NOBILE: COME FU DESTABILIZZATA L’ECONOMIA ITALIANA.

22 Marzo 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, Agostino Nobile ha letto i due articoli che il generale Piero Laporta ha pubblicato sul nostro blog relativi al rapimento di Aldo Moro, al quadro geopolitico in cui quel delitto si inseriva, e alle conseguenze economiche e politiche per il nostro Paese. E ne ha tratto spunto per questa riflessione, molto interessante e articolata, che volentieri sottoponiamo al vostro giudizio. Buona lettura.

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Come fu destabilizzata l’economia italiana

Ringrazio l’amico Piero Laporta per gli articoli pubblicati su SC sul caso Moro. Un fatto storico che non può essere sottovalutato né, tanto meno, lasciato nel dimenticatoio. Non voglio sostenere o smentire la tesi di Laporta, ma dal 1969 all’84 gli omicidi mirati e le stragi in Italia rappresentano un bollettino di guerra che non possiamo definire casuale. Penso, dunque, che sia bene parlarne, perché a partire da quegli anni l’Italia, nonostante le qualità imprenditoriali e artigianali, dopo alti e bassi, si trova nella criticità politica ed economica attuale.

Partendo da una prospettiva cattolica, vorrei contribuire alla riflessione avvalendomi di un articolo riportato in un mio libro pubblicato nel 2015.

Dopo la II Guerra Mondiale l’Italia era un paese in ginocchio, mancava l’essenziale e la maggior parte delle infrastrutture erano devastate. Grazie al governo guidato dal partito Democrazia Cristiana, tra gli anni cinquanta e sessanta in Italia si realizza quello che verrà definito boom economico. L’efficienza del popolo italiano e il sistema economico vincente adottato dal governo d’ispirazione cattolica, però, causò una certa preoccupazione ai poteri forti che guidavano il sistema economico nord-europeo e statunitense, definito Atlantico. Questo sistema ottenne forza, guarda caso, negli anni settanta, e si fonda sulla deregulation. Ovvero, un’economia dove, oltre ad opporsi alle regole precedenti, lo Stato  può solo guardare come spettatore. La mancanza di un’etica economica ha creato quei mostri finanziari che hanno creato la giungla monetaria delle ultime decadi. Il risultato l’abbiamo sotto gli occhi: aumento delle tasse e impoverimento dei cittadini per rimpinguare le casse delle banche.

Ma perché i poteri forti della finanza Atlantica si preoccuparono del successo italiano, tanto da definirlo miracolo economico? (come se fosse stato un miracolo e non una scelta economica razionale vincente). Lo spiega  in parte Ettore Bernabei, direttore generale della RAI dal 1960 al 1974,  nel libro intervista L’Italia del miracolo e del futuro: «In ambienti occidentali da tempo si sopportava con disagio che l’Italia, paese guidato da un partito di ispirazione cristiana, fosse diventato il quarto tra i sette paesi più industrializzati del mondo. Questo dato statistico fece apparire quanto fossero infondate le accuse, di matrice protestante massonica, da decenni rivolte ai cattolici di essere incapaci di assicurare benessere e libertà alle loro popolazioni. Il miracolo italiano aveva smentito tutti questi pregiudizi.»

Qual era il sistema economico italiano tanto detestato dai poteri forti? Quello più democratico e  più cristiano, in quanto si basa sulla distribuzione dei redditi e della ricchezza fra le varie classi sociali. Il modello economico italiano si ispirava alla Dottrina sociale della Chiesa, che ha le sue radici nella Rerum Novarum di papa Leone XIII. Il successore di Pietro voleva indirizzare il pensiero dei cattolici in economia  per difenderlo dalle ideologie che si aggiravano in Europa.

Dunque, il successo della politica economica italiana doveva essere eliminato, altrimenti avrebbe potuto espandersi negli altri paesi, togliendo il potere economico al sistema Atlantico. La prima mossa fu quella di distruggere dall’interno l’equilibrio sociale. Le quinte colonne o gli utili idioti, dipende dai punti di vista, furono i mezzi di comunicazione e gli intellettuali di sinistra. Dario Fo ne fu il principe, tanto che nel 1997 fu insignito immeritatamente del Premio Nobel per la letteratura.

A partire dagli anni ’70 le Brigate Rosse insanguinarono l’Italia. La loro opera criminale che puntava all’abbattimento dei governi di ispirazione cristiana, si concluse col rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e uomo profondamente cattolico.

I mezzi di comunicazione in un primo momento descrivevano le Brigate Rosse, di matrice marxista-leninista, più o meno come degli eroi che lottavano per il proletariato. In realtà, il processo a carico dei capi brigatisti, come conferma il giudice Rosario Priore nel libro intervista Intrigo internazionale: Perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire (Ed. Chiare Lettere, 2010), evidenzia la mano longa dei servizi segreti stranieri.

Avvalendosi delle carte processuali, Bernabei, continua: «Le B.R. erano pilotate dall’agenzia Hyperion, che aveva sede a Parigi, sotto le insegne di una scuola di lingua, e agiva in collegamento con l’organizzazione terroristica tedesca  della R. A. F. L’agenzia Hyperion (…)  rifornivano di armi, provenienti in prevalenza dal Libano, le B. R. che operavano in Italia. L’obiettivo di fondo del terrorismo in Italia era sempre quello di creare difficoltà alla Chiesa cattolica.»

Secondo alcuni osservatori Aldo Moro fu assassinato per motivi geopolitici. I governi sovietico  e americano si opponevano al cosiddetto compromesso storico. I primi temevano che l’apertura a sinistra avrebbe indebolito il Partito Comunista Italiano; gli americani temevano che il compromesso avrebbe favorito i sovietici. Ma, come dicevamo, c’era dell’altro.

Bernabei, sottolinea: «Fu calcolato che un brigatista rosso prendesse diversi milioni di lire di stipendio al mese, più vitto e alloggio, con molti extra per la dolce vita.»

Agli inizi degli anni ’90 alla RAI furono licenziati 1200 persone della dirigenza medio alta, «di queste – ricorda Bernabei – circa 1000 erano cattolici (…). Fu ritenuta una colpa l’essere cattolici. Fu una vera e propria operazione di “pulizia etnica”.»

Con l’operazione Mani pulite magistrati di sinistra con le manette facili, spinsero al suicidio alcuni imprenditori ed eliminarono definitivamente la Democrazia Cristiana. Partito certamente non esente da corruzioni, ma da quello che vediamo in Italia e nel mondo, i governi “puliti” esistono solo nella mente degli ingenui. Fatto sta che  dagli anni ’90 ad oggi, molte industrie e aziende italiane sono finite nelle mani di holding straniere, che si appropriano anche del grande artigianato lasciando agli italiani le briciole.

Dato che molti non conoscono la diffidenza che certi ambienti protestantici riservano ai cattolici, riporto un aneddoto raccontato dall’allora primo ministro Tony Blair. Quando nel 2005 designò come nuovo ambasciatore in Vaticano il cattolico Francis Campbell, nelle stanze di Downing Street ci fu molta sorpresa: «ma non va bene, è cattolico!» Avete mai sentito esclamare ad un politico italiano lo stesso commento riferendosi a un protestante? Ricordando questi fatti non vogliamo infondere astio o, peggio, ispirare nuove guerre di religione, ma consapevolezza.

Grazie a politici che disprezzano i propri paesi, i protestanti del nord hanno in mano l’economia europea, Germania in testa. I grandi paesi del sud Europa, di radici cattoliche come l’Italia, la Spagna e la Francia, annaspano. L’ortodossa Grecia se la sono già mangiata. Possiamo salvarci solo costruendo un’Europa senza pregiudizi anticattolici. Dovremmo rivalorizzare la famiglia formata da padre e madre, colonna portante della società, accogliendo la politica che ha portato l’Italia del dopoguerra tra le prime economie del mondo.

Agostino Nobile

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13 commenti

  • FABIO TORREMBINI ha detto:

    mi è difficile, numeri alla mano, commentare un articolo come questo, totalmente scentrato…., dietrologico e assolutamente privo di riscontri. Per non dire della ricostruzione storica priva di ogni fondamento e verisimiglianza…

    • Agostino Nobile ha detto:

      Gentile FABIO TORREMBINI,
      mi scusi la franchezza, ma il suo commento non ha né capo né coda. Involontariamente o meno, ripete la tattica fumosa e faziosa tanto cara alla mentalità di sinistra. Lei non spiega niente, tranne elargire parole come dietrologia, privo di riscontri, ecc. La banalità buffamente travestita di ragione! Al contrario, il mio articolo fa riferimento a persone che certamente ne sanno più di me e di lei. L’allora direttore della RAI Bernabei era molto amico del giudice Priore, e sapeva quello che diceva e scriveva. Lei, per caso, ha letto il libro del giudice che menziono nell’articolo? Forse lei ne sa più di Rosario Priore? Tanto per ricordarle di chi stiamo parlando, faccio il copia e incolla da Internet.

      Rosario Priore
      Ha compiuto le indagini preliminari relative alle organizzazioni di criminalità comune e politica di seguito elencate (a parte le associazioni sovversive e le bande armate tra il 1973 e il 1978, i processi Moro sino al quater compreso; l’attentato al Papa bis e ter); la strage di Ustica; le stragi di matrice mediorientale (Fiumicino 1973 e 1985; via Veneto 1 e 2; via Bissolati e piazza Verdi):
      Ha fatto parte delle seguenti Commissioni:
      • Commissione per l’attuazione del settore penale presso il Ministero di Grazia e Giustizia;
      • Commissione di esperti di problemi della droga presso il Ministero degli Affari Esteri;
      • Comitato Italia – Stati Uniti d’America per la Criminalità organizzata presso il Ministero dell’Interno;
      • Commissione di studi presso le Comunità Europee;
      • Commissione di indagine sulla criminalità organizzata e il terrorismo presso la Regione Lazio;
      • Commissione di studio presso la Segreteria di Stato USA;
      • Corsi di studio presso l’FBI, USA;
      • Comitato ad hoc presso la NATO per documentazione classificata su NADGE.

  • Enrico Nistri ha detto:

    Le tesi del dottor Nobile sono interessanti, ma gli studi storici mi hanno insegnato a diffidare di quella che Edward Carr chiamava “la superstizione della causa unica”. Senz’altro il miracolo economico italiano – parallelo a quelli delle altre due nazioni uscite sconfitte dalla guerra – suscitava invidie e preoccupazioni negli ambienti del protestantesimo statunitense; però ne avrebbe suscitate molte di più un’Italia in preda alla miseria, che avrebbe favorito le fortune elettorali del più forte partito comunista dell’Occidente. Resta il fatto che l’Italia della prima metà degli anni Sessanta era un paese all’avanguardia nel nucleare civile, nella ricerca petrolifera, nell’informatica, nella rete autostradale. Merito della Dc, ma anche di una popolazione che ancora condivideva certi valori, di una famiglia che ancora teneva, di maestranze che avevano voglia di lavorare anche perché memori delle ristrettezze della guerra, di ottimi tecnici formatisi in una scuola seria, che era ancora quella di Gentile e in parte di Bottai e che in cinque anni di superiori formava periti, ragionieri, geometri destinati a essere gli artefici della Ricostruzione e del Miracolo.
    Poi è venuto il Sessantotto, le cui radici sono in parte maturate anche all’interno della sinistra cattolica: basti pensare al convegno di Chiavari del 1969, che trovò ospitalità presso la Curia Vescovile su iniziativa di giovani dell’Azione Cattolica, o a un’analoga iniziativa a Firenze, presso l’Istituto Stensen di viale don Minzoni, all’epoca proprietà dei Gesuiti. In entrambi si parlò di lotta armata e di teologia della liberazione. E che dire della facoltà di sociologia di Trento, parto della Dc di Piccoli? Gli americani possono averci messo lo zampino, ma credo che ci siamo fatti del male da soli.
    Le vere colpe degli Stati Uniti risalgono secondo me agli anni Novanta, quando dopo l’eutanasia del comunismo l’Italia perse il suo ruolo vitale di baluardo difensivo contro l’espansionismo sovietico e la Chiesa cattolica perse a sua volta agli occhi degli Stati Uniti la sua funzione di “braccio morale” dell’Occidente in funzione antimarxista. Mani pulite, ma anche la stagione delle privatizzazioni, nacquero allora. E qui concordo in pieno con le opinioni del dottor Nobile.

  • Gian ha detto:

    Interessanti, come sempre, le riflessioni di Agostino Nobile.
    Personalmente, ripensando alle figure di alcuni tra i più importanti esponenti della DC, anche alla luce di quanto riportato da Piero Laporta, ammetto che sulla persona di Aldo Moro debbo rivedere parecchie delle mie convinzioni, a suo tempo inquinate dal verbo scalfariano. Con lui in vita non sarebbe potuto arrivare un Romano Prodi, lo sterminatore che, dopo averci spolpato, ancora vorrebbe interferire, con soluzioni per farci uscire dalle sabbie mobili in cui ci ha portato.
    Memorabile la sua sviolinata per accalappiarci: “Con l’euro lavoreremo un giorno di meno e guadagneremo come se avessimo lavorato un giorno di più”…

    • Paoletta ha detto:

      Volevo solo far notare che Prodi si definisce cattolico e va a Messa ogni domenica…

      • Sergio ha detto:

        Anche a 80 cerca di indurci in errore cercando di sembrare cattolico :”in 80 anni non ho mancato mai di andare a Messa”. È il vecchio trucco di chi vuole distruggere i cattolici :dichiararsi Cattolico, ma agire come se non lo fosse. Come i nostri “amici” europei %”siamo tutti Italiani”. Dicono e poi ci affossano. Anche Prodi è Europeo, anti italiano e anticattolico

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Certamente, il fatto di “rivalorizzare la famiglia formata da padre e madre, colonna portante della società” è fondamentale, lo dico da tesserato del movimento fondato da Mario Adinolfi, col quale, umilmente, si cerca di fare un lavoro in questo senso.

    Epperò, come spesso mi è capitato di segnalare, e in questi commenti mi pare sia quasi soltanto io a dirlo, pare sfuggire in che cosa, concretamente, questa “rivalorizzazione” debba consistere, per non restare semplicemente una pia intenzione. Da parte mia, come abbiamo scritto nella pagina fb del Popolo della  Famiglia Firenze, credo che la suddetta rivalorizzazione si possa fare solo e soltanto nella misura in cui famiglia diviene il primo soggetto politico, economico e sociale in senso lato:
    https://www.facebook.com/popolodellafamigliafirenze/ 
    Questa è una cosa che si può fare sviluppando l’idea del partito popolare di don Luigi Sturzo, auspicabilmente implementandola con la turbo-sussidiarietà della “Società partecipativa” secondo Dottrina sociale, l’idea di quel grande e misconosciuto intellettuale cattolico del ‘900, che è stato Pier Luigi Zampetti, proposta della quale ho parlato altre volte, quihttps://lafilosofiadellatav.wordpress.com/i-maestri-2/pier-luigi-zampetti/

    Per quanto riguarda la vecchia DC, che nel dopoguerra ci ha portati fra le prime potenze industriali del mondo, essa aveva però dentro di sé il virus del fallimento, poiché – cosa che nessuno mai dice – i suoi maggiori esponenti esprimevano, in realtà, non la Dottrina sociale della Chiesa, bensì un pensiero liberal-socialista, assolutamente prono all’edonismo della società dei consumi, che è quella che, Zampetti dixit, dopo un primo periodo apparentemente smagliante, alla lunga è quella che ci doveva rovinare. Di questo parlavo a suo tempo qui
    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2013/05/06/andreotti-il-potere-logora-chi-non-ce-lha-si-sbagliava/  

    E tanto è vero che la DC ha fallito, lo si vede dal fatto che non si è MAI, dico MAI, preoccupata di dare al popolo la cosa più importante che ci poteva essere: il buono scuola per l’effettiva libertà di educazione. Così che la sinistra, che è stata molto più furba della DC, a suo tempo ha colonizzato e monopolizzato, oltre alla magistratura, la scuola di Stato, e di questa ha fatto, al fondo, una grande base per la decerebrazione delle nuove generazioni e la captazione del loro voto, una volte giunte alla maggiore età. Ora gli ultimi governi, logicamente dal loro punto di vista, fanno andare le ultime scuole paritarie in bancarotta, cosi finalmente levano quel poco di educazione sensata che era rimasta, e sarà buio completo. Il popolo sarà così ancora più manovrabile. Se volete, c’è questa petizione online, una iniziativa odierna di suor Anna Monia Alfieri, che si è presa la missione di occuparsi di questo:https://citizengo.org/it/177769-detraibilita-integrale-delle-rette-versate-dalle-famiglie-nei-mesi-di-chiusura-delle-scuole  
    Tanto per parlare di qualcosa di pratico.

    Infine, per quanto riguarda la figura di Aldo Moro, ripeto ancora una volta quello che quasi nessuno dice: ovvero, non è questione che gli americani volessero o non volessero il compromesso storico. La vera follia l’ha infatti espressa a suo tempo la vecchia DC, e i cattolici italiani, che, loro sì in prima persona, a suo tempo avrebbero dovuto respingere con la massima fermezza e ragionevolezza la pazzia ideologica morotea – ripeto, PAZZIA IDEOLOGICA – del “compromesso storico” e delle “convergenze parallele”, paradossi che, per un cristiano, avrebbero dovuto essere facilmente riconosciute come teorie da manicomio, completamente prive di senso e di senno. Segnalo un approfondimento in merito, qui

    https://anticattocomunismo.wordpress.com/2012/05/18/moro-fu-vera-gloria-no-una-vergogna-parte2-lultimo/  

    Il fatto che una figura come Aldo Moro fosse arrivata ad essere segretario della DC, e più volte presidente del Consiglio, dà la piena misura della confusione mentale che, come una metastasi, aveva evidentemente aggredito i gangli cerebrali della DC medesima. Che senso ha infatti, per un credente in politica, che ha nel suo bagaglio culturale la Dottrina sociale, la sussidiarietà, l’autentica partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica, e che nel suo capitale politico aveva il grande successo elettorale del ’48, il voler associare il partito comunista alla gestione del potere? Altro non è, questo, che un atto rinunciatario e suicida, come giustamente, dal suo punto di vista, diceva Antonio Gramsci, già nel 1919! Avesse fatto piuttosto, la DC, la Dottrina sociale!.. Il buono scuola, in primis!… Ma è chiaro che non ne era culturalmente in grado. E noi a cinquant’anni da Moro, stiamo ancora a gingillarci, a dire quant’era bravo, e che testa pensante che era?… Ma svegliamoci una buona volta, per piacere. Basta con i falsi miti, pietà!… ne abbiamo fin troppi. 
    E perdonate la franchezza. Spero, almeno io, se non altri, di essere stato chiaro.  

    • Faramir ha detto:

      Anche negli anni in cui era molto forte, la DC non riusciva a nascondere la sua paura del PCI, di cui conosceva lo strapotere culturale e a cui permetteva enormi abusi in ambito legislativo e ammistrativo.
      La presunta “buona amministrazione” delle regioni “rosse”, l’hanno pagata le regioni “bianche” cui venivano sottratti i contributi statali per pagare le spese folli delle amministrazioni comuniste.

    • Paolo Giuseppe ha detto:

      @ Pier Luigi Tossani
      Bravo Pier Luigi. Condivido la tua posizione su Aldo Moro. Per dirla terra-terra: l’ideologia di Moro era semplicemente la conservazione del potere attraverso un’alleanza con il PCI, alleanza che in quel momento sembrava l’unica in grado di garantire la formazione di un governo stabile nel tempo.
      Con tutto il dolore per il suo assassinio, a distanza di quarant’anni mi sento di dire che, politicamente, Moro forse è stato sopravvalutato anche se, rispetto alla classe politica degli ultimi decenni, lo dovrei fortemente rivalutare.

  • Dino Brighenti ha detto:

    come si fa con satana seduto sul trono

  • Sconsolata ha detto:

    Impresa ardua la ricetta proposta dal professore. Non spiccano figure all’altezza del compito; almeno così a me pare, anche per lo scollamento dai principi della Tradizione e del Magistero.

    • PIERO LAPORTA ha detto:

      Nobile ha assolutamente ragione. Noi cattolici siamo chiamati a operare onestamente e secondo la legge di Dio, pregando incessantemente. Solo così arriverà una nuova Giovanna d’Arco e le parti avverse saranno travolte dalla violenza che essi hanno acceso. Il male divora se stesso, disse san Giovanni Paolo II, versione operativa del Non Praevalebunt. Il calendario di questo non dipende da noi, ovvio.