“Bene ha fatto il Segretario di Stato Pompeo a censurare il rinnovo dell’Accordo segreto stipulato tra Bergoglio e Xi Jinping”. A parlare è Monsignor Carlo Maria Viganò. Lo fa senza veli, al solito, e senza mezzi termini.
Arcivescovo, già Segretario generale del Governatorato Vaticano e Nunzio apostolico negli Stati Uniti, personalità di spicco della Chiesa, e al tempo stesso al centro di tante controversie, dallo scandalo Vatileaks al dossier sul cardinale McCarrick, torna a parlare in pubblico, e a Formiche.net confida il suo sdegno per i negoziati in corso fra Cina e Santa Sede volti a rinnovare dopo due anni l’accordo sulle nomine dei vescovi.
Il suo è un endorsement netto alle parole di Mike Pompeo, il Segretario di Stato di Donald Trump che in un intervento sul sito conservatore First Things ha denunciato il rinnovo dell’accordo, a soli nove giorni dalla sua visita in Vaticano, prevista il prossimo lunedì. Viganò rincara la dose: “La sua lucida denuncia porta alla luce l’aberrante atteggiamento vaticano, il tradimento della missione della Chiesa, l’abbandono della Comunità cattolica cinese per bieco calcolo politico, l’allineamento al pensiero unico”.
Non è certo un mistero la posizione di Viganò sul pontificato di papa Francesco. Negli ultimi due anni, dopo che nel 2018 ne ha auspicato le dimissioni pubblicando un dossier relativo alla condotta scandalosa dell’ex arcivescovo di Washington Dc Theodore McCarrick, accusato di abusi sessuali e ridotto allo stato laicale nel 2019, non ha mai fatto sconti. E il giudizio sul pontificato in essere è rimasto invariato.
“Se pensiamo che tra le personalità che si occuparono dell’elaborazione dell’Accordo tra la Santa Sede e il Partito comunista cinese vi fu l’allora Cardinale McCarrick, su incarico di Bergoglio, si comprende anche il motivo per cui gli atti del processo canonico che ha portato alla riduzione allo stato laicale del potente Prelato rimangano coperti dal segreto – dice oggi – in entrambi i casi un’operazione di trasparenza e di verità è urgente e dovuta, perché sono in gioco l’onore e l’autorevolezza morale della Chiesa Cattolica dinanzi al mondo”.
È uno degli attacchi più duri sferrato alla Santa Sede da quando Pompeo ha lanciato il suo appello per annullare il rinnovo dell’intesa. Per Viganò “non si comprende perché un accordo presentato come assolutamente limpido e privo di punti oscuri sia stato secretato e non possa esser letto nemmeno dal benemerito Cardinale cinese, Joseph Zen”.
Finora le reazioni del mondo ecclesiastico all’affondo di Pompeo sono state misurate con il conta-gocce. Un editoriale di Gianni Cardinale su Avvenire, il quotidiano della Cei (Conferenza episcopale italiana), ha stigmatizzato l’intervento, dubitando che possa “spostare anche solo di una virgola la posizione vaticana riguardo il dialogo con Pechino”.
L’ex Nunzio apostolico trova invece perfettamente legittima la richiesta di Pompeo. E anzi si chiede perché, se “Bergoglio può impunemente affermare che «Trump non è cristiano» evocando i fantasmi del nazismo e del populismo, per quale motivo il Segretario di Stato americano, con un obiettivo più che lecito di sicurezza internazionale, non avrebbe il diritto di esprimere il suo giudizio sulle connivenze della Santa Sede nei riguardi della più feroce – ma anche più potente ed influente che mai – dittatura comunista?”. E ancora: “Per quale motivo il Vaticano, che tace dinanzi all’appoggio dell’aborto da parte dei democratici e alla violazione dei più elementari diritti in Cina, considera un’indebita ingerenza quella dell’amministrazione Trump in un accordo che ha evidenti ripercussioni negli equilibri politici internazionali?”.
In America, fra i cattolici-conservatori, Viganò ha un’eco profonda. È un punto di riferimento per il fronte antibergogliano. Lo stesso Trump ne apprezza le pubbliche uscite. Tanto che a giugno ha voluto postare su twitter una lettera di supporto inviatagli dall’arcivescovo, che nelle tensioni scoppiate con il caso Floyd e, di rimando, nelle elezioni presidenziali di novembre, scorge una battaglia in corso fra “figli della luce e figli delle tenebre”. Allora, il presidente si era detto “onorato” e aveva invitato chiunque, “religioso o no”, a leggere la missiva.
La dura critica del Segretario di Stato ed ex capo della Cia all’accordo Cina-Santa Sede, sostiene Viganò, rientra in una lettura più ampia che l’attuale amministrazione americana fa della Chiesa di Francesco. Una lettura che vede in Vaticano un supporto aperto alla corsa di Joe Biden per la Casa Bianca. “Gli Stati Uniti vedono i vertici ed i centri di influenza culturale della Chiesa Cattolica americana schierata spudoratamente a favore del candidato democratico e in genere di tutto l’apparato che in questi decenni si è andato consolidando all’interno dell’amministrazione pubblica”, dice il monsignore.
“Il deep state, nemico giurato di Trump, è affiancato da una deep church che non risparmia critiche e accuse al Presidente in carica, mentre ammicca indecorosamente a Biden e ai Blm, seguendo pedissequamente la narrazione imposta dal mainstream. Poco importa che Trump sia dichiaratamente pro-life e che difenda quei principi non negoziabili cui hanno rinunciato i democratici”: l’importante è trasformare la Chiesa Cattolica nel braccio spirituale del Nuovo Ordine Mondiale, al fine di avere un imprimatur da parte della massima autorità morale al mondo. Cosa impossibile con Benedetto XVI”.
In Italia, Viganò rinviene il volto più autentico di quella stessa “deep church” nei gesuiti, che per la prima volta nella loro storia esprimono un loro esponente al soglio petrino. La critica dell’arcivescovo è frontale. “Cercare nell’azione recente della Compagnia di Gesù una qualche coerenza con ciò che essa fu nelle intenzioni di Sant’Ignazio di Loyola è opera ardua se non impossibile, al punto da rendere improvvida, col senno di poi, la ricostituzione dell’Ordine nel 1814 dopo la sua soppressione decisa da Clemente XIV nel 1773”. Reputa addirittura “determinante” il ruolo dei gesuiti nel “processo di dissoluzione e di autodemolizione cui è sottoposto l’intero corpo ecclesiale”.
Sono loro, continua l’arcivescovo, i più accorti tessitori delle interlocuzioni con il governo cinese. “La vicinanza ideologica della Compagnia di Gesù a movimenti rivoluzionari di sinistra risale ai prodromi del Sessantotto, di cui il Vaticano II pose le basi ideologiche e che trovarono nella Teologia della Liberazione la loro massima espressione, dopo aver espunto dai documenti preparatori del Concilio la condanna del Comunismo”.
Nel mirino c’è la storica rivista della Compagnia di Gesù, la “Civiltà Cattolica” diretta da padre Antonio Spadaro, che da sempre studia e dialoga con l’ex Celeste Impero. Un dialogo che si è fatto serrato negli ultimi anni, con un via-vai di esponenti di primo piano della politica italiana, vedi Romano Prodi, ai convegni a tema ospitati a via di Porta pinciana.
“Vedere Prodi e Gentiloni assieme a padre Spadaro per la presentazione del saggio “Nell’anima della Cina” non deve scandalizzare: essi sono l’espressione di quel deprecabile “cattolicesimo adulto” che ignora la doverosa coerenza dei Cattolici in politica auspicata da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI, ma che tiene insieme l’eterogeneo bestiario del progressismo in nome dell’ambientalismo malthusiano, dell’accoglienza indiscriminata degli immigrati, della teoria gender e dell’indifferentismo religioso sancito dalla Dichiarazione di Abu Dhabi”, commenta impassibile Viganò. Trump, aggiunge il prelato, “ha ben capito” che la “svolta antropocentrica e la svolta green della chiesa bergogliana”, segnate, dice, da due appuntamenti imminenti, “Il Convegno di Assisi – Economy of Francesco – e la prossima Enciclica Fratelli tutti, non sarebbero altro se non un assist alle “istanze ambientaliste e immigrazioniste dell’agenda globalista”.
Ma la schiera di chi improvvidamente cerca una special relationship con Pechino, accusa Viganò, è molto più estesa, ed ha la sua regia ai piani alti della politica italiana. Anche a Palazzo Chigi. “A Prodi e Gentiloni in Italia – e potremmo dire anche al Premier Conte, vista la sua provenienza e la sua formazione –, sul versante americano fanno pendant personaggi sedicenti cattolici come Joe Biden, Nancy Pelosi e Andrew Cuomo: tutti orgogliosamente sostenitori dell’aborto e dell’indottrinamento gender, e tutti fieramente favorevoli ai movimenti Antifa e Black Lives Matter, che stanno mettendo a ferro e a fuoco intere città americane”.
Non è un caso se l’Italia è oggi attenzionata speciale dell’amministrazione Trump, conclude l’ex Nunzio a Washington. “Nel contesto geopolitico internazionale il ruolo dell’Italia può apparire per certi versi marginale: in realtà essa è un laboratorio nel quale sono compiuti quegli esperimenti di ingegneria sociale che l’agenda globalista intende estendere a tutti i governi nell’arco dei prossimi dieci anni. E questo avviene sia in campo politico ed economico, sia in campo religioso”.
Come al solito, Viganò mette il dito nella piaga con terribile lucidità. Spina irritativa perenne per il gesuita in bianco.
(E ora potrebbe aggiungersene un’altra, in certo modo: Becciu, il quale ha ormai ben poco da perdere…).
A proposito dell’accordo secretato ,ma sicuramente pieno di pia religiosita con la Cina …Uca News,la principale agenzia cattolica d’informazione sull’Asia denuncia la riscrittura del Vangelo secondo il Partito Comunista Cinese In un libro di testo destinato alle scuole secondarie ,pubblicato dall’Agenzia Governativa dell’Università di scienza,elettronica e tecnologia che ha l’obiettivo di insegnare ” l’etica e la legge professionale” (cioè di lavare i cervelli degli studenti col colore del postmaoismo).
In particolare :Giovanni -(8,1-11) , quando la folla sembra rinunciare all’idea di lapidare la donna ,Cristo improvvisamente esclama :” Anch’io sono un peccatore!
Ma se la Legge potesse essere eseguita solo da uomini senza macchia,la Legge sarebbe morta “.E si accanisce sulla donna fino ad ucciderla .
(Da un articolo di Giovanni Sallusti per ” Libero quotidiano “) ,però ripreso ed evidenziato -ahi, ahi !- da
Dagospia :merita leggerlo per intero perchè è molto istruttivo .
https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/cattolici-perseguitati-cina-gesu-diventa-assassino/
La Cina è vicina e , dopotutto , qualcuno aveva già scoperto che Lui era uno un po’ sporco…( se si può aggiungere : amava fare scherzi da prete…Gesuita ) .
“L’ex Nunzio apostolico trova invece perfettamente legittima la richiesta di Pompeo. E anzi si chiede perché, se “Bergoglio può impunemente affermare che «Trump non è cristiano»”
INFATTI TRUMP È UN PRESBITERIANO. MI STUPISCE LO STUPORE DI MONS. VIGANÒ, STRANO CASO DI ANTIVATICANSECONDISTA ECUMENICO (CON PADRON DONALD)
Incoerente semmai è Bergoglio, che tanto ama i protestanti.
È accettato anche dai più accesi tradizionalisti il fatto che i protestanti siano cristiani. Ovviamente non sono cattolici. Ma nemmeno Dio lo è, secondo Bergoglio.
Semmai Trump potrebbe chuedrrsi, a ragione, se Bergoglio è cristiano
Cari amici Stilumcuriali, non dimentichiamo la crociata del Santo Rosario lanciata da LifeSiteNews https://bit.ly/368v6iA in previsione delle elezioni presidenziali americane di novembre. Anche Sua Eminenza Reverendissima Carlo Maria Viganò si è unito in questa preghiera.
Crociata ?
del santo rosario?
😖😖🤐🤐🤐
Ci sono tante tante intenzioni molto più importanti che non le elezioni americane.
Ripassate le intenzioni date dalla S. Madre di Dio nel corso delle sue apparizioni.
Non mi si fraintenda, non è perché lo dice Viganò , ma ovviamente l’accordo del Vaticano con la Cina è noto come un abominio.
Tuttavia ci sono implicazioni politiche e non solo religiose.
Cosa viene celato in tale accordo?
Perché sembra più un accordo politico che religioso. Anzi, direi che di religioso c’è ben poco.
E la Chiesa non deve fare politica.
Ma la Cina, qualunque sia il presidente americano, non è e rimane un nemico per gli Usa?
Sono mosse da campagna elettorale?
E soprattutto cosa si è venuto a sapere dell’accordo Cina e Vaticano?
È questo per me l’aspetto più importante, perché può veramente costare il posto al Papa regnante.
Personalmente io credo che l’accordo sia giusto e che è grazie ad esso se la repressione contro i cattolici non è dieci volte più pesante. In ogni caso preferisco i fascisti cinesi (comunisti solo per le capre) che i liberisti americani.
Caro Carlo,
anche lei è ossessionato dal fascismo e lo vede dappertutto. Evidentemente il bombardamento “culturale” mediatico ha fatto breccia anche nella sua mente.
Lei è il classico democratico cattocomunista ben coperto e allineato nelle file dei “buoni” e disinformati o in mala fede sugli orrori del comunismo.
Per parlare di fascismo dovrebbe aver ricevuto, almeno, qualche randellata sulla cervicale … ammesso e non concesso che il Fascismo sia stato solo randello e olio di ricino (peraltro terapeutico).
Ho idea che tu sia cieco e sordo (o forse fai finta di esserlo).
Ti è stato fatto notare che GIA’ OGGI i cattolici in cina, dopo il miserabile accordo, stanno scomparendo, sia perché passati (ad iniziare dai vescovi) al servizio del partito e non di Gesù Cristo, sia perché i pochi che non hanno aderito sono zittiti, reclusi o fatti sparire. Tutti gli osservatori internazionali sono concordi nel ritenere che in questi due anni di prova la perrsecuzione contro i cristiani (e non solo) abbia subito un’accelerazione mai vista (con il silenzio-assenso da parte di chi avrebbe dovuto indignarsi).
A credere che questo accordo sia buono (giustificato dalla solita panzana del “sennò sarebbe stato peggio”) siete rimasti tu, Sorondo e il pachamamico.