VAX FLU E VIRUS. U.S.A., DENUNCIA: AUMENTA IL RISCHIO DEL 36%.

28 Aprile 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ci permettiamo un off topic dai temi soliti. Il presidente della Regione Lazio, Zingaretti, quello stesso che andava a bere l’aperitivo a Milano, si è contagiato con il Covid 19 e nel frattempo ha la Finanza alla Regione per uno strano affare di 15 milioni di euro di mascherine commissionate a una ditta di elettricità e mai arrivate, sembra abbia firmato un’ordinanza per la vaccinazione obbligatoria anti-influenzale di medici e persone oltre i 65 anni di età nell’autunno prossimo. A parte il fatto che ho il sospetto che siamo di fronte a qualcosa di anti-costituzionale: nessuno può essere “obbligato” a una qualsiasi forma di cura medica, se non vuole, restano due problemi. Il primo, è quello dell’efficacia della vaccinazione antinfluenzale, visto che i virus influenzali cambiano; secondo, che esistono studi medici secondo cui la vaccinazione antiinfluenzale aumenta il rischio di essere attaccati da altri virus. E questo è certamente da tenere in considerazione. Ora, vista la potenza delle grandi aziende produttrici di vaccini, e la debolezza politica di coloro che ci rappresentano, c’è da chiedersi se non corriamo il rischio reale di essere fregati una seconda volta da Zingaretti, che è anche segretario del PD, il partito guida del governo, dopo l’iniziale sottovalutazione del problema e tutto ciò che ne è seguito, morti compresi.

A conferma di quanto esposto qui sopra, vi presentiamo i risultati di uno studio del Ministero della Difesa USA. Chissà se al Ministero della Salute l’hanno letto…

Uno studio compiuto dal Departement of Defense degli Stati Uniti dimostra che la somministrazione di  vaccino antinfluenzale aumenta il rischio di contrarre il coronavirus di un 36%. Il dott. Benjamin Krause ha divulgato sul suo sito la notizia della ricerca compiuta specialmente sui veterani e afferma che “Un recente studio militare mostra che il personale militare valutato che ha ricevuto il vaccino antinfluenzale aveva un  36% di maggior rischio di coronavirus”.

“Esaminando i virus non influenzali in modo specifico, le probabilità sia del coronavirus che del metapneumovirus umano negli individui vaccinati erano significativamente più alte se confrontate con quelle degli individui non vaccinati (OR = 1,36 e 1,51, rispettivamente) (Tabella 5)”.

Il vaccino antinfluenzale studiato ha dimostrato vari benefici nella prevenzione dell’influenza –  alcuni ceppi hanno mostrato un beneficio significativo, mentre altri no.

Lo studio è intitolato “Vaccinazione antinfluenzale e interferenza del virus respiratorio tra il personale del Dipartimento della Difesa durante la stagione influenzale 2017-2018, il rapporto sullo studio affronta i fenomeni di interferenza”.

Lo studio evidenzia il valore della capacità del corpo umano di combattere i virus. A quanto pare, contraendo l’influenza, il corpo naturalmente “può ridurre il rischio di virus respiratori non infettivi…”.

A causa dell'”interferenza” del vaccino antinfluenzale con il processo biologico naturale, ci può essere un aumento del rischio di contrarre virus non influenzali:

“Mentre la vaccinazione antinfluenzale offre una protezione contro l’influenza, l’infezione influenzale naturale può ridurre il rischio di contrarre virus respiratori non infettivi fornendo un’immunità temporanea e non specifica contro questi virus. D’altra parte, studi pubblicati di recente hanno descritto il fenomeno dell’interferenza del virus associato al vaccino; cioè, gli individui vaccinati possono essere a maggior rischio di contrarre altri virus respiratori perché non ricevono l’immunità non specifica associata all’infezione naturale”.

Dice il dott. Krause: “Ho iniziato a scavare su questo argomento su consiglio del Dipartimento degli Affari dei Veterani (VA) due settimane fa, quando ho notato che il consiglio principale dell’agenzia sul coronavirus era di ‘fare un vaccino antinfluenzale’.

Questo consiglio mi è sembrato un po’ troppo semplicistico quando è stato dato a una popolazione di veterani in gran parte anziani con disabilità significative, storie di vaccini ed esposizioni a vari agenti patogeni in tutto il mondo. Dopo averne scritto, un lettore ha inviato un’e-mail citando questo studio su PubMed. In seguito mi è stata fornita una copia dello studio completo e l’ho esaminato con un esperto per verificare le mie conclusioni sulla base delle informazioni contenute in quel rapporto. Ora, il feedback che ho ricevuto e che ha davvero attirato la mia attenzione era principalmente in una domanda: L’aumento del rischio di coronavirus e di altri agenti patogeni vale il beneficio del vaccino antinfluenzale basato su questo studio, come descritto nella tabella 5? La colonna su cui concentrarsi è “OR” nella Tabella 5. Il coronavirus è 1,36, il che significa un rischio maggiore del 36%. Il virus dell’influenza in generale è 0,57, il che significa che il rischio di contrarre l’influenza è stato complessivamente ridotto. Tre varianti di influenza non hanno ricevuto una riduzione statisticamente significativa del rischio. Tre delle 8 valutazioni hanno rilevato un beneficio statisticamente insignificante per il vaccino antinfluenzale. Nel frattempo, il rischio di contrarre il coronavirus è aumentato del 36%. Scommetterei un dollaro che quest’anno, molti americani probabilmente penseranno molto se prendere il vaccino dopo queste informazioni”.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Vaccine January 2020, è stato condotto dal Armed Forces Health Surveillance Branch Air Force SatelliteWright-Patterson AFB, OH.

Preso nel suo senso letterale, lo studio indica che le persone che ricevono il vaccino antinfluenzale sono a maggior rischio per il coronavirus pre-COVID-19. Come i veterani, gli attuali membri in servizio, gli insegnanti delle scuole e i professionisti del settore medico, la popolazione dello studio consisteva di una popolazione con una storia di vaccinazione pesante.

“Il Department of Defense (DoD) fornisce una popolazione unica per gli studi di vaccinazione, poiché la vaccinazione obbligatoria contro l’influenza è richiesta dal DoD per tutto il personale del servizio attivo e della componente di riserva. Questo studio mira ad esaminare la relazione tra virus respiratori specifici e la vaccinazione contro l’influenza. Il protocollo per questo studio è stato rivisto e approvato dall’Air Force Research Laboratory Institutional Review Board”.

Per chi fosse interessato, i dati dello studio provengono dal Department of Defense Global Respiratory Pathogen Surveillance Program (DoDGRS) è un programma a livello DoD istituito dal Global Emerging Infections Surveillance and Response System (GEIS).

Gli individui inclusi nello studio hanno fornito campioni respiratori al DoDGRS per la stagione influenzale 2017-2018. Gli individui che erano malati prima di ricevere il vaccino antinfluenzale sono stati esclusi dallo studio:

AGGIORNAMENTO 3/19/2020: Secondo l’ufficiale medico capo per l’Inghilterra, citato dall’editore dei media Mirror, i britannici che hanno ricevuto il vaccino antinfluenzale per questa stagione influenzale sono stati ammoniti ad autoisolarsi per 12 settimane, in quanto rientrano nella categoria “ad alto rischio” del governo.

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E, infine, due ultime cosette. La prima è la fotografia della “ditta” a cui la Regione Lazio aveva commissionato un milione o giù di lì di mascherine…affare che sappiamo come è andato a finire. Ma vi sembra possibile? E noi dovremmo mettere la nostra salute in mano a gente che si fa turlupinare così?

***

E la seconda: sviluppi molto interessanti sulla cura contro il Covid 19, che naturalmente – la lobby dei vaccini è fortissima, al Ministero della Salute, all’OMS e nei grandi giornali li trovate in questo collegamento

 




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12 commenti

  • Luigi Bonini ha detto:

    Mi dispiace dover contraddire il dott. Tosatti su questo tema ma non esistono prove che associano il vaccino antinfluenzale al nuovo coronavirus SARS-CoV-2.
    Infatti lo studio citato (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0264410X19313647?via%3Dihub) non dimostra nulla a questo riguardo per diversi motivi:
    1) É uno studio caso-controllo, quindi osservazionale, non uno studio randomizzato, per cui non può dimostrare una casualità, ma semmai indirizzare verso una possibile associazione (che resta tutta da dimostrare)
    2) Lo stesso studio riporta: “Study limitations include the assumption of a causal relationship between influenza vaccination and respiratory viruses. Perhaps there were other factors influencing rates of respiratory illnesses” e “The overall results of the study showed little to no evidence supporting the association of virus interference and influenza vaccination. Individual respiratory virus results were mixed, and some rebutted virus interference.”
    3) il 36% é ľodds ratio, quindi il rischio sarebbe semmai del 7,6%
    4) Il coronavirus citato non è lo stesso ceppo dell’attuale coronavirus (esistono 7 ceppi diversi di coronavirus)

    • Marco Tosatti ha detto:

      Lo studio, fatto prima che emergesse il Covid 19, parla all’interferenza dei vaccini antinfluenzali in generale sui virus. E mi sembra che randomizzato o no, il campione sia sufficientemente ampio se non altro per ispirare un principio di precauzione. Come, se non sbagli in effetti è stato fatto in Gran Bretagna. Fra l’altro, mi sembra che a Bergamo si sia parlato di un problema del genere.

  • Corrado ha detto:

    Mio personale caso che certamente può non essere generalizzato: da quando ne ho memoria, ogni anno mi beccavo l’influenza, a volte comlicata da otiti; ebbene dalla seconda vaccinazione antinfluenzale passo indenne tutti gli inverni e sono ormai dieci; non ho ancora preso la covid19 (tocco ferro, ovvio).
    ma mi chiedo, come fanno rilevare le statistiche, se la coronavirus è ancora in atto?

    • Marco Tosatti ha detto:

      Non è riferito esplicitamente al Coronavirus. L’analisi è di un anno fa, su altri virus. Sui vax flu: temo che dipenda dai ceppi, che variano…avevo in famiglia persone che lo facevano, e a dispetto di ciò capitava che prendessero l’influenza.

  • deutero.amedeo ha detto:

    Occhio ai numeri, sono pericolosi. Soprattutto occhio alle medie e alle percentuali come bene insegna Trilussa.

    LA STATISTICA

    Sai ched’è la statistica? E’ ‘na cosa
    che serve pe’ fa’ un conto in generale
    de la gente che nasce, che sta male,
    che more, che va in carcere e che sposa.

    Ma pe’ me la statistica curiosa
    è dove c’entra la percentuale,
    pe’ via che, lì, la media è sempre eguale
    puro co’ a persona bisognosa.

    Me spiego, da li conti che se fanno
    seconno le statistiche d’adesso
    risurta che te tocca un pollo all’anno:

    e, se nun entra ne le spese tue,
    t’entra ne la statistica lo stesso
    perchè c’è un antro che ne magna due.

    • VITMARR ha detto:

      In USA Trilussa non lo conoscono ma per sbagliare meno usano sempre il chi-quadro.

      • deutero.amedeo ha detto:

        Hai detto bene : per sbagliare meno. La gente non lo sa, ma la statistica è uno dei capitoli più difficili della matematica.
        Ad esempio l’età media dei morti per coronavirus non dice nulla sulla reale distribuzione per età dei deceduti. Sarebbe forse più interessante parlare di mediana (l’età al di sopra della quale si colloca il 50% dei decessi) . Ma tant’è : i numeri fan sempre effetto.
        Dire ad esempio che l’età media è di 80 anni può significare che su 2 morti, 2 hanno 80 anni , uno ne ha 90 e l’altro ne ha 70, uno ne ha 99 e l’altro ne ha 61. La media è uguale in tutti e tre i casi, ma la realtà è diversa.

  • Marco Matteucci ha detto:

    VIRUS CREATI NEI LABORATORI E SPARSI NELL’ARIA ATTACCHERANNO BRONCHI, POLMONI E SISTEMA IMMUNITARIO…

    SE VUOI LEGGERE TUTTO:
    https://reginadelcielo.wordpress.com/2020/04/28/virus-creati-nei-laboratori-e-sparsi-nellaria-attaccheranno-bronchi-polmoni-e-sistema-immunitario/

  • Adriana ha detto:

    Bravo Tosatti !!!!

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    CLOROCHINA CONTRO CORONACHINA19

  • stefano ha detto:

    manca il link
    E la seconda: sviluppi molto interessanti sulla cura contro il Covid 19, che naturalmente – la lobby dei vaccini è fortissima, al Ministero della Salute, all’OMS e nei grandi giornali li trovate in questo collegamento.