SE LA CHIESA CAPITOLA A UN GOVERNO NEOGIACOBINO. DUE VOLTE.

1 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stium Curiae, Kafka e Orwell non bastano più a descrivere quello che sta accadendo nel nostro Paese, in particolare – ma non solo – per quanto riguarda le celebrazioni. Una saga che ha conosciuto ieri ulteriori sviluppi, con messaggi e comunicati, del Ministero degli Interni e la Segreteria della Cei. La penna graffiante dell’avvocato Fabio Adernò fa giustizia impietosamente e ironicamente degli uni e degli altri. Buona lettura. 

 

§§§

È davvero troppo tardi.

Constatiamo, simultaneamente, da Avvenire (v. qui) e dalla CEI (v. qui) che il ruggito del micetto dell’ultima Nota è stato l’ennesimo sassolino nello stagno. Un po’ di rumore, giusto per ricordare che ci sono…

Ben presto dimenticati i domenicali boati ai limiti dell’isteria, è tempo di tornare ad allinearsi al neogiurisdizionalismo perfetto.

Nonostante le grandi parole che fatuamente rivendicavano autonomia e libertà di azione (“la Chiesa esige” e tante altre cose belle), la CEI torna subito col cappello in mano dal Governo a pietire spiegazioni circa le nuove irrazionali disposizioni contenute nell’ultimo capolavoro di ingegneria biolegale partorito dall’Esecutivo e, come se non fossero già bastate le umiliazioni ricevute lo scorso 27 marzo con la risposta sui riti della settimana santa (v. qui), gliene chiede un’altra, sollecitando spiegazioni sulle “cerimonie funebri”, le sole ad esser state “consentite” dal Leviatano sanitario nella “fase 2”. Lo stesso che decide chi possiamo incontrare e chi no.

Peraltro, restiamo davvero sorpresi nel constatare con quanta velocità galoppi il bizantinismo acrobatico delle attuali relazioni Stato-Chiesa, visto che non si è ancora finito di polemizzare sulla distinzione delle competenze e con affanno – senza riconoscere la natura diplomatica della questione – si torna sul luogo del misfatto e si propongono dei “quesiti” al Ministero degli Interni. Vien naturale chiedersi se giocare a nascondino rientri nelle tecniche di coordinamento tra due ordinamenti primari.

E la solerte risposta non è tardata ad arrivare (v. qui), firmata nuovamente dal prefetto Michele di Bari, e indirizzata stavolta al Segretario Generale della CEI, mons. Stefano Russo.

Nel documento di oggi, 30 aprile, nel Dipartimento per le Libertà Civili (che già risulta essere ossimorico di questi tempi) torna a farsi nuovamente esercizio di rubricismo e, tra le altre perle di neo-catechismo liturgico, si “concede” all’autorità ecclesiastica la libertà di scegliere quale “forma liturgica” adoperare nelle cerimonie funebri (e noi che pensavamo che ci avrebbero prescritto se usare i paramenti viola o neri… l’abbiamo scampata!).

In più, sacrestanicamente si bisbiglia che i riti finali della “commendatio” e dalla “valedictio” (toh!) sono anch’essi ad libitum, quando invece sono parte essenziale delle esequie (cfr. Rito delle Esequie, Premesse, n. 10); ma questo forse è sfuggito al “Ministero del Culto” di questa grottesca quarta repubblica.

D’altra parte, il contenuto del documento si appalesa davvero anomalo: cosa s’intende per “forma liturgica”? In che senso “forma”? È forse una categoria giuridico-amministrativa conosciuta al Viminale il sintagma “forma liturgica”? Si riferisce per caso alle tre “forme” previste delle premesse del Rito, una delle quali (quella nella casa del defunto) non è peraltro contemplata in Italia? Ma davvero il Ministero degli Interni di uno Stato laico viene a specificare ai sacerdoti cosa devono fare in occasione di un funerale? Ma la cosa più scandalosa è che sia lo stesso Segretario Generale a chiedere lumi in materia al Ministero dell’Internazione del Culto, come si deduce dallo stesso documento nel quale si legge apertis verbis: «come richiesto dall’E.V.» (= Eccellenza Vostra).

E alle ormai litaniche misofobiche raccomandazioni, l’estensore della risposta ne aggiunge un’altra, dal sapore tutto vetero-democristiano, perché viene pure a dire che la cerimonia deve svolgersi «in un tempo contenuto»; non so, vogliamo anche fornire uno schema su cosa dire nella predica, o si possono usare parole proprie?

Poi la stangata: «Nel caso in cui venga celebrata la messa». Ah! Dunque avevamo visto giusto… per “cerimonia funebre” lo Stato dispotico onniregolatore, oltre a indicare chi e quanti possano piangere un morto, non contempla in linea ordinaria la complessiva cerimonia in suffragio del defunto, ma solo, come avevamo sciaguratamente subodorato, il Rito esequiale! A questo punto, tanto valeva dire pure quali letture scegliere e quali orazioni recitare.

«Si avrà cura – leggiamo sbigottiti – che i partecipanti si allontanino quanto prima dal luogo della celebrazione, evitando la formazione di assembramenti ovvero di cortei di accompagnamento al trasporto del feretro».

Ma chiediamo a color che tutto sanno: a piedi o anche in auto? A dorso di mulo o in bici?

Lo Stato laico (lo stesso che non gradisce le ingerenze su argomenti che toccano l’etica e i costumi, lo stesso che legalizza la soppressione di vite innocenti, tanto nel grembo materno quanto sui letti della sofferenza) torna con prepotenza a usare i termini graziosi di nauseante matrice liberale, sprezzanti della libertà della Chiesa, e “concede” solo le cerimonie che possano svolgersi a determinate condizioni: dunque, anche qui, vien legittimamente da chiedersi se non dovremo aspettarci pattuglie di solerti agenti di polizia religiosa che sorveglino anche su questo e magari arrivino a impedire una celebrazione se non considereranno (arbitrariamente, s’intende) idonee le condizioni ambientali. E nei paesini dove la chiesa è quella che è? O così, o niente? È davvero la sagra dell’assurdo, ma anche dell’immoralità.

Epperò, se fosse solo questo torneremmo a dire che, quantunque sollecitato, lo Stato ha tracimato i margini della sua competenza e insiste a normare un aspetto (quello cultuale e propriamente rituale) sul quale non ha alcuna disponibilità, per natura e per scelta istituzionale.

Ma il problema non è solo questo, perché a questa risposta del Viminale segue un perfetto allineamento della CEI a quanto viene imperato. Dopo gli stracci di domenica, ecco uno scambio di amorosi sensi: io con te, tu con me. Perfetta incarnazione plastica del principio massonico-liberale per il quale la Chiesa è libera solo nello Stato, che è libero più di lei, s’intende, ed è gestore e padrone di ogni libertà.

Con una “nota complementare” (che già solo per il nome farebbe ridere, se non facesse piangere) a firma del medesimo mons. Russo, infatti, la CEI informa che «a complemento del testo del Ministero dell’Interno inviato questa mattina, vengono di seguito indicate alcune misure – già condivise – cui ottemperare con cura». O-t-t-e-m-p-e-r-a-r-e. Sia fatta la volontà dell’OMS…

In poche parole la Conferenza Episcopale – che è un ente della “costituzione gerarchica della Chiesa”, soggetto giuridico autonomo, indipendente e sovrano – emette una normativa “complementare” a quella di uno stato secolare, come fosse un qualsiasi organismo della funzione pubblica. Bene.

Ma vediamo insieme cosa dice questo capolavoro mitrato.

Anzitutto: «Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri» si dovrà «garantire» (ciò significa che sarà obbligatoria) la presenza di «un addetto alla sicurezza» che si occupi della «misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner».

Al di là dell’assurdità della prescrizione, viene da chiedersi se questo “addetto alla sicurezza” sarà il sagrista, o comunque persona scelta dal sacerdote, ovvero se sarà una figura fornita dalle autorità sanitarie; d’altra parte, ci chiediamo anche: 1) il termo-scanner si acquista o viene dato in uso? 2) Se si deve acquistare, a spese di chi? 3) Chi li fornisce? Il servizio sanitario nazionale tramite CEI a tutte le parrocchie e alle chiese d’Italia? Ma seriamente? O è una barzelletta?

Ci piacerebbe ma…c’è poco da ridere, perché il Segretario Generale della CEI è chiaro: «Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.». Caspita! Un interdetto sanitario in piena regola! È andata meglio all’untore del Manzoni…

Immancabile la conferma dell’asservimento totale alle direttive statali: «Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa». “Anche”… cioè il Segretario Generale della CEI considera con animo grato la concessione dello Stato di poter celebrare la Messa… eccerto, perché avevamo bisogno che lo scrivesse il prefetto che la Messa per i morti si può dire…

Seguono quindi patetiche disposizioni liturgiche: «nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria.». Manca uno schemino però, perché non è molto chiaro se il celebrante – che non abbiamo ben capito se è contemplato o meno nel novero dei “15 uomini sulla bara del morto” – dovrà avvicinarsi ai banchi lateralmente o frontalmente, né se dovrà comunicare prima i fedeli che stanno a destra e poi a sinistra… quanta imprecisione!

«Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza.»: quando? Anche durante la Consacrazione per proferire le parole della transustanziazione? Cos’è a rischio di contagio? L’Ostia immacolata che lui stesso consumerà subito dopo? Domine, ut videam!

«La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.». Bene, il secondo lavabo con l’amuchina prima della comunione nemmeno nelle messe pontificali… ma sinceramente la cosa grave è l’obbligo (implicito ma chiaro) della comunione in mano. I Vescovi, cioè, costringono a un atto che è contronatura, sia per l’azione in sé come insegna San Tommaso (cfr. S. Th III, q. 82, a. 13) sia perché la comunione in mano è solo una permissione, ma non può mai costituire un obbligo per tutti i fedeli (cfr. Congregazione per il Culto Divino, Lettera del 3 aprile 1985, n. 7, EV 1539).

«Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica.»: bene, ma chi paga?

«Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria»: ma si può usare l’incenso? E l’acqua per l’aspersione della bara? Dev’essere amuchina benedetta?

Tra le chicche finali poi leggiamo: «Si consideri anche l’ipotesi di celebrare le esequie funebri all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.». Al di là di ogni considerazione di opportunità circa l’adozione di obblighi che hanno solo carattere surreale nemmeno la chiesa fosse una sala operatoria per interventi a cuore aperto, ci chiediamo quante specie di “esequie” vi siano nella liturgia cattolica oltre a quelle “funebri”.

Alla immancabile chiosa di trasparenza («L’Autorità ecclesiastica competente informi tutti i fedeli e chiunque entri in chiesa sulle disposizioni di sicurezza sopraindicate, sia attraverso i suoi canali di comunicazione, sia affiggendo all’ingresso della chiesa stessa appositi cartelli informativi.»), segue l’ennesima raccomandazione sanitaria: «Sia indicato anche l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali. Si raccomandi di non accedere comunque alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali se sono presenti sintomi di influenza o vi è stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti.».

Dunque adesso un mal di testa e un ipotetico starnuto diventano impedimento canonico personale per l’accesso al luogo di culto (sotto forma di interdetto, dunque di censura canonica, a norma del can. 1332 CIC), al netto del fatto che nemmeno a chi è scomunicato è fisicamente impedito entrare in chiesa (cfr. can. 1331). Però, in compenso, al supermercato si entra senza controllo. Giusto! E si chiede addirittura ai fedeli di sostituire “l’esame di coscienza” con “l’esame della conoscenza”, cioè andare a ritroso nella memoria e ricordarsi, sub poena inderdictionis, di aver incontrato qualcuno che forse era stato affetto da covid-19. Facevano prima a chiedere il libretto sanitario con l’elenco delle malattie esantematiche. E se era asintomatico? A volte anche l’intelligenza lo è…

Ci siamo sforzati di prenderla a ridere, ma c’è molto poco da ridere. Siamo davanti all’assurdo, alla somma delle irrazionalità più eclatanti e sconcertanti che si potessero mai contenere in una nota (che grazie a Dio non è una fonte del diritto canonico né costituisce una base legale ma solo, in linea di principio, un indirizzo, anche se i toni non sono poi tanto morbidi come abbiamo visto).

Il problema è che ora, a questa epifania di irrazionalità, seguiranno probabilmente molti decreti singolari dei Vescovi che patriotticamente si sentiranno in dovere di applicare queste assurdità per decreto.

A questo punto sarebbe auspicabile che si evitassero le celebrazioni delle Messe e si svolgessero solo i riti finali, giusto per compiere più cristianamente il pietoso ufficio della sepoltura, senza recare ulteriore offesa al Creatore.

Resta l’amarezza e lo sbigottimento davanti a ciò che accade innanzi ai nostri occhi. Uno spettacolo impietoso, grottesco, gravido di irrazionalità e contraddizioni logiche.

Vero, la norma irrazionale è in sé ineseguibile, e secondo il perenne caposaldo della teologia morale «lex positiva non obligat cum gravi incommodo». Però è anche vero che appare assurdo trovarsi a discutere e commentare simili indicazioni provenienti non da un Soviet ma dalla stessa gerarchia che davvero, alla luce di ciò, pare aver solo starnazzato argomenti ai quali essa stessa sembra sciaguratamente non credere.

E come se non fosse già satura delle offese ricevute da un’autorità secolare che – è evidente – agisce in odium Fidei dando vita a una normativa ossessivamente liberticida; come se non fosse già abbastanza aver ricevuto un trattamento ingiusto – prima ancora che ingeneroso – alla luce del diritto naturale, costituzionale e internazionale; come se difendere i diritti suoi e dei fedeli non fosse logica conseguenza di difendere i diritti di Dio; dimentica dell’esempio di libertà dei martiri e dei santi, essa cosa fa ancora una volta? Va da Cesare, umiliata e prona, a chiedere cosa si può fare e cosa no, cosa è lecito e cosa no, in casa propria. Essa, la stessa istituzione che ha inventato gli ospedali, che ha curato miliardi di ferite, fisiche e spirituali, che è stata presidio ed esempio di civiltà e libertà soprattutto nelle ore più buie della storia dell’umanità, Essa, la Chiesa, la sposa immacolata di Cristo, chiede lumi ad un governo neo-giacobino ed emette una “nota complementare” che la allinea perfettamente all’asse neo-giurisdizionalista decretando la sua capitolazione morale, prima ancora che istituzionale. E per la seconda volta, sorda e cieca. Va bene il “porgi l’altra guancia”, ma come diceva Andreotti «il buon Dio, con molta intelligenza, di guance ce ne ha date soltanto due».

Ora basta!

Fabio Adernò

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53 commenti

  • wisteria ha detto:

    Qualcuno mi sa dire se i carabinieri o i poliziotti sono abdati a controllare l’osservanza dei decreti nelle moschee e nelle sinagoghe?
    Faccio anche unaltra riflessione: ciò che rende rischiosa una parrocchia non è la messa ma le altre attività. La parrocchia è ormai un centro sociale e ricreativo, piaccia o non piaccia, dedicato soprattutto alla famosa solidarietà ovvero accoglienza.Si potrà soprassedere al catechismo, all’oratorio alle feste, ai mercatini, al basket, alle riunioni dei gruppi, alle lezioni di ballo, ecc. ecc.,ma non si potrà mai esimersi dalla distribuzione dei pacchi alimentari. In tale occasione si radunano persone disagiate, rom e clochards…e quelli quando mai si lavano?

  • Gianfranco ha detto:

    Signori, quanta LOGORREA!
    A leggere tutto, articolo (già logorroico) e commenti , non basterebbe una giornata.
    Ci piace tanto scrivere che non ci poniamo il problema di chi dovrebbe leggere…

    • Maria Grazia ha detto:

      @ GIANFRANCO – Condivido. Uno scritto logorroico, inoltre, risulta molto dispersivo e alla fine non si riesce più a capire quale fosse la tesi centrale del discorso.

      • wisteria ha detto:

        In compenso anche un’osservazione breve può essere inutile o ambigua. Il signor Gianfranco che cosa,davvero, intende dirci? Di smetterla col mugugno e andare a San Pietro a deporre il Papa? O di smetterla col mugugno e basta?

    • Enrico ha detto:

      Verissimo! Qui e non soltanto qui, si scrivono fiumi di parole che fine sono un mucchio di parole, mentre Bergoglio agisce. Eh sì, noi scriviamo e basta, e lui, il massone, agisce.

  • Luigi ha detto:

    Dopo aver letto questo articolo, non resta che l’ovvia considerazione che è ormai giunta l’ora di discendere nelle catacombe, e che forse un piccolo resto potrà salvare la grandezza di quel che fu il Cattolicesimo…

  • stefano raimondo ha detto:

    “Quando tutte le istituzioni divengono equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese si sente pregare ad alta voce non per i perseguitati, ma per i persecutori, la responsabilità morale passa nelle mani del singolo, o meglio del singolo che non si è ancora piegato.”
    Ernst Jünger – Trattato del Ribelle

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Articolo decisamente PERTINENTE alla situazione attuale.
    Morte della Chiesa Cattolica senza esequie “pubbliche”.

    • Enrico ha detto:

      Da lefebvriano: la Chiesa Cattolica è tutt’altro che morta! Soltanto che non è più San Pietro. Lì c’è da 60 anni un’altra chiesa, ed è gravissimo che molti, moltissimi ancora non se ne accorgano, e continuino a parlarne accreditandone la falsità. Mi riferisco anche alle critiche durissime, molte delle quali confinanti con l’insulto, che vengono rivolte a Bergoglio & Company e che lasciano il tempo che trovano poiché, in fin dei conti, la combriccola viene considerata ancora come cattolica. Quindi non è nemmeno questione di sedevancatismo. La sede vacante presuppone un’istituzione ancora integra ma presieduta da un capo indegno. Invece i Sacri Palazzi sono occupati da una combriccola massonica che continua ad avere uno stuolo di seguaci abbacinati e inconsapevoli.

  • Anna Maria De Matteis ha detto:

    Dott, Tosatti, siamo prosternati !!! Le chiedo, con tutto il cuore: Quando sarà il tempo in cui tutti i veri cristiani, cattolici, faranno sentire la loro voce, non solo attraverso la “stampa”, così pure utilissima e sacrosanta, come è il suo Blog, e gli altri di grande levatura , come il suo.? Quando vi riunirete tutti voi direttori di Blog cattolici nazionali ed internazionali, INSIEME AI POCHISSIMI VESCOVI, ormai rimasti fedeli al Vangelo, per deliberare qualcosa di importante? Per radunarci (dopo l’emergenza del coronavirus , si intende) come laici per… il Signore vi suggerisca la via giusta, Lui che è Via, Verità e Vita!!! Il Signore Risorto vi illumini, illumini noi, illumini tutti noi laici che ancora abbiamo conservato la fede!!! Il Signore ci conservi fedeli al Suo mandato, di annunciare con la nostra vita che Gesù è il Signore e in Lui e solo in Lui c’è salvezza. Grazie Direttore.

  • Dafne ha detto:

    Assurdo. Se il virus fosse aggressivo la metà di quello che dicono, nonostante tutte le misure di sicurezza e il terrorismo psicologico, la spagnola avrebbe già dovuto mettere fine all’umanità nel “barbaro” secolo scorso nel quale, fra l’altro, non mi pare il culto sia stato sospeso.
    Assurdo: ho la sinusite, sono allergico o simili e sono quindi escluso dai sacramenti?
    Assurdo: prendo sulla mano (sul guanto?) Il Corpo di Cristo e lo metto in bocca dopo che è stato sulla mano? Oltre che inammissibile spiritualmente, secondo questa “logica sanitaria” è un suicidio.
    Assurdo: persone che fanno consegne al caldo sui furgoni, mi hanno detto che risultano falsamente avere la febbre ai controlli dei clienti … con i mesi estivi saremo tutti respinti all’ ingresso delle chiese?

  • carlone ha detto:

    In effetti ci sarebbe un altra disparità di trattamento , leggo oggi che la task force , così chiamata , di Colao è composta da 16 elementi . Totale 17 .
    Abbiamo appreso che per le esequie dei nostri cari , sarà consentita una task force di 15 elementi .
    Perché per quelle dello Stato due di più ?

  • Donna ha detto:

    Anguera– 30/04/2008

    CARI FIGLI, UN ORDINE SARÀ DATO E LE PORTE SARANNO CHIUSE.
    Ai consacrati sarà impedito di compiere le proprie funzioni e gli uomini fedeli avranno di che piangere e lamentarsi.
    Ecco che sono giunti i tempi difficili per voi.
    Inginocchiatevi in preghiera.
    Sono vostra Madre e voglio aiutarvi.
    Non restate lontani dal Signore.
    Ritornate in fretta.
    Il mio Signore vi ama e vi attende.
    Coraggio.
    Io sono vicina a voi. Avanti.

    Luisa Piccarreta (Febbraio 12, 1918)
    LE CHIESE DESERTE E SENZA MINISTRI.
    Continuando il mio solito stato, il sempre amabile Gesù si faceva vedere afflitto, afflitto, ed io Gli ho detto: “Amore mio, che hai così afflitto?”
    E Lui: “AH, FIGLIA MIA! QUANDO PERMETTO CHE LE CHIESE RESTINO DESERTE, I MINISTRI DISPERSI, LE MESSE DIMINUITE, SIGNIFICA CHE I SACRIFICI MI SONO DI OFFESA, LE PREGHIERE INSULTI, LE ADORAZIONI IRRIVERENZE, LE CONFESSIONI TRASTULLI E SENZA FRUTTI; QUINDI, NON TROVANDO PIÙ GLORIA MIA, ANZI OFFESE, NÉ BENE LORO, NON SERVENDOMI PIÙ, LI TOLGO.
    Ma però, questo strappare i ministri dal mio Santuario significa ancora che le cose sono giunte al punto più brutto e che la diversità dei flagelli si moltiplicherà.
    Quanto è duro l’uomo, quanto è duro!”

  • COSIMO DE MATTEIS ha detto:

    Caro Tosatti, gentile Avvocato,

    grazie per questo articolo. Vi assicuro che sto male da ieri sera quando, sul Sito ufficiale, ho letto la assurda notizia.

    Dopo aver letto le prime note ho rinunciato e son andato a letto sconsolato.

    Voi direte: e perchè?
    Ne hanno fatte già tante!!!

    Si, ma ieri ho realizzato in pienezza che, DI FATTO, stanno stravolgendo la Liturgia, e modificando il Sacrificio Eucaristico (l’eterno segno di massonici, satanisti e modernisti) in chiave sacrilega.

    E lo fanno senza neppure passare dalle ridicole “Commissioni liturgiche” (che comunque già erano pronte, se ricordate era stato l’eretico Andrea Grilo a suonare la grancassa colui che incredibilmente e spudoratamente avanza dubbi sulla Transustanziazione. Ed insegna al SDant’Anselmo).

    Dico “ridicole” non perchè io manchi di rispetto ad esse: dico “ridicole” poichè l’andazzo delle Commissioni da sette anni a questa parte (e qui sto esplicitamente condannando quanto avviene nell’Ovile Santo dal 13 marzo 2013) è un copione già scritto.
    Come per i Sinodi (vedere la vergognosa gaffe di Mons. Bruno Forte: https://ilbenevincera.wordpress.com/2018/01/17/lo-stile-bergoglio-un-fatto-vero-e-scioccante/ ) .

    Scusate se mi sono dilungato ma davvero ieri ho capito che, sino all’intervento di Dio, non avremo più la Santa Messa.

    E questo mi sconvolge, credetemi.

    Potesse la Vergine, Onnipotente per grazia, ottenere dal Suo Divin Figlio la cessazione di questo abominio.

    O sennò ci conceda di vivere questa penitenza -forse meritata- offrendo sinceramente al Cielo queste terribili sofferenze.

    Anche se resta -ED E’ LA COSA PIU GRAVE- la dissacrazione e profanazione del Sacrificio Eucaristico!

  • Luca ha detto:

    si “concede” all’autorità ecclesiastica la libertà di scegliere quale “forma liturgica” adoperare nelle cerimonie funebri (e noi che pensavamo che ci avrebbero prescritto se usare i paramenti viola o neri… l’abbiamo scampata!).

    La nota ministeriale non dice che si concede, ma che rientra nella competenza dell’autorità ecclesiastica regolare la liturgia.
    Adernó è sicuro di aver letto bene?

    • stiluumcuriale emerito ha detto:

      Osservatore Brembano – News.
      Mons Tremarella e Mons Vedremo sono stati nominati rispettivamente Presidente e Segretario del Comitato dei Vescovi italiani per l’assistenta religiosa ai fedeli cattolici in occasione della pandemia coronavirus.
      Mons Tremarella : -Cosa abbiamo fatto finora? –
      Mons Vedremo: – Quello che abbiamo potuto-
      Mons Tremarella :- E cioè ?-
      Mons Vederemo:- Nulla-
      Mons Tremarella :- E adesso che cosa contiamo di fare?-
      Mons Vedremo:- Faremo quello che potremo-
      Mons Tremarella :- E cioè?-
      Mons Vedremo:- Nulla-

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Non vorrei sbagliare, ma mi pare di capire che il problema travalichi i confini italiani e riguardi almeno tutto il Vecchio Continente.
    Il “catenaccio” arriva dalla Conferenza delle Chiese Europee che, dopo aver valutato le restrizioni da un punto di vista “giuridico”- prendendo in considerazione le ricorrenti dichiarazioni di “presunte” violazioni dei diritti umani a tal riguardo – invitano i denuncianti e chiunque avverta tale vulnus ad adire le vie legali.
    Chiusa la porta in faccia ad ogni aspettativa, tanto per non farci mancare nulla in materia…
    Pilato ha fatto scuola!
    https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202004/200430agenzianev.pdf

    • COSIMO DE MATTEIS ha detto:

      Gentile Signora,
      ha ragione.
      E non travalica solo i confini nazionali ma anche quelli continentali.

      PS: mi sfugge il nome di quel Porporato che guida il Dicastero Vaticano che dovrebbe occuparsi del Culto DOVUTO al Dio tre volte Santo. Qualcuno me lo ricorda, per favore? No, non è italiano mi pare.

  • Boanerghes ha detto:

    In effetti devono essere i vescovi ad iniziare la ribellione, obbedendo a Dio.
    Ma tant’è, appena apre la bocca Bergoglio, subito si mettono sull’attenti.
    Come ascoltarli un domani?
    San Paolo dice di imitarne la fede, non tanto i costumi. Ma dove sta questa fede?

  • Giuseppe ha detto:

    E’ giunto il momento dei fatti non piu’ parole. Siamo all’abominio della desolazione. Basta con questa chiesa che di cattolico non ha piu’ niente. La CEI ormai e’ la Conferenza Eretici Italiani. La Santa Messa, gia’ oltraggiata da 50 anni, e’diventata uno show televisivo, ci obbligano a gesti sacrileghi come prendere il Corpo di Cristo nelle mani. Dobbiamo continuamente sentire prediche sull’accoglienza; che Dio ( quelle rarissime volte in cui viene menzionato) e’ misericordioso e che salva tutti; che tutte le religioni vanno bene eccetera, eccettera. La Sposa di Cristo e’ diventata l’ amante del mondo.

  • Andrea ha detto:

    Egregio avv. Adernò, GRAZIE!!!grazie x aver messo x iscritto, con un” analisi lucidissima e acutissima, quello che è il mio pensiero e il pensiero di tanti!!!il modo di agire confuso, totalitario, irrazionale di questo governo e dei suoi innumerevoli e ben retribuiti consulenti in tutta questa situazione o meglio il modo di agire del Presidente del Consiglio e dei suoi consulenti è ormai sotto gli occhi di tutti!!!i decreti parlano!!!Risulta altrettanto evidente l’ inconsistenza dei nostri Vescovi!della Cei!non è che ci volesse questa emergenza x capirlo ma ora è talmente evidente che abbiamo superato il limite del ridicolo e del patetico!!!se non fosse che che tutto il loro essere così ridicoli e patetici ,coinvolga Dio, la fede e la libertà, ci sarebbe solo da ridere a crepapelle!! Ma qui purtroppo per me e per molti fedeli prevale l indignazione, lo sconforto e la tristezza e la seria preoccupazione per quello che questi Vescovi e questa Cei possono riservarci in futuro!aggrapiamoci alla virtù della Speranza e alla perseveranza nelle Preghiera!!!ma egregi Avv.Adernò e Dott. Tosatti è arrivato anche il momento dell azione!!!da par mio come già scritto in un altro intervento questa Cei non avrà il mio 8×1000 ma poi quali altre azioni???aspetto, aspettiamo suggerimenti!!!

  • Maria Grazia ha detto:

    La prossima mossa del Governo Conte, per evitare conteggi imbarazzanti, sarà quella di ordinare (tramite D.P.C.M.) che il moribondo, al prossimarsi della sua ora, s’infili velocemente un paio di pantaloni e si presenti direttamente al cimitero ….. a piedi!!!!

    • Anonimo verace ha detto:

      Non ci scherzi troppo, su questo argomento. Nei vecchi settimanali archiviati stamane nel sacchetto per l’obbligatoria raccolta differenziata, c’era un vecchio ESPRESSO in cui una giornalista affermava , con assoluta certezza, che il nostro paese è ormai maturo per il suicidio assistito…

      • Maria Grazia ha detto:

        @ANONIMO VERACE – Sì, purchè l’assistente sia a più di un metro di distanza dal ….. morituro e che il suicidio avvenga direttamente al cimitero!!!!

  • Defensor Ianuae ha detto:

    Nel bell’articolo dell’avvocato Fabio Adernò si legge che la distribuzione dell’Eucarestia va fatta sulla mano. Ma dall’inizio della pandemia ci hanno detto che le mani (le nostre mani!) sono fonte primaria di contagio, che non bisogna toccare gli occhi, il naso e la bocca se non ci siamo lavati accuratamente le mani. Quindi mi domando: ma dare la comunione sulle mani non è dunque un modo efficace per propagare il contagio?

    • Boanerghes ha detto:

      Anche in Chiesa ci sarà l’obbligo di guanti e gel sanificante, all’ingresso e dopo la comunione

  • carlone ha detto:

    Sembra invece che pur avendo i “favori “del potere statale , e l affronto al covid puro e duro con messe e sacramenti abbia portato a risultati ancora più catastrofici…

    Moria tragica di vescovi e preti. Il Patriarca Kirill esige obbedienza sulle misure contro il virus.
    di Vladimir Rozanskij

    Tutte le principali strutture gerarchiche della Chiesa ortodossa russa sono alle prese con i problemi del “corona”: Mosca, Kiev, Minsk, molte altre grandi città, i principali monasteri, i seminari e le accademie teologiche. I preti che disubbidiscono alle misure decise dalla Chiesa rischiano la sospensione o la riduzione allo stato laicale. Un novizio di San Sergio, scopertosi positivo al virus, si è dato fuoco. Il livello di fiducia del presidente Vladimir Putin è sceso al 28,3%.

    Mosca (AsiaNews) – Crescono sempre più i casi di infezione e decessi di alti esponenti della Chiesa ortodossa, a causa del coronavirus. Per questo il patriarca Kirill (Gundjaev) ha deciso di richiamare tutti i fedeli, con toni anche piuttosto minacciosi, ad assumersi le proprie responsabilità. Il comitato patriarcale ha emesso un comunicato sulle misure da attuare nella crisi del coronavirus. Esso richiama tutti a osservare tali misure “decise nella Chiesa per benedizione del Patriarca dal momento dell’apparizione della minaccia dell’epidemia”. In realtà nel Paese tutti criticano il patriarcato per i suoi ritardi nel reagire alla crisi.

    Nel comunicato si afferma che Kirill ha avviato le procedure per “accertare le responsabilità dei sacerdoti” che hanno disobbedito alle prescrizioni. Tale procedura può giungere fino alla sospensione o alla riduzione allo stato laicale. In ogni caso, si raccomanda ai sacerdoti “fedeli” di assicurare l’assistenza pastorale nelle case, con tutte le necessarie precauzioni.

    Intanto la moria tragica dei sacerdoti russi continua: è deceduto per coronavirus anche l’arcidiacono Damaskin (Leontev- v. foto 2), primo solista del coro del monastero Sretenskij a Mosca. Un novizio del monastero della Lavra di S. Sergio, Dmitrij Pelinenko, si è ucciso dandosi fuoco, dopo aver ricevuto la diagnosi di infezione da coronavirus e dopo essere fuggito dalla finestra dell’ospedale dove era ricoverato. Il capo del segretariato del patriarcato di Mosca e vicario del patriarca, il vescovo di Pavlovo Foma (Mosolov – v. foto 1), sarebbe stato ricoverato a sua volta il 27 aprile per coronavirus. Era stato appena nominato nuovo parroco della cattedrale patriarcale dell’Epifania a Elokhovo, in sostituzione padre Aleksandr Agejkin, anch’egli morto per l’infezione. Il patriarcato, peraltro, ha smentito la notizia, anche se la cattedrale rimane chiusa per i fedeli.

    Altri casi eclatanti si verificano nella zona degli Urali: il metropolita di Celjabinsk Grigorij (Petrov) ha contratto il virus insieme a una decina di sacerdoti, tutti in servizio presso la cattedrale locale di San Simeone, dove avevano concelebrato la veglia pasquale col metropolita. Anche diversi familiari dei sacerdoti sono stati ricoverati con sintomi più o meno gravi del Covid-19. Dopo il ricovero, il metropolita ha deciso di chiudere le chiese a partire da oggi 29 aprile. In pratica, tutte le principali strutture gerarchiche della Chiesa ortodossa russa sono alle prese con i problemi del “corona”, come viene chiamato semplicemente in Russia: l’amministrazione patriarcale, le cattedrali di Mosca, Kiev, Minsk e molte altre grandi città, i principali monasteri, i seminari e le accademie teologiche. È stata diffusa anche la notizia della morte del vescovo di Zheleznogorsk Venjamin (Korolev – v. foto 3), avvenuta domenica 26 aprile. Insomma, a subire le conseguenze della pandemia è stata principalmente la dirigenza della Chiesa patriarcale, insieme ai monaci, molto più dei sacerdoti sposati nelle parrocchie.

    Le inadeguate risposte al coronavirus, d’altronde, non riguardano soltanto la Chiesa ortodossa. Il livello di fiducia del presidente Vladimir Putin, secondo i sondaggi di Vitsom, non è mai stato così basso, attestandosi al 28,3% della popolazione. Nelle ultime ventiquattrore il numero degli infetti da coronavirus ha raggiunto i 6411 casi in 83 delle 89 regioni della Federazione Russa, con 72 decessi per un totale di quasi 900 nell’ultimo mese.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Teniamo presente, però che – non vorrei sbagliarmi – nelle chiese ortodosse viene usato lo stesso cucchiaino per tutti i fedeli, per comunicarsi, e certamente in generale non sono rispettate le norme di precauzione più elementare.

      • Maria Grazia ha detto:

        DOTT. TOSATTI – Sì, ha ragione: ho assistito a diverse cerimonie liturgiche ortodosse a Tallinn e posso garantire che i tutti fedeli si comunicano prendendo il vino dal calice dallo stesso cucchiaino messo in bocca direttamente dal celebrante.

      • Boanerghes ha detto:

        E quindi, se sono infetti i sacerdoti, ciò significa che un alto numero di fedeli è infetto, e che anche la Russia tarocca i suoi dati ufficiali

      • carlone ha detto:

        Vero , ma c’è bisogno di un certo equilibrio.
        Non si può nemmeno dire come Mons. D’ Ercole che nelle chiese non ci si contagia ,dato che non è lui un virologo.

        • Marco Tosatti ha detto:

          Vero, e quando abbiamo “virologi” che dicono – vedi Burioni – che il rischio contagio in Italia è zero, anche D’Ercole può dire quella che è la sua esperienza.

          • carlone ha detto:

            😅😅😅😅😅😅…..vera anche anche questa…..che complica ulteriormente le cose.

      • Zuzzerellone ha detto:

        Si, il sacerdote utilizza lo stesso cucchiaino per tutti i fedeli. Dopo aver intinto il pezzetto di pane consacrato nel calice col sangue di Cristo.

    • Mikhael ha detto:

      Sinceramente in un territorio immenso come Russia e Ucraina non vedo questi numeri catastrofici. Chiaramente in strutture chiuse e vivendo sempre a stretto contatto per giorni è normale che i sani finiscano per contagiarsi a causa dei malati come è successo in diversi conventi anche in Italia, per non parlare di ospedali e strutture per anziani.
      Ho partecipato innumerevoli volte al rito bizantino degli uniati e nessun fedele si è mai contagiato per qualcosa col cucchiaino usato per dare la Divina Eucaristia che non è fonte di contagio se la si riceve in stato di grazia. Questo confermato dal prete che ne ha distribuito decine di migliaia nel suo ministero sacerdotale.
      Gli ortodossi spesso però estremizzano certi gesti e comportamenti liturgici dando la percezione di tentare Dio. Ammassandosi ad esempio nelle loro chiese che non hanno panche come le nostre per stare distanziati si contravvengono infatti le più elementari norme di sicurezza. Non dando alcuna disposizione, anzi facendo credere che il problema non esiste, l’infezione si propaga più velocemente.
      In ogni caso i numeri ex sovietici mi sembrano ancora risibili se paragonati ad altri. In Bulgaria dove si continua a celebrare regolarmente, il livello di contagi e morti è rimasto bassissimo così come nella cattolica Polonia dove a fronte di centinaia di Messe al giorno si sarebbero dovuti infettare centinaia di migliaia di persone ma non è affatto così.
      Quindi non fidiamoci tanto dei cosiddetti “professionisti dell’informazione” e guardiamo meglio numeri e circostanze che generano eventuali criticità.

      • Gaetano2 ha detto:

        In Russia gli ortodossi, qualche settimana, fa disinfettavano il cucchiaino durante la comunione, non so però se sia dappertutto

      • carlone ha detto:

        @Mikhael
        …’Ho partecipato innumerevoli volte al rito bizantino degli uniati e nessun fedele si è mai contagiato per qualcosa col cucchiaino usato per dare la Divina Eucaristia che non è fonte di contagio se la si riceve in stato di grazia. “….
        ?????
        Sta dicendo che lo stato di grazia impedirebbe al virus di diffondersi ovvero solo coloro che si trovano in peccato mortale vengono contagiati ?

    • Monica ha detto:

      i fedeli: venite tutti e, mi raccomando: ammassatevi per bene e poi questo Presbitero che è vero che ha la peste, però, siccome l’Eucaristia è di per sé immune da ogni morbo, vi darà la S. Comunione a tutti e magari sotto le due Specie dal suo stesso Calice!
      La Chiesa che, in Europa e quindi nel mondo, ha portato la cultura e la scienza, partendo comunque dal principio che la Messa “s’ha da celebrare” e i Sacramenti vanno amministrati, si è sempre prodigata per applicare le migliori conoscenze dell’epoca e superando spesso le balorde prescrizioni dei cerusici di turno. Era la Chiesa che isolava le persone, cercava di darle aria e acqua pulite, cibo sano, qualche medicamento magari anche solo lenitivo ecc. Ma nel contempo, mandava i Sacerdoti ad allestire “Stazioni” in mezzo alle case dove celebrare Messa e distribuire la S. Comunione con attrezzi al top della tecnologia: lunghe pizze per porgere l’Ostia, “cannucce” per bere dal Calice senza appoggiarvi le labbra e così via.
      Ultimamente invece, tante valide persone, anche allineate con la buone Dottrina, si fanno in quattro per convincerci che in fondo la rimessa di non poter partecipare ai Sacramenti, per il vero, buon Cristiano non dovrebbe essere una sofferenza poi tanto grande. Ci spiegano pazientemente del Sacrificio, della necessità nella celebrazione del solo Sacerdote e della sua sola Comunione. Dei Cristiani in giro per il mondo. privi magari per anni, dei Sacramenti ecc.
      Tutte cose vere e sacrosante ma, al di là di sane dispute teologiche per opporre alle loro anche altre verità, molto più semplicemente secondo me, queste persone non considerano nella giusta misura l’enorme rischio che, passata l’emergenza, cioè mai, il popolo di Dio già così poco numeroso e di scarsa o nulla dottrina (un Sacerdote mi disse, già anni orsono, che la maggior parte dei suoi parrocchiani non credeva nella Transustanziazione) preferisca alla fine queste soluzioni “emergenziali” alla normalità. Un po’ per paura, ancor più perché se in fondo alla Chiesa, al Papa e a Vescovi andava bene così prima non è possibile che ora sia peccato! Precetto era prima e Precetto è adesso…..

      • Monica ha detto:

        ..oops è saltata la prima frase:
        Ma la Chiesa Cattolica ai tempi della peste, non ha mai detto ai fedeli: venite tutti e, mi raccomando: ammassatevi per bene

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    PRIMO VENERDÌ (SACRO CUORE).
    448 ANNIVERSARIO DEL DIES NATALIS
    DI SAN PIO V.

    CARISSIMA MILLI, SÌ CONOSCO E LEGO LO STRAORDINARIO DON DOLINDO RUOTOLO. VUOL DIRE CHE ANCHE LEI. COMPLIMENTI! E SI VEDE ,PER QUANTO CON TANTA ELEVATEZZA SEMPRE INTERVIENE. LA BENEDICO E SALUTO!

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    La dittatura liberista di oggi è molto “liberale” nel senso che permette alla gente di votare e di parlare perché, tanto, fa quello che gli pare.
    Anzi, coi mezzi di controllo che la tecnologia offre, più si parla e meglio è, basta che non ci si organizzi, allora intervengono.
    Questo, più o meno e a fasi altalenanti, fino ad ora.
    Ora pare che per gestire la complessità del nuovo corso occorra un’informazione unica e si parla di controllo del web.
    Perfino il Papa impone il silenzio ai vescovi dissidenti (dall’operare del governo).
    I non allineati li chiamano complottisti, come fossero nulla più che dei bastian contrari. In realtà sono solo dissidenti.
    In realtà anche gli allineati alle fonti ufficiali parlano di complotto: quello dei complottisti.
    Benvenuti fra i complottisti!
    Il fatto è che se i governativi avessero detto la verità e cioè: “Non ci capiamo nulla, incaricheremo un pool di virologi e di economisti NON legati a partiti, a lobby finanziarie e a case farmaceutiche, ma solo ai titoli di merito, poi, in PARLAMENTO saranno decise le politiche emergenziali che ci sembrano più probabili, ma che avranno un ampio margine di errore”, nulla osta che gli avrei dato fiducia.
    Invece a un certo punto gli “esperti” governativi, che non erano d’accordo nemmeno sull’utilità delle mascherine, figurarsi su cosa fosse il coronavirus, hanno cominciato a cantare in coro, come su uno spartito.
    E MOLTI scienziati molto titolati si sono rifiutati di cantare con loro.
    Io non scelgo il mio complotto, ma non scelgo nemmeno le “vere verità” da fiera dei morti vendute dai barbieri-dentisti-curanderi da vecchio west

  • Enrico ha detto:

    “Ora basta!”: vale a dire?

  • Cesare Baronio ha detto:

    Sono sconcertato dall’assistere ad una commedia che volge in farsa, in cui la CEI e il Ministero del Culto fingono di non essersi accordati sulla recita di un copione ormai evidente: la CEI prepara la bozza, la gira al Ministero che finge di imporla d’autorità. Con il celebrante che si sposta tra i banchi a dar la Comunione in mano ai fedeli. Tutto a norma del Novus Horror, ovviamente nella certezza del sacrilegio. Intromissioni concordate, abusi prestabiliti, violazioni innumerevoli. E la CEI che fa pure la parte dell’eroina, zelante soccorritrice del popolo ed ancor più zelante infermiera dello Stato.
    Inutile architettare proposte: lo scopo non è quello di dare la Messa ai fedeli, ma al contrario di far tutto il possibile per rendere talmente complesso anche un funerale, da portare i fedeli a tenersi lontani dalle chiese.
    Mi piacerebbe sapere – ma la risposta è ovviamente scontata – se tanta proliferazione di regolamenti sia impiegata anche nel dare indicazioni sulla gestione dei centri accoglienza, dove orde di clandestini si accalcano con gran profitto della CEI, della Caritas e di tutti i parassiti ancor oggi profumatamente finanziati dallo Stato.
    Che si preparino, i Vescovi e i parroci: a mantenere le distanze di sicurezza dai fedeli furibondi. E a veder ridotto l’obolo cui aspirano più di tutto. Andranno a pietire i contributi statali, finendo col ratificare nell’ignominia il proprio servaggio a Cesare, dopo aver negato i diritti di Dio e del suo popolo.

    • Anonimo verace ha detto:

      Secondo il blog CHIESA E POSTCONCILIO in Piemonte, in provincia di Biella, è stata autorizzata la preghiera islamica per l’inizio del Ramadam , mentre il prefetto sembra non aver voluto autorizzare una benedizione Pasquale di rami di ulivo. Con le dovute cautele nei confronti di eventuali fake news…

  • Sherden ha detto:

    M’è venuto in mente un ritornello di una canzoncina di un qualche sceneggiato per bambini (non ricordo quale) che trattava di pirati e suonava – profeticamente – così:
    “QUINDICI UOMINI, QUINDICI UOMINI
    SULLA CASSA DEL MORTO
    QUINDICI UOMINI, QUINDICI UOMINI
    E UNA BOTTIGLIA DI RUM”

    Ora, i pirati ci sono, con tutta evidenza: sono quelli delle scorribande giornaliere dei DPCM, dei suoi ditirambici cantori con annesso codazzo dei 450 esperti e con la benedizione CEI (col codazzo tra le gambe dopo essere stata clamorosamente sbugiardata dal pachamamico pampero).
    La bottiglia di Rum? Quella se la sono scolata tutta. Prima.

    P.S.: l’ho trovata, è qui https://www.youtube.com/watch?v=S6OvZcY1orE

    • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

      L’ISOLA DEL TESORO di Robert Louis Stevenson

    • Boanerghes ha detto:

      Tale video conferma che al governo pensano che gli italiani siano un poco scemi, e invece trovano subito il modo per ironizzare sul DPCM.
      Bastava dire venti persone al funerale più il morto

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Che straordinario Sherden. Il Beato Giovanni Paolo II, grande battagliero contra la CULTURA DELLA MORTE, e tutti quei traditori, che certo senza lui conoscerli erano promozionati e fatti “vescovi” tutti questi del COLPO DI STATO VATICANO, e dunque questi showmen servitori di soros, obama, hell’s gates, boff, pachaimmonda, ed ecc, grande questa riuscita non nell’ ironia ma nella realtà, non dei suoi ricordi di bambino ma colpo di scena che li dimostra tale e quale cantando e ballando sulle casse dei morti. E guarda caro Claudio…scusa ritorno al discorso d’ieri…che pezzo avremo perso senza questa intervenzione del caro sardo.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Grazie, caro Avvocato, per la consueta completezza giuridica della sua riflessione.

    Ricordo che Mons. Viganò aveva scritto. qui

    https://www.marcotosatti.com/2020/04/29/intervista-a-vigano-conte-delirio-di-onnipotenza-indecoroso-e-illegale/

    “(…) I Vescovi non devono aspettare che un organismo senza alcuna giurisdizione dica loro cosa fare: spetta a loro decidere come comportarsi, con prudenza e saggezza, per garantire ai fedeli i Sacramenti e la celebrazione della Messa. E lo possono fare senza dover chiedere né alla CEI né tantomeno allo Stato, la cui autorità finisce davanti al sagrato delle nostre chiese, e lì deve fermarsi.

    È inaudito che la Conferenza Episcopale Italiana continui a tollerare un tale abuso, che lede il diritto divino della Chiesa, viola una legge dello Stato e crea un gravissimo precedente. E credo che anche il comunicato emesso domenica sera rappresenti una prova della consentaneità dei vertici dell’Episcopato non solo ai mezzi, ma anche ai fini che si propone questo Governo.

    Il silenzio supino della CEI, e di quasi tutti gli Ordinari, rende evidente una situazione di subalternità allo Stato che non ha precedenti, e che giustamente è stata percepita dai fedeli e dai sacerdoti come una sorta di abbandono a se stessi: ne sono emblematico esempio le scandalose irruzioni della forza pubblica in chiesa, addirittura durante la celebrazione della Messa, con un’arroganza sacrilega che avrebbe dovuto suscitare una immediata e fermissima protesta da parte della Segreteria di Stato. Si sarebbe dovuto convocare l’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, presentando una dura Nota di Protesta per la gravissima violazione del Concordato da parte del Governo, riservandosi di richiamare il Nunzio Apostolico in Italia, qualora non fosse stato ritirato il provvedimento illegittimo.

    Il Cardinale Parolin, nella veste di sponsor del Presidente Conte, si trova in grande imbarazzo ed in conflitto di interessi. Appare evidente che, invece di tutelare la sovranità e la libertà della Chiesa in fedeltà alla sua alta funzione istituzionale di Segretario di Stato, il Cardinale Parolin ha vergognosamente scelto di schierarsi a fianco dell’amico avvocato. Nemmeno gli interessi economici del cosiddetto volontariato cattolico potrebbero giustificare una tale opzione (…).

    Comunque, è chiaro che ancora non abbiamo toccato il fondo, anzi ne siamo ancora lontani. Ne vedremo ancora delle belle – si fa per dire.

  • Non Metuens Verbum ha detto:

    Gesù Giuseppe e Maria, disperdete la diabolica follia.

    Gesù Giuseppe e Maria, nutriteci con la Santa Eucarestia.

    La burocrazia della CEIP (ovviamente PATRIOTTICA) , definirla kafkiana è un’offesa a Kafka.