SE IL GOVERNINO PARTORISCE UN MINCULPOP PICCINO PICCINO….

5 Aprile 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, è fresca la notizia della creazione – da parte del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella (PD) – di una task force destinata a combattere le “fakenews” che si diffondono in relazione al Coronavirus. Non si può non rilevare che la connotazione della commissione è pesantemente inquinata politicamente.

Ne fanno parte Riccardo Luna, editorialista di Repubblica, Francesco Piccinini, direttore di Fanpage e David Puente, “debunker” di Open. Insieme a loro figure più “tecniche”: il prof. Ruben Razzante (che cura un blog sull’Huffington Post), una professoressa universitaria, Luisa Verdoliva esperta in telecomunicazioni, Giovanni Zagni direttore di Pagella Politica, che ha lavorato all’Inkiesta e al Post, entrambi di area di sinistra,  il medico divulgatore Roberta Villa e la ricercatrice universitaria della Cà Foscari (stessa università dove si è laureato il sottosegretario Martella) Fabiana Zollo.

Scopo della commissione sarebbe quello di essere “Uno strumento per combattere la disinformazione che indebolisce lo sforzo di contenimento del contagio, un passaggio doveroso, a fronte della massiccia, crescente diffusione di disinformazione e fake news relative all’emergenza COVID-19“.

Ma è possibile affidare questo compito – che immediatamente odora di censura – a persone che tutto sono fuorché distaccate, imparziali, e dal blasone immacolato, come potete leggere in questo articolo?  

E cosa farà il minuscolo Ministero della Verità creato da Martella, quando si troverà davanti Giuseppe Conte che critica gli allarmismi, o il sindaco Sala che proclama che Milano non si ferma, o il virologo Burioni che in TV afferma che in Italia le possibilità di contagio “sono zero”? E sulle mascherine che dirà la Commissione? Era una fakenews che non servono, non c’è bisogno di metterle (perché non ce n’erano a disposizione, magari…) oppure è una fakenews che bisogna metterle anche in casa?

E la commissione che farà, si scioglierà subito dopo la fine dell’emergenza, o magari resterà in azione per altri scopi? Fra le due ipotesi – che sia una cosa totalmente inutile, o che sia l’inizio della realizzazione del sogno sempre accarezzato dalla sinistra di un bel MinCulPop rosso-rosa-arcobaleno – preferiamo la prima, ma temiamo che sia più realistica la seconda. Ma leggiamo Enrica Perucchietti, una collega molto attenta a tutto ciò che può mettere a repentaglio la libertà: quella comune, e quella di ciascuno di noi. Nel suo blog Enrica Perucchietti scrive così. 

§§§

I venti di censura spirano in modo “smart”, quasi a passo di danza, per mantere la coesione sociale che possiamo tradurre come il controllo del potere sull’opinione pubblica. Un’opinione pubblica terrorizzata e disorientata per la paura del contagio.

Dopo quello che si pensava fosse un invito isolato, Andrea Martella, esponente del Partito Democratico e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria, ad Agorà Rai Tre, ha ufficializzato la prossima istituzione di una task force sulle fake news:

“Stiamo istituendo proprio in queste ore una task force che chiameremo Unità per il monitoraggio contro la diffusione delle fake news. Si tratterà di un organismo molto snello, molto smart, collegato ai cittadini, che servirà per smontare e smascherare queste notizie false che possono determinare un danno alla nostra società, alla coesione sociale, vorrei dire anche alla qualità stessa della democrazia”. (leggi ansa)

La battaglia mainstream contro le fake news, sfruttando l’attuale emergenza sanitaria, sta portando alla costituzione di un Miniver orwelliano e sembra riproporre una nuova forma di Maccartismo 2.0: si tratta cioè di una articolata caccia alla streghe che ha come obiettivo la repressione del dissenso.

Essa strumentalizza il dilagare di bufale sul web per portare all’approvazione di una censura della Rete e più in generale dell’informazione alternativa, arrivando a ipotizzare l’introduzione di sanzioni, come dichiarato dallo stesso sottosegretario in un’intervista ad Articolo 21, come spiegavo qui. Apparentemente, per una “buona” causa: il contrasto dell’epidemia. Con tanto di inquisitori, novelli Torquemada dell’informazione.

Questa task force, come tutte le iniziative simili che seguiranno, ha come obiettivo non di garantire una informazione migliore, ma la creazione di un’informazione certificata: solo le notizie con il bollino saranno considerate tali. Tutte le altre potranno essere addirittura espulse dal web e con il pretesto delle fake news si potranno oscurare pagine social, siti e blog di pensatori scomodi, introducendo di fatto la censura.

E ricordate, si parte sempre dalla censura dei personaggi controversi, che tendono a polarizzare e a dividere, che difficilmente la collettività difenderà, per andare a salire e allargare il proprio raggio di azione.

Fino a dove?

Questo credo che dipenda anche da noi, da quanto amiamo la libertà e la libertà di espressione.

Il giornalismo continuerà a essere fondamentale per orientarci nel mare delle fonti e delle notizie che rischia quotidianamente di soverchiarci, ma dobbiamo essere noi ad affinare le nostre capacità di discernimento e di senso critico, che si tratti di informazioni che vengono dai media mainstream o dalla rete. Dobbiamo essere noi a immunizzarci da bufale e fake news, siano esse provenienti dal sistema o da siti farlocchi.

Dobbiamo però essere consapevoli di essere immersi nella propaganda e che se non vogliamo ritrovarci in una società distopica come quelle immaginate da saggisti e romanzieri visionari, siamo ancora in tempo a “svegliarci” e riappropriarci del nostro futuro, sapendo che citando ancora Orwell,

«vedere ciò che si trova davanti al nostro naso richiede un impegno costante».

Anche la libertà, come la verità, richiede un impegno costante.

E oggi sono a rischio entrambe. Perché noi siamo disorientati dalla paura.

§§§




 

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28 commenti

  • zuzzurellone ha detto:

    Diciamo pure che la costituzione di questa commissione è un ente inutile. Esattamente come è inutile la pubblicità di google.
    Ci troviamo però di fronte ad uno dei paradossi più gravi dell’informazione.
    Da una lato sappiamo bene che nei 75 anni trascorsi dalla fine della seconda guerra mondiale l’istruzione del popolo italiano è cresciuta, non in modo organico, è un’istruzione che dà buone capacità magari in alcune materie, ma lascia totalmente ignoranti per altre. Poi si è aggiunto l’invenzione non di internet, ma degli smartphone, che hanno messo tutti in grado di collegarsi a banche dati. Ma qui, con gli smartphone, c’è stato il regresso : sono usciti dal nulla in cui parevano relegati tutti i dottori Dulcamara che ti vendono le cose più assurde per il tuo bene. E qui casca l’asino : chi ha fatto ( e fatto male) solo le tre classi delle scuole medie, non riesce più a distinguere cosa sia scientifico da cosa è venduto dai vari Dulcamara ( il dottor Dulcamara era quello che nell’Elisir d’amore ti vendeva le pozioni per tutti i mali del mondo)
    La chiesa ha dismesso l’apologetica, e così prosperano gruppi e conventicole che modificano, in nome di pseudorivelazioni il deposito della Fede.
    Sul lato politico però sappiamo bene che la propaganda ha invaso le nostre vite e che si serve di chiunque per raggiungere i propri scopi.
    Ma ci sono segni, come questo blog, che permettono di confrontarsi e di non accettare supinamente quanto la propaganda ci propina.
    Quindi, continuiamo a difendere, tasto dopo tasto, la nostra libertà di parola e non moltiplichiamo gli enti inutili.
    Anzi acuiamo la nostra attenzione , perché, se la costituzione di questa commissione non ci sembra poi tanto importante e non la combattiamo, potremmo poi trovarci con una legge già in preparazione, che solo solo per la lentezza del parlamento non è giunta in porto.
    E quella legge potrebbe essere veramente estremamente dannosa.

    • Corrado Bassanese ha detto:

      Sottoscrivo

    • Adri ha detto:

      Sottoscrivo e aggiungo: Non solo è inutile ma è pericolosa. Invece di creare un’altra commissione eliminate 2/3 della burocrazia vigente, anche quella più che inutile è costosa, e rallenta tutto.

  • Sconsolata ha detto:

    Apprezzabile la difesa della libertà di culto da parte del prof. Razzante. Che sia una garanzia anche per la libertà di informazione!
    A corredo dell’articolo una nota che rimanda ad un suo video-appello
    https://lanuovabq.it/it/messe-a-pasqua-un-diritto-che-non-si-deve-negare

  • alberto giovanardi ha detto:

    Egregio Dottor Tosatti,
    Nulla da eccepire sulla pubblicità, idonea a procurare le risorse finanziarie per la sempre più estesa diffusione di questa bella rubrica. Ma vi sembra opportuno ospitare questa “Dating.com”, suscettibile di incoraggiare la prostituzione ?

    • Marco Tosatti ha detto:

      Grazie, segnalerò subito. Ogni tanto a dispetto dei filtri si infilano. Una bsttaglia.

      • precisazione ha detto:

        io non vedo nessuna dating.com. I banner pubblicitari vengono messi in base alle ricerche fatte dal proprietario del computer che si connette.

        • Marco Tosatti ha detto:

          Il web master mi risponde:
          Ciao Marco,

          grazie per questa segnalazione e per l’altra mail a cui ti rispondo qui per semplicità.

          Come detto nei precedenti casi abbiamo già provveduto a eliminare decine di annunci relativi a questo tipo di settore e a integrare il ban alle keyword relative ad annunci simili.
          C’è però un aspetto importante che ti devo illustrare meglio riguardo il meccanismo di visualizzazione di annunci che compaiono sul sito: Prima di arrivare da noi, molti utenti navigano online su decine di siti e, nel loro percorso, vedono per la prima volta un banner o un’inserzione pubblicitaria. Da questo momento i sistemi di Google tracciano l’utente associandogli dei Cookies, attivando così quella che si chiama “remarketing”. In questo modo Google tende a mostrare agli utenti gli stessi annunci su diversi siti (anche se non contestuali al core dei contenuti pubblicati) per ricordargli quel tipo di pubblicità. Questo comporta che i banner presenti sul tuo sito possono cambiare a seconda di chi li vede in base alle proprie “preferenze”.

          E’ quindi possibile che alcuni utenti – senza alcun riferimento a chi ti abbia fatto personalmente questo tipo di segnalazioni – vedano pubblicità non proprio consone rispetto a quanto tu pubblichi su Stilium Curie… L’esempio pratico è proprio quello degli annunci finanziari: c’è la possibilità che un utente, navigando un sito di news, si sia imbattuto in un banner sul tema economico (oggi scenario molto facile) e questo lo abbia seguito nel proseguo della sua navigazione online. Stessa meccanismo vale anche per altro tipo di banner.

          Quando ci vengono segnalati continueremo a togliere la possibilità per certi inserzionisti di pubblicare i propri banner sul tuo sito ma, essendo potenzialmente infinite le fonti (dipende da dove provengono gli utenti e che tipo di navigazione fanno), così come ti anticipato all’inizio, sarà difficile avere il sito sempre “pulito” al 100%.

          Fammi sapere se ti è tutto chiaro
          Rimaniamo a disposizione per qualsiasi cosa
          Un caro saluto

          • Antonio Cafazzo ha detto:

            Posso suggerire una soluzione ai “naviganti”?
            Su Firefox e su Chrome ho aggiunto questa estensione gratuita:
            uBlock Origin.
            Non vedo pubblicità extra quando “navigo”.
            Spero non aver dato una “fake news”.
            Cordiali saluti.

  • MASSIMO S ha detto:

    Caro Tosatti,
    salvo casi di omonimia, mi risulta che il Prof. Ruben Razzante sia collaboratore de Il Giorno (Quotidiano nazionale) e, soprattutto, de La Nuova BQ.
    O sbaglio ?
    Che poi questa “task force” sia un doppione di altri gruppi che già operano con successo, direi, in Internet (tra questi proprio il sito http://www.dirittodellinformazione.it gestito dal prof. Razzante) è un altro discorso.

  • Antonio ha detto:

    Ricordo (ormai ascrivo ai miei peggiori difetti il fatto di avere una buona memoria) che quattro anni fa già si era tentato qualcosa di simile da parte di un (anzi una) presidente della Camera: almeno uno dei membri della commissione antibufale allora insediata è anzi presente in quella attuale. Nei miei neuroni non trovo peraltro tracce di una successiva attività della commissione che quattro anni fa doveva servirci la Verità su un piatto d’argento, vedremo se adesso andrà diversamente. Ad ogni modo si è forse perso di vista uno dei princìpi basilari del giornalismo: una smentita è una notizia data due volte.

  • Fante ha detto:

    Per me chi divulga una notizia falsa deve andare in carcere con patrimonio confiscato e interdizione perpetua dalla professione, se giornalista. Questo non limita la libertà di esprimere valutazioni su un fatto (che però deve essere vero). Punire chi inventa fatti è doveroso e, in mancanza di legge, riterrei giustificato il linciaggio

    • Marco Tosatti ha detto:

      Lei vuole un genocidio di giornalisti? Ma è veramente crudele. E di politici? Pensi a tutto quello che ci hanno inventato su Iraq, Libia, Siria ecc. ecc.e ancora continuano a raccontarci nell’impunità più totale. Per la difficoltà di valutazione sulla realtà oggettiva, le consiglio Rashomon, un film di Akira Kurosawa.

    • Marco Tosatti ha detto:

      Credo che per quello ci sia il codice penale. ma pensi a tutto quello che ci hanno raccontato su Iraq, Libia, Siria ecc. ecc. tutti i maestri dell’informazione corretta…chi li punisce quelli? Hanno contribuito a milioni di morti, devastato vite e Paesi…e guarda caso alcuni di quelli della Commissione lavorano in giornali che hanno diffuso e sostenuto queste balle. Possiamo fidarci? Secondo me, no. Questo è il punto.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Potente rimedio fai da te contro i decreti del governo e le fake news sul coronavirus!

  • Antonella ha detto:

    Un servizio garantito contro le “fake news” per attivare la censura quando si riterrà opportuno, riducendo così a facile bersaglio coloro che avranno ancora il coraggio di fare inchiesta nel rispetto della libertà di informazione e della verità, valore per cui pochi ancora sono disposti a combattere da paladini. Sono tante le bufale fatte circolare con e senza coronavirus, riconoscibili a pelle dopo qualche rapida condivisione e senza aver bisogno di un “direttorio” che dall’alto della sua elite ne sentenzi il falso col rischio poi di sanzionare anche la persona sbagliata.
    ” Dimmi il tuo nome !” – “Nessuno è il mio nome”, Ulisse a Polifemo …..
    Se il problema fosse rappresentato dalle cosiddette balle messe in circolazione sul coronavirus, allora staremmo seriamente perdendo tempo, senza poi considerare statistiche ben più allarmanti che dimostrano quanto siamo quotidianamente esposti al furto lecito di dati, profili, … da parte di monopoli dell’informazione attrezzati come le più sofisticate bande criminali in assalto.
    Ma di questo ovviamente non si parla, perché non conviene.
    Diventa invece preoccupante la questione se col pretesto delle fake news si vuole tentare di imbavagliare il pensiero, identificato come “minaccia” per l’establishment di potere che si intende proteggere e di cui in un certo qual modo si farà parte nel vassallaggio clientelare di sistemi piramidali mai tramontati.
    Una cosa sembra certa, con la caduta dei giganti si concretizza la paura di veder franare baluardi di sicurezze rivelatesi improvvisamente incerte come non mai, e nel frattempo la “forza della parola” può scoprirsi rivoluzionaria e più competitiva anche rispetto alla velocità di uno sponsor, lasciando riaffiorare il piacere di leggerla in un confronto più vitale che mai tra persone pensanti; mentre sul fronte del coronavirus molti combattono da eroi tra la vita e la morte, altri vergognosamente ne calcolano i vantaggi contro ogni possile dissenso, facendo passare a tutela dei diritti inviolabili ordini familiari alle più solide dittature.
    È proprio vero che quando si abbattono certi flagelli l’umanità può rivelare la sua parte migliore, dando saggio spesso purtroppo anche della peggiore.

  • Sconsolata ha detto:

    Consono alle aspettative oltre che lecito sarebbe un autorevole intervento della Federazione Nazionale della Stampa e di Aericolo21. Sempre che non siano “disorientati dalla paura” anche da quelle parti.

    • Sconsolata ha detto:

      E.C. Articolo21

      • CARMELO ha detto:

        La Repubblica italiana, oltre ad avere una Costituzione e il suo art. 21, non dovrebbe avere anche un Presidente della Repubblica che la rispetta (nella lettera e nello spirito) e la deve far rispettare?

  • TITTOTAT ha detto:

    Quando le autorità spargevano fakenews io facevo rifornimento di cibo, maschere, guanti, vitamine, disinfettanti, piantine da orto e candele. Dovrebbero mettermi in quella commissione.
    Penso solo come la grande figura di Michele Mirabella è stata costretta a pronunciare nella pubblica tv fake news a comando, la minima larva di Amadeus ci imboccava la verità. Come distruggere l’onore.

  • GMZ ha detto:

    Le grandi firme dell’italica informacija, intanto, se ne stanno a cuccia, poiché questa sgangherata squadretta di squadristi non si occuperà delle scemenze stampate sulla preziosa carta dei giornaloni.

    Al di là dei criteri che hanno portato alla scelta di questi censori ingloriosi, mi chiedo se saranno retribuiti, e quanto, e che tipo di controllo il Parlamento eserciterà sulla loro attività. Solo per incominciare.

    Credevo che il regno di Napolitano avesse segnato il punto più basso della nostra storia istituzionale; e invece…

  • maxiculpop ha detto:

    mmmmm , caro Tosatti, come mi piace l’espressione miniCULpop …chissà a quanti altri piace .

  • emma ha detto:

    ma hanno potere sanzionatorio anche ? In tal caso , caro Tosatti , esultiamo ! sanzioneranno VATICAN NEWS e l ‘AVVENIRE , LA STAMPA , L’OSSERVATORE ROMANO. Cioè tutti i giornali anticattolici e sparapalle che stanno in piedi.