EUCARESTIA, ISTRUZIONI PER L’USO. VIDEO TUTORIAL PER FEDELI…

20 Maggio 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, in questi giorni difficili  ci sembra giusto offrire qualche esempio dei supporti audiovisivi organizzati dalle diocesi per “istruire” i fedeli sul comportamento adeguato da tenere durante le celebrazioni al tempo del Covid 19. Il primo viene da Tradate (Varese) e l’amico che ce lo ha mandato ha commentato: è tornato il Circo?

§§§

 

 

Il secondo è all’apparenza più serio, ma vi prego di osservare le due belle strisce arcobaleno a fianco della chiesa, tanto per far capire che si è 1) per la pace 2)oppure che è una parrocchia LGBTQ friendly…lascio a voi la scelta.

 

 

Per fortuna ci sono anche video come questo, che si intitola “Come devo ricevere la comunione”.

 

 

 E infine da Cooperatores Veritatis, vi offriamo questo video, che è accompagnato da questo commento: 

Ci sono arrivate tantissime email e molti messaggi riguardo il gioco sporco con cui il clero progressista, utile strumento più o meno inconsapevole del diavolo, sta imponendo di fatto la Comunione alla mano. Rispondiamo con questo bellissimo video di Don Alberto Secci intitolato “Non concedere” dal suo canale YouTube “Radicati nella fede”:  

Cit. minuto 5.50: “È meglio che resti un piccolo numero di cattolici fedeli e sinceri, fermi nella loro religione, piuttosto che un grande numero desideroso di essere, se si osa dirlo, conniventi con gli avversari della Chiesa e di accordarsi con i nemici dichiarati della nostra fede” (San Pietro Canisio)

 

 

 

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63 commenti

  • Gabriele ha detto:

    @Adriana In questo caso il verbo accipio traduce perfettamente il greco lambàno, ma il mio era un discorso generale. Non dico che per essere colti bisogna sapere il greco. Dico che quando si vuole indagare sul testo originale delle Scritture bisogna leggerle nella loro lingua originale, ebraico e greco; non so per l’ebraico, ma il latino non riesce sempre ad esprimere tutte la sfumature della lingua greca (il vocabolario di greco è spesso più del doppio di quello latino!). Mi riferivo ad Equifidus, che si dà arie da esperto di teologia e scrive saggi, pur ammettendo di non essere teologo. Quando lui per darsi un tono di superiorità ha tirato fuori il latino, io ho fatto notare che un vero esperto esamina i testi nella lingua originale. 😊

    • Adriana ha detto:

      Gabriele,
      non capisco perchè , allo scopo di proporre la ” verità” di un discorso – o meglio – di una”considerazione generale” , lei parta proprio da un esempio che smentisce il suo assunto.
      Lo trovo un modo di procedere alquanto bizzarro . .
      Non capisco su quali basi dà del presuntuoso teologo a Eques Fidus per la sua mini-carrellata storica : dopo tutto l’intento dichiarato era quello di informare , non di convertire , ed è opportuno ricordare che S.Gerolamo ci diede il testo biblico in latino .
      Non capisco perchè gli scritti in latino di S.Gerolamo debbano esser buttati nel cestino e sostituiti -in toto-con le traduzioni della versione (più tarda) Masoretica .
      La attuale Bibbia nella versione tedesca lo fa apertamente -non limitandosi alle noticine -:ragion per cui , ad esempio, “salta” ,o meglio ,risulta un colossale errore la profezia di Isaia sulla Vergine che metterà al mondo un Figlio salvatore , (in Isaia … ignoro se nel primo , o nel deutero o nel trito Isaia ) .
      Mi pare che l’errore stia nel confondere glottologia e filologia con la teologia . Lei è un teologo o un filologo ?
      A volte cercare-in buona fede- di essere entrambi è un guaio . Guardi cosa capitò ai testi di Origene ( il più serio collazionatore di testi sacri in Siriaco,Aramaico,Greco ,Cananaico ,Samaritano ,Egiziano) !! !Bruciati nell’ennesimo-casuale?-incendio della Biblioteca di Alessandria .
      Concludo : almeno Eques Fidus mi ha offerto dati da verificare e su cui meditare -sempre che uno ne abbia voglia-: cioè ha dato il suo tributo alla conoscenza e alla memoria.
      Lei, che cosa offre,dopo aver resettato tutto il passato teologico o filologico ? Il suo ” devotismo” personale ?

      • Adriana ha detto:

        Aggiungo : spero che ” Equifidus” sia solamente un errore di battitura ! Non si tratta di uno stalliere devoto al/del cavallo , ma di
        un cavaliere devoto e affidabile . ( Forse aveva in mente Equitalia ? ) .

    • Boanerghes ha detto:

      Ma questo l’ha già fatto S. Girolamo.
      Che ha tradotto non la settanta, ma il testo ebraico antico.
      E non dimentichiamo che il latino è la lingua della chiesa cattolica, non il greco.
      E comunque ripeto ciò che in passato ho detto: Gesù ha parlato ed annunziato il vangelo in aramaico o ebraico antico. Con la dispersione della Chiesa nascente a causa della persecuzione, si è annunciato la buona novella anche ai gentili, e la lingua dominante del tempi era il greco.
      Ma questo significa che c’è quindi stato un primo passaggio dall’aramaico al greco, con tutte le problematiche di rendere in una lingua ciò che è nato in un’altra, di tradurre in una parola greca ciò che è stato detto in aramaico.
      Alla fine conta la sostanza. E infatti nel corso dei secoli sono sorti centinaia di santi che hanno usato la Bibbia che avevano in quel tempo specifico e sono divenute santi perché possedevano lo Spirito

  • Nicola Buono ha detto:

    Leggetevi da Avvenire, queste istruzioni per la Santa Messa e soprattutto il paragrafo dedicato all’Eucarestia ed in particolare il suggerimento di NON pronunciare AMEN dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo e cosa si suggerisce a Genova per il dopo Comunioni da parte del Sacerdote in relazione ai guanti in gomma ( in pratica si ammette che rimangano frammenti di Eucaristia sui guanti……) Io sono letteralmente angosciato per quello che succederà Domenica, perché io NON ACCETTERÒ LA COMUNIONE SUI GUANTI per cui presumo che non riceverò l’Eucaristia. Lei dott Tosatti, mi scusi se mi permetto, come si comportera’ ? Grazie ma scusatemi sono angosciato. Ho visto tantissimi anni fa un video che dimostrava ( mostrando ovviamente un’ostia NON consacrata) come rimanessero attaccate particelle di Ostia attaccate alla mano in caso di ricevimento del Sacramento sulla mano. Figuriamoci su dei guanti in gomma. Ripeto sono angosciato.

    https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/guida-a-come-saranno-le-messe-dal-18-maggio

  • EquesFidus ha detto:

    http://blog.messainlatino.it/2020/05/se-in-chiesa-trovi-un-volantino-contro.html?m=1 . L’autore della risposta è mons. Nicola Bux, teologo e liturgista.

    Per il resto, come promesso, evito di rispondere.

    • Adriana ha detto:

      Eques Fidus , non eviti di rispondere ! Si può evitare di polemizzare-forse-ma non di rispondere , specialmente da quando , anche le pecorelle più miti hanno cominciato a digrignare i denti di fronte al foraggio della Pachamama ! , e a tutti i foraggi prossimi-venturi.
      Possiamo esclamare anche noi ; ” Cibo no buono ! ” .

      • EquesFidus ha detto:

        Evito, perché quando non si entra nel merito ma si comincia con gli attacchi personali (mi è stato dato del saccente, del supponente, che non ho niente da fare tutto il giorno eccetera) la carità impone di tacere. Anche perché nessuno è riuscito a negare quanto ho scritto.

  • angelo ha detto:

    Chiare e convincenti argomentazioni quelle di BOANERGHES. Purtroppo vedo che irritano qualcuno. Voglio attirare l’attenzione su un altro aspettopresente nei filmati visti. I miei vecchi – e sono vecchio anche io – mi hanno insegnato che entrando in chiesa, oltre a farsi il segno della Croce, ci si deve inginocchiare per profonda adorazione (e rispetto) per il Santissimo Signore presente nel Pane consacrato custodito nel tabernatocolo. Questo anche uscendo dalla chiesa. Nei filmati nessuno si comporta così.

    • Nicola Buono ha detto:

      Questo perché caro Sig Angelo ormai da un pezzo (eufemismo) nessuno si inginocchia più neanche in periodo di non-corona virus.

  • Monica ha detto:

    Qualcuno di quelli che “preferiscono” ricevere la SS. Eucarestia sulle mani, mi potrebbe spiegare quale “gusto” ci provano?
    E quale sia il problema a riceverla sulla lingua e in ginocchio?
    Sinceramente, fatemi capire. Vi sentite disgustati, umiliati, volete sentirvi alla pari del Sacerdote che altro? Per motivazioni teologiche?
    Non mi dite però che è “indifferente”, perché tanto è l’intenzione che conta non la forma.
    Primo perché con questa giustificazione, nella Chiesa è entrato di tutto.
    Secondo, perché se allora propongo un’altra modalità alternative per riceverla, per coerenza, la dovrete accettare.

  • Boanerghes ha detto:

    D’accordo, chiediamo la possibilità di ricevere l’Eucaristia in ginocchio e sulla lingua.
    Tuttavia, perché tutta questa agitazione ora in periodo di covid 19, quando anche prima la maggioranza la riceveva sulla mano?
    Appelli e proteste andavano fatti anche prima.
    Certo, c’era la libertà, non proprio ovunque, di riceverla sulla lingua.

    • Adriana ha detto:

      Boanerghes,
      “si potevano fare anche prima”,..giusto : ma allora le “Gerarchie” usavano le maschere…e molti ,miopi-, ci cascavano! Ora usano le mascherine che , per una straordinaria o normalissima ” eterogenesi dei fini , ” le
      “smascherano” anche davanti ai più ciechi . E i ciechi cominciano a ink-avolarsi perchè il Santissimo viene fatto passare per un NEMICO contagioso. Per una Kryptonite .

  • Marco Matteucci ha detto:

    La chiesa si adegua ai decreti rilancio del governo,
    Guardate questo prete a rotelle
    Forse ha già ricevuto l’incentivo del decreto rilancio per l’acquisto dei monopattini!
    :,)

    • Antonio Cafazzo ha detto:

      Un pastore veramente INGRATO: la folla delle pecore plaude, gli lancia fiori e lo acclama e lui se ne va senza alzare la manina per benedire. Forse gli scappava un bisognino?

      • Alessandro2 ha detto:

        Caro mio, preti come questi son talmente pieni delle loro arie che non hanno bisogno del piedino per andare di monopattino, vanno a turbogetto 😉

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Quando si preferisce ignorare ciò che accade negli altri Paesi e bearsi nella supponenza di una presunta superiorità !!!
    In Francia il Consiglio di Stato sconfessa il governo circa le restrizioni deliberate in ordine alle celebrazioni liturgiche e i Vescovi francesi manifestano la loro soddisfazione.
    Lezioni di indipendenza e di rispetto delle prerogative delle istituzioni in uno Stato “libero”…
    https://lanuovabq.it/it/francia-ci-pensano-i-giudici-a-ripristinare-le-messe

  • Lucis ha detto:

    Due problemi che nessuno si pone:
    1. Il corto circuito di Segni e di simboli: il Pane della Vita, il Farmaco dell’immortalità che diventa possibile veicolo di morte, il momento culmine della comunione ecclesiale, regolato da rigide norme di distanziamento sociale, ecc…
    2. La liceità morale di accondiscendere e assecondare la buffonata sempre più evidente di queste norme sanitarie, che ormai – lo sanno anche i sassi – sono esclusivamente politiche per giustificare misure che diverranno lo strumento di un Regime tutalitario anticristico. Io a Messa, alla Fonte della Verità devo recitare questa ignobile farsa della sicurezza sanitaria? Devo accettare una commedia finalizzata a schiavizzare il genere umano?
    No. Non posso acconsentire.
    È ladro sia chi ruba che chi regge il sacco .

    • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

      Lei ha perfettamente ragione. Il dramma sa qual è? Che una buona parte delle persone (anziane e non) vivono nel terrore e si mettono su una con l’altra, ritenendo giuste queste norme assurde..
      Alla vita eterna non ci crede e non ci pensa nessuno, ma a rimanere attaccati con le unghie e con i denti all’esistenza presente sono pronti in tantissimi.. Oggi, nella mentalità generale, sei sempre giovane, anche se hai 80/85 anni. Per essere considerati vecchi, ormai, bisogna aver superato di un bel po’ i novanta.
      Per quanto riguarda le gerarchie ecclesiastiche, a parte l’evidente coinvolgimento politico-economico rispetto al governo e al Pd, c’è la totale svalutazione del proprio ruolo autoritativo (salvo quando fa comodo), in perfetta sintonia con Lutero: allora, se l’autorità della Chiesa non esiste o è ridotta al minimo, ci si affida a quella dello Stato: in un certo senso, sono coerenti.
      Il card. Siri, già negli anni ’70, parlava di un tempo di spoliazione: figuriamoci se fosse vissuto adesso!

      • Boanerghes ha detto:

        Si usa dire che il pesce puzza dalla testa.
        Proviamo ad immaginare se al posto di Bergoglio ci fosse Giovanni Paolo II, con quella foga con cui parlò contro la mafia. Direi che sarebbe un’altra storia

        • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

          Con lui papa non avrebbero osato. Maurizio Blondet nel suo libro “Gli Adelphi della dissoluzione”, apre con il ricordo di un’intervista a Massimo Cacciari, nella quale il nostro bravo filosofo nichilista ad un certo punto sbotta dicendo: “Il papa deve smetterla di fare il kathekon”. Giovanni Paolo II ha trattenuto con forza certe derive, anche se non è riuscito ad eliminarne i promotori. Ora chi trattiene?

  • Gaetano2 ha detto:

    “È meglio che resti un piccolo numero di cattolici fedeli e sinceri, fermi nella loro religione, piuttosto che un grande numero… di… conniventi con gli avversari della Chiesa…”
    Qualcosa del genere devo averlo già sentito ultimamente…

  • EquesFidus ha detto:

    Voglio scrivere questo breve saggio con il duplice intento di 1) fare chiarezza sulle origini della Santa Comunione ricevuta al modo cattolico, cioè in ginocchio e sulla lingua; 2) spiegare come mai nessuno potrà mai obbligare, e se lo fa lo fa abusivamente, alla ricezione al modo protestante, cioè in mano ed in piedi.
    Anzitutto, bisogna ricordare che il mito del fatto che i primi cristiani ricevessero il Santissimo Sacramento in mano è, appunto, una storia. Il cosiddetto domenicale, oggetto liturgico di incerta funzione, probabilmente non era un panno di lino usato per comunicarsi, ma l’equivalente del velo muliebre o, forse, un panno di lino appositamente consacrato per riporre l’Eucarestia nelle case in tempo di persecuzione ed in assenza di tabernacoli. Sta di fatto che l’uso di questo oggetto liturgico viene prescritto per le donne nel Concilio di Auxerre, nel 585, e che anche qualora un similare oggetto fosse stato posto sulla mano per la ricezione della Santa Eucaristia nei tempi del Tardo Impero, non abbiamo alcuna prova che questa vi venisse effettivamente deposta. Si consideri, infatti, che all’epoca non esisteva la patena, né il piattino per la Comunione, men che meno le tovaglie alla balaustra; è pienamente lecito supporre che la ricezione della Santa Ostia avvenisse comunque in bocca, con il domenicale tenuto al disotto del mento per raccogliere eventuali frammenti di Ostia consacrata (che, checché ne dicano i protestanti, è sempre stata considerata il Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo). L’unica occasione in cui sicuramente era ammessa la Comunione sulle mani da parte dei laici era, appunto, in tempo di persecuzione; bisogna però ammettere che tale consuetudine non era la prassi, che comunque erano prescritte norme molto severe di purificazione per la ricezione della Comunione oggi purtroppo scomparse o quasi (come il digiuno dalla sera prima, o l’astensione dei rapporti coniugali dal venerdì alla domenica) e che era, appunto, limitata ai momenti di massimo pericolo, per cui sarebbe stato difficile anche trovare un prete che consacrasse le Specie eucaristiche, figuriamoci distribuirle! In tale senso va letta l’abusata citazione di Cirillo di Gerusalemme. Esiste inoltre la testimonianza, da parte di San Gregorio Magno, che già Sant’Agapito, papa tra il 535 e il 536, amministrasse l’Eucaristia esclusivamente sulla bocca. Infine, non esiste da nessuna parte che le “mani poste a forma di croce” di cui parla San Giovanni Damasceno (657-759) fossero stese davanti al comunicando; al contrario, è possibilissimo, dato che non se ne parla mai, che venissero poste sul petto, a guisa di croce appunto e per devozione. Queste due citazioni (cioè di Cirillo di Gerusalemme e di San Giovanni Damasceno, con quest’ultimo che potrebbe non parlare affatto di ricezione dell’Ostia consacrata in mano) vengono contraddette da molti altre citazioni e canoni, tanto da insospettire che le cose si svolgessero come sostenuto dai pasdaran della Comunione indultiva sulla mano.
    Sta di fatto che Papa Sisto I, tra il 115 e il 125, proibì ai laici di toccare i vasi sacri, quindi non è illogico pensare che in tale divieto risiedesse anche il contatto con la Santa Ostia. Certamente, invece, Sant’Eutichiano, papa tra il 275 e il 283, proibì esplicitamente che i laici toccassero la Santa Comunione con le mani, e vietò loro di portarla agli ammalati riservando tale compito ai ministri in sacris. Questo provvedimento si evolverà nella scomunica, nel 380, da parte del Concilio di Saragozza, dei laici che si fossero permessi di trattare il Santissimo come nei tempi di persecuzione (cioè portarlo a casa e toccarlo con le mani, come visto). San Damaso I (366-384) proibisce ai laici di conservare il Santissimo in casa. Già nel 404 Sant’Innocenzo I prescrive a tutti i cristiani l’obbligo di comunicarsi esclusivamente sulla bocca; tale disposizione viene ribadita nel Concilio di Rouen (650), Concilio Costantinopolitano III (680-681), pena la scomunica, e nel Sinodo di Cordoba (839). Come ben vediamo, quindi, il divieto alla ricezione della Santa Comunione sulle mani da parte dei laici risale quantomeno al III secolo se non al II, dunque tale divieto risiede già nella “Chiesa primitiva” (cioè pre-Concilio di Nicea) e dunque, secondo il principio archeologista di gran moda a partire dal post-Concilio (ma condannato da S.S. Pio XII), sarebbe da rispettare scrupolosamente, dato che si tratta di una comprovata tradizione. Tuttavia, non è un caso che il modernismo scelga ciò che conviene dalla sua visione distorta dell’antichità e getti a mare canoni e decreti che non gli convengono.
    Detto questo, l’uso della ricezione in modo cattolico, cioè in ginocchio oltreché sulla lingua in segno di rispetto e di adorazione, risale quantomeno all’ambiente monastico del V secolo, e di lì si spanderà in tutto il mondo cattolico fino a diventarne la consuetudine, tanto che il Concilio di Trento potè ribadire non solo la necessità di tale pratica, ma il fatto che i preti si comunicassero da soli ed i laici invece ricevessero la Comunione esclusivamente in bocca e da parte dei celebranti risalisse ai tempi apostolici.
    Quindi, da dove deriva l’usanza di prendere l’Eucaristia in mano ed in piedi? Ovviamente dal mondo protestante!
    Nel protestantesimo, infatti, con la negazione della dottrina della transustanziazione per cui le Specie consacrate diventano il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo pur mantenendo le apparenze (gli “accidenti”) del pane e del vino, l’Eucaristia viene ridotta ad un semplice momento di comunione tra pari, di convivialità, di condivisione di un pane benedetto in una sorta di “rievocazione” dell’Ultima Cena, il quale però non è assolutamente Nostro Signore Gesù Cristo in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. La negazione di tale dottrina, o al massimo l’ammissione della consustanziazione (la copresenza delle sostanze di Nostro Signore e delle specie eucaaristiche), porta a degli inevitabili mutamenti nella ricezione del Panis angelicus: non più in ginocchio, ma in piedi; non più in bocca, ma in mano. Tale usanza non solo non verrà recipita dal Concilio Vaticano II, ma verrà invece promulgata da Paolo VI nell’Istruzione “Memoriale Domini” del 29 maggio 1969, come indulto alla pratica sacrilega (ma con la raccomandazione che tali abusi cessassero al più presto e si tornasse alla Comunione in ginocchio e sulla lingua) in uso nel Nord Europa, e appunto mutuata dalla “Santa Cena” protestante (la quale altro non è che una parodia della Santa Messa). Queste disposizioni saranno recepite dall’episcopato italiano solo nel 1989, dopo che ormai da anni tale abuso veniva perpetrato (in quanto non esisteva ancora nessuna disposizione in merito da parte dei vescovi). Come se non bastasse, tale disposizione venne furbescamente votata fuori dall’ordine del giorno, coi principali opposito assenti per garantirsi la maggioranza e con un solo voto di scarto! Smettiamola quindi di sostenere che la Santa Comunione in mano è un “diritto” del fedele: questa è una pratica indultiva, nata da degli abusi eucaristici, quali santità vi è in questo. Si dice che derivi dall’usanza della Chiesa a partire dai tempi apostolici, quando, come si è visto, da una parte non è vero, dall’altra se anche fosse sarebbe scadere nell’eresia archeologista, nel recupero cioè di forme ed usanze lecitamente e giustamente abrogate nei secoli per il bene della Chiesa universale. Si ricordi, inoltre, che nell’Istruzione “Redemptionis Sacramentum” del 2004, al punto 92, che è un diritto del fedele ricevere, sempre e comunque, la Santa Comunione in bocca, che in caso di pericolo di profanazione la pratica (lo ripeto, indultiva) della Comunione sulla mano può essere sospesa e che questa può essere praticata solo su proposta dalla Conferenza Episcopale locale (organo affatto di origine divina, ma lasciamo perdere) e su accettazione della Sede apostolica. Quindi, nessuno, neanche il Papa, può vietare di ricevere la Comunione in bocca, Covid-19 o meno (per cui peraltro non esiste alcuna prova che la ricezione della Comunione in bocca favorisca i contagi), e questo non tanto per le Istruzioni in materia del XX secolo e dell’inizio del XXI, quanto perché ben due Concili ecumenici (Costantinopolitano III e di Trento) e due Concili locali (Saragozza e Rouen), insieme all’insegnamento perenne dei Santi pontefici già dall’età apostolica lo prescrivono!
    Detto questo, io so cosa fare qualora mi si dovesse mettere dinanzi alla scelta tra comunicarmi in ginocchio e sulla lingua o in piedi ed in mano (o anche solo in piedi ed in mano): io scelgo il modo cattolico, cioè, se non mi fosse possibile e fossi in stato di grazia, mi comunicherei solo spiritualmente. D’altronde, come rivelò Nostro Signore a Santa Caterina da Siena, è vero che le nostre Comunioni sacramentali vengono custodite dall’Altissimo in una coppa d’oro, ma anche le nostre Comunioni spirituali vengono custodite in una coppa d’argento. Invito tutti a fare altrettanto e di protestare, a norma del diritto canonico (vedi per l’apponta la “Redemptionis Sacramentum” del 2004), qualora questo diritto ci venisse negato: posto che la ricezione della Santa Comunione non è in sé un diritto, lo è, quando è possibile ed a determinate condizioni (vedi non essere in stato di peccato mortale), il riceverla quantomeno in bocca.

    • Gabriele ha detto:

      Non è vero che il Papa non può vietare la Comunione in bocca: tale modo di comunicarsi non è un articolo di Fede. Non è di Rivelazione divina. Non fa parte del Depositum Fidei. È un’usanza antica quanto si vuole, ma frutto di disposizioni umane, allo stesso modo in cui non è divinamente rivelato, ma oggetto di disposizioni umane, il modo in cui debba porsi il celebrante per dire messa, se girato verso il popolo o verso l’altare a muro. Il Papa ha il potere di vietare la Comunione in bocca allo stesso modo in cui i suoi predecessori vietarono la Comunione in mano e poi la permisero di nuovo.

      • EquesFidus ha detto:

        E invece è vero, verissimo, dato che è stato avallato da due Concili ecumenici ed approvato dai Pontefici precedenti. Questo rende tali norme inviolabili, al punto che, come abbiamo visto, persino nella “Redemptionis Sacramentum” (del 2004, non del 1004) si ribadisce l’ovvio, cioè che nessuno può negare il diritto di comunicarsi in bocca dei fedeli e che la pratica della Comunione in mano è concessa in deroga a questo (in quanto nasce come pratica indultiva, ovviamente). Quindi, ne consegue che veramente da sempre, in modo confermato non solo dai Pontefici ma anche dai Concili (anzitutto di Trento e di Costantinopoli III, che furono ecumenici, e poi dai Concili locali), la Santa Comunione distribuita sulla lingua è il modo cattolico per la sua distribuzione, e che tale modo è stato promulgato proprio per evitare abusi e sacrilegi. Poi, ci possiamo raccontare tutto, che sono disposizioni accessorie al Sacramento (il che è un’ovvietà, dato che la ricezione della Comunione sulla lingua non è motivo di validità del Sacramento stesso) ed altro, ma questi sono i fatti: il celebrante si comunica da sé stesso o in mano in quanto consacrato (con l’Ordine sacro), i fedeli, dal momento che non lo sono, no. Questo al netto di indulti (di origine protestante) o altro, diventati purtroppo e contrariamente al desiderio di Paolo VI prima usuali e adesso (quasi) obbligatori. Inoltre, le presunte “motivazioni storiche” dietro tale pratica, come ho dimostrato, molto semplicemente non esistono.
        A proposito, sappia che si può dire perfettamente la Messa tridentina anche su un altare coram Populo (come quello della basilica di San Pietro in Vaticano), tanto che questo è espressamente previsto dalla rubriche (incluse quelle ante-62).

      • Maria Grazia ha detto:

        @ GABRIELE – Sì, infatti anch’io, riguardo al modo di somministrare la Comunione ho qualche dubbio. Quando Gesù istituì la Comunione disse agli Apostoli “PRENDETE e mangiate: questo è il mio corpo”. Dopo la benedizione, che trasformò il pane nel Suo corpo, non mise un boccone di pane in bocca ad ogni suo seguace, ma lasciò che lo prendessero con le mani. C’è anche da considerare il fatto che la lingua non è meno corpo delle mani, anzi è più impura nel senso che è più contaminata da microbi delle stesse mani.

        • EquesFidus ha detto:

          Mi sembra che siamo a “Ragione e sentimento”, solo che io parlo di ragione, Lei riduce a sentimento.
          Posto il fatto che Cristo è il Figlio di Dio, e quindi del Suo Corpo può, straordinariamente, disporre come vuole (abbiamo persino casi di miracoli eucaristici con persone nemmeno battezzate, si figuri!), detto questo gli apostoli non erano dei semplici fedeli: erano i primi vescovi, avendo già ricevuto la lavanda dei piedi, e stavano ricevendo il mandato da Cristo stesso di celebrare l’Eucaristia. E quindi, posto il fatto che non siano stati comunicati da Cristo stesso (il Vangelo non lo dice, inoltre “accipite” vuol dire, oltre a “prendete”, anche “ricevete”, “accogliete”), questo è perfettamente in linea con la Tradizione della Chiesa che vuole che i sacerdoti (preti e vescovi) si comunichino da soli e poi amministrino il Corpo di Cristo ai fedeli. Detto questo, l’ultima osservazione è talmente peregrina che siamo nel mondo del sentimento, non della ragione: cosa c’entra il fatto che la lingua sia più “impura” (cioè con più batteri, cosa questa difficile da dire) rispetto alle mani? Lei è un prete, consacrato da capo a piedi al modo di Melchisedek? Io, Lei, siamo sacerdoti che hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine Sacro e, quindi, col potere di consacrare le Specie eucaristiche e di amministrarle ai fedeli? La risposta, ovviamente, è no; quindi, se non possiamo consacrare le Specie eucaristiche e non siamo noi stessi consacrati a Dio dalla punta dei capelli all’unghia dell’alluce, con che diritto possiamo arrogarci di ricevere Nostro Signore sulle mani? Con che diritto possiamo prendere in mano Dio, noi che non siamo consacrati a Lui? Con nessun diritto, ecco la verità; mentre nostro diritto è accedere alla Comunione secondo il nostro stato, cioè in bocca e in atto di adorazione, cioè in ginocchio. Questa è la ragione, poi la possiamo infarcire con il buon sentimento, con il “voler stare vicino a Dio” eccetera, però sta di fatto che la tradizione di ricevere la Santa Ostia sulla lingua risale veramente ai tempi apostolici, anzi risale a quella notte nel Cenacolo di quasi 2000 anni fa!

          • Gabriele ha detto:

            Il fatto di usare la versione latina delle Scritture per commentarle è già segno di dilettantismo: non importa cosa voglia dire accipite. Se si vuol far vedere di essere colti, bisogna farlo bene e il Nuovo Testamento citarlo in greco, lingua originale. “Prendete” in originale è “làbete”, da “lambàno” (verbo tradotto bene con accipio). Oltre a ricevere e accogliere, sia lambàno che accipio hanno un altro significato che non è espresso dal verbo italiano prendere, ed è “capire, cogliere il senso, comprendere”. Quindi nel “prendete e mangiate” ci sta anche il senso di capire che cosa è l’Eucaristia, che quel Pane non è un pane normale. Quanto a chiedere l’intervento di teologi, non si tratta di “chiamare rinforzi”, ma di evidenziare come la teologia sia una cosa seria e per parlarne con cognizione bisogna essere preparati e avere studiato, soprattutto quando non si vuole dire qualcosa come una propria umile opinione, ma facendola passare come una verità certa ed assodata. Qua siamo al punto che c’è gente che scrive che si vuole “introdurre il sacerdozio agli sposati nella Chiesa Cattolica”, come se non ci fosse già.

          • Maria Grazia ha detto:

            @ EQUESFIDUS – Non capisco perchè per Lei chi ritiene indispensabile ricevere la Comunione sulla lingua segua la ragione mentre chi non lo ritenga indispensabile segua il sentimento. Cosa c’entra il sentimento scusi? Vuole forse dirmi che la lingua ha una valenza più spirituale delle mani?
            Posso dissentire dalle sue tesi senza essere tacciata di sentimentalismo o no?

          • Adriana ha detto:

            Gabriele , non riesco a capire la logica del suo pensiero laddove
            afferma che non basta conoscere il latino ma che occorre conoscere il greco per :A) essere veramente colti ; B) comprendere l’autentico significato del testo .
            “Bene ,-mi dico -, chissà quale interessante differenza
            passa tra ” lambàno” ed ” accipio”, secondo costui… Mi si spalancherà un mondo di Verità tali da eliminare il bisogno di registratori !!! ” Ma il Gabriele- che ha aperto la disputa – conclude… che non ce ne è nessuna ! ! ! ( Non dico Amen , che ormai è proibito )

      • Sergio ha detto:

        Il Papa non è un monarca assoluto, è semplicemente un custode della Fede (come lui, i Vescovi), pertanto non può vietare o concedere di suo un bel niente,in quanto quello che custodisce non è suo. Proprio per questo se, vestendo i paramenti della Fede, dicesse cose diverse da quella Fede di cui porta i segni esteriori, cadrebbe nell’eresia e sarebbe immediatamente fuori dalla Chiesa. Inoltre l’interpretazione della Scrittura e della Tradizione della Chiesa segue il principio di non contraddizione : se una statuizione attuale o futura del Papa fosse in contraddizione con una precedente statuizione della Tradizione, la nuova statuizione non sarebbe valida.

        • Gabriele ha detto:

          Qui ci sono molti teologi improvvisati, o comunque persone che si nascondono sotto un nickname e non si sa se e quali titoli abbiano per dare lezioni di teologia. Allora facciamo così: siccome Tosatti conosce padre Cavalcoli, può chiedere a lui di dare un parere in merito, e chiedere a lui (o a qualche altro vero teologo, per esempio padre Angelo Bellon, non quelli modernisti) se il Papa abbia o no il potere di decidere in che modo si debba prendere la comunione e se abbia il potere di vietare di prenderla in bocca per prenderla solo in mano. (A parte il fatto che questo è già accaduto, perché i vescovi italiani hanno deciso in tal senso e Papa Francesco non li ha smentiti, ergo approva la decisione, anzi ha detto di seguire le norme, ma qua sopra ci sono quelli per cui Bergoglio non è Papa). La religione cattolica è una cosa seria e per parlarne ci vogliono persone che abbiano i titoli e le competenze per farlo, sennò compare della gente che non si sa chi sia e a quale titolo parli e che non sa neanche la distinzione tra i gradi del Magistero e mette sullo stesso piano gli articoli del Credo e le disposizioni liturgiche, la Verità Rivelata e la Storia della Chiesa, i dogmi di Fede e le disposizioni disciplinari, la Tradizione con la t maiuscola e la tradizione storica, cucinando dei minestroni confusionari e indigeribili. Speriamo che Cavalcoli se ci sta leggendo o qualche altro dica qualcosa di autorevole in merito.

          • EquesFidus ha detto:

            Perché, Lei è un teologo ed un esperto di storia della Chiesa, come invece non sono io? Questi sono argomenti ad hominem: dal momento che non si trova da nessuna parte un argomento serio e convincente per la distribuzione della Comunione sulla mano (a parte dei “si dice”, “pare che nei primi secoli”, senza che nessuno mai dica quali siano questi benedetti primi secoli, quando esistono dei decreti già del III secolo che dicono il contrario di quanto affermate), si cerca di screditare l’interlocutore, e si chiamano i rinforzi (come p. Cavalcoli) e ci si infila in mezzo pure Bergoglio (che non ha alcun interesse per le questioni liturgiche, come ampiamente dimostrato). Detto questo, ciò che volevo scrivere l’ho scritto, gli insulti pure, la smetto qui per evitare dei flames su questo blog.

          • Boanerghes ha detto:

            Il Papa ha il potere di dare disposizioni in merito. Che siano condivisibili è poi un altro discorso.
            Si può fare l’esempio del celibato, con lo scontro tra chi è favorevole per un fatto sostanziale ed ontologico e chi lo vede come una disciplina.
            Per me è un fatto ontologico, chi lo indica come disciplina lo fa per poter introdurre il sacerdozio agli sposati nella Chiesa cattolica.
            Anche per quanto riguarda il modo di dare l’Eucaristia, è sostanziale che sia il presbitero o vescovo o diacono a somministrarla, ma il Papa può disporre regole diverse e se ne assume la responsabilità. Rimane immutato però il contenuto, come giustamente documentato nella tradizione ecclesiale.
            In conclusione, se il Papa dispone una variazione e modifica, questa non deve divenire definitiva ma essere del tutto temporanea.
            Che poi si stia facendo di tutto per trasformare il temporaneo in definitivo, questo è evidente e bisogna approfondire le cause di questa deriva, che non ha nulla del rivoluzionario o adeguamento ai tempi. Se di adeguamento si parla, in realtà è un decadimento profondo.

          • MARIO ha detto:

            @ Gabriele

            Io non sono né teologo né consacrato, ma concordo con lei.
            Immagino che lei invece sia Padre Gabriele Giordano O.P. (domenicano), visto anche che cita i suoi confratelli Cavalcoli e Bellon. (Se mi sbaglio “mi corriggerete”…).

            Faccio notare che nel mio commento sotto (in risposta a Equesfidus) ho linkato proprio un articolo di Padre Angelo Bellon O.P.

            Buona giornata.

          • Maria Grazia ha detto:

            @EQUESFIDUS – La Sua arrogante saccenteria ha già stancato. LA SMETTA !!!!

    • Enrico ha detto:

      Caro Equesfidus,

      nell’ultima riga del Suo saggio si legge: “non essere in stato di peccato mortale”. Naturalmente ciò risponde alla sana Dottrina cattolica, ma, stando a quanto si vede e si sente, Lei pensa che lo “stato di peccato mortale” sia qualcosa su cui i moderni cattolici vengono ancora istruiti dalla catechesi in voga, diciamo così, da 60 anni a questa partei?

      Grazie per quel che vorrà rispondere.

      • EquesFidus ha detto:

        Credo che, al netto di diverse “eccezioni” (che tali non sono più, ma la minoranza dei casi), purtroppo no, oggigiorno anche tra coloro che si accostano alla Santa Messa non ci sia coscienza né di cosa sia la Messa, né di cosa sia la Santa Comunione, né di cosa sia il peccato e la distinzione tra quello veniale e quello mortale. Lo dimostrano, purtroppo, il sentire comune ed un sondaggio di un paio di anni fa: molti cattolici, o presunti tali, non credono alle basilari verità di fede e, se lo fanno, lo fanno poco e male. Vedasi, per esempio, che (mi sembra) solo un cattolico su tre circa creda nella Transustanziazione. Purtroppo, complice la degradazione della trasmissione della fede e la rivoluzione liturgica bugniniana, sempre più persone si accostano alla Messa (e, va da sé, alla Santa Comunione) senza coscienza di cosa siano, o con una coscienza gravemente imperfetta. Chiaramoci: questo non vuol dire che bisogna avere un dottorato in teologia e una laurea in filosofia per comunicarsi in modo lecito e non sacrilego (e quando mai!), ma che è necessaria quella consapevolezza di fondo, cioè che le Specie consacrate sono Nostro Signore, che la Santa Messa non è una festa ma il rinnovarsi incruento del sacrificio del Calvario e che il peccato mortale è un’offesa a Dio grave e compiuta con piena avvertenza e deliberato consenso.

      • Gaetano2 ha detto:

        “…Lei pensa che lo “stato di peccato mortale” sia qualcosa su cui i moderni cattolici vengono ancora istruiti dalla catechesi in voga, diciamo così, da 60 anni a questa partei?”…

        Domanda maliziosa… “peccato mortale?”
        Grazie al conciliovaticanosecondo finalmente anche il “papa” (così lo chiamano in moltissimi, mi pare) può dedicarsi a presiedere riti di adorazione di pachamame e varie e ci si sofferma su quisquilie come il “peccato mortale”… bisogna aggiornarsi e punto esclamativo (non lo trovo su questa tastiera mezza rotta, che mi hanno regalato)

    • MARIO ha detto:

      Equesfidus, a me risulta come comunemente accettato che nei primi 6-7 secoli della Chiesa la comunione veniva data sulla mano.
      Vedi da “Amici Domenicani” (Punto 6. Il luogo e l’atteggiamento della Comunione) al seguente link:
      https://www.amicidomenicani.it/l-eucaristia-come-veniva-celebrata-nei-primi-cinque-secoli-e-come-viene-celebrata-oggi/

      Tengo a precisare che io non critico assolutamente e non mi da nessun fastidio chi riceve la comunione in bocca.
      Mi addolora invece chi pretende, con argomentazioni più che discutibili, di dare del sacrilego a chi preferisce ricevere la comunione sulla mano, anche se lo fa con la dovuta devozione (sempre necessaria naturalmente).
      Credo onestamente che questo sia uno dei tanti modi per creare o alimentare la divisione tra i fedeli ( come se non ce ne fosse abbastanza…).

      Ritengo anche che a Gesù interessi prioritariamente l’atteggiamento interiore del nostro cuore e del nostro spirito (“…d’ora in poi i veri adoratori mi adoreranno in spirito e verità.”)
      Peraltro potrebbe anche succedere, a volte, che la lingua sia più “sporca” (in senso metaforico) delle mani…

      Le forme esteriori per esprimere la nostra devozione possono esserci di aiuto; ma può anche essere che Gesù, durante la Celebrazione Eucaristica, apprezzi maggiormente quelle forme che esprimono anche fisicamente l’UNITA’ dei fedeli (espressione dell’unità della Chiesa) attraverso una gestualità comune, rispetto a manifestazioni più o meno individualistiche e diversificate della propria devozione.

      Penso in particolare alla processione eucaristica, che se svolta con ordine e devozione, in me personalmente suscita l’idea di un popolo unito e concorde, in cammino verso quel Pane che rafforza la nostra unità.

      • EquesFidus ha detto:

        A me invece non risulta, anzi, sulla base di quanto ho scritto prima ritengo che sia una “pia” leggenda: infatti, come ho evidenziato, già a partire dal III secolo (se non direttamente dai tempi apostolici) la Comunione non veniva distribuita più sulla mano ma in bocca. Ecco, io credo che ci sia anche molta confusione (quanto voluta, non so) tra le pratiche in tempo di persecuzione, che ammettevano in via eccezionale detta usanza, e le pratiche in tempo di pace, che la riservavano ai sacerdoti. Inoltre, come scrivono anche su Amicidomenicani, la Comunione esclusivamente sulla lingua serviva anche per prevenire gli abusi; già questo, per quanto mi riguarda, è un argomento a favore dell’impiego esclusivo di questo modo di approcciarsi al Santissimo Sacramento.
        Detto questo, rigetto con forza che queste siano questioni di lana caprina: il Preziosissimo Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo sono la fonte ed il culmine della vita cristiana, quindi vanno trattati col massimo rispetto (anche esteriormente, non solo interiormente, tanto più che un’esteriorità superficiale di certo non depone a favore di un’interiorità vigile, semmai il contrario). Detto questo, non ho mai detto che chi compia tale atto sia sacrilego, ma indultivo di un atto sacrilego (perché tale era), il che è diverso, per giunta nella (vana) speranza di un ritorno al modo cattolico di amministrare la Santa Comunione. Ecco, io credo che veramente divisive siano state le norme degli ultimi decenni in merito, non quelle tridentine che imponevano quella che era, de facto, una prassi consolidata in molte diocesi già da secoli, e che riprendeva atti di pontefici e Concili ecumenici vecchi di secoli.
        Detto questo, inoltre, io non cesserò mai di criticare e condannare abbastanza l’archeologismo: come disse il venerabile Pio XII, l’archeologismo è un’eresia. Se la Chiesa ha disposto che, anche in casi eccezionali, la Comunione non possa essere ricevuta sulle mani che dai sacerdoti (che sono appositamente consacrati, dai diaconi in su), ci sarà un motivo, ed uno di quei motivi era proprio evitare gli abusi. Ridurre tutto all’interiorità, ai moti interiori dei fedeli è troppo comodo: la liturgia è una cosa pubblica, quindi gli atti devono essere pubblici (anche nelle Messe cosiddette “private”). Quindi, vorrei ben vedere che non La infastidisce chi fa la Comunione sulla lingua! Il contrario sarebbe una bestemmia.
        Per quanto riguarda la falsità della lingua più “sporca” delle mani, in senso reale o metaforico, ho già risposto prima: mi sembra una argomentazione fallace in sé, dato che la questione non riguarda (sol)tanto la purezza di chi riceve il Santissimo (lo stato di grazia è obbligatorio), ma se sia lecita questa modalità di distribuzione del Santissimo. E io in merito mi rimetto ai Concili, ai pontefici (di cui alcuni santi!) e a Nostro Signore, il quale è vero distribuì (forse, dato che neppure è sicuro) il Suo Corpo sulle mani degli apostoli, ma questi non erano fedeli laici: erano vescovi, quindi sacerdoti, quindi già consacrati a Dio (pure Giuda, anche se era in stato di peccato mortale).
        In conclusione: la Santa Comunione sulla lingua e, possibilmente, in ginocchio non può essere negata da nessuno; non c’è alcuna prova dei primi secoli che attesti questo (anzi, direi che gli atti magisteriali ufficiali dicono il contrario) e, anche se fosse, le disposizioni in merito dei Concili lasciano poco dubbio in tal senso, dato che ci sono invece espliciti divieti (e scomuniche, per quanto soggette a indulto) a coloro che si comunicano così.

      • Maria Grazia ha detto:

        @ MARIO – Discorso perfettamente convincente. Sono d’accordo con te.

        • EquesFidus ha detto:

          Non lo è assolutamente, invece: sono sempre le stessi banalità trite e ritrite degli ultimi cinquant’anni, che allontanano le persone dalla Fede invece che portarcele. Che frutti ha dato la Comunione sulla mano? Quante persone in meno credono, rispetto al gesto di riceverla in ginocchio e sulla lingua, che questo sia veramente il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore? Siete tutti sacerdoti, consacrati per poter toccare la Sacra Particola? Perché riceverla in ginocchio e sulla lingua sarebbe esibizionismo, mentre invece l’atto di ricevere Nostro Signore sulle mani non consacrate sarebbe segno di umiltà? Perché lo “spontaneo”, l'”irrituale” andrebbe sempre bene, mentre non è così per il “formale”, ed il primo presupporrebbe una maggiore maturità spirituale? Perché ancora oggi in alcuni Stati (vedi per esempio il Kazakhstan) la Comunione sulla mano è proibita, se si tratta di una pratica così bella ed utile alla fede dei fedeli? Perché pure nella “Redemptionis Sacramentum” questa pratica è sottomessa a) che non vi sia il rischio di profanazione (che purtroppo c’è sempre colpa Comunione in mano, o quantomeno in misura ben maggiore di quella sulla lingua) e b) alla delibera della Conferena Episcopale locale ed alla approvazione della Santa Sede, mentre si ribadisce che la ricezione in bocca dell’Ostia consacrata è un diritto dei fedeli, sempre e comunque?

          • Maria Grazia ha detto:

            @ EQUESFIDUS – LEI HA POCO RISPETTO PER LE IDEE DEGLI ALTRI …. esistono solo le sue!!!! Si è perfino permesso di sentenziare che quello che per me è convincente, nella realtà dei fatti non lo è. MA CHI CREDE DI ESSERE? LEI ADESSO STA ESAGERANDO UN PO’ TROPPO!!! Si è permesso addirittura di sentenziare che chi riceve l’Eucarestia in mano si allontana dalla fede, MA DOVE VIVE LEI? IO NON HO MAI CONOSCIUTO PERSONE CHE SI SIANO ALLONTANATE DALLA FEDE PERCHE’ HANNO RICEVUTO LA COMUNIONE IN MANO. MA STA SCHERZANDO ? SI RENDE CONTO DELLE ASSURDITA’ CHE STA DICENDO ? Lei, secondo me, ha bisogno di prendere un po’ d’aria, di rinfrescarsi un po’ le idee. Dalle “LENZUOLATE ” che scrive, si capisce che HA POCO TEMPO PER DEDICARSI AD ALTRO !!!!!

          • Boanerghes ha detto:

            Mi sembra che Equesfidus non abbia mancato di rispetto, ma ha sottolineato non tanto le sue idee ma quanto oggettivamente trasmesso sin dalle origini, nella sostanza. E non ha detto che chi riceve l’Eucaristia sulla mano si allontana dalla fede. Legga e comprenda meglio.
            Ci sono prassi che col passare del tempo depauperano la liturgia, anche se poi il Signore riesce a trarre frutto anche dai sassi.

          • Alessandro2 ha detto:

            Sono assolutamente in linea e d’accordo con Eques, che ringrazio, e con le chiose, pacate e ragionevoli di Boanerghes. Anch’io ho fatto la Comunione in piedi e sulle mani in via eccezionale, pensando a quei nostri fratelli di tanti secoli fa che la prendevano così in deroga, poiché sottoposti a persecuzione. Come anche tanti altri fratelli in tempi più recenti, o anche oggi. Infatti cos’è questo se non un tempo di persecuzione?

            Con questo spirito, spero di tornare al più presto all’uso antico, che rispetta maggiormente Gesù Eucaristia, e mi piego a questa modalità.

        • Boanerghes ha detto:

          Fare discorsi per così dire convincenti non significa che poi siano anche veritieri.
          Mario si scorda che anche la Madre di Gesù non riceveva la comunione sulla mano e stava in ginocchio dall’inizio della preghiera eucaristica e di consacrazione, fino al termine del rito.
          La Madre è sempre un esempio perfetto.

          • Maria Grazia ha detto:

            Come fa a sapere che Maria non ricevesse la Comunione sulla mano? A quali fonti attendibili si riferisce?

          • Boanerghes ha detto:

            Rivelazioni private. Chi cerca trova, sono famose in tutto il mondo
            Ovviamente non vincolanti.
            Però dico che un giorno, davanti al Signore, impareremo quanto poco rispetto e timor di Dio abbiamo avuto.
            Io ora ricevo l’Eucaristia sulla mano, ma spero che presto si ritorno alla libertà di prima.
            Poi ognuno dia il suo frutto, chi il 20 chi il 60 chi il 100

          • Maria Grazia ha detto:

            @ BOANERGHES – Le rivelazioni private se non hanno l’avallo della Chiesa restano private e non hanno la garanzia della credibilità: io per esempio non ci credo e non mi permetto di segnalarle come autentiche. La fede di una persona non si misura dal fatto se riceve l’eucarestia sulla lingua o sulla mano, questa è solo una convenzione liturgica, quello che conta realmente è la disposizione interiore con la quale la si riceve: il metro di valutazione che usa Cristo per riconoscere i suoi seguaci, come insegna il Vangelo …. è tutt’altro!!!

      • Boanerghes ha detto:

        Però la sua fonte, Mario, è sempre quella degli amici domenicani.
        Giusto per curiosità, riguardo il celibato cosa dicono?

        • MARIO ha detto:

          Caro Boanerghes, Padre Angelo Bellon (Amici Domenicani) mi sembra una persona seria e preparata.
          Riguardo al celibato… non mi sembra che sia l’argomento del giorno.
          Buona giornata.

          • Boanerghes ha detto:

            Anche i gesuiti erano molto preparati e cattolici. Poi si è visto il successivo sviluppo. E se c’è un ordine che andrebbe commissariato è proprio quello.
            Serietà e preparazione sono importanti, ma non tutti sono devoti come S. Domenico o teologi straordinari come S. Tommaso d’Aquino.

        • Maria Grazia ha detto:

          @ BOANERGHES – So cosa ha scritto Equesfidus, faccia il bravo Boanerghes, ho indirizzato il mio post a Equesfidus e non a Lei, ciò significa che io la risposta la aspetto da lui!!!
          Ho elementi per ritenere che il soggetto in questione sia maggiorenne e che non abbia impedimenti di sorta perchè altri si sostituiscano a lui! !!!

          • Boanerghes ha detto:

            @Maria Grazia
            Io scrivo quello che mi sento in coscienza di scrivere, e non sarà certo lei a impedirmelo, ma il moderatore.
            Faccio presente che non si è tenuti a credere nemmeno alle rivelazioni accettate dalla Chiesa, come Lourdes e Fatima ad esempio.
            Era ovvio che le rivelazioni date a Maria Valtorta non sarebbero state accolte ufficialmente, in questo clima pruridecennale di biblicismo squilibrato sarebbe stato un affronto.
            Ma ogni cosa a suo tempo.
            Stia in pace

  • Adriana ha detto:

    Gentile Tosatti ,
    esiste in rete una “istruttiva” foto di un reverendo che
    armato di mascherina e di guantini profilattici , benedice con l’acqua santa i fedeli… “sparandola “per mezzo di una pistola ad acqua ! ! ! .
    Niente di strano se penso a quel vescovo che pedalava
    in bicicletta gioiosamente ,e ad altri esempi…
    Da tempo il nostro clero ha mostrato segni di
    rifanciullimento praecox : dovrebbe sottoporsi a una terapia d’urgenza assumendo abbondanti dosi di vaccino cattolico . ((Esiste già : collaudatissimo !!! )).

    • Monica MS ha detto:

      con tutto il rispetto per l abito e con tutta la comprensione per la persona (mal formata o altro) ma viene da dire dal profondo del cuore a questi sacerdoti : “basta fare i buffoni. finitela col ridicolo.”

  • Raffaello ha detto:

    Io sto con don Alberto, meglio rinunciare alla Santa Comunione che commettere eresie , prendiamo la rinuncia alla Santa messa come una prova che il Signore ci dà per provare la nostra fedeltà verso di Lui.

    • Monica MS ha detto:

      No alla s Messa si partecipa sempre. Se non posso fare la comunione per motivi di stato di coscienza o per evitare oltraggi non per questo non vado a Messa.

      • Helene Bronner ha detto:

        Ma se la messa l’hanno ridotta a un circo indegno! Ridateci la SANTA MESSA!

    • Boanerghes ha detto:

      Questa per me è una bella tentazione.
      Io rinuncio ad una celebrazione luterana, ma se la consacrazione cattolica non viene cambiata nella sostanza, è bene andarci.
      Certo, è triste per diversi motivi, e questo è sì un sacrificio