DEL POZZO. SANTIFICARE LA FESTA, O SANIFICARLA? UN EMENDAMENTO…

5 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, domani in Parlamento si discuteranno gli emendamenti al decreto legge su lockdown.

E fra i vari provvedimenti si parlerà anche di religione. Vogliamo in un post veloce veloce offrirvi due elementi. Il primo è una lettera al Direttore del Foglio, uscita oggi sul giornale, e scritta da Luca Del Pozzo, che i lettori di Stilum Curiae conoscono bene, e che riguarda quello che viene descritto come un “accordo” fra Cei e governo. Vediamo che cosa scrive Del Pozzo.

***

Al direttore – C’è ben poco di cui essere soddisfatti per un accordo che se tutto va bene si concretizzerà entro fine mese, quando nel frattempo è stato fissato un calendario per la ripartenza di tante altre attività. Perché per le messe con il popolo dovrebbe essere più complicato? O c’è chi ritiene il culto un qualcosa di meno importante rispetto ad altri ambiti? Dunque altre settimane per approfondire cosa, esattamente?

Il Concordato del 1985 dice chiaramente che “è assicurata alla chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero…”; e non, si badi, all’insegna del cavouriano “libera chiesa in libero stato” – che alla prima riconosce la stessa libertà che può avere un uccellino dentro una gabbia – bensì del principio “libera chiesa e libero stato”, che pone invece stato e chiesa su un piano di assoluta parità. Basterebbe che la chiesa dicesse “il culto è affar mio, garantisco io il pieno rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza”, e tutto si potrebbe risolvere in poco tempo. Oppure la chiesa non è libera. Tertium non datur. Chiudo con una modesta proposta: se proprio non si vuole ripartire subito, lo si faccia almeno domenica 17 maggio. Sarebbe un bel modo per onorare la memoria di san Giovanni Paolo II, il cui centenario della nascita cade in quei giorni, che tanto si batté per la libertà religiosa (e sottolineo: libertà religiosa). Tenendo comunque a mente che il terzo comandamento dice di santificare le feste, non di sanificarle.

Luca Del Pozzo

*** 

E poi riportiamo un agenzia ADN-Kronos di oggi, che legge:

“Domani nell’Aula della Camera si discuteranno gli emendamenti al decreto-legge sul lockdown, che come sappiamo limita pesantemente le libertà e i diritti fondamentali degli italiani. Tra queste libertà c’è quella di culto, che il decreto calpesta impedendo la celebrazione delle messe con i fedeli. Fratelli d’Italia ha presentato un emendamento dice una cosa molto semplice: le celebrazioni religiose si possono svolgere, nel rispetto delle norme anti-contagio. In tanti, anche nel governo e nella maggioranza, hanno contestato l’ultimo dpcm di Conte e il no alle Messe. Domani vedremo, in Parlamento, chi sarà coerente e voterà insieme a noi l’emendamento di Fdi”. Lo annuncia Giorgia Meloni, presidente del partito.

A domani allora, e vediamo che cosa accadrà a Montecitorio…E dopo. Se passasse, che cosa farebbe la Cei?

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5 commenti

  • Monica MS ha detto:

    In Francia la Cei e i responsabili del culto ebraico spingono per una riapertura del culto pubblico almeno per la Pentecoste , indicando la data del 29 maggio. Il governo aveva previsto un blocco fino a metà giugno. Ora il responsabile del culto musulmano chiede che sia anticipata l apertura al culto pubblico per il 24 maggio , fine del ramadan. Altrimenti seguirà vie legali per discriminazione.
    Ecco, se ufficialmente si aprirà al 24 maggio il culto pubblico religioso sarà grazie ai musulmani. E si farà. Perché il concetto di uguaglianza é superiore ad ogni cosa per i giacobini e la parola discriminazione la chiave per aprire ogni resistenza statale.

    • Monica MS ha detto:

      erratum : cei inteso come CEF . Vescovi francesi non italiani

    • stefano raimondo ha detto:

      In effetti se si fossero mossi con più decisione gli ebrei e i musulmani, i luoghi di culto avrebbero visto “l’apertura anticipata”: il potere non vuole apparire discriminatorio. (Ebrei e musulmani che apprezzo, intendiamoci, almeno loro difendono la propria identità).

      Mentre i pochissimi sacerdoti che si sono ribellati sono stati subito etichettati come scolaretti cattivi dalle squadracce del bene. Il potere deve in qualche modo indicare periodicamente i limiti entro cui si può ragionare e discutere. Additare una pecora nera, un capro espiatorio, è un modo per tenere compatto il gregge e farlo muovere in una sola direzione.

  • Nicola Buono ha detto:

    A proposito di feste ed apparizioni mariane

    http://www.rinocammilleri.com/2020/04/calendario/

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Vorrei vedere se domani alla Camera la Meloni e Salvini faranno qualche proposta per le scuole paritarie, alle quali il Governo Conte e la ministressa femmina Azzolina hanno negato qualunque sostegno, condannandole allo strangolamento.

    Finora non l’hanno fatto, mi pare.