VIGANÒ: AL CONCILIO UN COACERVO DI ERRORI ABILMENTE DISSIMULATI.
27 Giugno 2020
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha ricevuto una richiesta di chiarimenti, sulle recenti dichiarazioni relative al Concilio Vaticano II, da Phil Lawler, di Catholic Culture. Della sua risposta pubblichiamo qui la traduzione italiana. Buona lettura.
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21 Giugno 2020
Dominica infra Octavam Ss.mi Cordis Jesu
Carissimo Dottor Lawler,
ho ricevuto per il tramite del comune amico Edward Pentin la Sua email, nella quale Ella pone alcune domande relative a quanto già da me espresso sul Concilio Vaticano II. Volentieri Le rispondo, auspicando che queste riflessioni possano contribuire a risanare la Chiesa Cattolica dai gravi mali che la affliggono.
Ph. Lawler: Innanzitutto, qual è la Sua opinione sul Vaticano II? Che da allora le cose siano andate rapidamente in discesa è certamente vero; ma se l’intero Concilio è un problema, com’è potuto succedere? Come si concilia questa posizione con ciò in cui crediamo sull’inerranza del Magistero? Com’è stato possibile che tutti i Padri conciliari siano stati tratti in inganno? Anche se solo alcune parti del Concilio (ad esempio Nostra Aetate, Dignitatis Humanae) sono problematiche, dobbiamo porci le stesse domande. Molti di noi affermano da anni che lo “spirito del Vaticano II” è in errore. Vostra Eccellenza sta ora dicendo che questo falso “spirito” liberale riflette esattamente il Concilio in sé?
Che il Concilio rappresenti un problema, penso non occorra dimostrarlo: il semplice fatto che ci poniamo questa domanda sul Vaticano II e non sul Tridentino o sul Vaticano I, mi pare confermi un dato evidente e riconosciuto da tutti. In realtà, anche coloro che difendono a spada tratta quel Concilio si trovano a farlo prescindendo da tutti gli altri Concili Ecumenici, di cui neppure uno fu definito come concilio pastorale. E si noti: lo chiamano il Concilio per antonomasia, quasi fosse l’unico e il solo di tutta la storia della Chiesa, o quantomeno considerandolo un unicum sia per la formulazione della sua dottrina, sia per l’autorità del suo magistero. Un’assise che, a differenza di quelle che l’hanno preceduta, si definisce appunto pastorale e dichiara di non voler proporre alcuna nuova dottrina, ma che di fatto crea un discrimine tra prima e dopo, tra Concilio dogmatico e Concilio pastorale, tra canoni inequivocabili e vaniloqui, tra anathema sit e ammiccamenti col mondo.
In questo senso, credo che il problema dell’infallibilità del Magistero – (l’inerranza da Lei menzionata riguarda propriamente la Sacra Scrittura) – non si ponga nemmeno, perché il Legislatore, ossia il Romano Pontefice attorno al quale è convocato il Concilio, ha solennemente e chiaramente affermato di non voler usare dell’autorità dottrinale che pure, volendo, avrebbe potuto esercitare. Vorrei fare osservare che nulla è più pastorale di quanto è proposto come dogmatico, poiché l’esercizio del munus docendi nella sua forma più alta coincide con l’ordine che il Signore diede a Pietro di pascere le Sue pecore e i Suoi agnelli. Eppure questa opposizione tra dogmatico e pastorale è stata fatta propria da chi, nel discorso di apertura del Concilio, ha voluto dare un’accezione severa al dogma e un significato più morbido, più conciliante alla pastorale. Ritroviamo la stessa impostazione anche negli interventi di Bergoglio, laddove egli identifica nella pastoralità una versione soft del rigido insegnamento cattolico in materia di Fede e di Morale, in nome del discernimento. Duole riconoscere che il ricorso ad un lessico equivoco, o a termini cattolici intesi però in senso improprio, è invalso nella Chiesa a partire dal Vaticano II, che del circiterismo – vale a dire l’equivocità, la voluta imprecisione del linguaggio – è il primo e più emblematico esempio. Questo avvenne perché l’Aggiornamento, termine anch’esso equivoco e ideologicamente perseguito dal Concilio come un assoluto, aveva posto come priorità su tutte il dialogo con il mondo.
Vi è un altro equivoco che deve esser chiarito. Se da un lato Giovanni XXIII e Paolo VI dichiararono di non voler impegnare il Concilio nella definizione di nuove dottrine e vollero che esso si limitasse ad essere solamente pastorale, dall’altro è pur vero che esteriormente – mediaticamente, si direbbe oggi – l’enfasi data ai suoi atti fu enorme. Essa servì a veicolare l’idea di una presunta autorità dottrinale, di una implicita infallibilità magisteriale che pure erano state chiaramente escluse sin dall’inizio. Se questo avvenne, fu per consentire che le sue istanze più o meno eterodosse venissero percepite come autorevoli e quindi accolte dal clero e dai fedeli. Ma basterebbe questo per screditare gli autori di un simile inganno, che ancora oggi insorgono se si tocca Nostra Aetate, mentre tacciono dinanzi a chi nega la divinità di Nostro Signore o la perpetua verginità di Maria Santissima. Ricordiamoci che il Cattolico non adora un Concilio, né il Vaticano II né il Tridentino, ma la Santissima Trinità, unico vero Dio; non venera una dichiarazione conciliare o un’esortazione postsinodale, ma la Verità che questi atti del magistero veicolano.
Lei mi chiede: “Com’è stato possibile che tutti i Padri conciliari siano stati tratti in inganno?” Le rispondo attingendo alla mia esperienza di quegli anni e alle parole dei Confratelli con i quali mi sono confrontato. Nessuno poteva immaginare che in seno al corpo ecclesiale vi fossero forze ostili così potenti e organizzate, da riuscire a respingere gli schemi preparatori perfettamente ortodossi preparati da Cardinali e Prelati di sicura fedeltà alla Chiesa, sostituendoli con un coacervato di errori abilmente dissimulati dietro discorsi prolissi e volutamente equivoci. Nessuno poteva credere che, sotto le volte della Basilica Vaticana, si potessero convocare gli stati generali che avrebbero decretato l’abdicazione della Chiesa Cattolica e l’instaurazione della Rivoluzione (come ho ricordato in un mio precedente scritto, il Card. Suenens definì il Vaticano II il 1789 della Chiesa!). I Padri Conciliari sono stati oggetto di un clamoroso inganno, di una frode abilmente perpetrata con il ricorso ai mezzi più subdoli: si sono trovati in minoranza nei gruppi linguistici, esclusi da riunioni convocate all’ultimo momento, spinti a dare il proprio placetfacendo loro credere che così volesse il Santo Padre. E quel che i novatori non riuscivano ad ottenere nell’Aula Conciliare, lo conseguivano nelle Commissioni e nei Consigli, grazie anche all’attivismo di teologi e periti accreditati ed acclamati da una possente macchina mediatica. Vi è una mole enorme di studi e documenti che testimoniano questa sistematica mens dolosa da un lato, e l’ingenuo ottimismo o la sprovvedutezza dei buoni dall’altro. L’attività del Coetus Internationalis Patrum poté poco o nulla, quando le violazioni del regolamento da parte dei progressisti venivano ratificate al Sacro Tavolo.
Chi ha sostenuto che lo “spirito del Concilio” rappresentasse una interpretazione eterodossa del Vaticano II ha compiuto un’operazione inutile e dannosa, anche se nel farlo è stato mosso da buona fede. È comprensibile, per un Cardinale o un Vescovo, il voler difendere l’onore della Chiesa e cercare di non screditarla dinanzi ai fedeli e al mondo: così si è pensato che quello che i progressisti attribuivano al Concilio fosse in realtà un travisamento indebito, una forzatura arbitraria. Ma se all’epoca poteva essere arduo pensare che la libertà religiosa condannata da Pio XInella Mortalium Animos potesse esser affermata da Dignitatis humanae, o che il Romano Pontefice potesse veder usurpata la propria autorità da un fantomatico Collegio episcopale, oggi comprendiamo che quello che nel Vaticano II era abilmente dissimulato, oggi è affermato ore rotundo nei documenti papali, proprio in nome dell’applicazione coerente del Concilio.
D’altra parte, quando si parla comunemente dello spirito di un evento, si intende esattamente ciò che di quell’evento costituisce appunto l’anima, l’essenza. Possiamo quindi affermare che lo spirito del Concilio è il Concilio stesso, che gli errori del postconcilio sono contenuti in nuce negli Atti Conciliari, così come si dice a giusto titolo che il Novus Ordo è la Messa del Concilio, anche se al cospetto dei Padri si celebrava la Messa che i progressisti chiamano significativamente preconciliare. E ancora: se davvero il Vaticano II non rappresentasse un punto di rottura, per quale motivo si parla di Chiesa preconciliare e di chiesa postconciliare, quasi si trattasse di due entità diverse, definite nella loro essenza proprio dal Concilio? E se il Concilio fosse davvero in linea con l’ininterrotto Magistero infallibile della Chiesa, perché è l’unico che pone gravi e serissimi problemi di interpretazione, dimostrando la propria ontologica eterogeneità rispetto agli altri Concili?
Ph. Lawler: Secondo, qual è la soluzione? Mons. Schneider suggerisce che un futuro Pontefice debba ripudiare gli errori; Ella trova questa proposta inadeguata. Ma allora come si possono correggere gli errori, in modo da mantenere l’autorità del magistero di insegnamento?
La soluzione, a mio parere, risiede anzitutto in un atto di umiltà che tutti noi, ad iniziare dalla Gerarchia e dal Papa, dobbiamo compiere: riconoscere l’infiltrazione del nemico in seno alla Chiesa, l’occupazione sistematica dei posti chiave della Curia Romana, dei Seminari e degli Atenei, la congiura di un gruppo di ribelli – tra i quali, in prima linea, la deviata Compagnia di Gesù – che sono riusciti a dar parvenza di legittimità e di legalità ad un atto eversivo e rivoluzionario. Dobbiamo riconoscere anche l’inadeguatezza della risposta dei buoni, l’ingenuità di molti, la pavidità di altri, l’interesse di quanti grazie a quella congiura hanno tratto qualche vantaggio.
Dinanzi al triplice rinnegamento di Cristo nel cortile del sommo sacerdote, Pietro “flevit amare”, pianse amaramente. La tradizione ci narra che il Principe degli Apostoli avesse due solchi sulle guance, a causa delle lacrime che versò copiose per tutto il resto dei suoi giorni, pentito di quel suo tradimento. Toccherà ad un suo Successore, al Vicario di Cristo, nella pienezza della sua potestà apostolica, riprendere il filo della Tradizione là dove esso è stato reciso. Questa non sarà una sconfitta, ma un atto di verità, di umiltà e di coraggio. L’autorità e l’infallibilità del Successore del Principe degli Apostoli ne usciranno intatte e riconfermate. Esse, infatti, non furono deliberatamente chiamate in causa nel Vaticano II, mentre lo saranno il giorno in cui un Pontefice dovesse correggere gli errori che quell’Assise permise giocando sull’equivoco di un’autorità ufficialmente negata, ma surrettiziamente lasciata intendere ai fedeli dall’intera Gerarchia, ad iniziare proprio dai Papi del Concilio.
Voglio ricordare che per alcuni quanto qui sopra esposto può suonare eccessivo, perché metterebbe in discussione l’autorità della Chiesa e dei Romani Pontefici. Eppure, nessuno scrupolo ha impedito di violare la Bolla Quo primum tempore di San Pio V, abolendo da un giorno all’altro l’intera Liturgia Romana, il venerando tesoro millenario di dottrina e spiritualità della Messa tradizionale, l’immenso patrimonio del canto gregoriano e della musica sacra, la bellezza dei riti e delle vesti sacre, sfigurando l’armonia architettonica, anche di insigne basiliche, rimuovendo balaustre, altari monumentali e tabernacoli: tutto si sacrificò sull’altare del coram populo del rinnovamento conciliare, con l’aggravante di averlo fatto solo perché quella Liturgia era mirabilmente cattolica e inconciliabile con lo spirito del Vaticano II.
La Chiesa è un’istituzione divina, e tutto in essa deve partire da Dio e a Lui tornare. Non è in gioco il prestigio di una classe dirigente, né l’immagine di un’azienda o di un partito: qui si tratta della gloria della Maestà di Dio, del non vanificare la Passione di Nostro Signore sulla Croce, delle sofferenze e dei patimenti della Sua Santissima Madre, del sangue dei Martiri, della testimonianza dei Santi, della salvezza eterna delle anime. Se per orgoglio o per sciagurata ostinazione non sapremo riconoscere l’errore e l’inganno nel quale siamo caduti, avremo da renderne conto a Dio, che è tanto misericordioso con il suo popolo quando si pente, quanto implacabile nella giustizia quando segue Lucifero nel non serviam.
+ Carlo Maria Viganò
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Tag: concilio, phil Lawler, vaticano II, vigano
Categoria: Generale
Per la carissima Zara: io non sono per nulla arrabbiato, ma piuttosto mi diverto a vedere come lei e altri andiate fuori ogni volta che si nomina il Concilio Vaticano II.
Lei ne ha letto non dico un documento, ma anche solo qualche riga?
Lei sa che cosa diceva e chi era il card. Siri?
Lei sa che al Vaticano II hanno partecipato 3000 vescovi, tutti formati, ovviamente, sotto Benedetto XV, Pio XI, Pio XII: erano tutti ignoranti e cretini, così da essere tutti facilmente ingannati? Attenta a che cosa risponde: se dice no, non si capisce come mai i documenti siano stati firmati da tutti, mons. Lefebvre compreso (ah, non lo sapeva?); se dice sì, significa che anche la Chiesa di prima era come quella di dopo, soltanto mascherata (oh, ma guarda che sorpresa!).
Cara signora, io non sono affatto un fan del Concilio vaticano II e ho vissuto e vivo sulla mia pelle, da 30 anni, quello che questa posizione comporta, ma non tollero l’atteggiamento saccente e isterico di persone come lei che dall’alto della loro presunzione e ignoranza pretendono di sapere tutto e di aver capito tutto. Nel Concilio ci sono pagine molto valide, altre meno, altre ambigue, altre discutibili. Certamente, chi ha manovrato dietro non aveva buone intenzioni e ha saputo tirar fuori quel che ha voluto in parte già durante l’evento, in parte dopo. La debolezza di governo di Paolo VI ha fatto il resto. Un padre domenicano di mia conoscenza diceva che il Vaticano II è stato l’unico concilio che anziché chiudere una crisi l’ha aperta: in parte aveva ragione, in parte no: l’ha aperta perché almeno in parte i problemi c’erano già. Il Concilio in quanto assemblea è stata la saldatura tra chi pensava di poter andare facilmente incontro ad un mondo moderno già in crisi (gli illusi, tra cui Montini) e coloro che scientemente lavoravano per portare la Chiesa verso il protestantesimo o sarebbe meglio dire il modernismo.
L’illusione si è rivelata tale e gli altri hanno avuto la meglio, soprattutto all’estero, i Papi hanno cercato in parte di correggere il corso del fiume, però troppo debolmente. E così arriviamo a Bergoglio, che è il prodotto perfetto di quella mentalità che si era prodotta in quegli anni, anche aumentata dal fenomeno del Sessantotto.
Non so se le ho risposto e se si arrabbierà ancora di più, comunque la saluto e le auguro una buona giornata!
P.S. Come sarebbe meglio potersi parlare (per questo mi dà fastidio l’anonimato), anziché azzannarsi attraverso i commenti di un blog.
@don Ettore barbieri
L’impressione che ha trasmesso nei suoi commenti è stata quella di uno che facilmente cede all’ira, difatti è stato l’unico a insultare senza argomentare.
Io critico il vat. II, auspico che nella chiesa inizi un processo per superare e andare oltre questo episodio storico della chiesa che, dopo 60 anni, si può fare un piccolo bilancio e constatare che è fallimentare.
Ora dice che pure lei è critico…
Boh!
Di cosa stiamo parlando?
Io sono critico, lei è critico, mons. Viganò è critico…. Siamo tutti d’accordo dunque!
Il fatto che lei si diverta a vedere gente che perde le staffe (e non è il mio caso, piuttosto mi appassiono perché mi sta a cuore la chiesa) la qualifica… Che in basso è sceso il clero…
Ancora con la tiritera dei “3000 vescovi convocati erano tutti ignoranti e cretini?”
Che c’entra? Mai sentito parlare della crisi ariana dove solo un sant’Atanasio si oppose all’eresia contro la maggioranza dei vescovi che aveva ceduto?
Saccente e isterico sarà lei che mi pare pure un po’ troppo iracondo!
Chiudiamola qui visto che pure lei è un critico del vat. II.
Tutti d’accordo quindi!
Pace e bene!
Io commento da anni su questo blog e siccome i temi sono sempre gli stessi molte argomentazioni le ho già svolte, così come Boanerghes, Iginio, Astore, Stiluncuriale emerito ecc. Pur essendo critici cerchiamo di non essere faziosi. Leggendo i suoi interventi, come quelli di altri,m. sembra di leggere, quanto a faziosità di linguaggio, di toni e di contenuti, i bollettini dei Testimoni di Geova. I miei commenti erano pervasi non da ira, ma da grande scocciatura vedendo riproposti sempre i soliti quattro argomenti triti e ritriti. Impari ad argomentare, ad esempio, da don Ricossa dell’Istituto Mater Boni Consilii: non sono d’accordo su molti contenuti, ma è un piacere ascoltarlo per la pacatezza e la simpatia con cui parla. Poi si rilegga i suoi commenti e mi dica se non esprimono soltanto acidità. Comunque, se lei ha il coraggio di discutere di persona e non nascondendosi dietro uno pseudonimo mi contatti pure, non è difficile trovare i recapiti.
@ Marco Tosatti
@ sig. :
Vorrei soltanto dissipare un dubbio: quando ho parlato di “scribacchino” non mi riferivo in alcun modo a marco Tosatti, né capisco perché si sia capito questo.
Posso comprendere che il termine possa sembrare inelegante, ma a mio parere è abbastanza appropriato. L’intervista fa dire a Viganò che “Mortalium Animos” contiene una condanna della libertà religiosa che contrasterebbe con “Dignitatis Humanae”. Questo è semplicemente sbagliato e siccome non credo affatto che Viganò possa fare errori così elementari, è giocoforza ritenere che ci sia qualcuno che lo ha aiutato nella compilazione delle risposte, che non è all’altezza di un dibattito di tal genere. Non stiamo parlando di noccioline, ma di temi importanti su cui, chi ha collaborato col Monsignore, dimostra di avere poca competenza.
Certo della vostra comprensione, saluto cordialmente.
Gentilissima Zara,
leggendo i Suoi interventi sono andato soggetto ad uno sdoppiamento di personalità: ma chi è Zara? Sono io? ma io non sono Zara! Eppure Zara parla esattamente come me … Allora non sono io ma sono Zara … ma no che non sono Zara, sono io … 😂😂😂😂😂
Ho trovato i commenti di Boanerghes di spunto per questa mia riflessione, questo “esperimento mentale” (come si dice in gergo). Vi chiedo scusa se è lungo, ma credo possa essere interessante.
Immaginiamo che un domani, non si sa come, venga eletto Papa un sant’uomo, che sale al Soglio pontificio col nome di Gregorio XVII. Questo Papa è il modello ideale di pontefice: inflessibile con le ingiustizie e la corruzione, attento alla Sana e Santa Dottrina, avverso alla rivoluzione liturgica di Bugnini ma culture della liturgia tridentina, colto e preparato per il suo ruolo di governo. Il nostro Gregorio XVII sale al Soglio, dicevo, e, capendo bene che per prima cosa è necessario che la rivoluzione liturgica abbia termine, pensa che sia un bene che, in tutto l’Orbe cattolico, si torni a celebrare la Santa Messa secondo le rubriche del 1962 (e, meglio ancora, con le rubriche della Settimana Santa ante-1955), dando un periodo di tempo di sei mesi per l’adeguamento liturgico e perché tutti i sacerdoti, dai diaconi in su, imparino a celebrarlo degnamente. Inoltre, questo sant’uomo apre un processo canonico al suo predecessore Francesco: vuole vederci chiaro sulla sua elezione, e capire se sia possibile invalidare o meno tutti i suoi atti.
Gregorio XVII viene eletto al Soglio il 25 marzo; nonostante i suoi desiderata, espressi il giorno dopo alla Segreteria di Stato ed alla Suprema, tutta la corte di ruffiani, donnine e cicisbei che prosperavano sotto il suo predecessore gli si avvicinano e cominciano prima a sconsigliarlo, spiegandogli che, se facesse così, la Chiesa diventerebbe ingovernabile per lui e, nel giro di un anno, verrebbe deposto; poi, al suo fermo diniego, cominciano le velate minacce. Il Nostro però, come ho detto, è un sant’uomo e, più ancora che la fede, ha la fortezza dalla sua: dopo qualche tempo rimuove dai loro incarichi questi soggetti, ne nomina altri di fiducia e comincia a lavorare su un Motu Proprio, una Lettera apostolica ed un’enciclica, oltre ad un’istruttoria per la Sacra Rota, dandosi come scadenza da lì a 6 mesi per la pubblicazione di questi atti. In gran segreto, convoca anche una commissione d’inchiesta sui documenti del Concilio Vaticano II, per capire cosa si possa legittimamente abrogare e cosa no.
I trombati, ovviamente, non se ne stanno con le mani in mano: una volta rimossi dai loro incarichi, cominciano immediatamente a complottare contro Gregorio XVII. Non solo, avendo capito l’andazzo iniziano a farlo fin da subito, immediatamente dopo le loro conversazioni col Papa. La prima cosa che fanno, chiaramente, è far trasparire le intenzioni del Pontefice sui media main stream, rigorosamente liberali e comunisti: il loro obiettivo primario è non permettere che i provvedimenti vedano mai la luce.
Viene così immediatamente, già a partire dal 27 di marzo (il Nostro non ha già cominciato con gli allontanamenti, il ripulisti non avrà inizio che dalla seconda settimana di aprile), avviata un’imponente macchina del fango, da parte della sinistra mondiale che ha in mano le redini del potere, contro Gregorio XVII. Si scava nel suo passato, ogni singolo peccatuccio, ogni atto, ogni sguardo viene passato al vaglio per trovare materiale contro di lui, per delegittimarlo agli occhi del mondo cattolico. Si comincia a dire che è di destra (per costoro un peccato imperdonabile), un fascista, che vuole andare contro il CV II ed i suoi santi predecessori. Nelle parrocchie, inizia la fibrillazione: se le riforme del Papa andassero in porto, addio a donne sull’altare, a sermoni improvvisati da laici, a “diversamente chierici” che fanno il bello ed il cattivo tempo nelle sagrestie e nelle parrocchie, a lucrose alleanze tra Chiesa e Stato. La situazione, specie per i laici (ma anche per un certo clero infedele), è grave: sarebbe la fine di un’era in cui hanno prosperato. Questi sospetti vengono confermati quando, il 16 marzo, il Papa celebra la prima Messa pubblica: si tratta di una Messa solenne, con canti rigorosamente in gregoriano e polifonico. Bisogna agire in fretta, e subito!
Il 25 aprile, una massa di presunti cattolici, comunisti, atei e ribelli di varia natura, risponde all’appello dei grandi arruffapopolo e capibastone che comandano a livello mondiale. Sono finanziati dalla sinistra mondialista e da speculatori di vario ordine e grado (Soros, ormai, è sotto terra, ma i suoi eredi ed apprendisti sono ancora vivi e vegeti). La massa si lancia, col beneplacito dello Stato italiano (ormai dichiaratamente liberal-comunista) che ha ordinato ai suoi poliziotti di non far nulla ma di far avanzare le truppe del NOM senza intralci, lungo Via della Conciliazione, entra in Vaticano ed occupa Piazza San Pietro. Si tratta di una folla enorme e ricchissima: la Questura di Roma stima circa 200.000 persone, da tutto il mondo. Sono state in larga parte lautamente pagate o rimborsate per il viaggio, ovviamente, ma su questo i media tacciono rigorosamente, presentando la versione di una folla che si sia radunata spontaneamente per combattere il “papa fascista”, come viene chiamato ormai sui media. Ogni cosa che ha fatto nell’ultimo mese è stata bollata così: l’allontanamento di persone non gradite (non a lui in quanto tale, ma perché lo avevano minacciato o avevano dato prova di non essere cattoliche)? Fascismo. Le riforme di cui si vocifera? Fascismo, e pure misoginia. L’aver evitato sempre interviste e richieste di interventi pubblici al difuori del suo Magistero, delle catechesi e dell’Angelus domenicale? Ha qualcosa da nascondere, è un “omofobo”, colluso con la destra di stampo cattolico (quindi, nelle loro menti, fascista), forse anche pedofilo, sicuramente misogino. Questa armata si fregia di avere tra le sue fila cantanti, attori e politici molto famosi, che aizzano la folla contro il Papa.
Gregorio XVII dapprima lascia perdere, limitandosi a far mettere in sicurezza San Pietro, i sacri palazzi ed il colonnato del Bernini; quando però, a sera, la folla enorme continua ad aumentare (la Questura rilascerà la dichiarazione che, alla fine della manifestazione iniziata alle 10 di mattina, oltre 300.000 persone avranno riempito piazza San Pietro e Via della Conciliazione, anche se gli organizzatori parleranno di oltre un milione di manifestanti), inizia giustamente a preoccuparsi. Quando poi la folla comincia a sollevare cartelloni e ad intonare cori blasfemi contro Cristo e la Madonna, questo santo papa, però, si lascia prendere dall’indignazione, oltre che dalla preoccupazione. I gendarmi e le guardie svizzere sono troppo pochi perché, se decidessero di sfondare il cordone intorno alla basilica di San Pietro ed ai sacri palazzi, possano respingerli efficacemente. Fuggire non è un’opzione: una fuga in elicottero a Castel Sant’Angelo o altrove vorrebbe dire lasciare il Vaticano in balia di questi figuri. Chiamare lo Stato liberal-agnostico e chiedere l’allontanamento della folla da Via della Conciliazione nemmeno a parlarne: questi hanno già detto di non essere disponibili e che, per quanto gli riguarda, si tratta di una “legittima manifestazione della libertà di pensiero”; e chi se ne frega se, a favor di telecamera, viene eretto in mezzo alla piazza un palco improvvisato su cui diversi cantantucoli ed attricette iniziano ad alternarsi con slogan contro lil Papa e la Chiesa, intonando canzoni lascive quando non blasfeme, se ogni tre per due gli antifà cantano “Bella ciao”. La cosa più preoccupante, però, è che siamo di sabato: domani, una grande folla di pellegrini arriverà a San Pietro per la Santa Messa e l’Angelus. Il timore di Gregorio XVII è che possano scontrarsi con i soggetti che stanno occupando il suo Stato; non solo, che sia impossibile celebrare a causa dei cori e della confusione della massa informe che preme per entrare.
Decide così di agire: verga, di suo pugno, e legge, in mondovisione alle 18 di sera, una dichiarazione, la prima da quando è stato eletto, in cui ribadisce che lui è il Papa, che non si farà intimidire da dei pazzi scriteriati, che tutto ciò di cui si sta discutendo in Vaticano è conforme al suo Magistero, che non ha alcuna intenzione di cedere alle richieste dei manifestanti (che chiedono il riconoscimento, formale, da parte della Chiesa di aborto, divorzio, unioni multi-sessuali, onanismo e quant’altro) perché incompatibili con la Verità rivelata. Inoltre, asserisce che i manifestanti che permarranno in Piazza San Pietro dopo la mezzanotte saranno colpiti dalla scomunica latae sententiae in quanto scismatici, eretici ed apostati, oltre che violanti la sovranità pontificia in materia di fede e di morale.
La situazione precipita: a mezzanotte, allo scadere dell’ultimatum, la folla urlante sfonda il cordone predisposto intorno a San Pietro. Viene organizzata un’orgia blasfema (per “celebrare il libero amore”, a detta degli organizzatori) sotto al colonnato del Bernini, con le telecamere compiacenti che ovviamente riprendono altro; inoltre, un plotone riesce ad abbattere l’ingresso di San Pietro, senza però riuscire ad arrivare all’altar maggiore: le guardie svizzere e i gendarmi riescono a bloccarlo praticamente all’ingresso. Scoppia una vera e propria battaglia nella basilica: centinaia di manifestanti sciamano all’interno, ma vengono respinti a colpi di alabarda, pistola ad altezza d’uomo e manganellate. Volano delle molotov; opere di inestimabile valore vengono colpite a sprangate ed abbattute sui gendarmi. Alla fine, grazie all’uso copioso di lacrimogeni, taser ed armi stordenti, ed all’eroico sacrificio di una decina di uomini, si riesce a ricacciare la folla fuori da San Pietro ed a ripristinare un cordone sul sagrato. Non si può nulla, purtroppo, per il casino approntato sollo il colonnato, né far arretrare la folla da San Pietro.
Il giorno dopo, i media danno notizia: minimizzano i danni alla basilica (sulle cui statue, oltre a quelle distrutte ed incendiate, è stato scritto anche “razzista” e “fascista” col pennarello indelebile), assicurano che i manifestanti sono pacifici, dicono che il “papa fascista” ha dato ordine di iniziare l’attacco e che i manifestanti sono penetrati in San Pietro in risposta di ciò. Tutti coloro che, prove alla mano (principalmente riprese dal cellulare degli stessi manifestanti), dicono il contrario vengono bollati come “fascisti” e “complottisti”. Massimizzano le vittime tra i manifestanti e minimizzano quelle tra i difensori: secondo loro, ci sono stati 100 morti e 200 feriti tra i manifestanti, quando in realtà sono stati un quinto di tale cifra; inoltre, dicono che sono stati feriti solo in 15 tra gendarmi e guardie svizzere (in realtà quasi cinquanta uomini), dicendo che c’è stato solo un generico “qualche morto” tra le loro fila. La colpa viene fatta ricadere tutta sul “papa fascista”; come previsto, la celebrazione della Messa domenicale non può avvenire in San Pietro, dati i danni, la profanazione della basilica ed i cori all’esterno. Il Papa è costretto a celebrare in forma “privata”. Viene dichiarato che verrà sottoposta una mozione al tribunale dell’Aja per i diritti umani per abusi sui manifestanti; la folla, soddisfatta per il risultato ottenuto, si ritira alle 18 di domenica sera. Gli stessi capi di governo di sinistra, l’Onu e l’UE si schierano coi manifestanti; la pressione mediatica sul Pontefice è altissima.
Tuttavia, Gregorio XVII non si lascia intimidire: ribadisce in una nuova dichiarazione, fermamente, la scomunica per tutti i manifestanti e per i loro sostenitori e prosegue con il suo progetto di riforma. Non sa, però, che il peggio deve ancora venire, e non extra moenia ma intra moenia.
Quando infatti, il 29 settembre, per la festa di San Michele Arcangelo, vengono presentati i documenti in programma e viene rilasciata la notizia sulla costituzione di una commissione d’inchiesta per l’elezione del suo predecessore, la situazione diventa ingestibile nella Chiesa: iniziano ad esserci manifestazioni ovunque, non solo a San Pietro durante l’Angelus. Laici, bigotti e pizzocchere di tutto il mondo cominciano a confluire in tutte le piazze del mondo, per ordinare al Papa di ritirare i documenti; molti preti e vescovi “impegnati” emergono allo scoperto ed asseriscono, col favore dei media, che loro non celebreranno mai nel Rito tridentino. Il Pontefice esprime pubblicamente “rammarico” e “sconcerto” per queste posizioni, ma lascia fare per ora: ha intenzione di attendere lo scadere dei sei mesi per l’adeguamento liturgico prima di prendere provvedimenti verso i riottosi.
Inutile dire che non arriverà mai a quel momento: Gregorio XVII viene arrestato il 24 dicembre per crimini contro l’umanità, dopo essere stato giudicato colpevole dall’Aja e trattato alla stregua di un dittatore qualunque. Le forze di polizia avranno solo alcuni scontri con gendarmi e guardie svizzere, ma la maggior parte di loro preferirà deporre le armi che combattere nuovamente, anche su richiesta dello stesso Papa. Gregorio XVII viene catturato in preghiera, silenziosamente, nella sua cappella privata. Morirà il 28 febbraio, a quasi un anno dalla sua elezione, in attesa del processo d’appello ed in circostanze misteriose; il suo successore, ovviamente, provvederà frettolosamente a rendere nulli tutti gli atti presi da lui, per prima cosa sciogliendo le commissioni d’inchiesta sulla validità dell’elezione di Bergoglio e sugli atti del Concilio Vaticano II.
Qual è la morale di questa lunga storia? Che, all’atto pratico, non è pensabile un Ripristino che non costerà ai cattolici lacrime e sangue; allo stesso modo, non è pensabile un’attuazione che non preveda la preghiera e l’intervento di Dio. Soprattutto, dobbiamo renderci conto che il vero problema sono i nemici all’interno della Chiesa, non all’esterno: i secondi (i manifestanti, per esempio) sono chiari e riconoscibili, i primi no. Sono i primi che svelano al mondo i piani del Papa, vanificando l’”effetto sorpresa”; sono i primi ad opporsi a qualsiasi riforma o ripristino, i primi a bollarlo come “fascista”. La verità è che, se ognuno di noi deve fare la sua parte (altrimenti le cose non potranno mai cambiare), si potranno ottenere dei veri risultati solo col martirio virile e tramite la fiduciosa preghiera in Cristo. Non ci sono altri modi, non ci sono altre scappatoie: è bene che ciascuno di noi , secondo il suo stato, inizi ad assumersi le proprie responsabilità, me per primo, dinanzi a Dio ed agli uomini. Altrimenti, si scadrà nella rovina, che è peggio della persecuzione: la seconda attira il favor di Dio, la prima la sua maledizione.
Mi dispiace, ma trovo che storie simili siano disfattismo a buon mercato.
Caro Pantarei perché – e so di ripetermi – non cominci a commentare con il tuo nome e cognome?
Io scrivo commenti da tempo su questo blog anche molto argomentati, ma vedo che dall’altra parte c’è solo isterismo.
Pensa che quanto scrive qui Mons. Viganò siamo delle novità? È la riproposizione di molte tesi di Mons. Lefebvre. Enrico ha perfettamente ragione. A queste tesi, sono già state date risposte, che però non vengono in alcun modo prese in considerazione, perché provengono dalla Chiesa modernista. Io, ovviamente, sono per Zara – un’altra che si guarda bene dall’identificarsi, forse perché teme che sicari di papa Francesco possano individuarla e ucciderla- un fan del Vaticano II e se anche dicessi che non è vero e che dell’esaltazione del Concilio così come viene fatta da certi ambienti non me ne può fregare di meno, non sarei creduto. Qui o si dice che dal 1962 in avanti nella Chiesa cattolica c’è stata solo merda – eccezion fatta per Mons. Lefebvre e seguaci – oppure si è modernisti. Chiunque cerchi di capire qualcosa, di porre qualche distinzione, di dire che forse c’è stato anche del bene deve essere fatto fuori: non è un delirio paranoico questo?
Caro Don, la smetta con i piagnistei…
Ridicolo accusarci perché su internet si usano pseudonimi, è normale, argomenti le critiche che si fanno ai risultati, ai frutti, alle conseguenze del vat. II e alla sua pastorale. Noi siamo Voce che grida nel deserto… Sì, certo, dico deserto perché, voi che avete sempre in bocca la parola “talismano” dialogo, ci avete ignorati, emarginati, disprezzati, isolati, calunniati… Ora che la chiesa è in condizioni pietose, noi vi proponiamo di fare un esamino di coscienza per rivedere le vostre posizioni, ma ancora constatiamo che siete sordi: l’idolo VATICANO II non si deve toccare avete paura che l’idolo vi fulmini.
C’è del buono nella chiesa post conciliare? Certo, molti bravi sacerdoti hanno saputo trarre dalla “merda” qualche cosa di “buono” si sono barcamenati come potevano, ma che c’entra? Ciò non significa che il concilio sia cosa buona e giusta… Se ci mettiamo di impegno si trova qualcosa di “buono” anche nel buddismo, nell’Islam, nell’induismo…
Il punto è se il vat. II ha servito Dio, se ha portato a Dio le sue pecorelle.
Con tutta sincerità si faccia questa domanda!
Il vat. II ha cristianizzato la società?
Io vedo che dopo il concilio il mondo ha mondanizzato la chiesa.
Se lei non lo vede… Siete ciechi che guidano ciechi, sale insipido, per non dire che alcuni prelati sono dei giuda iscariota che lavorano palesemente per il Nemico…
Cavolo… Con questa ultima frase mi son dato la zappa nei piedi… Per voi conciliari il nemico non esiste e giuda è un santo… Senza il suo tradimento non ci sarebbe la redenzione… Quindi giuda sarebbe coredentore… I bigotti preconciliare dicono che la Beata Sempre Vergine Maria si merita il titolo di coredentrice… Ma questa è una “tonterias”.
Ma lei che cosa sa di me? Come sa che io ho la bocca piena della parola dialogo? Come sa se io apprezzo o no il Vaticano II? Si rende conto che con questa sua risposta conferma esattamente ciò che ho scritto? Ma forse il ragionamento è troppo difficile..
@don Ettore barbieri
Di lei so ciò che ha scritto qui.
Riassumo i fatti:
Mons. Viganò invita a ripensare il vat. II, io commento che sono d’accordo con Viganò perché considero il vat. II e la riforma liturgica la causa della deriva della chiesa…
Lei mi dice che sto delirando… Che dovrei fare sedute psichiatriche…
Poi Lei si in*azza perché dai suoi commenti io presumo che lei difenda acriticamente il vat. II…
Ma allora anche lei è uno che critica il vat. II…!?!?
Boh!
Ah no…
Forse ora ho capito…
Bisogna dire che la questione vat. II è una cosa complessa…
Lo disse pure Siri….
Va bene, concordo pure io con lei:
Il concilio e il post concilio è una cosa complessa… Un grosso pasticcio complesso!
Detto questo, ribadisco che il concilio Vaticano II è una cagata pazzesca.
E aggiungo che ha ragione pure su un altro punto:
È vero lei non ha in bocca la parola dialogo… In effetti non sa dialogare, sa solo insultare!
E per finire sottolineo il fatto che non ha dato alcuna risposta alle questioni sollevate dall’articolo.
Mi dispiace sig. “don ettore barbieri”, ma al di sotto di un certo livello di garbo mi è impossibile rapportarmi con gli altri.
Caro signor Pantarei, ha fatto bene ha scegliere questo nomignolo dietro a cui nascondersi (per la signora Zara è “normale” nascondersi, chissà poi perché, forse per poter meglio lanciare la pietra e nascondere la mano).
Tutto scorre: anche l’intelligenza.
Vorrei chiarire che io non sono disfattista, affatto: solo che bisogna essere serenamente consapevoli che ci vorranno 5 anni per disfare ogni anno del pontificato di Bergoglio, e che il Ripristino (dottrinale e liturgico ancor prima che morale) non sarà a buon mercato, ma richiederà grandi sforzi, lacrime e sarà al prezzo della persecuzione da parte del mondo con la complicità di chi ha prosperato sfruttando il sistema post-conciliare in generale prima e bergogliano in particolare poi. E’ tutto qui, non ci sono alternative: il Calvario è il destino della Chiesa, come anche la Risurrezione. Non si può sperare nel “’o miraculo”, come dicono a Napoli, anche perché questa passione è stata permessa da Dio per la purificazione della Sua Sposa dai suoi membri infedeli, quando non apertamente uniti al Nemico; l’unica cosa che si può fare è pregare che Dio accorci questo tempo di passione e ci dia la forza e le armi spirituali per resistere al Nemico ed ai nemici. Non ci sono scorciatoie, non ci sono strade privilegiate o vie di fuga a buon mercato: o si è capri o si è pecore, e se si è pecore bisogna accettare la possibilità del macello (per ora bianco, forse un domani rosso). Lo provano anche i nuovi tentativi dittatoriali del governo liberal-comunista che governa sciaguratamente (ed abusivamente) l’Italia, che vuole silenziare i cattolici e mettere implicitamente fuori legge la religione, come nelle peggiori dittature comuniste: il mondo e gli pseudo-cattolici modernisti, di cui sono le prostitute, si stanno armando contro i cattolici, se già non lo erano. Esserne consapevoli ed accettare serenamente, e virilmente, questo non è vittimismo, o disfattismo: è essere realisti. Realizziamo, per esempio, che se dovesse (per esempio) il ddl sull’”omofobia”, il popolo cattolico (quel rimasuglio del 10% del popolo italiano, che l’epidemia ha servito a mettere a nudo) si dividerà entro la fine dell’anno in due parti: quelli che si adegueranno per quieto vivere, e quelli che professeranno la loro fede fino in fondo ed andranno in carcere. Realizziamo anche che, al netto di qualche miagolio di quel cadavere che è la Cei, la maggior parte dei vescovi italiani sono stati ben zitti in merito: per pura convenienza mondana o per collusione politica quando non (peggio ancora) ideologica, hanno preferito arrendersi senza combattere pur di non dar ragione agli odiati “sovranisti”. Infine, devo ammettere che io non sono sicuro che, al momento della prova, riuscirò ad accettare di confessare la mia fede; d’altronde, il martirio, anche bianco, non è mai una scelta facile, o stupida. Bisogna pregar Dio anche di questo.
Ammetto che l’articolo è interessante e vi ho trovato vari elementi da approfondire, ma non capisco quali sono le parti “eretiche” o volutamente equivoche.
Non sono un teologo ma qualche anno fa lessi i documenti del Concilio da cima a fondo e non vi ho trovato nulla di chiaramente “eretico”. Non ricordo CITAZIONI a cui appellarsi per dire che il Concilio sia “eretico”.
Se si parla di Messa Tridentina suppongo che prima ve ne fosse stata una di “forma” diversa. Non trovo scandaloso i cambiamenti se si mantiene la sostanza.
Ma se muta la sostanza allora fin quando la Messa è valida? Me lo chiedo. Io non credo che la Messa post conciliare sia invalida o che favorisca l’eresia.
Certo, ci sono stati abusi che hanno favorito l’eresia, ma non erano previsti dal Vaticano II, tutt’altro.
Per il resto anche i temi più “innovativi”, come quello del primato della coscienza, sono riconducibili alla tradizione e allo stesso San Tommaso.
Del resto se il Concilio non è dogmatico ma pastorale, vuol dire che non vuole dire novità dogmatiche e perciò non vuole dire eresie e vuol dire che il rinnovamento pastorale DEVE essere conforme al dogma.
Appare perciò evidente che gli abusi sono avvenuti nell’interpretazione, e l’interpretazione del Concilio, in gran parte, è in realtà un’applicazione estemporanea e inventata da presunti innovatori, come Kiko Arguello e Carmen Hernandez.
Che sul Concilio vi possa aver messo le mani Rahner poco importa, perché anche uno come Rahner dice molte cose giuste. Il problema di Rahner (che conosco poco ma di cui ho letto un libro intervista) è che in certe cose è molto equivoco e a volte apertamente eretico.
Il fatto che più Papi santi abbiano detto che il Concilio, che conoscevano non attraverso la mediazione di altri, per cui potevano essere ingannati, ma direttamente, non è eretico, penso rappresenti un discernimento assolutamente sicuro.
Supponiamo che in un prossimo futuro, molto vicino, si abolisca il Concilio Vaticano II. E si ritorni a ciò che si faceva prima, con qualche piccola modifica.
Sono così tutti risolti i problemi della Chiesa cattolica?
Ma se ci sono ancora gli stessi pastori, come si può pensare che tutto si risolva?
Dare la colpa al Concilio Vaticano II è erroneo.
E Mons. Viganò non assomiglia per niente ad un novello Mosè che riporterà la Chiesa Cattolica alla sua dignità.
Capisco che in questo momento si abbia bisogno di appoggiarsi a qualcosa o a qualcuno, per continuare a sperare.
Ed è giusto che si faccia il possibile.
Ma penso che il disegno di Dio sia altro.
Mi sembra che l’Arcivescovo Viganó abbia dimostrato con sufficiente chiarezza che andando alla radice dei deplorevoli errori proclamati oggigiorno dal “Sacro Tavolo”, cioé dal papa e dalla gerarchia deviata ci si ritrova al Vaticano II. Se Boanerghes é dell’opinione che “dare la colpa al Concilio Vaticano II é erroneo”, abbia la bontá di offrire degli argomenti a sostengno di tale opinione, ricordando il “Gratis asseritur, gratis negatur”
della Scolastica, sempre viva e sempre giovane!
Se, poi, infine, Boanerghes é in grado di affermare: “Ma penso che il disegno di Dio sia un altro”, abbia la bontá di rendere noi, umili lettori, partecipi delle rivelazioni personali da lui ricevute dall’Eterno sui Suoi disegni. Sará lui, allora, Boanerghes, invece di Mons. Viganó, il nuovo Mosé a condurre il popolo di Dio nella terra promessa!
Ribadisco che Mons. Viganò secondo me non è il nuovo Mosè che porterà questa chiesa verso la terra promessa. E d’altronde lui stesso mai si è proclamato tale.
Gli altri disegni che il Signore ha riguardo la sua chiesa, sono semplicemente un mio pensiero, poiché la situazione è molto grave e occorre ben altro per purificarla dallo stato in cui si trova.
La Madre di Dio ha parlato chiaro, da tempo, e ha detto cosa dobbiamo fare.
Non c’è bisogno di altre e chissà quali rivelazioni.
Disastri liturgici; pessima istruzione dottrinale, anarchia teologica nelle universita’ pontificie, abbandono della teologia morale (ma ancor prima, estinzione della filosofia morale); ecologismo (si badi: non scientista, ma anti-scientifico); dilettantismo nella dottrina economico-sociale; tramonto dell’ antropologia cristiana; insofferenza per la devozione personale e popolare; incomprensione per la vita consacrata contemplativa, ec. Mi sapete dire quali, di queste ferite ono direttamente imputabili al CVII?
Io non vedo sto peccato di ecologismo. Poi detto da chi dice che esiste un ordine naturale immanente anche dopo il peccato originale!
L’uomo ha tentato di “redimersi” con la tecnica e le scienze ma ciò non e’ “naturale”. Certi frutti non sono buoni. Son buoni gli antibiotici ma non la plastica che soffoca i mari. Per 190.000 anni l’uomo sapiens e’ vissuto-bene o male- sulla terra. E’ da vedere se si continua così (inquinamento, plastiche, sfruttamento delle foreste) quanto e come si vivra’. Perché l’ecologismo dovrebbe essere eretico?
Naturalmente e’ una narrazione. Ma di certo c’e’ FORSE? solo la matematica. Non esistono scienze esatte.
https://www.focus.it/cultura/storia/la-diffusione-della-popolazione-mondiale-in-5-minuti
1) che il peccato originale abbia ferito, ma non annullato l’ ordine naturale lo dice S.Tommaso. 2) l’ ecologismo non e’ eretico, ma e’ ideologia, indegna del Magistero 3) la scienza nasce in Grecia, e non scompare solo perche’ viene conservata dalla civilta’ cattolica. Il cristiano non deve temere la vera scienza, ne’ la tecnica; deve temere la scienza che promette la Salvezza, la Redenzione (Hegel-Comte-Marx).
@ immaturo irresponsabile e in generale
Caro immaturo irresponsabile,
La ringrazio della sua risposta sul peccato originale e San Tommaso d’Acquino. Non si finisce mai di imparare.
@tutti
Con disagio, son pentito delle mie battute su Mons.Vigano’, le allusioni . Sono gratuite e querelabili. Non provate. Agisco d’istinto, faccio dei sospetti: del quadro personologico che ho tentato di farmi sul personaggio e sulle sue ultime esternazioni.,.
Tutto questo non c’entra con i dotti discorsi sul Vaticano II, a cuii fa piacere partecipino tutti (non io che non ho la preparazione).
Nel mio piccolo, non conoscendo il latino, si ritornasse al vetus orso…mi leggerei le lettura quotidiane in italiano! Sono abbastanza uno spirito libero e se pure RICONOSCO le regole del papa e della mia coscienza cerco Dio come riesco. Magari da solo.
Avrei altre cose da dire, magari pure su papa francesco, ma forse userei lo stesso metro usato su Vigano’ (da me). Fare chiacchiere prima di aver visto i fatti concreti.
Scrivere qui mi aiuta a sfogarmi. Tentò sempre di mordermi la lingua ma non riesco. L ottimo Tosatti molte volte mi censura (anche perché glielo chiedo io). Insomma tra i tradizionalisti non e’ il peggiore. Secondo me.
Tutte. Lo spirito del concilio è il concilio, poiché nei suoi documenti interpretabili non contrasta i cosiddetti abusi.
Infatti, Mons Viganò ha scritto che i “nemici infiltrati” vanno allontanati.
Quale autorità oggi allontana i nemici infiltrati?
Se l’autorità al sommo grado opera in senso opposto, che possiamo fare?
Soprattutto, quanti sono coloro a cui sta veramente a cuore la sorte della Chiesa cattolica?
Mi riferisco a vescovi, sacerdoti, fedeli.
Se il Signore ha concesso a Satana un periodo per mettere alla prova la sua Chiesa, sapeva benissimo cosa sarebbe accaduto e come la sua Chiesa ne sarebbe uscita vittoriosa.
Dal sito UFFICIALE degli orionini (OT)
http://www.donorione.org/Public/ContentPage/content.asp?hdnIdContent=6086
Ogni volta, leggendo il pensiero di Mons. Viganò, mi si sovrappone il coraggio di Elia, solo contro tutti, ma Dio era con lui e lo aspettava in una caverna sul monte Oreb.
Potrebbe essere il vescovo che traghetta la chiesa-fedeli verso il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, ma come Mosè che guidò gli ebrei verso la terra promessa…. Il futuro appartiene a Dio
Cerco uno che mi traghetti verso Montecarlo. Uno degli Stati più cattolici del mondo. Vanno ad abortire a Nizza (Francia)
A me invece ricorda la vedova che diede tutto il poco che ha nel tesoro del tempio. Propongo una colletta da fargli arrivare, depistando i sicari, nel povero ricovero dove e’ ricoverato.
E’ importantissimo che monsignor Viganò ricordi certe cose. Sembra sia lui che ha consigliato Pietro Orlandi. Tosatti, gli chieda del segreto di Fatima …Brtonaccio sicuramente ha fatto carte false insieme a santi e veggenti vari…ma ci dia una lista! Perché li c e tutto.
In effetti ricorda la migliore chiesa tradizionale.
Io penserei al coraggio di Sant’Atanasio, che fú persino scomunicato per aver proclamato la veritá sulla natura divina di Cristo.
Non dubito che il “circolo magico”, ed il potentissimo ‘primus movens’ dei gesuiti deviati, alle sue spalle, abbiano giá pensato alla scomunica dell’Arcivescovo Viganó e alla sua riduzione allo stato laicale.
Chi sostiene che lo Spirito del Concilio sia stato un’interpretazione tendenziosa che è andata al di là delle pure e nobili intenzioni del Concilio mi sembra un ingenuo. Ècome voler affermare che il comunismo era una buona dottrina e che solo Stalin e i suoi hanno esagerato…ma via!
Può darsi che invece le cose stiano così:
a) lo spirito de concilio è quello che ha suggerito a Roncalli di indire il concilio;
b) lo spirito del concilio è quello che ha suggerito la stesura di tutti i documenti del concilio;
c) lo spirito del concilio è quello che ha determinato l’applicazione di quanto previsto nei documenti del concilio.
Dunque spirito del concilio e concilio sono inseparabili. I frutti (da cui si dovrebbe riconoscerli) sono i frutti dello spirito del concilio e del concilio.
Ora, quando un oggetto è troppo vicino agli occhi si stenta a vederlo o non o si vede affatto. Per lo spirito del concilio e del concilio vale la stessa cosa.
Caro dottore Marco Tosatti,
Congratulazioni per la pubblicazione dei testi e per il supporto a mons. Carlo Maria Viganó.
Mons. Viganó, per quanto possiamo vedere, si basa su seri studi teologici cattolici tradizionale alcuni di loro non hanno ricevuto risposte fino ad oggi, una scienza certa, non su una scienza che dice qualcosa oggi e domani dice il suo contrario.
L’affermazione “AL CONCILIO UN COACERVO DI ERRORI ABILMENTE DISSIMULATI”. La libertà religiosa è solo l’esempio in questo senso. Tanti anni fa l’Abbè Claude Barte ha pubblicato sul blog Disputationes Theologicae il texto “Libertà religiosa: documenti per uno “status quaestionis” – http://disputationes-theologicae.blogspot.com/2010/03/un-limite-teologico-dellabbe-claude.html – dove l’Abbè presenta lo schema preparatorio “De Ecclesia” dove se legge sulla “tolleranza religiosa”:
6. La tolleranza religiosa nello Stato cattolico
Poiché si deve agire nel quadro della preservazione della vera fede secondo le esigenze della carità cristiana e della prudenza, bisogna fare in modo che i dissidenti non siano respinti, ma piuttosto attirati verso la Chiesa, e che né lo Stato, né la Chiesa soffrano danno. In maniera tale che si deve sempre aver presente il bene comune della Chiesa e quello dello Stato, per la realizzazione dei quali il potere civile, in funzione delle circostanze, può essere tenuto a mettere in atto una giusta tolleranza. Quest’ultima deve d’altronde essere consacrata dalla legge. Il potere civile vi sarà tenuto, o per evitare mali maggiori, come lo scandalo, i disordini civili, l’ostacolo alla conversione, e altri di questo tipo, oppure per procurare un maggior bene, come la collaborazione sociale, una vita comune pacifica tra concittadini che differiscono tra loro per religione, una più grande libertà della Chiesa, il compimento più facile della missione soprannaturale di quest’ultima e altri simili benefici [25]. In questo si deve tener conto non solo del bene concernente l’ordine nazionale, ma anche del bene della Chiesa universale e del bene comune internazionale [26]. Attraverso la tolleranza, il potere civile cattolico imita l’esempio della divina Provvidenza, che non impedisce i mali da cui essa può trarre beni maggiori [28]. Ciò deve essere particolarmente osservato laddove, da più secoli, vivono comunità non cattoliche [28].
La maggior parte delle sinagoghe esisteva in Italia ben prima di Dignitatis Humanae. Il diritto di uno ebreo di andare alla Sinagoga era già garantito dalla dottrina tradizionale della tolleranza religiosa senza rompere le scatole a nessuno. Pensare che è stata la libertà religiosa proclamata dalla DH a garantire il diritto dell’ebreo di andare in Sinagoga è mostra di mancanza di conoscimento della questione e dela storia della Chiesa. Allora per capire che cosa è cambiato tra cattolici ed ebrei dopo il Concilio raccomando leggere lo studio di John Vennary “Il giudaismo e la Chiesa: prima e dopo il Concilio Vaticano II” – http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV396_Giudaismo_e_Chiesa_JV.html .
Il problema operato dalla Dignitatis Humanae è fare “tolleranza religiosa” significare libertà. Ora, per definizione, è tollerato solo un male. La Chiesa non può giudicare che è un bene una persona proffessare publicamente una falsa religione (e tanto meno essere indifferenti). Affermare che una pessoa c’e il diritto di non essere impedita di proffessare una falsa religione, è l’accettazione dell’indifferentismo religioso da parte dello Stato in materia di religione. Tutti i Papi preconciliare hanno condannatto questa indifferenza dello Stato in materia di religione. Inoltre, il documento afferma che è la persona umana che ha diritto a questa libertà religiosa, non afferma di essere appena il cittadino. Pertanto, la questione non riguarda appena lo Stato, ma anche la Chiesa stessa, e questo sembra spiegare la presenza di così tanti eretici in tutti i livelli della gerarchia della Chiesa. Ora, se la persona umana ha il diritto di non essere impedita di professare una falsa religione, la Chiesa non può impedire agli eretici di professare le loro eresie, e così via.
Era un concilio pastorale?
Bene, allora le sue affermazioni possono essere tranquillamente superate, valendo solo per le esigenze pastorali del tempo, oggi mutate.
Se poi ci sono affermazioni dottrinali ambigue, il papa potrà correggerle dicendo: “l’affermazione x deve essere interpretata solo così e così” (interpretazione ortodossa) “e mai così e cosà” (interpretazione eterodossa).
Se ci sono eresie, si cercherà l’irregolarità procedurale da cui derivano, che le rende non attribuibili al concilio (eventualmente l’irregolarità può anche essere il semplice fatto che, essendo affermazioni dottrinali, contraddicano la volontà fondante del concilio di essere solo pastorale).
In questo modo si correggono eventuali storture, salvando allo stesso tempo l’infallibilità dei concili.
@ Stilumcuriale Emerito
Gentile Stilumcuriale, di analisi scientifiche dei testi conciliari ne esistono quintali, specialmente in lingua inglese. Sono studi di livello accademico e non li trova su internet, dove invece trova solo commenti più o meno pedestri e per lo più polemici.
Se vuole cominciare a mettere il naso in studi seri, prenda in considerazione la bibliografia di A. Marchetto, F. Ocariz (attuale prelato dell’Opus Dei) e La Torre (gli ultimi due specialmente per la libertà religiosa).
Se si cimenta col latino, si procuri gli atti sinodali dove troverà tutti i dibattiti che hanno portato alla stesura dei documenti (vedrà come tutti i punti critici fossero già stato oggetto di plurimi approfondimenti e non certo di silenziamenti mafiosi).
Se legge il francese, si procuri le risposte della CDF (Ratzinger) alle critiche di Lefebvre (e a quanto pare di Viganò) a Dignitatis Humanae, con dimostrazione analitica degli errori del vescovo francese, ampi riferimenti al magistero da questi invocato ed ai lavori preparatori del documento. Se ha difficoltà, questo documento posso darglielo io. Ho anche degli estratti in inglese.
Le assicuro che le basteranno poche pagine serie per ridimensionare la consistenza delle critiche e tenersi lontano dalle chiacchiere da bar, sempre più blasfeme, che si trovano su internet.
Poi le do un suggerimento ulteriore. Tenga conto che l’anticonciliarismo ha di mira prioritariamente il tema della libertà religiosa (il resto, liturgia inclusa, è secondario; ecumenismo e dialogo interreligioso solo in quanto complementari al tema della libertà). Verifichi allora a quali ambienti politici erano e sono vicini lefebvriani e quale dottrina dello stato sostengano questi ambienti. Poi comprenderà perché di tanto accanimento contro un documento che, in sostanza, dice solo che lo stato non ha il potere di mettere in galera un ebreo che se ne va in sinagoga senza rompere le scatole a nessuno. Lei ha vissuto il fascismo e capirà molto bene quale sia il loro vero approccio al problema ed anche perché bil concilio abbia scritto un documento che semplicemente contrasta il totalitarismo statale in materia religiosa.
Spero di esserle stato utile.
Un saluto cordiale.
Grazie . Spero di poterla ricambiare su qualche altro argomento più vicino alla mia specifica preparazione e personale esperienza.
“…documento che, in sostanza, dice solo che lo stato non ha il potere di mettere in galera un ebreo che se ne va in sinagoga senza rompere le scatole a nessuno”
Che sciocchezza, quando da secoli e secoli in Italia o in altro paese cattolico si è messo in prigione qualcuno perché non cattolico?
O pensa che i tedeschi e i loro sottoposti fascisti repubblicani arrestassero gli ebrei perché non credevano nella Vergine Maria? 😀 😀
Certo che ‘sti modernisti ne hanno di fantasia…
Se avesse voglia e tempo, le consiglierei di leggere il testo molto bello e chiarificatore…
“Avvisi dall’ altro mondo, sulla Chiesa del nostro tempo”.
Di Bonaventura Meyer.
@Silvano
Fornisci molti testi su cui riflettere… Molte parole!
Se guardo i fatti, però, non posso che dire: l’albero si riconosce dai frutti.
Vedo la chiesa devastata, i fedeli sbranati dai lupi o dispersi, molti cosiddetti pastori in preda dei vizi più bassi e delle idolatrie più scandalose sono promossi, quelli che, invece, tendono alla santità e a incoraggiare alla santità i fedeli sono commissariati e allontanati. I frutti sono talmente marci che il loro puzzo dovrebbe aver già da tempo fatto venire il voltastomaco a chi di dovere e iniziare a ripulire la chiesa da quel modernismo che l’ha traviata.
Innegabile, quindi, vedere nel conciliabolo la mano nascosta di prelati affiliati alla setta massonica, così come è innegabile dire che quel concilio, quella riforma liturgica furono fatte per protestantizzare la chiesa cattolica, affermazione dello stesso paolo VI. Quindi perché difendere l’indifendibile? Hanno voluto scardinare la chiesa e ci sono quasi riusciti, dico quasi perché ho fede in Cristo che saprà sbattere fuori dal tempio i mercanti, tutti questi falsi profeti, tutti questi eretici modernisti, saprà calmare le acque e salvare la barca di Pietro.
Molti stanno capendo che il Nemico si è infiltrato nella chiesa, come auspicavano i massoni nell’800, oggi ne vediamo i danni. Le chiacchiere ben confezionate per difendere il vat. II non incantano più coloro che hanno capito di essere stati invasi dagli eretici.
Per poter giudicare i frutti, occorre prima comprendere se tra radici e frutti vi sia causalità diretta.
In altre parole: gli abusi che lei denuncia sono conseguenza diretta dei testi conciliari (se sì: dimostrare) o del fatto che tra questi e quelli si sono inseriti elementi causali endogeni (interpretazioni moderniste e tradizionalisti di supporto) che hanno alterato il decorso degli eventi?
@Silvano
Dimostrare?
L’evidenza dei fatti non basta?
Non basta sentire paolo VI dichiarare che ha fatto la riforma liturgica per essere più vicino ai protestanti? Non basta sapere che bugnini era massone dichiarato? Già questo dovrebbe far accapponare la pelle ad un cattolico, è come dare le chiavi di casa in mano ad un noto ladro.
Non basta sapere che a “consigliare” gli scribacchini del VAT. II c’erano protestanti, ebrei, teologi modernisti ( ricordo che il modernismo è una eresia)?
Non le basta sentire che i più beceri (pseudo) cattolici usano i documenti del vat. II come clava ogni volta che qualcuno cerca di richiamare all’ordine, e per sparare eresie sempre più grosse?
Dovrebbe sentire il puzzo di zolfo nei documenti del vat. II solo per il fatto che sono ambigui, interpretabili, che hanno bisogno di note chiarificatrici, di documenti come la Dominus Iesus per arginare le fantasie teologiche di certi novatori.
Umiltà vuole che si riconosca l’errore e si cerchi di riparare anziché perseverare nel dichiarare bene ciò che è stato un grande male.
Mi dimostri lei quali frutti ha prodotto il vat. II.
Ben detto. Riassumendo: «Contra facta nihil valent argumenta». O, secondo un’altra versione: «Contra factum non datur argumentum».
sofista alla massima potenza !!
Non è un sofisma: se io mi metto alla guida di un veicolo e dopo qualche ora ti trovano schiacciato sull’asfalto, non significa che ti abbia investito io.
Non basta il “prima” e “poi”, ma occorre dimostrare il “a causa di”, ossia quello che si chiama messo di causalità.
Esempio: se vedi un prete che dice messa con le giarrettiere, tu dirai che è un frutto del NO.
Io ti dico che per validare questa conclusione, devi individuare dove il Messale NO autorizzi le giarrettiere.
Poi c’è il giudizio controfattuale: devi individuare dove il Messale VO impedisca a un prete che voglia farlo, di presentarsi in giarrettiere, per confermare che quella è una conseguenza propria del NO.
Ti è chiara la logica? I sofismi sono altro: basare un giudizio sulla sola successione cronologica è un sofisma (debole peraltro).
@Silvano, ti rispondo alla tua dotta logica.
Era la Tradizione e la consapevolezza del Sacro che impediva al sacerdote di celebrare con la giarrettiera nelle messe pre conciliari.
Ed è lo “spirito del concilio” che ha consentito ai sacerdoti modernisti di celebrare in giarrettiera, vestiti da pagliacci, in sella ad una bicicletta, o altre carnevalate del genere.
Non vedi la volontà di desacralizzare tutto ciò che vi è di più Santo? E questa volontà parte dall’alto.
Cara Zara, nella sua risposta c’è già la mia. Lei infatti parla di “prete modernista”: appunto, è il prete (modernista), non il Messale, a condurre a simili obbrobri (ammesso che ai modernisti interessino le giarrettiere…magari fossero così idioti!).
Detto questo, l’analisi dovrebbe proseguire secondo due direttrici:
a) fattuale: dove il Messale desacralizza la liturgia al punto tale da provocare come naturale conseguenza il sacerdote in giarrettiere?
b) controfattuale: ipotizzando che domani si ripristini in toto il VO e si elimini il NO, quali elementi del Messale VO impedirebbero ad un “prete modernista” di presentarsi comunque in giarrettiere?
@Silvano
Suvvia! Non prendiamoci in giro! Lex orandi, lex credendi.
Mons. Ottaviani lo ha scritto a chiare lettere.
http://www.unavox.it/doc14.htm
Il fatto che i protestanti, i massoni esultini per quella riforma non le dice niente?
Era il primo e significativo passo verso la demolizione della fede cattolica, il primo passo per passare dalla Verità della Santa messa come Santo Sacrificio, alla banale pseudo messa intesa come banchetto conviviale e mero ricordo dell’ultima cena.
Senza quella riforma liturgica non ci sarebbero pseudo teologi e sacerdoti ad insegnare eresie protestanti. Senza quella riforma il modernismo non si sarebbe diffuso così facilmente tra il clero, il vat. II lo ha permesso, promosso, diffuso. Spiace dirlo ma i successori di paolo VI non hanno contrastato efficacemente gli infiltrati massoni, e i modernisti.
Qui http://www.crisinellachiesa.it
potrai ricordare certe entusiastiche affermazioni per la riforma del massone bugnini:
Mons. Hans Ludvig Martensen (1927-2012), Vescovo cattolico di Copenaghen (Danimarca):
«Altre esigenze che Lutero aveva formulato a suo tempo, oggi possono essere considerate come soddisfatte nella teologia e nella pratica della Chiesa cattolica: l’uso della lingua volgare nella liturgia; la possibilità della comunione sotto le due specie; e il rinnovamento della teologia e della celebrazione dell’Eucarestia».
– Hans Küng:
«Il rinnovamento liturgico del nostro secolo e del Vaticano II tiene conto delle richieste essenziali dei riformatori».
– Gérard Siegwalt, docente di teologia alla facoltà protestante di Strasburgo:
«Non c’è nulla nella messa attuale rinnovata e riformata che potrebbe veramente disturbare il cristiano evangelico, o che potrebbe disturbarlo più di quanto possano infastidirlo certi elementi, reali o assenti, del culto protestante»
Ti ricordo che i protestanti sono eretici e non riconoscono la presenza reale in Corpo Sangue Anima e Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo nell’Eucaristia.
Lex orandi, lex credendi! La deriva degli abusi liturgici è figlia della riforma liturgica del bugnini massone.
Il sacerdote modernista trova la sua autorizzazione nei documenti conciliari, nella Liturgia interpretabile, nel famoso spirito del concilio.
Continuare a negare L’evidenza è assurdo.
@ Zara
Intanto il fatto stesso che lei ricordi il brocardo “lex orandi, lex credendi” dovrebbe metterla in guardia dal criticare la liturgia adottata dalla Chiesa Universale.
Ma detto questo, credo che citare Kung o altri non sia edificante.
Consideri piuttosto che la “messa luterana” è sorta eliminando dal rito le parti ritenute inadeguate rispetto alla dottrina luterana; la “messa tridentina” si è invece sviluppata in modo tale da enfatizzare ciò che i luterani non accettavano.
La messa NO elimina quell’enfasi (ma non elimina affatto ciò che distingue la messa cattolica da quella luterana) e ripristina ciò che era stato ridimensionato perché se ne erano appropriati i luterani. E’ un lavoro di riequilibrio tra elementi tutti del patrimonio cattolico, non di mutazione.
I protestanti non sono disturbati? Si vede che con qualche aggiustata estetica ai luterani fa piacere assistere a un rito in cui si proclama la fede nella transustaziazione e si continua a mantenere l’idea sacrificale dell’Eucarestia. O forse c’è l’idea che i protestanti siano un po’ fessi e non si accorgano che, al di là di qualche elemento di superficie, nella messa cattolica vi sono elementi che continuano a contraddire la loro teologia e che la messa cattolica è tale perché celebrata da un sacerdote ordinato. Mi aspetterei di vedere parrocchie ricolme di luterani e invece mi sa di no…
@Silvano
Va bene! Constato che per lei va tutto bene! Allegria!
A tutte le perplessità del vat. II e della nuova Liturgia espresse in questa sede, non ha dato alcuna risposta, solo badilate di carta e chiacchiere per dire che va tutto bene, che la condizione pietosa della chiesa attuale e dei fedeli, non dipende dalle riforme, dalla pastorale adottata, il vat. II è il non plus ultra della chiesa, e il meglio che si può fare ed è intoccabile perché più sacro delle Scitture, più Santo del Divino Sacramento. Il fatto che sia stato fatto tutto da personaggi che odiano e sottolineo odiano Cristo e la sua chiesa, a lei non da alcun fastidio anzi, è un valore aggiunto…
Vedremo!
@Silvano
Va bene! Constato che per lei va tutto bene! Allegria!
A tutte le perplessità del vat. II e della nuova Liturgia espresse in questa sede, non ha dato alcuna risposta, solo badilate di carta e chiacchiere per dire che va tutto bene, che la condizione pietosa della chiesa attuale e dei fedeli, non dipende dalle riforme, dalla pastorale adottata, il vat. II è il non plus ultra della chiesa, è stato il meglio che si poteva fare ed è intoccabile perché più sacro delle Scitture, più Santo del Divino Sacramento. Il fatto che sia stato fatto tutto da personaggi che odiano, e sottolineo odiano, Cristo e la sua chiesa, a lei non da alcun fastidio anzi, è un valore aggiunto…. Della condizione patetica della chiesa di chi sarà colpa? Della società, dell’opulenza occidentale? Dei marziani?
Caro Silvano, capisco il suo sforzo di far comprendere che quanto è accaduto prima, durante e dopo il Concilio sia un problema complesso, ma le assicuro che è tempo perso. Qui la maggior parte cerca solo facili semplificazioni, perché è più comodo. Basterebbe leggere quanto ha scritto il card. Siri sul Vaticano II per rendersene conto. Mi fa ridere, ad esempio, il discorso sull’immoralità del clero: sarebbe sufficiente conoscere la vita di Padre Pio per sapere quanto marciume vi fosse nella Chiesa ben prima del Vaticano II.. Era solo meglio dissimulata.
Caro
@Don Ettore Barbieri
Qui sappiamo benissimo che il problema è complesso, che anche prima del concilio I sacerdoti erano peccatori…
Ma sveglia!!!
Noi qui stiamo parlando del Fatto che dopo il concilio la chiesa non trasmette la fede, che dopo il concilio I cattolici si ritrovano una chiesa che vede il “papa” prostrato in adorazione di idoli pagani, che è asservito al potere di questo mondo, se a lei piace che la riforma liturgica sia stata fatta dal massone bugnini che ebbe a dire “la riforma liturgica: c’est moi”, cioè traduco: la riforma liturgica è opera massonica! se non gli fa problema la distruzione della Liturgia bimillenaria della chiesa, a noi invece è un problema, perché vediamo la connessione tra riforma liturgica e perdita della fede. Se non le fa problema vedere la chiesa divenuta, parafrasando Sigrid Undset (che si riferiva alla chiesa protestante) una casa di chiacchiere, per noi invece è un problema, se per lei la desacralizzazione, la protestantizzazione, il tradimento del Vangelo con la cosiddetta apertura al mondo, non è un problema, allora si faccia protestante, perché per noi cattolici tutto questo è un problema!
I lupi vi sbranano le pecorelle e voi ve ne fregate… “non è colpa della pastorale modernista se i fedeli si perdono… è colpa dei fedeli… Ma fammi il piacere!
Gentile don Ettore,
perché Lei, come anche Silvano, anziché rispondere direttamente a Mons. Viganò vi rivolgete al “volgo” di S.C. che «cerca solo facili semplificazioni, perché è più comodo»?
Mons. Viganò può avere torto o ragione in quello che ha scritto, ma è stato di una chiarezza inequivocabile; e coloro che voi contestate (Lei dando ragione a Silvano, e lo stesso Silvano) seguono le ragioni che il Vescovo ha esposto. E che fate: parlate alla nuora perché suocera intenda?
L’intervento di Silvano in particolare non si comprenderebbe se non fosse rivolto a Mons. Viganò. L’allusione a «studi di livello accademico [che] non li trova su internet, dove invece trova solo commenti più o meno pedestri e per lo più polemici» ecc. ecc., con tutti i dotti suggerimenti rivolti a chi evidentemente è digiuno di tutte quelle cose da lui suggerite, non avrebbero alcun significato se non si riferissero al testo di Mons. Viganò, e quindi a lui stesso.
E allora, suggerirei a Lei come anche al dotto Silvano, rivolgetevi direttamente a Mons. Viganò facendo le dovute critiche (sulla cui correttezza io sarò il meno in grado di dare un giudizio) su ciò che lui ha esposto; e forse Mons. Viganò a sua volta vi darà una risposta ben più autorevole di quelle che qui possono essere a voi fornite.
Caro :, io mi sono rivolto a Stilumcuriale Emerito perché stavo rispondendo ad un messaggio che aveva pubblicato lui.
Potrei anche rivolgermi a Mons. Viganò, ma ho seri dubbi che servirebbe a qualcosa. L’intervista contiene un errore clamoroso, perché cita un’enciclica dicendo che contiene la condanna della libertà religiosa (e la si contrappone a DH), mentre in realtà quell’enciclica non contiene quella condanna ma un’altra, peraltro non di tipo dottrinale, ma pratica. Capisce che avrei dei seri dubbi sul fatto che parlerei veramente con Mons. Viganò, rispondendogli? Non credo che l’Arcivescovo sia così impreparato da scrivere un errore del genere. Francamente, tempo da perdere con uno scribbacchino a cui lui mette la firma, non ce l’ho. Preferisco parlare con Stilumcuriale.
«tempo da perdere con uno scribbacchino a cui lui mette la firma, non ce l’ho».
Mi sembra abbastanza grave, e forse il dott. Tosatti avrebbe qualcosa da dire in merito. Secondo me (al di là di eventuali risvolti penali per un’asserzione del genere) chi ha un minimo di dignità dovrebbe almeno procurare una prova che Mons. Viganò sia un quaraquà che si fa scrivere i testi da uno scribacchino per poi apporvi la firma. Se non la procura tutte le sue affermazioni fanno la sua stessa fine.
Credo – spero – che non si riferisse al sottoscritto. Che, fra l’altro, non avrebbe certo la capacità di scrivere un documento del genere. Resta l’ineleganza di un commento del genere. Ma questo è, principalmente, un problema, rivelatore, di chi lo scrive.
A Marco Tosatti,
spero – e credo – anch’io che Silvano non sia arrivato al punto di riferirsi a Lei. Sono d’accordo sul resto.
Sa qual è l’unico problema per molto “volgo” qui rappresentato? È che sareste materia d’esame per un’équipe di psichiatri. Perché molte delle risposte sono a livello di delirio.
Sa qual è l’unico problema per molto “volgo” qui rappresentato? È che sareste materia d’esame per un’équipe di psichiatri. Perché molte delle risposte sono a livello di delirio.
Solita tecnica:
Quando si è in difficoltà e non si riesce a dare risposte qualificate alle critiche che si riceve, si passa agli insulti.
Bravo don, con questo mi conferma che i fans del vat. II sono come il loro idolo ciechi, muti, sordi… Falsi.
Complimenti a questo “don ettore barbieri” per la puntualità e profondità delle argomentazioni con cui confuta le tesi discordanti 😀 😀
@Silvano
Suvvia non prendiamoci in giro.
Lex orandi lex credendi. Se tra i sacerdoti ha dilagato il modernismo è anche a causa di una Liturgia desacralizzata, che non contribuisce alla loro formazione sacerdotale.
La riforma liturgica, come ha scritto mons. Ottaviani è stata un allontanamento dalla Verità.
Perseverare nell’errore, nel non riconoscere le cause di un problema, è un atteggiamento assurdo.
Ci sono i nemici della chiesa, protestanti, massoni, che esultano per lariforma liturgica fatta dal massonebugnini, proprio perché è stato un passo decisivo verso la perdita della fede cattolica e tu che fai? Esulti con loro.
Ti diciamo che la riforma voluta dal massonepaolo VI è stata fatta, parole sue, per protestantizzare la chiesa, quindi per far aderire la chiesa alle eresie di lutero e tu che fai? Neghi.
La Liturgia di bugnini-montini-massoni ha avvicinato il clero alle posizioni protestanti, tanto che molti non vogliono sentir parlare di Santa messa come Santo Sacrificio ma invece parlano di convivialità, mero ricordo dell’ultima mangiata dell’allegra combriccola di Gesù.
@Silvano
Suvvia non prendiamoci in giro.
Lex orandi lex credendi. Se tra i sacerdoti ha dilagato il modernismo è anche a causa di una Liturgia desacralizzata, che non contribuisce alla loro formazione sacerdotale.
La riforma liturgica, come ha scritto mons. Ottaviani è stata un allontanamento dalla Verità.
Perseverare nell’errore, nel non riconoscere le cause di un problema, è un atteggiamento assurdo.
Ci sono i nemici della chiesa, protestanti, massoni, che esultano per la riforma liturgica fatta dal massonebugnini, proprio perché è stato un passo decisivo verso la perdita della fede cattolica e tu che fai? Esulti con loro.
Ti diciamo che la riforma voluta dal massonepaolo VI è stata fatta, parole sue, per protestantizzare la chiesa, quindi per far aderire la chiesa alle eresie di lutero e tu che fai? Neghi.
La Liturgia di bugnini-montini-massoni ha avvicinato il clero alle posizioni protestanti, tanto che molti non vogliono sentir parlare di Santa messa come Santo Sacrificio ma invece parlano di convivialità, mero ricordo dell’ultima mangiata dell’allegra combriccola di Gesù, e tu mi chiedi in che punto del messale si trova questo…
È lo spirito del concilio, è l’ignavia e la vigliaccheria del clero che non ha saputo contrastare i novatori? fatto sta che si è giunti ad un anti-papa che adora pubblicamente un idolo pagano senza che nessuno, o quasi, si scandalizzi. Lex orandi lex credendi.
La Liturgia annacquata non sarà l’unica causa di questa deriva modernista, ma è la più importante!
Già, Tizio decide di mette a “risanare” il Pantheon, in piedi da 2.000 anni; appena finisce, crolla tutto.
Chissà come mai la gente crede che sia crollato causa dei “lavori”… malfidati! 😀 😀 😀 😀
BENEDETTO XVI – OMELIA 11 ottobre 2012
Il Concilio Vaticano II non ha voluto mettere a tema la fede in un documento specifico. E tuttavia, esso è stato interamente animato dalla consapevolezza e dal desiderio di doversi, per così dire, immergere nuovamente nel mistero cristiano, per poterlo riproporre efficacemente all’uomo contemporaneo. Al riguardo, così si esprimeva il Servo di Dio Paolo VI due anni dopo la conclusione dell’Assise conciliare: «Se il Concilio non tratta espressamente della fede, ne parla ad ogni pagina, ne riconosce il carattere vitale e soprannaturale, la suppone integra e forte, e costruisce su di essa le sue dottrine. Basterebbe ricordare [alcune] affermazioni conciliari (…) per rendersi conto dell’essenziale importanza che il Concilio, coerente con la tradizione dottrinale della Chiesa, attribuisce alla fede, alla vera fede, quella che ha per sorgente Cristo e per canale il magistero della Chiesa» (Catechesi nell’Udienza generale dell’8 marzo 1967). Così Paolo VI nel ’67.
Ma dobbiamo ora risalire a colui che convocò il Concilio Vaticano II e che lo inaugurò: il Beato Giovanni XXIII. Nel Discorso di apertura, egli presentò il fine principale del Concilio in questi termini: «Questo massimamente riguarda il Concilio Ecumenico: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito ed insegnato in forma più efficace. (…) Lo scopo principale di questo Concilio non è, quindi, la discussione di questo o quel tema della dottrina… Per questo non occorreva un Concilio… E’ necessario che questa dottrina certa ed immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo» (AAS 54 [1962], 790.791-792). Così Papa Giovanni nell’inaugurazione del Concilio.
Alla luce di queste parole, si comprende quello che io stesso allora ho avuto modo di sperimentare: durante il Concilio vi era una tensione commovente nei confronti del comune compito di far risplendere la verità e la bellezza della fede nell’oggi del nostro tempo, senza sacrificarla alle esigenze del presente né tenerla legata al passato: nella fede risuona l’eterno presente di Dio, che trascende il tempo e tuttavia può essere accolto da noi solamente nel nostro irripetibile oggi. Perciò ritengo che la cosa più importante, specialmente in una ricorrenza significativa come l’attuale, sia ravvivare in tutta la Chiesa quella positiva tensione, quell’anelito a riannunciare Cristo all’uomo contemporaneo. Ma affinché questa spinta interiore alla nuova evangelizzazione non rimanga soltanto ideale e non pecchi di confusione, occorre che essa si appoggi ad una base concreta e precisa, e questa base sono i documenti del Concilio Vaticano II, nei quali essa ha trovato espressione. Per questo ho più volte insistito sulla necessità di ritornare, per così dire, alla «lettera» del Concilio – cioè ai suoi testi – per trovarne l’autentico spirito, e ho ripetuto che la vera eredità del Vaticano II si trova in essi. Il riferimento ai documenti mette al riparo dagli estremi di nostalgie anacronistiche e di corse in avanti, e consente di cogliere la novità nella continuità. Il Concilio non ha escogitato nulla di nuovo come materia di fede, né ha voluto sostituire quanto è antico. Piuttosto si è preoccupato di far sì che la medesima fede continui ad essere vissuta nell’oggi, continui ad essere una fede viva in un mondo in cambiamento.
Se ci poniamo in sintonia con l’impostazione autentica, che il Beato Giovanni XXIII volle dare al Vaticano II, noi potremo attualizzarla lungo questo Anno della fede, all’interno dell’unico cammino della Chiesa che continuamente vuole approfondire il bagaglio della fede che Cristo le ha affidato. I Padri conciliari volevano ripresentare la fede in modo efficace; e se si aprirono con fiducia al dialogo con il mondo moderno è proprio perché erano sicuri della loro fede, della salda roccia su cui poggiavano
“E’ necessario che questa dottrina certa ed immutabile… sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo”
Bene, il tempo è cambiato, le esigenze pure.
Superiamo il concilio, le cui indicazioni già in partenza valevano solo per quelle “esigenze”, per quel “tempo”, che ormai è passato.
Se il concilio è vecchio, il preconcilio è ancora più vecchio. Sicuro di voler “fare un passo avanti”?
La questione non è che il concilio è vecchio, ma che è PASTORALE e vecchio
I precedenti concili statuivano in tema di verità dottrinali, perciò eterne e immutabili.
L’ultimo concilio statuiva invece in tema di esigenze pastorali, in sé transitorie e mutevoli (“esigenze del nostro tempo”).
Dunque, quanto statuito nei precedenti concili resta valido per sempre.
Quanto statuito nell’ultimo concilio invece può (deve) essere cambiato essendo passato quel tempo e mutate le esigenze cui intendeva rispondere.
Certo! Ha ragione QAWSED. Trasmettere la Tradizione è l’unico passo avanti che una chiesa sana può fare rigettando il concilio vat. II che è nato già vecchio proprio perché parlava al mondo e non all’uomo, parlava alle ideologie e non alle anime. Costruito sulla sabbia senza il permesso del padrone della vigna, opera solo umana, espressione dell’orgoglio e della superbia.
Il vat. II è da archiviare nello scaffale delle robe vecchie… Anzi direi da seppellire come vecchie scorie radioattive.
Ok. Riformulo: siete sicuri di volere che la Chiesa aggiorni la pastorale superando l’ormai vecchio aggiornamento del Concilio?
Per non fare discorsi a vuoto:
cosa volete al posto del Concilio ecumenico Vaticano II?
È inutile distruggere qualcosa, se poi non si costruisce qualcosa al suo posto.
E chi sarebbero poi i nuovi costruttori?
Colori che odiano la chiesa attuale?
Dall’odio non nasce nulla di buono, anzi
Non so cosa dovrebbe decidere il prossimo concilio.
Dico solo che ciò che fu deciso dall’ultimo può essere superato senza traumi, trattandosi (secondo le stesse parole del Papa) soltanto di risposte alle esigenze di quel tempo, ormai trascorso.
Ma secondo voi ammiratori del vat. II la chiesa non dovrebbe andare oltre a questo concilio?
Secondo voi il vat. II è il non plus ultra della chiesa?
Non vi sorge nemmeno un piccolo dubbio sugli effetti di questo concilio? Non vi sentite “rigidi” “clericali” “dogmatici” “chiusi” alle novità che potrebbe portare lo Spirito Santo?
Non siete aperti al dialogo con chi la pensa in modo diverso da voi, avete paura delle novità che potrebbero venire dall’ascolto di chi vi critica, non vi lasciate mettere in “crisi”. Suvvia un po’ di pazzia, un po’ di “squilibrio”. Coraggio! Non abbiate paura dei cattolici!
Finalmente anche un commento che non contesto il concilio. “Novità nella continuita” questa la chiave di lettura.
Il solo fatto che, per dirne solo una che vale come esempio, Brandmuller e Viganò si trovino su sponde opposte riguardo al concilio è segno inconfutabile che dentro la Chiesa più di qualcosa non quadra.
E’ scritto: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete”.
Ora, chi è fra i due il falso profeta? Penso che nessuno avrà la faccia per rispondere: il lupo rapace è Brandmuller! Oppure: il lupo rapace è Viganò! E molto probabilmente non ci sarà risposta, sicché né Brandmuller né Viganò saranno indicati come falsi profeti.
Ora l’esempio Brandmuller/Viganò può essere applicato anche a qualsiasi altro nominativo del gotha ecclesiastico, ma a questo punto sorge la domanda: ma allora chi sono i falsi profeti da cui occorre guardarsi?
E’ scritto anche: “Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo – chi legge comprenda – …”.
Anche qui siamo in stallo: questo “abominio della desolazione” è attualmente nel luogo santo o è di là da venire? Anche qui, la domanda resta sospesa nel vuoto perché c’è chi è convinto di sì e chi è convinto di no. Eppure dice “chi legge comprenda”. E chi è che comprende?
Quindi ci troviamo tutti in difetto rispetto al Vangelo: non sappiamo riconoscere chi sono i falsi profeti né se l’abominio della desolazione abbia preso possesso del luogo santo.
Stiamo messi male. Molto male.
Enrico, questo è vero, come è vero che il discernimento degli spiriti è dono prezioso quanto raro. La tua argomentazione mi ha fatto piacere, poiché ci sono domande che non hanno ancora risposta e sono un po’ avvolte nel mistero.
Che sia perché il Signore voglia da noi una prova di fede?
La prova è sempre un camminare nel buio.
Io non so cosa sia esattamente l’abominio della desolazione. L’ho sempre collegato all’abolizione del sacrificio eucaristico. Vedo che ancora c’è, che sia novus o vetus ordo, e l’importante è che continui ad esserci, perché altrimenti senza il Signore in Corpo sangue anima e divinità, siamo perduti.
Ho prenotato un tavolo in una trattoria di Trastevere riservato al Card. Brandmueller e Mons. Viganò. Spero che magari si parlino di molte cose e raggiungano un accordo.
Perché è molto strano questa divergenza, soprattutto in Mons. Viganò, che ha modificato in parte la sua posizione. E oltretutto dovrebbe essere più esaustivo nello spiegare tutte le combine per giungere ai documenti finale del CVII.
Detto come è detto da Mons. Viganò sembra che tanti vescovi e cardinali siano stati presi in giro.
Che fossero degli stupidi. O tutti corrotti.
E la chiesa da allora fino ad oggi come la dobbiamo considerare? Come un errore continuo dei Papi che si sono succeduti (non considero il papato di Bergoglio) ?
La Chiesa con Giovanni Paolo II e Ratzinger come prefetto della congregazione per la dottrina della Fede è stata un baluardo contro la disgregazione della dottrina, checché se ne dica.
Se veniva eletto papa il card. Martini, stavamo freschi.
Si rende conto Mons. Viganò di aver fatto un assist a Bergoglio? Con le sue affermazioni è tutta colpa del CVII, e Bergoglio è solo un Papa come gli altri.
Secondo me appoggiarsi a Viganò è un errore.
Ci si appoggia alla Tradizione Sacra della Chiesa, raccogliendo frutti e opere buone dovunque si trovino.
Alla fine sarà sempre il Cuore immacolato di Maria che trionferà.
Dopo la grande purificazione.
Non è un errore,è una giusta lettura alla luce dei tempi odierni.Certo con il senno di poi,ma è saggio riflettere sugli errori e ritornare indietro.Oggi monsignore Vigano’ è un figlio della Luce che ci vede e ci istruisce,ci indica la strada,per chi vuole seguirla naturalmente. Bergoglio è un falso pastore,certo non si è autoproclamato cardinale,quindi errori ne sono stati fatti anche dai papi precedenti,per quanto santi.Ma chi fa sbaglia,il Salvatore lo sa benissimo.Pero adesso che la valanga è scesa a valle perchè rinunciare a scavare nella speranza di cercare “i vivi”.Non rinunciamo alle “luci”che ci aiutano a vedere e a combattere per il Cielo
Per carità, non voglio rinunciare a nessuna luce.
Ben vengano. Nessuno è perfetto.
Penso che un Papa che abbia a cuore la Chiesa, tremi in cuor suo nell’amministrarla , pensando di fare degli errori. E i Papi del passato sicuramente avranno fatto i loro errori.
Dico solo di radicarci profondamente nella sacra Tradizione, affinché nessuno ci distragga dalla verità. Un uomo di Chiesa potrebbe magari un giorno deluderci, ma questo non ci allontanerà dal Signore
Hai ragione. Tuttavia per capire quando ci si discosta dalla tradizione occorrerebbe almeno ben conoscete la tradizione. Leggendo i vari commenti, che sostengono un’intervista in cui l’arcivescovo scrive un errore madornale proprio invocando un documento di tradizione, ho seri dubbi che qui ci sia qualcuno che la conosca davvero.
@ Boanerghes
Ovviamente non posso che condividere.
Non mi permetto di sindacare ciò che scrive l’arcivescovo Viganò, ma cerco di capire le conseguenze del suo intervento sul Concilio VII.
1) E’ stato indetto da Giovanni XXIII, proclamato santo. Errore della Chiesa?
2) E’ stato concluso sotto PaoloVI, beato (poi proclamato santo da papa francesco). Errore della Chiesa?
3) I Padri Conciliari erani 2.500. A parte Ottaviani, tutti gli altri erano quadrupedi?
3) I documenti conciliari sono stati promulgati sotto Paolo VI che in quel momento era forse distratto. Errore della Chiesa?
4) Mons. Lefebvre è stato scomunicato da Giovanni Paolo II, santo. Opperbacco, ancora errore della Chiesa?
5) Per 60 anni dalla sua indizione la Chiesa, sotto il pontificato di due Papi santi, di un Papa beato (quasi santo) e di Benedetto, il Concilio è rimasto in piedi. Dopo 60 anni è fonte di ogni nefandezza.
Capisco che dal 2013 molti di noi, me compreso, abbiano dei “dubia”, ma fino a quell’anno, se è vero ciò che scrive mons. Viganò, la Chiesa era già messa male, ma molto male. Ma allora come ha fatto a peggiorare?
1) erroraccio fatto per santificare il vat. II da quando hanno cambiato le norme per dichiarare santa una persona, il processo di canonizzazione è divenuta una farsa!
2) idem come sopra… Paolo VI tra l’altro era pure massone, quindi inconciliabile con la santità.
3)molti hanno criticato, molti si sono lasciati ingannare, molti erano traditori.
3bis) Paolo VI era un giuda I documenti li ha firmati sapendo bene cosa faceva, stava facendo entrare il fumo di Satana nella chiesa.
4)la scomunica fatta da GPII è stato un suo grande errore opperbacco anche il grande GPII può sbagliare, certo, anche i santi sbagliano.
5) la cosa ha iniziato ad accelerare sotto l’anti Papa Francesco, sanno che hanno poco tempo…
L’ultimo concilio è stato anche esso infallibile.
Lo è stato nel creare le condizioni perché venissero fuori tutti i nemici della Chiesa (modernisti, massoni, comunisti, eretici vari…).
Grazie all’ultimo concilio infatti, mediante le degenerazioni che essi hanno introdotto (e continuano a voler introdurre) nella Chiesa, sono state rivelate le loro vere intenzioni e a volte anche le loro vere appartenenze (massoneria, c.d. lobby gay…).
Ora la Chiesa può essere ripulita e da ciò uscirà vaccinata.
In questo senso l’ultimo concilio è stato utilissimo alla Chiesa, contrariamente alle intenzioni di chi ha cercato di manovrarlo.
Esso è stato necessario per il suo vero rinnovamento.
@QWASED
Questo è una bel argomento… Eterogenesi dei fini?
Beh, sì.
Io direi che i piccoli uomini che presumono di essere tanto intelligenti fanno piani che credono astutissimi (come per esempio volere che il concilio fosse considerato pastorale).
Purtroppo per loro, “se ne ride chi abita i cieli”, umiliandoli proprio con la realizzazione dei loro “astutissimi” piani.
Personalmente ho qualche difficoltà a capire.
Qui si dice che il concilio Vaticano II è pastorale. Ma del Lumen Gentium, si dice che è frutto di questo concilio ed che è una costituzione dogmatica.
Qualcuno mi può spiegare per favore come questo concilio può essere unicamente pastorale quando produce una costituzione dogmatica.
Che cos’è che non ho capito ?
Grazie!
è pastorale e basta. Così è stato concepito e così si è svolto. Poi, con la congerie di documenti e dichiarazioni, si è creata la confusione, terreno favorevole per Satana, che ne approfitta.
per non farci mancare nulla poi, hanno canonizzato Giovanni XXIII e Paolo VI. Santo Giovanni XXIII con quello che ha permesso nei confronti di P: Pio da Pietrelcina?
Che parole queste di Mons.Vigano’ fanno Tremare le mura di Gerico,pardon ,del Vaticano;sono un balsamo anche per noi immersi in tale sfacelo in tutti i sensi. Che Dio lo benedica!
In quale senso intendere la riforma
46. Naturalmente spetterà al Concilio suggerire quali siano le riforme da introdurre nella legislazione della Chiesa, e le Commissioni post-conciliari, quella specialmente istituita per la revisione del Codice di Diritto Canonico, da noi fin d’ora designata, procureranno di formulare in termini concreti le deliberazioni del Sinodo ecumenico. A voi, perciò, Venerabili Fratelli, spetterà indicarci quali provvedimenti saranno da prendere per mondare e ringiovanire il volto della santa Chiesa. Ma sia ancora una volta manifestato il nostro proposito di favorire tale riforma: quante volte nei secoli scorsi questo proposito è associato alla storia dei Concili; ebbene lo sia una volta di più, e questa volta non già per togliere dalla Chiesa determinate eresie e generali disordini, che, per grazia di Dio, non sono nel suo seno, ma per infondere nuovo spirituale vigore nel Corpo Mistico di Cristo, in quanto società visibile, purificandolo da difetti di molti suoi membri e stimolandolo a nuove virtù.
Paolo VI, ECCLESIAM SUAM
Sempre il chiarissimo “li riconoscerete dai loro frutti” mette in grado di inquadrare che razza di “riforma” (parola pericolosissima) sia stata messa in atto per “mondare e ringiovanire il volto della santa Chiesa”. Per non dire di quel “non già per togliere dalla Chiesa determinate eresie e generali disordini, che per grazia di Dio non sono nel suo seno”, un’affermazione inquietante, dato che proprio i novatori rivoluzionari dirigenti il concilio hanno introdotto eresie e disordini.
Si vede oggi, infine, che tipo di “nuovo spirituale vigore” sia stato infuso nel Corpo Mistico di Cristo a forza di propalare la verità mista all’errore, tecnica peculiare dello “spirito del concilio”.
“Li riconoscerete dai loro frutti”: se nemmeno i frutti fanno aprire gli occhi Gog e Magog hanno il passo libero. (ma, in vero, già ce l’hanno).
Per l’edificazione spirituale delle care sorelle femministe:
“La donna impari silenziosa e in tutta soggezione. Di far da maestra, alla donna non lo permetto, né di dominar sull’uomo, ma se ne stia in silenzio. Poiché prima fu plasmato Adamo, poi Eva, e Adamo non fu sedotto, fu la donna a lasciarsi sedurre, e però cadde in trasgressione; sarà slvata per la procreazione di figli, purché rimanga nella fede e nella carità e nella santità con modestia”.
(1Timoteo 2, 11-15)
Parole che richiamano l’immagine di Maria, la nuova Eva, ricavabile dal Vangle; basti citare questo passo “Maria custodiva tutte queste cose, meditandole, nel suo cuore” (Lc 2,16-21)
Riprendo da un’omelia del giorno di Capodanno
“dato che il meditare è associato al silenzio, è su queste due parole che ora provo a dire qualcosa.
1) Parto dal meditare. “il meditare è associato al silenzio…meditare non è solo una pratica orientale o del buddismo, è anche – e come! – una pratica cristiana e Maria ne è il modello. Cos’è la meditazione? E’ la lettura calma, attenta e saporosa di un testo spirituale, che fa scendere le parole nel più profondo di se stessi posizionandole nel punto in cui vengono prese le decisioni. In questo modo le azioni che ne seguono sono ispirate dalle parole meditate..
2) Passo ora al silenzio che è il grande alleato della meditazione. Più passano gli anni e più m’accorgo che occorre lasciar perdere le parole inutili, non necessarie. Le parole sono un grande bene ma anche un grande rischio. …al bambino c’è da insegnare anche a tacere e non solo a parlare. Possiamo fare questa equivalenza: mentre al corpo è necessario il sonno, al cuore è necessario il silenzio. Chi vive un grande amore sa che il silenzio a volte vale più di un discorso. Il silenzio fa crescere, fa avanzare, avvicina al Cielo…. Non vorrei che Dio nell’ultimo giorno ci chiedesse tra le altre cose: Hai saputo tacere abbastanza? Maria dunque, nel Vangelo di questo primo giorno dell’anno, ci è presentata come maestra di meditazione e di silenzio.”
Anche nella saggezza e nell’ironia popolare ritroviamo l’invito alla donna a tacere, a rimanere in silenzio, seppur attiva ed operosa. Recita infartti un vecchio adagio veneto:
“La fémena veneta la deve taser, piaser, e star in caser”
Integro le scritture paoline . E non credo all’inenarranza della scrittura. Certo dopo i gay (incapaci di rapportarsi correttamente con uomini e donne. Nota vaticana sul sacerdozio). Pure le donne dovrebbero essere dichiarate Minus habemus?
Di piu’, vale pure per i social?
http://www.utopia.it/sanpaolo/san_paolo_apostolo.htm
Habens
Io non ho mai creduto che Cristo fosse sposato a Maddalena perché un Dio e’ infallibile. Certi errori li fanno gli uomini (battuta). Ci son vangeli gnostici che dicono quello…c e di tutto ben prima del modernismo. A partire da Celso anzi da contro Celso di Ireneo di Lione.
http://www.utopia.it/sanpaolo/san_paolo_apostolo.htm
Siamo sommersi dalle troppe chiacchiere di chi si parla addosso per farsi bello agli occhi del mondo.
Al contrario, Mons. Viganò in quello che afferma non dice una parola in più del necessario, ma dice cose di profonda verità che spazzano via qualsiasi foschia, lasciando l’aria pulita come dopo l’harmattan.
Dal Vaticano II ad oggi la realtà ci è stata mostrata attraverso un filtro che la distorceva. Tolto il filtro flou è tutto chiaro.
Mons. Marcel Lefebvre si era pienamente accorto del colpo di mano e lottò con tutte le sue forze per salvare la Chiesa cattolica dai lupi.
Grazie Mons. Vigano per aver tolto il velo mettendo ciascuno davanti alle proprie responsabilità, dalle quali non potrà sottrarsi, ognuno in base ai talenti che gli sono stati affidati.
Non potranno che derivarne scelte non coraggiose, ma bensì doverose, se davvero crediamo nella Verità rivelata e non al Principe di questo mondo, che sarà alla fine rigettato negli inferi con al seguito tutti coloro che avranno scelto di seguirlo.
Indubbiamente Viganò non ha mai detto inesattezze o peggio bugie.
Lo spirito del concilio.
Anche qui c’è lo spirito del concilio, ma c’è qualcosa di non condivisibile? La risposta agli esperti.
http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19631204_inter-mirifica_it.html
un piccolo sunto dell’inizio della fine.
da https://dasandere.it/marcel-lefebvre-un-arcivescovo-nella-tempesta/
Lefebvre si presenta al Concilio Vaticano II come un riformatore pacelliano molto prudente. Siamo l’11 ottobre 1962 e dopo oltre un secolo la Chiesa Cattolica Romana si riunisce nuovamente.
L’arcivescovo francese si presenta all’importante appuntamento come uno dei Padri Conciliari, con spirito relativamente fiducioso: reputa che la preparazione sia stata ben organizzata, ma ben presto inizia a rendersi conto che è presente un’incertezza “liberale” in seno al Concilio, verso la quale bisogna rispondere. Ma gli schemi preparati da Lefebvre in tre anni di lavoro vengono respinti fin dalle prime giornate di lavoro.
Con grande prepotenza e fermezza si impongono nel Concilio alcuni uomini di Chiesa che possono essere definiti tranquillamente dei “rivoluzionari”, ispirati soprattutto dalla Nouvelle théologie di indirizzo francofono, ovvero da: Yves Marie-Joseph Congar (1904 – 1995), Marie-Dominique Chenu (1895 – 1990), Henri-Marie Joseph Sonier de Lubac (1896 – 1991), Karl Rahner (1904 – 1984) e Jean-Guenolé-Marie Daniélou (1905 – 1974). Inoltre tali tesi, trattandosi di un Concilio Pastorale e non Dottrinale, si diffondono e influenzano i vescovi, i quali – anche se dichiarano di non toccare il dogma cattolico, votano dei testi fondamentali che modificano i rapporti tra la Chiesa e il mondo.
Lefebvre stesso riassume tali comportamenti con la frase: «è la rivoluzione francese». Ora, se la rivoluzione francese è liberté, égalité, fraternité, il Concilio si apprestava a scrivere una dichiarazione sull’importanza della “libertà di coscienza”. Condannata dai Papi nel XIX secolo, la “libertà religiosa” viene riconosciuta dal Concilio Vaticano II e dunque viene concesso ad ogni uomo il diritto di professare apertamente ciò che gli detta la coscienza: il voto provoca reazioni dal mondo intero.
Secondo l’arcivescovo francese, la religione cattolica è nella verità, dunque solo la verità ha dei diritti e l’errore conseguentemente non può avere alcun diritto, «non si può mai avere un diritto naturale, cioè un diritto che in definitiva è dato da Dio – perché la Chiesa considera che è Dio che ci ha dato la natura».
L’arcivescovo francese non ha capito cosa fosse la libertà religiosa di cui parlavamo i papi preconciliari e cosa fosse quella di cui parla il concilio. O meglio: lui lo sapeva bene; i suoi servi no.
La situazione della Chiesa e’ molto semplice e insieme estremamente difficile: come quando in un viaggio in auto ad un bivio si decide di prendere per una strada e poi man mano che si va avanti e che il tempo passa ci si accorge che la strada imboccata e’ sbagliata ci porta sempre piu’ lontano dalla meta .in teoria si dovrebbe tornare indietro , al bivio, e prendere per l’ altra strada , ma questo e’ molto difficile perche’ e’ passato tanto tempo e si spera sempre di non essersi sbagliati e di non aver fatto tanta strada invano. Tornare indietro sembra impossibile, andare avanti vuol, dire impegnarsi sempre di piu’ In una direzione sbagliata. Che fare? Piu’ il tempo passa e piu’ la decisione e’ difficile da prendere. Ci vorrebbero al comando persone coraggiose, decise. La maggioranza invece tentenna, non sa che fare, si finira’ per proseguire per la strada sbagliata, con sempre meno convinzione, e sempre meno entusiasmo.
Da semplice fedele laico sono sempre più sconcertato e preoccupato, non solo per la mia personale salvezza, ma per quella di tutti quanti. Non so più a chi credere e neppure a che cosa credere.
Il Concilio Vaticano II è tutto sbagliato, i Padri conciliari tutti emeriti idioti manipolati da pochi eretici, malintenzionati, abilissimi impostori? Allora tutti i battesimi, le confessioni, le comunioni, i funerali celebrati dal 8 dicembre 1965 in poi sono tutti non validi per non dire sacrileghi? E noi, poveri fedeli, tratti in inganno abbiamo sbagliato tutto?
Di discorsi generali sul Concilio Vaticano II ne ho sentiti e continuo a sentirne fin troppi; ma sarebbe come se qualcuno mi dicesse che la Divina Commedia è un libraccio da buttare perchè Dante Alighieri non aveva i carismi necessari per parlare di Inferno, Purgatorio e Paradiso. Però della Divina Commedia c’è qualcuno che si è preso la briga di commentare terzina per terzina, verso per verso. Perchè non facciamo la stessa cosa con i documenti del Concilio, iniziando dalla Dei Verbum per finire con la Inter Mirifica?
Noi ingegneri, fin dal secolo scorso, quando iniziammo ad applicare le tecniche digitali e i sistemi programmabili al controllo automatico degli impianti industriali, introducemmo nel processo di progettazione la fase di “debugging” che, in parole povere, potremmo definire come una tecnica di caccia agli errori. Perchè invece di continuare a dire genericamente che del Concilio “L’è tutto sbagliato, tutto da rifare”, non facciamo un serio e sistematico debugging senza processare nessuno?
Semplicemente: concordo.
Stilucuriale E., lei afferma sconsolato: “Non so più a chi credere e neppure a che cosa credere.”
Vuol dire che Mons. Viganò ha raggiunto il suo scopo.
Riguardo al “debugging” sul CV II da lei proposto, siccome finirebbe inevitabilmente per generare ulteriore confusione, io lo rimanderei al prossimo Concilio. Con software ancora più aggiornati e a prova di virus(!) di ogni tipo, anche dei più perniciosi.
Marco salvami 🙂 Non stamparmi oggi
Il più grande ingan
Il più grande inganno Conciliare, a mio parere, è contenuto nella formulazione del “subsistit in”.
Nonostante la chiarificazione espressa dalla Dominus Iesus, tale definizione mantiene integralmente in piedi l’equivoco e l’indeterminatezza.
È un giochino dialogico da furbetti affermare che “la Chiesa di Cristo sussiste in pienezza solo nella Chiesa Cattolica”. Cosa cappero vuol dire esattamente?
Non bastava riprendere la chiarissima formulazione della Mystici Corporis: “la Chiesa Cattolica è la Chiesa di Cristo”?
Dopo cinquantacinque anni, infatti, siamo ancora qui a cercare di capire, o meglio, non c’è niente da capire perché è stata scelta apposta per conservare l’ambivalenza e l’ambiguità.
Grazie al “subsistit in” ci si potrà sempre appellare al Concilio per andare legittimamente contro la Verità.
Il “subsistit in” di fatto ha definito come “non in piena comunione” coloro che in comunione non sono affatto!
È inutile conservare le minuzie e calpestare il cuore della Fede.
La Verità se non è piena è Menzogna, anche venisse negata in un solo Iota.
Altrimenti anche Ario sarebbe semplicemente uno non in piena comunione.
Questa che si può definire Gerarchia della Comunione fa si che tutti vengano a far parte, chi più chi meno, della Chiesa Cattolica: Protestanti, Atei, Mussulmani, e perché no Giuda e Lucifero, infatti lo Spirito Santo, “per vie a lui note” parla a tutti e a tutti si comunica.
Da qui è stato facile distruggere l’azione missionaria, trasformata in semplice assistenza sociale, relativizzare il Dogma, annullare il Peccato, distruggere la morale.
L’Amoris Laetitia è figlia prediletta del “Subsistit in”, ne è la sua esegesi.
La vera rivoluzione Copernicana è contenuta nel “subsistit in”, e tutto il resto ne è conseguenza prossima o remota.
Concordo al 100%, dal subsistit in (Lumen Gentium. 8/b), derivano poi Unitatis Reintegratio, Nostra Aetate e, in un certo senso, anche Dignitatis Humanae; l’antropocentrismo (il satanico culto fell’uomo di Paolo VI) spodesta il Cristocentrismo…e si arriva alla Pachamama ed al Priapo, cioè al paganesimo tribale idolatra, vera bolgia infermale on cui si sono gettati Bergoglio e i supi compagni di sventura, mal glie ne in coglierà, però, e tanto più quante più saranno le anime che si perderanno a causa loro
Dico la mia. Sussiste nella chiesa cattolica, ma non vuol dire che Gesù non abbia pagato per tutti. La chiesa cattolica rappresenta il sacreficio di Cristo (quale Onore!). Ha la pienezza della salvezza. Ma sono un miliardo son cattolici. Gli altri? Grandi segni ci sono pure nei protestanti “nel nome di Gesù”. Il male non può fare il bene. In quanto alla chiesa cattolica concordo con Ratzinger di un giovanile scritto ristampato. Quantmiseria c e negli uomini di chiesa durante i millenni, ma proprio questo ci fa’ pensare che Dio ha molta pazienza. C e’ solo un peccato imperdonabile: quello contro lo Spirito Santo. Io ho una mia idea ma non so’ le altre. Continuo a pensare che Gesu’ ha pagato per TUTTI e in vari modi si sceglie di dannarsi. Nelle altre religioni può essere facendo il male in piena avvertenza e deliberato consenso.
Quindi oggi 27 giugno 2020 ho la conferma che questi ultimi sessant’anni di sedicente chiesa cattolica è stata una truffa, salvi i sacramenti comunque e la fede dei Cattolici di tutti questi anni. Allora, mi domando cosa aspettiamo ancora a cacciare fuori questi demoni incarnati, non faccio nomi per non nausearmi ulteriormente, e annullare il concilio vaticano II, e tornare all Liturgia di prima e alla vera Chiesa di Cristo Nostro Signore.
schemi preparatori perfettamente ortodossi preparati da Cardinali e Prelati di sicura fedeltà alla Chiesa, sostituendoli con un coacervato di errori abilmente dissimulati dietro discorsi prolissi e volutamente equivoci. Nessuno poteva credere che, sotto le volte della Basilica Vaticana, si potessero convocare gli stati generali che avrebbero decretato l’abdicazione della Chiesa Cattolica e l’instaurazione della Rivoluzione (come ho ricordato in un mio precedente scritto, il Card. Suenens definì il Vaticano II il 1789 della Chiesa!). I Padri Conciliari sono stati oggetto di un clamoroso inganno, di una frode abilmente perpetrata con il ricorso ai mezzi più subdoli: si sono trovati in minoranza nei gruppi linguistici, esclusi da riunioni convocate all’ultimo momento, spinti a dare il proprio placetfacendo loro credere che così volesse il Santo Padre. E quel che i novatori non riuscivano ad ottenere nell’Aula Conciliare, lo conseguivano nelle Commissioni e nei Consigli, grazie anche all’attivismo di teologi e periti accreditati ed acclamati da una possente macchina mediatica. Vi è una mole enorme di studi e documenti che testimoniano questa sistematica mens dolosa da un lato, e l’ingenuo ottimismo o la sprovvedutezza dei buoni dall’altro. L’attività del Coetus Internationalis Patrum poté poco o nulla, quando le violazioni del regolamento da parte dei progressisti venivano ratificate al Sacro Tavolo.
Questo e’ successo in molti concili e per molti documenti. Mons. Vigano’ non e’ il primo eliminato da fazioni vaticane. Esiste la mafia di San Gallo e il partito del sale della terra del cardinale Ruini. E che dire della corte di Benedetto XV o dell’ elezioni di molti papi? La casti comnnubi fu fatta da Pio XI!
Qui si tratta se credere o no in Pietro e nella chiesa. Alessandro VI lo elesse lo Spirito Santo soltanto?
si guardi attorno e non le sfuggirà l’immenso scempio del cvII. so anche che è doloroso ma prima o poi Le sarà inevitabile.
E il mondo, sgomento, si ritrovò…lefebvriano.
Davvero una superba sintesi, condotta con stile dotto ed avincente, e logica implacabile.
Grande, mons. Viganò!
Vorrei far notare che alcune sue posizioni sono leggermente cambiate…quasi abbia ricevuto nuove nozioni che prima non conosceva…nozioni magari apprese dai commenti e dagli scontri di idee e di verità dei fedeli, che si sono tenuti in questo blog sopratutto…. ora il concetto che un “Concilio non può essere cambiato, altrimenti vengono messi in dubbio anche i dogmi più vecchi” sembra essere stato recepito.
Ma si deve annullare diversamente, dimostrando l’illegittimità di fondo in quanto contrastante con i concili precedenti.
Ogni tanto anche le persone piccole come me servono a qualcosa….
la complicità di Giovanni XXIII e Paolo VI è fuori dubbio.
“Chi ha sostenuto che lo “spirito del Concilio” rappresentasse una interpretazione eterodossa del Vaticano II ha compiuto un’operazione inutile e dannosa, anche se nel farlo è stato mosso da buona fede […] D’altra parte, quando si parla comunemente dello spirito di un evento, si intende esattamente ciò che di quell’evento costituisce appunto l’anima, l’essenza. Possiamo quindi affermare che lo spirito del Concilio è il Concilio stesso, che gli errori del postconcilio sono contenuti in nuce negli Atti Conciliari, così come si dice a giusto titolo che il Novus Ordo è la Messa del Concilio, anche se al cospetto dei Padri si celebrava la Messa che i progressisti chiamano significativamente preconciliare”.
Beh, ma chi dice questo se non mons. Lefebvre?
Ah no … è mons. Viganò!
Ora saranno tutti in paradiso e non ci saranno altari orientati.
Tutte cavolate umane. Per quanto sia ardua la sacra scrittura, per quanto sia terribile il segreto di Fatima, per quando sia lacerante il vangelo di Cristo chi sono gli uomini per celarlo?
Celiamo sotto il manto misericordioso di Dio le miserie umane.
Anche l anticristo. Se ne ha le palle piene di questo filantropo, umanista. Son cose che soloviev ma anche berdjaev scriveva 200 anni fa. Non sta scritto da nessuna parte che debba essere una persona. Soprattutto nell’ attuale catechismo. Poi Nerone, Hitler,valuterò, Stalin, Bill Gates…avanti Savoia!
Il Card. Biffi definì lo “Spirito del Concilio” un distillato fraudolento del Concilio. Viganò non fa altro che portare a compimento quanto si erano proposti Giovanni Paolo Ii e Ratzinger: fare un elenco preciso delle interpretazioni corrette dei Concilio. Cosa che hanno portato avanti, pur con qualche errore, negli anni passati. Se Ratzinger avesse resistito tutto si sarebbe compiuto. Ma i lupi, le forze avverse, hanno pteso il potere con la forza e si sono imposti.
Il ragionier Ugo Fantozzi nella sua semplicità direbbe:”il Concilio Vaticano II è una cag… pazzesca”. Magari un giorno un vero Papa potrebbe prendere in prestito questa colorita battuta per porre fine a oltre 50 anni di inganni, almeno nelle parti usate per far entrare il fumo e le fiamme di Satana all’interno della, Sposa di Cristo.
L’altro giorno guardavo chi scrisse la castae connubio. Chi proclamò Pio XII papa. E mi domandavo ma la chiesa non ha una forza intrinseca che va oltre le debolezze dei suoi servi a partire dai papi? Inoltre Paolo VI nell’humanae vitae fece un colpo di mano perché tutti i suoi consulenti erano a favore della contraccezione artificiale (alias pillola, preservativo). Bergoglio non ha assolutamente toccato la humanae vitae..figurarsi se ha promosso l aborto. Prima di Pio XI…quindi per la maggior parte della storia della chiesa i fedeli facevano da se. Non e’ vero che lo facevano solo per procreare. O se si lo credevano loro. Non era scritto in nessun documento.
Non dico che ci sia del buono anche nelle altre religioni (anche se lo penso). Leggo il vangelo di oggi: il più grande gesto di fede lo fece un pagano, un centurione. Uno che non aveva accesso al Tempio. E cosa vuol dire verranno da Oriente e Occidente e siederanno al banchetto e molti figli saran chiusi fuori?
Credo nel sacreficio di Cristo. Ma così come e’ valso per le generazioni, le più tante, prima di Cristo su cosa verra’ giudicato un indio amazzonico che non conosce il vangelo? Verranno salvati tutti? O andranno nel limbo che pare non essere mai esistito. Verranno giudicati sull’Amore.
In quanto alla preghiera per i perfidi ebrei del venerdì Santo (lasciamo stare qui Ratzinger che nega si debbano convertire) mi verrebbe da dire come quelli che difendono la chiesa sui roghi. Non e’ stata la chiesa, ma io braccio secolare. Cristo non l han ucciso gli ebrei ma I ROMANI. E GUARDA UN PO’ CRISTO HA VOLUTO LA SUA CHIESA YNIVERSALE A ROMA.
Caro Marcolino, su Humanae Vitae cerchi, se il tema le interessa, di informarsi meglio; che “tutti I consulenti” di Paolo VI fossero di opinione a lui avversa e’ una leggenda che si tramanda. Inoltre la dottrina cattolica NON dice che “bisogna avere rapporti solo per procreare”; il “fine” qui significa “perfezione”, che a sua volta non significa “senza difetti”, ma piuttosto “raggiungimento, realizzazione massima della specifica essenza”. La pillola separa artificialmente il rapporto dalla sua essenza (materiale-formale).
Il male e’ comparso ora, colla “autonomia” della paternita’ dalla sessualita’; l’ utero in affitto, di oggi, e’ un prodotto della pillola anticoncezionale, di ieri.
Caro amico, la morale cattolica e’ molto piu’ realista di quanto pensino I modernisti.
È più di una cagata pazzesca. Sono state messe alcune gocce di potentissimo veleno in una sorgente d’acqua. Ed ora quella sorgente fornisce acqua contaminata. Ma chi la beve pensa che sia buona. Una tale operazione non è potuta avvenire per caso ma è stata deliberata. E pianificata a tavolino per molto tempo.
Addirittura Fra A. Bugnolo afferma che il Concilio di Pistoia, poi rigettato, già conteneva il CV2…
Mons. Viganò ,
sono assolutamente d’accordo , ma che la Gerarchia
( papi ” colleghi” compresi ), accettino in umiltà di ammettere i propri errori sarebbe un miracolo superiore a quello del passaggio del Mar Rosso .
Agli ascoltatori che dissero a Gesù che a certe condizioni è impossibile salvarsi date le condizioni poste, Gesù disse: “Impossibile agli uomini ma non a Dio!”. Questa è la nostra Fede, la Fede Cattolica!
Giorgio ,
a che questa specie di reprimenda ? Non mi riferivo alla
realtà del miracolo , bensì alla sua ” dimensione” : il cuore umano è più profondo del Mar Rosso .