LO SCANDALO DI SAN RAFAEL. VIGANÒ SCRIVE AL VESCOVO.

30 Luglio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae come avrete visto da questo articolo de La Nuova Bussola Quotidiana, e su questo articolo di Infovaticana,  il seminario di San Rafael in Argentina è stato chiuso dal vescovo, con la scusa del Covid 19, in realtà perché molti seminaristi e fedeli -oltre 150 famiglie – obiettavano al ricevere l’eucarestia nella mano. Il vescovo ha informato la Congregazione per il Clero a Roma, retta dal cardinale Beniamino Stella, uno dei “consiglieri” di papa Bergoglio, che ha provveduto immediatamente. Pubblichiamo la lettera aperta che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha indirizzato al vescovo Eduardo Maria Taussig. Buona lettura. 

§§§

30 Luglio 2020

Eccellenza,

Sono confuso e ferito nell’apprendere dalla stampa internazionale la notizia relativa alla decisione di chiudere il Seminario della Diocesi di San Rafael e di licenziare il suo Rettore, don Alejandro Miguel Ciarrocchi.

Questa decisione sarebbe stata adottata, su Sua zelante segnalazione, dalla Congregazione per il Clero, che ha ritenuto inammissibile il rifiuto da parte dei chierici sotto la Sua giurisdizione di amministrare e ricevere la Santissima Eucaristia in mano e non in bocca. Immagino che il comportamento lodevole e coerente dei Sacerdoti, dei chierici e dei fedeli di San Rafael Le abbia offerto un ottimo pretesto per chiudere il più grande Seminario argentino e disperderne i seminaristi per rieducarli altrove, in seminari tanto esemplari da essersi ormai svuotati. Vostra Eccellenza ha saputo mirabilmente tradurre in pratica quell’invito alla parresia, in nome della quale si dovrebbe sconfiggere la piaga del clericalismo denunciata dal più alto Soglio.

Posso comprendere la Sua delusione nel vedere che, nonostante l’opera martellante di indottrinamento ultra-modernista compiuta in questi decenni, vi siano ancora dei bravi Sacerdoti e chierici che non antepongono la cortigiana obbedienza al doveroso rispetto nei confronti del Santissimo Sacramento; e posso immaginare il Suo dispetto nel vedere che anche i fedeli laici e intere famiglie – di quella che viene chiamata “la Vandea delle Ande” – seguono i buoni pastori, dei quali, come dice il Vangelo, “riconoscono la voce”, e non i mercenari a cui non importa nulla delle pecore (Gv 10, 4.13).

Questi episodi confermano l’azione dello Spirito Santo nella Chiesa: il Paraclito infonde il dono della Fortezza negli umili e nei deboli e confonde i superbi e i potenti, rendendo manifesta la fede nell’Augusto Sacramento dell’Altare da un lato, e la sua colpevole profanazione per rispetti umani dall’altro. Conformarsi alla mentalità del mondo può forse meritare a Vostra Eccellenza il facile e interessato plauso dei nemici della Chiesa, ma non eviterà né l’unanime deplorazione dei buoni, né tantomeno il Giudizio di Dio, che sotto i veli eucaristici è presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. E che ai Sacri Pastori chiede di essere Suoi testimoni, non Suoi traditori e persecutori.

Vostra Eccellenza mi permetterà di farLe notare una certa qual incoerenza del Suo comportamento con il motto che Ella ha scelto per il Suo stemma: Paterna atque fraterna charitate. Non vedo nulla di paterno nel punire dei Sacerdoti che non vogliono profanare l’Ostia Santa, né alcuna forma di vera Carità per chi ha disobbedito ad un ordine irricevibile. La Carità si esercita per il Bene e per il Vero: se ha come principio l’errore e come fine il male, essa non è che una grottesca parodia della Virtù. Un Vescovo che invece di difendere l’onore dovuto al Re dei re e lodare chi si adopera per questo nobile scopo giunge a far chiudere un fiorentissimo Seminario e a redarguire pubblicamente i suoi chierici non compie un’azione di Carità, ma un deplorevole abuso, del quale sarà chiamato a rispondere davanti al tribunale di Dio. Prego perché Ella comprenda quanto il Suo gesto, valutato sub specie aeternitatis, sia grave in sé e di scandalo per i semplici. I Suoi studi all’Angelicum dovrebbero aiutare Vostra Eccellenza in quest’opera di sana resipiscenza, che impone sub gravi anche la doverosa riparazione.

La stampa riferisce che nella Diocesi di Basilea, nella chiesa di Rigi-Kaltbad, una donna rivestita dei paramenti sacri simula abitualmente la celebrazione della Messa, in assenza di un sacerdote ordinato, omettendo solo le parole dell’Istituzione. Mi chiedo se mons. Felix Gmür si distinguerà per lo stesso zelo che ha animato Lei, e se ricorrerà ai Dicasteri Romani per far punire in modo esemplare la sacrilega messinscena.

Temo tuttavia che l’inflessibilità dimostrata da Lei nel punire i Sacerdoti che Le hanno doverosamente disobbedito non troverà emuli in Svizzera. Certamente, se su quell’altare un Sacerdote avesse celebrato la Messa in Rito tridentino, gli strali dell’Ordinario non avrebbero tardato a colpirlo; ma una donna che celebra abusivamente e sacrilegamente la Messa è oggi considerata una cosa trascurabile, tanto quanto esporre alla profanazione il Santissimo Sacramento dell’Altare.

Insieme ai chierici e ai laici della Sua Diocesi, che Lei ha ingiustamente colpito e gravemente offeso, prego per Lei, Eccellenza, per i mandanti della Santa Sede, ed in particolare per il Cardinale Beniamino Stella che conobbi come sacerdote devoto e come Nunzio Apostolico fedele, a cui come Delegato per le Rappresentanze Pontificie feci visita a Bogotà. Un tempo mio amico, con lui ho collaborato per anni in Segreteria di Stato: purtroppo ormai da qualche tempo non posso più riconoscerlo come tale, per la sua partecipazione all’opera di demolizione della Chiesa di Cristo.

Preghiamo per la Vostra conversione, una conversione cui tutti siamo chiamati, ma che è indifferibile per quanti operano non per la gloria di Dio, ma contro il bene delle anime e l’onore della Chiesa.

Preghiamo tutti per i Seminaristi e per i fedeli di San Rafael a cui Lei, Eccellenza, ha dichiarato guerra.

Con fraterna Carità, nella Verità,

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

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105 commenti

  • Boanerghes ha detto:

    O Gesù, vera letizia degli Angeli e paradiso di delizie, ricordati degli orribili tormenti che provasti, quando i nemici tuoi, come ferocissimi leoni, avendoti circondato con schiaffi, sputi, graffi ed altri inauditi supplizi, ti lacerarono; e per le ingiuriose parole, per le aspre percosse e durissimi tormenti, con i quali i nemici tuoi t’afflissero, io ti supplico che voglia liberarmi dai miei nemici così visibili come invisibili, e concedi che sotto l’ombra delle ali tue io ritrovo la protezione dell’eterna salute.
    S. Brigida – Orazioni

    Leggendo certi interventi di pie anime progressiste, o bergogliane, o Trolls come si voglia chiamare, ho l’impressione che quanto detto dalla santa potrà essere presto la prossima realtà ecclesiale, dove novelli ferocissimi leoni cercheranno le anime fedeli a Cristo per riservare loro lo stesso trattamento.
    Ma il risultato sarà sempre lo stesso: vince il Leone di Giuda, ed i suoi nemici saranno dispersi.

  • + Timoteo ha detto:

    Anzitutto ringrazio a Sua Eccellenza Carlo Maria Viganò per una chiara è schietta difesa di Cristo e del suo gregge. Nelle sue parole si vede e sente l’amore del pastore. Proprio così deve agire il Papa di Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Per Cristo, per il suo gregge e la salvezza delle anime vale la pena fare una bella e santa crociata non guardando ai sacrifici e polemiche. Perché confusione e apostasia avvenuta a causa dei documenti del Concilio Vaticano II sono ormai tangibili e vedibili. Un disastro, nel campo d’insegnamento, più grande di questo che la Chiesa cattolica sta vivendo ora è difficilmente immaginabile. Probabilmente solo satanismo è peggiore, basta ricordare i giardini vaticani, la Pachamama, sinodo su Amazzonia. Siamo ormai nello stato di grande apostasia. Quanto veritiere e attuali sono ora le parole della Beata Vergine Maria di La Salette. Oggigiorno si batte per il resto del gregge di Cristo, ma quando Gesù verrà, la seconda volta troverà la fede?
    In Cristo e Maria
    +Timoteo, segretario del Patriarcato Cattolico Bizantino

  • EquesFidus ha detto:

    Desidero intervenire, nuovamente, su un tema, quello della Comunione sulla mano, che mi sta a cuore. Premetto che, essendo stato attaccato personalmente in passato aver riportato le norme su tale prassi e su come sia infondata in passato, è chiaro che non si tratta di un argomento di secondaria importanza.
    Anzitutto, non è vero che “accipite” significa primariamente “prendete” (come è stato tradotto in italiano) ma “ricevete”, “accettate”, “accogliete”. Pertanto, non vi è alcuna indicazione che, durante l’Ultima Cena, Nostro Signore abbia comunicato sulle mani gli apostoli; e, anche se fosse, non vi è ragione per cui detta pratica debba essere condivisa dalla moltitudine dei fedeli. Gli apostoli, infatti, avendo ricevuto la lavanda dei piedi ed avendo ricevuto lo Spirito di Nostro Signore erano stati consacrati a Lui; quindi, erano sacerdoti al modo di Melchisedek, già in quel momento (incluso Giuda, il traditore). Pertanto, essendo consacrati dalla punta dei capelli fino all’unghia del minolo del piede, potevano toccare il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore. Questo fu recepito dal Concilio di Trento, il quale (veramente!) poté affermare solennemente che l’usanza di comunicarsi al Corpo di Nostro Signore sulle mani era riservato ai sacerdoti fin dall’età apostolica, ma non così per i fedeli!
    Infatti, se esaminiamo le usanze dei primi secoli in merito la ricezione dell’Eucaristia, emerge un quadro che ben si contrappone a quello postulato dai sostenitori dell’usanza protestante della ricezione in mano. Riepilogo brevemente:
    1) Tra il 115 e il 125 d.C., papa Sisto I vieta ai laici di toccare i vasi sacri. Sebbene non menzioni esplicitamente l’Eucarestia, non è illogico reputare che, essendo il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo sicuramente più importanti dei vasi sacri (per quanto opportunamente benedetti), tale proibizione si estendesse a maggior ragione ad essi.
    2) Tra il 275 e il 283 d.C., papa Sant’Eutichiano vieta esplicitamente che i laici tocchino la Santa Comunione, e riserva il compito di portarla agli ammalati esclusivamente ai ministri in sacris (diaconi, preti e vescovi).
    3) Durante il Concilio di Saragozza (380), viene emessa la scomunica per i laici che si fossero azzardati a trattare le Specie eucaristiche come in tempo di persecuzione (cioè riporle in casa e toccarle con le mani).
    4) Papa San Damaso I (366-384) proibisce ai laici di custodire il Santissimo in casa (come in tempo di persecuzione).
    5) Sant’Innocenzo I, nel 404, impone a tutti i cristiani di comunicarsi esclusivamente in bocca. Tale obbligo viene ribadito nel Concilio di Rouen (650), nel Concilio Costantinopolitano III (680-681), sotto la pena di scomunica per chi avesse fatto il contrario, e nel Sinodo di Cordoba (839).
    Sotto questi venerabili precedenti, veramente poté il Concilio di Trento affermare l’obbligo di comunicarsi, per i laici, esclusivamente in ginocchio (usanza diffusasi proprio a partire dal V secolo, in ambito monastico) e sulla lingua! Allo stesso modo, presunti brani che dimostrino il contrario (come quello di San Giovanni Crisostomo, il quale asserisce che il comunicando deve tenere le mani a guisa di croce per ricevere l’Ostia consacrata, quando con ogni probabilità questa non vi veniva deposta ma le mani venivano tenute sotto il mento al posto dell’allora inesistente piattino, magari coperte dal domenicale nel caso delle donne) non sono tali, ma si riferiscono o ad usanze in tempo di persecuzione, o al modo sacerdotale di comunicarsi, o ancora sono state (come le affermazioni di San Giovanni Crisostomo che ho appena riportate) semplicemente travisate.
    In sostanza, l’uso di comunicarsi sulle mani non risale ai primi secoli; al contrario, si tratta di un’invenzione protestante (i quali negano la transustanziazione), poi purtroppo entrata nella Cattolica come pratica indultiva tanto che la stessa “Redemptionis Sacramentum” del 2004 non potrà che constatare questo fatto, cioè che è un diritto (a differenza della Comunione sulla mano) del fedele ricevere la Sacra Particola in bocca.
    Detto questo, io vorrei porre una domanda: in tutta onestà, il tentativo di “ripristinare” (cosa non vero, come abbiamo visto, già a partire da “accipite” in poi) la Comunione sulla mano come retaggio della mitica “Chiesa primitiva” non si qualifica come archeologismo? La Comunione sulla mano quali frutti ha portato? I fedeli riconoscono maggiormente che si tratta del Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, dove il Salvatore è veramente presente in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, oppure sono più portati a non riconoscere questa verità di Fede? Gli abusi eucaristici sono aumentati o diminuiti? Coloro che si comunicano sono tutti consacrati sacerdoti al modo di Melchisedek oppure no? Perché le file sono più lunghe alla Comunione che al confessionale? Quali sono, insomma, i frutti spirituali della Comunione sulla mano (di matrice protestante) rispetto a quella in ginocchio e sulla lingua (cattolica)? Hanno milgliorato la ricezione del Sacramento in stato di grazia o piuttosto lo hanno esposto a maggiori profanazioni/sacrilegi?

    • EquesFidus ha detto:

      Detto questo, mi si permetta una chiosa ai seminaristi e, in generale, a coloro che hanno subito quei provvedimenti: in fondo, sono stati un po’ sciocchi. Encomiabili forse per certi versi, ma un po’ sciocchi. Perché se uno sa che il proprio vescovo è contrario alla Tradizione e vuole approfittare dell’attuale situazione socio-sanitaria delirante per imporre la Comunione sulla mano come unico modo per distribuire la Santa Ostia nella sua diocesi (in modo contrario alle stesse disposizioni canoniche, dalla “Sacrosanctum Concilium” in avanti), non si deve cercare di affrontarlo direttamente: volente o nolente, costui rappresenta la massima autorità della Chiesa nella sua diocesi e, anche qualora fosse nel torto marcio, ha pieni e legittimi poteri in questo caso. Vi dico (credetemi, col massimo dell’umiltà) cosa avrei fatto io al posto delle famiglie e dei preti: mi sarei mostrato ossequioso con il successore degli apostoli e poi avrei comunicato, ai fedeli, che, poiché il vescovo è così attento all’igiene, la Comunione al popolo non sarebbe più stata distribuita per minimizzare i rischi di contagio, informandoli dell’alternativa spirituale nel caso. D’altro canto, l’obbligo di comunicarsi c’è solo per il celebrante, non per il popolo, il quale è obbligato a comunicarsi solo a Pasqua (già passata) e può fare la Comunione spirituale se è in stato di grazia (ovviamente, non è la stessa cosa di quella sacramentale, ma è pur sempre un modo per ricevere il Signore e la Sua grazia nella propria anima). Già lo vedo, questo vescovo deformarsi dalla rabbia (o disperazione, se veramente è detestato da Bergoglio?) per non poter costringere i propri preti a distribuire la Comunione sulla mano ai fedeli; in caso di rimostranze, bastava dire ai fedeli che sì, se volevano per ordine episcopale potevano venire alla balaustra a comunicarsi sulla mano, ma che al contempo era fortemente sconsigliato e che, comunque, la pratica della Comunione spirituale è pienamente cattolica (sicuramente di più della Comunione indultiva sulla mano) e legittima e, in ogni caso, il precetto festivo viene ottemperato dalla partecipazione alla Santa Messa, Comunione o meno. Così, il vescovo non poteva impugnare nulla se non il proprio arbitrio, e non opportunistiche (ma fondate, a questo punto) accuse di disobbedienza. Siamo sempre lì: si può essere eretici, in questa Chiesa stravagante, predicare tutto ed il contrario di tutto ma essere legati alla Tradizione, quello no, è già più difficile.
      Detto questo, io fossi stato al posto dei fedeli, in quel frangente, cioè tra scegliere tra la Comunione in mano o la Comunione spirituale, avrei scelto la seconda senza troppe cerimonie, indipendentemente dagli ordini del vescovo o similari: nessuno può obbligare a comunicarsi sacramentalmente all’infuori della Pasqua.

      • + Timoteo ha detto:

        Mi permetto di opporsi alla sua visione di come si potrebbe risolvere il caso di Argentina. Prima porta begli esempi della storia della Chiesa riguardo alla comunione e poi propone una cosa che mi sconcerta. La Chiesa è edificata sopra il fondamento degli apostoli e profeti avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. (cfr. Ef 2, 19-22) Nessun vescovo o persino cardinale di qualche dicastero vaticano può allora dare le prescrizioni che portano alla profanazione della Santissima comunione, senza commettere un crimine. Gli apostoli e profeti hanno sempre messo in guardia contro tali crimini di profanazione delle cose sante. Cristo è la pietra angolare, non il vescovo. Al vescovo è affidato il gregge per pascolarlo e non per disperderlo. Vescovo è chiamato di comportarsi da pastore e non da lupo rapace. Allora in questo caso è doveroso da parte dei fedeli e sacerdoti opporsi, con tutto dovuto ossequio al Cristo in eucaristia, alla prescrizione profanatrice del proprio vescovo o persino del dicastero. Altrimenti sarebbero come scrive profeta Isaia: “Udite, cieli; ascolta, terra, perché il Signore dice: “Ho allevato e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me. Il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende”. Guai, gente peccatrice, popolo carico di iniquità! Razza di scellerati, figli corrotti! Hanno abbandonato il Signore, hanno disprezzato il Santo di Israele, si sono voltati indietro” (Is 1, 2-4). Grazie a Dio che questo non era il caso dei fedeli di Argentina. Sacerdoti o fedeli potrebbero rassegnarsi se il vescovo facesse una prescrizione sul numero delle candele nella chiesa, perché tale prescrizione cambia poco a dirlo con un po’ di esagerazione. Quando, però, si tratta di Santissima eucaristia, allora uno deve reagire. Come San Basilio non poteva reagire con mezze parole alla peste di arianesimo, così anche oggi non si può reagire con segno di rassegnazione ma con schietta difesa di Cristo. Coronapsicosi non può portare alla distanza sociale da Cristo. Guai al sacerdote, vescovo, cardinale o persino papa che oserebbe portare fedeli a tale distanziamento. Cristo non è un recidivo da poter contagiare la gente con coronavirus. Non può essere trattato con guanti e altre sciocchezze. Cristo è Re dei re e porta la guarigione autentica. Ho visto tanti fedeli guariti da Cristo di diverse e gravi malattie, allora coronavirus, come strumento politico e ideologico, non Gli porta le difficoltà. Situazione d’oggi è gravissima, allora regolamento cosmetico è condannabile. Mi scusi per durezza delle parole, ma come vescovo di Cristo non posso scrivere a mezze parole.
        La tengo nelle mie preghiere
        In Cristo e Maria
        + Timoteo

    • Adriana ha detto:

      Ottimamente , e grazie per noi e per quei poveri
      ” sacerdoti” che qui sono intervenuti palesando con evidenza il loro spirito di approssimazione niente affatto ” misericordioso “. Mi ricordano i ” ristoratori ” statali dei paesi al di là della cortina di ferro ,( all’epoca d’oro della religione comunista ). Sottoponevano al cliente un menù di 20 o 30 portate ; qualunque di esse venisse scelta , ti sbattevano sul tavolo lo stesso piatto -“suff” approssimativo di qualche cosa,forse, di commestibile- .
      Alle timide rimostranze del cliente rispondevano immancabilmente : ” Hai fame ? Mangia ! “. Dopo tutto , direttori , cuochi , camerieri , clienti diventavano tutti
      ” compagni ” e , perciò, “eguali “…

  • CoenaDomini ha detto:

    “Gesù si alza facendo cenno a tutti di stare ai loro posti. Prende il calice e il 13° pezzetto di pane rimasto sul tavolo ed esce dal cenacolo. Porta alla Madre l’Eucarestia.

    La comunica con le sue mani.

    Quando Egli entra Maria è sola, in ginocchio, che prega”.
    (Maria Valtorta, Quaderni del 1944, Capitolo 258,
    17 febbraio 1944
    http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/2/manoscritto/17/17-febbraio-1944 )

    Se anche Maria Immacolata si comunica in ginocchio e sulla lingua, come possiamo, noi poveri peccatori, pensare di poter toccare il Suo Corpo?

  • Boanerghes ha detto:

    Al di là di considerare e discutere la Comunione sulla mano o in bocca, diversi interventi di sacerdoti mi hanno dato l’impressione di ragionamenti fatti magari con un certo buon senso e desiderio di evitare dispute fraterne; ma ho anche avuto l’impressione di una preparazione cattolica non ottimale.
    Faccio l’esempio della castità sacerdotale, dove molti ritengono che sia una prassi iniziata dopo diversi secoli, che in oriente non è proprio come in occidente, che diversi apostoli erano sposati e anche altri successori degli apostoli etc etc.
    Questo si insegna nei seminari, o meglio si insegnava, oggi è anche peggio.
    E si trascura il nocciolo della questione: il sacerdote è un consacrato a Dio, è in un rapporto sponsale col Signore.
    E Cristo è il modello, l’esempio da seguire con tutto se stessi, per seguirne le stesse orme.

  • Adele magnanini ha detto:

    Credo che, alla luce dei molti avvenimenti mondiali che – venuti allo scoperto-riguardano tutti gli stati, la politica vaticana debba trovare un punto di termine. Cio’ che nn si basa sul rispetto e sull’amore a Cristo, sull’onore a Cristo ,vero Dio e vero uomo ,ma alla distruzione della chiesa e dei comandamenti, debba arrestarsi. Si volti pagina. E’ ora.

  • Iginio ha detto:

    Salesiani, salesianofili, ammiratori della Spagna cattolicissima, attenzione: ecco come i suoi degni compagni ricordano e tutelano la memoria di un degno frutto della cattolicissima Spagna e dei cattolicissimi salesiani, un salesiano espulso perché troppo in anticipo sui tempi, precursore del paradiso in terra, cultore di “umiltà e discrezione” nel sostenere il comunismo e le leggi pro divorzio e aborto:
    https://www.lazio900.it/oggetti/190340-jose-ramos-regidor/
    https://www.adista.it/articolo/55808
    Mi dirà qualcuno: ma che vai dicendo, i salesiani non c’entrano più niente con costui. E invece nell’ineffabile e meravigliosa università salesiana adoperano ancora un testo di costui come testo d’insegnamento.
    Si sa: poverini, sono stati cacciati, vanno risarciti in qualche modo, se tu li critichi sei un fariseo ipocrita servo del potere.
    Mica è pensabile che uno sia contro la sinistra per motivi nobili, No. Può esserlo solo per motivi abietti. Solo a sinistra ci sono i grandi ideali.

  • Maria Cristina ha detto:

    Che tristezza , ormai anche il fatto di ricevere la Santa Comunione in bocca o sulle mani e’scaduta a semplice “opinione”o gusto personale. Come l’inginocchiarsi alla Consacrazione. Tutti gusti personali. La fede cattolica e’btrasformata nel trionfo del “a me piace questoevfaccio cosi’ “a me invece piace quello e faccio cola’
    Quando all’obbedienza, vorrei ricordare a Giusy che anche i genitori quando ordinano qualcosa di ingiusto vanno disobbedito!Mai letto la storia della Monaca di Monza?Devi farti Monaca perche’,te lo ordino io , tuo padre! Oppure le storie innumerevoli di tanti matrimoni combinati Devi spostare Tizio perche’te lo ordiniamo noi i genitori!
    Sinceramente non mi pare che l’obbedienza cieca sia SOPRA ogni altra virtu’cristiana. Altrimenti i preti pedofili che ordinavano ai chierichetti di fare con loro certe cose avrebbero dovuto essere “cristianamente ” obbediti? E io dovrei cristianamente obbedire a un sacerdote che mi impone la comunione sulle mani o niente?L’obbedienza che esige di fare qualcosa di sbagliato per pura regola di obbedienza non mi pare cristiana cara Giusy.

    • Giusy ha detto:

      ” E io dovrei cristianamente obbedire a un sacerdote che mi impone la comunione sulle mani o niente?”

      Se è conseguenza di una disposizione ecclesiastica e non arbitrio del sacerdote, sì. Il fatto che lei parli di imporre modalità sbagliate, oltre a suscitare l’interrogativo su chi piffero sia lei oer parlare di sbagli, la mette direttamente sotto anatema tridentino. Ne tragga le conseguenze e si affretti a costituire la sua setta, perché con Santa Romana Chiesa lei ha poco a che vedere. Dico questo pur essendo certa che lei fa già parte di una setta ed abbia il compito precipuo di turbare la fede dei cattolici propagando slogan diabolici.

      • Alda ha detto:

        Allora qui facciamo tutti parte della stessa setta cara Giusy….perché io piuttosto faccio la comunione spirituale..
        No no e no alla Comunione in mano!! E lei chi piffero è per pensare di venire a dettare legge qui??

      • Boanerghes ha detto:

        Per quanto riguarda l’anatema tridentino, è semmai vero il contrario.

    • silvano ha detto:

      E’ evidente che in questo messaggio si fanno paragoni esagerati e paradossali: la comunione in mano sarebbe equiparabile alla pedofilia? Mi risulta che quella modalità fosse utilizzata nei primi secoli cristiani: dobbiamo pensare che ci ha passato il testimonio della fede fosse da considerare al pari di un pedofilo? Spero che nessuno abbia difficoltà a comprendere il livello di demenzialità del messaggio in commento.

      • coenadomini ha detto:

        “Gesù si alza facendo cenno a tutti di stare ai loro posti. Prende il calice e il 13° pezzetto di pane rimasto sul tavolo ed esce dal cenacolo. Porta alla Madre l’Eucarestia.

        La comunica con le sue mani.

        Quando Egli entra Maria è sola, in ginocchio, che prega”.
        (Maria Valtorta, Quaderni del 1944, Capitolo 258,
        17 febbraio 1944
        http://www.valtortamaria.com/operaminore/quaderno/2/manoscritto/17/17-febbraio-1944 )

        Se anche Maria Immacolata si comunica in ginocchio e sulla lingua, come possiamo, noi poveri peccatori, pensare di poter toccare il Suo Corpo?

  • Enrico ha detto:

    Ma che bell’accapigliarsi tra cattolici!!!

    Tutti gli accapigliatori parlano secondo verità (immagino).

    Ma chi dice la Verità? E, soprattutto , cos’è la Verità?

    Ah …. santo Pilato!!!

    • Milly ha detto:

      QUID EST VERITAS?..EST VIR QUI ADEST!
      (anagrammando la domanda di Pilato a Gesù.
      Gesù che rimane tuttavia in silenzio perché la risposta è insita nella domanda stessa).

      • Enrico ha detto:

        Sì … sì … ma se a “Verità” sostituiamo “Gesù” non cambia nulla: “I cattolici si accapigliano in nome di Gesù”. Anzi, è pure peggio. Gesù pietra d’inciampo anche fra i suoi!

        Sembra non esserci coscienza di ciò. Ognuno va per l’incerta strada dei propri pensieri e buonanotte ai suonatori.

  • Michel Berthoud ha detto:

    Per chi parla la lingua di Molière.
    https://bit.ly/3jX16KZ
    https://bit.ly/2EE2KkL

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    Don Pietro provi a rileggere le sue parole…” Non si può fare una crociata se la Ss. Eucarestia debba essere offerta in bocca o meno addirittura parlando di profanazione”… sembra dire…
    “non si può fare una crociata per stabilire se la caramella devo prenderla in bocca o con le man”i…
    ma per Dio si,si deve fare una crocialta, perchè prendere e difendere, come il Redentore desidera,il CORPO ,SANGUE,ANIMA ,DIVINITA’ DI Dio vale ben una crociata,vale la vita.

  • kiuytre ha detto:

    Pendere la comunione sulla mano o sulla lingua non è lo stesso, e non è questione di opinioni.

    “Promesse di Gesù a chi riceve la Santissima comunione in bocca e possibilmente in ginocchio”
    (alla mistica tedesca Justine Klotz, con “imprimatur”)

  • Don Pietro Paolo Floridia ha detto:

    Mi sembra che si stia largamente te esagerando. Non si può fare una crociata se la Ss. Eucarestia debba essere offerta in bocca o meno addirittura parlando di profanazione… Io sono un prete innnamorato dell’Eucarestia, l’adoro con tanta devozione e non ritengo per nullla una profanazione dare la comunione nellle mani. Le mani non sono organi del corpo menò indegni della bocca. Credo che se veramente siamo innnamorati di Cristo non dobbiamo essere demolitori della sua Chiesa. Nessuno mette in dubbio che tante cose così come ci vengono offerte non vanno bene perché in contrasto con quello che la fede e la tradizione hanno consegnato. Ma non si reagisce in questo modo. Il pericolo più immediato è scandalizzare i picccoli e ciò in nome di vedute personali considerate verità assolute. Per la dottrina Cattolica solo il papà è infalllibile quando parla ex cattedra. Allora non facciamoci noi papà. Questo non significa che non abbiamo il diritto di esercitare ognuno il proprio ufficio profetico. Per quanto riguarda il Vat. II, di cui molto si parla in questi giorni, io sono cresciuto e “allevato”, come tanti, con questo indirizzo della Chiesa. Capisco che essendo un concilio pastorale e non dottrinale è bisognoso di essere rivisto, corretto e integrato. Ma dire che bisogna buttarlo tutto nel cestino mi sembra un po’ troppo. PERCHÉ INVECE NON INVITARE STUDIOSI SERI CHE MAGARI DISCUTINO SUI PUNTI CHE SEMBRANO CONTROVERSI E PROPORRE UNA REVISIONE AL MAGISTERO A CUI COMPETE PIENAMENTE IL COMPITO? La mia riposta può anche essere presa e considerata spazzatura, Ma invito tutti a pensare se gli atteggiamenti polemici e denigratori, anche se sostenuti da una certa verità, piacciano al Signore e siano edificanti per la Chiesa vera di Cristo. Tutti dobbiamo presentarci davanti al tribunale di Cristo e rendere conto delle nostre azioni. Dio vi benedica e ci aiuti a uscire da questa confusione diabolica che ci circonda. Don Pietro Paolo Floridia, Parroco di S. Giorgio

    • ..... ha detto:

      Tranquillo Padre. da quando il franchising “Viganò” è stato rilevato dal capo dei contro-rivoluzionari italiani (prof. Roberto de Mattei) se ne legge di ogni. Quando a fargli da ghost writer era Tosatti uscivano comunicati migliori.

      • : ha detto:

        Anziché scrivere sciocchezze, resti in tema.

        Cos’è: Lei sostiene che la Comunione sulla mano è permessa? Bene, è in grossolano errore. Non sarò certo io a dire se ricevere (e dare) la Comunione sulla mano comporta o meno una profanazione (è materia di teologi – dico teologi, non teologastri), ma sicuramente è proibita, come stabilito dall’Istruzione della Congregazione per il Culto Divino “Memoriale Domini” sotto Paolo VI. Nella quale fu concesso l’indulto limitatamente ad alcune diocesi straniere per poter continuare l’uso, illecitamente radicato in quelle zone contrariamente a tutto il resto del mondo, della Comunione sulla mano.

        L’indulto avrebbe dovuto essere chiesto alla Santa Sede, caso per caso e solo (da sottolineare “solo”) dai Vescovi di quelle poche Diocesi (in Argentina), per le quali era stato previsto. I Vescovi delle Diocesi italiane – per esempio – non solo non avrebbero potuto ottenerlo, ma neanche chiedere, a norma dell’Istruzione.

        Lei che è solito confermare la Signora Giusy nella sua campagna a favore dell’Obbedienza (cosa giustissima quando l’Obbedienza è dovuta, a prescindere dal caso Taussig del quale qui non intendo discutere) anziché scrivere spiritosaggini che fanno ridere solo i dementi, dovrebbe sostenere a spada tratta l’obbedienza al Magistero si questo tema, non certo di scarso valore come purtroppo alcuni sacerdoti sembrano qui ritenere.

        P.S. – Per un approfondimento della materia leggere gli articoli sulla Nuova Bussolo Quotidiana, di cui in altra parte ho posto i collegamenti.

        • ..... ha detto:

          mi concedo letture migliori. ciao ciao

          • : ha detto:

            Capisco benissimo che sull’argomento Lei abbia letture “migliori” di un documento della Congregazione per il Culto Divino, che lo chiarisce.

          • .......... ha detto:

            Mio fratello si riferiva agli articoli della NBA. Come dargli torto?

          • : ha detto:

            a ……….

            L’avevo capito che le vostre “letture migliori” sono gli articoli della National Basketball Association.

    • giulia anna anna meloni ha detto:

      Don Pietro, provi a rileggere le sue parole… “non si può fare una crociata se la S.S Eucaristia debba essere offerta in bocca o meno addirittura parlando di prodanazione”….
      Sembra dire… “non si può fare una crociata per stabilire se la caramella devo prenderla in bocca o con le mani”….
      Ma per Dio si, si deve fare una crociata, perché prendere e difendere, come il Redentore desidera,, il Corpo, Sangue, Anima, Divinità di Dio vale ben una crociata, vale la vita.

      • Don Pietro Paolo Floridia ha detto:

        Preg.ma Anna Meloni, non condivido per niente le sue conclusioni. Ho detto che ci sono cose molto peggiori per cui indignarsi. La prassi della comunione data in bocca fa parte di una scelta che la Chiesa in tempi lontani ha voluto per i suoi figli. Se disobbedissimo ad una volontà di Nostro Signore, allora a ragione potrebbe il buon cristiano irrritarsi e combatttere l’uso della comunione sulla mano. Ma Nostro Signore ha detto “prendete e mangiate” e credo se qualcuno deve prendere deve stendere la mano… Non mi si dica che poi c’è il mistico “tal dei tali” che dice di aver ricevuto ordini dall’alto… Con tutto il rispetto, il buon cattolico, e questa è dottrina ortodossa, non è tenuto a credere alle “rivelazioni” private. Poi, mi creda, io sono uno dei sacerdoti che durante il look down non ho distribuito la comunione col guanto proprio perché non era una caramella e ,se avessi usato questa prassi, non me l’avrei perdonato per tutta la vita. Ero tra l’incudine e il martello, tra l’obbedire ad un decreto stupido e, per me, dissacratorio e. Irriverente e il seguire i richiami della fede e della coscienza. Ho avvisato il mio vescovo ed ho seguito la mia coscienza. Per cui, cara sorella, il suo appunto non mi sfiora minimamente. Finisco ribadendo che se si vuole intavolare una discussione, ce ne sono cose molto più importanti per cui dialogare. Credo di essere stato esaustivo. Infine: le polemiche non mi piacciono. Ogni bene

        • Iginio ha detto:

          “lock down”, non “look”.
          “Non ME LO SAREI PERDONATO”, non “non me l’avrei perdonato”!!!
          Sul resto, ha sostanzialmente ragione.
          Spiace però che l’esponga in modo ogni tanto grammaticalmente scorretto: si vede proprio che ormai i seminari sono quello che sono.

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            X Igino: grazie professore. Le rispondo con S. Paolo che se sono profano nell’arte del parlare, cerco di non esserlo nella dottrina e nella fedeltà a Gesù Cristo per la gloria del quale sono tutto consacrato (cfr II Cor. 10,10. Ogni bene

          • Don Pietro Paolo ha detto:

            Grazie, professore…riconosco i miei strafalcioni Grammaticali e le auto correzioni automatiche sbagliate del compiute; ha ragione.. L’importante è che mi ha capito.Anche il Grande Dottore delle Genti, S. Paolo, diceva di essere profano nel parlare e ciò non gli impediva di dire la giusta dottrina (cfr II Cor. 10,10). Credo che quando è andato in paradiso non l’avranno esaminato sul fatto se la sua predicazione sia stata grammmaticalmente corretta. Ogni bene

        • sdfghjkl ha detto:

          Nostro Signore ha detto “prendete e mangiate” , ma… …quelli erano sacerdoti!

          “Don Sandro”, almeno le basi…

        • Iginio ha detto:

          Resta però il fatto che la decisione del vescovo argentino è folle e intellettualmente disonesta.

    • Iginio ha detto:

      “Papa”, non papà.
      “Magari discutAno”,non “discutino” (che non esiste).

      • lkjhg ha detto:

        Da quello che scrivono (e da COME lo scrivono) questi vari “don” che intervengono, senza polemica, ma si può dire che la preparazione dei seminari odierni sembra spiegare molte delle stravaganze attuali.

        Molti preti semplicemente “non sanno” e perciò non sono in grado di difendersi dalle castronerie che sentono, diventando facile preda delle “brillanti” idee di teologi alla moda, spesso ignoranti o in malafede.

    • + Timoteo ha detto:

      Reverendo don Pietro Paolo Floridia, mi permetto di reagire al suo commento. Leggendolo, mi sono reso conto quanta influenza sul modo di pensare, esercita il periodo del post concilio. I documenti del Concilio Vaticano II sono documenti ufficiali, ammettiamo che sono di carattere pastorale e non dottrinale. Occorre porsi la domanda, come mai che hanno cambiato l’insegnamento della Chiesa? Risposta, non ci può essere un certo tipo di schizofrenia tra la pastorale e dottrina della Chiesa. Altrimenti si rischierebbe di creare per la pastorale un insegnamento nuovo parallelo alla dottrina bimillenaria della Chiesa, e proprio questo è avvenuto. Così come non possiamo sottoporre alla revisione il tradimento di Giuda e darne un’altra valutazione, magari più umana giustificatoria, così non possiamo sottoporre alla revisione i documenti del Concilio Vaticano II e dargli una valutazione buona. Tradimento rimane tradimento, contro il quale il Signore ci mette in guardia. Sottoporre alla revisione i documenti che erano intenzionalmente scritti in maniera da danneggiare o oscurare la dottrina è impossibile. Sarebbe uno sbaglio cardinale, perché significherebbe la copertura di un crimine contro la Chiesa e la fede. Tali crimini devono essere giudicati, come lo erano sempre nella storia della Chiesa. Abbiamo bisogno della penitenza che consiste, oltre a altro, nel tornare a Gesù, alla sua Parola e alla tradizione degli apostoli. Davanti a noi c’è il periodo molto difficile, che con grande probabilità chiederà da noi forte fede e martirio. Solo educati nella sana dottrina, preghiera e digiuno, pieni dello Spirito Santo ci riusciremo per la grazia di Dio. Gesù fortificaci, Maria seguici e coprici con il tuo mantello materno.
      In Cristo e Maria
      +Timoteo

  • Diego ha detto:

    Giusy sembra non sapere che non è possibile obbedire agli ordini illegittimi.
    La falsa obbedienza non è virtù ma vizio.
    Gli ordini e le leggi contrari al diritto divino e/o al diritto naturale non possono essere obbediti.
    L’autorità è subordinata alla verità ed alla giustizia: se non lo è, come in questo caso, è non solo LECITO ma pure DOVEROSO disobbedire.
    Taussig HA PERSO: la sua autorità si è sbriciolata provando ad opporsi al rispetto dovuto al Corpo di Cristo ed è stato giustamente disobbedito!
    Il perdente è poi arrivato a comportarsi come un bambino capriccioso ed arrabbiato che rompe il suo stesso giocattolo pur di dimostrare di averne il controllo: ciò rende la sua sconfitta ancora più cocente.

    • ..... ha detto:

      “Giusy sembra non sapere che non è possibile obbedire agli ordini illegittimi”.

      L’ordine era illegittimo? Pregasi fornire dimostrazione. Grazie.

      • Diego ha detto:

        I NON CONSACRATI NON POSSONO TOCCARE IL CORPO DI CRISTO SENZA COMMETTERE UN SACRILEGIO.
        L’ORDINE DEL VESCOVO ERA INIQUO E PRO-SACRILEGIO: SOLO DEI MODERNISTI O DEGLI IGNORANTI POSSONO RIUSCIRE A NON CAPIRLO!

        • ..... ha detto:

          Si va bene, le mani del fedele non sono consacrate. Ma la lingua è consacrata?

          • : ha detto:

            Lei e suo fratello siete capaci solo di fare battutine, credendo con questo di scompigliare le deboli menti dei non adoratori di pachamama, senza andare al fondo dell’argomento. Dalla sua battuta si dovrebbe dedurre che siccome neanche la lingua è consacrata, il Corpo di Cristo lo si può accogliere anche col… vabbé, lasciamo perdere…

            Tutto il corpo umano è indegno a cospetto della Divinità, la Quale nella Sua immensa Bontà si compiace di comunicarsi a noi col Corpo e Sangue del Suo Figlio. Le mani sono un inutile (e ritualmente impuro – ce le si lavasse anche con la varechina) passaggio in più per ricevere il Corpo di Cristo.

            Lo stesso lavaggio delle mani del Sacerdote dopo l’Offertorio – il cosiddetto “lavabo” (cosa che molti Sacerdoti non fanno più, contravvenendo all’ “Ordinamento Generale del Messale Romano”, 76. – Ah! dov’è finita l’Obbedienza?) è un segno del massimo rispetto col quale si deve somministrare il Corpo di Cristo. Perché non è che se le lavi col sapone le mani il Sacerdote: la purificazione ottenuta con quel segno va su mani consacrate al momento di aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale.

            Al di là del fatto che si tratti o meno di profanazione (la consapevolezza della persona credo giochi un ruolo determinante, ma in senso oggettivo dovrebbero essere il Magistero a determinarlo), e in ogni caso si tratta di disobbedienza, è veramente singolare la scena che appare nelle chiese quando, prima di ricevere la Comunione molti fedeli si passano l’un l’altro le boccette di gel da spalmarsi sulle mani (dopo essersele già spalmato all’ingresso della chiesa). Questo perché? Per rispetto dell’Ostia che si sta per ricevere? Macché! Per paura del coronavirus. Il che dimostra di non credere assolutamente alla Transustanziazione, in quanto evidentemente pensano che il purissimo Corpo di Cristo sia veicolo d’infezione.

            Il bello è che prima della diffusione dell’epidemia andavano a ricevere la Comunione con le mani lerce (per il fatto stesso di toccare maniglie, pulsanti d’ascensore, componenti di automobili, stringere la mano altrettanto impura di conoscenti, ecc.), mentre ora se le devono decontaminare per ben due volte.

            Ma il peggio è che questa cosa la fa anche il Sacerdote prima di distribuire la Comunione e dopo aver effettuato il lavaggio rituale delle mani dopo l’Offertorio (che non ne richiederebbe altre) – segno che anch’egli non crede alla purezza dell’Ostia transustanziata, oppure lo fa per rispetto umano.

    • Giusy ha detto:

      Tipico ragionamento del disobbediente di mestiere: se non mi piace l’ordine dell’autorità, lo considero illegittimo e quindi disobbedisco. Come i bambini che dicono “non è giusto” se non gradiscono un comando dei genitori.

      • Boanerghes ha detto:

        La liceità di un ordine e quindi se obbedirgli oppure no, sta nella sua sostanza, non nel fatto che è un ordine in se stesso.
        Cercate di obbedire a Cristo, piuttosto, perché ne risponderete, e la vostra baldanza si tramuterà in pianto e stridore di denti

        • ? ha detto:

          Ma la sostanza qua era che l’autorità legittima aveva impartito il comando di comunicarsi in uno solo dei due modi leciti, per un periodo transitorio. Dove sarebbe l’illegittimità che giustifica la disobbedienza?

          • Boanerghes ha detto:

            Soprattutto dove sta la legittima autorità di chiudere un seminario prospero?
            E di cacciare i seminaristi, manco avessero compiuto atti omo o etero sessuali, comunque tutti proibiti per un consacrato?
            C’è una chiara direttiva che viene dall’alto grado ecclesiastico.
            Ormai la messa come sacrificio incruento è stato parificato al memoriale protestante.
            Non c’è l’accento alla presenza in corpo sangue anima e divinità di nostro Signore, ma un “ricordo” e lo stesso accostarsi all’Eucaristia è molto svalutato. Per cui, in tale contesto, anche un particolare rituale nel ricevere il Signore, aiuta molto ad evitare che la S. Messa assomigli sempre più ad un triste rito protestante.

        • puccio ha detto:

          Cristo non ha detto come bisogna comunicarsi in tempi di Covid. Ha lasciato questa competenza alla Chiesa e la Chiesa ha stabilito delle regole. Possono essere discutibili, ma da qui a dire che sono illegittime e meritevoli di disobbedienza ce ne passa.
          In realtà si può andare anche oltre: rifiutare di ricevere l’Ostia in un modo si spiega perché si ritiene che quel modo sia di per sé profanatorio (Viganò lo dice espressamente); ma il supporre che la Chiesa, nell’esercizio della sua autorità, possa impartire ordini che comportino di per sé la profanazione del Sacramento è eresia. Quindi il problema va ben al di là della pura disobbedienza anarcoide e sfocia in fattispecie ben più grave.

          Con “di per sé” voglio dire che è la stessa pratica ad essere profanatoria (mano vs. lingua) e non che la profanazione dipenda da abusi dei singoli soggetti (la profanazione può essere fatta anche da chi riceve in bocca, visto che può sempre sputare l’Ostia e calpestarla, se vuole).

  • Michel Berthoud ha detto:

    Grazie Eccellenza per il suo intervento in cui confronti non è possibile critica o riserva alcuna. Impeccabile, inappuntabile, perfetto e coraggioso come sempre per difendere i veri valori della cristianità. Che Dio la protegga e la benedica.

    • Tarcisio ha detto:

      Questa è per me una soluzione:
      Al momento di ricevere l’Eucaristia invoco la madre di Gesù perché sostituisca le mie mani con le sue e poi chiedo a Gesù :
      Gesù pensaci tu . Quindi mi chino sull’eucarestia per riceverla con la lingua direttamente dalle mani dell’Immacolata Vergine Maria. Subito dopo osservo , per quanto mi è possibile, se nella mano ci siano rimasti dei frammenti….
      Non so se è il modo giusto, tuttavia questo mi dà serenità.
      PS.:
      RICORDO L’OPPORTUNITA’ DEL PERDON D,ASSISI.
      Tarcisio di Gesù

  • don Sandro ha detto:

    Non sono tra quelli che gridano vendetta di fronte alla comunione data in mano piuttosto che in bocca: non vedo proprio nulla di sacrilego nel riceverla, appunto, sulla mano. Credo che ognuno abbia il diritto di decidere come ricevere la comunione, in ginocchio, in piedi, sulla mano o in bocca.
    Comprendo però e condivido le parole di Mons. Viganò al vescovo argentino che ha fatto chiudere il seminario. Le condivido soprattutto perché, se è vero che la scusa per chiudere il seminario è stato il Covid 19, penso sia stata proprio una azione meschina. Avesse almeno avuto il coraggio di dire apertamente quali erano le motivazioni per arrivare ad una disposizione così drastica e, come dice bene Mons. Viganò, decisamente il contrasto con il motto episcopale da lui scelto.
    Mi dissocio però dai termini offensivi usati in qualche commento: “cretino, hdp… e altre parole pesanti non sono segno né di educazione, né tanto meno di “amore”. Si può obiettare alle idee o alle azioni di qualcuno, ma una regola d’oro è e sempre sarà quella dell’amore anche per il nemico. Il cristiano deve prendere posizione di fronte agli avvenimenti, soprattutto quelli sbagliati, ma non deve correre il rischio di giudicare le persone e, soprattutto, di trascinare la discussione su livelli così bassi.
    La lettera di Mons. Viganò è chiara, a volte pungente, ma mai offensiva e lo ringrazio!
    Purtroppo temo che non porterà alcun frutto, vista la tracotanza di certi personaggi, ma almeno in questa nostra povera Chiesa, abbiamo qualcuno che ha il coraggio di dire le cose come stanno! E credo che, chi ha amore per la Verità, non potrà che esserne d’accordo!

    • giulia anna anna meloni ha detto:

      don Sandro ma lei crede?Crede che la Sacra Ostia è il ,CORPO ,SANGUE,ANIMA,DIVINTA’ DI CRISTO GESU’,DIO?
      Se crede ,come può pensare che siamo cosi degni di toccare con le nostre mani Dio.Noi non abbiamo il diritto di decidere come prendere il Sacro Corpo,lo ha già deciso Dio concedendoSi solo alle sacre mani dei sacerdoti,e se lei è veramente un sacerdote ci risparmi il l’indifferenza di queste sue parole…”Non sono tra quelli che gridano vendetta di fronte alla comunione data in mano piuttosto che in bocca: non vedo proprio nulla di sacrilego nel riceverla, appunto, sulla mano. Credo che ognuno abbia il diritto di decidere come ricevere la comunione, in ginocchio, in piedi, sulla mano o in bocca”…

    • Dino Brighenti ha detto:

      risp a don sandro: …..amore anche per il nemico. ( satana )???
      come sei buono ed educato prete bergogliano

    • Donna ha detto:

      @don Sandro
      “non vedo proprio nulla di sacrilego nel riceverla, appunto, sulla mano. Credo che ognuno abbia il diritto di decidere come ricevere la comunione, in ginocchio, in piedi, sulla mano o in bocca.”

      L’unico modo veramente degno di ricevere Cristo, REALMENTE presente nell’ ostia consacrata, è in ginocchio e direttamentesulla bocca, vedasi gli insegnamenti dei santi, vedasi l’esempio bellissimo di papa san Giovanni Paolo I che gia immerso nella grande sofferenza volle a tutti i costi inginocchiarsi davanti al Santissimo, per non parlare di Padre Pio, esempi di vera fede,fede granitica,disposta al martirio per adorare il Cristo.
      Distanti anni luce da chi nemmeno si inginocchia davanti al Santissimo.
      Le sue mani Padre sono consacrate per ricevere e portare Cristo ,per custodirlo, stupisce e fa male sentire quello che dice, forse dovrebbe ripensare alle parole di Filippesi 2

      “Per questo Dio l’ha esaltato
      e gli ha dato il nome
      che è al di sopra di ogni altro nome;
      perché nel nome di Gesù
      ogni ginocchio si pieghi
      nei cieli, sulla terra e sotto terra;
      e ogni lingua proclami
      che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

      “Timore e tremore”, che come lei ben sa sono l’esatto contrario della paura è l’atteggiamento dovuto a Dio, sempre; quello che veramente ci fa dire “Mio Signore e mio Dio”.
      E cio dovrebbe far capire come dovremmo “portarLo”e “riceverLo”

    • veritas-atis ha detto:

      “Don Sandro”, prendere la comunione sulla mano o sulla lingua non è lo stesso, prego.

      “Promesse di Gesù a chi riceve la Santissima comunione in bocca e possibilmente in ginocchio”
      (alla mistica tedesca Justine Klotz, con “imprimatur”)

    • : ha detto:

      La comunione sulla mano è tuttora tassativamente proibita, nonostante l’enorme diffusione di questa pratica, tranne in alcune Diocesi (non italiane) per le quali è stato concesso un indulto. Leggere due articoli sulla Nuova Bussola (il secondo sèguito del primo):

      https://www.lanuovabq.it/it/comunione-sulla-mano-una-disobbedienza-legittimata;

      https://www.lanuovabq.it/it/comunione-in-mano-attacco-dei-protestanti-al-sacerdozio

      La comunione sulla mano «si radica nel post Concilio ad opera di diocesi ribelli del Nord Europa. Paolo VI cercò di arginarla [e] fu così che il 29 maggio 1969 la Congregazione per il Culto Divino pubblicò l’istruzione Memoriale Domini, contenente la legislazione tuttora in vigore e che si potrebbe sintetizzare in questa maniera: la proibizione della Comunione sulla mano rimane vigente in modo universale e si esortano vivamente vescovi, sacerdoti e fedeli a sottomettersi diligentemente a questa legge nuovamente ribadita. […] Tuttavia, dove questo uso [della comunione sulla mano] introdotto in maniera illecita si fosse radicato, l’Istruzione prevedeva la possibilità di concedere un indulto per quei settori che non fossero stati disposti a ubbidire a questa esortazione papale di rispettare la legge universale» (dal primo dei due articoli).

  • Elisa ha detto:

    Rispondendo a chi si rifà al principio di autorità nella Santa Chiesa, vorrei ricordare che la Chiesa è di Cristo, non di qualche vescovo o del papa di turno. A Cristo di deve assoluta obbedienza, alla Sua Parola. Non a chi prende iniziative per conto suo, contrastanti con la Tradizione Cattolica
    Elisa

    • ..... ha detto:

      …mi pare che sia stato cristo a inventarsi il Papa che deve dire a te quale sia la Sua volontà. O mi sbaglio?

      • Boanerghes ha detto:

        SBAGLI.
        Nessuno deve discostarsi dalla Sacra Tradizione, manco il Papa.
        Per te e i tuoi pari nessuno deve discostarsi dalle eresie di Bergoglio. Questa è la realtà.

        • .......... ha detto:

          Evidentemente si riferiva al discorso su Cristo che stabilisce le modalità. Per il resto, la Tradizione la fa e la interpreta il Magistero, quindi il Papa prima di tutti. Resta poi il fatto che nei primi secoli ci si comunicava in mano. Quindi rientra nella tradizione anche questa pratica.

          • Boanerghes ha detto:

            Il magistero interpreta ma non può contraddire se stesso e quindi ciò che è stato trasmesso.
            Che la comunione si facesse sulla mano nei primi tempi è un falso.

  • Dino Brighenti ha detto:

    Dove è la difficolta a cacciare bergoglio, fisicamente dico, dal Vaticano, dopo quello che ha fatto e detto, le offese a Gesù ed alla Sua Santissima Madre ed anche a noi Cattolici fedeli alla vera Chiesa cosa dobbiamo aspettare ancora.
    Dobbiamo sottometterci anche noi, e dove è scritto.
    Il tanghero deve essere processato pubblicamente se non dai cardinali dai fedeli tutti e buttato fisicamente fuori scomunicato e spogliato della pagliacciata papale.

  • Rosa Rita La Marca ha detto:

    Scusate, ma io vi chiedo: oltre l’Arcivescovo Viganò, nessun altro pluridecorato plurimantellato plurilaureato si sta prendendo la briga di esprimersi?

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Un firma TAGLIENTE e BRUCIANTE (La cigueña de la Torre) il 28 luglio ha scritto nel suo blog (https://infovaticana.com/blogs/cigona/el-infame-taussig/) questo commento sul fattaccio.
    Traduzione.
    “Ha già dato prova di sé, se non aveva abbastanza meriti precedenti, di essere un vescovo infame, così Wanderer lo qualifica, a mio avviso difettando nella qualificazione. Perché entra già in quei livelli in cui si deve dire che sua madre può essere una santa a dispetto di ciò che merita di essere chiamato suo figlio.
    Questo imbecille e anche malvagio – la parola “infame” è benevola – ha chiuso il suo seminario in ciò che sembra un tentativo disperato e stupido di salvarsi la faccia davanti a papa Bergoglio che a quanto pare lo odia, in questo caso a ragione, presentandogli la testa del Battista, come un’altra Erodiade, anche se senza veli e senza fascino, per cercare di salvare la propria.

    Perché questo cretino ha costruito di un fatto contingente, come fare la comunione in bocca, una questione essenziale, e ha sacrificato il suo seminario, uno dei migliori dell’Argentina, al suo impresentabile e proficuo, capriccio personale. Con una falsa premessa medica, i miei seminaristi possono morire se prendono la comunione in bocca, ha ucciso tutti. Non ce ne sono più. Nemmeno quello che ha rosolato al burro.
    Continui questo hdp [ndt: hdp = hijo de puta = figlio di pu…] in San Rafael o ovunque lo mandino. Penso che per pura igiene, quanto più lontani siano da quella merda, perdon!, tutti i cattolici, anche il Santo Padre, meglio è per tutti anche per quelli che sono stati allontanati. Ma se alcuni vogliono continuare ad essere entusiasti di una tale merda, beh, sia tutta per loro.
    Il male può avere la grandezza satanica del peccato, Taussig non è altro che la ridicola immensità della stupidità. Uccidere il suo eccellente seminario! Questo idiota è un suicida involontario. Che deve essere il grado supremo del cretinismo.”

  • Giusy ha detto:

    Han fatto bene a chiuderlo. Nella Chiesa Cattolica vige il principio di autorità. Se dei seminaristi non obbediscono, fuori dai piedi. Gli anarchici si mettano al seguito di Viganò e giochino con le fionde.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Legga il commento di Cafazzo e si renda conto della stupidità del suo.

      • itgfr ha detto:

        Ma mica leggono ‘sti qua, commentano in base ai loro pregiudizi ideologici dopo aver orecchiato alla bell’e meglio la questione.

      • Giusy ha detto:

        L’ho letto e, oltre a non trovarlo particolarmente intelligente (ci sono più insulti che ragionamenti), ribadisco che chi non accetta l’autorità non è un buon cattolico. Pertanto: se è giusto estromettere dai seminari i gay è altrettanto giusto mandare fuori dai piedi chi dimostra disobbedienza. Se per lei è stupido pensarla così, il problema è suo. Non mio.

      • ..... ha detto:

        Tosatti Lei è semplicemente magnifico. fa le battaglie per la libertà di espressione e poi se una Giusy scrive una roba che non l’aggrada la bozza come “stupida” mettendola a confronto con un intervento banale e zeppo di parolacce. La adoro!!

    • Alda ha detto:

      Spero sia ironico…

    • Luisa S. ha detto:

      Nella chiesa vige il principio di autorità…. A si? e dov’era finito tale principio quando regnava Benedetto XXVI? Certe frasi si tirano fuori quando fa comodo, ma si guardi intorno, ognuno nella chiesa fa come gli pare, puniti sono solo coloro che tengono alla fede integra e che esige comportamenti conseguenti.

    • Michaela ha detto:

      Brava Giusy, condivido in toto.

    • Boanerghes ha detto:

      Giusy
      tutte le persone come lei sono solo degli ipocriti.
      Quando c’era Wojtyla tutti a dargli addosso perché non era certo un Bergoglio, ora richiamate il concetto di autorità su cose che appartengono alla Sacra Tradizione.
      Razza di vipere, per usare un termine biblico.

      • luca ha detto:

        Forse la sig.ra Giusy avrebbe difeso san Giovanni Paolo II dai disubbidienti. Come fai a escluderlo?

        • Giusy ha detto:

          Infatti

          • Boanerghes ha detto:

            Difendere non significa cacciare, in un contesto poi di scarse vocazioni.
            Si deve semmai sempre recuperare la persona.
            Ma come è stato detto, la comunione sulla mano era un’eccezione fuorviante di alcuni paesi nordici. A questo punto viene da dire che era meglio dire subito di no e chiudere la questione.
            Un pastore, poi, deve comportarsi sempre da pastore.
            È comunque ovvio che ci sono state direttive più in alto di lui

  • Milly ha detto:

    Sono d’accordo nel provare così tanta nausea nel vedere quanto il Male agisca nella Chiesa, ma se è vero che il mysterium iniquitatis deve manifestarsi, chiediamo a Dio il dono della Perseveranza, della Pazienza e soprattutto della Fortezza.
    Siamo in guerra, una guerra non dichiarata apertamente, ma subdola, fatta di falsità, inganni, bugie.
    I nemici devono venire allo scoperto senza più camuffamenti, in modo che anche i più semplici possano vedere in modo chiaro e univoco e decidere finalmente da che parte stare.

  • Enrico ha detto:

    Così Viganò conclude la sua lettera: “Con fraterna Carità, nella Verità”.

    Taussig, se gli risponderà, concluderà anch’esso: “Con fraterna Carità, nella Verità”
    .
    Perciò nella Verità è l’intoppo, la pietra dello scandalo.

    La Verità non si tocca! Chi è che osa discutere la Verità?

    Infatti, tutti si rifanno alla Verità! Tutti ci rifacciamo alla Verità!

    Ma allora com’è che sorgono i conflitti provocati proprio dalla Verità?

    Forse, bisognerebbe tornare indietro e imparare da Pilato, che chiede a Cristo: “che cos’è la Verità?”.

    • giulia anna anna meloni ha detto:

      Le nostre verità sono tutte soggettive e quindi relative. La Verità oggettiva e assoluta è la Parola di Dio,perfetta immutabile non discuttibile.

    • Enrico ha detto:

      «La Verità oggettiva e assoluta è la Parola di Dio, perfetta immutabile non discutibile» (Giulia).
      «Io sono la via, la verità e la vita.“Gesù il Cristo”» (Boanerghes).

      Affermazioni ineccepibili, ma accademiche e quindi scontate. Chi oserebbe negarle?

      Infatti, tutti si rifanno (ci rifacciamo) alla Parola di Dio e a Gesù il Cristo.

      Ma la domanda resta: com’è che sorgono conflitti provocati dalla Parola di Dio e da Gesù Cristo?

      E ritorniamo a Pilato: “Cos’è la Verità?”, ossia: “Cos’è la Parola di Dio?”, “cos’è Gesù Cristo”?

      • MARIO ha detto:

        La Verità è una sola: che “Dio è Amore”. E qui di Amore non ne trovo nemmeno una briciola. Amore… parola troppo abusata e inflazionata, purtroppo.

        • Boanerghes ha detto:

          Penso che troppe volte forse si guarda alla soluzione dei problemi della Chiesa discutendo su questo o su quello, tralasciando che niente impedisce al cristiano di vivere nella carità.
          Almeno per il momento.

      • Boanerghes ha detto:

        Perché non c’è lo stesso Spirito.
        Solo nel vero paradiso, quello celeste, il fine primo e ultimo per cui siamo stati creati (ancora tanti pensano soprattutto al paradiso terrestre o anche solo alla vita terrena) Dio sarà tutto in tutti e sparirà ogni diversità di spirito.
        Anche tra i santi talora si osservano diversità di vedute.
        È proprio vere che il vivere è Cristo, ma il morire un guadagno

        • Enrico ha detto:

          “Dio è Amore”: benissimo. Chi può negarlo? E’ la Fede che ce lo conferma. Sennonché Mario non ne vede nemmeno una briciola.

          Boanerghes, in sintonia con Mario, rileva che “troppe volte si discute su questo e su quello, tralasciando la carità”.

          Poi Boanerghes dice: “Solo nel vero paradiso sparirà ogni diversità di spirito”.

          Che vuol dire tutto ciò? Che pur avendo vissuto senza amore ed essendoci accapigliati senza carità discutendo all’infinito, ci sarà una sorta di sanatoria divina?

          Ma allora che facciamo? Continuiamo ad andare avanti così, ognuno col suo coltello fra i denti, che tanto dopo ci pensa Dio?

          Per quel che mi hanno insegnato, non funziona mica così!

          • Boanerghes ha detto:

            Non ho detto questo, Enrico.
            E Mario non ha parlato di mancanza di fede.
            I santi sono un libro aperto di vita ascetica.
            È necessaria una certa disciplina, vita di preghiera, digiuno, etc etc. per condurre una seria e fervente vita nello spirito.
            Ma penso che queste cose lei le conosca meglio di me. È un argomento molto vasto e variegato, con migliaia di santi in questi 2000 anni.
            La perfezione ritengo sia solo in paradiso.
            Qui siamo in esilio e comunque in cammino.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Carità? Parola fin troppo inflazionata con tutti i correlati!
    «Il sospetto e l’esasperazione, quando non sian frenati dalla ragione e dalla carità, hanno la trista virtù di far prender per colpevoli degli sventurati, sui più vani indizi e sulle più avventate affermazioni». A. Manzoni da “Storia della colonna infame” che – fa piacere ricordare – fu abbattuta circa un secolo e mezzo dopo l’erezione (a monito) sul terreno di quella che era stata la casa-bottega di uno dei due presunti untori, inquisiti sulla base di falsa accusa, torturati e giustiziati all’epoca della peste di Milano del 1630.
    Sono tanti quasi 150 anni… ma vabbe’… E la tentazione di collegare questo richiamo alla fase emergenziale che stiamo vivendo (già capitato, peraltro, per altri versi) è del tutto casuale.
    Quanto mai opportuna, invece, l’esortazione a rivolgerci a Maria per essere aiutati a preservare e coltivare «L’amore di Dio [che] è stato riversato nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato donato» (Rm 5,5), con la preghiera conclusiva della “Deus caritas est” di Benedetto XVI:
    Santa Maria, Madre di Dio,
    tu hai donato al mondo la vera luce,
    Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio.
    Ti sei consegnata completamente
    alla chiamata di Dio
    e sei così diventata sorgente
    della bontà che sgorga da Lui.
    Mostraci Gesù. Guidaci a Lui.
    Insegnaci a conoscerlo e ad amarlo,
    perché possiamo anche noi
    diventare capaci di vero amore
    ed essere sorgenti di acqua viva
    in mezzo a un mondo assetato.

  • Virro ha detto:

    Caro Signore Gesù aspettiamo il tuo ritorno, come TU lo hai promesso, non perché si distingue Mons Viganò, ma perché il puzzo sulfureo infernale ci soffoca.
    Caro Signore Gesù converti i servi responsabili della tua Chiesa.

  • Gene ha detto:

    La demolizione della chiesa di Cristo è opera degli stessi che la amministrano😂😂😞, e Monsignor Viganò fa bene ad inviare il proprio disappunto a questi prelati che offendono e dileggiano il c’ero credo cattolico.

  • Gian ha detto:

    Purtroppo, visto i precedenti, è ragionevole pensare che questo giusto richiamo rimarrà inascoltato. Ma non bisogna mai disperare e comunque bene ha fatto Mons. Viganò, dimostrandosi ancora una volta un Pastore che ha a cuore la salvezza del gregge affidatogli. Possa il suo esempio smuovere le tante anime addormentate, o peggio. A ciascuno la responsabilità delle proprie azioni.

  • Marzio ha detto:

    Speriamo che la voce di Mons.Viganò non resti isolata. Resta il fatto che la Chiesa pare proprio la classica nave nella tempesta. L’ingiustizia tollerata e anzi favorita da chi la dovrebbe combattere è qualcosa di spaventoso. Il segno di un tradimento che sarebbe sembrato incredibile fino a pochi anni fa. Ora tutto è possibile.

  • Alessandro2 ha detto:

    Ormai lo schifo chiama altro schifo. Ho la nausea. Signore, vieni presto in nostro aiuto.

  • Fabio ha detto:

    Viganò Papa! Subito!