PASQUA PROIBITA. L’ESEMPIO DEGLI USA. LE OPZIONI DIVERSE…

8 Aprile 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, nei giorni scorsi ho letto un dibattito molto interessante, via mail, fra un gruppo di amici, centrato sul grande tema che appassiona i cattolici in questi giorni; e cioè l’apertura o meno delle chiese, e la fruibilità dei sacramenti, in questo momento così difficile a causa dell’epidemia di Coronavirus. Un commento fra quelli che ho letto mi è sembrato particolarmente interessante e documentato. Il suo autore, con grande gentilezza, ne ha permesso la pubblicazione. Sono certo che lo troverete degno di riflessione. Buona lettura.

§§§

  1. Mia moglie ed io viviamo a Washington da più di 25 anni. Andiamo a Messa tutti i giorni e ci confessiamo il primo sabato di ogni mese. Non in questo periodo di coronavirus, però. Infatti, da oltre tre settimane, ci siamo chiusi in casa in quarantena volontaria.
  2. Quarantena volontaria perché’ la Sindaca qui nel Distretto Federale, dove ha sede la capitale Washington (da non confondere con lo stato di Washington sulla costa ovest ai confini col Canada), pur adottando il 30 marzo scorso un ordine di stare a casa al fine di contenere il contagio, non lo ha fatto alla maniera draconiana dell’Italia. Ad esempio, per quanto riguarda i luoghi di culto, l’ordine di stare a casa, seppure adottato da un’amministrazione espressione del partito Democratico (che, qui a Washington, ha una maggioranza “bulgara” e che in tutto il paese non si distingue certo per promozione della libertà di culto e religione) considera quale “movimento essenziale”, quindi permesso, la visita ad una chiesa od altro luogo di culto. E, infatti, le chiese sono ancora aperte per preghiere private o per la Confessione, a meno che i parroci non abbiano deciso di ascoltare le Confessioni in altri luoghi. (In alcuni angoli degli USA, i parroci si sono sbizzarriti di fronte al virus in nuove modalità di Confessione, talvolta dubbie, anche se dottrina e prassi della Chiesa, come giustamente precisato da Padre Bruno Esposito in un suo recentissimo scritto (http://www.padrebruno.com/senso-di-colpa-o-senso-del-peccato-esame-di-coscienza-o-dincoscienza/), non le rende certo necessarie).
  3. I vari stati dell’Unione (dove sono le autorità statali e locali ad avere competenza in tema di sanità) hanno adottato provvedimenti fra loro diversi sul contenimento del virus, anche in materia di libertà di culto. Ad esempio, nello stato del Texas, amministrato dai Repubblicani e storicamente ben più conservatore degli stati sulle coste e del Distretto Federale di Washington, l’ordine esecutivo del Governatore Abbott adottato il 31 marzo (https://gov.texas.gov/news/post/governor-abbott-issues-executive-order-implementing-essential-services-and-activities-protocols) non ha neanche avuto bisogno di precisare che i cittadini possono continuare ad andare in chiesa o in altri luoghi di culto (quindi libertà di movimento), dato che i servizi religiosi celebrati in chiese, congregazioni e luoghi di culto sono considerati in quest’ordine esecutivo “servizi essenziali”. Ne consegue che, volendo, si possono ancora celebrare pubblicamente Messe ed altri servizi religiosi. (Per avere un’idea della situazione variegata fra i vari stati dell’Unione, si può dare un’occhiata ad un articolo apparso sul sito della CNN (https://www.cnn.com/2020/04/02/us/stay-at-home-order-religious-exemptions-states-coronavirus/index.html), ovviamente poi da verificare come tutti gli articoli della CNN e di altre testate e siti, soprattutto in tema religioso).
  4. Nonostante questa latitudine concessa alla Chiesa ed alle comunità religiose, anche nel Texas e negli altri stati dell’Unione si è teso a procedere precauzionalmente nelle varie diocesi come qui a Washington, dove l’Arcivescovo Gregory, già il 14 marzo, aveva adottato un provvedimento di sospensione della celebrazione pubblica delle Messe, concedendo al contempo la dispensa dall’obbligo domenicale. Siamo di fronte a decisioni prudenti o invece a decisioni insensibili, da parte della gerarchia ecclesiastica, al bisogno dei fedeli di continuare a trovare forza e conforto nella pratica religiosa in chiesa, soprattutto nella consacrazione e ricezione del Pane della Vita, vero culmine della nostra vita di fede? E’ sempre difficile esprimere giudizi nel turbine degli eventi (a tutt’oggi non sappiamo abbastanza su contagio, letalità e ricorrenza del virus), ma sin d’ora possiamo chiederci se vi siano davvero alternative sensate alla sospensione delle funzioni religiose pubbliche e, se sì, quali potrebbero essere. Sarebbe davvero possibile, anche moltiplicando il numero delle Messe, mantenere le distanze fra i fedeli e non esporli a rischi di contagio? O si suppone che non ci possano essere comportamenti temerari in questo campo, nella fiducia che il Signore preserverà comunque il Suo gregge dalla malattia? E quando verrà consentita, non appena possibile, la ripresa delle celebrazioni pubbliche, verrà comunque estesa la dispensa dall’obbligo domenicale (sino a quando verrà ad essere disponibile un vaccino) almeno per tutte le categorie a forte rischio di contagio per età o per malattie concomitanti?
  5.   Non è certo questa la prima volta che la Chiesa affronta sfide simili. Non so se, nel corso della sua storia bimillenaria, fra guerre, pandemie ed altri flagelli, le celebrazioni pubbliche delle liturgie pasquali siano mai state sospese. Nel caso dell’influenza spagnola del 1918-1920 (quella che costò la vita anche a Francesco e Giacinta Marto, i due più giovani veggenti di Fatima), essendo arrivata in tre ondate che, a livello mondiale, non afflissero tutti i paesi al medesimo tempo, le celebrazioni pubbliche vennero vietate in vari periodi dell’anno liturgico, secondo le decisioni delle autorita’ pubbliche e/o di quelle ecclesiastiche. (Per gli USA, si vedano, ad esempio, questi articoli per un primo approccio: https://sspx.org/en/news-events/news/church-and-pandemics-then-and-now-56815, https://www.patheos.com/blogs/anxiousbench/2020/03/influenza-pandemic-1918-churches/, https://chrc-phila.org/influenza-pandemic-and-the-sisters/).
  6.   Anche in tempi precedenti, mi pare che sacerdoti d’indubbia ortodossia dottrinale e grande determinazione, quali San Carlo Borromeo per la peste di Milano del 1576 (si veda il libro IV della biografia del Giussano in https://archive.org/details/vitadiscarlobor01giusgoog/page/n8/mode/2up), e suo cugino, il Cardinal Federico Borromeo, per la peste di Milano del 1630 di manzoniana memoria (si veda il libro III della trattazione del Ripamonti in https://archive.org/details/lapestedimilanod00ripa/page/n5/mode/2up), unirono la virtu’ della fede a quella della prudenza nel decidere come procedere.
  7. Quindi, invochiamo la protezione della Madre di Dio e l’intercessione dei santi affinché’, anche in quest’occasione, le gerarchie ecclesiastiche perseguano il fine della salvezza delle anime nel modo più consono al disegno provvidenziale di Dio, utilizzando i beni di fede e ragione che Dio ci ha donato.

 ***

Il Dr. Maurizio Ragazzi, avvocato internazionalista prima presso gli uffici di New York, Los Angeles e Parigi di uno studio legale new-yorkese, poi presso un’organizzazione internazionale con sede a Washington, da alcuni anni si dedica integralmente ai suoi studi di diritto internazionale. Oltre a titoli in diritto, il Dr. Ragazzi ha anche titoli accademici in teologia e diritto canonico. La sua tesi dottorale ad Oxford, originariamente pubblicata in inglese dalla Oxford University Press, e’ stata poi tradotta e pubblicata in cinese. Il Dr. Ragazzi vive a Washington con la moglie, Dr. Grazia Mangano Ragazzi, la cui tesi dottorale presso l’Institut Catholique di Parigi sulla discrezione in Santa Caterina da Siena è stata pubblicata in italiano (con prefazione del Cardinal Caffarra) dalla Cantagalli, oltre che in inglese (Oxford University Press) e francese (Cerf).  

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6 commenti

  • Sconsolata ha detto:

    Non posso non notare nel titolo, dott. Tosatti, quell’aggettivo “proibita” alla Pasqua. Non per essere anch’io refrattaria alla “lezioncina” di evitare il ricorso all’aggettivazione – sono per natura alquanto indomita – posso qualificarlo come temerario???
    La Pasqua non è “proibita”, e non è rinviabile, stando alle disposizioni dei Decreti della Congregazione per il Culto e la Disciplina dei Sacramenti, ai link seguenti. Semplicemente: è “regolamentata” in base alle disposizioni dell’ “autorità civile ed ecclesiale”, per effetto del Covid-19.
    Quanto poi alla mancata presa in considerazione di proposte alternative alle decisioni adottate in Italia, e ribadite a chiare lettere dal presidente della CEI, nell’ultima intervista pure analizzata su SC, ritengo che il discrimine sia rappresentato dall’essere Bergoglio membro della Conferenza episcopale italiana, in quanto vescovo di Roma.
    I Decreti della Congregazione non possono non aver ottenuto il suo placet. Che poi nello Stato di cui è sovrano attui un’altra linea di comportamento – peraltro esaltata anche dalle trasmissioni televisive e in mondo visione delle funzioni da lui celebrate, che si continuano a definire “presiedute”; ma se è l’unico (ops!, stavo per scrivere un altro termine) celebrante! – è un altro paio di maniche. Sembra camminare molto bene con un piede in due scarpe… sempre…
    https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/03/25/0181/00409.html
    http://www.cultodivino.va/content/cultodivino/it/documenti/decreti-generali/decreti-generali/2020/decreto-triduo-pasquale-2020.html

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    “ma sin d’ora possiamo chiederci se vi siano davvero alternative sensate alla sospensione delle funzioni religiose pubbliche e, se sì, quali potrebbero essere.”

    certo, si tratta di essere ragionevoli e vedere come stanno andando le esperienze nei vari Paesi. Negli USA abbiamo capito che, in qualche posto, qualcosa abbiano fatto.

    Siamo ormai arrivati alla Settimana Santa, in Italia infuria la polemica su chiese aperte o no, e sulle Messe sine populo o cum populo, ancorché poco.

    Tutti i pasdaran della rivoluzione sono scatenati, e ancora non sappiamo assolutamente nulla su Spagna e Polonia, dove le Messe ci dovrebbero in qualche modo essere state, come ha riferito a suo tempo anche la NBQ…. cioè, dovremmo sapere cosa è accaduto là, avere riscontri, narrazioni, per poter fare un paragone, se un altro modo in Italia era possibile, in alternativa a quanto deliberato dalla CEI. Giusto per fare un ragionamento.

    Invece, silenzio di tomba. Nessuna notizia, su questo, da nessun media, dal 13 marzo scorso. Come è possibile?… Vige la censura?… Pare brutto andare a indagare? Mistero.

    Allora, c’è qualche lettore di SC dalla Spagna e dalla Polonia – ma pare ci sia qualcosa anche in Olanda – cue ci possa informare?….

  • gigione ha detto:

    Riposto qui quanto ho scritto ieri:
    Dato che quest’anno non potremmo assistere in chiesa alla S.Pasqua , anche se non sono un esperto, mi permetto di lanciare una proposta e cioè ricordando come per gli ebrei che non potevano arrivare in tempo a Gerusalemme per festeggiarla solennemente venne istituita la cosiddetta Piccola Pasqua che si svolgeva il 14 del successivo mese di Iyyar, che per noi quest’anno corrisponde al giorno di Venerdì 8 maggio. Potremmo festeggiarla per tale data che corrisponde alla festività del Rosario della Madonna di Pompei. Confido che chi è più addentro di me ai riti pasquali possa dare un parere e se la reputa valida proporla a chi di dovere.