ZITTO ZITTO, QUATTO QUATTO, TORNA ALL’APSA MONS. ZANCHETTA…

27 Giugno 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, con colpevole ritardo ci occupiamo di un qualcosa che ai miei occhi è molto significativo di un modo di agire consolidato. Mi riferisco a una notizia data da Crux, un sito americano, qualche giorno fa: e cioè il ritorno al lavoro all’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA) di Gustavo Zanchetta, il vescovo di Orano (dal 2013 fino al luglio 2017) sotto processo nel suo Paese per molestie sessuali verso seminaristi. Zanchetta scomparve improvvisamente dalla sua diocesi in maniera davvero repentina, e riemerse a Roma, dove papa Bergoglio creò per lui un incarico mai esistito prima: quello di Assessore all’APSA. Ora l’APSA è un ente di grande importanza per la Santa Sede, è il custode del suo “tesoretto” mobiliare e immobiliare. Da notare che fra le critiche rivolte a Zanchetta nella sua diocesi c’era anche quella di aver creato dissesti economici e di gestione. Un curriculum perfetto per un nuovo posto, apicale, alla cassaforte della Santa Sede…

Ma Zanchetta è stato di grandissimo aiuto al card. Jorge Mario Bergoglio quando questi era presidente della Conferenza Episcopale Argentina. E fu una delle prime nomine episcopali di Francesco subito dopo l’elezione al Soglio di Pietro. Zanchetta è stato sospeso dal suo incarico in Vaticano il 4 gennaio del 2019.

Vedremo poi la questione degli abusi. Ma in Argentina, Zanchetta è accusato di aver frodato lo Stato: dai documenti pubblici, secondo quanto riporta Crux, risulta che Zanchetta ha ricevuto oltre un milione di pesos, quasi 250mila dollari all’epoca, dal governo provinciale per il restauro di una canonica parrocchiale e per una serie di conferenze nel seminario locale, eventi che non hanno mai avuto luogo. E dopo diversi avanti e indietro fra Roma e l’Argentina, Zanchetta, che abita a Santa Marta, residenza anche papale, è stato reintegrato al suo posto; le cui competenze non è chiaro quali siano.

Il Vaticano ha dichiarato ufficialmente che le accuse di abusi sessuali non erano note fino a dopo la nomina di Zanchetta ad Assessore. Questa dichiarazione è stata fatta dal Direttore della Sala Stampa ad interim, Alessandro Gisotti.  .

Alessandro Gisotti, ha dichiarato il 4 gennaio che le denunce per abusi sessuali nei confronti di seminaristi non era note fino a dopo la nomina. Il giornale El Tribuno di Oran però ha immediatamente confutato questa informazione e ha citato però diversi preti della diocesi. Costoro affermano che una denuncia in questo senso era stata presentata alla Nunziatura Apostolica già nel 2015, e che dell’argomento degli abusi di Zaanchetta si parlava apertamente nella diocesi e fra i preti. Una smentita in piena regola, che rende imbarazzante, anche adesso, l’aperto favore di cui gode presso il Pontefice il presule argentino.

Motivi di salute furono ufficialmente la causa della partenza repentina di Zanchetta; ma El Tribuno ha pubblicato i motivi per cui Zanchetta ha inaspettatamente lasciato il vescovado di Orano: tre preti della sua diocesi lo avevano denunciato nel 2015 presso la Nunziatura dalla cattiva gestione economica, abuso di potere e l’abuso sessuale dei seminaristi  di cui era responsabile.I preti, che erano già stati lasciati con “gusto amaro” dall’ascesa di Zanchetta nonostante le accuse, hanno smentito i tempi riportati dal Vaticano. “Sembra che si desideri proteggere il Papa, così è stato detto che gli abusi sono stati dopo, ed è stata una delle cause per cui lo hanno destituito” ha lanciato uno dei sacerdoti di Orano che ha chiesto di non citare il suo nome il suo nome per paura di rappresaglie. “Il comunicato da là in alto (Roma, N.d.R.) era molto debole perché cercano di proteggere Francesco, che in un certo modo lo ha coperto”, ha aggiunto un altro sacerdote della diocesi.

Entrambi i religiosi sono stati chiari con i tempi e hanno convenuto che nelle conversazioni interne del clero le denunce sono note “dal 2015, quando è stata fatta la prima denuncia”.  La denuncia è stata presentata al Nunzio, che di sicuro l’ha fatta pervenire a Roma. Quindi niente di più facile che controllarne la veridicità.

Ma è evidente che Zanchetta gode di protezione speciale. E non da ora. Il quotidiano argentino, “El Tribuno” il primo che aveva fatto esplodere il caso Zanchetta, ha pubblicato documenti che dimostrano come vescovi, il cardinale Primate di Argentina, il Nunzio il Vaticano e il Pontefice in persona sin dal 2015 fossero a conoscenza del caso del vescovo sui cui oggi pende una pesante accusa di abusi. Il caso nei giorni scorsi è arrivato in tribunale, con la denuncia penale sporta da vittime dell’ex vescovo di Oran. Dalle fotografie di una relazione del 2016, firmata da cinque sacerdoti, di cui tre ex vicari diocesani, appare chiaro che Gustavo Zanchetta era accusato non solo di avere sul suo cellulare foto oscene di sesso omosessuale, ma di molestie ai seminaristi, di non aver registrato la vendita di una proprietà importante della diocesi e di cattiva gestione sia delle finanze che del personale di Oran.

Dalla relazione, di cui El Tribuno è venuto in possesso e di cui ha pubblicato le foto, si evince che come la diocesi scoprì in maniera casuale foto di Zanchetta e di altri nudi e in atteggiamenti molto espliciti. Il cancelliere vide quelle foto mentre scaricava sul pc alcune immagini istituzionali dal cellulare di Zanchetta, un’operazione che lo stesso Zanchetta, dimentico che oltre a foto di una cerimonia ce n’erano anche altre, di ben altro genere, gli aveva commissionato. E da lì è partito tutto; il cancelliere ha avvisato le autorità, in primis il Vicario generale. Subito dopo sono stati coinvolti mons. Marcelo Colombo, l’arcivescovo di Salta Mario Cargnello, il Primate card. Poli, arcivescovo di Buenos Aires la nunziatura, e il Pontefice. Nell’ottobre del 2015 Gustavo Zanchetta è stato convocato urgentemente a Roma; e tutti pensavano nella diocesi che si trattasse di qualche cosa legata al Sinodo della Famiglia, visti i rapporti stretti che lo legavano a Jorge Mario Bergoglio sin da quando quest’ultimo era cardinale e Presidente della Conferenza Episcopale argentina. Zanchetta rientrò a Oran, senza che fosse accaduto nulla: si ignora che cosa si siano detti con il Pontefice, ma c’è chi afferma che il vescovo abbia sostenuto che le foto erano truccate. E ora è tornato al suo posto, e non si sa nulla di una ventilata inchiesta vaticana, che avrebbe dovuto partire da tempo….

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27 commenti

  • Alessandro ds ha detto:

    X ALBERTO E MICHEL.
    Perdonatemi il ritardo, non avevo letto. Mi chiedete dove è scritto che Zanchetta non può celebrare messa ed esercitare uffici. Lo dicono le linee guida CEI e il Diritto canonico.

    LINEE GUIDA TUTELA MINORI DELLA “CEI”.
    Per quanto riguarda le procedure canoniche in caso di presunto abuso sessuale commesso da parte di chierici nei confronti di minori, la descrizione delle procedure è dettagliata e parte dal principio che
    “nel suo discernimento il Vescovo o il Superiore competente terrà presente il primario interesse della sicurezza e tutela del minore”.
    A tal fine, “ferma restando la presunzione di innocenza dell’accusato fino alla condanna definitiva e la valutazione di ogni singolo caso concreto, il Vescovo o il Superiore competente, per prevenire gli scandali, tutelare la libertà dei testi e garantire il corso della giustizia, possono proibire all’accusato l’esercizio del ministero e di ogni attività pastorale con minori, allontanare l’accusato dal ministero sacro o da un ufficio e compito ecclesiastico, imporgli o proibirgli la dimora in un determinato luogo”
    ( partiamo dall’importante fatto che gli abisi sono stati compiuti su seminaristi che si trovavano nello stesso istituto di Zanchetta, e non si trovavanonin case separate o istituti separati, tenete a mente questo importante particolare.)
    Questo passaggio della CEI ci spiega che per il Vescovo o superiore il bene supremo è la tutela e sicurezza della vittima, e le sue decisioni devono essere prese in base a questa sicurezza e tutela. Se Mons. Zanchetta risiedeva nello stesso istituto dove risiede anche coloro che lo hanno denunciato, per effetto delle linee guida CEI Mons. Zanchetta non può più risiedere nello stesso istituto dei ragazzi. Perché per la sicurezza e tutela dei ragazzi è ovvio che non possono vivere mello stesso luogo della persona che hanno denunciaro per abusi sessuali.
    Ciò si chiama “Interdetto= avere il divieti di risiedere o entrare in un luogo, e questo scatta in automatico per effetto delle linee guida CEI, e scatta anche solamente per aver ricevuto la denuncia, non serve essere stati condannati. Scatta in modo preventivo. In quanto il bene primario è tutelare e proteggere i denunciati.

    Ora, quando scatta l’interdetto , insieme ad esso scattano altre restrizioni, riportate chiaramente nel diritto canonico. Chi è interdetto non può celebrare messa.
    Can. 1332 – Chi è interdetto è tenuto dai divieti di cui nel can. 1331, §1, nn. 1 e 2; che se l’interdetto fu inflitto o dichiarato si deve osservare il disposto del can. 1331, §2, n. 1.
    Can. 1331 – §1. N° 1) di prendere parte in alcun modo come ministro alla celebrazione del Sacrificio dell’Eucaristia o di qualunque altra cerimonia di culto pubblico;
    2) di celebrare sacramenti o sacramentali e di ricevere i sacramenti;

    Ora, solitamente quando si condanna un chierico all’interdetto, non si dichiara pubblicamente, perché non è stato ancora condannato in maniera definitiva, quindi la sua condanna viene tenuta riservata nel famoso “archivio segreto” della santa sede, lo stesso “archivio segreto” dove venivano tenuti i documenti con le condanne del Card. McCarrick, lo stesso archivio che Mons. Viganò ha detto che tutti conoscevano in congregazione.

    Il punto ora è: o Zanchetta sta continuando a esercitare e celebrare in maniera mon legittima e sacrilega con il benestare di chi fa finta di non vedere il dossier, oppure addirittura la procedura penale interna non è mai stata fatta partire e insabbiata e rallentata.
    Ci sono queste 2 ipotesi.

    E poi si deve dire che le linee guida ufficiali CEI sono pubbliche per tutti, ma internamente alla chiesa ci sono direttive ufficiose non pubbliche, fatte girare fra i generali degli ordini e vescovi che stabilisce che il giusto comportamento è la sospensione preventiva. Ma è una direttiva interna alla chiesa, non ufficiale per il pubblico.
    Comunque le linee guida ufficiali e il diritto canonico bastano e avanzano.
    Spero di non essere stato troppo complicato nella spiegazione.
    Grazie.

  • Francesco ha detto:

    Un luogo marcio non più salvabile. Se penso alle persone abusate, alle coperture di cui hanno goduto e continuano a godere, mi viene il vomito. Il giorno in cui terminerà il regno di Elagabalo forse sarà tardi.

  • Cactus ha detto:

    Pizzino trovato nel risvolto di una sottana:
    “Gli amici non si abbandonano mai”.

  • EquesFidus ha detto:

    La vera domanda non risiede tanto nel perché Bergoglio abbia richiamato Zanchetta in Vaticano: dopotutto, è un suo amico e lo ha supportato in Argentina. L’attuale Pontefice ha dimostrato, più volte, di essere inflessibile e paranoico verso chiunque consideri un suo nemico (che deve distruggere o piegare con ogni mezzo), mentre si è visto essere in grado di saper chiudere non uno, ma due occhi per chi reputa un amico o un alleato, a prescindere da quello che ha fatto e se ha commesso atti gravemente immorali, quando non proprio criminali. Vedi per esempio il card. Sarah, che, ne sono sicuro, è stato costretto ad avallare quella fesseria, al limite della blasfemia, delle nuove Litanie Lauretane per non vedersi sostituire da qualche pessimo cicisbeo o arrampicatore al compimento dei 75 anni; sostituto a cui, della Divina Liturgia, non importa nulla al pari del suo capo e che, magari, sarebbe stato apertamente modernista e con pieni poteri per una ulteriore “revisione” (cioè vandalizzazione) della liturgia cattolica. Un altro triste esempio è dato dal card. Pell, assolutamente non reintegrato nelle sue mansioni dopo che è stato dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio e dopo 400 giorni di carcere, che non era colpevole degli abusi di cui era stato accusato. Per coerenza e per quella “trasparenza” da lui tanto invocata (ma mai applicata, vedi per esempio gli accordi Vaticano-Cina), Bergoglio dovrebbe richiedere le dimissioni di Zanchetta, accusato (probabilmente a ragione, al contrario di Pell) di abusi su seminaristi e di appropriazione indebita, e consegnarlo al braccio secolare per accertamenti; purtroppo, questo non accadrà mai, anzi si è già premurato di offrirgli una posizione in Vaticano da cui continuare a fare danni godendo dell’immunità. Siamo sempre lì: il “Nuovo Corso” vaticano ha sempre asserito pubblicamente, per gli allocchi, di lottare per la “trasparenza”, l’”integrità”, l’”onestà” dei suoi membri, per poi favorire proprio quei personaggi (come ha insegnato il caso McCarrick) ricattabili (o ricattanti) e funzionali alle politiche del Pontefice regnante (o, il che è persino peggio, semplicemente suoi amici), a prescindere da quante ne abbiano combinate di cotte e di crude.
    La vera domanda è perché partiti e giornali, apertamente ostili al cattolicesimo, non si azzardino a fiatare su queste questioni, mentre siano i giornali conservatori (o presunti tali) gli unici a farlo, perlomeno di tanto in tanto. Il motivo è semplice: i vertici vaticani e delle varie Conferenze Episcopali (con tutte le lodevoli eccezioni e distinguo del caso) sono consustanziali alla sinistra mondialista, ai partiti liberali e comunisti (se non nelle premesse, nelle intenzioni e nei fini), quindi sono funzionali al mantenimento dello status quo della sinistra internazionale. La “conversione” (in realtà un evento preparato da decenni, da prima del CV II) di una porzione consistente della Chiesa discente e docente al modernismo ed al progressismo negli ultimi sessant’anni sono stati funzionali a questo: una Chiesa in salute, con una sua liturgia e lingua sacra ben definite ed incontaminate, con la sua Dottrina, i suoi riti, il suo Credo ben fissati, studiati e compresi da fedeli e clero, sarebbe stata invece intollerabile, distruttiva per questi scopi. Per questo si tace su abusi e fughe in Vaticano che, fossero avvenuti ai tempi di Benedetto XVI, sarebbero finiti strillati sulle prime pagine dei giornali, mentre oggi (con poche eccezioni), se va bene, finiscono a pagina 19, nascoste fra i pettegolezzi. Come sempre, questo dimostra l’ipocrisia, l’incoerenza e l’opportunismo di questo sistema, che, a seconda di chi compie certi reati (o presunti tali, io non dimentico la profusione di casi di presunta pedofilia che, all’atto pratico, si rivelarono totalmente infondati ed infamanti), vengono condannati o scusati senza possibilità d’appello. E’ questo che mi manda in bestia: non la possibilità che il Papa attuale (o chi per lui) ragioni solo per categorie politiche e non spirituali, che parecchi media appoggino chi fa loro comodo (su ricatto e promozione dei gruppi di potere che li finanziano, ovviamente, principalmente di sinistra) e presentino sotto una cattiva luce tutto il resto, anche immeritatamente; no, quello che mi manda in bestia è l’incoerenza e l’ipocrisia che ammorba questo sistema.

  • Grog ha detto:

    Pervertiti, invertiti & ladri fanno carriera, chi invece ha il vizio di essere troppo cattolico si becca non una ma due scomuniche.
    É la “chiesa” bergogliona baby.

  • Adriana ha detto:

    Da ricordare che , per Bergoglio ,” i peccati sotto la cintura sono i più leggeri ” .
    Quanto all’economia nell’amministrazione , mi pare di ricordare che
    Mons. Paglia , ( soprannominato ” piglia ” dagli abitanti di Terni ) ,dopo aver combinato alcuni disastri , sia stato promosso di grado ” magna cum laude ” .
    https://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2781_Magister_Francesco_peccati_leggeri.html/

  • Gene ha detto:

    Che faccia tosta Polo Giuseppe, ma come può immaginare che Zanchetta abbia espiato le sue colpe,e che colpe, attraverso l’esili0 a Santa Marta?
    Ha ragione padre Luis Eduardo che lei appartiene a quel gruppo di persone che commenta su S.C semplicemente per dare fiato alle sue parole.
    Le sue colpe comportano responsabilità penali, perseguibili con tanti anni di carcere…..Che desolazione, dott. Tosatti elimini i commenti di Paolo Giuseppe, perché non appartiene ai veri componenti di questo blog.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Gene, credo che il commento di Paolo Giuseppe fosse ironico…

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Amico Tosatti, per essere al passo con i tempi, qui ci vuole un regolamento, perbacco! 🙁

      • Alberto ha detto:

        Resta il fatto che nessuno può permettersi di dubitare che un peccatore possa aver espiato i propri peccati. C’è qualcuno che si sente un po’ un Dio in terra o sbaglio?

        • Sherden ha detto:

          Resta anche il fatto che pare che Zanchetta sia andato in Argentina a fare un semplice viaggetto turistico (con ultrarapido ritorno, persino in tempi di Covid) e che il suo rientro a Roma lo mette in posizione di sicurezza.
          Non mi pare che abbia seguito lo stesso percorso del Card. Pell: chiedere egli stesso di tornare nel paese nel quale è accusato e, visto che si ritiene innocente, difendersi dalle accuse (ma forse è proprio questo il punto debole). Quanto al pentimento, nessuno se non Dio può saperlo con certezza. Quanto all’espiazione (e sono due cose diverse) non risultano atti concreti, anzi ne risultano opposti.

  • Alessandro ds ha detto:

    Vorrei mettere all’attenzione degli utenti un particolare importante, che la nuova legge e le nuove linee guida sulla tutela dei minori e adulti vulnerabili, stabilisce che Mons. Zanchetra deve essere sospeso immediatamente, anche se la sua colpa mon è stata provata ancora.
    Infatti le linee guida dicono che l’accusato deve essere sospeso sua da ogni ufficio, non può celebrare messa, anche solo se “è sospettato” e anche solo in base alla sola denuncia che è arricata,anche se ancora deve essere condutata”
    Tradotto Zanchetta non può esercitare nessun ufficio e non può celebrare messa.
    Tuttavia questa sospensione stranamente ancora non gli è stata notificata…

    • Gian Piero ha detto:

      Ma non l’ avete ancora capito? Zanchetta e’ un favorito , un amico, un sodale di Francesco . i Monarchi assoluti riservano ai loro favoriti da che mondo e’ mondo un trattamento appunto…di favore. Bergoglio papa umorale che va a simpatie e antipatie, ha un debole per Zanchetta.
      Che ci volete fare? Inutile ricordare regole che valgono solo per ..gli altri. A McCarrick e Zanchetta non verra’ riservato lo stesso trattamento riservato a Pell.
      Il Regno del,’ ingiustizia , del favoritismo, del governo personalistico si e’ installato in Vaticano da quella famosa sera del l Buona sera.

    • Alberto ha detto:

      Puoi mettere un link alla norma che citi?

    • Michel Berthoud ha detto:

      La fonte delle sue affermazioni per cortesia.

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Ma allora nella vita uno non può sbagliare? L’anno della Misericordia è passato per niente? Mons. Zanchetta ha già purgato i suoi peccati. E’ stato inginocchiato sui ceci per sei mesi in Santa Marta, ambiente che già di per sè santifica.

  • Pirillo ha detto:

    Grazie dell’aggiornamento. Si sa qualcosa anche delle indagini su McCarrick? C’è un processo? In America ovviamente, quello Vaticano credo lo abbiano contemplato solo a parole

    • Alberto ha detto:

      Il processo vaticano è finito due anni fa. Lo sanno tutti. McCarrick è stato assolto e promosso Segretario di Stato Aggiunto

    • Michel Berthoud ha detto:

      In data 11 gennaio 2019, il Congresso della Congregazione per la Dottrina della Fede ha emanato il decreto conclusivo del processo penale a carico di Theodore Edgar McCarrick, Arcivescovo emerito di Washington, D.C. con il quale l’accusato è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale. Il 13 febbraio 2019 la Sessione Ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la Dottrina della Fede ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso del ricorrente e ha deciso di confermare il decreto del Congresso. Questa decisione è stata notificata a Theodore McCarrick in data 15 febbraio 2019. Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso.
      Fonte: https://bit.ly/385WeOp

  • ELLEVI ha detto:

    Questo Monsignore è ritornato al suo posto, chissà se il Card.Pell potrà fare lo stesso…..

    • Stefania ha detto:

      Ma guarda come la fanno franca certi soggetti! Abusi? Promozioni, Bancarotta? Be’ un incarico all’Apsa pare il minimo… Proprio una vita stupenda!!!

    • Raffaella ha detto:

      Il Card. Pell è un martire che esce a testa alta dalle brutte vicende in cui era occorso; l’inqualificabile Mons. argentino è solo un sodale del VdR a lui legato da chissà quali misfatti.

    • Sherden ha detto:

      Non confondiamo i leoni con i ratti, per favore:
      il ratto Zanchetta è stato rimesso a far la guardia al formaggio. Pachamama nihil obstat (tanto, una schifezza in più o una in meno, che volete che conti…).

      • Sherden ha detto:

        Dimenticavo: sulle veline di regime immagino che la cosa sia stata messa in sordina. Tosatti, lei che si assume la triste incombenza di leggerle, ha notizie?