DE NETTO: L’ASSALTO DELLA GNOSI AL TEMPO DEL COVID 19.

30 Aprile 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’avvocato Luca De Netto, Presidente del Centro Studi Internazionale EuropaItalia, molto attivo nella Scuola Ecclesia Mater, ci ha inviato una riflessione estremamente profonda e densa sui tempi che stiamo vivendo, in questo momento in cui a molti cristiani è negato di partecipare al Sacrificio della Messa, e di avvicinarsi all’Eucarestia. Buona lettura. 

 §§§

 

L’ASSALTO DELLA GNOSI AL TEMPO DEL COVID E IL KATECHON VENUTO MENO

di Luca De Netto

 

 “L’origine del male non si trova nel mondo materiale e corporeo,

sperimentato come un limite o come una prigione

dalla quale dovremmo essere salvati”.

(Congregazione per la Dottrina della Fede,

Lettera “Placuit Deo”, III, 7 – 1 marzo 2018)

“L’apparente esaltazione del corpo

può ben presto convertirsi in odio verso la corporeità”

 

(Benedetto XVI, Deus Caritas est, I, 5)

 

Se per Carl Marx le leve del mondo erano di fatto mosse dall’Economia, e se per Carl Schmitt, invece, ogni conflitto assumeva carattere riconducibili al Politico, la complessità della natura umana, così come la storia delle grandi rivoluzioni, ha fatto emergere il carattere centrale dell’elemento religioso.

Il c.d. fattore “R”, la scelta di senso che ogni essere umano compie, volente o nolente, dal momento in cui viene al mondo, assume ricadute fortissime sul piano storico, sociale, politico, economico.

Basterebbe, a titolo di esempio, citare il noto saggio di Max Weber sul rapporto tra etica protestante e spirito del capitalismo, in verità corretto dal più nostrano lavoro di Amintore Fanfani “Cattolicesimo e protestantesimo nella genesi storica del capitalismo”, o gli studi di personalità del calibro di Augusto del Noce, di Sameck Ludovici, come anche dei laicissimi lasciti di Hans Jonas, per avere contezza dell’importanza del fenomeno.

In termini molto semplici, alla base della storia dell’Umanità, in ogni epoca, vi sarebbe un conflitto tra Verità e Gnosi, che, in ambito cristiano, viene ricondotta alla scelta per Dio o contro Dio.

Ad Ennio Innocenti si deve la precisazione e la distinzione tra vera e falsa Gnosi, ossia tra Gnosi pura, che coincide con la conoscenza della Verità che rende liberi (Gv. 8,32). E Gnosi spuria, ossia la Gnosi a cui facciamo riferimento.

Ma cosa intendiamo per Gnosi (spuria o falsa)?

Va premesso, in via molto approssimativa, che la Gnosi è quell’idea che vede la realtà del mondo come una caduta: per lo gnostico, l’Uomo è Dio, ma è stato imprigionato nella materia a causa di un inganno da parte di forze negative che hanno dato origine all’universo, alla terra, al corpo, disgregando l’unità originaria.

Tutto ciò che noi vediamo, dunque, è opera del Male.

L’essere umano, fintanto che vive su questa terra, è quindi prigioniero, in gabbia: la sua natura non è di corpo, anima e spirito, ma di puro spirito luminoso, in quanto, appunto, Dio.

L’obiettivo dello gnostico è tornare dunque alla condizione divina, tramite la conoscenza (gnosi) di questa verità che disprezza tutto ciò che è realtà materiale.

Lo gnostico, infatti, è uno spiritualista. Ciò non deve sorprendere: ricordiamo che Chesterton, con una nota battuta, chiosava: “l’opera del Cielo fu materiale, la costruzione di un mondo materiale; l’opera dell’inferno è interamente spirituale”.

Ma attenzione: soltanto una ristretta cerchia di iniziati, di illuminati, può tornare ad essere Dio. La maggior parte è destinata a restare prigioniera delle forze telluriche. Costoro, non sono degni di sapere, non sono degni della divinità, e quindi devono perire con il mondo fisico.

Anzi, dato il loro legame con la realtà materiale, hanno imbruttito sempre di più la terra, che deve essere liberata quanto prima dallo loro infausta presenza, affinché torni ad essere quantomeno una sorta di specchio del paradiso perduto, un’unità indifferenziata per pochissimi in attesa che gli eletti tornino in Alto.

Ogni forma di gnosi, sia antica che contemporanea, si caratterizza inoltre per il disprezzo nei confronti delle norme morali e nell’attacco al Diritto, che assume un’importantissima funzione katechontica: esso, infatti, non va confuso con la Legalità, ma identificato con la Giustizia che è insita nella Legge naturale. Che per la Gnosi è male o non esiste.

Ma se il Katechon viene rimosso, se la funzione del Politico viene meno, come desiderano gli gnostici, vi è il dilagare del Mistero dell’Iniquità e l’instaurarsi del dominio dell’Anti-Cristo. Cioè di Chi e di Cosa si oppone a Cristo. Ossia proprio le svariate sfaccettature della Gnosi. Ancor più chiaramente: se Cristo è Dio che si fa Uomo, l’Anti-Cristo è l’uomo che si fa Dio, che indica sé stesso come Dio e siede al posto di Dio (cfr. 2 Ts. 6-7).

Ma se è vero che la Gnosi, nel corso dei millenni, è mutata, nascondendo la sua caratteristica religiosa e diventando una forma mentis, ed assumendo così le vesti dell’idealismo, del marxismo, del malthusianesimo, dello scientismo, della rivoluzione sessuale, essa mantiene dei tratti fondamentali che consentono di rintracciarla anche negli eventi che stanno sconvolgendo il mondo in questi ultimi periodi.

Già da diverso tempo, alcune voci preziose hanno sottolineato il carattere gnostico della teoria del gender, dove il corpo è inteso come prigione per la mente, che pertanto è la sola realtà determinante ed importante, sì da modificare anche la propria realtà biologica per adeguarla all’idea che si ha di sé. Cornelio Fabro sottolineava, del resto, come tutta la Modernità, intrisa di idealismo, faccia dipendere la Realtà dal pensiero.

Ma anche l’ambientalismo, oggi nella sua versione climatista, che combatte una battaglia perenne contro la presenza nel mondo dell’uomo, ritenuto colpevole dei mali che affliggono il pianeta – concepito come Gaia, un “essere vivente” – nonché di un presunto imbruttimento, è una forma di gnosi, nonché evidente falsificazione della realtà del Peccato originale.

Né è da meno l’animalismo, che, eliminando le differenze tra uomo e animale, non fa altro che ridurre l’essere umano non eletto ad uno stato animalesco, o, persino inferiore alle bestie. O, dall’altro lato, a ripristinare l’ideale unità indistinta di marca panteista, dove tutto è Dio.

L’elenco è lungo, e potrebbe continuare.

Ciò che però dovrebbe suscitare qualche riflessione, è il carattere gnostico che sembra aver assunto la nota vicenda del COVID-19: non solo i corpi bruciati senza riti religiosi, le fosse comuni, l’isolamento e spesso l’abbandono degli ammalati o di presunti tali, ma soprattutto la dinamica dogmatica del “distanziamento”, con tanto di mascherine, guanti, plexiglas. Fino al punto che, contro ogni logica, marito e moglie sono impossibilitati a viaggiare insieme in auto.

Se ci soffermiamo a pensare, infatti, per la prima volta nella storia dell’umanità, su scala globale, si mette sotto accusa la corporalità, e si bandisce ogni contatto fisico.

L’uomo è posto sotto una teca di plastica, impossibilitato – vuoi per norme, vuoi perché terrorizzato dalla campagna mediatica – ad abbracciare, a toccare, a baciare, a stringersi la mano.

E’ uno scenario unico sulla cui possibile tentazione gnostica vale la pena interrogarsi. Anche alla luce della constatazione che lo Scientismo è Gnosi, come molti Autori hanno ben rilevato. Ed è proprio da quello Scientismo dominante, tanto da reggere oggi le sorti del pianeta e alle cui decisioni si piegano governi e popoli, che provengono queste “soluzioni”.

Una casta di eletti – ma non eletti – espressione di un potere tecnocratico senza alcuna garanzia di natura etica o controllo popolare, assume di fatto enormi poteri decisionali in virtù di una presunta conoscenza ritenuta di rango superiore che libererebbe l’umanità dalle menzogne, dalle credenze, dalle fake news. In virtù, appunto, di una forma di Gnosi, un “sapere che sa”.

Chi è illuminato non ascolta più, perché ha già visto” sintetizza Sameck Ludovici, stigmatizzando l’atteggiamento gnostico di presunzione, di illusione di possedere la conoscenza, di chiusura alla Realtà e alla Verità.

E dovrebbe far riflettere anche l’esultanza di taluni verso un “ritorno della natura libera ed incontaminata” (dall’uomo), grazie alle chiusure disposte a causa del COVID.

Ma attenzione: non stiamo dicendo che tanti scienziati onesti, capaci, che fanno bene il proprio mestiere, abbiano artatamente ipotizzato tali “soluzioni”. Anche perché abbiamo visto la grandissima confusione che regna nel mondo scientifico.

Più semplicemente, venendo meno il ruolo katechontico della Politica, dello Ius, una forma mentis scientista e tecnocratica, presente in alcuni, o meglio nella formazione di alcuni, è dilagata, anche grazie ai mezzi di comunicazione di massa, lasciando libero sfogo alla tentazione gnostica.

Da questi “iniziati”, proviene così un attacco alla realtà corporea considerata mera entità biologica. Aggregato di cellule. Fonte del male e di contagio. E non, invece, tempio dello Spirito. Non più il corpo aristotelico, di cui l’anima è la forma.

Non più l’Uomo nel suo complesso, capace di conoscere ed amare il Buono, il Bello, il Giusto.

Capace di vivere la propria naturale socialità a contatto con gli altri. Un contatto sia morale che fisico, sia spirituale che corporeo, sia sentimentale che sessuale.

Un uomo completo, appunto. (Cfr. Benedetto XVI, Enciclica “Deus Caritas est”)[1]

Che oggi invece si scontra con un rovesciamento del divino “noli me tangere”, “non mi toccare!”. Solo Dio, a fin di bene, può dare quel comando di “distanziamento”. O l’uomo che crede di essere Dio. Lo gnostico, appunto.

Dimenticando però che il vero Dio, che si era fatto vero Uomo, comanda di mettere il dito nel segno dei chiodi e nella ferita del costato. Che quel vero Dio fonda tutto sulla Sua Incarnazione, santificando così la Carne, e sulla Resurrezione del Corpo. Ed è sempre presente, grazie proprio al Suo Corpo e al Suo Sangue.

Quello che è stato infatti impedito di ricevere.

Ma qui emerge l’errore spiritualista, quella forma di Gnosi – opposta ma speculare a quella pelagiana – che fa coincidere la Salvezza con un percorso intimo, personale, domestico, a prescindere dalla Realtà della Carne, e, in ambito cattolico, dei Sacramenti.

Errore grave, denunciato, tra l’altro, dalla recente lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, “Placuit Deo”, del marzo 2018.

Intanto, la Gnosi prosegue la sua battaglia.

 

[1] “(…) Non sono né lo spirito né il corpo da soli ad amare: è l’uomo, la persona, che ama come creatura unitaria, di cui fanno parte corpo e anima” (…) “In realtà, ci troviamo di fronte ad una degradazione del corpo umano, che non è più integrato nel tutto della libertà della nostra esistenza, non è più espressione viva della totalità del nostro essere, ma viene come respinto nel campo puramente biologico. L’apparente esaltazione del corpo può ben presto convertirsi in odio verso la corporeità (…).

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7 commenti

  • Fabio ha detto:

    Splendido

  • stefano raimondo ha detto:

    È sempre una buona cosa citare Carl Schmitt.

  • laura cadenasso ha detto:

    Di una chiarezza impressionante. Queste parole hanno reso consapevole la mia mente ed il mio corpo. GRAZIE caro avvocato, GRAZIE

  • laura cadenasso ha detto:

    Di una chiarezza impressionante. Queste parole hanno reso consapevole la mia mente ed il mio corpo GRAZIE

  • carlone ha detto:

    Sembra che stando così le cose sarebbe sufficiente sopperire alla chiusura delle chiese , installando all esterno dei distributori automatici di sacramenti.
    Ma anche così sarebbe insufficiente.
    È necessario colui che li amministra e coloro i quali vengono amministrati , e che entrambi abbiano già nella carne la Vita che Vivifica.
    Se la Chiesa è la comunità dei credenti , e la comunità è di per sé quasi un sacramento , lo è per la Sua presenza reale , resa possibile dalla atto di fede del primo apostolo che ha permesso alla Rivelazione di essere costantemente presente nella storia fino ai nostri giorni , rendendo possibile a molti l ascolto alla convocazione.
    L indisponibilità dei sacramenti non revoca la Presenza , ma ne affievolisce la Voce.

  • Enrico ha detto:

    Egregio avvocato, la Sua impegnativa riflessione ha indotto me a riflettere sulla mente e sul corpo. Ecco già una prima domanda: “riflettere” è un atto esclusivo della mente o dipende anche dal corpo? Ossia: l’uomo, che è costituito da una mente e da un corpo, può usare della mente lasciando il corpo in disparte? Mi viene da rispondere: no, poiché l’essere umano è, per così dire, due in uno: la mente e il corpo costituiscono un unico essere: la mente è mente, il corpo è corpo, e tuttavia tale distinzione non implica separazione. Infatti un corpo senza mente è un corpo morto, mentre una mente senza corpo è un’astrazione. Se è così, ciò significa che non esiste riflessione (pensiero) che possa dirsi indipendente dal corpo. E, ancor più profondamente, non esiste atteggiamento o azione corporea che non sia influenzata dalla mente.
    Si dice che l’uomo è ciò che pensa, e agendo come pensa finisce per pensare come agisce. Se ciò è vero, la domanda se il “primato” spetti alla mente (al pensare) o al corpo (all’agire) perde di significato, da ciò seguendone che mente e corpo, ovvero pensiero e azione, ancora una volta, sono sì distinti ma inseparabili.
    Queste modeste considerazioni mi inducono ad affermare come lo gnostico spurio, atteggiandosi a spiritualista e per di più illuminato, sia completamente fuori strada. Egli pensa (usando la mente!) che lo spirito sia indipendente dal corpo, con ciò rinnegando la sua condizione di essere umano, che invece è, per così dire, la base di lancio verso il Regno Celeste nel quale, alla fine, si dimorerà (avendolo meritato) con il corpo di gloria secondo quanto insegna la nostra Santa Religione Cattolica.
    Ma ecco che qui sorge la questione della differenza fra fede e conoscenza (gnosi), poiché mentre l’uomo di fede non vede, bensì avanza nell’oscura luce della fede stessa, lo gnostico spurio vede, o, meglio, crede di vedere, ossia di conoscere. In fondo anche lo gnostico spurio ha una sua fede, posto che prima ancora di vedere pensa (giacché il suo punto di partenza non può essere che il pensare che quel pensa sia vero!) che la sua strada sia quella della gnosi, della spiritualità pura, avulsa da qualsiasi contaminazione corporea. Sennonché, e qui mi rifaccio a quanto osservato sopra, non può esistere pensiero senza corpo e corpo senza pensiero, ciò che rende lo gnostico spurio un vero e proprio illuso, per di più non di rado spocchioso nei confronti di quelli che considera dei comuni mortali.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Grazie, Gentile Avvocato.

    E come risolviamo il problema, che poi è la cosa che ci interessa di più?…
    Possiamo farlo con lo “spiritualismo storico” pensato da Pier Luigi Zampetti, in alternativa al “materialismo storico” marxista:

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/i-maestri-2/pier-luigi-zampetti/