LAMENTO SUL SAN MARCO DI FIRENZE. SOLO “BEGHE FRA FRATI”?

14 Giugno 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un’amici di Stilum Curiae, autrice di un bel libro di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, ci ha scritto questo articolo sulla triste, e inspiegabile vicenda, di uno dei gioielli dell’arte e della fede di Firenze, il Convento domenicano di san Marco. Nella speranza che qualcuno, a Roma o a Firenze, voglia prendere in mano la questione.  Buona lettura. 

§§§

Benedetta de Vito

Entrando dal portone laterale della stupenda Basilica di Santa Maria sopra Minerva a Roma, che s’affaccia su una stradolina intitolata a Sant’Ignazio di Loyola, fatti pochi passi, eccomi quasi inciampare sul monumento funebre  del Beato Angelico. Disteso su una lastra di marmo, in marmo lui pure, il domenicano pittore, divino devoto, dorme nella serenità rotonda della vera vita, nelle dolci mani del Signore. Qualche anno fa, l’8 aprile del 2018, una mano sacrilega lo ha colpito sul volto, sfregiando bellezza e santità dei luoghi e ferendo un pittore amatissimo, perché pittore di Dio. Pura coincidenza: proprio in quei giorni, a Firenze, si stava combattendo la battaglia finale per evitare la chiusura del glorioso convento di San Marco, custodito per più di 600 anni dall’Ordine dei Predicatori, cioè i Domenicani, ma riformati, e che era stato affrescato proprio da Fra Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico. A nulla sono serviti sit in, petizioni, richieste al Vescovo, ai Cardinali, al Pontefice regnante, proteste, preghiere: nel dicembre del 2019, gli ultimi tre padri domenicani sono andati via. Come i loro confratelli che hanno abbandonato le sacre mura alla spicciolata, nei mesi precedenti, lasciando a San Marco il cuore.

Portoni chiusi, chiusa la gloriosa farmacia che produceva gli alchermes amati da Lorenzo il Magnifico, chiusa la Biblioteca “Arrigo Levasti”, che era centro pulsante della vita spirituale e intellettuale fiorentina. Un lockdown nel lockdown e in tutta deprimenza.  Il futuro per ora è assai incerto e ricco solo di pericoli perché ci possono essere furti, disastri metereologici, crolli, occupazioni: se non c’è l’occhio amoroso di chi v’abita, come si fa? Prima di metter  la prima e di andar diritti al cuore della questione per capire o almeno cercare di capire perché una storia plurisecolare è finita in questo modo, un passo indietro è d’obbligo perché non tutti sono fiorentini e non tutti sanno che il Convento di San Marco, ricostruito per l’Ordo Praedicatorum dall’architetto Michelozzo sopra l’antico convento dei Benedettini silvestrini grazie a una ricca donazione di Cosimo il Vecchio e consegnato ai domenicani nel 1437,  è un’icona del Rinascimento, meraviglia nel meraviglioso scrigno di Firenze, cuore spirituale della città del Giglio. Sono stati Priori di San Marco Girolamo Savonarola e Sant’Antonino Pierozzi, vescovo e patrono di Firenze. A San Marco fu attivo  il Beato Angelico. A San Marco abitò, per molti anni, il famoso sindaco di Firenze,  Giorgio La Pira, morto in odore di santità e dichiarato Venerabile nel 2018.

Per circa 450 anni, dunque, i seguaci del dolcissimo San Domenico, nel loro severo abito bianco e nero, hanno vissuto nell’ampia struttura monumentale, camminato nei verdi chiostri, dormito nelle stupende celle affrescate dal loro illustre confratello. Poi, negli anni Sessanta del XIX secolo, con l’arrivo dei piemontesi e in forza di leggi inique, lo Stato unitario si è mangiato l’intero Convento, insignorendosi della parte dove aveva operato il genio del Beato Angelico e lasciando ai frati, che allora avevano una parrocchia, di restare nell’altra parte e di continuare con il loro “servizio sociale parrocchiale”. L’occupazione e la convivenza hanno avuto alterne vicende. Ogni tanto lo Stato si accaparrava qualche stanza in più  e i frati dovevano farsi più piccini. Ma tutto è andato avanti, tra alti e bassi, per altri centocinquanta anni circa. E allora, che cosa è successo negli ultimi sette anni, perché i frati domenicani abbiano deciso di chiudere uno dei gioielli di famiglia?

Per farmi un’ idea e cercare di capire, mi sono rivolta a un amico fiorentino.

A quanto sembra, non mancherebbero i denari per mantenere il convento e neppure le vocazioni, nonostante il generale declino. E allora? Negli eventi che hanno condotto alla chiusura avrebbero avuto un ruolo determinante gli equilibri interni dell’Ordine, diviso tra riformati e seguaci della vecchia regola. Ma davvero il denaro non c’entra nulla? Indirettamente c’entra,  perché – e non c’è da stupirsene – il gioiello fa gola a molti, dentro e fuori Firenze. Ci sono insomma progetti e progetti. Anche quello – e sarebbe una splendida idea – di rilanciare la farmacia del convento e renderla competitiva e vitale come la sorella di Santa Maria Novella. Ma per ora il portone è chiuso, il convento è abbandonato e soltanto la chiesa di San Marco è aperta: a dir messa vengono i domenicani di Santa Maria Novella e c’è un sacrestano stipendiato che apre e chiude il portone. Non è certo la stessa cosa…

Ed ecco alcune osservazioni dell’amico fiorentino.

Eccolo: “L’entrata della chiesa, il leone di San Marco è stato restaurato qualche anno fa; all’interno non vi sono dipinti o sculture che richiamino l’Evangelista a cui è dedicata la chiesa.

I frati del Convento di S. Maria Novella, uno al giorno, vengono a San Marco un po’ prima della Messa e un po’ dopo se ne vanno, come impiegati. L’unico fisso è il sacrestano stipendiato.

Il convento rimane abbandonato 24 ore su 24. Durante la storia erano stati i persecutori (Napoleone, lo Stato italiano anticlericale) a voler chiudere il convento, da ultimo sono stati gli stessi frati (oppure persecutori travestiti da frati?) a volerlo abbandonare e sigillare”.

Scrive direttamente il mio amico fiorentino: “Ecco, questa è l’entrata della “fu” Biblioteca di spiritualità “Arrigo Levasti”, Era aperta al pubblico due giorni alla settimana; la lapide sulla destra è stata sradicata con violenza dagli stessi frati. La santità scarseggia, ma non la forza muscolare”.

Si noti il degrado in tutte le foto… un degrado che è vergognoso per i domenicani, per la Diocesi, per il Comune, per la Soprintendenza. E’ così che l’Italia e la Chiesa custodiscono il convento del Beato Angelico, Patrono degli artisti?

La farmacia.

L’entrata del convento (entrati e fatti pochi passi, sulla sinistra possiamo trovare una sala affrescata da Pietro Annigoni, bisognosa di urgenti restauri: chi se ne occuperà ora che il convento è disabitato?)

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23 commenti

  • Francesco ha detto:

    I papi hanno violato le disposizioni del Concilio Lateranense IV che vietava espressamente la costituzione di nuovi ordini religiosi, ciò per sottrarre potere ai vescovi. È possibile che ordini nati per un fine specifico senza vocazioni spariscano. Il Vaticano II tenuto da Giovanni XXIV, Giovanni XXIII fu eletto dal Concilio di Pisa. Se Roncalli che aderiva alla Loggia usurpo’ il nome, il Vaticano II può essere considerato legittimo?

    • Francesco ha detto:

      Il Vaticano II è un concilio pastorale pertanto documenti in linea con la tradizione possono essere accettati, la Dei Vernum è bella, gli altri che collimano vanno respinti. Incorrere nell’ira dei mandarini vaticani è doloroso e difficile, chi tocca i fili muore, il buon cattolico deve semplicemente ignorarli. Le Mura possono essere demolite colpo su colpo se restiamo dentro la città.

  • Lc11,23 ha detto:

    Mortalium Animos non è stata annullata pertanto valida pertanto l’ecumenismo è eresia ed eretici coloro che praticano, lo professano, lo difendono.
    Late sententiae excommunication (can 1364/1)

    • carlone ha detto:

      Sembra da ciò che dice che tutti i Papi dopo Pio XI siano ignoranti in materia.
      Il fatto è che nella Mortalium Animos c ‘è questo presupposto :
      “l’Unigenito Figlio di Dio fondò sulla terra la sua Chiesa.”
      Qualche decennio anno dopo quel presupposto “storico” è stato inglobato in una visione più ampia della Chiesa che la vede radicata in Gesù in tutta l opera e in tutta la Sua vita e non semplicemente fondata sulla terra . Gesù predica del Regno , non della Chiesa .Essa è il frutto della Sua esistenza.

  • anonimo verace ha detto:

    Non mi sembra che la discussione abbia portato a qualche proposta concreta sul come salvare il Convento di san Marco e fare in modo che possa nuovamente essere visitato dai turisti di tutto il mondo.
    La risposta all’intervento di Ecumenico fui mi fa pensare che l’odio antiebraico, in una città come firenze in cui la comunità ebraica ha una bella e grande sinagoga ed anche una casa editrice, non sia affatto sopito, anzi, come ovunque, la persecuzione antiebraica stia appunto crescendo.
    Levasti era un autodidatta, ma scriveva cose importanti. Cose che, morto lui, sono evidentemente scomparse.
    Combattere l’odio, nella reciproca conoscenza , è una cosa buona e saggia. Portare idoli nel Tempio di Dio è contrario a tutto il dettato biblico, sia del Vecchio che del Nuovo Testamento.

  • Iginio ha detto:

    Altra perla. Nell’ineffabile programma di Rai1 “A Sua immagine”, palestra domenicale di buonismo in salsa bergogliana, oggi un frate francescano ha detto che “non esistono persone cattive” ma solo persone tristi che non sanno amare.
    Affermazioni come questa non sono solo una solenne ingiustizia e non credo avrebbero fatto felici, per esempio, le vittime di Auschwitz o di uno stupro ma anche semplicemente tante persone nella loro vita quotidiana. Affermazioni come questa sono il risultato della cattiva teologia insegnata oggi, che dimentica volutamente il Peccato Originale.
    Grazie al Peccato Originale, esistono persone cattive che godono nel fare il male agli altri. Ed esistono persone tristi perché il loro amore verso gli altri è ricambiato col disprezzo e la cattiveria.
    Dire la verità è il primo passo verso la guarigione. Il buonismo invece non salva nessuno ma lascia le cose come sono.

    • carlone ha detto:

      Punti di vista …da quello Divino non esistono nemmeno i buoni….

    • cattolico ha detto:

      guarda che eva non ha disubbidito a eloim. ella dice che ha colto il frutto dall’albero che sta in mezzo al giardino, ed in mezzo al giardino c’era l’albero della vita e non quello della conoscenza del bene e del male. e comunque come potevano essi capire ciò che veniva loro detto visto che non avevano contezza di sè stessi.

      • carlone ha detto:

        Lei è un po’ confuso …rilegga Genesi , e tra le altre cose , noterà che Eva aggiunge in divieto mai espresso da Dio .
        Altro che non contezza di sé , il bla – bla -bla di Eva è un classico del femminile.
        Adamo dormiva …altro classico…e poi si getta nel fuoco per condividerne la sorte invece che salvarla …altro classico..

  • Iginio ha detto:

    Lasciamo da parte i “piemontesi”: la confisca dei beni ecclesiastici avvenne quando Firenze era capitale d’Italia. Ripeto: capitale d’Italia (in attesa che lo diventasse Roma). E non tutti i politici erano d’accordo.
    I problemi di oggi hanno ben altra radice, che è fondamentalmente la secolarizzazione del modo di vivere e di pensare.. esplosa a partire dagli anni Sessanta del Novecento anche dentro la Chiesa. A Firenze poi sono innamorati del Pd, nelle sue varie declinazioni (renzismo pseudoriformista e pseudocattolico, postcomunismo demagogico immigrazionista). Contenti loro…

  • Ecumenico fui ha detto:

    Sentii parlare di Arrigo Levasti più di 40 anni fa. Era il fondatore di una associazione fiorentina ecumenica che , se ricordo bene, riguardava l’Amicizia Ebraico-Cristiana. Era anche il fondatore di quella biblioteca di cui si parla nell’articolo. Visto il crescente odio antiebraico, non sarà messa in atto dai fassisti fiorentini, orgogliosamente rinchiusi nella loro ideologia, una complessa congiura per distruggere non solo l’opera del Levasti, ma anche il suo ricordo ?

    • Lc 11,23 ha detto:

      L’ecumenismo è eresia.
      Si veda l’Enciclica Mortalium Animos di PioXI.

      senza sanare l’abominio del cvII non ci sarà pace ne risorgenza mai.

      • Gaetano2 ha detto:

        No, non dica così! Ma come il conciliovaticanosecondo, donciccio, la luteranizzazione le vescovesse… perfino pachamama che fa tanto grin (nel senso di green), abbiamo quasi l’emancipazione completa…, è che non sapete apprezzare, ecco!

        • Adriana ha detto:

          Gaetano 2 ,
          per me fa tanto Grrrrrr…se penso a quel meraviglioso ambiente con quelle pitture veramente celestiali ,rasserenanti ,soavi .
          Al sindaco rosso e a Rossi , custodi della cultura
          zing-arica , non può importare di meno , naturalmente .

      • Alessandro ds ha detto:

        Oltre alla enciclica “mortalium animos” c’è un decreto ancora più potente, c’è il Concilio di Firenze con la carta “cantate Domino”.
        Perché in ordine di importanza sono “i sacri concili, poi le encicliche, poi le bolle solenni”, l’enciclica può essere annullata da un concilio.
        Ma una cosa stabilita in concilio non può essere annullata da niente, nemmeno da un altro concilio.
        Il problema che i lefebriani non comprendono è proprio questo, che loro si basano su bolle e encicliche, ma tuttavia tacciono il particolare che un “sacro Concilio” è più importante e ha più valore delle encicliche e delle bolle.
        Ubi maior minor cessat.
        Solo una cosa stabilita in un Sacro Concilio riunito regolarmente non potrà mai essere annullata.
        Le encicliche e le bolle possono essere annullate da un Concilio.

      • Alessandro ds ha detto:

        “La Chiesa crede fermamente, confessa e annuncia che nessuno di quelli
        che sono fuori della chiesa cattolica, non solo i pagani, ma anche i
        giudei o gli eretici e gli scismatici potranno raggiungere la vita
        eterna, ma andranno nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
        suoi angeli se prima della morte non saranno ad essa riuniti”

        (Concilio di Firenze, Bolla cantate Domino, 1442, Denzinger 1351).

        • Lc 11,23 ha detto:

          Mortalium Animos non è stata annullata pertanto è valida pertanto l’ecumenismo è eresia ed eretici sono tutti coloro che lo praticano, lo professano e lo difendono
          Late sententae excommunication (can 1364/1)

          • Alessandro ds ha detto:

            Forse mi sono spiegato male io, non ho detto che non è valida.
            Ho detto che se non ci fossero i decreti dei Santi Concili che dicono la stesse cose, poteva essere abolita dal concilio vaticano II, in quanto il concilio è più potente di una enciclica.
            Legga il testo di “cantate domino” che ho copiato.

          • Enrico ha detto:

            Io, invece, da lefebvriano, dico che stare ancora a duellare dialetticamente a suon di citazioni e contro citazioni, per fare a gara a chi ne sa di più fa il gioco di Berlicche e dei berlicchiani che sono legione.

            Il vaticano II e il novus ordo hanno prodotto i frutti marci che più marci non si può e che nessuno può negare, ameno che non sia un … berlicchiano.

            Vaticano II e novus ordo vanno aboliti.

        • Lc 11,23 ha detto:

          …e nel caso Lei si riferisca a me, ecco, io non sono lefevriano. tento e spero di essere cattolico per cui ribadisco il cvII è stato un abominio masssimamente realizzato e benedetto da infiltrati anticattolici. Basta leggere e vederne i frutti per capire. La frattura va sanata, il cvII nei suoi effetti va abbrogato.

        • Lc 11,23 ha detto:

          Mortalium Animos non è stata annullata pertanto valida pertanto l’ecumenismo è eresia ed eretici coloro che praticano, lo professano, lo difendono.
          Late sententiae excommunication (can 1364/1)