DALLA GERMANIA: ABUSI (OMO)SESSUALI SEGRETERIA DI STATO.

20 Luglio 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, in Germania è in corso un procedimento giudiziario che ha come principale protagonista mons. Christoph Kühn,  attivo e responsabile della sezione tedesca in Segreteria di Stato dal 2001 al 2008. Bild ha pubblicato nei giorni scorsi un articolo, di cui vi offriamo la nostra traduzione, con alcune brevi interpolazioni esplicative nostre, in corsivo. È un ulteriore esempio di come i vertici della Chiesa – a dispetto di dichiarazioni, vademecum, esortazioni, e documenti vari – tollerino e chiudano occhi e orecchie quando avvengono abusi e vessazioni sessuali – nella fattispecie omosessuali – verso sacerdoti e seminaristi.

“La vicenda è incentrata su un prelato tedesco che ha servito in Vaticano sotto il pontificato di papa Benedetto. Si dice che l’uomo abbia commesso aggressioni sessuali su almeno due sacerdoti, che egli nega.

Per chiarire il caso, il vescovo di Eichstätt Gregor Hanke ha persino mandato un religioso (ex procuratore) a Roma la scorsa settimana come investigatore!

Perché secondo l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, (che è stato Segretario del Governatorato, Nunzio negli Stati Unit, e prima ancora N.d.R) responsabile del personale alla Segreteria di Stato, (venendo così a conoscenza di denunce e problemi dei prelati in ogni parte del mondo, N.d.R.) l’incidente è stato coperto!

Viganò ha presentato un documento di quattro pagine, a disposizione anche del responsabile della Congregazione per la Dottrina della Fede. La testimonianza è allegata a una denuncia penale di dieci pagine con la richiesta di allontanamento dal sacerdozio del presunto autore del reato. (Viganò è diventato famoso dopo la sua denuncia dell’agosto 2018, in cui affermava che il Pontefice regnante era al corrente degli scandali, particolarmente di natura omosessuale, relativi all’ex cardinale Theodor McCarrick. E nonostante fosse stato informato personalmente dei fatti da Viganò ha in pratica annullato i provvedimenti presi contro McCarrick da Benedetto XVI e dalla Congregazione per i vescovi e lo ha usato in diverse occasioni come su inviato personale all’estero, N.d.R.).

Viganò fa i nomi dei responsabili e i dettagli piccanti dal fascicolo personale del sospetto: dagli anni di servizio del prelato in Africa. Era stato messo al corrente anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, oggi l’uomo più potente dopo papa Francesco.

Un professore di psicologia ha valutato le cartelle e ha dato una prognosi negativa sulla personalità del prelato tedesco.

Ci sono queste voci nel file.

L’avvocato Alexander Stevens rappresenta una delle vittime: “Con la dichiarazione del responsabile del personale Viganò è stata ufficialmente stabilita l’ostruzione della giustizia al più alto livello della Chiesa”.

Nel frattempo, la Chiesa ha informato per iscritto che il Vaticano, al momento del suo trasferimento in Germania, aveva fatto notare che il prelato, nonostante le sue notevoli doti e capacità intellettuali, doveva lasciare il servizio diplomatico”.

Secondo l’arcivescovo Viganò che ha presentato una testimonianza scritta al tribunale, nel caso è coinvolto anche l’attuale Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, (all’epoca dei fatti N.2 al “Ministero degli Esteri” della Santa Sede, N.d.R.) che come altri responsabili vaticani, non solo avrebbe coperto l’abusatore, ma che avrebbe anche punito la giovane vittima.

***

Abbiamo potuto leggere le dieci pagine di denuncia del povero prete, che soffre di depressione, e di altri malesseri fisici e psicologici in conseguenza degli abusi, e soprattutto, della vendetta che il presunto responsabile degli abusi ha messo in atto per anni contro di lui, con l’indifferenza, il silenzio, la connivenza dei responsabili della Chiesa, in Vaticano e in Germania. Se un terzo di quello che è scritto è vero, i conati di vomito sono inevitabili. Una situazione drammatica che ha coinvolto anche i genitori del sacerdote, e che ha contribuito a un tentativo di suicidio della madre della vittima.

Il presunto responsabile era – e forse è ancora, a causa di quello che è venuto a conoscenza negli anni passati in Segreteria di Stato – un uomo potente. Tanto da minacciare, a un certo punto, secondo la denuncia, “Quando Ratzinger va in pensione distruggo anche Gänswein”.

Dopo l’abuso: “Mi sono sentito sporco, colpevole, malato. Infatti, per almeno una settimana non andai in ufficio dicendo di essere malato. Non uscivo neppure di casa. Ero fortemente traumatizzato. Fino a oggi questa esperienza torna come incubo quando dormo. Me ne vergogno tanto. La prima volta ne ho parlato in dettaglio alla polizia di Landshut dopo il primo articolo sulle condotte di Mons. Christoph Kühn pubblicato da Bild nel 2019”.

La vendetta nei suoi confronti è cominciata nel 2012, quando una lettera anonima, scritta in lingua tedesca, venne indirizzata a tutti capi dicasteri della Curia Romana e a tutti i Vescovi di lingua tedesca. Una missiva senza mittente accusava mons. Gänswein, mons. Wilhelm Imkamp, altri sacerdoti e anche la vittima di formare una cordata gay in Vaticano che organizzava delle orge.  Anche la Congregazione per la Dottrina della fede ha ricevuto la denuncia della vittima, in cui si chiede che il presunto abusatore venga ridotto allo stato laicale.

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15 commenti

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Notizia che – invece – RIPAGA, RINCUORA, dà invidia.

    8 luglio. Usa. Un sacerdote, padre John Killackey, della Fraternità Sacerdotale di San Pietro della comunità della Mater Dei Latin Mass di Harrisburg, sull’autostrada (interstatale) I-81 in Pennsylvania durante un acquazzone e in un incidente che aveva coinvolto diversi auto-articolati dà il viatico a un camionista.
    “…ho chiesto ad alcuni camionisti se c’era qualcuno che necessitasse attenzione. Qualcuno mi ha portato da qualcuno che ne aveva bisogno. Penso che fosse già morto in quel momento. Non sappiamo il momento esatto in cui l’anima lascia il corpo ma è molto importante fare tutto ciò che possiamo per aiutare l’anima a incontrare Dio. Così gli ho dato gli ultimi sacramenti lì e poi me ne sono andato perché cominciavano ad arrivare i mezzi di soccorso”.
    “… In seminario ci hanno insegnato a memorizzare le formule degli ultimi sacramenti e la benedizione apostolica in momenti come questo, ma ero contento di avere nel portafoglio un bigliettino che le portava scritte perché la mia memoria sarebbe venuta meno. Ho usato l’olio degli infermi che avevo con me per fare il Segno della Croce e pronunciare la formula”.
    Sua foto e intervista su: https://www.ncregister.com/daily-news/we-live-for-christ-says-priest-in-viral-photo-bringing-last-rites-in-horrif.

    Giovane, con tonaca, con “viatico” appresso, FSSP.
    Se succede a noi, ci “accompagnerà un irriconoscibile “sacerdote” con jeans e maglietta arco-iris?

  • Luca Persico aka Pesce d'acqua dolce ha detto:

    Perchè questo prelato parla di “pensionamento di Benedetto XVI”, come si ricava dalla frase: “Quando Ratzinger va in pensione distruggo anche Gänswein”? Forse che egli fosse in qualche modo al corrente “in anticipo” del fatto che Benedetto avrebbe dato le dimissioni? L’uso del vocabolo “pensione” potrebbe intendersi come un riferimento a una rinuncia, a delle dimissioni appunto, dopo le quali la persona rimane in una condizione analoga a quella di un vescovo emerito, cioè in pensione. Se così fosse, direi che queste dimissioni ci si mostrerebbero sotto una luce inquietante che darebbe conferma a chi le vorrebbe motivate da pressioni e forse ricatti esercitati su Benedetto nel quadro di un piano ben preciso e orchestrato da tempo…

  • Rafael Brotero ha detto:

    Se le cose erano così sotto Giovanni Paolo II, figuriamoci come devono essere sotto Berggy, Ricca, Paglia, Braz de Aviz…

  • Rafael Brotero ha detto:

    Se la Chiesa è stata governata durante 50 anni da santi pontefici canonizzati (da Bergoglio) – Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II – come mai la storia del Vaticano in questi anni è stata così vergognosa?

  • alessio ha detto:

    Ci avevano promesso fin dal 2002 ,
    che avrebbero punito i colpevoli ,
    ora sappiamo che vanno in
    Cina a fare accordi.
    Ma che bravi in Vaticano!
    Li riducono allo stato laicale
    quando sono già in pensione.
    Caro Tosatti, per avere
    un’idea ,mi piacerebbe sapere
    quanti casi di abusi ci sono
    in Italia , per confrontarli
    con quelli americani perchè
    almeno lì lo dicono chi sono
    e quanti sono .

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Sembra evidente che tra il PROGRESSISMO e l’abuso omosessuale e la pedofilia vi sia una relazione.
    Non che tutti i progressisti siano abusatori e pedofili, ma tutti (o quasi tutti) gli abusatori e pedofili sono progressisti.
    Ovvio che gli abusatori e pedofili facciano dichiarazioni contro gli abusi e la pedofilia, ma anche i colpevoli di omicidio si dicono innocenti…
    La cosa che non è ovvia sono le coperture.
    E quando un progressista, in nome del progressismo, copre un progressista abusatore o pedofilo, di fatto si rende complice

    • Camilla ha detto:

      Non è affatto vero che quasi tutti gli abusatori sono progressisti. Ce ne sono molti anche tra le file dei tradizionalisti e conservatori. Si vedano le inchieste di Church Militant sulla Fsspx, oppure le vicende di padre Maciel dei Legionari, di padre Buela dell’Istituto del Verbo Incarnato, di padre Yannuzzi dei Miles Christi, di Luis Figari del Sodalicio de Vida Cristiana ecc…

      • Astore da Cerquapalmata ha detto:

        Diciamo la maggioranza…
        Gli abusi ci sono sempre stati ma col sessantotto si sono moltiplicati

      • : ha detto:

        E’ vero, ma solo i progressisti difendono gli abusatori.

        Il discorso generale è: tutti siamo peccatori e tutti commettiamo peccati. C’è però chi, commettendoli, li riconosce per tali, e c’è chi invece – in particolare certi peccati – li ha derubricati dal Decalogo secondo la “pastorale” del XXI secolo aggiornata e corretta.

        • Camilla ha detto:

          Non è affatto così. Molti degli istituti religiosi conservatori in cui si sono verificati abusi hanno lunghe (e tristi) storie di coperture, soprattutto quando gli abusi sono stati commessi dai rispettivi fondatori. Raramente hanno fatto pulizia da soli senza l’intervento della CIVCSVA e della Santa Sede.

          • : ha detto:

            Non ha capito. Lei dice: «Molti degli istituti religiosi conservatori in cui si sono verificati abusi hanno lunghe (e tristi) storie di coperture». Quindi si tratta di coperture, di comportamenti infami, certamente, che implicitamente riconoscono di essere in peccato grave e che quindi il loro comportamento non è difendibile.

            Diverso per i progressisti che non lo considerano un peccato. Io avevo scritto: «C’è però chi, commettendoli, li riconosce per tali, e c’è chi invece – in particolare certi peccati – li ha derubricati dal Decalogo secondo la “pastorale” del XXI secolo aggiornata e corretta». Chi sono i seguaci della “pastorale” del XXI secolo, che ha derubricato quel genere di comportamenti dall’elenco dei peccati? Non certo gli antiprogressisti.

            P. S. – Certo che dopo che Lei ha detto: «Molti degli istituti religiosi conservatori in cui si sono verificati abusi hanno lunghe (e tristi) storie di coperture», avrebbe il dovere di elencarne almeno una ventina di questi istituti.
            E ci sarebbe anche da chiedersi: ammesso che ci siano ancora degli istituti religiosi “conservatori”, cioè che siano sfuggiti al repulisti del nuovo corso come è successo ai Francescani dell’Immacolata ed altri istituti, o che al nuovo corso si siano spontaneamente piegati; ammesso questo, quanto “molti” possono essere essi?

  • Andrea ha detto:

    Dalla Germania accuse a Benedetto XVI: “Coprì prete molestatore”
    di Gabriele Laganà (il giornale)

    Secondo il quotidiano Bild Zeitung Benedetto XVI e il suo segretario particolare, Monsignor Georg Gaenswein, avrebbero coperto per anni un prelato pedofilo

    Il quotidiano popolare Bild Zeitung ha lanciato una gravissima accusa contro il Papa Emerito Benedetto XVI e il suo segretario particolare, Monsignor Georg Gaenswein. Secondo la testata, infatti, i due avrebbero coperto e protetto per anni un prelato presunto pedofilo tedesco, nonostante diverse denunce dei suoi abusi sessuali compiuti dal religioso ai danni di un altro prelato.

    Il monsignore in questione è Christoph Kuehn e nel 2005 era responsabile del desk Germania presso la Segreteria di Stato Vaticana. Un prete, anche lui tedesco, accusa Kuehn di averlo a lungo molestato. A supporto di tali denunce, la presunta vittima ha fornito dettagli precisi su luoghi e circostanze delle violenze.

    Quest’ultima ha raccontato che il prelato accusato lo avrebbe più volte baciato con la lingua e afferrato i suoi organi genitali con una mano mentre con l’altra gli stringeva la gola. La denuncia è finita alla Procura di Ingolstadt che ha confermato di aver aperto un fascicolo, specificando che al momento si tratta di una “indagine preliminare”.

    Secondo una dichiarazione giurata resa dal prete al magistrato, Gaenswein avrebbe saputo degli abusi ma avrebbe taciuto per 7 anni. La Bild cita una mail del 2012 in cui il segretario del Papa scrive alla vittima: “Non rabbia, ma sorpresa… Spero che questo gioco non duri a lungo”.

    Gaenswein ha confermato al quotidiano di aver ricevuto un’informazione scritta sugli abusi nel 2013 e di aver informato l’allora capo del personale del Papa. La vicenda, però, non ha avuto particolari strascichi. Kuehn, infatti, venne prima trasferito alla nunziatura di Vienna e poi rimandato nella diocesi d’origine in Baviera. Il vescovo locale ha dichiarato alla Bild senza usare giri di parole che il prelato è un “supergay aggressivo”.

    Secondo il giornalista Nikolaus Harbusch, che ha realizzato il servizio, la copertura garantita a Kuehn potrebbe essere legata al ruolo fondamentale che quest’ultimo svolse alla vigilia del Conclave del 2005 che elesse Ratzinger alla cattedra di Pietro. Il monsignore rivelò alla Welt l’incontro segreto tra un gruppo di cardinali progressisti per fare eleggere Bergoglio. La mossa, però, fallì.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    «L’intenzione dei servi è quella di eliminare subito il male, cioè le persone malvagie, ma il padrone è più saggio, vede più lontano: essi devono sapere attendere, perché la sopportazione delle persecuzioni e delle ostilità fa parte della vocazione cristiana. Il male, certo, va rigettato, ma i malvagi sono persone con cui bisogna usare pazienza. Non si tratta di quella tolleranza ipocrita che nasconde ambiguità, ma della giustizia mitigata dalla misericordia. Se Gesù è venuto a cercare i peccatori più che i giusti, a curare i malati prima ancora che i sani (cfr Mt 9,12-13), anche l’azione di noi suoi discepoli dev’essere rivolta non a sopprimere i malvagi, ma a salvarli. E lì, la pazienza».
    Così dal commento al vangelo all’Angelus di ieri 19 luglio.
    Usare pazienza con i malvagi, che sono persone, da salvare; non da sopprimere!!!
    Certo: sono ben altre le persone con le quali NON «bisogna usare pazienza»! secondo il metro di giudizio del papa regnante, il quale ha puntato il dito – ancora una volta – contro la «tentazione di chiacchierare per distruggere gli altri».
    Ma che ne parliamo a fare?
    Ah! Non ha mancato nemmeno di inserire quella che lui stesso ha definito “una partentesi”: «Fra noi, possiamo anche dire che anche oggi il terreno è devastato da tanti diserbanti e pesticidi, che alla fine fanno pure male sia all’erba, che alla terra e alla salute. Ma questo, fra parentesi».
    Al di là della considerazione di natura “agraria”, chissà se è sfuggito al papa il pentimento con relative scuse per l’allarmismo infondato in materia di clima e ambiente, pubblicato da un attivista ambientalista impegnato su tale versante.
    https://www.catholiceducation.org/en/marriage-and-family/other-topics/i-was-wrong-we-scared-you-unnecessarily-says-environmentalist.html
    Oggi proprio non sono riuscita a trattenermi dall’esternare e colgo l’occasione per ringraziare l’autore del contributo (di ieri) senza trucco e senza fronzoli sulla “Chiesa piagata” e il dott. Tosatti per averlo offerto alla nostra riflessione.
    Senza abbandonarmi ad alcuna illusione, ritorno al mio silenzio…