LETTERA APERTA A LOREFICE. “DIMESSO” DON LEONARDO RICOTTA.

22 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, con grande piacere pubblichiamo la lettera aperta che l’avvocato siciliano Roberto De Petro ha inviato all’arcivescovo di Palermo, Lorefice, in tema di protocollo CEI sulle messe con popolo, eucarestia e soprattutto uso dei guanti monouso durante la comunione. Mi sembra che sia una lettera estremamente precisa e documentata, e difficilmente confutabile; il che aumenta solo il disagio di moltissimi fedeli a fronte di quanto vivono. Ed è un disagio che certamente non leniscono fatti come le “dimissioni” di don Leonardo Ricotta, parroco di Sant’Agata a Villabate, che si era espresso con grande forza contro l’uso dei guanti monouso durante la messa, definendola “macelleria eucaristica”. Ecco, senza preavviso don Ricotta è stato dimesso, e nella misericordiosa Palermo di Lorefice ci chiediamo quanta credibilità si possa dare al comunicato della diocesi…

QUESTO IL COMUNICATO UFFICIALE DELL’ARCIDIOCESI DI PALERMO

A far data dal 21 maggio 2020 il Rev. Don Leonardo Ricotta, Presbitero della Chiesa di Palermo, non è più il Parroco della Parrocchia S. Agata V.M. in Villabate avendo egli stesso rinunciato a tale ufficio. È pertanto inesatta o pretestuosa la notizia diffusa da alcuni canali social secondo la quale Don Leonardo Ricotta sarebbe stato rimosso dall’ufficio di Parroco dall’Arcivescovo di Palermo.

In attesa della nomina del nuovo Parroco, l’Arcidiocesi di Palermo individuerà nei prossimi giorni un Amministratore parrocchiale.  Considerate le polemiche suscitate dagli stessi social, si coglie l’occasione per chiarire quanto segue. La prassi di distribuire la comunione nelle mani è in conformità alle norme emanate dal Magistero della Chiesa cui ogni cristiano cattolico deve religioso ossequio della volontà e dell’intelletto. La Congregazione per il Culto Divino, nell’ Istruzione Redemptionis Sacramentum, del 2004, n.92, afferma che «Se un comunicando, nelle regioni in cui la conferenza dei vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia».

La Conferenza Episcopale Italiana nell’Istruzione sulla comunione eucaristica. Fate questo in memoria di me, nn.1415, già  dal 1989 ammette la comunione nelle mani.  Inoltre, celebrare l’Eucaristia esclusivamente con il Rito Romano secondo il Missale Romanum di Giovanni XXIII del 1962, quale forma straordinaria introdotta dal Motu Proprio Summorum Pontificum, emanato da Papa Benedetto XVI nel 2007, escluderebbe dalla partecipazione alla Messa la porzione di popolo di Dio che desidera prendervi parte attivamente secondo la forma ordinaria del Messale di Paolo VI, attualmente in uso. Sarebbero, così, gravemente compromessi il diritto e la libertà di buona parte dei fedeli.  Personali convincimenti, dunque, presentati da singoli come dottrina autentica, non possono essere imposti ai fedeli. Spetta al vescovo nella diocesi «dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti», «per difendere l’unità della Chiesa universale» e «promuovere la disciplina comune a tutta la Chiesa» (Congregazione per il Culto Divino, Istruzione Redemptionis Sacramentum, nn.176-177).

 

§§§

Ecc.za Rev.ma Arcivescovo di Palermo

Mons. Corrado Lorefice

Via Matteo Bonello, 2

90134 Palermo PA

Ecc.za Rev.ma,

sono un avvocato del foro di Palermo, cattolico praticante, residente nella sua diocesi e frequentatore – insieme a molti altri fedeli – della S. Messa in rito antico (la più sicura in tempi di coronavirus, poiché celebrata coram Deo).

Mi rivolgo a lei, e per suo tramite a tutti i vescovi italiani, per denunciare la invalidità e la illogicità del “Protocollo circa la la ripresa delle celebrazioni con il popolo” del 7.5.2020, stipulato tra Governo e CEI, per i seguenti motivi:

1) Incostituzionalità del d.l. 33/2020 e quindi del protocollo Governo – CEI.

Visto l’attuale andamento del dichiarato allarme sanitario da covid 19 – con contagi e decessi prossimi allo zero in tutta Italia (dati del Ministero della Salute aggiornati al 16.5.2020, https://drive.google.com/file/d/1-jswKGJU2hJIRWVVNbm-tqF9_XM4ylwW/view?usp=sharing) (https://lab.gedidigital.it/gedi-visual/2020/coronavirus-i-contagi-in-italia/?refresh_ce) – il decreto legge 33/2020 è incostituzionale perchè privo dei presupposti di “straordinaria necessità ed urgenza” richiesti dall’art. 77 Cost..

In particolare la Sicilia presenta il livello di rischio il più basso d’Italia (preambolo Ordinanza n. 21/2020 del Pres. Reg. Sicilia) ed in provincia di Palermo i decessi totali nel primo trimestre 2020 sono inferiori del 9,2% rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2019.

Pertanto l’allarme sanitario – in particolare nella sua diocesi – è del tutto inesistente, stando ai dati ufficiali forniti da ISTAT e ISS.

L’illegittimità costituzionale del decreto legge de quo, quale atto presupposto, travolge – per l’effetto – anche i successivi decreti attuativi (dpcm 17.5.2020) nonchè il mentovato “protocollo”, il quale è nullo anche per i seguenti infrascritti motivi.

2) Nullità del “protocollo” per carenza di potere e perché sacrilego.

Le disposizioni governative sulla ripresa delle celebrazioni con il popolo sono assolutamente nulle poiché:

– le autorità civili non sono competenti in materia di culto religioso;

– i rappresentanti della conferenza episcopale non hanno giurisdizione né sui vescovi, né sui sacerdoti, né sui fedeli.

Ogni singolo vescovo è sovrano nella sua diocesi, ma non può modificare quanto stabilito dalle rubriche del Messale, che hanno forza di legge per tutta la Chiesa. Le rubriche del Messale non prevedono l’uso di guanti nella celebrazione della Messa.

Nel rito tradizionale il vescovo toglie le chiroteche prima di accedere all’altare per la parte sacrificale: si deduce che l’Ostia consacrata può essere toccata solo da mani nude, poiché i frammenti possono rimanere attaccati alle dita.

Infatti, dopo la consacrazione del Pane, il sacerdote tiene uniti i polpastrelli del pollice e dell’indice fino a quando, terminata la comunione, non li purifica nel calice.

L’uso di guanti di lattice, alla luce di quanto appena esposto, è aberrante: il Corpo sacramentale del Signore, essendo quanto di più prezioso la Chiesa possieda in assoluto, non può certo essere toccato da  materiale spregevole che sarà gettato nella spazzatura (guanti monouso), ma soltanto dalle mani consacrate del sacerdote, il quale, proprio per questo, se le lava immediatamente prima della Messa. Inoltre tutti i vasi sacri, per rispetto di ciò che devono contenere, devono essere obbligatoriamente dorati; anche da ciò si deduce che il mettere volontariamente le Sacre Specie a contatto con materiali vili è un attentato alla loro sacralità, cioè un atto sacrilego in senso lato.

3) Manifesta illogicità nella proibizione della comunione in bocca.

Ammessa e non concessa la attuale sussistenza di un allarme sanitario nella diocesi di Palermo, è apodittico ed ascientifico affermare che la comunione in mano sia innocua, mentre quella in bocca esponga al contagio virale: è vero il contrario, poiché il palmo della mano ed i polpastrelli sono i principali vettori di sporcizia, virus e batteri; invece la saliva contiene il lisozima, avente proprietà “antibatteriche, antivirali, antiprotozoarie, immunomodulanti” (Prof. Di Bella http://www.metododibella.org/it/notizie/2020-03-12/La-straordinaria-efficacia-del-Lisozima-come-antivirale-Roma.it.html).

E’ di lapalissiana evidenza che molti agenti patogeni vengono trasmessi attraverso le mani, che toccano quelle di altre persone, le maniglie delle porte, i corrimano, i maniglioni nei trasporti pubblici, etc..

Le stesse mani e dita vanno poi a toccare il naso e la bocca (cfr. rivista “BMC Infectious Diseases”, studio del 2006 citato in https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/i-vescovi-non-possono-imporre-la-comunione-alla-mano-ne-proibire-la-comunione-alla-lingua/).

Anche i medici interpellati dalla diocesi di Portland hanno confermato che “le mani hanno una maggiore esposizione ai germi” (https://www.catholicnewsagency.com/news/portland-archdiocese-coronavirus-or-no-communion-can-be-received-on-the-tongue-17282).

Si noti, infine, che mentre il macellaio può toccare la carne animale a mani nude, il sacerdote viene costretto a porgere il Corpo di Cristo con i guanti monouso!

Si ripetono così le assurdità della fase 1, in cui si poteva andare al supermarket, edicola e tabaccaio, ma non in parrocchia a pregare. Perseverare diabolicum.

 

4) Violazione dei paragrafi 14 e segg. e 90 e segg. della Redemptionis Sacramentum.

La competenza a regolamentare ed ordinare la Sacra Liturgia spetta alla Sede Apostolica, e non al vescovo, ai sensi dei paragrafi 14 e segg. della tuttora vigente “Redemptionis Sacramentum”, la quale attribuisce ai fedeli il diritto di fare la comunione in ginocchio (nn. 90 e 92) ed espressamente stabilisce che “i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli”; pertanto “non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio” (n.91, la cui violazione in molte parrocchie palermitane è stata più volte invano denunciata a vostra Ecc.za).

Infine, Ecc.za Rev.ma, rifletta sul fatto che l’irresponsabile ed arbitraria interdizione ai fedeli della S. Messa (stigmatizzata anche da Papa Francesco il 17.4.2020 http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Papa-Francesco-Cosi-non-e-Chiesa-celebrare-a-distanza-per-uscire-dal-tunnel-81fb2600-7e83-488a-8cb7-98ab5cd320f6.html), ha portato ad una disastrosa “virtualizzazione” dei Sacramenti, taluni aboliti de facto, altri sostituiti da “cerimonie in streaming”.

Ciò ha instillato l’erroneo convincimento che sia possibile soddisfare il proprio “sentimento religioso usufruendo delle numerose alternative offerte mediante gli strumenti informatici”, come ha testualmente statuito il Tar Lazio il 29.4.2020 (https://tinyurl.com/ycyzd2oq), il quale ha occupato il vuoto lasciato dagli ipocondriaci vescovi e presbiteri italiani, plaudenti alla “conversione” di Silvia “Aisha” Romano e barricati dentro le loro canoniche per un misero frammento di RNA, mentre i cattolici cinesi, africani e mediorientali rischiano ogni giorno di essere decapitati, torturati, bombardati e bruciati vivi mentre assistono alla S. Messa, preferendola alla loro stessa vita.

Auspico che vostra Ecc.za Rev.ma – avendo a cuore la salute dei fedeli tanto quanto il decoro della Liturgia – voglia disapplicare l’umiliante “protocollo” per tutti i motivi sopra esposti, nonché favorire la celebrazione del Vetus Ordo, che assicura maggiore distanza e minori contatti tra fedeli e presbiteri.

Con osservanza.

Palermo lì 20.5.2020

Avv. Roberto De Petro

§§§




 

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17 commenti

  • Gene ha detto:

    Ai cari lettori di Stylum, suggerisco di leggere l’articolo di Andrea Gongi sul suo blog Libero quotidiano, che ancora una volta tira in ballo( satanico) la mafia di San Gallo
    La quale ha orchestrato, riuscendoci, a far dimettere papa Benedetto xvi e a far eleggere l’uomo venuto da lontano.
    Il giornalista ripercorre il lungo e faticoso dissenso di uomini di chiesa contro lo status quo vaticano.

  • Gian ha detto:

    L’attuale gerarchia ecclesiastica è copia conforme del sinedrio di Anania al tempo di Gesù.

  • Rafael Brotero ha detto:

    No, no. Don Ricotta ha rinunciato liberamente al munus sacerdotale, come Benedetto XVI al munus papale. Niente complottismo, per favore.

  • wisteria ha detto:

    Dello squallido comunicato del vescovo di Palermo, più di tutto mi inquieta la prevenzione verso la S. MESSA IN LATINO. Non che gli altri punti non siano gravi, ma se dovesse essere tolta questa possibilità, rimarremo senza armi per la difesa del nostro credo.

  • Dino Brighenti ha detto:

    la chiesa di bergoglio e i suoi sudditi sono al servizio di satana

  • Shalom ha detto:

    Tutta la mia stima per il dott. De Pietro. Al Vescovo Lorefice invece, rimasto stupefatto dalla sua vigorosa e compiaciuta pedalata in bicicletta verso il Tabernacolo posto sul Presbiterio, suggerisco di lasciar perdere l’attività di Pastore (non ne è all’altezza!) per intraprendere invece quello di ciclista, magari iscrivendosi al prossimo Giro d’Italia.

  • Chiara ha detto:

    Gentile Dottor Tosatti non mi arrivano i suoi interessanti articoli sulla mia email, mi potrebbe aiutare?
    Grazie mille.

  • Gaetano2 ha detto:

    Cosù parla un prete (vero):

  • Valentina ha detto:

    Complimenti vivissimi Avv. Roberto De Petro!! Sono sordi e codardi, non le risponderanno, ne cambieranno una virgola di quanto stabilito con l’accordo vigliacco tra governo e cei, che a ben vedere, non ha data di “scadenza”.

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Casi di “dimissioni” simili non fanno più rumore; ci si è abituati… e chi ne legge non trova più parole per commentarle. L’ indignazione è sopraffatta dalla sfiducia; la stessa che si prova nell’apprendere di Lettere e Appelli scritti per perorare cause già perse.
    Ma: verrà il giorno! E lo si aspetta con la fiducia che solo la fede riesce a mantenere viva.

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Dies iræ, dies illa
      solvet sæclum in favílla,
      teste David cum Sibýlla.

      Quantus tremor est futúrus,
      quando iudex est ventúrus
      cuncta stricte discussúrus!
      …………
      Liber scriptus proferétur,
      in quo totum continétur
      unde mundus iudicétur.
      ………..

  • Roberto Donati ha detto:

    Questa mattina ho assistito alla trasmissione della Santa Messa dalla Grotta di Lourdes. Il celebrante, italiano, è i ministri che serviva o all’altare erano privi di maschera e guanti profilattici. Il sacerdote ha distribuito la Santa Comunione ad alcuni fedeli, nessuno dei quali indossava guanti profilattici e l’ha deposta ad alcuni sulla lingua e ad altri sulla mano. Grazie a Dio non tutti i vescovi sono come Bassetti.

  • Marco Matteucci ha detto:

    UN’ALTRA BOTTA DI MISERICORDIA!