MEDITERRANEO, EBREI E CRISTIANI. LAPORTA RISPONDE AI LETTORI.

22 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, questo è un messaggio che il generale Piero Laporta rivolge a voi direttamente, e di cui io sono solo il tramite, in questo dialogo così spumeggiante che si è creato fra alcuni di voi e il nostro generale. Quindi, da buon postino, consegnata la missiva, mi ritiro….

§§§

Caro Marco,

mi rendo conto che l’articolo sul ruolo della Chiesa nel Mediterraneo è ben lungo, come lamentato da una gentile lettrice, cui rivolgo il mio grazie, come agli altri pazienti lettori, ai quali chiedo cortesemente di valutare quanto difficile sia riassumere gli avvenimenti spalmati in 3mila anni di storia e quindi correlarli.

Apprezzo davvero le critiche mossemi dalle sponde teologica e dottrinale, dalle quali imparo molto e sulle quali non obietto, essendo attrezzato in teologia e dottrina, come ho sottolineato in altre occasioni, se non dello strettamente necessario. D’altronde la mia tesi: “è possibile e necessaria la collaborazione politica fra cattolici ed ebrei”, è proposta unicamente sulla base delle rispettive radici storico culturali, di cattolici ed ebrei¸ nonché dei legami che tali radici hanno intrecciato, a dispetto della reciproca cattiva volontà, sia da parte cattolica sia da parte ebraica. Tale cattiva volontà sembrerebbe testimoniata, da parte cattolica – mi si consenta un pizzico di malizia – da gran parte delle critiche ricevute. Non occorre dunque stupirsi della simmetrica difficoltà da parte ebraica. Tanto meno ci si può stupire se le comuni parti avverse trovino profittevoli tali separazioni. Proprio per non inoltrarmi sul difficile terreno teologico e dottrinale, ho omesso di citare gli insegnamenti, ben richiamati da più di un lettore, di san Giovanni Paolo II, S.S. Benedetto XVI e del cardinale Lustiger.

Ho ricordato che il primo atto diplomatico di san Giovanni Paolo II, dopo il proprio insediamento, fu iniziare il cammino verso il reciproco riconoscimento fra Santa Sede e Israele, coronato il 30 dicembre 1993 dallo lo storico Accordo Fondamentale, siglato a Gerusalemme – si badi – a Gerusalemme, entrato in vigore nel 1994 con lo scambio dei rispettivi ambasciatori. In altre parole, il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele è venuto innanzi tutto dalla Santa Sede, la quale sembra oggi rimangiarselo.

I tanti in disaccordo con le mie tesi sono dunque pregati di dire con chiarezza se fece bene san Giovanni Paolo II o piuttosto san Pio X, affermando che quelle terre erano sante proprio grazie alle opere del Messia, di conseguenza “gli ebrei non hanno riconosciuto nostro Signore, perciò non possiamo riconoscere il popolo ebraico“. Quando i partigiani di san Pio X si esprimeranno a favore delle sue tesi, saranno pregati di dare ad esse sostanza politica attuale, strettamente legata agli avvenimenti in corso, alle persone in carne e ossa oggi; non ieri o domani, bensì oggi. L’ideologia religiosa non è meno dannosa di quella politica. Voglio dire che nessun popolo e nessun credente (di qualunque fede o credo politico) ha il diritto di presentarsi davanti alla storia con cambiali da riscuotere o diritti successori. Mussulmani, cristiani, cattolici, ebrei, meridionali o settentrionali, africani, pellerossa, asiatici, bianchi, neri, europei e non, quale che sia la loro attuale condizione, sono obbligati a guardare avanti gelosi della loro storia, delle proprie tradizioni, della propria cultura. Utilizzare gli errori della Storia – cioè gli errori dei nostri nonni e dei nostri avi – come moneta di scambio significa perpetuare e ingigantire i medesimi errori, senza speranza di andare ad alcunché di positivo. Proprio l’attuale condizione dei cosiddetti “palestinesi” è una dimostrazione di quanto ho appena affermato.

Abbiamo quindi necessità di potenti dosi di realismo, mescolate con realismo e moltiplicate con realismo. Lo stesso realismo condusse la diplomazia vaticana, sotto la guida magistrale di quei segretari di Stato – cardinali Jean Villot, Agostino Casaroli e Angelo Sodano – a cogliere anche l’opportunità del reciproco riconoscimento fra Santa Sede e Stati Uniti, nel 1984. Il Dipartimento di Stato promosse il rappresentante personale a Roma di Ronald Reagan, William Wilson, ad ambasciatore presso la Santa Sede, la quale, a sua volta, mutò l’incarico del delegato apostolico della Santa Sede a Washington, il cardinale Pio Laghi, in nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.

Quanti pensino che il mutuo riconoscimento con Washington sia stato più agevole di quello con Israele, hanno urgente necessità di rinfrescare le proprie conoscenze storiche. Quella collaborazione politica, concretatasi dopo 208 anni dalla Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, fu un’ottima base di partenza sia per arrivare, dieci anni dopo, al riconoscimento con Israele, sia per porre la Santa Sede in provvidenziale posizione mediana fra Est e Ovest, mentre l’Unione sovietica crollava.

L’ attuale irrilevanza internazionale della Santa Sede deriva da scelte politiche errate, principiatesi a giugno 2014, con l’incontro nei giardini Vaticani (perché nei giardini?) con Shimon Peres e Abu Mazen. Fu una banalità priva d’alcun realismo politico, supporre sullo stesso piano Israele e cosiddetta Palestina, solo perché tre politici delle tre parti convengono di incontrarsi nei giardini vaticani. Le successive compiacenti genuflessioni al nazi luteranesimo, alla dittatura cinese e alle sanguinarie amministrazioni Clinton e Obama, hanno concluso l’itinerario dell’irrilevanza, dalla quale presto deriverà il rifiuto, persino degli antichi complici, del proseguimento di questo pontificato, proprio perché irrilevante. I complici non sono infatti mai solidali bensì corrivi al proprio concreto interesse.

Nel mio pezzo ho, in conclusione, cercato le radici storiche e culturali delle affinità fra cattolici ed ebrei, quindi la necessità della loro stretta collaborazione politica. Ho ben chiara la convivenza di tali affinità con le profonde differenze. Se così non fosse saremmo banalmente uguali, suvvia.

Chiedo quindi cortesemente ai miei pazienti lettori di criticarmi – con dati di fatto – sulla sussistenza di quelle radici e sulla convenienza – da me strenuamente sostenuta – di alimentarle, sia pure separatamente, senza mai ostacolarne lo sviluppo. A dipsetto delle affermazioni apodittiche di san Pio X, prego tutti di tenere presente che l’ebraismo è una religione, una cultura, una storia e un progetto; di pari passo Israele è uno Stato, con cittadini di religioni diverse, con leggi che si applicano a tutti. Per tale motivo Israele è l’unica democrazia piena della regione, dunque un bastione da difendere. Questo è un irrinunciabile punto fermo al quale vincolarsi nelle obiezioni. Confido quindi non vi sia nelle obiezioni mossemi la leggerezza di favorire, per partito preso, il disegno di quanti vanno cancellando il magistero di san Giovanni Paolo II, quello teologico, così come quello politico, non meno importante.

Grazie.

Piero Laporta

www.pierolaporta.it

§§§




 

STILUM CURIAE HA UN CANALE SU TELEGRAM

 @marcotosatti

(su TELEGRAM c’è anche un gruppo Stilum Curiae…)

E ANCHE SU VK.COM

stilumcuriae

SU FACEBOOK C’È LA PAGINA

stilumcuriae




SE PENSATE CHE

  STILUM CURIAE SIA UTILE

SE PENSATE CHE

SENZA STILUM CURIAE 

 L’INFORMAZIONE NON SAREBBE LA STESSA

 AIUTATE STILUM CURIAE!

ANDATE ALLA HOME PAGE

SOTTO LA BIOGRAFIA 

OPPURE CLICKATE QUI 




Questo blog è il seguito naturale di San Pietro e Dintorni, presente su “La Stampa” fino a quando non fu troppo molesto.  Per chi fosse interessato al lavoro già svolto, ecco il link a San Pietro e Dintorni.

Se volete ricevere i nuovi articoli del blog, scrivete la vostra mail nella finestra a fianco.

L’articolo vi ha interessato? Condividetelo, se volete, sui social network, usando gli strumenti qui sotto.

Se invece volete aiutare sacerdoti “scomodi” in difficoltà, qui trovate il sito della Società di San Martino di Tours e di San Pio di Pietrelcina


LIBRI DI MARCO TOSATTI

Se siete interessati a un libro, cliccate sul titolo….


Viganò e il Papa


FATIMA, IL SEGRETO NON SVELATO E IL FUTURO DELLA CHIESA

Fatima El segreto no desvelado

  SANTI INDEMONIATI: CASI STRAORDINARI DI POSSESSIONE

  PADRE PIO CONTRO SATANA. LA BATTAGLIA FINALE

  Padre Pío contra Satanás

La vera storia del Mussa Dagh

Mussa Dagh. Gli eroi traditi

Inchiesta sul demonio

Condividi i miei articoli:

Libri Marco Tosatti

Tag: , , ,

Categoria:

22 commenti

  • Gaetano2 ha detto:

    “Abbiamo quindi necessità di potenti dosi di realismo”.
    E la realtà ci mostra che la santa Sede è ostaggio di idolatri di pachamame e varie e covo in cui si sono introdotti pervertiti pubblicamnte riconosciuti tali. E costoro dovrebbero essere in grado di sviluppare una sana “politica”?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      La ringrazio e credo che la soluzione competa a Nostro Signore. Dopo tutto Egli ci ha inflitto questa situazione e avrà ben chiaro dove vuole arrivare, non crede? 🙂

  • Gaetano2 ha detto:

    • MARIO ha detto:

      Gaetano, questa volta, invece di farmi arrabbiare, mi hai fatto piangere.

      Un ebreo, dal cuore aperto, che trova la Verità…
      e da figlio, buono e onesto, illumina anche il padre…
      un ebreo che si converte, non so, ma è qualcosa di più grande…
      forse una prova della misericordia infinita di Dio… nonostante tutto…
      che commuove.

      Grazie.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie con tutto il cuore, grazie. Dio la benedica e ci benedica tutti. Grazie.

  • Gene ha detto:

    Concordo pienamente e totalmente con quanto affermato dal signor Mario,solo l’occidente cristiano può supportare le ragione dell’ebraismo.
    Purtroppo , dall’altra parte si è restii a tale appoggio, l’appoggio sbagliato lo cercano nella sinistra più razzista e intollerante.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Non per caso ho scritto e credo sia opportuno ripeterlo: <> Mi pare di aver indovinato tanto nel suo caso come in quello del signor Mario, alle cui ragioni lei aderisce. Sediamoci quindi e aspettiamo la fine dei tempi, giusto?

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        Non per caso ho scritto e credo sia opportuno ripeterlo: “”la mia tesi: “è possibile e necessaria la collaborazione politica fra cattolici ed ebrei”, è proposta unicamente sulla base delle rispettive radici storico culturali, di cattolici ed ebrei¸ nonché dei legami che tali radici hanno intrecciato, a dispetto della reciproca cattiva volontà, sia da parte cattolica sia da parte ebraica. Tale cattiva volontà sembrerebbe testimoniata, da parte cattolica – mi si consenta un pizzico di malizia – da gran parte delle critiche ricevute. Non occorre dunque stupirsi della simmetrica difficoltà da parte ebraica.””
        Mi pare pertanto di aver visto giusto, tanto nel suo caso come in quello del signor Mario, alle cui ragioni lei aderisce.
        Sediamoci quindi e aspettiamo la fine dei tempi, vero?

  • MARIO ha detto:

    Credo che gli ebrei da 2.000 anni, compreso l’interminabile conflitto israelo-palestinese, paghino purtroppo il Grande Delitto.
    (“Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli.” – “… piangete su voi stesse e sui vostri figli.” – Parole terribili…).

    Questa tribolazione durerà probabilmente fino a quando gli ebrei non riconosceranno Gesù come il vero Messia. E quello sarà anche il segno della fine dei tempi.

    Non capisco onestamente perché questo riconoscimento debba essere così difficile: tutta la storia, nonché le scritture e le profezie sul Messia (ambedue interrotte con la morte di Gesù), sono le testimonianze più lampanti di quale sia la verità.

    Eppure solo gli ebrei più onesti, anche nella storia più recente, si piegano alla verità.
    Come mai? Forse perché gli interessi materiali, adesso come al tempo di Gesù, sono più importanti della verità?
    O è proprio questa coincidenza tra ora ed allora il significato profondo e la chiave di lettura di questa sofferenza?
    Si tratta forse della perpetuazione nella storia di quel peccato che Dio non perdona, quello contro lo Spirito Santo (= rinnegare la Verità, pur conoscendola, per un proprio interesse) e delle conseguenze che ne derivano?

    Per il resto, credo non sia nostro compito sovrapporci alla volontà di Dio sul popolo ebraico e che se pure di Sua giustizia si trattasse, a noi spetti sempre il dovere dell’amore e della misericordia, così come dovuti a tutti gli uomini in quanto nostri fratelli.
    E questo credo debba valere anche sul piano politico, senza distinzione tra israeliani e palestinesi (molti dei quali peraltro cristiano-cattolici).

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Proprio per quanti come lei sono certi di quanto pensa Nostro Signore, ho scritto e credo sia opportuno ripeterlo: “”la mia tesi: “è possibile e necessaria la collaborazione politica fra cattolici ed ebrei”, è proposta unicamente sulla base delle rispettive radici storico culturali, di cattolici ed ebrei¸ nonché dei legami che tali radici hanno intrecciato, a dispetto della reciproca cattiva volontà, sia da parte cattolica sia da parte ebraica. Tale cattiva volontà sembrerebbe testimoniata, da parte cattolica – mi si consenta un pizzico di malizia – da gran parte delle critiche ricevute. Non occorre dunque stupirsi della simmetrica difficoltà da parte ebraica.””

      Sediamoci quindi e aspettiamo la fine dei tempi, vero?

  • Milly ha detto:

    Grazie Generale La Porta, apprezzo e condivido il suo pensiero!

  • Maria Grazia ha detto:

    Io ho sempre avuto forti simpatie per il popolo ebraico e la sua storia, riconosco lo Stato democratico d’Israele, sono favorevole a suoi forti legami politici non solo con l’Italia ma anche con l’Europa, ma non credo che la connotazione di Stilum Curiae sia politica quindi non ho capito il Generale cosa si aspetti da noi, considerato il fatto che non possiamo intessere con lo Stato ebraico nessun accordo di strategia politica.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      La ringrazio per la risposta. Credo impossibile sottrarsi a una connotazione politica anche quanto si discute di Curia, anzi soprattutto. La Curia è tra l’altro braccio politico diplomatico della Santa Sede. In quanto alle mie aspettative, sono molto semplici: offrire il mio punto di vista su una questione certamente primaria come il Mediterraneo.

  • Lucy ha detto:

    Riscrivo qui per questo nuovo profondo e documentato articolo quello che ho scritto al ‘inizio del mio post al suo articolo del 20/5 , giunto forse fuori tempo massimo e cioè
    “Concordo su tutto al 100×1000 “.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Che vuol significare con 100×1000 ? Cento per mille significa 10% . Lei è d’accordo con Laporta solo per il 10%?
      O forse è semplicemente un lapsus ?

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Grazie davvero, anche per l’attenzione con cui mi segue.

      • ulisse ha detto:

        Vede come è difficile spiegare e farsi capire. Io ci ho rinunciato.
        Riassumendo la sua tesi oggi è impensabile pensare una guerra tra religioni bisogna trovare un rispetto un modus vivendi vivendi reciproco come per es. oggi è con gli ortodossi.
        Negli anni 50 ero bambino si parlava di shoah ed io pensavo un cristiano non può odiare gli ebrei perché Gesù era ebreo, anche la Madonna, san Giuseppe, san Pietro.
        Mio nonno era militare bersagliere, mio padre fece la prima guerra mondiale nel Genio ferrovieri forse perché figlio unico di madre vedova di militare, comunque evitò l’orrore della trincea. Mi portava a Porta Susa a vedere i treni a vapore della linea Torino Aosta perché era gestita dal Genio Ferrovieri. Mi incuriosisce il riferimento a Pio X perché tramite una storia di un generale di molti anni fa mi sono interessato a lui. Mi scusi se resto nelle generali ma il dettaglio sarebbe troppo lungo. Il primo che mi ha insegnato il mestiere era un ufficiale del Genio che si era dimesso perché non aveva avuto il benestare per quella che diventò sua moglie. Era molto capace e gentile lo consideravo il mio maestro.