PER FATTO PERSONALE. TOSATTI RISPONDE A BORGHESI.

1 Maggio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ho scoperto di essere oggetto dell’attenzione di un signore, Massimo Borghesi, che non conosco personalmente, e che sul Sussidiario (sito che mi dicono di area neo-ciellina) scrive: “Caro direttore, Marco Tosatti, vaticanista un tempo illustre ed oggi dominato dal rancore verso il Papa, ha un coniglio nel suo cilindro che estrae nei momenti cruciali. Si tratta del vescovo Viganò, il grande accusatore di Francesco, il Fantomas che appare  e dispare lanciando, di volta in volta, proclami ed anatemi”.

Mi ha incuriosito il termine usato, rancore. Sono andato a leggere una spiegazione, e ho trovato: “Risentimento, avversione profonda, tenacemente covata nell’animo in seguito a un’offesa o a un torto ricevuto”.

Posso assicurare il sig. Borghesi che non ho ricevuto – personalmente, direttamente, o indirettamente, nessun torto dal Pontefice regnante. Su cui avevo aspettative non negative. E non ho nessun rancore verso di lui, né tantomeno, ne sono dominato. Non ho potuto fare a meno, però, in sette anni, di prendere atto di ambiguità, menzogne, divario fra ciò che viene detto e ciò che viene fatto, confusione e altro ancora. E tutto questo non ha nulla a che fare con il “rancore”. Ma è un facile artificio dialettico attribuire ai critici scomodi posizioni preconcette, dettate, se possibile – anche quando non è vero – da ragioni personali. 

Poi mi sono informato sull’autore, e ho scoperto che ha un passato wojtyliano e ratzingeriano di ferro, che scriveva su Trenta Giorni, che ha parentele ed amicizie in CL, o perlomeno nell’area di CL gravitante intorno al Trenta Giorni storico, Tornielli e Brunelli, per capirci, e che è diventata super-bergogliana (e scusate se non è poco, essendo stati wojtyliani e ratzingeriani, cioè la sostanziale antitesi della Chiesa che ci viene offerta adesso, in pensieri, parole, uomini e omissioni); che è ben allineato alla CL attuale di Carron; e che ha spinto in grado eroico la sua adesione al nuovo corso piegando e forgiando i suoi metalli professionali nella scrittura di “Una biografia intellettuale” di Jorge Mario Bergoglio, compito da far tremare le vene e i polsi. Qui sotto, nell’articolo che riportiamo da Opportune Importune Cesare Baronio risponde alle critiche di Borghesi, rivolte non al povero sottoscritto, ma all’arcivescovo Carlo Maria Viganò. E vi consigliamo di leggerlo. Io mi limito a rispondere che non appartengo a bande ecclesiali (amo molto quel verso di Danta: “sì ch’a te fia bello averti fatta parte per stesso”…) e non sono dominato da nulla se non dallo sconcerto nel vedere come persone certamente molto più preparate e intelligenti di me possano volteggiare e piroettare in plastica naturale leggiadria da una Chiesa ispirata da Wojtyla o Ratzinger a una Chiesa modellata da Marx, Tucho Fernandez e Sosa. Per non citarne che tre. Senza battere ciglio, senza neanche un minimo disturbo digestivo. Miracoli ciellini. Buona lettura.

§§§

Il 29 Aprile è apparsa su Stilum Curiae un’intervista a Mons. Viganò (qui), che il giorno successivo ha meritato la sdegnata e – almeno nelle intenzioni dell’estensore – risolutiva condanna nella lettera inviata dal prof. Massimo Borghesi a il Sussidiario (qui). Questa lettera, dal titolo Viganò e Agamben, la strana convergenza tra il vescovo e il filosofo, mi ha indotto ad una riflessione che si riallaccia ai miei precedenti commenti I due stendardi (qui) e Conte e Bergoglio: interessanti analogie (qui). L’intemerata di Borghesi cita anche un interessante articolo di Giorgio Agamben, Una domanda (qui), che invito a leggere.

Non intendo qui prender le difese né di Mons. Viganò, né di Marco Tosatti: la dignità di entrambi basta a qualificare per quel che sono gli attacchi cui è ricorso il prof. Borghesi, la cui onestà d’intenti – se posso permettermi – ne esce gravemente inficiata. Mi limiterò pertanto ad entrare nel merito delle argomentazioni addotte e a trarne una mia valutazione.

 

Massimo Borghesi si stupirà nel sapere che condivido quasi completamente la sua analisi, pur trovandomi io sul fronte opposto a quello cui egli orgogliosamente rivendica di appartenere. Ebbene sì: sono un tradizionalista, un conservatore di quella che per semplificare tanto lui quanto io chiamiamo “destra”; destra religiosa, destra sociale, destra politica. Ma nonostante questo, trovo sorprendente ch’egli identifichi con tanta precisione chi sta a destra, appunto, e chi a sinistra. Una distinzione di campi che in questi giorni di crisi religiosa, politica, economica e sanitaria si va definendo nei propri contorni e soprattutto nei propri componenti.

 

Da un lato, nel campo dei benpensanti, ci sono ovviamente gli “amici di papa Francesco”, che in lui con orgoglio identificano il proprio campione: progressista, palesemente schierato a sinistra anche politicamente, favorevole dall’accoglienza degli immigrati, incline ad una democratizzazione della Chiesa in nome della sinodalità, sensibile alle istanze dell’ecologismo e della globalizzazione. Accidentalmente, Vicario di Cristo e Successore del Principe degli Apostoli.

 

Dall’altro lato, nel campo di quelli che vengono indicati come “nemici di papa Francesco”, ci sono i sovranisti, i conservatori, coloro che difendono i propri cittadini dall’invasione e dal progetto di sostituzione etnica, i difensori della Tradizione e – ça va sans dire – della Messa tridentina, nemici della globalizzazione e attenti alla valorizzazione delle identità nazionali e regionali. Ai reazionari manca però un capo: non a tutti è dato di poter vantare nientemeno che il Romano Pontefice tra i propri ranghi. Con la differenza che, fino a qualche tempo fa (diciamo semplificando anche solo fino a Benedetto XVI), il portabandiera della Tradizione sarebbe naturalmente stato il Papa, e questo sarebbe stato valido con Pio VI, Pio IX, San Pio X o Pio XII. La sinistra avrebbe sdegnosamente rifiutato di annoverare uno di loro come paladino del progresso, vedendo anzi nei Papi l’ultimo baluardo della superstizione medievale.

 

Riconosciamo quindi che suona quantomeno anomalo che questo pontificato possa aver mutato a tal punto la propria identità da passare dall’altra parte, meritando di rappresentare idealmente (e spesso ideologicamente) realtà eterogenee quali gli anarchici à la Casarini, gli pseudoambientalisti di Greta, gli abortisti della Bonino, i movimenti GLBT, gli ultraprogressisti che fino a ieri detestavano il Papato e che, curiosamente, apprezzavano il Concilio Vaticano II e le sue istanze.

 

Ovviamente quello che per me è un orrore è per Borghesi una meraviglia, e viceversa. Non per una forma di relativismo, ma per un’oggettiva appartenenza dottrinale, filosofica e ideologica che ci fa vedere le cose in modo completamente opposto. Se non fossi “tradizionalista”, probabilmente la penserei come Borghesi, e se Borghesi a sua volta non fosse “modernista” la penserebbe come me. Con la differenza che io – e con me una schiera infinita di credenti di tutte le epoche e di tutti i continenti – non mi sono dovuto inventare una religione per assecondare un presunto bisogno interiore, ma ho semplicemente riconosciuto con la ragione e accettato con la volontà quella divina Rivelazione che Gesù Cristo, seconda Persona della Santissima Trinità, si è degnato portare con la propria Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione per salvare chi crede in Lui, e solo loro, che Egli ha riscattato con il proprio Sangue sul legno della Croce.

 

Sull’altro versante, invece, la Rivelazione non esiste: esiste una serie di costruzioni umane, sviluppate dal “bisogno del sacro”; tra queste costruzioni vi è la divinità stessa di Gesù Cristo, il contenuto dei Vangeli, l’elaborazione dottrinale della “comunità primitiva”, l’invenzione dei dogmi, la costrizione morale, i Sacramenti, la Messa , il sacerdozio. Insomma: una religione non divina, banalmente umana, orizzontale, immanente e proteiforme, anzi: fluida, come piace dire oggi. La religione di papa Francesco, del Vaticano II, del Modernismo, della Massoneria.

 

Non vi è alcuna presunzione di essere “puri”, non vi è alcuna forma di donatismo nell’esser fieramente Cattolici: la consapevolezza del peccato e della propria indegnità si accompagna alla contemplazione dell’opera della Grazia, che sa mutare i cuori, convertire i singoli e le nazioni, informare la civiltà e le leggi, ispirare le arti. Esser parte del Corpo Mistico non è un merito da sbandierare come un’appartenenza politica, ma una responsabilità di cui rendere coerente testimonianza nell’impegno sociale e politico. E fa parte di questa coerenza anche la sofferente analisi di una situazione di gravissima crisi, in cui i fedeli si trovano ad assistere al tradimento dei loro sacerdoti, i sacerdoti dei loro Vescovi, i Vescovi dello stesso Papa. Parallelamente, i cittadini constatano il capovolgimento della legge, lo stravolgimento della giustizia, l’abuso del potere in chi detiene l’autorità. Rimanere inerti o assorti davanti a questa crisi non è gesto di umiltà né di obbedienza, ma di pusillanimità, di codardia, di complicità.

Viceversa, mi pare che nel campo degli “amici di papa Francesco” la persuasione di essere “i migliori” sia data quasi per scontata, ancorché indimostrabile: un grottesco postulato, un a priori che si schianta sulla dura roccia della realtà non appena li si tocca nel vivo, proprio mettendo in discussione quel primato che essi rivendicano esclusivamente per sé. Così come è data per scontata la superiorità morale della sinistra politica, del globalismo, della scelta green e di tutto il repertorio ideologico che oggi, fortunatamente, si coagula e dimostra la propria coerenza.

Per questo dico che Massimo Borghesi ha ragione quando afferma

In realtà tutta questa retorica e il tono apocalittico dipendono da ben altro e il governo Conte è solo un pretesto. Quello che importa a Viganò, a Tosatti, ad Aldo Maria Valli che ha rilanciato l’intervista, è l’invito rivolto alla Chiesa di ribellarsi al Papa, al cardinal Bassetti, a mons. Parolin.

È verissimo: Conte è solo una pedina di un discorso più ampio, che lo utilizza così come utilizza – finché ne ha interesse – anche Bergoglio. Ma non sono solo Viganò,  Tosatti, Aldo Maria Valli che si sentono traditi dal Papa, ma molti Prelati – il pensiero va naturalmente a Burke, Bandmüller, Sarah, Müller, Schneider – e moltissimi sacerdoti, milioni di fedeli tra cui persone semplici ma anche intellettuali, professori non meno titolati di Massimo Borghesi, teologi non meno dotti di Massimo Faggioli, giornalisti non meno professionali di Marco Politi, politici non meno rispettabili di Obama, della Merkel o di Zingaretti.

L’“occupazione” delle chiese è il pretesto per promuovere una ribellione dentro la Chiesa, non fuori. A Vigano non interessa nulla di Conte; lo accusa non perché è contro la Chiesa, come vorrebbe far intendere, ma perché è vicino al papato. Se Conte fosse contro Bergoglio anche la questione delle chiese, aperte o chiuse, non sarebbe così dirimente. A loro interessa unicamente delegittimare il papato, confinarlo nell’angolo, dividere la Chiesa, incitare una sua parte contro Francesco.

Non è nostra, la ribellione: è di chi, abusando della propria autorità, costringe la Chiesa ad essere ciò che non è mai stata e mai potrà essere. La ribellione di chi, se fosse nato solo cent’anni fa, non si direbbe Cattolico, né verrebbe accettato come tale dai fedeli e dalla Gerarchia stessa. Se Borghesi ritiene che la causa di questo scandalo sia Francesco, egli non fa che confermare quello che i vituperati tradizionalisti dicono da sempre, e che oggi più che mai gridano con lo strazio di veder violata la Sposa di Cristo.

Non credo però sia legittimo limitare il discorso del professore all’ambito ecclesiale: il problema è ben più vasto, e per la prima volta nella Storia recente religione e politica si trovano in perfetta sintonia, quando né l’una né l’altra esprimono più né la fede dei fedeli né il senso civico i cittadini, rimasti ancorati a quei “vecchi schemi” che qualcuno vorrebbe estirpare d’autorità.

La verità divisiva, che il professore apoditticamente non considera evangelica, mentre ne é l’essenza

è un’arma tagliente che serve a separare coloro che stanno con Francesco – i corrotti, i corruttori della tradizione e della dottrina, i compromessi con il potere – dai puri, gli incontaminati

laddove con il termine «puri» e «incontaminati» ben volentieri rivendichiamo -per quel che le nostre debolezze ci consentono – l’esserci accorti della mistificazione in atto da sessant’anni, del compromesso con il potere, della corruzione della  tradizione e della dottrina. Poiché per grazia di Dio non aderiamo ad un cieco fideismo irrazionale, ma seguendo San Paolo – rationabile sit obsequium vestrum – cerchiamo di rimanere fedeli a quel che Cristo ha insegnato e che la Chiesa fino a ieri ha trasmesso. Tant’è vero che il rimprovero di chi ci biasima e ci condanna è proprio quello di non voler accettare quella “novità” di cui si vanta orgogliosamente, e che fa risalire a quel Vaticano II che per noi segna l’inizio della crisi.

Massimo Borghesi insiste:

Come ai tempi di Agostino è nata una nuova setta, la chiesa dei seguaci del vescovo Donato, una chiesa che assume toni fondamentalisti e che si confonde, attualmente, con ampi settori della destra politica americana ed europea. Come gli antichi donatisti anche i nuovi, nella loro opposizione puritana al mondo corrotto, sono perpetuamente in guerra, in lotta contro i poteri, contro la Chiesa ufficiale accomodante. 

Ecco, di nuovo, lo schieramento: la destra politica americana ed europea, in contrapposizione alla sinistra globalista.

Sono fedeli alla Chiesa dei martiri, allo spirito guerriero, alla lotta continua. Così, pur simpatizzando con la destra, usano categorie proprie della sinistra radicale. Il fondamentalismo cattolico-puritano si colora di toni protestanti e rivoluzionari, manichei. Il potere mondano è sempre e comunque negativo, occulto, manipolatore. 

E chi mai ha sostenuto che il potere è sempre e comunque negativo? Lo è quando si allontana da Dio, quando in nome di un laicismo apostata rifiuta non solo i fondamenti della Religione, ma anche le basi della legge naturale. E queste sono aberrazioni consustanziali al progressismo che la neochiesa bergogliana tollera e spesso incoraggia.

Così vediamo mons. Viganò parlare il linguaggio del critico di sinistra. La pandemia? Un’invenzione dei poteri forti per dominare il mondo. Il vescovo non esita a utilizzare gli argomenti del complottismo. Viganò sta usando qui lo stesso linguaggio che, in questi giorni, sta adoperando un illustre filosofo italiano proveniente dall’area di sinistra, Giorgio Agamben. Una coincidenza ideale che pone, inevitabilmente, una serie di interrogativi.

Ed ecco lo sconcerto, lo scandalo: che la realtà debba rientrare nelle categorie ideologiche, che sia soggetta ad una valutazione sulla base di schemi, e che non possa invece essere un semplice raggio della verità, che chi ha onestà intellettuale riesce a cogliere. Disturba, insomma, che un intellettuale di sinistra – stimato perché etichettato con il marchio di fabbrica – possa nientemeno che dire una cosa vera condivisibile da un Prelato, sfuggendo all’ipnosi collettiva.

Come è possibile che un monsignore, punta di diamante della reazione conservatrice mondiale, possa esprimere posizioni coincidenti con quelle di un pensatore progressista come Agamben? La coincidenza dei giudizi è impressionante.

Pensate un po’: mettere in discussione l’allarmismo di chi grida alla pandemia, sconfessata dalle cifre dell’Istituto Superiore di Sanità, è complottismo. Non c’è un complotto, no: ci sono dei pazzi visionari; e menomale che Borghesi è anche virologo e benignamente ci informa dando letteralmente i numeri.

Saremmo di fronte, secondo l’autore alla “invenzione di una epidemia”, funzionale alla creazione di uno stato d’eccezione che, conformemente al dettato di Carl Schmitt, provvede all’esautoramento dello Stato democratico. È alla lettera, quanto afferma Viganò: “Mi pare tuttavia evidente che il Covid-19 abbia fornito un’ottima occasione – voluta o meno, lo sapremo presto – per imporre alla popolazione una limitazione della libertà che non ha nulla di democratico”.

E cosa c’è di così assurdo nel concordare su una verità che è riconosciuta da un filosofo di sinistra e da un monsignore? Questa sarà casomai una prova ulteriore del fatto che si tratta di un’evidenza condivisa, non influenzata da un pregiudizio ideologico. Ma per Borghesi questa eventualità non è nemmeno ipotizzabile, perché nel suo mondo ideologizzato quello che è vero e reale è solo quello che coincide con il suo schema di riferimento. Lo ribadisce ostinatamente:

La sinistra, formata alla scuola di Foucault, e la destra ecclesiastica si ritrovano sulla stessa lunghezza d’onda. Non solo per la critica del potere statale ma anche, e questo è davvero singolare, per quella che concerne l’attuale pontificato.

Ci troviamo davanti ad un cortocircuito mentale, che sconfina quasi nel ridicolo: il dispetto per una convergenza tra Cattolici e laici va benissimo quando si applica alle ardite aperture di Francesco al globalismo, ma desta inquietanti interrogativi se sfugge al controllo e vede concordi mons. Viganò e Agamben. Mi immagino debba esser difficile, per l’autore di Jorge Mario Bergoglio. Una biografia intellettuale, tollerare che qualcosa possa sfuggire alla narrazione ufficiale e trovar d’accordo mondi apparentemente tanto distanti.

La conclusione riprende l’ossessione dei progressisti:

La rivolta auspicata, con toni guerrieri, dal monsignore introvabile, vuole l’occupazione delle chiese vuote, di chiese che già erano vuote. Spera forse, sull’onda della battaglia, che si riempiano. Non crediamo. Pensiamo invece che il suo intento sia sempre e solo quello di delegittimare papa Francesco. Qualcuno raccoglie la sua sfida. Anche Agamben non sembra disdegnare, almeno idealmente, la sua compagnia. 

Se le chiese si sono svuotate, lo si deve a chi ne ha scacciato sdegnosamente i fedeli che le riempivano, imponendo riti insopportabili e prediche indigeribili. Tant’è vero che le uniche chiese che prima del Covid erano ancora piene – e che lo saranno subito dopo la fine della pièce pandemica – sono quelle in cui la liturgia e la predicazione non hanno seguito il restyling conciliare.

Il Monsignore introvabile, «punta di diamante della reazione conservatrice mondiale», eccellentissima “Primula Rossa” che tanto indispettisce i corifei di Santa Marta, ha colpito nel segno con encomiabile semplicità. Ha toccato il nervo scoperto della subalternità ideologica del progressismo postconciliare filobergogliano al pensiero unico, mostrando le inquietanti complicità e l’idem sentire che accomunano gli “amici di papa Francesco” con quelli che erano e rimangono nemici della Chiesa e di Nostro Signore. Strano che il prof. Borghesi non si scandalizzi del fatto che molto spesso Bergoglio possa esprimere posizioni coincidenti con quelle di eretici, anticlericali, massoni.

Nella sua splendida intervista, Sua Eccellenza conclude:

Questa epidemia ha fatto cadere molte maschere: quelle dei veri poteri, delle lobby internazionali che brevettano un virus e si apprestano a brevettarne anche il vaccino, e allo stesso tempo spingono perché sia imposto a tutti, in un clamoroso conflitto di interessi. Almeno, adesso, sappiamo chi sono e che faccia hanno. 
Sono cadute anche le maschere di quanti si prestano a questa farsa, lanciando allarmi ingiustificati e seminando il panico tra la gente, creando una crisi non solo sanitaria, ma anche economica e politica di livello mondiale. Anche in questo caso sappiamo chi sono e qual è il loro progetto.

Credo che, tra le tante maschere, sia caduta anche quella del professor Massimo Borghesi.

§§§




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62 commenti

  • Ateo Devoto ha detto:

    Gentile dott. Tosatti, tutto sommanto non riesco proprio a comprendere il suo disappunto…
    Alla fine anche lei dovrebbe conoscere piuttosto bene la figura di Charles Maurice de Tayllerand, il quale dapprima servì la Monarchia francese di Luigi XVI, poi la Rivoluzione Francese e la Francia Napoleonica, per servire nuovamente la Monarchia di Luigi XVII dopo la caduta di Bonaparte.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Eh sì, però, non mi ricordo che dicesse che lo faceva per amore di Santa Madre Chiesa…

  • Antonella ha detto:

    Immaginando per un attimo cosa ne sarebbe del cattolicesimo senza quella” coscienza critica” che con coraggio lo mette in questione tutte le volte che rischia di perdere un pezzo di memoria, con il conseguente oblio della sua identità, si configura quello che diventerebbe assecondando le pretese di un fronte sempre più deciso a fregiarsi del nome operandone allo stesso tempo il mutamento.
    Una confessione di fede cancellata del dogma Trinitario e Cristologico nel nome di un Dio Architetto dell’Universo, felicemente insediato nel suo Olimpo in compagnia di tante altre divinità a cui riservare fede e culto senza “differenze”.
    L’Eucarestia riproposta in chiave simbolica come vuole l’eresia protestante e rappresentata nel rispetto delle più svariate forme di inculturazione.
    Il sacerdozio annullato del celibato, condiviso al femminile per inaugurare un altare sacramentale che sia all’insegna delle pari opportunità .
    Il dogma Mariano negato contro ogni pronunciamento Magisteriale che la Chiesa abbia sigillato in duemila anni di storia.
    La Bibbia riscritta in secondi sensi ed interpretazioni , ridotta ad
    una sorta di mito con cui rapportarsi, una nuova lettura antropologica in cui liquidare ogni certezza dando ragione ad ogni possile forma di pensiero che si rispecchi nella sua giustificazione.
    Per non parlare poi delle dittature con cui diventa più conveniente siglare il compromesso che sfidarne le pretese, facendo del calcolo il denominatore comune di un futuro dialogo.
    Si potrebbe andare avanti, fino a smarrire il volto di Cristo e della sua Chiesa …..
    E molti camaleonticamente si adattano, perché conviene servire la “Chiesa in Uscita” quando diventa scomoda se considerarata come “tradita”.
    Così scomoda come la parola di coloro che lo ricordano, difendendola e mettendo in crisi il loro consenso.
    Si vede, Dott. Tosatti, che sta dando seriamente fastidio, maldestramente ricorrono alla menzogna, poiché inetti per qualsiasi altro ragionevole confronto.
    Ha diritto di replica giustamente, ma ne vada fiero.

    • Enrico ha detto:

      Sublime, Antonella. Sublime. Soprattutto quel “E molti camaleonticamente si adattano”, Mi permetta un colpo d’ascia, tanto per infastidire don Ettore: quanti sono i camaleonti che, per esempio, si aggirano in questo blog?.

      • Antonella ha detto:

        A parte qualche detrattore di passaggio, penso che quanti decidono di intervenire in questo blog abbiano in un certo qual modo a cuore la Chiesa Cattolica; i camaleonti di cui parlo sono personaggi di ben altro calibro, sono quelli che non esternano alcuna indignazione semplicemente perché l’hanno rimossa da tempo, svendendola al migliore offerente.
        Nella commedia che recitano a soggetto probabilmente hanno esordito già da prima di Bergoglio, quando apparivano infiammati di entusiasmo per Giovanni Paolo ll , così come per Benedetto XVI . Non bisogna meravigliarsi, avviene in ogni campo, ma in questo caso si tocca la nostra confessione di fede, senza la quale avremmo indifferentemente dato ragione al protestantesimo, al buddismo di ritorno, a pachamama come all’ateismo di circostanza ……
        Mi rendo conto però che non tutto è così scontato come appare, immagino anche il disagio di tanti che assolvono incarichi e funzioni all’interno del Vaticano e continuano a servire la Chiesa malgrado tutto….
        Il Vaticano non è di Bergoglio, per quanto sia lui a farlo credere.
        Esprimere il proprio dissenso in questo contesto significa comunque non rassegnarsi al “golpe”, incoraggiando la visione critica di un sistema dichiaratamente massonico all’ interno delle stesse mura vaticane , dove non sarà facile assolutamente sopravvivere, senza poi considerare i rischi, basti pensare alla sorte di Giovanni Paolo I … Questa non è una loggia qualunque, ma dai legami e i risvolti che presenta con l’Ordine Mondiale, appare una vera e propria Cupola Nera, pertanto tutta la comprensione a chi decide di intervenire in anonimato, sostenendo il compito non facile di rimanere all’interno di quelle mura tra schieramenti avversi all’interno di un stesso campo di guerra.

  • Chiamatemi pure TORQUEMADA. Me ne farò una ragione ha detto:

    Caro Borghesi
    mi permetto subito una domanda.
    Ma tante corbellerie le studia la mattina quando sorseggia il caffè?
    Fare il gioco delle tre scimmiette mi pare ridicolo. Si finisce col banalizzare il dono dell’intelligenza.
    Ma lei le ha ascoltate le omelie del mattino a Santa Marta?
    Mai – fosse stato una sola volta – Bergoglio ha rimarcato o commentato il Vangelo quando Gesù ripetutamente ha detto che chi non va a Lui – non a Bergoglio o a me – non si salverà.
    È mai possibile che tutto questo passi inosservato ad un arguto osservatore come forse lei è?
    Mi dica: è forse più opportuno soffermarsi in una miserabile omelia sul chiacchiericcio, arrivando a dire che Santo Stefano è stato condannato a morte per il chiacchiericcio. Come Gesù?
    Sa, caro Borghesi, pare di capire che quelle parole trascurate del Vangelo non giovino al compito che Bergoglio si è posto di far passare la Salvezza come un fatto a cui tutti saremo destinati; al modo del pensiero protestante e gesuitico alla Kasper.
    Io non credo che possa essere dichiarato tradizionalista per il solo fatto che credo che la Grazia che abbiamo ricevuto da Dio debba essere accettata da noi per farci meritare il Regno dei Cieli. La Grazia è data a tutti. Ma non basta avere questo dono per salvarsi.
    Sant’Agostino (mi pare che fosse una persona molto più valente di noi tutti messi insieme. Certamente più di noi due, caro Sig. Borghesi, più della nostra somma, compresa quella di Marco Tosatti, di Aldo Maria Valli, di Tornielli ed i suoi amici. Anzi le dico anche: più di tutta la curia oggi sparsa nel mondo)
    Diceva “Dio ti ha creato senza il tuo aiuto. Ma non ti può salvare senza il tuo aiuto”.
    Non può essere che il proselitismo (parola strategica inventata da Bergoglio) sia un peccato mortale meritevole di quel biasimo pubblico.
    Evidentemente San Marco ci ha raccontato stupidaggini quando concludendo il suo Vangelo ci ricorda che il Signore disse “Andate e predicate il mio Vangelo. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo. Chi non crederà sarà dannato”.
    Ma queste evidentemente anche per Lei sig. Borghesi, oltre che per Bergoglio, sono le vere corbellerie dei tradizionalisti.
    E chissà perché la lettura di oggi ci ricorda che Gesù era andato a predicare nella Sinagoga. Chissà- secondo Lei e Bergoglio – era da condannare. Era andato a fare PROSELITISMO.
    Luigi XIV diceva “Lo Stato sono Io”
    Sembra che Bergoglio voglia dire “La Chiesa sono Io”
    Tutto perché gli piace l’amicizia delle Bonino, dei gay, dei marxisti (si rilegga la filosofia di Marx, Sig. Borghesi).
    Potrei continuare a lungo. Ma preferisco non andare oltre.
    Ma mi permetta un’ultima considerazione.
    Sono cresciuto in una famiglia di vere sante persone.
    I miei genitori sono stati un vero esempio di santità cristiana, di amore, di umiltà.
    Io non ho necessità di guardare tanto lontano per scorgere le virtù dei Santi.
    Parlare e scrivere le cose che ho scritto mi produce un tale fastidio che per arrivare a tanto devo farmi violenza. Forse a Lei ciò che scrive no.
    Nella mia famiglia si amava-solo la Chiesa.
    Oggi non è facile.

  • José Juan Escandell Cucarella ha detto:

    Estimado Tosatti: Le agradezco este servicio que me presta con la discusión frontal con Borghesi. Le agradezco que contribuya a mantener clara la verdad.

    De acuerdo con sus sugerencias iniciales, sería interesante profundizar en el “alineamiento” que muchas instituciones y grupos han venido desarrollando hacia Beroglio, procedentes del entusiasmo previo por Ratzinger y por Wojtyla. Esos “nuevos movimientos” que se están demostrando muy dañinos.

    Enhorabuena por su trabajo.

  • Guelfo ha detto:

    HO TROVATO L’INTERVISTA DI VIGANÒ ASSAI DELUDENTE, SOPRATTUTTO NEL PASSAGGIO DOVE SI AFFANNA A DIFENDERE LA LIBERTÀ RELIGIOSA TOUT COURT: NON LA LIBERTAS ECCLESIAE MA LA LIBERTÀ PER TUTTI I CULTI IN PIENO STILE VATICANSECONDISTA.

    MI HA DELUSO ANCORA DI PIÙ CHE UN SEDICENTE TRADIZIONALISTA COME CESARE BARONIO, EVIDENTEMENTE MODERNISTA CAMUFFATO, NE ABBIA PRESO LE DIFESE SENZA SMASCHERARLO.

    • Enrico ha detto:

      Sottoscrivo. Molti, anzi quasi tutti, coloro che intervengono in questi commenti, compresi gli estensori degli articoli, sono in armistizio “continuativo”, in ossequio a Razinger, col vaticano II e la “messa” di Paolo VI. Quindi, non se ne esce.

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    La ribellione al Papa? Gli piacerebbe a Borghesi! Ma non si illuda. La ribellione avviene sul campo della dottrina riassunta dal Catechismo della Chiesa Cattolica, o sulla disubbidienza a norme ecclesiastiche o comunque pastorali.
    Il Papa parla molto di politica e infatti le categorie usate da Borghesi sono politiche. Borghesi ha parlato solo di politica.
    Rivendicare la sovranità del popolo non impegna la morale. Essere contro l’UE non è peccato. Dire coi vescovi africani che l’i.migrazionismo crea molta più povertà di quella che si dice di voler combattere è un’opinione e direi un’evidenza.
    Se proprio si vuol parlare di eresia, l’unica che viene evidenziata dam manifesto politico di Borghesi è quella di far passare come dottrina rivelata delle dottrine politiche. Per lo più bislacche

  • ulisse ha detto:

    Tosatti non ci faccia caso, il tono e modo usato da questo personaggio lo squalifica senza bisogno di replica.
    Il caso di papa Francesco è veramente triste già solo stamattina ha parlato di giusta mercede e va bene poi ha aggiunto di trattare con dignità il lavoratore dimenticando il caso di Eugenio Hasler e di tutti gli altri compresi anche cardinali trattati a pesci in faccia in maniera indecorosa.
    Si guardi solo il caso dei portavoce, Navarro.Valls servì GPII fino alla fine, padre Lombardi servì Benedetto XVI con grande devozione facendosi stimare da tutti gli addetti stampa. Quando ci fu papa Bergoglio gesuita come lui avrebbe dovuto servire con ancora più gioia e devozione invece ben presto sparì dalla circolazione. Insomma Bergoglio ha avuto ben 4 portavoce in successione compreso uno che se ne andò via sbattendo la porta compresa anche la sua segretaria chiaramente vado via prima che mi sbatta fuori lui.
    Su YOUTUBE vi è il video sul Credo con personaggi come Bonolis e Bertinotti portati ad esempio poi alla fine tutta una dissertazione sulla COERENZA, vedi caso CEI.
    Ho visto una foto dei vescovi CEI dopo la coerenza di Francesco e vi posso assicurare che erano tutti a testa bassa, ci sono rimasti veramente male.
    Poi si capisce hanno mandato avanti i loro segretari prima Ivan Maffei su TV2000 poi Stefano Russo a ricucire lo strappo. Attenzione non li critico anzi è il dovere dei segretari anche nelle aziende di assumersi incarichi delicati. Proprio padre Lombardi non per Benedetto ma per quello che faceva Bertone ricuciva e ricuciva ma tutti capivano che lo faceva per proteggere Benedetto. Infatti ora è presidente della sua fondazione.
    Non come Galantino che quando era segretario CEI parlava e decideva come e più che fosse lui il titolare. Qui Bagnasco è stato timido come pure fu timido Benedetto, ognuno ha il suo carattere, oomunque meglio un timido che un prepotente.
    Spero che i vescovi CEI abbiano capito con chi hanno a che fare.

    • Gabriele ha detto:

      Il presidente cei è Bassetti, non Bagnasco. Vabbé che Bassetti è talmente insignificante che non lo si nota, ma è lì da tre anni 😃

      • ulisse ha detto:

        Mi scusi ma lei non ha letto bene io parlavo di Galantino che era il segretario della CEI quando il presidente era Bagnasco. Rilegga con più attenzione.
        Secondo, per non fare una altro intervento.
        Tosatti ha visto che tempismo mentre accennavo ieri al caso Hasler papa Francesco ne licenziava in malo modo ben 5, naturalmente con grande COERENZA a quanto detto al mattino a santa Marta.
        Oggi 2 maggio tutti i giornali parlano dei 5 e ricordano anche il caso Hasler.

        • Gabriele ha detto:

          Eh ma per capire un testo, bisogna che sia scritto coi verbi nei tempi giusti e gli avverbi corretti. Lei ha scritto “Non come Galantino che quando era segretario CEI parlava e decideva come e più che fosse lui il titolare. Qui Bagnasco è stato timido come pure fu timido Benedetto”: in tre righe, è passato dall’imperfetto al passato prossimo al passato remoto. In più ha usato l’avverbio “qui”. Se scrive “Galantino parlava e decideva” e “qui Bagnasco è stato timido”, sembra che Lei faccia un confronto tra il Galantino di qualche tempo fa (imperfetto) ed un Bagnasco dei giorni scorsi (passato prossimo, insieme al “qui”, che fa pensare alla vicenda in discussione in questi giorni. Se usa l’imperfetto per Galantino, il passato remoto per Benedetto e il passato prossimo per Bagnasco, con in più il “qui” che indica vicinanza, il lettore colloca Bagnasco in un tempo più recente degli altri due soggetti. Il “qui” fa pensare a quanto accaduto nei giorni scorsi tra Papa e Cei. Avrebbe dovuto scrivere “allora” o “là” Bagnasco ecc. Se in tre righe si usano tre tempi diversi per descrivere le azioni di tre soggetti, per forza che il lettore non capisce: colloca Galantino in un tempo lontano (imperfetto), Bagnasco in un tempo più recente (passato prossimo), Benedetto in un tempo più lontano degli altri due (passato remoto), il tutto complicato da fatto che Bagnasco è stato presidente cei sia con Benedetto che con Bergoglio e sia con Galantino segretario che senza, quindi il lettore deve fare riferimento alle proprie conoscenze storiche per interpretare il senso della frase. Per evitare di far credere al lettore che l’attuale presidente cei sia Bagnasco, si sarebbe dovuto scrivere: “Galantino parlava e decideva, allora (là, a quel tempo) Bagnasco era timido ecc”.

          • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

            Caro fratello Gabriele…se Lei legge miei commenti…la prego d’ avere pietà di me…grazie e La benedico in passato, presente, futuro ed in ogni tempo, circonstanza, luogo, ora…

  • Milly ha detto:

    Basta!..non se ne può più di questi manipolatori della Verità.
    Ne abbiamo le tasche piene!
    Non possiamo certo dire”Signore manda su di loro un fuoco dal Cielo” perché Nostro Signore ne sarebbe addolorato, ma il Fuoco dello Spirito Santo certamente sarebbe utile.
    Sempre però che non chiudino le orecchie, coprino gli occhi e tappino la bocca!

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Sono OT ma di fronte a certe cose non riesco a stare zitto.
    Stamattina il Santo Padre, per la festa di San Giuseppe Lavoratore, ha fatto un’omelia che è peggiore di un comizio dei tempi di Giuseppe di Vittorio o di Luciano Lama. Poi alla fine si è ricordato che del mondo del lavoro fanno parte anche gli imprenditori. Leggiamo cosa ha detto:
    ” per coloro che lottano per avere una giustizia nel lavoro, per coloro – bravi imprenditori – che portano avanti il lavoro con giustizia, anche se loro ci perdono. ”
    Ma se loro ci perdono, chi paga?
    A suo tempo sono stato socio dell’UCID (unione cristiana imprenditori e dirigenti) . Ora non ne so più nulla ma mi domando (visto che l’associazione c’è ancora) : che cosa aspettano i suoi dirigenti ad andare da questo peon diventato papa a dirgliene quattro? Ma è mai possibile accettare senza ribattere che vengano dette asinate simili?

    • Enrico ha detto:

      Stilumcuriale Emerito, se per Lei colui che parla come sindacalista comunista è ancora il “Santo Padre” che altro va cercando?

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Non è per me che è il Santo Padre. Ufficialmente lo è per il mondo intero e, se non verrà cacciato prima, questo titolo se lo terrà fino alla morte.

        • Enrico ha detto:

          A parte il fatto che proprio nell’ufficialità sta la grande turlupinatura, Lei potrebbe benissimo dire Bergoglio in vece di Santo Padre, come fanno tutti quelli che hanno capito di che persona si tratta. Per non dire di certi frequentissimi epiteti non propriamente ossequiosi impiegati per indicare la medesima. Ne segue che se Lei vuole insistere a dire Santo Padre dovrebbe, coerentemente, rinunciare alle critiche o limitarsi ad osservazioni molto molto “soft” Se no che fa? Si mette a contestare il Santo Padre?

    • stefano raimondo ha detto:

      Quello di Bergoglio in effetti è stato un discorso ingenuo, al limite dell’ipocrisia, nemmeno la CGIL espone tesi così irrealistiche, disconoscendo le minime basi dell’economia. È incredibile (ed anche imbarazzante) che un uomo così impreparato sia arrivato ai vertici della Chiesa di Roma, la quale non ha più il potere di una volta ma resta sempre un potente megafono che indirizza le menti. Credo che anche quelli che sono sulla sua lunghezza d’onda, in cuor loro, si rendano conto che una tale rozzezza culturale alla lunga non paghi.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Meno male che almeno uno che la vede come me c’è.
        Tra l’altro la rozzezza culturale del Santo Padre, nel caso specifico di quanto ha detto nell’omelia di questa mattina, non riguarda solo l’economia, ma anche il diritto (a meno che il Codice Civile Italiano, in questi ultimi tempi non sia cambiato). C’è un limite alle perdite oltre il quale c’è il fallimento. E come fa un “bravo imprenditore” fallito a dare lavoro alla gente? Forse lui lo sa, io non lo so.

        • Enrico ha detto:

          “La rozzezza culturale del Santo Padre”. Stilumcuriale Emerito, non si parla così del Santo Padre!

          • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

            Mi scusi, Enrico, è sicuro di essere lefebvriano? La Fraternità riconosce il Papa. Lei forse è un sedevacantista o un sedeprivazionista. Dato che si impegna a bacchettare gli altri, cerchi prima di capire chi è lei.

          • Enrico ha detto:

            Certo che anch’io riconosco il Papa. Il Papa, non Bergoglio. Ma si è fatto il conto di quanti sedevancantisti (inconsapevoli) ci stanno in questo blog tra articolisti e commentatori, i quali anch’essi riconoscono il Papa e non Bergoglio. Il concetto non è difficile. Non basta il titolo, don Ettore. Coprire Bergoglio di insulti e giudizi durissimi può davvero conciliarsi con il riconoscere il Papa? Secondo me è un’ipocrisia, e di quelle granitiche.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Questa chiesa “progressista” – che è ormai braccio secolare della Religione Giacobina e che NON PIANGE le migliaia di morti senza Sacramenti perché è VIGLIACCA – è ridotta proprio male.
    Non potendo difendersi da sola per la carneficina religiosa che sta provocando ha assoldato un Carneade voltagabbana (ora integralista-fondamentalista-cattolico-bergogliano) che spara sulla Croce Rossa per DIFENDERE – con evidente e conveniente opportunismo – il Mitragliatore-Affossatore della Religione Cattolica.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Carissimo dott. Borghesi;
    Io che sono un signor nessuno, acerbo di cultura e di retorica, un umile peccatore che si sforza di voler rimanere ancora tenacemente cattolico, le faccio presente tre nozioni che ritengo esiziali per la mia vita (Eterna …per chi crede).

    Se essere “INTEGRALISTA”, significa voler a tutti i costi preservare l’integrità della Dottrina della Chiesa e della Parola di Nostro Signore:

    ALLORA SI…IO SONO INTEGRALISTA!

    Se essere “FONDAMENTALISTA” significa cercare di difendere il fondamento della mia Fede, quella che i Padri, i Santi, i Mistici e i Martiri della Santa Chiesa Cattolica e Apostolica hanno cercato di tramettermi e per la quale hanno tenacemente lottato e si sono immolati:

    …SONO ANCHE FONDAMENTALISTA …E NE VADO FIERO!

    Se essere “NEMICO DEL PAPA” significa essere contro l’eresia, la cattiva dottrina e la bestemmia:

    …DI SICURO SONO ANCHE CONTRO IL PAPA …CHIUNQUE ESSO SIA!

    Se lei invece a tutti costoro preferisce Casarini, la Bonimo, o Giuseppi, sono affari che assolutamente non mi riguardano né m’interessano.

    “In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.” (Mt. 5-7 18,20)

    Stia dunque bene e si rassereni nessuno di noi è “nemico del Papa”, sempre che egli dia prova, con parole ed opere, di esserlo veramente!
    VIVA CRISTO RE!

    • Marco Matteucci ha detto:

      • Marco Matteucci ha detto:

        “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. (Marco 16 15-18)

        Questo invece ha detto ieri 30 aprile 2020, colui che dovrebbe essere il Suo vicario e pastore in terra della Sua Chiesa universale: “Cosa vai a fare nelle missioni?” — “Io, a convertire la gente” — “Ma fermati, tu non convertirai nessuno! Sarà il Padre ad attirare quei cuori per riconoscere Gesù”.

        …SECONDO VOI, SONO COMPATIBILI I DUE INSEGNAMENTI?

        • Marco Matteucci ha detto:

          chiedo scusa …m’è rimasto un versetto nella penna: “Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.” (Marco, 16 15-20)

    • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

      mi associo

    • Michel Berthoud ha detto:

      Mi associo, condivido al 100% la sua tesi.

  • Raffaella ha detto:

    I ciellini….sempre pronti a saltare sul carro del vincitore; hanno applaudito tutto e il contrario di tutto, sempre intrallazati col potere di turno.
    Da Ratzinger a Bergoglio con estrema disinvoltura.
    Mah…

    • Maria Grazia ha detto:

      @RAFFAELLA – Sono d’accordo con te. Durante i miei primi anni di Università avevo conosciuto alcuni Ciellini: inizialmente mi avevano affascinata con i loro discorsi, credevo realmente che Cristo fosse il perno centrale della loro esperienza di vita poi, purtroppo, avevo capito che il loro obiettivo principale (con qualche rara eccezione) era ottenere una visibilità politica onde conseguirne proficui vantaggi personali.

  • Adriana ha detto:

    Cesare Baronio fa leva sulla logica , Borghesi sul sentimento…di superiorità per grazia Bergogliona .

    • Andrea ha detto:

      Adriana concordo pienamente aggiungendo che Borghesi si augurerà anche lui in sintonia col Papa tanti ponti e nessun muro!!!ovviamente solo se si è in sintonia con loro e con Soros!!!Borghesi apprezzerà l auspicio fatto ai sacerdoti di avere addosso l odore delle pecore!!!ovviamente quando solo profumano di Chanel n.5 e sono quindi politicamente corretti!!!e ovviamente se l odore diventa pericoloso spazio alle Messe in streaming!!!tutti chiusi nelle loro mura!!!ma non erano da abbattere senza se e senza ma????boh!!!!Oggi ricorre l anniversario di nascita di un grande uomo e grande cattolico: Giovannino Guareschi!!!se fosse stato nostro contemporaneo sarebbe già stato scomunicato con ogni probabilità!!!ce davvero tanto da meditare!!!

  • Alfredo ha detto:

    Non entro nel merito delle questioni che riguardano la sfera personale del dott Tosatti e del dott Borghesi ma ribadisco solo un concetto: perché mons. Viganò continua a nascondersi? Lo stiamo aspettando da tanto tempo!! Si materializzi, con coraggio e stia veramente a fianco del suo Popolo!!!

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    Anche a me all’inizio Papa Francesco mi piaceva. E pure molto. Per alcuni anni sono stato un suo strenuo difensore anche forzando la mia ragione in modo da raddrizzare tutto a suo favore. Ma non si può andare contro l’evidenza per troppo tempo, a meno che non si è in malafede o malati di mente.
    Francesco è vero Papa, l’ha riconosciuto anche Benedetto XVI, e con della benevolenza (molta), si possono considerare perfino le sue espressioni più equivoche, più un farla fuori dall’orinale che una volontà di insegnare delle eresie.
    Dico però che Papa Francesco rappresenta un castigo di Dio alla Chiesa modernista di oggi riportando citando dei FATTI incontestabili. Ne riporto solo 3.
    1) La mancata risposta ai dubia, che di fatto ha dato il via libera alla Comunione ai concubini impenitenti, che non giudico assolutamente, ma che per colpa del Papa rischiano, per dirla con san Paolo, di mangiare e bere la propria condanna.
    2) Il mancato ripulisti della lobby omosessuale, che anzi grazie a certe nomine di Papa Francesco, per molti osservatori si è rafforzata notevolmente: Mons. Ricca e Mons. Parra. Ma anche gli incarichi dati a Mons. Zanchetta e Mons. McCarrick anche se poi, a causa dei grandi scandali, sono stati scaricati. Questi sono fatti, non congetture.
    3) la venerazione della Pachamama e del satiro amazzonico nudo e in stato di eccitazione, che sono stati oggetti di culto in Vaticano!
    Rancorosi i fedeli della Sacra Tradizione, o lecchini chi, se fosse stato presente, avrebbe prostrato la fronte a terra e alzato il sedere in aria davanti alla Pachamama e alla presenza del Papa che osservava?
    A me basterebbe che il Papa rispondesse ai dubia e ammettesse l’errore, e forse anche la malafede, sul caso McCarrick, e facesse ammenda riguardo alla Pachamama.
    sare contento e non direi più che è un pessimo Papa.
    Ora lo dico in coscienza e anche per una forma di rispetto nei suoi confronti, perché chi non lo rispetta sono i lecchini e i pavidi, non chi, per il bene della Chiesa e dello stesso Papa, da figli sdegnati dal comportamento vergognoso e intellettualmente impudico del padre, lo riprendono per come si può e deve riprendere un padre.

    • Francesco Salvatore Cattolico ha detto:

      Papa Benedetto XVI ha affermato che il Papà è uno.
      Non ha affermato che è Bergoglio.
      Chi ha orecchie per intendere, intenda.

  • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

    Viceversa, mi pare che nel campo degli “amici di papa Francesco” la persuasione di essere “i migliori” sia data quasi per scontata, ancorché indimostrabile: un grottesco postulato, un a priori che si schianta sulla dura roccia della realtà non appena li si tocca nel vivo, proprio mettendo in discussione quel primato che essi rivendicano esclusivamente per sé. Così come è data per scontata la superiorità morale della sinistra politica, del globalismo, della scelta green e di tutto il repertorio ideologico che oggi, fortunatamente, si coagula e dimostra la propria coerenza.
    Baronio tocca un nervo scoperto: tutta la cultura “progressista” fa quello che lui descrive: tutto (pensiero, azioni, istituzioni ecc.) deve andare verso “sinistra”. Il percorso è necessariamente a senso unico.
    Perciò, ad esempio, il voto popolare è rispettabile solo se conferma ciò che l’élite di sinistra ha già stabilito: se, eventualmente, il referendum sull’aborto avesse abrogato la 194 quali ululati si sarebbero alzati e quali ragioni sarebbero state addotte per il voto “sbagliato”?
    Ricordo che ad un convegno sul filosofo Lucio Coletti (passato dal marxismo a posizioni opposte) la relatrice, di cui non ricordo il nome, sottolineava come nel mondo della cultura sia accettato ed anzi auspicato un passaggio da destra a sinistra, ma mai il contrario, nel qual caso si parla di “involuzione”:il pensiero della sinistra è di volta in volta la verità e, perciò, non è ammesso un ritorno sui propri passi (“indietro non si torna”), ma anzi è storicisticamente necessario il confluire verso le idee della sinistra (politica, economica, ecclesiale ecc.).
    Grazie a Cesare Baronio per il suo intervento che mette così bene in evidenza questo vizio del progressismo.
    Quanto a Massimo Borghesi è uno studioso del pensiero di Augusto Del Noce, il quale, penso, si rivolti nella tomba.

    • stefano raimondo ha detto:

      Bel commento di Don Ettore Barbieri. D’altronde lo sappiamo: usano certe categorie generiche e fuorvianti (gli “ultimi”, gli “oppressi”, ecc.), categorie di cui si fanno impropriamente difensori, e in questo modo si credono legittimati a tutto, possono cioè fare qualsiasi cosa, proprio perché il loro movente è ritenuto superiore (e chi lo stabilisce?). Con questi intolleranti è impossibile un confronto, non concepiscono l’avversario leale che può anche avere ragione: se non la pensi come loro sei ipso facto nel torto, e quindi sei necessariamente da “rettificare”, eventualmente anche con la forza.

  • Enrico ha detto:

    Caro Signor Marco, da lefebvriano ormai inguaribile (la guarigione sarebbe per me funesta),, mi permetto una contestazione circa un passaggio della Sua introduzione, laddove in merito a CL Ella scrive:

    “diventata super-bergogliana (e scusate se non è poco, essendo stati wojtyliani e ratzingeriani, cioè la sostanziale antitesi della Chiesa che ci viene offerta adesso, in pensieri, parole, uomini e omissioni)”

    Ebbene, che la Chiesa bergogliana sia in sostanziale antitesi con quella woitiliana e ratzingeriana non mi pare proprio, visto che i predecessori di Bergoglio non sono stati affatto esenti da pensieri e fatti del tutto in linea con lo spirito vaticanosecondista (non parliamo poi dello spirito di Assisi!). Evidentemente, l’elezione di Bergoglio non è spuntata di notte come i funghi, bensì sul terreno preparato in precedenza e per decenni. In sintesi lo squallore attuale è il frutto di una “continuità” (uso un termine ratzingeriano ma ovviamente … in antitesi) nell’applicazione meticolosa del vaticano II. Concludo stendendo un velo pietoso sulla “messa” di Paolo VI, fatta apposta per compiacere i protestanti e far eclissare nei fedeli il senso del Sacro, e i cui risultati si vedono in maniera direi smagliante.

    • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

      non occorre sentirsi per forza “lefebriani” per essere pienamente d’accordo

    • Sergio ha detto:

      Mi sembra che San Giovanni Paolo II, dopo la scomparsa prematura di Giovanni Paolo I, abbia avuto una visione della Chiesa che, pur non potendo smentire in toto il Concilio Vaticano II, né ha limitato gli effetti. Con Giovanni Paolo II I modernisti sono stati zittiti e, con Papa Benedetto XVI è stato reintrodotto, motu proprio, il modo tradizionale della celebrazione della S. Messa. Hanno fatto il possibile e oltre per non dividere la Chiesa: si sono offerti come vittime. Mi vengono in mente le parole di Gesù a Maria Valtorta quando diceva che la divisione è una vittoria del nemico. Finché si può, non rinnegando le Verità di Fede, ci battiamo per il cambio di rotta della Chiesa. Se poi la Chiesa dovesse definitivamente abbandonare la Verità, saremo con la Verità e con quelli che La seguiranno.

  • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

    bravissimo dott. Tosatti

  • gigione ha detto:

    Professor Massimo Borghesi bah, mio padre buonanima questi individui li chiamava Professori in Scienze Occulte

  • Maria Michela Petti ha detto:

    Disdicevole il livello cui si sono abbassate la comunicazione e l’informazione di area cosiddetta cattolica.
    La cosa, oltre che ledere la nobiltà della professione giornalistica e il buon nome degli stessi operatori del settore, offende l’intelligenza e il rispetto dovuto ai lettori. Senza tralasciare, oltre tutto, il dolo alla Chiesa in tutte le sue componenti e istituzioni, contribuendo ad alimentare un clima di confusione e a incentivare divisioni e contrapposizioni, che trovano facile etichettatura nella sommaria e indefinibile “lotta fra guelfi e ghibellini” dei nostri giorni, senza soluzione di continuità.
    In tutta sincerità: è quello di cui non abbiamo proprio bisogno. E ciò succede quando non si hanno argomenti sufficienti e validi per confutare il pensiero che si discosta dall’ “unico”.

  • roth ha detto:

    caro Tosatti, ma sta scherzando ? lei sta dando risalto a sto sconosciuto cialtronecello ed a un Sito come il Sussidiario ? Il Sussidiario era un giornale on line glorioso , finchè Benedetto era Papa , ora si è ridotto ad essere una “dagospia” neo-ciellina . Sappia Tosatti che la nuova CL è letteralemnte terrorizzata dal Pontefice attuale che avrebbe una voglia matta di cancellarla e incamerarne il patrimonio.

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    Ma uno come mccarrick no lo si può nascondere sotto il tappeto. Sono disperati. Se li difendi uno cosi…grazie Cesare Baronio e grazie Marco…il Vero Spirito Santo, che pure fanno di tutto per tentare manipolarlo loro…separerà non già politici di destra o sinistra, ma tutti quanti e non solo nel momento della morte corporale. Hanno l’ ore contate…e credono che c’e la caverano…è incredibile il loro identico comportamento, in primis quello del loro capo, agl’ ultimi tempi di chàvez…che ricevì il colpo finale dai propri medici cubani di cui esaltava la medicina d’ ultima generazione e la più sviluppata del mondo intero…

    • carlone ha detto:

      ….Ma uno come mccarrick no lo si può nascondere sotto il tappeto. ….

      Lei dice ? Eppure è dal ’71 che è stato nascosto.
      Se vuole sapere dove , sempre che lei non lo sappia di già , veda dove insegnava , dove alloggiava etc. .etc.ma soprattutto veda come in ogni luogo affidatogli il rifiorire del suo apostolato avvenne attraverso , sempre , i camminatori.

      • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

        Ma Lei…bene mi prendo, per rispetto, la briga di spiegarli. Non era nascosto, difatto andava impunemente con seminaristi ogni fine di settimana nella casa al mare per metterli nel letto. Ed era in continuazione dennunciato. Questo arrivava all’ orecchie di GP II?. Sicuramente no. Tutto si fermava a quelle del sodano ed in ultima tappa a quelle del parolin. Il proprio impostore messi il tranello al nunzio in USA domandandoli al riguardo il 23 giugno 2013 poco dopo a COLPO DI STATO VATICANO consommato. Ma non per sapere come li domandava, chè tipo era, perche già lo sapeva e contava su di lui (che tipa era, meglio dire) tanto che incredibile Provvidenza Vuole che mons. Viganò l’ incrociassi prima trovare l’ impostore e quella, mccarreta, li disse “ah…mi ha mandato in Cina come suo(/a) rappresentante”…uno/a così per trattare la gravità con la Chiesa in Cina…e dopo quindi, per sapere quale la posizione del nunzio fu che li domandò, ed il nunzio chiaramente risposse…e dopo alla prima possibile fu fatto fuori il nunzio. Dunque tutti loro lo sapevano. Noi la maggioranza in questa nostra Chiesa no. Finora tutte immondenzze infernali di quei dementi, ma solo dal 26 agosto 2018 (patrona della Polonia, N.S. di Czestochowa) rientrando quei CRIMINALI…SÌ LEGA BENE, CRIMINALI, fu lo stesso impostore che mandò in Iralanda (e si pensi dove tanti casi di pederastia clericali; ovve da poco prima legale il “matrimonio” tra quelli dello stesso sesso, oltre ad essere scelta come posto per incontro dei giovani, ecc) il gemello di mccarrick, james martin, come piatto forte per i giovani…ancora tentativi per portarli al mare?…allora l’icona miracolosa polacca (inoltre nella stessa occorrenza 1978 eletto GP I…) con volto ferito, rientrando con suo seguito mafioso, bene mostrò l’ eroico nunzio in USA tutto questo che non mai polvere della sporcizia, ma il caso tremendo fino dove sono stati capaci quelli per decenni di tenerci ignari di tutta solo questa, e nel mio commento menzionata, perche basta e ne avanza, per fare verdere il colosso mons. Carlo Maria Viganò, contra tutti quei perduti che tengono per ora il potere materiale della nostra Chiesa; ma peggio ancora di quelli che ancora difendono quello e l’ ossanano come il nuovo impazzito nerone. E caso mai, se non capisce il parallelo, la voglia di dare fuoco per distruggere ed averne più spazio per la costruzione della sua “nuova chiesa” con archittetura massone del “nuovo ordine mondiale” (ormai vecchi almeno dalla fine secolo XIX; almeno con piani d’ allora disegnati riguardo la nostra Chiesa…).

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    dimenticavo, grandissimo Baronio, come sempre

  • Monica MS ha detto:

    Uso anche io questa finestra per risposte personali a chi schiaffeggia ingiustamente. Gli schiaffeggiati sono i fedeli italiani. Chi li schiaffeggia sono coloro che nella CEI hanno preferito usare il termine “affidamento” anziché “consacrazione” dell Italia alla Madonna.
    La differenza é pari a una virgola che spostata cambia il senso di una frase.
    Pavidi con il governo lo posso umanamente capire (non giustificare), ma pavidi nel vostro regno non é neanche comprensibile. Cosa vi faceva paura ? La parola? Troppo forte?

    • carlone ha detto:

      Di solito si consacra una volta sola

      Catania Lapide Di Piazza G. Verga:

      Il 13 Settembre 1959 In Questa Piazza Giovanni Verga Trecentomila Fedeli Accorsi Da Ogni Parte D’Italia Ascoltarono Dalla Voce Dell’em.Mo Card. Marcello Mimmi Legato A Latere Del Papa Giovanni XXIII L’atto Di Consacrazione Della Nostra Diletta Patria Al Cuore Immacolato Di Maria Che L’episcopato Qui Riunito Attorno A Lui Volle Compiere A Chiusura Del Xvi Congresso Eucaristico Nazionale Celebrato A Catania Nel Primo Anniversario Di Si Fausto Avvenimento Grazie A Dio Per Questo Dono Rinnovando Propositi Di Una Intensa Vita Eucaristica E Piu’ Profonda E Filiale Devozione A Maria I Fedeli Catanesi Uniti Al Loro Pastore Mons. G. L. Bentivoglio E Al Loro Sindaco Avv. L. La Ferlita A Perenne Memoria Posero

      • COSIMO DE MATTEIS ha detto:

        Di solito.

        A meno che non intervengano ragioni che la ritengono non necessaria ma INDISPENSABILE.

        Mai sentito parlare di chiese “sconsacrate” e/o “riconsacrate”?

        Ve ne sono parecchie.

        E comunque la Madonna, che certo ne sa più di me (di lei non saprei) lo richiede dal 95. E con lacrime di sangue.
        https://ilbenevincera.wordpress.com/2020/03/24/civitavecchia-fabio-gregori-la-cei-faccia-la-consacrazione-al-cuore-immacolato-di-maria/

        E se vuole si faccia pure una risata.

        • carlone ha detto:

          1 -lei è battezzato ? Se si, è consacrato. Di quanti battesimi ha bisogno quindi per essere consacrato ? Due …tre ..o quattro ?

          2 -Originale della rivelazione a cui lei fa riferimento

          ….Consacratevi tutti a me, al mio Cuore Immacolato, e Io proteggerò la vostra Nazione sotto il mio manto ora pieno di grazie……..
          Quindi…
          È richiesta la sua personale consacrazione , proprio a lei come individuo , facente parte di una comunità.

          3 – È probabilmente un bel fake quello che lei ed altri utenti di questo blog , spacciate , in giro per il web , come “Appello dei Gregori ” riportando poi a fine Appello che anche la suddetta famiglia e tutta Civitavecchia vi abbia aderito.
          Quindi non è un loro Appello.

    • P.S. ha detto:

      Speriamo che almeno invochino la Madonna con i titoli che le competono di Corredentrice, Mediatrice e Avvocata del genere umano.
      Titoli tutti molto cari a papa Francesco.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    sì, l’avevo visto anch’io, non l’avevo segnalato, ma avevo commentato ieri sulla pagina facebook del Sussidiario

    https://www.facebook.com/ilSussidiarionet/posts/10158279042849819

    così:

    **************

    “ho letto questo:

    https://www.ilsussidiario.net/news/lettera-vigano-e-agamben-la-strana-convergenza-tra-il-vescovo-e-il-filosofo/2016572/.

    In realtà, in quello che dice Mons. Viganò sul papa, non c’è assolutamente nulla di personale. La questione, sulla quale Viganò non tace, è ben detta dal direttore della NBQ, Riccardo Cascioli, qui

    https://lanuovabq.it/it/lo-sfogo-di-bassetti-e-il-nostro:

    “…«Se non concepisci che l’adulterio possa essere un bene; se non credi che l’Eucarestia sia un diritto; se hai problemi a vedere la Pachamama al centro di riti pagani in Vaticano; se pensi che il celibato non vada messo in discussione, neanche per delle eccezioni; se mantieni che ci siano azioni che sono intrinsecamente un male; se insisti nel dire che l’unica conversione è quella a Cristo e non all’ecologia, allora esci dalla Chiesa cattolica».

    Eh sì, perché i mal di pancia di tanti fedeli sono su questi punti decisivi per la fede, non è un problema se questo Papa piace o non piace: è che c’è un “depositum fidei” da conservare; è che sarebbe compito principale dei cardinali sostenere il Papa in questo. È, per sintetizzare, che non ci si rassegna a veder trasformata la Chiesa cattolica nella più grossa denominazione protestante”.

    E’ tutto qui, semplice semplice. Ciascuno si prende la responsabilità delle proprie scelte.

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    Appunto, è questione di scelte. Come dico spesso, ne riparleremo nel Giorno del Giudizio,