CASO KÜHN. CI SCRIVE L’AVV. LAURA SGRÒ, A NOME DEL DENUNCIANTE.

26 Luglio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, nei giorni scorsi, come vi ricorderete abbiamo pubblicato una traduzione di un articolo di un giornale tedesco, la Bild Zeitung, in cui si parlava delle accuse di abusi sessuali che sarebbero stati commessi anni fa da mons. Christoph Kühn, allora capo della Sezione tedesca della Segreteria di Stato, nei confronti di un giovane sacerdote, don Florian Kolfhaus. Come forse ricorderete, ci siamo limitati a tradurre l’articolo di Bild, anche se avevamo avuto la possibilità di leggere sia la lunga – una decina di pagine – denuncia di Kolfhaus sia le quattro pagine di testimonianza rese all’avvocato tedesco di Kolfhaus da mons. Carlo Maria Viganò, e la dichiarazione giurata di Francesco Lepore, il sacerdote che ha deciso di lasciare la talare per coerenza, e che ha aiutato moltissimo Frederic Martel nella preparazione del libo “Sodoma”. Questo per rispetto alle indagini in corso. Che cosa c’entra Viganò? All’epoca dei presunti abusi era in Segreteria di Stato Delegato alle Rappresentanze Pontificie. Sotto questo nome operava e opera un ufficio che viene a conoscenza di denunce e altro materiale “sensibile” relativo a diplomatici e vescovi. Per questo suo incarico – che ha lasciato nel 2009 – mons. Viganò poteva essere in grado di offrire una testimonianza.

In seguito abbiamo ricevuto una risposta all’articolo da parte di mons. Christoph Kühn. Questa risposta ha sollecitato il legale italiano della parte denunciante, l’avvocatessa Laura Sgrò, a inviarci una lettera, che ben volentieri pubblichiamo. In attesa di dare conto di eventuali sviluppi, sia a livello diocesano in Germania che a livello centrale, in Vaticano. Buona lettura. 

§§§

Egregio Dottor Tosatti,

Ho letto quanto da Lei pubblicato sulla vicenda di Monsignor Kühn e Le chiedo di potere brevemente replicare a quanto letto.

Rappresento insieme al collega Alexander Stevens, una vittima di abusi da parte di Monsignor Kühn.

La mia competenza specifica è nel foro canonico e in quello Vaticano, il collega Stevens esercita la professione dinnanzi alla giurisdizione tedesca. Questo perché sia chiara la complessità della vicenda.

Il fatto che Monsignor Kühn e i suoi legali non siano a conoscenza di alcuni fatti certo non significa che tali eventi non esistano.

Significa semplicemente che ci sono delle indagini in corso, incardinate in tribunali diversi, nei confronti delle quali bisogna avere il massimo rispetto e nei confronti delle quali bisogna fornire la massima collaborazione.

Così come bisogna avere rispetto delle vittime e dell’attività professionale altrui.

Leggo che il mio assistito sarebbe non credibile già prima delle celebrazione di un processo, a priori, semplicemente perché accusa Monsignor Kühn.

Così come, a priori, Monsignor Kühn sarebbe innocente. Rammento che il principio dell’onere della prova vale in entrambi i casi, non solo riguardo alle affermazioni del mio assistito.

E che vi siano prove adeguate a fondare l’accusa non è valutazione che spetta a Monsignor Kühn.

Trovo, infine, irrispettoso il commento nei confronti del Collega Stevens, che non ha certo bisogno della mia difesa, indicato come “noto attivista LGBTQ e sostenitore del relativo stile di vita”.

Da quando il diritto di difesa, che trova le sue fondamenta nel diritto naturale, vive il pregiudizio – ove fosse vero – di talune scelte professionali o di vita?

A questo quesito gradirei avere risposta.

Avv. Laura Sgrò

§§§

(Christoph Kühn)




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8 commenti

  • Gole profonde ha detto:

    Chissa’ chi sono queste fonti, perché parlano dopo così tanti anni…e hanno avuto riscontri?

    https://youtu.be/GaxXN9OXFk8

  • Filippo ha detto:

    Il fatto che Monsignor Kühn e i suoi legali non siano a conoscenza di alcuni fatti certo non significa che tali eventi non esistano.

    Va bene Sgró. Ma le sembra normale che l’indagato non conosca fatti e documenti che invece conosce Tosatti che li racconta a noi? A mio parere ha avuto ragione a lamentarsi e lei forse potrebbe spiegarci il perché di questa stranezza.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Non credo che l’avvocato Sgrò – che non conosco personalmente, e con cui ho avuto il primo contatto virtuale solo qualche giorno fa – possa spiegarle come e perché io abbia letto alcuni documenti…

      • mons.X ha detto:

        io invece conosco bene l’avvocatessa Sgrò . Per quello che può valere e prescindendo dal merito della vicenda , l’avvocatessa Sgrò è una persona seria e competente . Mons. ICS

        • Filippo ha detto:

          Nessun dubbio. Però se Khun si lamenta della violazione del segreto istruttorio, mi pare che abbia ragione. Non mi sembra che abbia accusato l’avv. Sgró. Ci siamo abituati alle fughe di notizie, certo. Ma che un indagato apprenda il contenuto di una testimonianza scritta da un blog mi sembra ulteriormente fuori norma. Chiunque abbia fornito quel materiale al dott. Tosatti ha messo un tassello in più nella malagiustizia.

          • Sherden ha detto:

            Veramente accade da decenni in italia che gli indagati apprendano di essere tali non da chi di dovere (l’autorità giudiziaria) ma da qualsiasi altra parte, comprese TV e giornali. Perché un blog dovrebbe fare differenza? Dopodiché possiamo ragionare sulla dicitura “fughe di notizie”, quasi che le notizie avessero una vita propria e non vedessero l’ora di squagliarsela dai faldoni del giudice…

        • Iginio ha detto:

          era una persona seria e competente anche quando se la prendeva con Benedetto XVI considerandolo responsabile del mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi?
          O quando mostra di ignorare il principio secondo cui ognuno è innocente fino a condanna sulla base di prove?

          Temo invece che si tratti di una persona in cerca di visibilità grazie agli scandali.
          In questo caso, il sottinteso non è: puliamo la Chiesa dagli omosessuali. Bensì: la Chiesa è ipocrita.

          Se poi all’avv. Sgrò piace molto il diritto naturale alla difesa, deve piacere anche il diritto naturale a condannare l’omosessualità.

        • PIERO LAPORTA ha detto:

          Concordo pienamente, l’avv. Sgrò è professionista di altissima qualità.