GOTTI TEDESCHI: IL GOVERNO NON PENSI A FARE PATRIMONIALI….

23 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, qualche giorno fa abbiamo rilanciato dal sito di Formiche.net un appello del prof. Capelli, e di altre personalità rivolto al governo affinché non mettesse ostacoli alla ripresa economica. Il sito ha intervistato il prof. Ettore Gotti Tedeschi, su questo argomento, e ci sembra interessante rilanciare anche questo intervento. Buona lettura.

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Il banchiere ex numero uno dello Ior a Formiche.net: l’appello di Giulio Sapelli è condivisibile perché lancia una battaglia sacrosanta, rimettere al centro la nostra produttività. Ma non può prescindere da tre riflessioni…

L’impresa al centro, anche perché se l’Italia ha un problema non è tanto il debito pubblico, quanto il Pil. Ettore Gotti Tedeschi, banchiere di lungo corso con un passato ai vertici dello Ior e nel board di Cdp, dice la sua in merito all’appello firmato da Giulio Sapelli, Gaetano Cavalieri, Marco Gervasoni, Corrado Ocone, Antonio Pilati,Aurelio Tommasetti, Giorgio Zauli, per un’Italia che riparta dai suoi fondamentali: le imprese, le famiglie, in una parola, la produttività.

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“Io sono totalmente d’accordo con il senso del manifesto, ci mancherebbe altro. Anzi lo avrei firmato anch’io”, premette il banchiere. “Avrei proposto di considerare solo alcune riflessioni, per l’esattezza tre. La prima: che significa sostenere la crescita della nostra economia privata, i nostri produttori, nel contesto di cambiamenti necessari della globalizzazione? La seconda: che significa avere un governo che sappia affrontare i problemi urgenti? La terza: il tema del debito pubblico?”.

Una premessa semplificativa. “Abbiamo fatto errori legati alla deindustrializzazione del Paese, con eccessive e spesso errate delocalizzazioni e la perdita di grandi imprese trainanti (per esempio l’automobile). Ma abbiamo alcuni vantaggi competitivi: le medie imprese italiane che tutti ci invidiano ed il risparmio delle famiglie”.

TRA GLOBALIZZAZIONE E INTERESSE NAZIONALE

Gotti Tedeschi pone un tema, la globalizzazione. “Il manifesto lascia immaginare la fine di una certa globalizzazione. Certo, va gestita nell’ottica di rilanciare le nostre imprese, il nostro sistema industriale. Per riuscirci però io devo prima capire quali sono gli input e gli output di questo sistema”, spiega il banchiere. “Ciò perché non si potrà mai prescindere dalla interrelazione con molti altri mercati. Il caso della Regione Veneto e della sua spinta alla riapertura è esemplare. Perché molte imprese del Veneto son in grande parte sub-fornitori della Germania. Quasi si direbbe che è una regione economica integrata alla Germania e questo spiega quanto siamo drammaticamente collegati ad altri sistemi industriali”.

Il punto è che “non abbiamo imprese trainanti da stimolare per un rilancio immediato, ma abbiamo regioni economiche trainanti. Va benissimo mettere al primo posto il rilancio delle nostre aziende e non ci devono esser dubbi che i nostri imprenditori privati sappiano loro che fare. Io credo solo che ci sia uno spazio elevato per una ripresa più rapida rimpatriando produzioni delocalizzate dove potremmo avere vantaggi competitivi nuovi, non legati solo al costo di produzione, ma alla qualità e grazie a tecnologie di cui disponiamo”. In questo senso la tecnologia “ci consentirebbe di compensare il basso costo della manodopera di altri Paesi”.

CERCASI POLITICA (CREDIBILE)

La politica però deve fare la sua parte. “In questo momento di trattative, si riconosce l’importanza di avere un governo credibile con i nostri partner europei. Ci sono Paesi europei convinti che non meritiamo troppa fiducia, perché siamo un Paese di evasori fiscali. Le accuse mosse all’Italia, di aver governi instabili, alto debito pubblico, altissimo sommerso ed evasione fiscale, vanno controbattute spiegando i vantaggi competitivi italiani che valorizzano l’Europa intera”.

Un esempio? “La Germania, probabilmente pensando anche al valore dell’euro verso il dollaro o altre valute, sta dimostrando di essere più vicina all’Italia, conscia anche del fatto che se la Germania oggi avesse il Marco sarebbe penalizzata, perché troppo forte. La Germania beneficia dunque di un euro frutto delle forze ma anche debolezze dei Paesi che lo compongono”.

LA BALLA DEL DEBITO PUBBLICO

Terza questione, il debito pubblico italiano, salito al 155,8% del Pil in conseguenza delle misure per il coronavirus. “A un certo punto del manifesto si parla del problema del debito pubblico. Il problema italiano non è l’alto debito pubblico, perché di una nazione va valutato il debito totale, includendo quindi anche il debito privato industria, finanza, famiglie. E la lezione americana del 2009 spiega che tutto diventa debito pubblico in una situazione di default. In più il nostro problema è la non crescita del Pil e conseguentemente la crescita del rapporto debito pubblico/Pil. Ed è bene ricordare che a inizio anni 2000 il debito pubblico/Pil era al 120%. Nel 2011 era stato ridotto al 100%”.

Tradotto, “è dal 2011 che grazie alle manovre di austerity il nostro Pil continua a crollare, verso invece la crescita del Pil dei partner europei. Salendo il debito pubblico (pre-Covid) fino al 135% del Pil. Ma ciò perché si è riusciti a far crollare la crescita del Pil pro-capite italiano. Questo lo spiega l’Ocse, non Topolino”.

Una conclusione? Il messaggio del manifesto “è perfetto. Manca solo la raccomandazione di non pensare neppure a fare patrimoniali ora. Si pensi piuttosto a rendere attraente l’investimento di risparmio italiano nella ripresa italiana, domestica, per creare crescita Pil, crescita occupazione, tasse pagate e quindi diminuzione debito pubblico”.

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8 commenti

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    “Si pensi piuttosto a rendere attraente l’investimento di risparmio italiano nella ripresa italiana”. Queste le parole con le quali Gotti Tedeschi conclude il suo intervento.
    Due giorni fa ho telefonato alla mia banca per chiedere se mi fosse possibile investire una piccola cifra nei BTP Italia emessi una settimana fa. Mi è stato risposto che non era possibile perchè i BTP erano andati a ruba con la vendita di 22 miliardi e l’asta era stata chiusa.
    Ho poi saputo che sono rimaste inevase domande di acquisto per altri 15 miliardi circa. Qualcuno mi spiega perchè lo Stato chiede soldi all’Europa e non ai suoi cittadini?

  • wisteria ha detto:

    Concordo sul punto che una patrimoniale ci darebbe il colpo di grazia. Purtroppo è quello che faranno, perché è la cosa più facile e anche perché concorre ad azzerare la classe media, bacino elettorale della destra. Questo ceto deve essere distrutto per attuare il programma concordato con la UE, che prevede la sostituzione etnica degli italiani, già decimati dal virus, con gli afroislamici. Stando così le cose, per venirne fuori bisogna prima di tutto uscire dalla UE e dall’euro. Se non è troppo tardi.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Posso sbagliarmi ma per quanto ne so io , Gotti Tedeschi è stato un alto dirigente bancario ma non è un banchiere. E la differenza è fondamentale.
    Per quanto riguarda le sue valutazioni, la mia esperienza mi dice che in italia la lotta al capitale privato e all’imprenditoria privata ha una lunghissima storia.
    A margine di un libro del 1968 (Katz & Kahn : Psicologia sociale delle organizzazioni) ho trovato questo mio appunto:
    – Il nostro nemico, quello contro cui dovremmo lottare per difendere il nostro ruolo (quello dell’imprenditore e del dirigente industriale privato) nel nostro sistema , non ci sarebbe così sconosciuto se tutti ci preoccupassimo di conoscere più a fondo la teoria marxista, che invece conosciamo solo attraverso i suoi slogan propagandistici.
    Ecco pertanto che la nostra debolezza è, prima di tutto, debolezza culturale. E’ stupido ignorare tutto del campo avverso quando invece è un libro aperto.-
    Oggi è cambiato qualcosa????

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Non credo possa diminuire il debito pubblico, che è parte strutturale della “società dei consumi e dell’inflazione”, è una storia vecchia… Diceva Pier Luigi Zampetti

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/i-maestri-2/pier-luigi-zampetti/

    ““Che cos’è l’inflazione? È uno strumento per redistribuire i redditi e quindi per elevare i livelli di consumo che consentano l’assorbimento dei beni continuamente prodotti. Questo strumento viola gravemente i princìpi morali.

    …L’inflazione espropria in maniera illegittima i lavoratori di una parte della loro retribuzione, togliendo loro la libertà con cui provvedere a destinare i propri redditi. In questo caso la destinazione è sollecitata ad orientarsi verso i consumi, anziché verso gli investimenti od il risparmio.
    images (2)…Era proprio quello che il nuovo capitalismo voleva: ai cittadini i consumi, gli investimenti ai capitalisti privati o allo Stato. Al vecchio capitalismo, che si può denominare liberal-capitalismo, viene sostituito un nuovo capitalismo che potremo denominare capitalismo liberalsocialista, perché unisce alla proprietà e alla conduzione dei mezzi di produzione dei pochi la redistribuzione del reddito, attraverso l’intervento dello Stato, che riguarda l’intera collettività. Ma il discorso non si ferma qui. Il nuovo capitalismo ha avuto profonde ripercussioni di carattere etico. La redistribuzione del reddito, ottenuta in maniera meccanicistica attraverso esproprio invisibile, ha favorito la nascita del permissivismo che ci conduce ad affermare che la società dei consumi o società dell’inflazione è altresì una società altamente permissiva. Dove cioè nascono e si sviluppano i fenomeni aberranti della violenza, della droga, dell’erotismo, dell’aborto, della dissacrazione familiare, della criminalità economica e della criminalità organizzata. Il permissivismo è cioè una conseguenza del consumismo e dell’inflazione.

    …Perché è stata introdotta l’inflazione nella società? Per ridistribuire il reddito in modo da dare al maggior numero di persone il denaro da destinare all’acquisto di beni di consumo.

    Ma l’applicazione di questo principio, come ho già ricordato, ha precise e gravi conseguenze. Il reddito non è più percepito per il lavoro prestato, ma per il consumo da effettuare. Chi compie lavori inutili, chi non lavora, o lavora poco, è posto, in certa misura, sullo stesso piano di chi lavora o lavora molto.
    images (1)L’uomo viene disincentivato, scoraggiato… L’importante è che consumi, quali che siano gli oggetti consumati. Abbiamo in tal maniera una immagine negativa dell’uomo: non più l’uomo persona che è in grado di autodeterminarsi, ma l’uomo robot che compie scelte che altri hanno già deciso diverso tempo prima di lui, o, meglio, sostituendosi a lui… L’uomo è una macchina di consumo. Si diffondono costumi di vita sempre meno controllati, Il permissivismo si estende gradualmente all’intera società. E con il permissivismo non possono essere più controllati gli istinti deteriori dell’uomo”.
    (La Dottrina Sociale della Chiesa, Sanpaolo, 2003, estratti da pag. 23 e seguenti)

    Cioè, è una questione di sistema, nessuno può risolvere il problema del debito con provvedimenti astratti di buon governo, che nessuno adotterà mai, perché il sistema è fatto per avvelenare l’uomo. Ma, ovviamente, anche la “Società partecipativa” non può essere adottata in modo astratto, ci vuole una crescita personale di ciascuno… ora anche più difficile, perché il governo Conte sta strangolando le scuole paritarie, e le nuove generazioni, mediamente, avranno il cervello sempre più manipolato nella scuola di Stato, quindi è difficile uscirne. Magari la Provvidenza aiuterà… o forse no, bisogna capire che in un sistema dove ci siamo adattati a fare 150.000 aborti l’anno, come se niente fosse, non può andare bene. Per questo è interessante la proposta di Zampetti:

    Cito dalla nota di copertina di uno dei testi di Zampetti più efficaci, il libro “La società partecipativa” (Dino editore), risalente nella prima edizione al lontano 1981:

    Quale sarà la società del 2000? La società che risponda per intero agli assillanti ed anche drammatici interrogativi dell’uomo oggi?

    E’ la società partecipativa, che si presenta come la quarta società in circa duemila anni di storia, dopo quella romana, feudale e capitalistica. L’ultimo stadio di questa, la società dei consumi, originatasi con il New Deal americano, si sta ormai dissolvendo anche a causa della crisi energetica, e disgrega altresì, in maniera misteriosa, il materialismo storico, che è il fondamento dei partiti di ispirazione marxista.

    La società partecipativa è fondata primariamente sulle capacità intellettuali e morali dell’uomo che vanno potenziate e che costituiscono le vere e insostituibili centrali energetiche.

    La società del 2000 è sottesa e animata da una nuova cultura: lo spiritualismo storico. Esso fa germogliare la società di ruoli o funzioni in luogo della società di classi, un nuovo capitalismo, il capitalismo popolare in cui tutti i lavoratori diventano capitalisti ed un nuovo Stato, lo Stato partecipativo, che coordina il meccanismo produttivo nella programmazione economica partecipata. L’inflazione è definitivamente debellata e nuove prospettive di lavoro si aprono per i giovani.

    Lo spiritualismo storico trova il suo fondamento nell’Incarnazione, che riguarda tutti indistintamente gli abitanti del globo e che dimostra come tra partecipazione e cristianesimo vi sia un nesso inscindibile. Ecco perché in un senso del tutto nuovo ciascun uomo, indipendentemente dal sesso, razza, nazione o religione, non può non dirsi cristiano”.

    Per ora, patrimoniale: L’Italia è già un Paese in bancarotta, lo era già prima, quindi la patrimoniale sui cittadini – no sulle imprese – la faranno di sicuro, culturalmente non sanno fare altro… è fatale. Se non la fa Conte, la farà Draghi, come qualcuno ha già detto. Non risolverà nulla, perché questo sistema è un pozzo senza fondo, quanti ce ne metti e tanti ne spariscono. Chi vuole, può approfondire Zampetti, al link precedente.

  • Grog ha detto:

    Spero sinceramente di sbagliarmi ma ho paura che il governo ci pensi eccome alla patrimoniale. Non questo governo certamente ma il prossimo che verrà quando un draghi o un altro tecnico non eletto sostituirá a palazzo Chigi il pupazzo con la frochette (pardon, volevo dire pochette).
    La maggior parte dei parlamentari naturalmente accetterà tutto sotto il ricatto di eventuali elezioni anticipate poiché sanno bene che non saranno rieletti. Insomma, la solita storia…
    Ripeto, spero di sbagliarmi ma non vedo in tutta onestá motivi per essere ottimisti in merito.
    In ogni caso sono convinto che senza sovranità monetaria (fuori dall’euro) e politica (fuori dalla ue e, possibilmente, anche dalla nato) non andremo da nessuna parte.

  • Matteo ha detto:

    La fiera del l’ovvio… Che grandi e sopratutto nuove riflessioni da questi esperti.

    • FraNoto ha detto:

      lei queste riflessioni le aveva già fatte ? Le aveva almeno già pensate ? sicuro ?
      ma lei chi è il figlio di Mario Monti ? origine del suo indubbio stato di disoccupazione e quindi di comprensibile scetticismo ?

  • Frank T, ha detto:

    Hector Gotti Tedeschi ,as minister of economic development!