ORDINE DI MALTA. IL CARD. BECCIU CHIARISCE CHI GUIDA IL GIOCO…

18 Giugno 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, in silenzo stanno accadendo cose importanti per la vita futura dell’Ordine di Malta. Come potete vedere dall’articolo qui sotto. Buona lettura…

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Il cardinale Angelo Becciu, Delegati Speciale presso l’Ordine di Malta, ha scritto il 29 maggio scorso una lettera estremamente importante a Frà Ruy Gonçalo do Valle Peixoto de Villas-Boas, Luogotenente Interinale del Sovrano Militare Ordine di Malta; cioè la persona incaricata di gestire questo travagliato periodo del secolare ordine dopo la morte del Gran Maestro, Frà Giacomo dalla Torre. È un messaggio importante perché esprime la precisa volontà del porporato, che è anche Prefetto della Congregazione per la Cause dei Santi, e gode della piena fiducia per la sua opera nell’ordine di papa Bergoglio, di gestire in prima persona transizione e riforma. E così facendo dà atto delle sofferenze presenti in molti a causa della pesante presenza del partito tedesco.

Per chi non avesse seguito le vicende degli ultimi anni – dal febbraio 2017 in poi – si può rapidamente ricordare che l’allora Gran Maestro, l’inglese Matthew Festing, fu costretto alle dimissioni durante un incontro con papa Bergoglio per obbedienza; che quella crisi era nata dalle polemiche e dalle questioni legate a una grossa controversa eredità svizzera, ancora non completamente chiarita a tutt’oggi, in cui erano coinvolte personalità del partito tedesco, che ha in Albrecht Boeselager la sua punta di lancia a Roma, e che Festing aveva espulso. Dopo le dimissioni di Festing, il partito tedesco si è impadronito dei vertici, e anche il Luogotenente attuale – secondo molti – è espressione di quella gestione.

Ma la lettera del cardinale spariglia molti giochi. Scrive Becciu, al luogotenente: “Da parte mia c’è tutto l’impegno a non lasciarla solo, assumendomi ogni responsabilità nella guida. Tanto più che Sua Santità mi ha conferito “tutti i poteri necessari per decidere le eventuali questioni che dovessero sorgere in ordine all’attuazione del mandato a Lei affidato”. Questa volontà del Santo Padre fu poi confermata nella successiva Lettera del 3 maggio 2018, scritta subito dopo l’elezione di Frà Giacomo a Gran Maestro e nella quale mi invitava a “continuare a svolgere l’ufficio di Delegato fino alla conclusione del processo di riforma e comunque fino a quando lo riterrò utile per l’Ordine stesso”.

Sono espressioni molto significative, che rendono chiaro il ruolo centrale che Becciu intende svolgere; e sono rafforzate da quelle seguenti, che parlano della volontà “di promuovere gli interessi spirituali dell’Ordine e non deludere le giuste attese di quanti sperano intensamente che esso possa recuperare in pieno la propria ispirazione. Il nostro Ordine deve brillare come segno e strumento, nella Chiesa, della santificazione dei suoi membri e avere di mira l’evangelizzazione del mondo…”. Queste frasi, dicono i “cognoscenti” , bisogna leggerle in controluce , sullo sfondo della crisi recente, nata in realtà da motivi piuttosto sordidi.

È evidente dalla lettera che il card. Becciu vuole portare a termine una reale riforma dell’Ordine, e si può intuire – ma questa è una sensazione personale – che voglia realizzare il tutto in tempi relativamente brevi, forse entro la fine dell’anno. Se l’elezione del Gran Maestro potesse avvenire in settembre, e il Capitolo generale a novembre, la sua intenzione potrebbe avverarsi. Becciu vuole affrontare nei prossimi giorni con il Luogotenente “le problematiche attuali dell’Ordine e chiarire alcuni punti controversi”; non sarà, di conseguenza di un puro incontro di circostanza. Problematiche e punti controversi riguardano anche l’egemonia teutonica…

Un’eco di questo si trova nelle parole della lettera che si riferiscono alla riforma. “Vi dovrà essere uno sforzo non indifferente da parte dei Ceti per superare le visioni autoreferenziali e trovare un punto comune di accordo, coscienti che ne va di mezzo la sopravvivenza di un Ordine che tanti meriti ha acquisito nella storia della Chiesa, e che ancora, a mio parere, ha una parola da dire al mondo odierno”. E poi un messaggio molto chiaro, rivolto alla gestione corrente, e ai padroni attuali: “Nella ricostruzione della Casa comune, nessuno deve però sentirsi escluso o mortificato, ma ad ognuno deve essere riconosciuto il diritto di partecipazione secondo le regole previste dalla Costituzione, dei cui dettami dobbiamo sentirci scrupolosi esecutori, poiché, come Ella ben sa, non vi sarà trasparenza né credibilità senza l’osservanza delle norme”.

E con questo ultimo avvertimento la lettera si chiude. In un articolo precedente avevamo parlato del panorama di possibili candidature. Una, se vi ricordate, potrebbe essere quella di un italiano, frà Luzzago. Un candidato che non dispiacerebbe – anzi! – al partito tedesco. Ma che proprio per questa ragione è visto con non poca diffidenza da molti. E la sorpresa è che fra i possibili c’è anche frà Matthew Festing. La sua pronta obbedienza, quando il Pontefice regnante gli ha chiesto in base alla sola virtù dell’obbedienza, di fare un passo indietro è stata molto apprezzata, in Vaticano, così come la sua discrezione successiva. E la “griglia” dei papabili basata su età, energie, capacità fisiche reali di prendere il timone dell’Ordine non lascia grandi alternative.

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8 commenti

  • Iginio ha detto:

    E’ il classico modus operandi dei bergogliani.
    Arrivano, dicono: “Il Papa mi ha dato pieni poteri” e fanno quello che gli pare.
    Lo ha fatto anni fa anche l’allora cardinale arciprete di Santa Maria Maggiore, tale Santos.
    In realtà, una norma elementare di diritto, di legalità e di comportamento vorrebbe che, nel momento in cui costoro si fanno forti del mandato del Papa, esibiscano un documento pontificio in cui il papa dichiara per iscritto di affidare a X il compito di… coi poteri di… .
    Invece si preferisce lasciare tutto nel vago.
    Ecco, su questo modus operandi mi piacerebbe un commento, che so, di mons. Viganò.

  • Doris ha detto:

    Per coincidenza, le relazioni con la Cina si sono approfondite durante questo periodo.

  • Alessandro2 ha detto:

    Premessa: ciò che scrivo non è una critica all’ottimo Tosatti, che ovviamente può occuparsi di quel che vuole. E’ solo un mio personalissimo punto di vista.

    Ho provato, con tutta la buona volontà, ad aggiornarmi sull’intricata (a dir poco) vicenda, sia qui che su Settimo Cielo. Invano: dopo qualche paragrafo mi perdo.

    Ancora non capisco perché a un cattolico medio – pur mediamente colto e men che adulto – dovrebbe in qualche modo interessare minimamente il destino di questo residuato storico, ormai da secoli ricettacolo di nobili più o meno decaduti ed enormi interessi economici tutt’altro che chiari.

    Sarò molto grato (lo dico senza alcun sarcasmo) a chi mi spiegherà perché dovrebbe fregarmene almeno un po’. Grazie in anticipo.

    • Iginio ha detto:

      Per vari motivi,
      1. Perché ogni porzione di Chiesa riguarda tutto il resto della Chiesa.
      2. Perché l’Ordine di Malta ha reso grandi servigi a tutta la Cristianità.
      3. Perché essere invidiosi dello stato altrui è peccato. Mortale, direi.
      4. Perché essere ignoranti e cafoni non è cosa di cui vantarsi o essere fieri.

      • Briciola ha detto:

        Afferma Igino che l’ordine di Malta ha reso grandi servizi a tutta la cristianità. Ha reso o sta ancora rendendo? Una delle caratteristiche dell’educazione di un nobile cavaliere credo sia l’educazione alla discrezione: ragion per cui non ci è possibile sapere quali siano le operazioni in corso.

      • Alessandro2 ha detto:

        1. Lo SMOM NON è parte della Chiesa, bensì un soggetto di diritto internazionale dipendente dal CDC. Preferisco preoccuparmi delle missioni in Africa, una delle quali infatti sostengo da tempo.

        2. Parlavo dello SMOM OGGI.

        3. Lungi da me un sentimento di invidia, se di me sta parlando. Se mi conoscesse vedrebbe un uomo contento di quello che è e grato a Dio per i doni che ha ricevuto, che vanno ben oltre le fortune terrene. Non insinui, che le riesce male e offensivo (cf. infra).

        4. Le assicuro parimenti di non essere più ignorante della media, almeno al mio livello di istruzione. L’altro aggettivo, il cui utilizzo la qualifica pienamente e mostra chiaramente chi sia nel peccato, se di peccato vogliamo parlare, lo lascio nelle sue disponibilità, io preferisco perdonarla e lasciarla un po’ bollire nel suo brodo.

        • Iginio ha detto:

          La solita coda di paglia, tipica di molti frequentatori di qui.
          E comunque uno che dice di “fregarsene”, se non proprio cafone un po’ rozzo lo è. Forse con gli amici al bar parla così e crede che sia normale.
          Lo SMOM è parte della Chiesa essendo un ordine monastico cavalleresco. Quindi non ha alcun senso contrapporgli le “missioni in Africa” come se queste fossero cristiane e lo SMOM (che aiuta malati in diverse parti del mondo) no.
          E nessuno le ha chiesto che cosa lei stia appoggiando. Non sappia la tua destra quello che fa la tua sinistra, disse Qualcuno.

  • fuori tema ha detto:

    La stampa, in un articolo dell’8 giugno scorso dà la notizia che il lo IOR, nel 2019 ha raddoppiato l’utile rispetto al bilancio dell’anno precedente. Nel bilancio pubblicato si evidenziano
    630 milioni di patrimonio.
    Raccolta dai clienti stabile a 5,1 miliardi .
    Utile netto 38 milioni di euro.
    Afferma la STAMPA che il bilancio dell’esercizio 2019 è stato sottoposto a revisione contabile dalla società di revisione internazionale Mazars. Bilancio approvato all’unanimità dal Consiglio di Sovrintendenza che, come da statuto, ha trasmesso il documento alla Commissione cardinalizia.