RVC. QUELLO CHE MANCAVA AL PADRENOSTRO DEL PAPA, OGGI.

25 Marzo 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici, e troll, che – sarà il Covid 19 – ci sembrano meno presenti e infestanti, ha partecipato alla recita del  Padre Nostro di mezzogiorno indetta dal Pontefice per le vittime del Covid 19, e per quanti stanno combattendo per debellarlo. Ci ha scritto, RVC, e con un intuito formidabile ha anche capito che il vostro povero blogger in questi ultimi tempi di omelie e predicozzi di vario genere ne ha un po’ fin sopra i capelli (ci si è messo pure il Presidente del Consiglio, a istruirci sui nostri stili di vita…pensi al suo, e vada a rendere conto al Parlamento, come si fa in democrazia. Chiusa parentesi). Ma giusto perché è Romana Vulneratus Curia gliela facciamo passare, questa quasi omelia…sperando che arrivi al vero destinatario, all’attico di Santa Marta. Buona lettura. 

§§§

Caro Tosatti, non sbuffi la prego, dicendo ecco un‘altro predicozzo. Ho appena ascoltato al TG1 la preghiera del Papa per l’epidemia di coronavirus (un semplice Padre Nostro) letta alle ore 12, comunitariamente ed ecumenicamente con le altre religioni cristiane e, se ho ben inteso, auspicando la preghiera di ogni altra forma religiosa (anche pagana?).

Le propongo una riflessione, brevissima, che vorrei indirizzare al Papa, pregando perché qualcuno gliela faccia leggere.

Queste riflessioni potrebbero aiutarlo, in questo momento, a cogliere una grande opportunità di fare catechesi universale, efficace, degna della massima Autorità Morale al mondo.

E così aiutare tutta l’umanità che sta soffrendo di un grande male: la mancanza di Cristo. Vorrei proporgli due temi di catechesi: – Che succede senza Cristo. – L’importanza del peccato originale.

Che succede senza Cristo?

– Senza Cristo, o lontano da Cristo, la tendenza al peccato, che crea disordine morale e comportamentale, cresce, si diffonde, disorienta progressivamente la creatura umana.

– Senza Cristo, o lontano da Cristo, viene a mancare la luce della Rivelazione, e senza questa luce la creatura arriva a concepire il mondo fine a se stesso, senza alcun riferimento al Creatore, snaturando il senso della Creazione e della Redenzione, ed il conseguente senso della vita delle creature e delle stesse loro azioni.

– Senza Cristo, senza più riferimenti a Dio, si stravolgono le Verità essenziali, ma si stravolge quello che i santi hanno considerato il nutrimento essenziale dell’uomo. Sappiamo che i nutrimenti della creatura umana sono tre: quello corporale (materiale, per nutrirsi e vivere nel mondo secondo il proprio stato), quello intellettuale (razionale, per nutrire la ragione), quello spirituale ( per nutrire l’anima ). Senza Cristo l’uomo si nutre male intellettualmente, zero (digiuno assoluto…) spiritualmente e invece con ingordigia materialmente. Perdendo così l’unità di vita. E senza unità di vita il cattolico, figlio di Dio, non illumina più nessuno ed il mondo resta nelle tenebre.

– L’Importanza di riconoscere il peccato originale, per capire che fare.

Dopo il peccato originale, la cui verità è messa in discussione dalla nuova teologia rahneriana, post Concilio Vaticano II, si infrange l’armonia del Creato e quella della creatura. La sua intelligenza si offusca, si confonde e è pronta a cadere in errore. La volontà si inedebolisce. La libertà si ammala. Non si corrompe è vero, ma l’uomo trova ostacoli a percepire il bene e il male e perseguire il vero bene. Così dopo il peccato originale, i beni materiali e le capacità intellettuali dell’uomo ( che sono doni di Dio) possono pervertirsi, diventando mali per lui stesso. Separandolo da Dio.

Che fare quindi, oggi durante e dopo questa prova che stiamo sopportando con maggior o minor capacità di valorizzarla? Al di la dell’invito generico (anche del Papa ) di trarne beneficio, come si può realmente riuscirci?

Anzitutto riscoprendo il senso del peccato, vera origine della miseria morale e conseguentemente di quella materiale. Poi riscoprendo il famoso Timor di Dio, che non è “terror di Dio”, ma è rispetto dovuto a Dio ed alle sue leggi. Il “che fare” è conseguentemente semplice: l’uomo deve tornare ad essere immagine di Dio Padre. In tal modo santificherà se stesso e tutte le realtà terrene. Questa è la ricetta che ci si aspetta dall’Autorità Morale.

Le parole che abbiamo sentito oggi alle ore 12, pur riconoscendo che sono buone e opportune (essendo stati abituati negli ultimi anni a ben di peggio), non le abbiamo trovate sufficienti; mancando la riflessione di base e l’esortazione.

Oltre al Padre Nostro, abbiamo bisogno di parole dell’Autorità Morale, che riscaldino il cuore, animino l’intelligenza, illuminino. Necessitiamo parole che ci muovano a crollare in ginocchio, e piangendo, a chiedere, implorare, allo Spirito Santo di venire in mezzo a noi e farci intuire “che fare”, come accadde alla Pentecoste.

Un grande santo contemporaneo, San Josè Maria Escrivà, in “E’ Gesù che passa”, scrive che “la nostra fede ci insegna che tutta la creazione, il movimento della terra e degli astri, le azioni rette della creatura e ciò che esiste di positivo nel corso della storia, tutto insomma, viene da Dio e a Dio è ordinato”.

Più chiaro di così! <Adora solo il Signore Dio tuo…>.

Se ciò non avviene, il processo di globalizzazione, di per sé neutrale, si può corrompere. Ciò è quello che è avvenuto quando negli ultimi trenta anni lo abbiamo forzato per fini indicibili, disconoscendo ogni legge naturale e razionale.

Uno dei disordini conseguente è stata questa pandemia. Non punizione, ma conseguenza dei disordini.

RVC

§§§




 

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26 commenti

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Non va, non funziona. E’ penoso. Un papa che si rispetti deve dire che per far cessare il castigo bisogna piantarla subito di fare abomini contro natura; aborti, eutanasie, gender, omofilia coatta, eccetera. Senno’ verranno castighi peggiori. Senno’ si fa discorsi e basta.

    Ma poi, diciamocelo: tutte queste contrizioni sono troppo leggere, troppo “educate”, non convincono. Annoiano.

    Così San carlo Borromeo:

    https://www.lanuovabq.it/it/la-peste-e-san-carlo-i-vescovi-prendano-esempio

    “…San Carlo aveva intanto chiesto e ottenuto indulgenze da papa Gregorio XIII. Per impartirle, indisse pubbliche processioni, che si tennero nei primi giorni di ottobre, dopo aver esortato con una lettera il popolo ad accorrere numeroso e a unirvi il digiuno. La prima processione partì dal Duomo verso la basilica di Sant’Ambrogio. Il vescovo portava una grande croce in cui era stata inserita la reliquia del Santo Chiodo. «Prima di avviarsi, Carlo impose a ciascuno le ceneri per indicare più umilmente il sentimento di penitenza». A piedi nudi, con la cappa paonazza, il cappuccio in testa e una fune intorno al collo, guidò la processione con gli occhi rivolti sempre verso la croce. Come lui erano vestiti i canonici, e anche molti sacerdoti e laici procedettero a piedi scalzi, con una fune al collo e piccole croci in mano. Alla fine di quella processione, esortò il popolo «a sopportare con giusto pentimento la sventura e a riformare la sua condotta»…”

    Ma quelli erano uomini veri.

  • Nicola Buono ha detto:

    UNHCR L’agenzia per i Rifugiati ed i paesi africani. Tutti una massa di….para…venti….

    http://www.rinocammilleri.com/2020/03/unhcr/

  • anna maria ha detto:

    Pochissimi, tra sacerdoti vescovi e fedeli laici, parlando del flagello che il Coronavirus sta operando nel mondo, considerano l’aspetto spirituale dell’evento, cioè pochissimi vedono in questo dramma un “AMMONIMENTO” da parte del Signore, il quale ha “permesso” che ciò avvenisse perché l’UOMO POTESSE RIVEDERE LA PROPRIA VITA, a livello personale, a livello sociale, a livello ecclesiale!!!
    Una revisione di vita, alla luce di questo avvenimento, che è conseguenza dei nostri errori umani, ma è anche un’occasione per poter fermarsi e riflettere per un serio esame di coscienza, personale, sociale , ecclesiale!!! La Parola di Dio è ricca di avvenimenti storici, che letti alla luce dello Spirito, sono diventati motivo di SERIA CONVERSIONE.

    • gaetano2 ha detto:

      “…cioè pochissimi vedono in questo dramma un “AMMONIMENTO” da parte del Signore…”.
      Ma se non ci si è scossi nemmeno di fronte all’estromissione del Papa, sostituito da un fautore dell’ammmore, della miserikordia e sostenitore di pervertiti!
      Di che meravigliarsi?
      Ormai si crede in tutto, perfino nella preghiera al “padre” del biancovestito.
      Veramente il peccato originale ha oscurato la ragione. Si passa a constatare gli atti perversi del succittato ad attendersi da lui le preghiere (a chi?) in nostro favore. Mah…

    • stilumcuriale emerito ha detto:

      Ma non ne ha parlato nemmeno il Papa. Nel suo discorsetto prima della recita del Pater Noster non c’è accenno alle colpe gravi di cui l’umanità dovrebbe chiedere perdono a Dio per ottenere la cessazione del flagello del coronavirus. Inoltre l’appello è genericamente rivolto ai “cristiani” e i cattolici sono definiti molti di noi, come si può arguire da questa frase: –Oggi molti di noi celebrano l’Incarnazione del Verbo nel seno della Vergine Maria, quando nel suo “Eccomi”, umile e totale, si rispecchiò l’“Eccomi” del Figlio di Dio.–
      Infatti mancano 275 giorni al Natale. Grazie a Dio Maria ebbe una gravidanza normale, o no?

  • Tergestinus ha detto:

    Oggi, ricorrendo il “Dantedì”, la Società Dante Alighieri ha invitato tutti a leggere pubblicamente due terzine dal canto di Paolo e Francesca (inf. V) incentrate sull’amore, che “al cor gentil ratto s’apprende” e “a nullo amato amar perdona”. Si è però dimenticato che Paolo e Francesca sono dannati, e il tipo di amore che ora si vuole esaltare è appunto ciò che ha condotto i due adulteri “ad una sorte”. Insomma, si è del tutto travisato il pensiero di Dante. La cosa crea ancor più disappunto quando si pensi che presidente della Società Dante Alighieri è il “cattolico” Andrea Riccardi. Quanto sarebbe stato invece più opportuno, in questi tristi tempi, invitare a leggere le parole di Cacciaguida (beato): “Sempre la confusion delle persone / principio fu del mal della cittade / come del corpo il cibo che s’appone” (paradiso XVI 67-69)!

    • GMZ ha detto:

      Caro Tergestinus,

      il Suo commento andrebbe recapitato alla Dante; vero è che le terzine che hanno proposto sono probabilmente le più note, e ci hanno marciato sopra in maniera invereconda.
      Purtroppo il desiderio di piacere e compiacere porta a tradimenti come quello che Lei ha giustamente evidenziato.

      Sarà per il prossimo Dantedì… Sperèm!
      Ossequi!

  • Dino Brighenti ha detto:

    il demoniaccio evita sempre lo scontro frontale per viltà

  • Sconsolata ha detto:

    Mentre invio questo commento, mi accorgo che il dott. Tosatti informa su quanto ho appuntato anch’io.
    In quel di Santa Marta avranno ben altre preoccupazioni, suppongo, dal momento che, come informano l’editore di Korazym.org e Infovaticana.com un monsignore della Segreteria di Stato, ospite della stessa residenza, è stato portato al Gemelli per accertamenti.
    Come potrebbe il papa corrispondere alle attese di RVC, nostre e di quella larga parte del popolo di Dio in confusione e non da oggi…, se soltanto qualche giorno fa ha confermato il “suo credo” nell’intervista a Jordi Évole del canale tv “La Sexta”, commentata su alcuni punti da mons. Ics proprio ieri?
    In breve e per come sono riuscita a capirla io dallo spagnolo, a precisa domanda ha risposto che lo “preoccupa la solitudine” e che “dobbiamo salvare la convivenza”; Dio perdona sempre – ha proseguito – di tanto in tanto perdoniamo; la natura non perdona mai. Incendi, terremoti…La natura ci sta prendendo a calci per [farci capire, ha inteso dire, che dobbiamo] prenderci cura della natura.
    Infine, ecco in chi ripone la sua speranza: nell’umanità, negli uomini e nelle donne, speranza nei popoli.
    Non aggiungo altro, se non che, quando l’articolo mi è capitato sotto gli occhi, ho visto le parole – per di più in grassetto – volteggiarmi intorno… e mi sono detta: così a portata di mano la soluzione della pandemia e non riusciamo a fare questo sforzo, tutto sommato modestissimo, per salvare tante vite umane?

    • Marco Tosatti ha detto:

      Sì, ma è un altro…quello era bergamasco, questo mantovano residente a Santa Marta.

      • Sconsolata ha detto:

        Sì. sì; infatti commentando RVC richiamo Korazym (come lei) e Infovaticana per quanto riguarda il monsignore della Segreteria di Stato, residente a S.Marta – lo scrivo in quel commento- di cui lei riferisce dettagliatamente qui.

  • gaetano2 ha detto:

    Interessante.
    Questa volta non riesco a riassumere in una breve battuta ciò che penso.
    Ma secondo voi il biancovestito dicendo il “Padre nostro” (o forse il “padre suo”), chi intende per padre?
    Io non sono un gran conoscitore delle Scritture, ma alcuni passi li ricordo anch’io. Ed ora mi viene in mente Gesù che dice: “Voi che avete per padre il Diavolo” o “hanno per padre il diavolo e vogliono soddisfare i suoi desideri” o qualcosa del genere.
    Da uno che ha perseguitato e continua a perseguitare i cattolici fedeli a quanto la Chiesa ha sempre insegnato; ha distrutto del tutto l’apparato visibile della Chiesa e l’ha riempita di pervertiti satanisti con i quali ha, pubblicamente, idolatrato idoli demoniaci e profanato luoghi sacri. Come potete desiderare di pregare con lui il “padre” che lui intende?
    Quello “che succede senza Cristo” mostra di saperlo benissimo e a quanto pare lo desidera per sè e pure per tutti gli altri.
    E’ un dovere opporsi a ciò, se non altro con il desiderio!

  • COSIMO DE MATTEIS ha detto:

    Ottima ed opportuna riflessione di RVC. Non posso che ringraziare.
    E permettetemi un po’ di “ottimismo”: mi pare di vedere che qualche cuore si sta smuovendo.
    E ringraziamo Dio e la Sua Santissima Madre.

    Non tutti hanno il cuore duro come quello del faraone….
    (a proposito di Faraone, degli Ebrei e di Mosè ecco una riflessione di Don francesco D’Erasmo: https://ilbenevincera.wordpress.com/2020/03/25/la-messa-e-il-faraone-una-riflessione-di-don-francesco-derasmo/ chiusa parentesi)

    Si, l’auspicio è che il “messaggio” giunga al vero destinatario, all’attico di Santa Marta ed io aggiungo in Via Aurelia 468. Ma tornando alla Parola di Dio e chiudendo con Essa ricordo a me stesso ed a tutti che “un cuore ostinato alla fine cadrà nel male”.

    Ogni Bene!

  • Raffaella ha detto:

    Grazie a RVC per questa riflessione e grazie al Dott.Tosatti per l’impegno gravoso di queste giornate.
    Come sempre un’occasione sprecata dal VdR; va bene il Padre Nostro (un compitino facile,facile) ma mancano parole di conforto,speranza,cristianamente intesa,e soprattutto, come dice RVC, esortazione alla penitenza, alla conversione,al riconoscimento del peccato di tutti.
    Senza questa consapevolezza la prova coronavirus non servirà.
    Nelle Sue apparizioni la S.Vergine chiede penitenza e conversione per frenare l’ira di Dio .

  • Iginio ha detto:

    Mi preoccupa di più una bizzarria sentita in una messa che stanno celebrano ora e sto ascoltando per radio (sembra dai Padri Passionisti – Caravate). All’inizio dell’omelia il sacerdote esordisce con: “Buon giorno!”. E basta. Una volta si iniziava con “Sia lodato Gesù Cristo!”. Oggi non lo si sente quasi mai. Ma iniziare un’omelia con “buon giorno!” lo trovo una via di mezzo tra il ridicolo e il deprimente.

  • Rafael Brotero ha detto:

    Sul coronavirus, il commento dell’ottimo E. Michael Jones:
    https://culturewars.com/news/the-coronavirus-and-the-culture-war

  • Milly ha detto:

    Ho notato che il Papa ha recitato il Padre Nostro in latino e alla fatidica modifica del “non ci abbandonare alla tentazione ” ha chiaramente detto “et ne nos inducas in tentationem” ,
    per poi terminare in italiano “ma liberaci dal male” invece di “sed libera nos a malo.

    • ulisse ha detto:

      Vero Milli ma mi pare che anche nel Rosario successivo con il cardinale Comastri si sia usata la vecchia formula.

      • Enrico66 ha detto:

        Anche sulla tv della Cei (Tv2000), tutti – nei rosari e nelle messe- dicono “e non ci indurre in tentazione”. La paura li smaschera, e tornano all’antico. Alla verità.

    • Enrico66 ha detto:

      Il testo latino del Pater Noster non è stato cambiato; Bergoglio , ambiguamente, cambia le traduzioni in lingua nazionale.

      • Andrea ha detto:

        Ma il testo del Padre Nostro in Italiano non è stato cambiato da Papa Bergoglio. La versione che entrarà in vigore dopoPasuq è stata inserita dalla CEI nel Lezionario già nel 2007, ed all’epoca il Papa non era certo Bergoglio. La discussione sul sambiamento di testo è stata discusso già nel1983, ed all’epoca il Papa era altro ancora. Sarebbe possibile su questo blocco non fare tifo degno di una curva da stadio ed attenersi ai fatti?