COVID 19 COLPISCE IL VATICANO. UN ALTO PRELATO IN OSPEDALE.

25 Marzo 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, il Coronavirus ha raggiunto i piani alti del Vaticano. Il capo della Sezione Italiana della Segreteria di Stato, Gianluca Pezzoli, è ricoverato in terapia intensiva a causa del Covid 19. Gianluca Pezzoli è giovane, ha cinquantotto anni, è nato a Mantova nel 1962. Viene descritto da chi lo conosce come un gran lavoratore, una persona riservata e sobria, certamente non un monsignore mondano, vive a Santa Marta. È molto probabile che di conseguenza sia stato contagiato all’interno delle Mura.

Il suo ruolo – capo della Sezione Italiana, certamente la più numerosa della Segreteria di Stato – rende probabile che fino a quando non si è manifestata la malattia abbia avuto contatti con molte persone, e di conseguenza possa essere stato tramite di contagio.

Il fatto che mons. Pezzoli risieda in maniera permanente a Santa Marta aumenta, come è naturale la preoccupazione. A Santa Marta risiedono oltre al Pontefice decine di prelati, residenti o di passaggio.

Fonti di ottima qualità mi dicono che attualmente a Santa Marta ci sono cinque persone

In isolamento, perché sospettate di aver contratto il coronavirus.

Il papa ha smesso di pranzare nella sala comune. Passa la maggior parte del tempo chiuso nel suo appartamento all’ultimo piano. Il suo segretario particolare gli porta pranzo e cena.

Bisogna ricordare che quando era giovane Jorge Mario Bergoglio ha subito un’operazione chirurgica importante. Durante l’operazione i medici gli hanno asportato una larga parte di un polmone. Questo spiega le difficoltà respiratorie, e l’affanno che lo coglie talvolta. Naturalmente una persona che ha questo tipo di handicap può temere in maniera particolare un virus polmonare come il Covid 19.

Il fatto che il Pontefice abbia deciso di mangiare da solo, in camera sua, indica una forte preoccupazione. Ci ricordiamo come papa Bergoglio abbia deciso, quando è stato eletto, di non occupare l’appartamento papale nel Palazzo pontificio, come i suoi predecessori, ma di vivere a Santa Marta. Prendeva i suoi pasti nella sala comune, anche se una fila di alberelli in vaso da qualche anno gli garantiva un minimo di discrezione. Ma la rinuncia a una vita comunitaria è segno di preoccupazione e di prudenza.

L’informazione ufficiale vaticana sul Covid 19 è carente. Ieri, 24 marzo, il direttore della sala stampa della santa sede, Matteo Bruni rispondendo alle domande dei giornalisti,  ha detto: “Allo stato attuale sono quattro i casi di positività al coronavirus riscontrati: oltre al primo di cui si è data precedentemente notizia, si tratta di un dipendente dell’Ufficio Merci e di due dipendenti dei Musei Vaticani. Le quattro persone erano state poste in isolamento in via cautelativa prima che risultassero positive al test e il loro isolamento dura ormai da oltre 14 giorni; attualmente sono in cura in strutture ospedaliere italiane o presso la propria abitazione”.

Il primo caso positivo dello Stato della Città del Vaticano riguarda un monsignore bergamasco convocato dalla Direzione di Sanità ed Igiene. Il monsignore doveva prendere servizio in Vaticano venendo dalla sua città natale, Bergamo, che è una delle più colpite in Italia, con centinaia di morti. Il monsignore è stato trovato positivo all’esame del Covid 19; ma come in altri casi, aveva avuto tempo di diffondere il contagio, sia in Vaticano che altrove.

Nel frattempo è stato annullato un altro viaggio del Pontefice. Papa Bergoglio avrebbe dovuto recarsi a Malta il 31 maggio, ma la visita è stata cancellata.

Vogliamo consigliarvi di seguire lo sviluppo di queste vicende su un sito particolarmente accurato e bene informato, Korazym.org. Questo sito ha dato per primo l’allarme sulla situazione di pericolo che si stava sviluppando dietro le Mura.

Due sono le principali fonti di contagio su cui cadono i sospetti. La prima sono i Musei vaticani, in cui fino al momento in cui sono stati chiusi, i dipendenti hanno chiesto invano mascherine e guanti per difendersi dal rischio rappresentato dalla massa di turisti che li visitano. La secondo fonte potrebbe essere un vescovo francese, in visita ad limina, trovato positivo al ritorno. Durante la visita ad limina oltre che dal papa i vescovi visitano tutti i dicasteri della Curia. Anche in questo caso le possibilità di contagio sono altissime.

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30 commenti

  • USA E GETTA ha detto:

    GIUSTO PER FAR CAPIRE COME VANNO LE COSE SULLA STAMPA ITALICA SEGNALO CHE NULLA E’ STATO RIPORTATO SUL SITO DELL’AMBASCIATA D’ITALIA IN WASHINGTON CIRCA LA CHIUSURA TOTALE DEGLI UFFICI A SEGUITO DI CONTAGIO!!!

    IL SITO WEB PERALTRO , QUELLO DELLA PRIMA AMBASCIATA ITALIANA NEL MONDO, NON RIPORTA NULLA
    SONO TUTTI IN OTTIMA SALUTE E L’AMBASCIATA SEMBREREBBE ‘ APERTA!!!
    MA NON E’ COSI’ PURTROPPO COME MAI LA STAMPA NON RIPORTA NULLA SULLLA QUESTIONE???

  • ugo ha detto:

    Mah… il papa non dovrebbe essere più che lieto di rispondere ad una (eventuale) chiamata a tornare a quel Dio del quale è ufficialmente vicario? Vien da pensare che si stia atteggiando a finto sordo, per non rispondere a quella (eventuale) chiamata e che, in caso venisse costretto a sentirla, che intenda ostacolare attivamente la volontà di Dio, aggrappandosi pervicacemente al suo “passaggio terreno”. E’ ben vero che il libero arbitrio lo permette, ma mi sembra un gesto poco in linea con la figura incarnata dalla misera (come tutti noi) persona Bergoglio.

    • Naldo ha detto:

      Lo sa che lo aspetta l’ inferno. In eterno.

      • ugo ha detto:

        Se così fosse sarebbe la volontà di Dio, e lui in quanto rappresentante in terra di quel Dio e di quella volontà non si deve e non si può opporre. Farlo è implicitamente una ostentazione blasfema che dovrebbe comportare l’immediata rimozione dell’incarico. Con ogni mezzo necessario, inclusa la divina folgore o la mano di qualche vero credente guidato dall’ispirazione divina.

  • Virro ha detto:

    Dott. Tosatti, è vero che il tempo in cui viviamo è semplicemente terribile.
    Questa pandemia impalpabile ma uccide, invisibile ma ci fa prigionieri, con Giobbe diciamoci pure : “Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?”
    Che Papa Francesco in gioventù è stato ammalato, ha tutta la comprensione del mondo intero, il Signore gli dia lunga vita, MA il suo pensiero fa ammalare il mondo intero, è una’altra cosa.
    SIGNORE GESU’ difendici da questo doppio male.🙏⛪
    SIGNORE GESU’ asciuga le lacrime degli impotenti

  • Sandro ha detto:

    Gentile dott. Tosatti, mi avete già ospitato più di una volta qui su questa rubrica. Vi mando ancora una volta un mio contributo, sperando nella vostra pazienza.
    Visti i tanti commenti che si sono già stati, vorrei cercare di fare una riflessione spassionata, sulla necessità o meno di proibire le messe ed ogni altra celebrazione, a seguito dei problemi creati dal coronavirus.
    La CEI e di conseguenza altre diocesi, come ad esempio la mia (sono in Svizzera), hanno stabilito, in osservanza alle regole emanate dai rispettivi governi, di proibire, appunto, ogni cosa.
    Non ho potuto fare altro che adeguarmi a questa decisione, che ritengo comunque, assolutamente ingiusta e priva di sensibilità verso la nostra gente.
    So bene, perché ho parlato con varie persone, che in molti sono convinti che sia giusto così: non si può correre il rischio di aggravare una situazione già di per sé molto critica.
    Ma è proprio su questo che vorrei riflettere: siamo proprio certi che negare a tutti il conforto di una presenza religiosa sia la cosa più giusta e logica in questi momenti?
    Certo per chi ragiona esclusivamente in termine di contagi e morti, sarà sicuramente giusto.
    Proviamo però a pensare a quelle persone che sono state lasciate da sole a morire; quelle che non hanno avuto la gioia di vedere accanto a loro neanche un familiare in questi momenti di pericolo: pensiamo a quanti avrebbero voluto il conforto dell’Eucaristia o del Sacramento del Perdono, proprio per vivere questi momenti di paura con una serenità maggiore!
    Certo, in tanti mi hanno detto: ci si può accontentare della comunione spirituale, ci si confesserà appena tutto sarà passato… Non è la stessa cosa!
    Capisco bene che chi non crede, possa leggere con un sorriso (magari di disprezzo) queste mie parole, ma posso assicurare che, come prete, sono convinto che abbiamo offerto un ben misero esempio di (mancanza di ) fede. E proprio da parte di chi questa fede ce l’ha sulla bocca ogni giorno. Mi vengono in mente, con tremore, le parole di Gesù nel Vangelo di Marco, al cap. 7: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me!
    È proprio nei momenti di crisi che dovremmo aiutare la gente a riflettere e chiedere una unione più stretta e una presenza di fatto e non solo di intenti.
    Capisco molto bene le misure di igiene da adottare, compreso il divieto di riunirsi in troppi e di tenere una distanza di sicurezza, ma rispettando tutte queste misure, perché non consentire alla gente di manifestare la propria fede visibilmente?
    A questa stregua, potremmo sempre, non solo in questi giorni, dire che ci si può unire spiritualmente e che non è necessaria la presenza fisica. Sarebbe come dire ad una famiglia: ognuno nella sua camera, davanti alla propria televisione: non ci vediamo mai, abitiamo solo sotto lo stesso tetto, ma ci vogliamo tanto bene!
    Mi domando cosa sarebbe stato della fede se, durante la peste che nei secoli ha toccato tante volte i nostri paesi, ci si fosse chiusi ognuno in casa propria, a leccarsi le ferite impauriti!?
    Proprio per questo vorrei onorare qui il comportamento di tanti che, sfidando la pericolosità del momento, si sono prodigati per il bene di altri, senza guardare esclusivamente a tenersi in disparte e proteggersi: qualcuno, e non sono pochi, si è dimostrato davvero eroico.
    Purtroppo deve dire che molti di noi preti, senza voler generalizzare perché anche qui ci sono stati casi di chi si è prodigato, abbiamo fatto una figura ben meschina di fronte a questa situazione: certo abbiamo l’alibi che l’ordine è partito dall’alto, ma attenzione perché questa scusa l’hanno tentata anche in altri momenti storici, ma non ha retto al giudizio della storia.
    A volte per scherzo, i miei amici dicono che “i preti lavorano un giorno alla settimana”: oggi mi sento con l’amaro in bocca, perché abbiamo dimostrato che neanche quel giorno alla settimana, siamo stati capaci di farlo: noi diciamo per senso civico, ma io penso “per paura”. E la paura non è una virtù.
    Speriamo che Dio abbia pietà di noi.

    • Maria Cristina ha detto:

      Caro don Sandro, chapeau! lei e’ il primo prete a fare un discorso onesto e sincero, un discorso privo di orpelli retorici e di autogiustificazioni. Di questi tempi e’ una rarita’.
      Anche in altri tempi a dire la verita’ : il motivo per cui secondo me molti giovani si allontanano dalla fede cattolica appena possono e ‘ che spesso i preti sembrano “ falsi” . Cioe’ tante belle parole edificanti ma poi non sono nella loro stessa persona testimoni credibili.
      Al contrario , quando ci sono segni concreti ,anche senza tante parole , da parte di qualche sacerdote , la gente si commuove: come e’ successo in questi giorni alla mia segretaria che , da anni lontana dalla fede, in occasione della morte della mamma , si e’ commossa perche’ un buon prete, giovane , in talare, c he non la conosceva neppure, e’ venuto a benedire la salma a darle l’ ultimo saluto religioso, sfidando il divieto delle autorita’ e rischiando di essere denunciato.
      Dalla commozione di fronte a un semplice gesto al chiedersi il perche’ di questo comportamento e quindi da li’ a tornare a interrogarsi sul fine e significato dell’ esistenza e magari ritornare alla fede in Dio, e’ tutto un cammino certo…
      Pero’ sono sicura che non sono le belle parole che ci fanno convertire ma i fatti . E di fatti purtroppo da questa Chiesa sedicente tutta misericordia e odore delle pecore, ne vediamo pochini.
      Comunque grazie per la sua testimonianza.

    • Milli ha detto:

      Da una parte non posso che darle ragione, soprattutto ha ferito la rapidità con la quale hanno sospeso le messe e hanno chiuso le chiese, anche in posti dove l’infezione non era ancora arrivata, senza nemmeno provare a mettere in atto strategie “igieniche” per poter continuare a celebrare.
      D’altra parte, vivendo in Lombardia e leggendo le cronache locali, sentendo letteralmente cadere le persone attorno a sé, anche giovani, anche tanti sacerdoti (diversi deicquali prestavano servizio negli ospedali), mi domando se è ancora opportuno continuare a lamentarsi .
      Finché ho potuto sono riuscita a frequentare ugualmente la chiesa e ho partecipato anche a due messe private a porte chiuse, poi dall’8 marzo, praticamente non sono più uscita.
      Il cuore è veramente spaccato in due, ma ho accettato questa situazione con cristiana rassegnazione, c’è da portare questa croce e si offre a Gesù. La cosa che intristisce di più è non sentire parole di speranza e conforto, parole sul senso di questa sofferenza, parole sul fine ultimo della vita. Tanti discorsi umani , ma pochi sovra-umani.
      La saluto, caro Don Sandro, sia forte e non perda la speranza.

      • Matteo Castaldini ha detto:

        Signora carissima questo governuccolo però permette file estenuanti di persone vicine ai supermercati nonché poter andare a prendersi impunemente le sigarette (che tra l’altro provocano almeno 70.000 settantamila strazianti morti in un anno solo in Italia). Forse Gesù Cristo vale meno di una sigaretta? D’altronde l’abbiamo tutti venduto per 30 denari quindi che differenza fa?
        Che il Signore abbia misericordia di noi e tanta anche.
        Sia lodato Gesù Cristo ora e sempre!

  • Nicola Buono ha detto:

    UNHCR L’agenzia per i Rifugiati ed i paesi africani. Tutti una massa di….para…venti….

    http://www.rinocammilleri.com/2020/03/unhcr/

  • Milli ha detto:

    Auguro a mons.Pezzoli di guarire presto, lo ricorderò nella preghiera.

  • de matteis cosimo ha detto:

    MEDJUGORJE – Messaggio del 25 Marzo 2020
    Cari figli! Tutti questi anni Io sono con voi per guidarvi sulla via della salvezza. Ritornate a mio Figlio, ritornate alla preghiera e al digiuno. Figlioli, permettete che Dio parli al vostro cuore perché satana regna e desidera distruggere le vostre vite e il pianeta sul quale camminate. Siate coraggiosi e decidetevi per la santità. Vedrete la conversione nei vostri cuori e nelle vostre famiglie, la preghiera sarà ascoltata, Dio esaudirà le vostre suppliche e vi darà la pace. Io sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

  • de matteis cosimo ha detto:

    Cuore blu https://youtube.com/watch?v=z8vtDnXvEvY in diretta da FATIMA

    I VESCOVI DEL PORTOGALLO CONSACRANO IL LORO PAESE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

  • Sconsolata ha detto:

    Il primo caso di contagio in Vaticano risale ai primi giorni di marzo, si tratta di un prete del bergamasco che aveva preso parte al convegno della Accademia per la Vita sull’intelligenza artificiale e che si era anche sottoposto a controlli medici nello Stato per essere assunto. Poi, ai primi sintomi -era stato detto- si era recato autonomamente al Gemelli.
    Di ieri la notizia che il cardinale elettricista si è improvvisato “fruttarolo” (per dirla alla romana – forse non corretto- non me ne vogliano i romani) per rifornire con i prodotti provenienti delle Ville Pontificie e far avvertire la vicinanza del papa alle suore colpite dal Covid-19 nei due conventi laziali (uno a Roma, l’altro a Grottaferrata) immediatamente isolati dalle autorità sanitarie italiane.
    Che dire? È così che si rispettano le regole? Senza dimenticare che il cardinale è recidivo: indimenticabile l’episodio dell’allaccio della corrente; e, dopo l’emanazione del decreto governativo con le note prescrizioni restrittive aveva riaperto anche la chiesa all’Esquilino di cui è titolare per ospitare i senza fissa dimora.
    Non è mia intenzione negare il comandamento e l’esercizio della carità né la libertà della camminata – a mo’ di pellegrinaggio – del papa per via del Corso, ma vorrei capire fin dove si possano estendere le eccezioni e cosa possa rientrare fra i cosiddetti comportamenti irresponsabili.
    https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2020-03/coronavirus-elemosiniere-grottaferrata-suore.html
    https://www.ilgiornale.it/news/roma/coronavirus-lelemosiniere-papa-apro-mia-chiesa-ai-poveri-1840383.html

    • Marco Matteucci ha detto:

      • Marco Matteucci ha detto:

        Siamo veramente alla fine e tutti coloro che in un modo o nell’altro cercano di tappare la bocca a questo sacerdote sono conniventi con l’anticristo e partigiani del diavolo.
        TUTTI! …NESSUNO ESCLUSO!

        • MARIO ha detto:

          Mi permetto di metterti in guardia, perché se per disgrazia ti sbagli, non credo che Gesù Cristo accetti molto volentieri di essere confuso col diavolo.

          • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

            ed è per questo che frequentiamo questo blog.. a dispetto di quelli come te che, con grande zelo, cercano di portarci dalla sua parte….

          • gaetano2 ha detto:

            “non credo che Gesù Cristo accetti molto volentieri di essere confuso col diavolo”.
            Essì, concordo al 100%. Chissa che scusa s’inventeranno gli idolatri di pachamama…

    • Jole ha detto:

      Grande don Minutella..non c e’ altro da aggiungere