LAPORTA: SI ATTENDE DI NUOVO UN UOMO DELLA PROVVIDENZA?

19 Aprile 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il generale Piero Laporta continua la sua riflessione sul Covid 19, la crisi mondiale e le sue ricadute in Italia. Una riflessione estremamente lucida e interessante, che illumina prospettive e scenari tutt’altro che rassicuranti. E ci permettiamo di offrire qui uno spunto di riflessione ulteriore. E cioè che la prima vittima illustre, nel nostro sventurato Paese, della pandemia di Covid 19, è stata la Repubblica, la democrazia parlamentare  nata dalla Costituzione repubblicana e che ci ha accompagnato in tutti questi anni. Nel momento in cui il Parlamento viene di fatto esautorato, e gli viene impedito di votare e di indirizzare il Governo su questioni internazionali che obbligheranno il Paese per il futuro, muore la democrazia che abbiamo vissuto. E muoiono i diritti dei cittadini. Buona lettura.

§§§

La guerra nella quale siamo immersi non risponde ai nostri stereotipi cinetelevisivi: né cannoni, né bombe. Tutta l’area del G20, salvo la Turchia per libera e scellerata decisione del dittatore Recep Tayyip Erdogan, non conosce la guerra dal 1945.

Il G20, il mondo industrializzato, rifiuta la guerra in casa propria. La guerra militare destabilizza l’area investita; essa quindi non può e non deve interessare il mondo industrializzato. La destabilizzazione può persino armare le classi sottomesse, fornendo quindi loro la possibilità di ribellarsi. La lezione ricevuta dalla Rivoluzione di Ottobre è stata appresa e messa a frutto.

Si può tuttavia portare la guerra militare fuori dai confini del G20. Essa ha obiettivi politico territoriali definiti. Erdogan vuole la fascia della Siria dal Mediterraneo fino all’estremo confine opposto. George Bush, padre e figlio, poi Bill Clinton smembrarono l’ex Jugoslavia, ponendo le nuove entità statali sotto l’influenza tedesca, come esattamente si proponeva Adolf Hitler.

Fallita la prima guerra in Iraq, nel 1991, da parte di George Bush padre che non riuscì ad imporre il suo controllo su Saddam Hussein, il figlio nel 2003 scatenò una guerra per conquistare l’Iraq; un totale fallimento militare, politico e disastrosamente economico.

La guerra militare si propone sempre (sovente invano) la massima rapidità, perché è costosa e logora sia il vinto che il vincitore. Essa procura lutti e distruzioni, sacrificando innumerevoli vite di giovani; i suoi nefasti sono immediatamente palpabili e, come si è detto, mette le armi nelle mani del popolo che potrebbe rivolgerle contro il potere.

Tutt’altra cosa è la guerra economica.

Non ha obiettivi percepibili dalla massa. È assoggettabile alla disinformazione di prezzolati “esperti”, “professori” e “giornalisti”. I costi, impossibili da computare mentre è in corso, si palesano quand’è conclusa, com’è accaduto alla Grecia. Non ha bisogno di sacrificare giovani vite; non necessita di armi né di violenza, apparentemente.

In realtà la violenza economica è solo più impalpabile ma non meno cruenta di quella militare: schiavismo, sfruttamento, disoccupazione, fallimenti, espropri, suicidi, droga, aborto, sterilizzazioni forzate, alcolismo, ebetismo, conflitti sociali, deportazioni di massa. In questo modo si spalmano milioni di vite sofferenti, di esistenze distrutte, su una quantità di eventi diversi e non immediatamente correlabili.

La guerra economica è tecnocratica. Le intelligenze artificiali sostituiscono portaerei e missili; la finanza internazionale fa a meno degli stati maggiori, a meno che…

Le menti che governano questa guerra sono finissime e spietate, non possono tuttavia prevedere tutto; i macro scenari possono sconvolgersi per un dettaglio imprevisto. In tal caso interviene la forza. Si ricatta il banchiere che non accetta il gioco e lo si distrugge moralmente e fisicamente; si uccide lo statista dissenziente; si incendia un continente se i suoi governanti esitano; si scatenano guerre per terrorizzare la gente e spingerla dove si vuole; si costituiscono reti internazionali di negrieri, ripagati dai complici nei porti di sbarco col denaro guadagnato sulla pelle dei deportati.

La guerra economica non ama la luce. Non udirete mai alcun politico collaborazionista evocarla. Non di meno l’opinione pubblica percepisce sempre più nettamente la sua presenza – come fosse un gas tossico, inodore e insapore – mentre ti toglie le forze. Oggi, di fronte al virus – non importa se naturale o artificiale – cadono le maschere dei nemici e la servile disinformazione rozzamente si manifesta ovunque il Potere pone le mani. Non tutto però scorre secondo le previsioni.

La ragione è almeno duplice.

Un tempo accedevano ai governi brillanti politici o oppure brillanti generali. Quand’era necessario, si lasciavano le poltrone a imbecilli senza spina dorsale ubbidienti agli ordini dei brillanti burattinai.

Oggi il gioco politico è più sofisticato. Finché è possibile, puoi mettere un imbecille incompetente al vertice di un dicastero economico, per teleguidarlo col cellulare mentre partecipa a riunioni internazionali di cui non capisce assolutamente nulla. Prima o poi tuttavia sono necessari tecnocrati di alta scuola che spingono più in là i politici diprofessione.

Politica, finanza e speculazione sono un unico sistema; a giochi fatti tuttavia il politico diventa superfluo, come d’altronde la democrazia. Fin quando è possibile la finanza non si cura della coloritura di partito del politico bensì del suo spirito di obbedienza, avvalendosene finché è utile.

È stato fatto così da almeno quaranta anni in Italia, in Grecia, in Spagna, in Francia, in Germania. Noi italiani siamo tuttavia diventati un paradosso persino divertente.

Non importa se il virus sia naturale o artificiale: esso svela – si osservi l’Italia – la totale assenza di guide politiche affidabili in un momento di acutissima crisi. Siamo sull’orlo della rivolta, se mancherà il latte per i bambini e un piatto di maccheroni per i genitori. I politici infingardi sanno che la crisi, spinta alle sue estreme conseguenze, porta in casa la violenza. Quanto avvenne in Grecia è nulla rispetto a quanto potrebbe accadere in Italia.

Ecco perché. come abbiamo scritto concludendo la scorsa puntata, è nuovamente alle viste l’uomo della Provvidenza, nel 2020, dopo un secolo, esattamente nel solco del 1920.

Sarà sufficiente? Non è affatto detto. Occorrerà un diversivo. Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere quale sarà. Possiamo tuttavia guardarci indietro per comprendere quali mosse possa fare il nemico. Ricordiamo la regola fondamentale: risorse e consenso, sono le leve e gli obiettivi del Potere. Le risorse le hanno portate via, ancora una volta. Lo fecero nel 1992-1994. L’hanno rifatto nel 2011. Lo hanno appena ripetuto, col consenso di tanti e nonostante il dissenso disordinato di taluni.

Ora occorre che mantengano il consenso e distraggano i derubati fino a farne loro sostenitori.

(3- continua)  

Piero Laporta

www.pierolaporta.it

§§§

 

 




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25 commenti

  • VITMARR ha detto:

    Situazione analoga al 2020? Assolutamente no . Ora, coloro che dirigono la danza sono menti sopraffine che prevedono tutto con largo anticipo e vi provvedono nei giusti tempi . Un esempio è dato dal nostro Grillo di cui alcuni hanno predicaoi essere nel famoso Britannia , consesso di menti guida dell’economia nell’ottica di un di governo mondiale. Tutti a dire che ci fa un comico tra costroro, poi si è visto che al momento opportuno il comico, programmato ad essere leader di un finto movimento alternativo, al momento opportuno è intervenuto per eliminare un governo non gradito.

  • Sergio ha detto:

    Chiedo scusa a tutti, ma sento il dovere di dire questo che segue. Mi stavo apprestando a commentare questo articolo, ma mia moglie mi ha avvertito di una protesta pacifica della gente a Torino trasmesso su un video da una persona di Albenga. Il video è stato rimosso dalla censura. Se fosse vero, sarebbe gravissimo. Santa Domenica della Divina Misericordia.

  • miserere mei ha detto:

    Il Prof. Tremonti per spiegare la situazione propose l’esempio del mostro dei videogiochi: lo combatti, lo vinci, ma ne esce subito un altro peggiore del precedente e così via…

    Il mondo d’oggi è molto differente da quello vissuto da noi stessi soltanto vent’anni or sono. Avevamo la lira e non c’è più. Avevamo una sovranità nazionale e l’abbiamo persa con il pareggio di bilancio in costituzione e il fiscal compact, in attesa del MES. Avevamo dei governi, più o meno votati da noi, mentre da un decennio il voto è sostanzialmente inutile o inutilizzabile. Avevamo un tessuto produttivo e la proprietà delle aziende, oggi in larga parte acquistate da stranieri, mentre la globalizzazione ha chiamato la delocalizzazione.

    Almeno dal 2000 (ma anche già prima) i buchi marchiani provocati dalla finanziarizzazione vengono coperti da chi non li ha creati: o con guerre, o attingendo al bilancio degli Stati (crisi 2008), o facendo stampare denaro dalle banche centrali (dal 2011) e in prospettiva attingendo direttamente ai conti correnti (dal 2016 il bail in) o alle proprietà (la patrimoniale incombe).

    La triade (politica/finanza/speculazione) ha visto la politica sempre più al servizio della finanza e ora che la finanza dei derivati si è sganciata dagli Stati, ma si è legata alla tecnologia, Bill Gates conta sicuramente più di una nazione con il PIL dell’Italia. La finanza dei derivati è tanto più deregolamentata e tecnologica (anticipando gli eventi tramite modelli matematici) quanto più spregiudicata (scommettendo su eventi che è in grado di provocare). Così anche la finanza classica è ormai succube della speculazione.

    Nella triade a diventare sempre più inutile è la politica e la democrazia è solo il simulacro necessario a convogliare il consenso in modo che le leggi continuino a legittimare lo status quo. Il quale status quo è quanto di più cangiante si possa immaginare per chi ancora ragiona come se fossimo vent’anni indietro. Globalizzazione, finanziarizzazione, cartolarizzazione, dematerializzazione e speculazione mercatista sono parole ancora poco praticate nei loro significati disumani: il consenso ne fa l’apolegetica.

  • Nicola Buono ha detto:

    Due considerazioni. Il Parlamento ed i diritti dei cittadini e quindi la Democrazia, non sono stati esautorati da oggi con la scusa del corona virus ma da che ci siamo volontariamente andati a cacciare nella UE dove abbiamo fatto CESSIONE DI SOVRANITÀ ( che ci piaccia o meno) e dove , volenti o nolenti, comanda la Germania con i suoi vari alleati di turno ( una volta la Francia, una volta l’Olanda ecc) e noi siamo il vaso di coccio. Seconda considerazione. Non è vero che terminata la seconda guerra mondiale in Europa non ci siano più state guerre. Perché ne è cominciata una più sanguinosa che ha fatto finora più vittime della seconda guerra mondiale. È la guerra che è cominciata da che sono stati approvati in Europa dai vari Parlamenti e popoli, l’aborto e la contraccezione abortiva di ogni ordine e genere. Altro che storie. Questa è una finta pace che adesso sta portando in Europa il “diritto” all’eutanasia.

  • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

    Mi scusi, generale, ma mi pare che questo suo articolo sia sostanzialmente identico a quello del 14 aprile. O sbaglio?

    • Marco Tosatti ha detto:

      Errore mio! Il generale mi aveva mandata una prima versione, che avevo sollecitamente impaginato, e che era stata successivamente sostituita. Mi ero scordato – sono giorni piuttosto intensi – della questione, e stamattina ho pubblicato la prima versione. Che è comunque interessante.

      • PIERO LAPORTA ha detto:

        In realtà sono io che bombardo il paziente Marco on versioni novellate, sapete come fanno i generali a una certa età… e Marco non ha potuto fare molto per rimediare alla mia confusione. Prego lei e gli altri lettori di “stare sulla terza puntata” e considerare la quarta un richiamo. La storia del giornalismo e dell’Italia non saranno sconvolte. Grazie.

  • Sconsolata ha detto:

    Uno sguardo accorto riesce a cogliere la miopia di governanti che meglio sarebbe definire dilettanti allo sbaraglio, l’insensatezza di ricette socio-economiche che hanno già smascherato l’incapacità dei proponenti e le conseguenze nefaste di una “guerra” giocata sul terreno dell’economia. Mi si passi il termine “giocata”, non trovandone uno più adatto ad indicare l’avventatezza e l’irresponsabilità di politici che scaricano e affidano ogni decisione ad un complesso elefantiaco di consulenti, che si è dimostrato fin qui inconcludente e inefficace.
    L’emergenza covid-19, in Italia, fra le altre cose non ha fatto altro che evidenziare l’effetto del tradimento- in atto per la verità da prima dello scoppio della pandemia – del dettato costituzionale (art. 1) che sancisce la sovranità popolare esercitata attraverso il diritto di voto.
    Prima o poi si tornerà a votare; e quello sarà l’appuntamento con la verità allegramente negata da chi beneficia di un presunto consenso da parte di “derubati” (di vari utili) e ridotti – nell’opinione che si lascia passare – al rango di “sostenitori”.
    Anche se siamo costretti a star dietro quotidianamente a ricostruzioni, da parte di retroscenisti – sia pure con le cautele imposte dal caso – di manovre in corso che prefigurano ancora una volta la dilazione di un appuntamento previsto da ogni ordinamento democratico.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Conferisco sempre con estrema difficoltà la patente del genio come quella del fesso.
      Il governo e il Quirinale hanno avuto un’opportunità e l’hanno colta.
      Seguono un disegno per preciso e in continuità con quanto avviene dalla morte di Moro. Sottometterci.

  • Giuseppe Arnaboldi Riva ha detto:

    Grazie ancora Generale. Chi sara’ dunque l’uomo della provvidenza? Mi torna alla mente LA LEGGENDA DEL GRANDE INQUISITORE dei Karamazov. Sara’ dunque un filantropo che mettera’ al rogo Cristo (la FEDE e i fedeli). Ma prima occorrera’ generare il Caos (ORDO AB CAOS). Con quali strumenti? Sono ormai visibili. Nell’intervento precedente paventavo l’invasione islamica, non perche’ possiedo la sfera di cristallo, ma in quanto gia’ visibile e predisposta grazie alla assenza di un vero DIALOGO, e alla legittimazione acritica che domina le menti. Temo purtroppo che l’uomo filantropo della provvidenza emerga da questi triste scenario.

  • Marco Matteucci ha detto:

    In questo messaggio del 28 marzo 2020, Nostro Signore spiega a Edson Glauber perché ha permesso al male di causare tanta sofferenza all’umanità senza intervenire per difenderla.

    https://reginadelcielo.wordpress.com/

  • humilitas ha detto:

    Tossani dixit !replicare non audes !!

  • roth2 ha detto:

    ghttps://youtu.be/4hxB2KPCiRU

    Il generale Pappalardo potrebbe senza dubbio guidare il nostro esercito se Bergoglio dichiarasse guerra all’Italia e se venissimo attaccati dalle guardie svizzere vaticane Si veda anche questo video.

  • roth ha detto:

    Si , caro Laporta . L’uomo della Provvidenza è il suo collega generale Antonio Pappalardo. Vedere video allegato .

    https://youtu.be/zO5o–XnssE

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    come ho detto molte volte, Pier Luigi Zampetti esprimeva una visione ancora più panoramica della “big picture”:

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2019/12/03/un-appello-agli-economisti-luigino-bruni-e-leonardo-becchetti-signori-tornate-alla-ragione/ 

     “Che cos’è l’inflazione? È uno strumento per redistribuire i redditi e quindi per elevare i livelli di consumo che consentano l’assorbimento dei beni continuamente prodotti. Questo strumento viola gravemente i princìpi morali.

    …L’inflazione espropria in maniera illegittima i lavoratori di una parte della loro retribuzione, togliendo loro la libertà con cui provvedere a destinare i propri redditi. In questo caso la destinazione è sollecitata ad orientarsi verso i consumi, anziché verso gli investimenti od il risparmio.
    images (2)…Era proprio quello che il nuovo capitalismo voleva: ai cittadini i consumi, gli investimenti ai capitalisti privati o allo Stato. Al vecchio capitalismo, che si può denominare liberal-capitalismo, viene sostituito un nuovo capitalismo che potremo denominare capitalismo liberalsocialista, perché unisce alla proprietà e alla conduzione dei mezzi di produzione dei pochi la redistribuzione del reddito, attraverso l’intervento dello Stato, che riguarda l’intera collettività. Ma il discorso non si ferma qui. Il nuovo capitalismo ha avuto profonde ripercussioni di carattere etico. La redistribuzione del reddito, ottenuta in maniera meccanicistica attraverso esproprio invisibile, ha favorito la nascita del permissivismo che ci conduce ad affermare che la società dei consumi o società dell’inflazione è altresì una società altamente permissiva. Dove cioè nascono e si sviluppano i fenomeni aberranti della violenza, della droga, dell’erotismo, dell’aborto, della dissacrazione familiare, della criminalità economica e della criminalità organizzata. Il permissivismo è cioè una conseguenza del consumismo e dell’inflazione.

    …Perché è stata introdotta l’inflazione nella società? Per ridistribuire il reddito in modo da dare al maggior numero di persone il denaro da destinare all’acquisto di beni di consumo.

    Ma l’applicazione di questo principio, come ho già ricordato, ha precise e gravi conseguenze. Il reddito non è più percepito per il lavoro prestato, ma per il consumo da effettuare. Chi compie lavori inutili, chi non lavora, o lavora poco, è posto, in certa misura, sullo stesso piano di chi lavora o lavora molto.
    images (1)L’uomo viene disincentivato, scoraggiato… L’importante è che consumi, quali che siano gli oggetti consumati. Abbiamo in tal maniera una immagine negativa dell’uomo: non più l’uomo persona che è in grado di autodeterminarsi, ma l’uomo robot che compie scelte che altri hanno già deciso diverso tempo prima di lui, o, meglio, sostituendosi a lui… L’uomo è una macchina di consumo. Si diffondono costumi di vita sempre meno controllati, Il permissivismo si estende gradualmente all’intera società. E con il permissivismo non possono essere più controllati gli istinti deteriori dell’uomo”.
    (La Dottrina Sociale della Chiesa, Sanpaolo, 2003, estratti da pag. 23 e seguenti)”

    Non credo in Italia verrà l’uomo forte, non c’è più la cultura per questo. Ma non importa, il lavoro sporco dell’uomo forte, oggi lo fanno le “democratiche” istituzioni europee e sovranazionali onusiane,,, quelle che piacciono tanto in vaticano.

    Sì. è probabile che ci siano presto disordini sociali, per via della fame. Questo governo è unfit, quindi cadrà presto… poi vedremo gli sviluppi, a cura di quelli che si dicono tanto bravi…