LOREDO, COVID: IL SILENZIO DEI FEDELI ABBANDONATI DALLA CHIESA.

31 Agosto 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, dal sito di FatimaOggi, e rilanciato anche da altri siti, come I Soldati del Re, vi offriamo questo articolo di Julius Loredo, che già conoscete, perché presente su Stilum Curiae in diverse occasioni, l’ultima delle quali è questa. Ci sembra un articolo che illustra benissimo lo stato di desolazione della Chiesa in Italia (e forse non solo in Italia), e sul quale sarebbe necessario che non solo noi, ma anche altri, in posizione di responsabilità, volessero riflettere. Se ne sono in grado, se ne hanno il coraggio, e se gli affari correnti e migranti non li accecano. Buona lettura.

§§§

L’altro giorno, durante la Santa Messa domenicale in un’importante parrocchia di Milano, il celebrante ha rivelato un dato agghiacciante: dopo la riapertura, nella diocesi ambrosiana, appena il 30% dei fedeli è tornato a frequentare le chiese, “le famiglie e i ragazzi sono totalmente scomparsi”. La situazione non è molto migliore nel resto d’Italia.

Senza cattiveria, ho pensato: li avete abbandonati durante il periodo più critico della pandemia, adesso loro vi ripagano con la stessa moneta.

La pandemia da COVID-19 ha mostrato il lato peggiore della crisi che, da più di mezzo secolo, attanaglia Santa Madre Chiesa: l’abbandono cosciente e volontario della sua missione salvifica da parte di tanti pastori. Gli italiani sono rimasti sbigottiti quando la CEI ha sospeso il culto pubblico ancor prima che il Governo ne decretasse il blocco, privando così i fedeli dei Sacramenti. Al lockdown sociale si è aggiunto così quello spirituale, assai più implacabile. Abbiamo avuto la bizzarra situazione per cui erano aperti i supermercati e i tabaccai, ma le cerimonie religiose erano proibite. Mentre le persone potevano tranquillamente andare a fare shopping o a comprarsi le sigarette, molti sono morti senza il soccorso del sacramento della Penitenza e dell’Unzione degli infermi. Più di un vescovo ha perfino emanato norme per vietare ai sacerdoti di esporsi assistendo i malati. L’esatto contrario di ciò che la Chiesa ha fatto per duemila anni.

Alcuni sacerdoti coraggiosi, sfidando le imposizioni della CEI, hanno provato a celebrare la Messa con poche persone presenti, o all’aria aperta, in perfetta ottemperanza alle norme sanitarie. Sono stati severamente puniti con multe salate, e perfino minacciati di carcere. Si è arrivato allo scandalo dell’invasione di alcune chiese da parte delle Forze dell’Ordine, con interruzione sacrilega del Santo Sacrificio. Non solo le autorità ecclesiastiche non hanno protestato contro questi atti di persecuzione religiosa, ma si sono effettivamente schierati con il Governo, rimproverando i sacerdoti “ribelli”. Forse, mai nella storia d’Italia la Chiesa si è mostrata così sottomessa allo Stato.

Quando, cedendo al clamore dei fedeli scandalizzati, la CEI ha finalmente cominciato ad alzare un pochino la voce in difesa della libertà religiosa, questa è stata immediatamente zittita da Papa Francesco, che dalla cattedra di Santa Marta ha esortato i vescovi a “obbedire alle disposizioni del Governo”.

A questo atteggiamento servile nei confronti di Cesare dobbiamo aggiungere gli sforzi di tanti pastori nel negare qualsiasi significato spirituale alla pandemia. È una punizione divina? Il pensiero cattolico tradizionale lo avrebbe considerato, almeno come un’ipotesi. È innegabile che la Provvidenza a volte usa, come cause secondarie, eventi naturali come “punizioni” per i peccati dell’umanità. A Fatima, per esempio, la Madonna definì esplicitamente le due guerre mondiali come punizioni. Oggi, tuttavia, questa parola è assolutamente esclusa dal vocabolario cattolico. L’arcivescovo di Fatima, il cardinale Antonio Marto, è arrivato ad affermare: “Parlare di questa pandemia come punizione è ignoranza, fanatismo e follia”. Si rifiutano di parlare di peccato pubblico. Si rifiutano di richiamare i fedeli alla conversione. Si rifiutano, insomma, di compiere il proprio dovere come pastori di anime.

E i fedeli hanno reagito distanziandosene, non riconoscendo più in loro la voce del vero pastore…

Dicono che il silenzio dei sudditi sia una lezione per i Re. Che cosa possiamo dire del silenzio dei fedeli?

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53 commenti

  • IPM ha detto:

    @don Pietro Paolo

    Se il dott. Tosatti gentilmente concederà, mi permetto di risponderLe ancora sulla Sua ultima.

    Le auguro una lunga vita, don Pietro Paolo, e che avrà la forza di resistere anche se per qualche giorno non potrà celebrare la messa, p.es. perché costretto a letto in ospedale …

    Se un qualsiasi modo di ricevere l’Eucaristia è bene, basta che la prendo, allora forse sarà d’accordo o non obietterà per situazioni come questa https://www.youtube.com/watch?v=u3G43C16Ju0 ? E se rispetta le scelte di ognuno, allora non potrà rifiutare l’Eucaristia a nessuno, nemmeno se è ben noto che una persona p.es. attivamente supporta l’aborto o vive in adulterio? La “scelta” di ricevere l’Eucarestia in mano fa il fedele o il sacerdote/vescovo a posto del fedele? Che scelta è se mi viene imposto un modo soltanto?

    Forse sbaglio nell’approfondire e studiare per meglio conoscere cos’è la mia fede, cosa hanno trasmesso i Santi e Dottori della Chiesa, cosa insegna la Chiesa, forse se rimarrei ignaro allora prendere l’Eucarestia, basta che la prendo, in qualsiasi modo, anche in bustina di plastica o scatoletta o da un distributore o presa autonomamente dal ciborium andrebbe bene. Se la Chiesa ha distribuito la Santa Eucaristia in bocca per >1400 anni, qualche ragione ci sarà. E se il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e i sacramenti, ribadisce durante la pandemia che è sempre diritto del fedele di ricevere l’Eucaristia in bocca, qualche ragione ci sarà. I vescovi hanno fatto di testa loro, non avendo competenza in merito. Loro posso decidere se applicare nella loro diocesi l’indulto per poter distribuire la Comunione in mano o no, ma la Comunione in bocca rimane sempre valida e a disposizione. Allora chi ha privato i fedeli della Comunione?

    E infine, ma questo forse è un ragionamento troppo ardito, allora se il modo nel quale viene distribuita l’Eucarestia può essere modificata a piacimento, basta che la distribuisco, allora si può cambiare la liturgia a piacimento, le rubriche, le parole della consacrazione o del battesimo o dell’assoluzione? Dov’è il limite, chi traccia il limite – la propria coscienza, il proprio discernimento, o faccio quello che la Chiesa da millenni insegna di fare? Qui si sbaglia, qui con il novus ordo è entrata la “creatività liturgica”. Non metta il fedele addolorato, al quale i vescovi hanno impedito di prendere l’Eucaristia in bocca, sullo stesso piano dei “protestanti e le varie sette”.

    E infine, per quanto riguarda la Comunione spirituale: dopo 50+ anni che vado a messa, dopo anni di studio, era la prima volta che ho sentito parlare della Comunione spirituale all’inizio della pandemia quando la Chiesa/i vescovi/i parroci hanno sospeso le messe cum populo (le hanno sospese loro, non che i fedeli hanno detto che non verranno più). Io da allora non ho sentito alcuna omelia nella quale si spiegasse meglio la Comunione spirituale, lo sviluppo storico, Santi che la praticavano con particolare devozione ecc.

    Don Pietro Paolo, la saluto cordialmente

    • Don Pietro Paolo ha detto:

      Caro IPM,
      Come dice il catechismo, ci sono delle condizioni perché una persona possa ricevere l’Eucarestia e, siccome queste sono non visibili all’occhio del sacerdote, questi in buona fede può dare la Comunione a chiunque la chiede. La scelta di dare la comunione sulla mano anziché sulla bocca non è una scelta che limita, in quanto si sta vivendo una emergenza e, se per lei o altri non è una prassi trasmettitrice del virus letale, per gli altri invece lo è. Che fare? Chi ha ragione? Perché il sacerdote dovrebbe incorrere in sanzioni per cose che non ritiene assolute e fare “l’eroe” solo per accontentare qualcuno? Se dando la Comunione sulla mano si offendesse la Maestà Divina, allora sarebbe da condannare. Ma io non vedo nessuna offesa. A titolo informativo, a quanti mi hanno chiesto di ricevere la S. Eucaristia in bocca, io non mi sono rifiutato di dargliela però ho detto di attendere che la distribuissi prima agli altri che la prendevano per mano. Quindi, come vede, rispetto la sensibilità degli altri. Però non mi si venga a dire che a prenderla sulla mano lo può fare solo il sacerdote. Il prete è consacrato per celebrare in Persona Christi, i battezzati sono consacrati in quanto membra del Corpo di Cristo. Il corpo del cristiano è tempio dello Spirito Santo e proprio per questo non ci sono membra più degne e altre meno degne. Inorridisco al solo pensare che qualcuno distribuisca la Comunione come se fosse caramella (vedi video allegato alla sua), o peggio se data contenuta da cellofan o col guanto. Sempre a titolo informativo, io non ho distribuito mai, neanche durante il lockdown, l’Eucarestia col guanto in quanto avevo ripugnanza e lo ritenevo dissacrante e irrispettoso. Ma, mi chiedo: il difetto, se c’è un difetto, in chi si trova in colui che distribuisce, cioè il sacerdote, o nel fedele? Alle persone che venivano da me, rifiutando di andare nelle proprie parrocchie in quanto i loro sacerdoti distribuivano l’Eucarestia con il guanto, dicevo di ritornare tranquillamente in quanto il Gesù che ricevevano da me era lo stesso di quello che altri glielo davano con i guanti. In altre parole, io mai mi priverei del Pane di vita anche se il modo con cui mi viene dato mi ripugna e lo ritengo non idoneo. Inoltre, Mi sembra assurdo, incongruente e indelicato: il Signore si offre e invita al banchetto del suo Corpo e del suo Sangue e l’inviato si rifiuta di cibarsi; si accontenta semplicemente di guardare. La Comunione spirituale si fa solo quando si è impediti di farla sacramentalmente. Per quanto riguarda la comunione sulle mani come prassi usata per 1400 anni dalla Chiesa, aldilà di quanto ha scritto nel suo libro Bortoli, poiché non ho trovato nessun comando di Gesù al riguardo, anzi nella Sacra Scrittura si evince tutt’altro, come la Chiesa nel passato ha inaugurato la prassi della comunione in bocca, oggi con la stessa potestà può modificarla e riportarla a come veniva data nella Chiesa primitiva. Con tutto il rispetto del card. Sarah, aldilà del diritto sacrosanto di ricevere la comunione sulla bocca, ha forse lui emanato un decreto a nome del Papa per cui i vescovi avevano l’obbligo di ubbidire? La liturgia non si può cambiare a piacimento, ma non può diventare rubricismo. Alcune parti della liturgia che sono di origine divina ed apostolica non possono per nessuna ragione essere cambiate; le altre che rispecchiano il linguaggio e la forma del tempo che fu, non hanno più senso mantenerle. L’adeguamento sia però intelligente, creativo e illuminato dalla Sacra Scrittura e dalla tradizione della Chiesa. Ogni bene nel Signore

  • Antonio ha detto:

    Nessuna sorpresa. Con il Covid la Chiesa attuale ha gridato dai tetti di non credere più nella Messa, di considerarla una riunione ricreativa alla quale si può tranquillamente rinunciare per mesi. Questo a dire il vero era intuibile almeno dal 1969, ma adesso sono andati davanti a un notaio a farselo certificare.

  • Dafne ha detto:

    Nella mia zona fino a poco tempo fa non avevano ancora ripreso a fare funerali (solo benedizioni al cimitero), poi qualche fedele si è ribellato rendendo pubblica la cosa (vedi articolo della Bussola di inizio agosto), il parroco ha smentito e rigirato la realtà ma ora (pare) i funerali sono ripresi. I fedeli sono arrabbiati perché questa è solo la punta dell’iceberg.
    Vacanza in romagna, comunione in mano dichiaratamente obbligatoria, la stessa chiesa e Messa che lo scorso anno era strapiena ora era mezza vuota, nonostante sulle panche si tenesse il massimo distanziamento, omelia su come pensare che il dolore possa essere punizione è ignoranza. Lettori e cantori che si soffocano tenendo la mascherina. Igienizzazione delle mano ancor prima di potersi genuflettere all’entrata.
    Bergamo, comunione in mano dichiaratamente obbligatoria, sacerdote che in confessionale, confuso, cerca di spiegare che è giusto piegarsi per obbedienza.
    Toscana, un’amica fortemente redarguita dal sacerdote perché voleva avere la comunione in bocca.
    Milano, sacerdoti redarguiti a loro volta perché hanno concesso l’eucarestia in bocca, molti lo fanno di nascosto.
    Potrei continuare…
    È difficile conservare la fede se non fosse per la voglia di istruirsi e la grazia soprannaturale … figuriamoci per chi è ignorante nella dottrina perché è stato istruito da sacerdoti ignoranti e formati a loro volta sugli errori. Poveri noi tutti.

    • Paoletta ha detto:

      Lasciamo che agisca la Grazia, non perdiamo la Speranza.

    • Raffaella ha detto:

      La situazione nella mia zona,Milano, è drammatica; ho visto anziani redarguiti perché hanno “osato” accendere una candela all’altare della Madonna invece di stare zitti e fermi al loro posto.
      Sono rimasta piacevolmente sorpresa dalle Messe a cui ho assistito in Liguria: cantori senza mascherina, Comunione in bocca per chi voleva senza problemi, distanziamento adeguato ma non ossessivo, omelie non clericalmente corrette.
      C’è ancora speranza…

      • massimo trevia ha detto:

        Confermo,almeno per il mio paese:Alassio.Io suono l’organo e non la metto,a parte il fatto che sto dietro l’altare e mi si appannerebbero gli occhiali…..comunque,di natura essendo originario di Alassio e quindi, come si dice,”un ligure”( da generazioni….),mi viene facile un certo distanziamento e mi rifiuto di presentare a Dio un volto(il mio)mascherato! A parte le battute,effettivamente qui in genere che’ meno pedanteria!Ovviamente evito di mettere a rischio gli altri,perche’ un po’ di rischio c’e’ e mi regolo di conseguenza.

  • franz ha detto:

    Cao Tosatti e amici di SC. Ho fatto una sola settimana di ferie a ferragosto , in un paesino dell’Abruzzo. Santa Messa all’aperto , ben distanziati , con mascherina obbligatoria e disinfezione delle mani controllata da un fedele sacrestano. Omelia noiosa , ero rassegnata . Consacrazione straordinaria emozionante , un minuto esatto di “elevazione” . Al momento della comunione il sacerdote passa a distribuire sulle mani la Sacra Eucarestia . Mi tolgo la mascherina e sottovoce gli chiedo se poteva darmela in bocca . Sorride , mi guarda fisso negli occhi e mi dice : ” certo, brava ! anche in ginocchio ” . Ho pianto.

    • emma ha detto:

      quacosa del genere è accaduta anche a me. A Fermo nelle Marche . santa messa feriale .Prima dell’inizio della messa vado in sacrestia a chiedere al Sacerdote se poteva darmi la comunione in bocca o sul cucchiaio . Mi dice di si , purchè la prendessi per ultimo .Forse per non sconcertare gli altri presenti.
      Io credo che se andassimo a parlare prima con il sacerdote potremmo avere la sopresa di scoprire tantissimi bravi ministri di Dio ,

      • IPM ha detto:

        Emma e Franz, grazie per queste testimonianze. Credo che dovrò farlo anch’io così, forte del vostro esempio. Che Dio vi benedica.

      • CSSML ha detto:

        Bello e consolante.
        Proprio vero che chi cerca, trova.
        A volte la delusione, ma il Signore ne ha avute così tante.

    • Speranza ha detto:

      Fortunata lei! Quando prima della messa chiesi di poter ricevere la Comunione in bocca, magari per ultima, ne ricevetti un misericordiosissimo no.

  • Speranza ha detto:

    Parlo della mia situazione personale: a messa tutte le mattine (come facevo prima di questo accidenti di covid) preferisco non andarci più. Primo perché già al primo ingresso in chiesa mi stranisco per la mancanza di acqua santa e per la sua sostituzione con quella terribile bottiglietta di disinfettante ; secondo, per le reiterate omelie sull’attenzione che bisogna ancora porre al possibile contagio (come se tv e ogni altro mezzo non bombardassero quotidianamente su questo); terzo (ed è ciò che mi addolora di più),
    per quella sacrilega e insostenibile liturgia di disinfezione prima della distribuzione del Santo Corpo di Cristo che preferisco non ricevere così maltrattato e per giunta sulla mano. Dovermi astenere dalla Comunione e assistere a messe da dove la fede è manifestamente evaporata mi è davvero insopportabile e alle messe della domenica (che certamente non diserto) offro tutta la mia sofferenza in riparazione dei miei peccati e per i bisogni della santa Chiesa. A questo sono arrivata con tutto lo sconcerto che già da tanto mi porto dentro. Fortunatamente, almeno un giorno a settimana, in un luogo più distante, la messa celebrata da un accorto sacerdote che ha persino escogitato un metodo per non privare i fedeli dell’acqua santa, mi permette di comunicarmi degnamente. Che il Signore lo benedica e abbia pietà di me.

  • IPM ha detto:

    Per me, piccolo credente peccatore, che cerca di imparare, approfondire la propria fede nella relazione con Dio, le discussioni su chi è o non è papa leggittimo e/o regnante, sono sempre fonte di scandalo e turbamento. Giustamente, non so che pesce pigliare, perchè argomenti per l’uno o l’altro mi pare ci siano – per quanto questi sono corretti non lo so e non ho la preparazione per poter scegliere (al meno non per ora). In genere metto la domanda nella grande borsa delle domande irrisolte, me la metto a tracollo, e la trascino avanti nella mia vita. Ogni tanto ci guardo dentro, magari nel frattempo ho imparato nuove cose e posso dare qualche risposta e qualche domanda e così la borsa si allegerisce. Ma per decidere quale papa … non ci sono ancora.

    Per quanto riguarda le sante messe invece, anch’esse, con le restrizioni varie mi sono di gran peso sull’anima e fonte di dolore nel cuore. Ogni tanto ci vado in chiesa per partecipare ad una messa (facendo communione spirituale), ma in genere sto a casa davanti alla TV (e grazie che ci sia ancora – sebbene ieri nell’omelia SE Brigantini attribuiva titolo di “martire” ad una avvocatessa turca morta dopo 238 gg di sciopero della fame perchè si batteva per “processi più giusti” – nulla da dire sull’impegno dell’avvocato, mi sembrava che martiri fossero altri e di quelli, perseguitati e uccisi per la loro fede, non si è parlato).
    Nel santuario dove ogni tanto partecipo alla santa messa, l’omelia è molto ricca, ben pensata e costruita, anche ben annunciata (una volta si è parlato persino dell’extra ecclesiam nulla salus – che credo non ho mai sentito prima in 50+ anni)- comunque alla fine ci manca sempre un pezzo e se non altro, quando p.es. parlava di obbedienza “al papa regnante, che a qualcuno piaccia o meno” mi chiedevo come allora veniva piegato il concetto di obbedienza per ordini leggittimi a pura obbedienza a chi comanda, perchè poi la santa Communione viene distribuita correndo tra i posti a sedere e obbligatoriamente in mano. E questo non è una questione di chi si consideri sia papa regnante, ma che i vescovi hanno deciso su una cosa per la quale non hanno competenza. Non dico che non fa differenza quale papa “scelgo”, ma nell’immediato Roma è lontana e il mio vescovo ha imposto così e i preti obbediscono tutti. Con le mascherine poi non sono tutti così ligi (nemmeno in TV) , ne fedeli ne celebranti o concelebranti ne ministri vari, ma forse non c’era scritto nelle raccomandazioni vescovili.

    Concludo sull’aspetto che i parroci non vanno in cerca del gregge disperso che non è tornato a messa: in un intervista su un settimanale locale ho letto: “sono mancate alcune famiglie alla santa messa (ndr. una volta riprese cum populo), ma sapete, qualcuno la santa messa domenicale la sente come valore, invece altri no”. Fine della storia. Meglio pochi ma buoni. Non interessa a nessuno (al meno fin che arrivano i soldi, ma sul portone di un’altra chiesa ho anche letto: mascherine e distanza, non vado in prigione per nessuno. E si danno tropo poche elemosini.). E la comunità nella quale vivo è piccola, piccolissima, ci conosciamo praticamente tutti, se non per nome e cognome, di vista di sicuro (e dei parroci locali ne conosco la maggior parte e con diversi ne ho avuto contatti/incontri irregolari). Ma nessuno viene a cercarti. Nessuno ti chiede cosa succede, perchè non vieni, perchè non torni. Ed ero lettore per diversi anni, ma nessuno mi cerca. Nemmeno da parte dei altri collaboratori laici. Per carità, non è che mi voglio far prezioso, se sono in grado di fare senza di me, va bene comunque, non è che mi si spezza la corona. Ma nessuno nemmeno chiede del perchè. Forse, forse, perchè possono immaginare i motivi … Dubito che vi tornerò.

  • Don Pietro Paolo ha detto:

    Credo che l’articolo di Julius Loreto non fa un’analisi completa e precisa dei disagi e dei danni che ha causato il Covid 19 nella vita della Chiesa. Non è vero che durante il lockdown le Chiese siano state chiuse. È vero che il governo nonostante abbia permesso che le Chiese rimanessero aperte, di fatto ne ha impedito l’accesso. La cosa che più mi ha fatto soffrire è che molte chiese sono rimaste chiuse per l’arbitro di preti terrorizzati. Ma non bisogna generalizzare. La mia esperienza è stata completamente diversa. Come ho già detto altrove, durante il lockdow, ogni giorno ho aperto la mia chiesa parrocchiale, ho regolarmente confessato ed ho distribuito la Santa Comunione a quanti la volessero, sfidando anche i militari che non volevano. Poi a porte chiuse, con un piccolo gruppo di persone, ho pregato col rosario, celebrato la S. Messa riservando un po’ di tempo all’adorazione Eucaristica, il tutto mandato in streaming che, con mia grande sorpresa, è stato molto seguito anche in alcune nazioni lontane. Permettetemi una nota in contrasto con l’articolo suddetto: Nonostante la mia Chiesa parrocchiale fosse rimasta aperta e il culto continuasse quasi del tutto come prima, i fedeli che partecipavano erano pochissimi. POSSO DARE LA COLPA DI QUESTO AI DECRETI DEI VESCOVI, O INVECE AL CLIMA DI TERRORE CHE I MASS MEDIA E i DECRETI PUNITIVI DEL GOVERNO HANNO CAUSATO NELLA COLLETTIVITÀ? Noto anche io, adesso, una lieve flessione di partecipazione dei fedeli alla vita parrocchiale soprattutto l’assenza quasi del tutto dei bambini. Con grande pazienza, nella confusione che ancora regna, mi accingo a ricucire le file. Il cammino è tutto in salita. Che questa pandemia sia diabolica è evidente dai suoi effetti negativi non solo sulla salute fisica, ma soprattutto nella vita della Chiesa. Chi ha pagato e paga il prezzo più grande è proprio la Chiesa. Più diabolico di così! Credo che il Signore l’abbia permessa per richiamare gli uomini alla conversione e all’essenziale; per me è una certezza. Ma, nonostante tutto, come dice l’Apocalisse, “gli uomini…bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio” (16,8 ) e ” il resto dellʼumanità, che non rimase ucciso da questi flagelli, non si pentì affatto e continuò a rifiutarsi di adorare Dio! Non volevano rinunciare ad adorare i demòni e i propri idoli dʼoro, dʼargento, di rame, di pietra e di legno, idoli che non possono né vedere, né udire, né camminare! Proprio così, i superstiti non si pentirono affatto dei loro omicidi, né delle loro magie, né delle loro depravazioni, né dei loro furti” (9, 20-21). Con una situazione come questa e con tanti altri problemi, non è sconcertante vedere che chi si crede discepolo del Signore si metta a creare ulteriori divisioni all’interno del Corpo di Cristo? Può, con atteggiamento fazioso e da vero sciacallo, nel male dire “la colpa è vostra” e nel bene “è tutto merito nostro” , e sottinteso “venite da noi” ? Poiché la salvezza viene unicamente da Dio e il Salvatore è solo Gesù Cristo, il vero cristiano deve predicare solo ed esclusivamente il Signore e non idolatrare il fondatore di qualunque organizzazione. Il mondo ha bisogno solo di Dio e non di eroi di questo o di quel gruppo

    • Enrico Nippo ha detto:

      Immagino, don Pietro Paolo, che nel finale della sua omelia lei si riferisca agli “sciacalli” (parola-mantra ormai abusata) lefbvriani e al loro “idolatrato” mons. Lefebvre.

      Bene, allora immagini a sua volta che questi “sciacalli” si ritirino dalla scena e ci dica quali altri tipi di animali resterebbero nel caravanserraglio che è diventata la Chiesa: iene? scimmie che non vedono non guardano e non sentono? serpenti? volpi? lupi travestiti da agnelli?

      Perché mica verrà a dire che una volta eliminati gli “sciacalli”, resterebbero solo candide colombe!

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Enrico Nippo,
        Complimenti! ha una fervida immaginazione, molto infiammabile.
        Se lei non si ritrova in quello che ho scritto, non capisco il perché prenda subito fuoco.
        Per caso, ho fatto centro? Nella fortunata ipotesi che gli sciacalli si ritirassero, avremmo nella Chiesa meno animali nocivi

        • Enrico Nippo ha detto:

          Per fare centro ci vuole un bersaglio. Se poi il bersaglio è mobile, fare centro è assai meno facile.

          “Detto questo” (oggi va di moda dire così) non vedo il vantaggio di avere “meno animali nocivi”, visto che gli sciacalli sono di gran lunga minoritari rispetto a iene, scimmie, serpenti e lupi che sono legione
          .
          In quanto a “prendere fuoco”, lei dovrebbe ripassarsi certi suoi interventi non proprio usciti dal frigorifero.

          • MARIO ha detto:

            Enrico,
            oggi finalmente si respira un po’ di natura.
            Con tutti questi animali “selvatici” sembra di esse allo zoo.
            E’ il tuo nuovo concetto di Chiesa? Lo zoo degli animali feroci.
            Però lasciami dire: hai dimenticato di citare pipistrelli e pangolini,
            che oggi sembrano i più nocivi.
            P.S. Non si accettano reazioni permalose…

          • Enrico Nippo ha detto:

            I lupi e le vipere (dimenticavo le vipere!) sono nel Vangelo. Ah, dimenticavo anche i porci e gli scorpioni, sempre da Vangelo.

    • giobbe ha detto:

      ciellino fino alla esasperazione , Lei rilegge ciò che scrive ? Dio suscita gli eroi , caro don.

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        Giobbe,
        Pazienza! Lei con quel nome ne dovrebbe avere parecchia. Ma, mi dica: perché c’è l’abbia tanto con i ciellini. Mi pare che i ciellini, almeno per quanto ne so, non sono scomunicati. Non capisco perché gli ricordo tanto i ciellini. Le ripeto che sono un prete cattolico e con questo le ho detto tutto. “Intelligenti pauca” o meglio “Chi ha orecchie per intendere, intenda”. Ci sono eroi ed eroi. Il mondo ritieni eroi omicidi, dittatori, usurpatori, fautori di guerre e divisioni… Dal loro punto di vista, hanno operato facendo del bene. Quindi ritengono di avere la coscienza a posto. Dio invece suscita i santi e costoro non si sono mai posti come salvatori ma, come lavoratori al servizio del Salvatore, si sono resi strumenti docili dello Spirito del Signore ( S. Francesco, S. Caterina…). I Santi, pagando anche di persona, non hanno mai attentato all’unità della Chiesa

        • Enrico Nippo ha detto:

          Bisogna vedere cosa s’intende OGGI per “unità della Chiesa” e chi sono i veri attentatori che vogliono trasformarla in una congrega assistenziale.

          I ciellini non sono scomunicati? Neanche i cattocomunisti lo sono ed anzi dettano legge.

    • IPM ha detto:

      Mi permetta una domanda, dalla Sua gradita risposta e lo dico senza alcuna polemica, posso imparare qualcosa e magari suggerire in loco.

      Cosa intende cambiare nella Sua parrocchia, migliorare nella Sua parrochia? Ne vede la necessità?

      Perchè da “ricucire” e “tutto in salita” non si evince, tenendo a mente che ci sono “sciacalli” lì fuori (e non faccio riferimento a Lefebvre, per me si può sostituire anche con lupi, scimmie e quant’altro hanno scritti altri comentatori), come intende a rafforzare, approfondire la fede e la communione dei fedeli?

      Cosa intende offrire alle famiglie e ai bambini? Terapia occupazionale (come la vedo nella mia parrochia) o aprirgli gli occhi sulla creazione, collegare i parallelismi e annunci nelle Sacre Scritture che diventi tutt’una unica grande storia di Salvezza?

      Quel “a porte chiuse” come ha organizzato: sono venuti fedeli a bussare o gli ha invitato Lei? Io non sento di “essere nel giro” di chi potrebbe essere degno di venir invitato dietro le “porte chiuse”.

      Non so, forse l’ha già scritto e spiegato mille volte, se Lei p.es. celebra la messa tridentina in latino (non credo sia necessario che Lei si facesse membro di SSPX o FSSP), magari in alternanza o aggiunta al novus ordo, forse il Suo novus ordo è comunque rispettoso e non chiassoso come p.es. nella parrocchia mia …

      Forse ho subito da troppo tempo e sono diventato triste e duro, ma c’è speranza? Io chiedo, se avrà la pazienza di rispondermi, don Pietro Paolo….

      • IPM ha detto:

        Forse, don Pietro Paolo, non mi sono espresso bene.
        Senza dubbio di paura e sconcerto ne è stata creata. Dai mass media – senza dubbio. Dal comportamento di CEI e dei vescovi – direi di sì. I fedeli se l’hanno fatta “in casa” – anche quì non posso negarlo.
        Credo che noi laici abbiamo anche il dovere di istruirci, di approfondire, di studiare – la fede non si ha dall’omelia domenicale esclusivamente.
        Da noi le chiese sono state chiuse e messe cum populo sospese ancor prima che il Governo lo chiese o che sia stato fatto un “protocollo”. Poi riaperte per la preghiera personale con le restrizioni governative di praticamente non poter andarci ecc.
        Cerco di verificare inanzitutto dove sbaglio io e cerco di corregermi, studiare, approfondire, pregare.
        Se fedeli hanno paura e hanno poca fede per ritornarci, oltre al fatto che qualcuno non riesce a partecipare con mascherina e soltanto communione spirituale, forse qualcosa nell’istruzione dei fedeli hanno omesso o sbagliato anche sacerdoti e vescovi, non crede?
        Allora la domanda: intende ricucire con lo stesso filo di prima, o forse -viste le assenze- sta pensando di cambiare filo o l’ago o ambedue? Anche se la colpa sarebbe tutta ed esclusivamente dei media o del governo o dei laici: crede sarebbe utile ripensare l’approcio pastorale, cambiare “tattica” se si può dire così. Forse lo sta già facendo, sarebbe interessante se Lei potesse condividere…
        Grazie, don Pietro Paolo

      • Don Pietro Paolo ha detto:

        IPM,
        Finalmente qualcuno con cui poter comunicare pacificamente senza difendersi da attacchi indebiti, sconclusionati e preconfezionati. Apprezzo le sue domande che meriterebbero di avere risposte più articolate e che qui per ovvi motivi non si può. Comunque spero di dire qualcosa. Lei chiede: “Cosa intende cambiare nella Sua parrocchia, migliorare nella Sua parrochia? Ne vede la necessità?”. Premetto che non sono un santo e ogni giorno lotto tanto con me stesso per essere secondo il Cuore di Cristo. Nonostante, e lo dico in tutta sincerità, sono contento della mia parrocchia, di come si muove, dei suoi gruppi, resto sempre non pienamente appagato perché, in mezzo a progressi e fallimenti , c’è sempre di più. Come ogni realtà formata da uomini, non è un paradiso in terra ma mi sforzo di fare come il buon padre di famiglia con figli che hanno diverso carattere, aspirazioni diverse, difetti diversi. Cerco di appacificare gli animi e soprattutto di portarli a Cristo. Non ci sono solo fiori e rose. Ho sempre detto ai miei che la mia gioia, nel caso venissi trasferito, sarebbe semplicemente che tutti continuassero a rimanere al loro posto nella comunità. Quindi non ho niente da cambiare nella mia parrocchia ma semplicemente, tra mille difficoltà, farla crescere per diventare adulta secondo il pensiero di Cristo. Forse non ci riuscirò mai, ma ci provo. Se ho scritto “ricucire” intendevo, usando questo verbo, rimettere insieme quello che la pandemia e le leggi governative avevano stracciato e ciò esige superlavoro; ecco perché è tutto “in salita”. Per costruire ci vuole tempo, ma per distruggere basta un attimo. Poi di lupi, scimmie ecc.. c’è ne sono tanti dentro e fuori. Se vogliamo che questi animali diventino mansueti agnelli, come nel sogno di S. Giovanni Bosco, bisogna portali a Gesù e la via più bella e più sicura che porta a Lui è Maria SS. Immacolata. Quindi una grande e vera devozione mariana, con un culto di vera latria a Dio non fatto di finzioni, ma di funzioni autentiche: S. Messa celebrata per dare gloria a Dio, adorazione Eucaristica, preghiere di ogni genere, cioè S. Rosario, liturgia delle ore, incontri di preghiera di gruppo, catechesi nei gruppi e parrocchiale, cenacoli di Vangelo ecc… Queste le azioni primarie; poi vengono quelle che lei chiama le operazioni “occupazionali”. Senza una autentica vita spirituale, ci può essere la filantropia ma non la carità. Le porte della Chiesa sono state chiuse durante il lockdown da me solo durante la S. Messa, ma questo non ha impedito ad alcune persone di parteciparvi. Comunque, a nessuno dei miei gli è stato proibito di avvicinarsi ai sacramenti della Penitenza e della Eucaristia, qualcuno l’ha ricevuta anche a casa. Spero solo che le porte delle Chiese non siano più chiuse per nessuna ragione. Per quanto riguarda la S. Messa in latino, e con questo spero di essere capito una volta per tutte, IO NON SONO CONTRARIO AL VETUS ORDO, anche se, credo, non lo userò mai. Non ne vedo la necessità. Ma non posso accettare che si disprezzi il Novus… Ho scritto altrove, DE GUSTIBUS NON DISPUTANDUM EST. Lei si sente più appagato nel partecipare alla Messa in latino, ebbene, visto che la Chiesa lo ha permesso, vi partecipi pure. Però tutti, se siamo veramente cattolici, dobbiamo avere chiaro che la S. Messa è Santa Messa sia se celebrata in italiano, o in latino, o col rito bizantino, o copto …. Poi mi, creda, l’importante è come vi si partecipa… certamente se il sacerdote pensa in quel momento di operare in Persona Christi Capitis e il fedele come membro del Corpo che concelebra, allora i frutti saranno più sensibili e più abbondanti. Se non sono sensibili come li si vorrebbe, supplirà la fede che è tanto gradita a Dio. Nel de gustibus, si situa anche la liturgia del canto… Veda, anche qui non si deve accusare il Novus Ordo, ma la sensibilità di chi dirige. In ogni caso, anche se il “frastuono” mi può dare fastidio, poiché questo è il modo di esprimersi soprattutto dei giovani, non è da demonizzare. La Sacra Scrittura parla di lodare Dio con timpani, sistri e.. l’importante è lodare Dio. Poi, chissà, dopo il frastuono potrebbe anche sentirsi , come per Elia, la presenza di Dio:”Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore» Ecco il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì Elia si coprì il volto con il mantello e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco sentì una voce che diceva: «che fai qui Elia?”. Mi scuso per la lunghezza e spero che il dott. Tosatti pubblichi questo mio scritto. Ogni bene nel Signore

        • wisteria ha detto:

          Mi permetto inoltte di chiedere se pensa di fare una vetifica sui suoi fedeli assenteisti: seguaci del Vetus Ordo, elettori di centrodestra, lefevbriani in incognito? O semplicemente non ammessi alle riunioni a porte chiuse e pertanto leggermente innervositi? Hanno abbandonato la sua parrocchia per frequentarne un’altra o hanno abbandonato la pratica della fede? Hanno – ipotesi più grave- abiurato il credo cristiano cattolico per un altro?
          Mi sembra che tutti i parroci dovrebbero fare questa verifica.

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Wisteria,
            Per quanto ne so, non ho parrocchiani attratti dal Vetus Ordo e nessuno mai è venuto da me a dirmi di essere un lefrebvriano. Sono sicuro che quasi tutti I miei parrocchiani non ne conoscano nemmeno l’esistenza. Per la verità, solo un giovane, che non è mio parrocchiano e neanche conterraneo, che fra l’altro ho visto una sola volta, mi ha detto che voleva entrare come seminarista in una della Fraternità in comunione con Roma. Il mio ministero consiste nel predicare Cristo e non di optare per uno schieramento politico. Questo non significa che non attacchi e predichi contro le leggi anticristiane e immorali già in vigore e contro altre in procinto di essere varate dal governo. Credo che se uno è cristiano cattolico, aldilà dello schieramento politico, deve essere fedele a Cristo, al Vangelo e alla Tradizione vivente della Chiesa. Le porte della mia Chiesa parrocchiale sono state e sono aperte a tutti gli uomini di buona volontà. Uno dei compiti del parroco è vegliare sul gregge che gli è stato affidato e stare attento che non si intrufolino lupi rapaci. La lieve flessione di affluenza di persone nella parrocchia, di cui parlavo, riguarda i bambini del catechismo e dei loro genitori, soprattutto di quelli che già vivevano ai margini e comunque non assidui. Riprendere il catechismo quando ancora si discute della scuola pubblica sarà molto difficoltoso. Per il resto, i gruppi di Azione Cattolica, gruppo famiglia, gruppo giovani e giovanissimi, ministranti e gruppi di preghiera già si sono ricompattati. Alcuni già sono attivi, gli altri dopo le vacanze estive. Persone che sono “emigrate” in altre parrocchie o in altre realtà ecclesiali o hanno perso la fede, non c’è ne sono , almeno. Anzi, molte persone che non abitano nel mio territorio parrocchiale, me li ritrovo a partecipare alla Messa domenicale che io celebro. Questo non è certamente una conquista perché per me, aldilà del prete che pastura, ognuno deve andare nella propria parrocchia e, se vede in questa qualcosa che non va, riprenda come un profeta, sia sale e luce, lavori e faccia quello che può. Il nostro compito non è accaparrarsi le pecorelle delle altre parrocchie, ma riportare nell’ovile quelle smarrite, quelle allontanatesi volontariamente e annunciare Cristo ai lontani.

        • IPM ha detto:

          Inanzitutto ringrazio, don Pietro Paolo, di aver condiviso in maniera così ampia la sua esperienza.
          Per quanto riguarda la mia esperienza con il “chiassoso” e che questa sia il modo di espressione dei giovani, non ho visto i frutti e mi sembra che qualcosa si sbagli (non esclusivamente i sacerdoti, sia chiaro) di profondo, perchè dopo la prima Communione i bambini non ci sono più, riappaiono per la cresima, per poi scomparire nuovamente per, se va bene, sbucare nuovamente per matrimonio o battesimo. E poi repete. Non vedo che il “chiassoso” abbia approfondito qualcosa di spirituale, visto che quando c’è “terapia occupazionale” ci sono alla messa, quando invece è “soltanto” la messa allora non ci sono.
          Del resto è anche vero che oltre alla terapia occupazionale musciale non conosco una parrochia sul territorio mio che abbia tutti questi gruppi per giovani, giovanissimi, adulti e via dicendo. Sarà che vivo in un mondo diverso, parallelo, non lo so.
          Per quanto riguarda invece il “Però tutti, se siamo veramente cattolici, dobbiamo avere chiaro che la S. Messa è Santa Messa” sono d’accordo, anche se sulle modalità c’è da discutere, mi sembra evidente, non disprezzando in alcun modo il Novus Ordo di per se, ma gli abusi che vedo da anni, non ultima l’imposizione della S. Communione in mano. Ho partecipato un mese fà ad una messa vetus ordo dove non è stata distribuita la Communione a nessuno – immagino per non andare contro l’ordine del vescovo ma nello stesso momento non volendo compiere un abuso sui fedeli. Scelta interessante.
          Mi sembra evidente, pensandoci, che al meno nella mia comunità, non si è ne insegnato ne compreso che “la S. Messa è la Santa Messa”.
          Ringrazio vivamente per lo scambio. Alla prossima.
          E che Dio la benedica, don Pietro Paolo e che i frutti del suo lavoro siano abbondanti!

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            La Chiesa è diffusa su tutta la faccia della terra e io non posso pensare che se dalle mie parti avvengono o non avvengono determinate cose, ovunque sia lo stesso. Mi rattrista il sapere che non si da la comunione solo perché non data in bocca. Ma come ci si può privare dell’Eucarestia solo perché viene data sulle mani? Rispettando le scelte di ognuno, Non lo capisco proprio… Dio non è solo il Glorioso Onnipotente di cui temere. Gesù ce lo ha rivelato come Padre che non si schifa di abbracciare e quindi farsi abbracciare dal figlio perduto. Qualcuno dirà: tanto si fa la Comunione spirituale! Senza essere contrario alla Comunione spirituale che io faccio continuamente, non le sembra che questo sia quello che fanno anche i protestanti e le varie sette? Se veramente si conoscesse il Dono di Dio e soprattutto l’Amore di Dio! Dio guarda il Cuore per cui neanche se avessi le mani immonde per nessuna cosa al mondo mi priverei del suo Dono. Credo che il giorno in cui non potrò celebrare Messa e cibarmi dell’Eucarestia, morirò

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    penso che la lettura di questo editoriale sia una buona risposta al silenzio dei fedeli e al da farsi. http://lascuredielia.blogspot.com/

  • Mara ha detto:

    Credo che l’allontanamento sia da parte di quei “fedeli” che si recavano a Messa tanto per abitudine e per potersi sentire a posto nei confronti della loro “fede”, e non tanto per convinzione. Questi non aspettavano altro per potersi liberare dal fardello dell’obbligatorietà domenicale, e sono stati accontentati. Ora possono sentirsi a posto con l propria coscienza visto che i loro pastori, ai quali bisogna obbedire o quantomeno ascoltare e mettere in pratica ciò che dicono,, ritengono che non sia necessario rispettare il precetto.

    • wisteria ha detto:

      Farei un’altra lettura del fenomeno.
      Che problema ha oggi chi va in Chiesa per consuetudine? Nessuno.
      Secondo me a defezionare sono stati i fedeli che sono rimasti offesi dall’abbandono subito, e che forse anche prima del virus si sentivano a disagio con la politica de Vaticano.
      Quando uno decide di non andare in Chiesa non si chiede se l’obbligo vale o non vale. Non ci va, e stop.

      • IPM ha detto:

        Sì, l’abbandono subito è doloroso e pensante.
        E non è solo quello, si sono accumulate tante cose e l’abbandono durante il lockdown ho vissuto come timbro e firma su tutto il resto: >1400 gg. senza risposta ai Dubia, >800 gg. senza rapporto sul ex-cardinale McCarrick, chi sono io a giudicare, se sei gay va bene Dio ti ha fatto così, Madre di Dio metticcia, “interviste” Scalfari, buonasera, altroparlanti alti 70cm degni di discoteca, il celebrante chittarista, il parrocco che la mattina legge la Bibbia e in parallelo il Corano e lo loda quanto bello dinanzi ai genitori radunati in preparazione dalla cresima, maschi chierichetti “soprafatti” dalle ragazze del gruppo musicale ecc.

        • mara ha detto:

          Si, ma questo vale appunto per chi seguiva la Chiesa all’acqua di rose, tano per; i veri amanti di Gesù, i veri cattolici non hanno abbandonato la Messa, non l’abbandoneranno mai..”da Chi andremo, Tu Solo hai Parole di Vita Eterna”. Forse il piccolo resto?

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Il silenzio dei fedeli è il concerto polifonico in replica, nel linguaggio dei segni, per non udenti che rifiutano l’ausilio di apparecchi acustici… pertinenti.

  • Enrico Nippo ha detto:

    Carissimi,

    l’articolo non propriamente consolante di Julius Loredo mi ispira a fare il punto della situazione.

    Questo blog è impegnato, diciamo così, nella reazione al degrado integrale che accomuna la Chiesa e lo Stato.

    Ora, sul fronte di guerra gli eserciti contrapposti sono ben definiti e lo scontro è anch’esso ben definito. Ci potranno essere, sì, dei disertori nell’una o nell’altra parte, ma, insomma, le due forze in campo sono ben definite, e i disertori non influiscono minimamente sulle sorti della guerra.

    Ora, nel nostro caso, la reazione al degrado integrale non sembra essere, come opportunità richiederebbe, anch’essa integrale. E così, mentre l’esercito del degrado si presenta al fronte con diverse forze ben coalizzate e quindi con la massima forza d’urto, l’esercito della reazione al degrado non solo è più sparuto ma si presenta con forze divise tra loro.

    La divisione dell’esercito della reazione si estende ben al di là di questo blog, ciò costituendo per l’esercito del degrado un enorme vantaggio che gli fa condurre vittoriosamente la guerra, e, a ben vedere, senza neanche grande sforzo.

    C’è in questo blog chi sembra auspicare una “purificazione” da certe posizioni considerate addirittura non cattoliche e dannose per la causa, in una parola dai “lefebvriani”; ma, a parte che tale purificazione renderebbe ancora più sparuto e inoffensivo l’esercito della reazione al degrado, tale purificazione dovrebbe seguire ad un giudizio infallibile da parte dei “purificatori”, e l’infallibilità, occorre dirlo, non sembra alla portata degli esseri umani per quanto ferrati scritturalmente, teologicamente e dogmaticamente. Il tutto senza tenere conto che i purificatori non hanno l’autorità legittima per esercitare la purificazione (quindi il loro auspicio si riduce ad una velleità) e della tendenza tutta umana ad impugnare scritture, teologia e dogmi secondo la propria prospettiva individuale e quindi nella convinzione di essere nel vero.

    Sennonché è chiaro che se ognuno è nel vero, nessuno è nel vero.

    E c’è anche da aggiungere che al confronto con certi modernisti anti-lefebvriani chiusi graniticamente nel loro integralismo individualista vaticano-secondista, il lefebvriano più fondamentalista sembra un mollusco.

    Ma c’è di più: una volta purificato dai lefebvriani, non per questo lo sparuto esercito della reazione al degrado avrebbe acquisito una forza univoca. Di fatto, gli anti-lefebvriani sono divisi niente di meno che sulla figura del Papa che da essi non è univocamente riconosciuto, e che è come dire un esercito senza un comandante generale o una nave senza un capitano. E infatti chi è il Papa? Tra gli anti-lefebvriani c’è chi dice Francesco e chi dice Benedetto.E probabilmente c’è anche chi è piuttosto confuso e non sa che pesce pigliare. E, tanto per cambiare, ognuno dice chi è il Papa secondo la propria interpretazione, considerando (debitamente ricambiato) le interpretazioni altrui roba da cestinare.

    E così, paradossalmente, sono proprio gli anti-lefebvriani a confermare, nella più totale incoscienza, che la sede è vacante.

    Stando così le cose … continuate voi.

    Pace e bene.

    • giulia anna anna meloni ha detto:

      lei si sbaglia di grosso,la FSSPX è in comunione con il papa regnante,in comunione non vuol dire che condividono tutto ciò che il papa fa. Chieda informazioni piu precise a https://fsspx.it/it .le altre informazioni sono pregiudiziali.

      • Enrico Nippo ha detto:

        Signora Giulia Anna Anna Meloni,

        forse non ha letto con sufficiente attenzione o non ha colto quello che è scritto tra le righe.

        E forse (ma mi pare strano visto che imperverso ormai da parecchio su questo blog) che Lei non sappia che il sottoscritto è un lefebvriano.

        Non saprei dove abbia letto nel mio intervento che la FSSPX non è in comunione con il Papa. Al contrario, ho affermato che sono gli anti-lefebvriani a stare in confusione in merito a chi è il Papa.

        • Lorenzo ha detto:

          Benedetto XVI ha dichiarato che il Papa è uno, Francesco.
          Quindi non ha ragione di essere un dibattito su chi sia il Papa, Lefebvre o non Lefebvre. Dobbiamo solo pregare affinchè lo Spirito Santo illumini Francesco Kasper, Mons. Paglia inducendoli a riconoscere i propri errori.

          • Enrico Nippo ha detto:

            Lorenzo,
            di questi tempi quello che dice un papa è considerata un’opinione come un’altra. Lo conferma la rivolta piuttosto veemente nei confronti di quello che dice papa Francesco. E poi, mi perdoni, non è che siccome Benedetto ha detto che il papa è Francesco il caso sia archiviato. Infatti, la figura del “papa emerito”, come lei saprà, ha provocato il versamento di fiumi d’inchiostro che non solo non hanno risolto la questione ma l’hanno complicata. Mi riferisco alla questione della rinuncia al ministero ma non al munus, che indubbiamente pone dubbi sull’intenzione di ritirarsi dalla scena … rimanendoci! Non dimentichi che la figura di “papa emerito” è una innovazione (di Benedetto XVI) che si è portato dietro un mucchio di conseguenze in merito alla vera identità del papa.

          • Lorenzo ha detto:

            Gentile Enrico,

            io vivo con dolore il processo di disgregazione dei valori morali che è in atto nella Chiesa 3.0, MA da cattolici dobbiamo per definizione riconoscere un’autorità gerarchica suprema, il vicariato di Cristo. Se questa non può essere Bergoglio, allora dobbiamo riconoscerla in Benedetto XVI, proprio colui che aveva identificato nella dittatura del Relativismo il Male dei nostri tempi, che ha apertamente fatto un appello all’unità della Chiesa nel nome di Francesco. Dobbiamo lottare affinchè con il dialogo posizioni più ortodosse, un linguaggio e una dialettica più conformi alla Legge Naturale, un indirizzo realmente spirituale prevalgano su interessi economici e influenze del globalismo mondiale. Una domanda, secondo Lei, le porte dell’inferno, hanno già prevalso?

    • Lupo ha detto:

      ecco, noi vorremmo appunto contnuare . Ci lasci in pace pertanto. Lei non sa fare e dire altro che screditare mons.Lefebvre . Ma che cosa vuole ?

      • Enrico Nippo ha detto:

        Scusi LUPO, ma non si capisce a chi si stia rivolgendo.
        Vuol chiarire, per favore?
        Grazie.

      • Michel Berthoud ha detto:

        Scusi LUPO, sarei curioso di sapere con chi de la stà prendendo, non e charo.

    • Grog ha detto:

      Lefebvriani di qua e antilefebvriani di lá…e i Cattolici dove sono?

      • Enrico Nippo ha detto:

        Lefebvriani e anti-lefebvriani sono cattolici.

        Soltanto con qualche piccola divergenza 😎

    • stefano raimondo ha detto:

      Lei è un lefebvriano in salsa venusiana! Sono indignato!