BASTA GUANTI, LO DICONO LE REGIONI. BASTA ANCHE PER L’EUCARESTIA.

9 Giugno 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, l’avvocato Maria Stella Lopinto ci ha scritto, per annunciare una grossa novità, che si spera abbia una ricaduta immediata sulle famigerate norme imposte per la distribuzione dell’eucarestia. Buona lettura, nella speranza che la Conferenza Episcopale Italiana sia rapida nel recepirle così come lo è stata nell’assecondare i diktat del governo. 

 

§§§

Pregiatissimo Direttore,

vi è una grossa novità. La Conferenza delle Regioni, come potrà leggere nell’allegato, ha emanato il 25 maggio un’ordinanza che esclude l’uso dei guanti in tutte le attività pubbliche, a partire dalle attività di ristorazione, bar, attività turistiche, strutture ricettive, servizi alla persona, commercio al dettaglio, piscine, palestre, ma anche uffici con contatto col pubblico come gli uffici postali (pag. 3).

La novità non ha “stranamente” avuto una neppur minima risonanza, considerato il rilievo che ha sia a livello informativo che psicologico per tutti gli italiani, e comunque per il clamore che ha avuto la questione dei guanti negli ambienti cattolici a seguito del protocollo del 7 maggio scorso intervenuto fra la Cei e il Governo italiano per la distribuzione dell’Eucarestia.

Insomma i guanti non sono più considerati fra “le misure di prevenzione e contenimento riconosciute a livello scientifico per contrastare la diffusione del contagio”, tanto che si precisa che “RELATIVAMENTE ALL’UTILIZZO DEI GUANTI MONOUSO, IN CONSIDERAZIONE DEL RISCHIO AGGIUNTIVO DERIVANTE DA UN LORO ERRATO IMPIEGO, SI RITIENE DI PRIVILEGIARE LA RIGOROSA E FREQUENTE IGIENE DELLE MANI CON ACQUA E SAPONE O SOLUZIONE IDRO-ALCOLICA”.

 

Il lungo elenco delle attività cui si riferisce la suddetta precisazione la dice lunga in ordine al convincimento a cui è giunta la Conferenza delle Regioni, che del resto è esplicita nel dire che “tutte le indicazioni riportate nelle singole schede tematiche devono intendersi come integrazioni alle raccomandazioni igienico-comportamentali finalizzate a contrastare la diffusione di SARS-CoV-2 IN TUTTI I CONTESTI DI VITA SOCIALE”.

La Conferenza delle Regioni precisa inoltre che “le indicazioni si pongono in continuità ..con i criteri generali di cui ai documenti tecnici prodotti da INAIL e ISTITUTO SUPERIORE di SANITA’, con il principale obiettivo di ridurre il rischio di contagio per i singoli e per la collettività”.

La Conferenza delle Regioni infine raccomanda che “le indicazioni operative di cui al presente documento, eventualmente integrate con soluzioni di efficacia superiore, siano adattate ad ogni singola organizzazione, individuando le misure più efficaci in relazione ad ogni singolo contesto” e che le procedure/istruzioni in atto siano opportunamente integrate.

L’ordinanza della Conferenza delle Regioni è stata recepita da ogni singola Regione, come evincibile dalle ordinanze rinvenibili sui rispettivi siti, e del resto basta andare in qualsiasi bar, ristorante, o anche presso gli uffici postali per riscontrare l’assenza dei guanti e il disinvolto passaggio dei più diversi oggetti (dalle bottigliette, ai piatti, ai bollettini postali) A MANI NUDE.

 

Ovviamente ho informato immediatamente il Cardinale Bassetti con una mail indirizzata alla CEI, certa di dargli una splendida notizia, visto che potrà finalmente sollevare i sacerdoti dall’improprio uso liturgico.

 

Quale sorpresa poi nel leggere che qualche ora fa l’Oms ha a sua volta disincentivato l’uso dei guanti perché pericolosi: “L’Oms non raccomanda l’uso di guanti per contenere la diffusione del coronavirus perché può aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare ad una autocontaminazione o a una trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso”.

La successione cronologica mi fa addirittura pensare che il dato sulla pericolosità dei guanti fosse ormai acquisito da tempo (la Federazione dell’Ordine dei Medici è rimasta purtroppo a lungo inascoltata), visto che è già sfociato a livello di Conferenza delle Regioni fin dal 25 maggio e oggi è assurto a dato mondiale con l’OMS. E a maggior ragione mi chiedo perché il dato è rimasto oscurato. Soprattutto è stato portato all’attenzione a tu per tu, quasi segreta, dei singoli esercenti e utenti pubblici, ma non dei cattolici.

 

Insomma, sarebbe urgente che nel giro di qualche ora i Vescovi e i sacerdoti, consapevoli che l’uso dei guanti è addirittura pericoloso, non li utilizzino più per la distribuzione delle Ostie. Se non li ha convinti la “sacrilegalità”, speriamo che li convinca la pericolosità.

 

E speriamo anche di non vedere più nemmeno le PINZE che alcuni sacerdoti hanno stranamente adottato, forse convinti di fare “meno” sacrilegio che con i guanti e di salvaguardare comunque dal contagio i fedeli.

Sed contra: a) come ha detto il Cardinale Sarah, le pinze sono ugualmente sacrileghe, forse in misura meno evidente che nel caso dei guanti, ma con ciò che è male in sé non si può essere tolleranti e transigenti, soprattutto quando il bene offeso è tanto più non negoziabile quanto più è Assoluto, come nel nostro caso – come se tutto sommato uno schiaffo si possa dare, visto che si evita di dare una bastonata -, b) con le pinze, che vorrebbero forse costituire una facile mediazione fra la disobbedienza a Dio e a Cesare, si disobbedisce invece ad entrambi i padroni (come Arlecchino), per cui i sacerdoti finiscono per mettere in piedi una farsa che contravviene all’una e all’altra legge, destando solo sconcerto fra i fedeli e mettendosi ridicolamente a rischio sia con l’autorità civile che con quella ecclesiastica, perché non possono nemmeno invocare l’obbedienza, visto che violano ogni legge, c) l’uso delle pinze non salva da un presunto contagio, così come dimostrato dall’odierno divieto dei guanti, perché è EVIDENTE che le pinze non sono altro che un prolungamento delle mani inguantate, per cui è illogico pensare che con i guanti si contagi e con le pinze no, visto che le pinze sono esposte a “viralizzarsi” tutte le volte che si avvicinano ai fedeli, così come i guanti, e costituiscono quindi un veicolo di contagio peggiore, anche perché è più facile governare le mani che non le pinze, e queste sono più esposte al contatto, essendo rigide e non certo gestite con la perizia di un chirurgo, d) se effettivamente vi fosse stato il serio e concreto pericolo di un contagio evitabile con l’uso delle pinze quale extrema ratio, le pinze avrebbero costituito un autorevole rimedio fin da subito, ed invece i sacerdoti che hanno fatto ricorso alle pinze lo hanno fatto per “iniziativa personale” e solo dopo il protocollo, bocciando motu proprio i guanti ma promuovendo un’alternativa non richiesta e che comunque contravviene alla liturgia, assumendo un comportamento che sa più di bizzarria, preteso estro, smania di protagonismo in violazione delle regole, pretesa di individuare la soluzione giusta pur se non richiesta. E comunque assumendo un comportamento contraddittorio che, pur disobbedendo alla liturgia, si piega con timore reverenziale verso l’autorità civile/ecclesiastica e non certo perché motivato dal fine di preservare i fedeli dal contagio: è sufficiente che tali sacerdoti si chiedano perché non l’abbiano fatto prima del protocollo e se usano le pinze anche quando non temono di essere visti! La buona fede è facile da stanare! E non si può essere così permissivi su una materia così grave e nei confronti di soggetti che per definizione sono periti in materia. Mi scuso per l’apparente severità, ma è dettata dall’esame astratto della questione e non vuole esprimere giudizi personali, auspicando che ognuno faccia poi i conti con la propria coscienza e tragga motivo per emendarsi.

 

Vorrei soffermarmi sul se è sacrilego usare le pinze per distribuire l’ostia, argomento che dovrebbe farla da padrone su tutti gli altri. Premesso che è davvero un cattivo segno dover disquisire su questioni che dovrebbero essere acquisite, scontate, inattaccabili, soprattutto da parte dei Ministri della Chiesa, persone che dovrebbero aver ricevuto una formazione accuratissima sulla verità centrale della nostra fede, vorrei rifarmi ad una fonte incontestabile quale San Francesco d’Assisi, sicuramente tanto caro anche a Papa Francesco, che non dovrebbe lasciare dubbi sulla deprecabilità dell’uso delle pinze e che così recita:

 

A TUTTI I CHIERICI

SULLA RIVERENZA DEL CORPO DEL SIGNORE

207

1Badiamo, quanti siamo chierici, di evitare il grande peccato e l’ignoranza, che certi hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo…

3Niente infatti abbiamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue..

208

4Tutti quelli, poi, che amministrano sì grandi ministeri, considerino tra sé, soprattutto chi li amministra senza il dovuto rispetto, quanto siano vili i calici, i corporali, le tovaglie usate per la consacrazione del corpo e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo.

5E da molti il corpo è lasciato in luoghi indegni, è portato per via in modo lacrimevole, è ricevuto senza le dovute disposizioni e amministrato senza riverenza.

209

8Non dovremmo essere ripieni, per tutto questo, di zelo dato che lo buon Signore si offre alle nostre mani e noi lo abbiamo a nostra disposizione e ce ne comunichiamo ogni giorno? 9Ignoriamo forse che dobbiamo venire nelle sue mani?(2).

10Orsù, di tutte queste cose, e di altre, subito e con fermezza emendiamoci, 11e ovunque il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo sarà stato senza decoro collocato e lasciato, sia tolto di là e sia posto e custodito in un luogo prezioso. ..

13E sappiamo che tutto ciò siamo tenuti ad osservare sopra ogni altra cosa secondo i comandamenti del Signore e i precetti di santa madre Chiesa.

14E chi non farà questo sappia che deve rendere ragione al Signore nostro Gesù Cristo nel giorno del giudizio.

15E chi poi farà trascrivere questo scritto perché meglio sia osservato, sappia che il Signore lo benedirà.”

 

Non c’è scritto che le pinze sono vietate, ma non dovrebbe essere necessario prevedere una norma esplicita che vieti l’uso di un oggetto o tal comportamento, perché quando si arriva a dover prescrivere esplicitamente ciò che viola un bene, circoscrivendone in modo sempre più analitico i motivi di dignità e sviscerando certosinamente perché un certo comportamento è offensivo, vuol dire che si è perso il senso del bene, tanto da dover fare sempre più uso della ragione. L’uso della ragione è fondamentale e imprescindibile, ma la sua applicazione segue all’esistenza di un bene, trova un orientamento, un confine, proprio nel valore assoluto del bene, non potendone prescindere. Altrimenti la ragione vaga persa senza trovare un nord, mai paga di risposte ai perché. Quando si è costretti a dare eccessive spiegazioni per difendere la vita appena concepita o il bene matrimonio, o il bene paternità, o il bene figli, o il bene lavoro, o il bene giustizia (i tribunali oggi chiusi da mesi sono un pessimo segno di perdita di umanità e di senso comune, più che di civiltà, perché il bisogno di giustizia è connaturale all’uomo, a prescindere dal grado di civiltà), vuol dire che si va verso una deriva pericolosa e occorre recuperare terreno per non finire “snaturalizzati”, per non rischiare di perdere il senso del vero e il senso di sé. Non dovrebbe essere quindi necessario sviscerare il perché l’uso delle pinze sia sacrilego e il doverne invece parlare è indice di una patologia del senso del bene. Ancor più se il bene in gioco è quello assoluto e chi nutre dubbi sul come trattarlo sono proprio i sacerdoti a cui è affidato quel bene assoluto.

 

Come breve chiosa mi pare ultroneo, eppure paradossalmente necessario, precisare che le pinze sono vili per definizione, perché lo è già il nome, pinze, termine che evoca un’azione violenta perché necessita di usare la forza, il dover stringere oltre modo un oggetto, per l’insufficienza delle mani nel toccarlo e prenderlo: con le pinze si evita che le mani consacrate, uniche a poterlo fare, tocchino l’ostia, non già per rispetto ma perché la reputano “pericolosa” per il contagio, prendendone le distanze, con un’azione che anche figurativamente è offensiva. E ricordiamoci chi è l’Offeso. Né si potrebbe giammai pensare che le pinze siano più rispettose e amorevoli delle mani. Una madre, un fidanzato, un marito, un fratello, una figlia, non toccherebbe mai la persona amata con una pinza, ma semplicemente laverebbe accuratamente le mani e le userebbe con il massimo amore, tranne che non sapesse di essere egli/ella stessa contagiato ed allora si asterrebbe, dovrebbe astenersi. Insomma, l’unica ipotesi plausibile sarebbe quella che non vi fossero altri sacerdoti oltre al contagiato. Ma non è questo il caso, anzi, quanti sacerdoti in questi tempi di Covid hanno peccato di omissione e sono spariti dalla circolazione, invece di approfittare di un’occasione unica nella vita!

Considerato che è evidente, oggi confermato dalla Conferenza delle Regioni, dall’INAIL, dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’OMS, che le pinze non possono che essere, proprio perché sostitutive dei guanti, occasione di ripetizione di contagio ancor più pericoloso, a maggior ragione chi ha ritenuto di assumere la non richiesta iniziativa personale di usare le pinze, lo ha fatto solo a causa del protocollo (lo avrebbero fatto a prescindere da quello?), in sostituzione del prescritto uso dei guanti, e quindi non col fine di salvaguardare i fedeli, ma con quello di evitare i guanti. Costoro hanno mostrato certamente un’apprezzabile sensibilità (visto che ci sono invece sacerdoti che hanno usato i guanti senza alcuno scrupolo apparente, con un esibizionismo che fa penosamente emergere uomini annoiati dalla monotonia della solita liturgia e rinvigoriti dalla novità della teatralità offerta dal poter indossare guanti colorati, con gestualità eccessive, vanagloriose, quasi trionfanti, come se finalmente avessero trovato l’occasione della vita), ma lo hanno comunque fatto col fine di mantenere una parvenza di “obbedienza” evitando di toccare l’ostia con le mani, il che evidentemente non è motivo sufficiente per far compromettere il bene assoluto dell’Eucarestia al solo fine di salvarsi la pelle dalle sanzioni ecclesiastiche. Il protocollo infatti non prevede sanzioni civili, quindi i sacerdoti nell’usare le pinze hanno solo avuto la soggezione verso i superiori ecclesiastici per eventuali punizioni o ritorsioni che potessero penalizzarli. Insomma, l’unico motivo apparentemente sotteso (perché ognuno approfondirà in coscienza) all’uso delle pinze in questo periodo di protocollo Cei/Governo è il tradimento di Dio per un’affermazione personale o per salvarsi la pelle, la carriera, la vita comoda, evitare la reprimenda, scendere a compromessi per non perdere il consenso del vescovo o del superiore e farla però purtroppo pagare all’Unico che dà il senso al sacerdozio. Chi ha usato le pinze in questo periodo, ha quindi tradito Dio per un inutile consenso, perdendo per un attimo il senso e l’obiettivo del proprio sacro Ministero.

Si è parlato di pinze usate in tempi di peste e di pinze conservate nei musei a riprova della liceità del loro uso. Prima di tutto tali racconti paiono di nicchia, visto che i racconti più significativi sono quelli delle processioni indomite e delle Comunioni amministrate dai Santi nonostante le epidemie. Non sottovaluterei poi il fatto che la citazione delle pinze usate in tempi in cui la scienza non aveva raggiunto i progressi attuali appare quantomeno anacronistico e forzato, tanto che non sono state prescritte dal protocollo Cei/Governo, né direttamente consigliate da alcun santo pastore o dotto scienziato, ma sono state solo frutto della iniziativa personale, quasi un tentativo di protagonismo alternativo rispetto a chi ha usato festosamente i guanti, come se le pinze fossero più chic (ed infatti costano sicuramente “molto” più dei guanti).

Mi chiedo poi se, in un futuro ipotetico scenario epidemico, le foto dei sacerdoti che nel 2020 hanno distribuito la Comunione con i guanti potranno mai diventare argomento per affermarne la liceità liturgica e diventare fonte autorevole per la ripetibilità di tali gesti. Che un fatto sia accaduto ne prova solo l’accadimento ma non l’intrinseca bontà, né la consacrazione a rito liturgico. Le foto di oggi come le stampe di ieri che riproducono sacerdoti con le pinze, non possono costituire una fonte che conferma la bontà di un comportamento, addirittura riconosciuto dalla Chiesa. In questo caso sì che l’uso della ragione dovrebbe approfondire e considerare come, così come oggi il terrorismo covid l’ha fatta da padrone inducendo a scelte scellerate e autolesioniste su ogni fronte, altrettanto dicasi per ipotesi analoghe svoltesi secoli fa in tempi di peste ed epidemie, per di più non accompagnate da altrettanta “scienza” come oggi. E se oggi, nonostante cotanta scienza che ci contraddistingue, si sono fatte scelte prive di ogni logica oltre che di scientificità, a maggior ragione quelle raffigurazioni con le pinze risalenti a secoli fa possono solo essere il racconto doloroso di quanto avvenuto in occasione di altre epidemie, senza che vi possa essere una seppur minima pretesa di liceità, ma semmai godere di un’attenuante in ordine alla gravità di quei comportamenti. Non si può dire altrettanto oggi. Oggi non ci sono attenuanti. Perché è banalmente rilevabile ad occhio nudo come le pinze non preservino da nulla.

Saranno sufficienti le parole di San Francesco per convincere del sacrilego uso delle pinze?

Basterà l’OMS e la Conferenza delle Regioni e l’INAIL e l’Istituto Superiore di sanità per vedere scomparire IMMEDIATAMENTE lo scempio dei guanti?

Roma, 8.6.2020

maria stella lopinto

§§§

§§§




 

STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK C’È LA PAGINA

stilumcuriae




SE PENSATE CHE

  STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA 

OPPURE CLICKATE QUI 




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina


LIBRI DI MARCO TOSATTI

Se siete interessati a un libro, cliccate sul titolo….


Viganò e il Papa


FATIMA, IL SEGRETO NON SVELATO E IL FUTURO DELLA CHIESA

Fatima El segreto no desvelado

  SANTI INDEMONIATI: CASI STRAORDINARI DI POSSESSIONE

  PADRE PIO CONTRO SATANA. LA BATTAGLIA FINALE

  Padre Pío contra Satanás

La vera storia del Mussa Dagh

Mussa Dagh. Gli eroi traditi

Inchiesta sul demonio

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , ,

Categoria:

18 commenti

  • wisteria ha detto:

    Se ci fosse un effettivo pericolo, meglio le pibze liturgiche che i guanti, ma ormai il virus sta scemando e penso che dovremmo pensare al dopo. La chiesa in particolare dovrebbe riparare al danno fatto con la sua colpevole assenza, quasi diserzione, nei confronti dei fedeli.

  • Catholicus ha detto:

    “I falsi pastori della falsa chiesa mentono, spergiurano, ingannano i fedeli, tradiscono le pecorelle del gregge che è stato loro affidato, le spingono verso i lupi famelici perché ne facciano strage … Bergoglio vuol cambiare la parola di Cristo: Si veda il documento di Abu Dhabi, negazione del vero Vangelo di Gesù, nel quale è scritto: Andate e predicate: e chi crederà e verrà battezzato, sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. Dunque, Bergoglio è un falso pastore, e sono falsi pastori tutti quelli che vanno dietro a lui;. Bergoglio non è papa… mai nella storia si è visto un sedicente papa come Bergoglio; mai un papa si è macchiato di tali e tanti crimini contro la verità e contro la fede… il capo della Chiesa, non lo si scordi mai, è uno e uno solo: Gesù Cristo… a nessun papa spetta tracciare la via; la via è già tracciata, una volta per tutte … figuriamoci se potrebbe farlo un papa eretico, illegittimo, bugiardo, fraudolento, perfido, mendace, calunniatore, blasfemo, ipocrita, senza carità, senza misericordia, senza giustizia.
    Quel che sta accadendo nella Chiesa sta accadendo anche nel mondo. È in atto un assalto globale delle forze del male contro la luce di Cristo; i figli delle tenebre gioiscono, pensando di aver già vinto la battaglia; ma s’ingannano. L’ultima parola sarà di Cristo, il quale sconfiggerà ogni nemico, e manderà in fumo l’ambizioso progetto del Diavolo, quello di vanificare gli effetti della Redenzione”
    http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/9173-figli-della-luce-e-delle-tenebre
    Così parla il professor Francesco Lamendola; parole confortanti, come un balsamo spalmato su ferite sanguinanti.

    • Lino ha detto:

      Scusa giusto per sondare la serietà dell’articolo, mi spieghi questa frase?

      Bergoglio non è papà….perché non era trascorso il periodo prescritto fra le dimissioni del papa e la nuova elezione

      Di che parla? Che prescrizioni ci sono?

      • Catholicus ha detto:

        “A prescindere”, direbbe Totò, da ogni considerazione di ordine canonico legale, bastano le confessioni della mafia di san gallo ( Daneels, Touran), la sfacciata piaggeria massonica di Berhoglio per capire che non solo non è papa, ma manco cristiano. È solo il liquidatore fallimentare della Chiesa Cattolica, per conto dei poteri occulti ( massonerie e satanisti varii), il responsabile del braccio ecclesiastico del moderno cesaropapismo, di origine e ispirazione luciferina. Il NWO è il suo obiettivo, Cristo e Maria Ss.ma gli sono d’intralcio, per ora li usa come paravento

  • Nunzia ha detto:

    A seconda delle parrocchie sono state adottate misure che definire drastiche o cervellotiche non è esagerato. C’è che ha preteso i guanti per i lettori ,che devono sanificare le mani all’ingresso della chiesa. C’è chi alla richiesta del fedele di ricevere la santa Eucaristia su un fazzolettino e poi assumerla con la bocca,ha risposto :”la sua mano è più pulita!”.C’e chi ha esagerato con le distanze per cui marito e moglie devono sedere alle estremità del banco.Alcuni parroci usano le pinzette,altri un guanto nero di lattice….ma tutti ,dico tutti, hanno adottato un atteggiamento arrogante e pronto a controbattere di fronte alla legittima richiesta di ricevere il Signore sulla lingua :” nella chiesa delle origini si prendeva sulla mano”. Non aggiungo altro.

  • Adriana ha detto:

    Bellissime tutte queste dettagliate istruzioni derivate dall’OMS …e le ” preziose risorse ” ?
    https://www.lanuovabqit/it/coronavirus-oms-a-servizio-del-governo-cinese/

  • Lino ha detto:

    Ma perché i guanti sono sacrileghi?

    • Saverio ha detto:

      Semplicemente perché la Santa Chiesa determina, con delicatezza, affetto e rispetto per il Suo Divin Sposo, che il materiale destinato a essere in contatto con il Santo Sacramento sia durevole e nobile. Ora, i guanti monouso non sono né durevoli né nobili! E dopo essere stati a contatto con il sacratissimo Corpo di Gesù vengono buttati nella spazzatura… Come sarà possibile consacrare, ossia, separare esclusivamente per l’uso liturgico, un oggetto di plastica, da scartare dopo averlo usato?
      Poi dal punto di vista medico i guanti sono inutili se non pericolosi…
      Povero Gesù! Come viene trattato dai suoi ministri! Se almeno questo non fosse anche un segno dello stato spirituale di molti di loro… Le anime cui Lui più ama sono proprio queste a trattarlo peggio. Preghiamo e facciamo penitenza!

  • Alda ha detto:

    Concordo…. Un pistolotto infinito, in fondo non ci si arriva

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Avvocato, mi auguro che la prenda nel senso giusto. La battuta che segue non è mia, ma di Bruno Finzi, insigne ingegnere, matematico, fisico e accademico italiano, che fu professore di analisi matematica e di meccanica razionale al Politecnico di Milano. Quando voleva dire che un certo enunciato o un concetto era in sè evidente usava questi termini :– e questo lo capirebbe anche un avvocato–. Intendo con ciò che, per essere capito, non richiedeva una particolare competenza o specializzazione nella materia.
    Ora mi chiedo: come è possibile che quelli che dovrebbero essere i nostri maestri in tema di Liturgia e Sacramenti, non capiscano quello che Lei ha invece evidenziato con tanta chiarezza?

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Smetterla con i guanti è una buona cosa. Ma tanto sfoggio assolutamente sprecato contro le pinze.
    Andiamoci piano col gridare sacrilegio sacrilegio. Non sono gli oggetti a essere sacrileghi, ma forse il cuore di chi li usa, e nel cuore chi può leggere ?

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Innanzitutto: BASTA approssimazione ad ogni livello, a partire dall’OMS da cui ancora si aspetta una risposta chiarificatrice ed esaustiva sull’origine della pandemia e sui tempi esatti dell’inizio della circolazione del virus. E BASTA con il balletto di sentenze dissonanti da parte di virologi che hanno contribuito ad accrescere confusione e paura.
    BASTA, infine – ma non da ultimo – all’indecoroso gioco degli specchi portato avanti ai piani alti della gerarchia ecclesiastica, dissimulando incapacità e mancanza di buona volontà nell’assunzione delle proprie responsabilità.

  • Mikhael ha detto:

    Ho letto solo una prima parte poiché con il tempo che si impiegherebbe a finire il testo, è decisamente più benefico fare un S. Rosario.
    Sull’uso delle pinze si ritorna su un argomento liquidato dall’autore con poco approfondimento.
    Se si utilizzano quelle per il ghiaccio o per le olive per prendere la Divina Eucaristia non solo è sacrilego ma oltraggioso verso la fede dei semplici. Qualora zelanti consacrati adoperassero quelle liturgiche con le punte d’oro da distribuire ai fedeli in ginocchio e sulla lingua allora non vedo nessuna profanazione!
    Il problema è far capire al clero servitore del principe di questo mondo che le buffonate contro il SS. Sacramento culminate con la proibizione delle processioni per il Corpus Domini costeranno care a lor signori in questa vita o nell’altra a meno di un improbabile pentimento vista la loro cieca superba arroganza.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    La Cei, dopo i rimbrotti dell’Avvocato ha rispolverato un vecchio progetto:

  • Alberto Speroni ha detto:

    una lunghezza IMPOSSIBILE !