signore e Salvatore, Gesù Cristo, il Re dei re e il Signore dei signori. Le auguro ogni bene dal Signore.

  • Enrico Nippo ha detto:

    L’ordalia, il giudizio di Dio, trascende le preghiere dei fedeli ed assegna misteriosamente la vittoria a chi di dovere. Un esempio è la vittoria di Saladino a Ḥaṭṭīn in Palestina nel 1187,

    Questo per dire che Dio può esaudire o non le preghiere dei fedeli. Bisogna quindi andarci piano con l’attribuzione della vittoria alle preghiere.

    Altrimenti bisogna ammettere che ad Ḥaṭṭīn Dio a esaudito le preghiere di Saladino e delle sue schiere.

    • Luca Antonio ha detto:

      Enrico, Lei lo sa gia’ , ma con questo rispondo a Gian o Gian2 : quello che Dio ci chiede e’ IL SACRIFICIO di se stessi, il dimenticare se stessi per aderire ad un principio superiore.
      Principio superiore che si poggia su due cardini, la ricerca della VERITA’ , del significato del nostro stare al mondo, e il DOVERE di cercare di condurre gli altri verso quella Verita’, che in definitiva e’ Cristo.
      Il vincere o il perdere in questa dimensione terrena ha un’importanza relativa.
      Dio, forse, confonde i piani storici umani , vittorie date ai giusti ma anche agli iniqui – vedi su tutti il massacro dei vandeani- proprio per obbligarci ad una scelta SUPERIORE.
      Per farci scegliere se essere spirito ,che informa la materia, o materia che , illusoriamente, crea un qualche, consolatorio quanto falso, spirito, destinato alla morte, assieme alla materia di cui siamo apparentemente fatti.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Sì: un, anzi IL Principio superiore è ciò che conta. Veramente non ci sarebbe bisogno di aggiungere “superiore” poiché la superiorità è implicita nella parola “Principio” che indica già la Causa prima, l’Origine che in Sé è prima d’ogni dualità: nel nostro caso la vittoria e la sconfitta.

        Ed è il sacrificio di sé (e qui si entra nell’agone ascetico del bellum) che fa splendere il Principio, trascendendo anch’esso la vittoria e la sconfitta.

        Un’omologa nota culturale:

        nell’Arte della Spada giapponese, che esercito ormai da più di 40 anni, vige una dicitura che suona così: SHOJI NO MAYOI, e che significa ERRORE/ILLUSIONE DI VITA E MORTE, ovviamente da sconfiggere attraverso la PRATICA del corpo e della mente. Sono convinto che questo Le piacerà moltissimo!😉

  • Gian ha detto:

    La battaglia fu vinta per la superiorità degli armamenti europei, altro che rosari e madonne.
    Se i cattolici fossero stati meno superstiziosi e avessero aggiornato gli armamenti, pochi anni dopo Lepanto non sarebbero stati sconfitti dall’eretica Elisabetta.

    • luca antonio ha detto:

      Gian. mi faccia capire, ma che logica è la sua ?.
      Prima dice che i cattolici hanno vinto grazie alla superiorità degli armamenti – che non si sono certo trovati cresciuti sugli alberi ma che erano frutto, quindi, di una ricerca -,
      subito dopo asserisce che con gli inglesi hanno perso perchè per superstizione hanno cessato di curare gli armanenti…boh.
      E poi, la informo che “l’ invincibile Armata”, la flotta spagnola fu sconfitta più dal maltempo che dagli Inglesi.

      • Gian2 ha detto:

        Infatti è quel che ho detto. La flotta e gli armamenti europei erano superiori a quelli ottomani (Lepanto) e la inferiori a quelli inglesi di circa 10 anni dopo (Elisabetta).
        Le battaglie si vincono con gli armamenti e l’arte bellica. Altro che rosari, cornetti e scaramanzia. Anche perché c’è da chiedersi come mai la Madonna avrebbe fatto perdere i musulmani ma vincere gli eretici/scismatici inglesi. Lasciamo la superstizione ai napoletani!

        • Marco Tosatti ha detto:

          Esiste già un altro Gian che commenta sul sito. La prego di differenziarsi. Ora ho messo Gian2, ma ovviamente era solo un ripiego momentaneo.

        • Luca Antonio ha detto:

          Ma Lei legge quello che scrivono gli altri?.
          Gli spagnoli furono sconfitti non dai rosari, non dagli Inglesi, ma da una serie di eventi climatici catastrofici quanto insoliti. Avevano – se non altro sotto il profilo quantitativo – una superiorita’ militare, ma questo fu vanificato da eventi imponderabili.
          Del perche’, e sopratutto, per quale fine divino cio’ sia accaduto rimando alla risposta ad Enrico, ma diretta a Lei, piu’ sopra.
          Non tutto si risolve, come pensa Lei, in un brutale, asettico , rapporto di forza.
          Lo vediamo ogni giorno nelle nostre vite, e su questo almeno non potra’ non concordare con me.

          • Luca Antonio ha detto:

            Mi scusi Tosatti, sembra che ho risposto a Lei ma volevo rispondere a Gian o Gian2.
            ….ormai c’e’ un’epidemia di crisi d’identita’…

          • : ha detto:

            «Non tutto si risolve, come pensa Lei, in un brutale, asettico , rapporto di forza»

            E’ vero. Peraltro bisogna considerare che l’affermazione di Gian o Gian2, che l’esercito cristiano era superiore a quello ottomano, è alquanto opinabile, secondo cosa s’intenda. Intanto come numero d’imbarcazioni la flotta turca era superiore (e le battaglie navali si svolgono… in mare), Come numero di soldati era senz’altro superiore l’esercito imbarcato cristiano ma nelle battaglie navali questo è un elemento relativo e in certe circostanze addirittura negativo (se si affonda una nave con un numero notevole di armati si toglie di mezzo un gran numero di soldati nemici).

            Ma pur non considerando queste particolarità (e ammattendo pure che sebbene meno numerosa la flotta cristiana fosse più “moderna” ed efficace) la conoscenza di fatti storici di questo genere ci dice che – a parte elementi terzi decisivi come quello giustamente menzionato da Luca Antonio che definì la sorte della “Invincibile Armata” spagnola – a determinare le sorti di una battaglia (ed ancor più di una battaglia navale) sono l’abilità e riconosciuta autorità dei comandanti e le strategie adottate.
            Allora bisogna considerare che da questo punto di vista i Turchi erano nettamente superiori per i seguenti motivi:

            1 – la loro flotta era ampiamente collaudata ed affiatata per le numerose precedenti azioni sempre vittoriose da essa effettuate. Era comandata da un’unico capo (cosa fondamentale) di grande esperienza e di autorità assoluta e incontestabile da parte di qualunque suo sottoposto. Il teatro del conflitto era da loro ben conosciuto, e il mare in gran parte aveva un profondità molto ridotta; cosa che permetteva alle navi turche, che avevano una chiglia meno alta di quelle cristiane
            di effettuare manovre che le altre non potevano permettersi per il rischio di trovarsi incagliate nel fondo marino. Il che dava una superiorità di manovra alla flotta ottomana (in teoria, perché i fatti si svolsero diversamente).

            2 – I Cristiani invece, avevano sì anch’essi un Comandante in capo, designato dal Papa, nella Persona di don Giovanni d’Austria, figlio naturale di Carlo V. Egli era un giovane sicuramente dotato ma che qualche screzio lo provocava per la sua giovanile esuberanza e un po’ di prosopopea nei confronti dei comandanti delle singole flotte che costituivano la Lega Santa (così era chiamata l’unione delle flotte cristiane). Uomini abilissimi e ricchi di esperienza, i comandanti delle singole flotte, in particolare il Veneziano Venier, che forniva la maggior parte delle navi nella flotta della Lega. La quale era il frutto di una faticosissima alleanza creata dal Papa, col rischio di fallire fino alla vigilia della battaglia per incomprensioni e dissidi tra i comandanti delle flotte di varie nazioni cristiane (tra le quali brillava, come al solito dopo le imprese di re Luigi il Santo, l’assenza dei francesi, tranne qualcuno a livello personale).

            Se c’è stato un intervento divino, per intercessione della Madonna del Rosario, è stato proprio il fatto che tutte queste condizioni negative (autorità non consolidata del Comandante della Lega Santa, differenza di vedute quando non dissidi tra i comandanti delle flotte, mancanza di esperienza di azioni in comune delle varie flotte, minore agilità di manovra delle navi rispetto a quelle avversarie, raccolta di soldati di terra da nazioni diverse, imbarcati sulle navi, che a volte non si capivano tra loro, ecc.) al momento della prova vennero di colpo a mancare, e la conseguenza fu la strepitosa vittoria sulla flotta nemica.

            Un bel romanzo storico sull’impresa è: LOUIS DE WOOL, “L’ultimo Crociato”, Biblioteca Universale Rizzoli, Trebaseleghe (PD), 2006.

          • : ha detto:

            Errata corrige sul mio commento: l’autore del romanzo è DE WOHL e non DE WOOL.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Monsignor J.A. Reig Pla – citato da De Mattei nel video – è il coltissimo coraggioso Vescovo di Alcalà de Henares (Regione Madrid). Ne ho seguito quotidianamente le messe online durante il vergognoso ordine di chiusura delle chiese. Tre mesi di lezioni magistrali di Fe e Dottrina antica da sentire e risentire per consolarsi e fortificarsi. (Sul canale di Youtube (Obispado de Alcalà de Henares) ci sono sempre le sue messe e le sue omelie).

    Per convocare nella sua diocesi un anno giubilare per la vittoria di Lepanto ha inviato ai fedeli una Carta Pastorale (“PER NUTRIRE I NUOVI CRISTIANI – ”MONSTRA TE ESSE MATREM”) dove scrive fra l’altro:

    “Nel XVI secolo considerarono l’Impero Ottomano come nemico della civiltà cristiana. Oggi il nemico è più diluito ed è diventato addirittura presente all’interno della Chiesa.”

    Aggiungiamo pure – per essere piú precisi – che OGGI le battaglie dei papi si fanno ad AbuDabi o appoggiando quel Joe Biden che ha promesso che, se eletto, approverà una legge federale che renderà l’aborto un diritto indiscutibile in tutto il Paese.
    E che le truppe cattoliche hanno l’idrogel come arma e la mascherina come elmo.

  • Adriana 1 ha detto:

    La natura invasiva e sostitutiva dell’Islam si profila in maniera netta e solo chi non vuole vederla non la vede .
    Forse il mondo occidentale (neo-chiesa compresa) conta sugli effetti che il pensiero laico e illuminista eserciterà nel tempo sulla cultura islamica e sopravvaluta la propria capacità di integrare un numero sempre più cospicuo di persone per le quali i fondamenti dell’Occidente sono disvalori .
    Ma è evidente che ogni piccola concessione entra a far parte di un “processo” irreversibile che sta minando le basi dell’Occidente .
    Notizia di cronaca (Imola oggi ): ” Islam, Nigeria :cantante di 22 anni condannato a morte per blasfemia” . Se non sbaglio l’Enciclica di Bergoglio,
    ” Fratelli tutti “, è stata ispirata da un Imam…regolatevi tutti !

    • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

      Sì, la gran parte dei “simpatizzanti” pro-Islam occidentali credono in un’ evoluzione dello stesso nel senso che Lei dice. È il vecchio schema marxiano della religione che non sopravvive alla modernità (schema regolarmente smentito da più di un secolo e mezzo…). Nel frattempo tutto ciò che può essere usato contro la tradizione cattolica viene accolto senza soverchie preoccupazioni. Tuttavia non trascurerei quella (per ora) minoranza di simpatizzanti in quanto ammiratori di una devozione religiosa, potentemente anti-razionale e volontaristica, che può intimidire coloro che, magari senza ammetterlo, provano un’ intima “nostalgia” per la religione. Tale stato d’ animo, non scopro nulla di nuovo, viene favorito dalla secolarizzazione in ambito cristiano, e dall’ ignoranza dovuta al disastro dell’ educazione cattolica.

      • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

        Chiarisco: disastro dovuto alla cattiva qualità, quando c’ è ancora, della educazione cattolica.

        • Adriana 1 ha detto:

          Vero , è possibile che una frangia di cattolici smarriti , o di cristiani smarriti , o di atei , tutti impauriti dalla brevità della vita, piuttosto di rimanere nel Kaos di dottrine o una fede che si fa vaghezza , optino per la sottomissione . E’ una soluzione – a basso livello – semplicistica , ma che regala una provvisoria tranquillità .

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Ho ascoltato con attenzione l’esortazione pacata ed equilibrata del prof. Roberto che se di guerra parla, quasi una chiamata alle armi, certamente non è quella fatta con l’armi che spargono il sangue dei nostri consimili, nostri fratelli nella natura umana. È certamente una guerra di difesa difficile da combattere perché le forze ostili non stanno fuori di noi. La stessa guerra ideologica è sostenuta dalle potenze del male che vogliono distruggere il Regno di Dio e del Suo Cristo. Scriveva S. Paolo agli Efesini: “la nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.” (6, 12). Per questo, mentre l’apostolo ci esorta ad indossare L’armatura spirituale, descritta proprio in questa sua epistola, giustamente il Mattei dice che la vittoria non dipende dai combattenti ma viene data dall’Alto. Le preghiere di S. Pio V e di tante anime sante di allora, certamente avranno contribuito a piegare il Cielo a venire in aiuto alla Chiesa minacciata di distruzione. E, come allora, le preghiere umili di quanti sospirano e piangono per lo stato sofferente della Chiesa odierna saranno ascoltate da Colui che regge ogni cosa e ci ha promesso che il male non preverrà mai. LUI HA GIÀ VINTO.
    Tuttavia mi chiedevo: allora, per la battaglia di Lepanto, le “potenze cristiane si riunirono” e, come cause seconde, riuscirono a vincere i nemici di Cristo. Oggi, quanti sono i cristiani che si schierano insieme per sconfiggere il comune nemico? In questo stesso blog, credo e voglio pensare che quasi tutti abbiamo come fine il trionfo del Regno di Cristo e della Chiesa, ma quello che spesso trionfa è l’invettiva contro l’altro è la sterile accusa contro questo o contro quell’altro. Basta vedere quante disquisizioni cavillose si sono fatte sul concetto di fraternità. Forse è causa di quella dissonanza cognitiva di cui parla il prof. Comunque, Nostro Signore ci ammonisce che “Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi” (Mc 3, 24-25).
    Il processo di deformazione e la responsabilità storica della perdita dello spirito militante non è da attribuire al Concilio in se stesso, ma alla sua applicazione. Scrivevo in altri interventi che il “dialogo” con i non cattolici non deve farci perdere la nostra identità Cattolica e la nostra fede. lamento il fatto che non c’è più il trattato dell’apologetica. In ogni caso, se una persona vive un’autentica “vita” nello Spirito, anche senza studi particolari, certamente sarà un combattente imbattibile. Ritorno a dire che è impensabile, improponibile, assurdo e impossibile chiedere la cancellazione del Concilio. Bisogna essere realisti. Se facciano tutti una ragione. Semmai si può proporre una riformulazione di alcuni punti che sono stati oggetto di fraintendimenti.
    Finisco con l’esprimere la mia gratitudine a Maria SS. , Madre di Dio e della Chiesa. Dio l’ha voluta anche come Madre Nostra e, se ci ha salvato a Lepanto e in tante altre battaglie, ci salverà sicuramente anche adesso. Rifugiamoci nel suo sacratissimo e Immacolato Cuore e la vittoria ci è assicurata. Viva Maria, regina degli Angeli e Nostra Signora delle vittorie.

    • newman ha detto:

      “… non é da attribuire al Concilio ma alla sua applicazione”.
      Penso che sia lapalissiano che qualsiasi concilio voglia non rimanere parola morta ma essere applicato.
      Cosí anche, nel caso specifico, “Nostra Aetate”.
      E’ analitico, quindi, che non ci possa essere alcuna dicotomia tra il concilio e la sua applicazione.
      Se l’applicazione del concilio dá frutti avvelenati, é il concilio che li dá. Il medico che constata il decesso del paziente che ha seguito la sua cura, non puó scusarsi dicendo che non é stata la cura prescritta a provocare la morte del paziente (salvo altre cause), bensí la sua applicazione.
      Quanto al discorso di Viganó, il “distingue frequenter” raccomandato da San Tommaso d’Aquino ai suoi scolari puó irritare qualche mente che preferisce i concetti confusi alle idee chiare, e alle leggi ferree della logica preferisce una vuota retorica, specialmente di tipo religioso-sentimentale.
      L’argomentazione dell’Arcivescovo Viganó non fá una piega. Un esempio da seguire da tutti i cattolici, preti e non, nell’esercizio del pensiero logico, dono di Dio, e nel trarne le debite conseguenze.
      Sotterfugi, anche se dettati da pie intenzioni, come la distinzione fasulla tra concilio e la sua applicazione, non sono ammessi, specie pensando che l’applicazione del concilio, considerata da certe anime pie come errata, é diventata, nel presente pontificato, magistero della chiesa.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        In effetti, lei può scrivere questo, ma intendevo dire “non corretta applicazione” da parte di alcuni. Poi tutti questi “frutti avvelenati , dove sono? Io e tanti altri ci siamo nutriti e ci nutriamo quotidianamente ma siamo vegeti e rigogliosi.

        • mariano ha detto:

          sicuro di quanto affermato sopra? se lei è sacerdote e non si accorge della difficoltà e delle perplessità che animano parecchi fedeli, vuol dire che questi fedeli non hanno il coraggio di esternare a lei i propri dubbi. Brutto segno.

        • Luca Antonio ha detto:

          “…questi frutti avvelenati dove sono ?”.
          🤣🤣🤣🤣 🤣.
          ” ….e il cavalier, del colpo non accorto, andava combattendo ed era morto…”

    • Enrico Nippo ha detto:

      “Basta vedere quante disquisizioni cavillose si sono fatte sul concetto di fraternità”.

      Può darsi che il concetto di fraternità (e figliolanza) non sia poi così scontato, se ha dato adito ad un’abbondanza di disquisizioni, per di più non tutte perfettamente combacianti

      Definirle “cavillose” mi sembra ingeneroso.

  • cattolico ha detto:

    vittoria dei cattolici.i protestanti avevano già in cominciato ad appropriarsi dei beni ecclesiastici

  • Enrico Nippo ha detto:

    Per LUCA ANTONIO.

    Battaglia di Lepanto, vittoria dei Cristiani sui Mussulmani, classico esempio di ordalia: giudizio di Dio.

    Battaglia fisica, con in ballo la vita e la morte. Tempi di guerra che richiedeva animi guerrieri.

    Ora, se guardiamo ai nostri tempi … beh, lasciamo perdere 🥵

    • luca antonio ha detto:

      D’accordissimo Enrico, le armi anche fisiche, vanno, in estrema ratio, impugnate.
      Senza paura, nè sensi di colpa.
      Ovviamente modus in rebus ma tenendo sempre a mente – e qui vengo ai giusti rilievi posti da Mons. Vigano al bergoglio pensiero – che il fondamento di tutti gli errori del CV2 e del conseguente bergoglio pensiero sono tutti riassumibili nella dimenticanza del primo comandamento : IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
      Il fatto che ora si sia sostanzialmente scivolati nell’eresia satanica dell’uomo, “con il suo ego e le sue voglie” (BXVI), al posto di Dio è la palmare evidenza di questa dimenticanza.
      Un cordiale saluto.