CORONAVIRUS E MESSA. FABIO ADERNÒ RISPONDE ALLE OBIEZIONI.

12 Marzo 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la discussione sulla messa e il Coronavirus e la posizione assunta dalla Conferenza Episcopale Italiana si è arricchita in questi giorni di numerosi interventi. Oggi pubblichiamo la risposta che l’avvocato Fabio Adernò offre al suo collega Francesco Patruno, che ieri su questo blog era intervenuto per commentare l’articolo di Fabio Adernò. Buona lettura. 

§§§

Caro Tosatti,

riscontro il contributo del collega Francesco Patruno il cui punto di vista, tuttavia, non incontra, da parte mia, ammissibilità in ordine alla questione de qua.

Nello spirito dialettico tra giuristi, dunque, ma tenendo anche conto delle competenze di ciascuno, mi permetto, sollevare – pur senza alcuna vena di polemica – alcune obiezioni in risposta a quanto osserva l’avv. Patruno, che certamente opera diligentemente nell’ambito del “diritto civile, pubblico ed amministrativo in genere, e nello specifico della contrattualistica, del diritto familiare, della giuslaboristica, della responsabilità civile e nell`ambito del diritto dell’edilizia-urbanistica” (come leggiamo sulla pagina ufficiale del sito del suo studio legale), ma al quale forse sfuggono le spigolature di natura canonistica del mio intervento, gentilmente ospitato nella Sua apprezzata Rubrica Stylum Curiae.

Procederò il più possibile sinteticamente poiché questa non è la sede opportuna per dissertazioni aulicamente ampie su questioni tecniche.

Innanzitutto va chiarito che il punto di vista dal quale si osserva la questione è non tanto genericamente giuridico quanto squisitamente canonistico ed ecclesiasticistico, e cioè tanto strettamente concernente il Diritto proprio della Chiesa Cattolica quanto quello dell’ordinamento che regola i rapporti, in Italia, tra lo Stato e la Chiesa medesima.

Per tale ragione ho espressamente escluso la questione di altri luoghi di culto potenzialmente interessati dall’applicazione del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo nel quale, all’art. 2, lettera v, si dispone «[…] Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri».

Assodato, dunque, che il punto di analisi del sottoscritto è quello prettamente cattolico, si osservava (e contestava) l’indebita ingerenza dell’autorità statuale governativa (critica peraltro richiamata e condivisa anche, tra molti, da un assai equilibrato articolo sul Corriere della Sera a firma del prof. Andrea Riccardi, cfr. https://www.corriere.it/cronache/20_marzo_08/coronavirus-sospensione-messe-cosi-c-rischio-sottovalutare-solitudine-aaa5aaa2-618d-11ea-8f33-90c941af0f23.shtml) nella questione interpretativa della norma dispositiva di cui sopra, e soprattutto si sollevava una questione di legittimità in ordine al fatto che la nota emanata nella stessa data dall’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali della CEI sosteneva di aver ricevuto “dal Governo” l’interpretazione dell’espressione “cerimonie religiose”: «L’interpretazione fornita dal Governo – si legge nel testo della nota – include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le cerimonie religiose».

Il punto che si contesta è esattamente questa supina accettazione d’una ingerenza indebita che contrasta e con la Costituzione (art. 7) e col regime concordatario vigente in Italia (Accordo, art. 2, 1 e 3), poiché – di fatto – non è la Chiesa in via libera, indipendente e autonoma che decide e dispone regolando il culto ma si uniforma ad una interpretazione fornita dal Governo che – lo ribadiamo – non ha alcuna potestà qualificativa ed esplicativa dell’espressione “cerimonia religiosa”.

D’altra parte , come nota opportunamente il prof. Riccardi nel citato articolo «La liturgia della Chiesa è una delle «cerimonie»? L’apertura dei luoghi di culto nel decreto è saggiamente condizionata all’ampiezza e alla distanza tra i presenti. Giusto evitare gli affollati funerali. Ma non si capisce, perché siano interdetti culto e preghiere, se celebrati in sicurezza. Forse non tutti i decisori penetrano il senso peculiare della messa per i credenti, di cui gli antichi martiri dicevano: «Sine Dominicum non possumus»». E continua molto logicamente: «Le Chiese in Italia non sono la setta sudcoreana, dove si prega ansimando e tenendosi per mano e dov’è avvenuto il contagio, tenuto segreto. Un aspetto serio tocca i rapporti tra Stato e Chiesa: «Ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Può lo Stato disporre sulle «cerimonie» in chiesa? Si sfiora il giurisdizionalismo, ispirato certo da prudenza ma che non considera una visione olistica della persona e della sua tenuta. È certo un vulnus in un sistema di relazioni, su cui tornare.»

La questione, dunque, è sollevata in ordine alla legittimità dell’interpretazione e alla sua successiva assunzione deresponsabilizzante da parte dell’Autorità Ecclesiastica (peraltro, in punta di diritto, solo parzialmente competente per territorio attesa la legittima e intangibile autonomia dei singoli Ordinari Diocesani per i territori loro sudditi a mente del can. 838, §4 CIC).

Infatti, la “nota” dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali non è un Decreto Generale (di cui al can. 29 CIC) e ha solo un valore esortativo e non dispositivo; tant’è che ogni singolo Vescovo – a cominciare dal Cardinal Vicario per la Diocesi di Roma – ha successivamente emanato delle norme specifiche per il territorio di sua competenza, dando prova di differenti approcci e soluzioni uniti ad apprezzabili sensibilità pastorali, ma dimostrando, al tempo, un imperante stato confusionale di congestione che affligge l’ordinamento ed il sistema normativo interno alla Chiesa.

Il collega Patruno si ferma alla cortex verborum, e ritiene che il sottoscritto ce l’abbia col Governo perché avrebbe adoperato l’espressione “cerimonie religiose”. Tutt’altro: fa bene il Governo italiano ad adoperare quella espressione generica, ma non fa bene a “interpretare da sé” quella data espressione, poiché non è suo il compito di farlo, bensì dell’Autorità Ecclesiastica, che, per converso, sbaglia ad uniformarvisi: è questo ciò che si contesta, e che qui si specifica ulteriormente per sfatare la percezione errata che l’avv. Patruno ha avuto leggendo il mio intervento.

D’altra parte va anche notato che il riferimento fatto al Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza è incongruente: nel testo richiamato, all’art. 25, si parla sì di «funzioni, cerimonie e pratiche religiose» ma «fuori dei luoghi destinati al culto ovvero processioni ecclesiastiche o civili nelle pubbliche vie», e quindi non all’interno di essi.

Parimenti, il seguente art. 26 fa esplicito rimando al precedente affidando al Questore la possibilità  «di vietare, per ragioni di ordine pubblico o di sanità pubblica, le funzioni, le cerimonie, le pratiche religiose e le processioni indicate nell’articolo precedente» dunque da intendersi sempre e solo al di fuori dei luoghi di culto, e non al loro interno, ove la giurisdizione e il regolamento spetta solo all’Autorità Ecclesiastica, non avendo in essi lo Stato (a norma di Concordato vigente, cfr. art. 5, 1-2) una giurisdizione immediata.

La questione dell’infrazione mutilante il diritto di libertà religiosa e di libertà di culto riguarda esattamente la possibilità negata – non oggettivamente proporzionata alle misure applicate in via ordinaria per altre tipologie di luoghi pubblici e contesti, quali ad esempio i bar e i ristoranti (dove, peraltro, in linea di principio le modalità di contagio sono teoricamente esponenziali) – di accedere al libero esercizio del culto pubblico, costringendo di fatto i fedeli cattolici alla sola preghiera personale e domestica, magari fruendo di pur lodevoli iniziative virtuali proposte da più realtà ecclesiali (come la Messa in diretta su YouTube o su altri canali social), in anomala contrapposizione con l’intima natura collettiva-comunitaria-assembleare della Chiesa.

Ritengo sia sofistico sostenere che non vi è lesione del diritto di libertà religiosa e, dal punto di vista canonico, della Libertas Ecclesiae, nel momento in cui, da una parte, il Governo dispone e interpreta esso stesso la norma senza averne diritto, e dall’altra la Conferenza Episcopale nazionale si rimette a tale interpretazione applicando in modo pedissequo la misura restrittiva del culto pubblico all’interno delle Chiese, costringendo di fatto i fedeli a non poter fruire ordinariamente dei mezzi salvifici la cui amministrazione non può in alcun modo essere contingentata poiché risponde ad un bene infinitamente superiore, sovraordinato e indisponibile che, com’è arcinoto, è la salus animarum.

Il collega Patruno, infatti, sembra non cogliere la cogenza imperativa della norma di chiusura del Codice canonico che peraltro, anche se non fosse stata positivizzata, varrebbe ugualmente poiché è disposizione divina del Fondatore e Capo Invisibile della Chiesa: essa impone che in qualsiasi circostanza non vengano meno i mezzi spirituali, come d’altra parte conferma tutta la storia e la prassi disciplinare sacramentale della Chiesa.

Fa sicuramente piacere, a tal proposito, che l’avv. Patruno ricordi pagine di manzoniana memoria e di storia ecclesiastica lombarda, tuttavia è proprio quell’esempio che dimostra il punto di vista necessariamente differente tra ordine temporale e ordine spirituale: se la Chiesa avesse ubbidito alle disposizioni secolari non avrebbe dovuto amministrare i sacramenti, chinarsi sui corpi purulenti degli appestati, gestire i lazzaretti, benedire gli infermi col Santissimo Sacramento, e dunque, in ultima analisi, avrebbe dovuto abbandonare il popolo di Dio al suo destino umano senza alcun genere di conforto per le anime. E invece, grazie al Cielo, non lo fece. E quelle anime, oggi, sono certamente in Paradiso.

La Chiesa cattolica – come ricordava stamattina Lorenzo Bertocchi su La verità (p. 13) – non può analogarsi ad una qualsiasi onlus o agenzia che “ubbidisce” alle disposizioni dello Stato, principalmente perché se ad oggi queste sono motivate da ragioni di salute pubblica, domani potranno essere fondate su altri e ben più opinabili motivi, ma aperto il varco, la frattura è segnata; specie se si considera la ben più significativa inquietante gravità che, in modo risalente, la disposizione governativa si basa su indicazioni della Organizzazione Mondiale della Sanità, che com’è noto non è certo in linea coi principi dottrinali e le posizioni morali della Chiesa Cattolica circa la salute corporale e le questioni sanitarie (contraccezione, controllo delle nascite, eugenetica, fecondazioni, etc.).

Provvidenzialmente, però, anche Papa Francesco, nell’omelia della S. Messa di ieri trasmessa in diretta dalla Cappella della Casa Santa Marta, ha ricordato che occorre ai sacerdoti «il coraggio di uscire e andare dagli ammalati, portando la forza della Parola di Dio e l’Eucaristia, e accompagnare gli operatori sanitari, i volontari, in questo lavoro che stanno facendo».

Tale dichiarazione di altissima rilevanza è in controtendenza con l’atteggiamento assunto dalla CEI e indicato alle singole Diocesi del territorio nazionale, ma anche con le recenti disposizioni di chiusura della Basilica di San Pietro, che invece avrebbe dovuto restare aperta sia per garantire il culto sia per permettere ai fedeli di non avere serrate le porte del cuore della Cristianità.

«Signore, da chi andremo?» dice la Sacra Pagina. E la posizione critica del mio intervento è fondata su questa insita preoccupazione, fortunatamente condivisa a più voci.

Leggiamo, infatti, di notizie tragiche per lo spirito e le coscienze, come il presidio poliziesco dei luoghi di culto (cfr.  https://lanuovabq.it/it/gli-agenti-presidiano-le-chiese-ecco-la-polizia-religiosa), ma che sono preoccupanti anche da un punto di vista giuridico, perché sottendono ad un affiorante e preoccupante clima neo-giurisdizionalista.

Condivido, infatti, le preoccupazioni di Bertocchi nel suo articolo odierno su La verità e mi spiace molto che il collega Patruno non abbia colto il nocciolo della questione, che non è solo di carattere formale, ma sostanziale.

Anche lo stesso richiamo ad una presunta gerarchia delle fonti di riferimento non è condivisibile, innanzitutto perché le norme concordatarie hanno un rango superiore alle leggi richiamate in quanto frutto di accordo tra ordinamenti primari, ma soprattutto perché il principio pattizio che è stato costituzionalizzato all’art. 7 della Costituzione ha fissato forme di riserva in uno specifico ius singularis prevalente sulle norme costituzionali generali interferenti nella disciplina della stessa categoria di rapporti, riconoscendo dunque il principio ordinante e superiore dello stare pactis.

Non è questa la sede per discettare sulla natura dell’art. 7 della Carta Costituzionale; basti tuttavia qui rilevare che la richiamata Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo non può derogare al principio pattizio, essendovi, per l’appunto, una esplicita riserva nell’ordinamento costituzionale dello Stato (e non tanto nella Costituzione formale). Il collega m’insegna, infatti, che proprio a ragione della riserva di legge del sistema concordatario, in Italia non si applica alle sentenze ecclesiastiche di nullità la l. 218/1995 circa i criteri per l’individuazione del diritto applicabile e disciplina l’efficacia delle sentenze e degli atti stranieri (cfr. Cass. civ., sez. I, 20.11.2003, n. 17595 e Cass. civ., sez. I, 2.8.2007, n. 16999).

Le obiezioni che sottopone il collega Patruno, dunque, non sono congruenti alla natura del problema posto in risalto, che verte – come ritenevo fosse già pacifico e come comunque qui confido di avere ulteriormente esplicitato – sull’origine della disposizione e sull’applicazione che se n’è fatta in Italia, quando al contrario vi erano soluzioni adottabili ben meno gravose per le coscienze dei fedeli, ad oggi smarriti e confusi, e alla ricerca di occasioni di preghiera.

Spiace constatare l’impietoso confronto con l’atteggiamento assunto sulla stessa materia dall’Episcopato polacco (cfr. https://infovaticana.com/2020/03/10/respuesta-del-episcopado-polaco-al-coronavirus-mas-misas-dominicales/?fbclid=IwAR1TOekVXmh82XGaeB9__afSjpdrdFsakKJxwt9bOVEMRH9YJFEgGb3m0g8 ), del tutto opposto a quello italiano e, spiace dirlo, di gran lunga più in linea con uno dei canti firmi del pontificato di Papa Francesco, cioè l’apertura, la prossimità, in una Chiesa figurata come “ospedale da campo” che si “china sui fedeli feriti”, in chiave teologico-esistenzialista prima ancora che sociale.

Tale interpretazione è ulteriormente ribadita dalle parole del Santo Padre nel suo messaggio che oggi aprirà il momento di preghiera della Diocesi di Roma con uno specifico atto di impetrazione e affidamento alla Madonna del Divino Amore (cfr. https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/coronavirus-papa-francesco-messa-divino-amore-angelo-de-donatis.html ).

Si vorrà anche forse impedire, in questo clima di profondo timore poliziesco che viviamo, ai sacerdoti di portare l’Ostia Santa agli ammalati o il divino conforto ai moribondi in nome di una disposizione della pubblica sanità, applicando draconianamente magari dell’art. 27 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza, mentre bar e ristoranti rimangono aperti e fruibili, quantunque con le note restrizioni? Si ritiene forse che i fedeli e i pastori siano così irresponsabili e incoscienti da voler il male del prossimo andando a Messa o pregando il Signore in una Via Crucis, pur mantenendo le precauzioni igieniche? Cosa avrebbe impedito di far sì che si evitassero le concelebrazioni di modo che ciascun sacerdote celebrasse la propria Messa a beneficio dei fedeli, moltiplicando così il numero delle celebrazioni fruibili anziché consentire solo quelle senza popolo? Perché mai – come ha scritto Bertocchi – trovarsi nelle surreali condizioni nelle quali «la libertà del caffè sembra superare la libertà religiosa» visto che «se per uscire di casa occorre autodichiarare che si va a fare la spesa… si prende forse la multa se si dice che si vuole andare a chiacchierare con un prete?» o, aggiungo io, col Padreterno e accedere alla comunione eucaristica?

L’approccio del collega Patruno – che rispetto come ogni opinione diversa dalla mia – è però limitato ad una visione giuridico-positivista, in ultima analisi, di stampo razionalista, poiché esclude ex ante il dovere della Chiesa di provvedere alle cure per l’al di là, non lasciando tuttavia alla sanità quelle per l’al di qua, in una visione unitaria d’un vero e sano umanesimo cristiano.

Ma soprattutto mi risulta del tutto incondivisibile l’ultima affermazione dell’avv. Patruno (che evidentemente racchiude lo spirito del suo punto di osservazione), vale a dire la relativizzazione, anzi più precisamente la minimizzazione del problema della mancata partecipazione alla Messa e la conseguente ordinaria privazione della Comunione eucaristica riportando esempi peraltro assai discutibili da un punto di vista storico-ecclesiastico. Al di là del fatto che la privazione della Comunione eucaristica per il fedele, ordinariamente, è una sanzione, va ricordato che le limitazioni del culto che le alterne vicende della storia hanno imposto in talune contingenze ai cristiani sono sempre state subìte dalla Chiesa sotto forma di persecuzione e di martirio, e mai scelte in modo deliberato con spirito relativista o arrendevole.

“Sine Dominco non possumus” hanno testimoniato con intrepida fede i 49 Martiri di Abitene nel 304, e per tale motivo il loro sangue e la loro testimonianza risuona ancora oggi come esempio luminoso e imprescindibile, insieme a quello dell’infinita teoria di Martiri e i Santi che non hanno mai derogato o abiurato ai principi di Diritto Divino in nome dell’osservanza delle leggi statali.

Se sciaguratamente si dovesse privare il Cristianesimo di tale natura “eroica”, lo svuoteremmo della sua essenza. E allora sì che una Messa in più o una Messa in meno non farebbe la differenza. Ma – fortunatamente per chi ci crede e, forse, un po’ meno per il collega – non è e non può essere così. Il problema è vero e tangibile, e non è per nulla falso. E non c’è nessuna attenuante né vi può essere alcuna indulgenza verso un sistema che, in modo subdolo, applica una “sospensione tecnica” delle libertà individuali e dei diritti di Dio.

Nessun rancore, ma capiamoci.

Fabio Adernò

§§§

Il sole ieri 11 marzo 2020 su piazza San Pietro. Cortesia di don Salvatore Lazzara.

 




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62 commenti

  • Gabriele ha detto:

    Per tirarci un po’ su di morale ☺ Un ragazzino canta il gregoriano 😃 un segno di speranza in questi tempi bui ☺

    https://m.youtube.com/watch?v=ja2YSV5w41E&feature=youtu.be

  • Sconsolata ha detto:

    Ad avvenuta dichiarazione di pandemia, la CEI ci invita ad una preghiera collettiva, con drappi e candele alle finestre, il 19 prossimo. Alla buon’ora! (preciso a favore di qualche purista: non ho consultato la Crusca).
    Commetteremo peccato se non allestiremo … la scenografia suggerita?
    Ma che ansia pastorale!!! Finora siamo stati. forse, in trepidante attesa di “ordini superiori” non sapendo di dover pregare, in trepidante attesa di una loro autorizzazione a procedere temendo di sbagliare… ?
    Ci sarebbe da piangere; ma meglio riservare la nostra pietà per le vittime in ogni forma di questo flagello ed offrire le nostre limitazioni di ogni genere per il bene dell’umanità e del nostro amato Paese!
    Basteranno i 7 giorni che ci separano dall’ Ora X a riportare i dormienti al risveglio completo???
    https://www.chiesacattolica.it/in-preghiera-per-il-paese/
    Scusate il pungente sfogo.

    • Maria Cristina ha detto:

      menomale che almeno non ci chiedono di lanciare i palloncini colorati . 🙂

    • Adriana ha detto:

      Drappi ? Abbonderanno quelli arcobaleno…

      • Maria Grazia ha detto:

        Anche in momenti drammatici la chiesa Italiana cerca di imporre “la spettacolarizzazione” della preghiera, oltre che pubblica, anche privata.

        • Marco Tosatti ha detto:

          C’è un aggiornamento del Post, che riguarda Roma…

          • Sconsolata ha detto:

            Grazie per il suo servizio permanente, effettivo, dott. Tosatti.
            Ho inviato commento all’aggiornamento.

  • Sconsolata ha detto:

    La sfida apertis verbis – addirittura attraverso VaticanNews.va – di un prete che non teme di essere fermato a Roma con le maniere forti. È tedesco. Bisognerebbe sapere se Santa Maria dell’Anima, di cui è rettore, rientra nella giurisdizione della CEI.
    Non ho trovato però conferma alla notizia sul sito vaticano.
    https://gloria.tv/post/2tsaXvzGkzdSBGktMfxkeTbHj

  • Michele ha detto:

    Caro Mario, anche le aurore boreali sono spiegate dalle leggi dell’elettromagnetismo, eppure la Madonna a Fatima predisse tale fenomeno come segno dell’inizio della sciagurata II guerra mondiale; certo era un fenomeno di dimensioni eccezionali, ma lei è sicuro che sia normale la formazione di questi cristalli esagonali di ghiaccio in una giornata di clima primaverile come quelle attuali?
    Riguardo al 1200 e al medioevo in genere, il principio di realtà valeva (contra factum non valet argumentum) pur con tutti i limiti dovuti alle minori conoscenze.
    Oggi pur di non credere in Dio si crede a tutto ignorando la realtà fattuale.
    Le sembra normale la frequentazione di maghi, fattucchiere e affini da parte di larga parte della popolazione di ogni censo? (cattolici, illuminati atei e scettici compresi); l’atteggiamento fideistico nei confronti di una minorenne senza alcuna competenza scientifica riguardo al clima? (Dal dopoguerra ad oggi la CO2 è aumentata in maniera LINEARE da 2,.. a 3,.. parti per milione mentre le temperature hanno avuto 2 PICCHI di alte temperature seguiti da 2 abbassamenti per avere temperature mondiali stabili negli ultimi 15 anni, -cfr intervento prof. Rubbia al Senato-; conosce qualcuno in grado di produrre vino nel sud dell’Inghilterra come durante l’optimum di temperature medievali…: DOVE SAREBBE LA CORRELAZIONE TRA CO2 E TEMPERATURE propagandata da chi sfrutta una minorenne in maniera vergognosa?)
    Si potrebbe continuare per ore: la credulità attuale ai temi politicamente corretti propinata in maniera martellante dai media e dal circo delle celebrità è molto più perniciosa (anche per il nostro benessere materiale) dell’atteggiamento di chi con umiltà cerca di scrutare i segni dei tempi e si pone in atteggiamento critico nei confronti della realtà.
    Anziché scandalizzarsi per una possibile interpretazione sbagliata di eventuali segni dal cielo sarebbe meglio preoccuparsi del lavaggio del cervello di massa effettuato scientificamente negli ultimi decenni per farci accettare provvedimenti contro il bene comune che mai avremmo accettato sino a pochi anni fa: eutanasia, utero in affitto…
    Crede che i signori illuminati difenderanno la dignità della sua persona se le dovesse capitare di essere in un ospedale dove qualcuno decide che la sua vita non è degna di essere vissuta?
    Ha mai letto dell’applicazione delle leggi eutanasiche in Olanda e Belgio dove si viene uccisi per banali patologie solo perché deboli e non produttivi?
    Abbia maggiore rispetto di chi preoccupandosi delle cose del Cielo -magari sbagliando- non arreca alcun danno al bene comune e, fidandosi delle leggi di Dio della cui provvidenza cerca i segni, difende anche lei che sa tanto di cristalli esagonali.

    • MARIO ha detto:

      A scanso di equivoci, veda le mie precisazioni nelle risposte al commento da lei criticato.
      Pace e bene.

      • Michele ha detto:

        Caro Mario, io scrivo rarissimamente sui blog, non sono quindi informato sulle varie persone che vi scrivono.
        È evidente che mi riferivo agli argomenti espressi da un tale che si firma Mario (nome molto comune prima dell’invasione dei nomi anglosassoni celebranti le divinità hollywoodiane) e non ad una persona specifica che non posso conoscere.

        Concordo con Stefano Raimondo che la conoscenza e la descrizione scientifica di un fenomeno non esclude che la causa prima sia Divina: sappiamo spiegare la formazione di un un’arcobaleno ma questo non impedito a Dio di sceglierlo come segno della sua Alleanza con noi; se lo vogliamo intendere.
        Gli esempi sono tanti, Gesù stesso ammoniva i farisei che stoltamente non sapevano-volevano leggere i segni dei tempi.
        Nessuno può affermare o escludere con certezza che il segno apparso sul Vaticano sia Divino; viste le profanazioni dell’Eucaristia consentite dalla Chiesa negli ultimi anni (Amoris Laetitiae, intercomunione, spettacoli lgbt nelle cattedrali…) e le direttive dei pastori per la sola salute del corpo, propendo per il Segno Divino.

        Come ho scritto i fatti di credulità ottusa e di superstizione che dovrebbero scandalizzare sono ben altri, e sono tanti. Troppi.

        O.T. Se va a Medjugorje, o è devoto della Madonna, preghi-preghiamo per l’Italia, in particolare perché il Signore confonda chi vuole firmare la sciagurata riforma del MES per impoverire e svendere definitivamente il paese che ospita la sede del Vicario di Cristo; paese che è stato faro di civiltà e cultura per secoli nonostante i limiti e i peccati di tutti noi e che ci vede, anche in questi giorni di prova, falsamente stigmatizzati come simbolo di inaffidabilità e di bassezze umane da chi -erede e custode di interessi e culture gnostiche e massoniche, nate in paesi protestanti (o laicisti come la Francia), avvelenati da pregiudizi secolari- dovrebbe criticamente esaminare la propria storia non così luminosa come propagandano istituzioni internazionali ed europee o mass media come cnn, new york times…, scritti minuscoli non a caso.
        Pace e bene anche da parte mia

  • silvano ha detto:

    Caro Tosatti,
    avevo trovato le argomentazioni dell’avv. Patruno abbastanza deboli; leggendo questa replica dell’avv. Adernò sono rimasto, invece, allibito per l’inconsistenza della tesi sviluppata.
    Anzitutto vi sono considerazioni del tutto fuori contesto: ad esempio, l’avv. Adernò non può, nel criticare l’atteggiamento dei Vescovi, far riferimento alla “libertà del caffè”. Questo è un approccio critico che può valere nel sindacato delle scelte discrezionali dello Stato: non si capisce perché la messa sì e il caffè no; ancor più, non si capisce perché i centri estetici e i parrucchieri solo ora. Ma questo rilievo va fatto, semmai, allo Stato (se si fatica a comprendere come mai il giro di vite su attività lavorative e attività economiche è stato più graduale); di sicuro non c’entra nulla la CEI, che si è occupata di guardare al proprio ambito di competenza e non, evidentemente, ai bar e alle tavole calde.
    Dal punto di vista giuridico, l’avv. Adernò sembra dolersi (non tanto del provvedimento statale in sé, quanto) dell’interpretazione dell’espressione “cerimonie religiose”, fornita dal Governo e supinamente accettata dalla CEI. Ebbene, tanto il diritto italiano (preleggi) quanto il diritto canonico, hanno come criterio guidante e inderogabile per l’ermeneutica della legge il senso letterale/proprio delle parole e quello derivante dalla loro connessione. Il termine “cerimonia” ha un preciso significato nella lingua italiana e quando aggettivato con “religiosa”, non può che ricomprendere la “cerimonia” per eccellenza che si chiama Messa. La competenza interpretativa, dunque, non era del Governo o della CEI, ma del vocabolario italiano. Dipoi, è noto a tutti che l’unico soggetto legittimato a fornire l’interpretazione autentica di una norma è lo stesso soggetto che l’ha emanata: pertanto, se la CEI ha voluto togliersi eventuali dubbi sul significato che il Governo intendeva attribuire a “cerimonie religiose”, non poteva che fare interpello al Governo.
    Il dato più grave, però, è che in questa inutile e discutibile dialettica para-forense, il nostro avvocato dimostra di non aver nemmeno letto bene la famosa “nota” della CEI. Vi si legge, infatti,
    a) “la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie le misure attraverso le quali il Governo etc…”
    b) “L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare…la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica”.
    Le parole del comunicato sono dunque chiare: la Chiesa Italiana non si è “sottomessa” all’ordine del potere civile, ma si è confrontata ed ha collaborato col potere civile, “accogliendone” i provvedimenti (non per obbedienza ad un potere alieno, ma) per contribuire alla salute pubblica: “volontà di fare”.
    Ora, si può sindacare quanto si vuole sulla soluzione prescelta (del Governo e della CEI), ma agli atti non c’è un “obbedisco”, ma un “accolgo”, “perché voglio fare la mia parte”. Altro è un sindacato sul merito, altro un sindacato su un “conflitto di poteri”. Qui non risulta alcun conflitto: gli atti documentano una volontà della Chiesa di dare attuazione a una misura ritenuta necessaria dal Governo, peraltro secondo un principio di sintonia tra i poteri insegnato da Leone XIII nella sua Immortale Dei:
    “Ma poiché l’uno e l’altro potere si esercitano sugli stessi soggetti, e può accadere che una medesima cosa, per quanto in modi diversi, venga a cadere sotto la giurisdizione dell’uno e dell’altro, l’infinita Provvidenza divina, dalla quale sono stati entrambi stabiliti, deve pure aver composto in modo ordinato e armonioso le loro rispettive orbite, poiché “le autorità che esistono, sono stabilite da Dio” (Rm 13,1). Se non fosse così, nascerebbero spesso motivi di contrasti e di conflitti; e non di rado l’uomo dovrebbe restare turbato ed esitante, come di fronte a un bivio, incerto circa la via da scegliere, nel caso in cui gli giungessero ordini contrari da parte delle due potestà, al cui imperio non potrebbe sottrarsi senza venir meno al proprio dovere”.
    Quanto fatto dalla CEI attesta la volontà di orientare (pur dolorosamente, lo dice la stessa nota) i fedeli – che sono anche cittadini – lontani da quel “bivio” di cui parla Leone XIII, tenuto conto che la scelta del Governo, seppur sindacabile/opinabile/migliorabile, non è né irrazionale né esercizio di istanze repressive della fede cattolica. Nell’adeguarsi, la CEI ha messo i puntini sulle “i” e ha reso noto al Governo di farlo per sua libera determinazione.
    Riterrei che un avvocato, che impegna la propria autorevolezza professionale di fronte al pubblico, avrebbe il dovere di attenersi a ciò che risulta dagli atti, non affidandosi a proprie congetture o a letture parziali degli stessi.
    Un saluto cordiale.
    SC

    • Adriana ha detto:

      SILVANO ,
      dal momento che vocaboli come ” percezione ” e
      ” discernimento” sono diventati di attualità assoluta e tassativa ,secondo la mia modesta opinione , la maggior parte della gente ha piena ” percezione ” che nella Gerarchia i don Abbondio abbondano e che è assai difficile ” discernervi ” un Fra’ Cristoforo .

    • MARIO ha detto:

      Concordo pienamente.

  • Sconsolata ha detto:

    Rilievi quanto mai pertinenti e da pari a pari all’argomento in discussione.
    Per quel che mi riguarda sono immensamente grata al dott. Tosatti che ha ospitato un simile contraddittorio, permettendoci una verifica delle convinzioni personali basata su assunti di insospettabile fondamento.
    Propongo il seguente stralcio di un articolo del 6 marzo scorso, pubblicato su “Formiche.net”, dal titolo: ”La Chiesa alla prova del coronavirus (che sbarca in Vaticano)”, ad integrazione di quello richiamato dall’avv. Adernò che riporta il parere del dott. Andrea Ricciardi circa le misure adottate dalla CEI in questa emergenza. A riprova del dissenso che si registra anche nel cosiddetto “fronte dei progressisti”. Dissenso ignorato dai media e dalle Rassegne stampa, solitamente solerti ed abili ad evidenziare e stigmatizzare le voci dissonanti di quelli che vengono etichettati come “tradizionalisti” e conservatori”.
    I COMMENTI DEGLI OPINIONISTI
    Subito dopo le decisioni prese dalla Chiesa italiana, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi si è detto amareggiato, in un commento pubblicato sul quotidiano La Stampa. Lo storico ha infatti rinvenuto “un forte segnale di paura, ma anche l’espressione dell’appiattimento della Chiesa sulle istituzioni civili”. “Le chiese non sono solo ‘assembramento’ a rischio, ma anche un luogo dello spirito: una risorsa in tempi difficili, che suscita speranza, consola e ricorda che non ci si salva da soli”, ha spiegato Riccardi, aggiungendo che “il libero trovarsi insieme nella preghiera sarebbe stato ben altro messaggio”.
    Posizione a cui si sono associati anche lo storico Alberto Melloni, che su La Repubblica ha additato ai vescovi la colpa di una “pigrizia burocratica di troppo” e della necessità di indossare “abiti virtuosi che sono misurati sempre e solo dalla credibilità di chi li indossa”, o il priore della Comunità monastica di Bose Enzo Bianchi. “Ma siamo sicuri che la chiesa adottando, contro il possibile contagio del coronavirus, misure che impediscono liturgie, preghiere e addirittura funerali partecipati dalla comunità, sia solidale con chi soffre, ha paura e cerca consolazione? Un cristiano non sospende la liturgia!”, ha cinguettato Bianchi su Twitter. Lo stesso ha fatto il settimanale Tempi, con un duro commento del direttore Emanuele Boffi.
    LA DIVINIZZAZIONE DELLA SCIENZA E IL RUOLO DELLA FEDE
    Più moderato, ma sulla stessa onda, lo storico Franco Cardini, che su La Stampa ha rilevato che “una volta durante le epidemie si organizzavano novene e processioni per invocare la protezione divina, oggi si chiudono le chiese”, e che per questo “manca una riflessione più ampia”. “Aver reciso il cordone con il sacro ha portato ad assolutizzare l’individuo e ciò spiega perché ci comportiamo da bambini sciocchi davanti al coronavirus”, è l’analisi del medievista Cardini.
    “Spesso viviamo come in una bolla, che ci fa sentire al riparo dai colpi della vita”, ma “le circostanze a volte scombinano i nostri piani e ci chiamano bruscamente a rispondere”, ha scritto invece il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón, in una lettera inviata al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana. “Le nostre piccole o grandi ideologie, le nostre convinzioni, perfino quelle religiose, sono messe alla prova”, mentre “ il nemico con cui ci troviamo a combattere non è appena il coronavirus, ma la paura”. Perciò “quello di cui abbiamo bisogno è intercettare persone che incarnino questa vittoria”, ha affermato Carrón.

  • Alessandro ds ha detto:

    Il “Diritto e la Legge” sono 2 cose diverse, è per questo che si chiama “diritto canonico” e non “legge canonico”.
    È una piccola sottigliezza che però fa molta differenza a livello giuridico.

  • Mario ha detto:

    @Sconsolata
    «Foto appropriata e più eloquente di ogni altro commento. Per ora.
    Imparare a leggere i segni, anche quelli che potrebbero sembrare insignificanti. Grazie a Dio, innanzitutto.
    Buona giornata, nel segno del sole e del messaggio trasmesso dalla foto!».
    Ma quale segno? Ma per favore, siamo nel 2020 e non nel 1200 e c’è davvero da essere “sconsolat…i” a leggere certe cose.
    Si tratta semplicemente di un cosiddetto “alone di 22°” è un tipo particolare di alone nient’altro che un fenomeno ottico che forma un cerchio di 22° attorno al Sole o, più raramente, attorno alla Luna.
    Si forma quando la luce solare è rifratta da milioni di cristalli di ghiaccio esagonali sospesi nell’atmosfera e orientati in tutte le direzioni.

    • Sconsolata ha detto:

      Per carità: sono certa che le sue conoscenze scientifiche non la faranno cadere nello sconforto. E mi fa piacere. Non intendo turbare le sue certezze e la sua serenità. Speriamo riesca a trasmetterle con la medesima disponibilità anche al “prossimo” suo nello spazio reale.
      Non sono la sola ad essere rimasta impressionata da una tale immagine e non me ne vergogno, né è mia intenzione imporre una mia personale lettura di quello che da esperto quale si mostra definisce “fenomeno ottico”.
      È consentita libertà di interpretazione ad un’ignorante in materia, senza alcuna pretesa di diffondere verità scientifiche, che – in momenti diversi dall’attuale – approfondirei con ricerche mirate?
      Al limite: sarebbe consentito anche a me un qualche “sogno”?
      Perché non ha risposto a me direttamente? per dare maggiore evidenza alla differenza culturale (???) fra noi?
      È forse lei il Mario che fino ad alcuni mesi concludeva i commenti con l’augurio di “Pace e bene”? In caso affermativo costato che ha dismesso un tratto significativamente francescano. In caso contrario: le mie scuse preventive per tale appunto.

      • MARIO ha detto:

        Cara Sconsolata (non suona bene questo incipit, ma fa lo stesso…),
        sono il Mario del famoso “Pace e bene” (saluto poi dismesso, perché generalmente rispedito al mittente…) e che interviene spesso su questo blog.
        Il commento sopra non è stato postato da me, ma o da un mio omonimo o più probabilmente da qualcuno (N.B.?) che ha voluto farmi lo scherzetto… (con riferimento probabilmente alla mia passione per Medjugorje o al mio ultimo post di ieri…).
        Pace e bene.

    • MARIO ha detto:

      Adesso un secondo segno: è sbucato all’improvviso un altro MARIO… Ma questo ha più l’aria della burla che del miracolo (a meno che N.B. non sia anche dotato di poteri soprannaturali…).

    • Luca Antonio ha detto:

      Mario sono d’accordo – anche perche’ questa chiesa adultera non merita alcun segno – ma vorrei stimolare una riflessione: per Sconsolata e’ un segno divino, per me e Lei un fenomeno ottico dovuto alle condizioni esposte ma abbiamo la certezza che vi fossero i cristalli di ghiaccio ? , abbiamo verificato che tutte le condizioni necessarie al fenomeno fossero presenti ?, e poi anche se fosse al 100% tutto verificabile e verificato Sconsolata, in un’ottica di fede avrebbe comunque la scappatoia: perche’ proprio adesso che molti fedeli soffrono per la mancanza dell’eucarestia?.
      Anche all’interno di un quadro fenomenico perfettamente spiegabile la domanda della tempistica rimane, prenda il fulmine caduto sul vaticano subito dopo le dimissioni di Benedetto, si puo’ considerare una banale coincidenza oppure, come credo io in questo caso , un segno divino ?, entrambe le ipotesi avevano sul momento la medesima legittimita’ , dipendeva dal preambolo mentale dell’osservatore.
      Poi il tempo puo’ , a volte, confermare , come nel caso del divisivo e quindi doloroso pontificato di bergoglio, o smentire ma anche qui lo scettico rimarra’ scettito , infatti non posso provare che il fulmine fosse annunciatore dei guai che stanno travagliando la chiesa, posso solo dire che vedendo la saetta sul cupolone ho pensato : Dio non e’ contento, guai in vista per il vaticano.

    • Milli ha detto:

      Guardi che non è così raro che Dio mandi dei fenomeni naturali particolari come segno. Poi chi vuole intendere intende.
      A me personalmente è successo diverse volte.
      Sig. Mario, lei che conosce bene Maria Valtorta, cosa apparve nel cielo dopo la nascita di Maria Santissima? Era solo un caso?

      • stefano raimondo ha detto:

        Beh, che un evento sia verificabile e/o misurabile e/o spiegabile non esclude che esso possa essere un segno divino. Cosa c’entra la descrizione del fenomeno con la causa prima? (Sempre ammesso che tale spiegazione sia esatta e non sia contraddetta in futuro, peraltro). Tutto è “mosso” da Dio. Per chi ci crede, ovviamente. Poi se uno non crede in Dio, è un altro discorso.

    • EquesFidus ha detto:

      Va bene, tu vai a credere alla falsa profetessa Valtirta, noialtri pensiamo ai segni di Dio, il quale può operare anche nella storia e nellanatura (ché poi, il “miracolo del Sole” di Fatima fu un’altra cosa, tanto più che avvenne al momento esatto in cui era profetizzato).

      • Milli ha detto:

        Che la Valtorta sia falsa è una sua opinione.

        • MARIO ha detto:

          Brava Milli, glielo dica a questi increduli… Pace e bene.

        • EquesFidus ha detto:

          Purtroppo, è anche della Chiesa; mi dispiace, ma è così. Al massimo, la sua opera può essere considerata pia letteratura, ma nulla più. Di certo, non sono scritti profetici, men che meno vincolanti alcunché. Se invece della Valtorta, che difendete come un idolo, pensaste ai veri santi? Ce ne sono a centinaia: San Francesco di Sales, Santa Caterina da Siena, San Giovanni Bosco, Santa Maria Faustina kowalsja ecc… La Valtorta non compare fra questi.

          • MARIO ha detto:

            Riguardo all’opera maggiore della Valtorta, Pio XII disse: “Stampatela così com’è. Chi legge capirà.”
            Suggerimento amichevole: prova a leggerla, e capirai…

          • EquesFidus ha detto:

            Peccato che sia stata condannata dal Sant’Uffizio (incluso il card. Ratzinger negli anni ’80) e inserita, a suo tempo, nell’Indice (che ha ancora un valore morale, a tutt’oggi), e che non esista da nessuna parte un documento ufficiale che attesti quanto sostenete riguardo a S.S. Pio XII. Ribadisco: perché perdere tempo a leggere un’opera condannata dalla Chiesa, quando fior di santi hanno scritto testi sicuramente più illuminanti ed ortodossi? Poi certo, ognuno può credere a ciò che gli pare, ma l’auto-derogarsi da quanto affermato all’autorità preposta e la non osservanza dei decreti in tema di fede e di morale non è cattolico, bensì protestante.

  • Adriana ha detto:

    Interessante risposta che porta a sceverare tra Fede e Superstizione , Fede profonda e Adesione esteriore e , da ultimo , tra Fede e Rifiuto della medesima – ma oculatamente celato anche a sé stessi – .

  • Faramir ha detto:

    La “prassi disciplinare sacramentale” è, per un cattolico, “cogente”, come dice bene il nostro esperto.
    Nulla da obiettare da parte mia.
    L’importante è che qualche furbacchione non voglia impormi la sua.
    Io al momento mi attengo a quella che mi propone il Vicario di Cristo in terra, Papa Francesco.

    • Rosaria ha detto:

      Ancora crediamo che Bergoglio sia il papa vero? Non è bastata la profanazione e la demolizione della dottrina? Crediamo che il coronavirus sia un caso? Non capisco quando apriremo gli occhi.

      • stefano raimondo ha detto:

        Dici bene, Rosaria. Ma tieni presente che gli adepti di Bergoglio sono nervosi perché si aspettavano chissà quali riforme. Sul coronavirus potresti avere ragione: così come l’AIDS è stato visto da qualcuno come una punizione per gli omosessuali, il virus attuale potrebbe costituire una punizione più generalizzata, che riguarda appunto tutta l’umanità.

        • Faramir ha detto:

          Personalmente non offendo mai nessuno e mi sembrerebbe giusto essere ricambiato con la stessa moneta.
          Non sono un “adepto di Bergoglio”, ma un semplice cattolico che pensa sia giusto e doveroso rispettare il Papa.
          Non mi aspetto nessuna riforma particolare, e non ho nessuna intenzione di fare altarini strani.

          • Milli ha detto:

            Sono contenta per lei che non si farà strani altarini casalinghi, purtroppo io ho descritto ciò che è successo durante una cerimonia nei giardini vaticani e , successivamente, dentro la chiesa di Santa Maria in Traspontina. Cose volute e accettate da Bergoglio.

          • Marco Tosatti ha detto:

            C’è un aggiornamento del Post, che riguarda Roma…

          • stefano raimondo ha detto:

            Beh, “adepto” mi pare meno offensivo di “furbacchione”. Vedo comunque che hai la coda di paglia: ciò non infirma bensì conferma quel che ho sopra detto, e cioè che siete nervosetti… Comunque sia, il pontificato volge al termine: io mi gusto l’agonia di questo papato e le disillusioni dei modernisti rimasti a bocca asciutta. 🙂

    • Milli ha detto:

      Signora Faramir, allora può anche mettersi un bell’altarino in casa dedicato alla Pachanama e al Rio delle Amazzoni ,accendergli le candele e prostrarsi . Questo hanno fatto l’autunno scorso in Vaticano, se va bene a lei….

  • Maria Grazia ha detto:

    Dopo la “carnevalata” dell’esibizione di costumi amazzonici nelle Chiese romane, ecco che domenica scorsa (2° di Quaresima) in un parrocchia francese, si è pensato bene di far esibire i fedeli in costumi carnevaleschi durante la Messa quaresimale, con il solito silenzio-assenso della Santa Sede.
    Vi allego il video di riferimento riportante la profanazione della Santa Messa nella sua interezza.
    https://gloria.tv/post/a4R9PaojUGwq2knq1k7EjPtAs

  • Borghese pasciuto ha detto:

    Fate una cosa, allora: chiudetevi tutti in chiesa a dissertare di diritto canonico vs legge dello stato.
    Per la sicurezza di noi persone sensate, tuttavia, ci starete almeno quindici giorni in quarantena.
    Quanti rosari potrete sgranare!

    • Maria Cristina ha detto:

      e magari usciti dopo quindici giorni dalla chiesa gli “sgranarosari” si accorgono di essere gli UNICI SOPRAVVISSUTI….. mentre tutti i borghesi ben pasciuti sono dipartiti…

  • Marco Matteucci ha detto:

    §1. Non vi farete idoli, non vi erigerete immagini scolpite o alcuna stele e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa; poiché io sono l’Eterno, il vostro DIO.

    §2. Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io sono l’Eterno.

    §3. Se vi comportate secondo i miei statuti osservate i miei comandamenti, e li mettete in pratica,

    §4. io vi darò le piogge nella loro stagione la terra darà i suoi prodotti e gli alberi della campagna daranno i loro frutti.

    §5. La trebbiatura durerà fino alla vendemmia e la vendemmia durerà fino alla semina; mangerete a sazietà il vostro pane e abiterete al sicuro nel vostro paese.

    §6. Io farò regnare la pace nel paese; vi coricherete e nessuno vi spaventerà; farò sparire dal paese le bestie cattive e la spada non passerà per il vostro paese.

    §7. Voi inseguirete i vostri nemici, ed essi cadranno davanti a voi trafitti dalla spada.

    §8. Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila, e i vostri nemici cadranno davanti a voi trafitti dalla spada.

    §9. Io mi volgerò verso di voi, vi renderò fecondi e vi moltiplicherò, e confermerò il mio patto con voi.

    §10. Voi mangerete del vecchio raccolto, conservato a lungo e sgombrerete il vecchio per far posto al nuovo.

    §11. lo stabilirò la mia dimora in mezzo a voi e non vi rigetterò.

    §12. Camminerò tra di voi e sarò il vostro DIO, e voi sarete il mio popolo.

    §13. lo sono l’Eterno, il vostro DIO, che vi ho fatto uscire dal paese d’Egitto, perché non foste più loro schiavi; ho spezzato il vostro giogo e vi ho fatto camminare la testa alta.

    §14. Ma se non mi date ascolto e se non mettete in pratica tutti questi comandamenti,

    §15. Se disprezzate i miei statuti e l’anima vostra rigetta i miei decreti, non mettendo in pratica tutti i miei comandamenti e rompendo il mio patto,

    §16. a mia volta, farò questo a voi: manderò contro di voi il terrore, la consunzione e la febbre, che vi consumerà gli occhi e farà languire la vostra vita; e seminerete invano la vostra semente, perché la mangeranno i vostri nemici.

    §17. Volgerò la mia faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai vostri nemici; quei che vi odiano vi domineranno, e vi darete alla fuga senza che alcuno vi insegua.

    §18. E se neppure dopo questo mi darete ascolto, io vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.

    §19. Spezzerò l’orgoglio della vostra forza, renderò il vostro cielo come ferro e la vostra terra come rame.

    §20. La vostra forza si consumerà invano, perché la vostra terra non darà più i suoi prodotti, e gli alberi della campagna non daranno più i loro frutti.

    §21. E se vi comportate come miei nemici e non volete darmi ascolto io vi colpirò sette volte di più con piaghe secondo i vostri peccati.

    §22. Manderò contro di voi le fiere della campagna, che rapiranno i vostri figli, stermineranno il vostro bestiame, vi ridurranno a pochi e renderanno le vostre strade deserte.

    §23. E se nonostante queste cose non vi correggete per tornare a me, ma con la vostra condotta

    §24. vi comportate come miei nemici, anch’io diventerò nemico vostro, e vi colpirò sette volte di più per i vostri peccati.

    §25. E farò venire contro di voi la spada che eseguirà la vendetta del mio patto; voi vi raccoglierete nelle vostre città, ma io manderò in mezzo a voi la peste e sarete dati in mano al nemico.

    §26. Quando vi toglierò il sostentamento del pane, dieci donne cuoceranno il vostro pane in uno stesso forno e razioneranno il vostro pane, distribuendolo a peso; voi mangerete, ma non vi sazierete.

    §27. E se nonostante tutto questo non mi darete ascolto, ma vi comporterete da miei nemici,

    §28. anch’io diventerò vostro nemico pieno d’ira e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati.

    §29. Mangerete la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie.

    §30. Io distruggerò i vostri alti luoghi, abbatterò i vostri idoli e getterò i vostri cadaveri sulle sagome senza vita dei vostri idoli; e vi detesterò.

    §31. Ridurrò le vostre città in deserti, devasterò i vostri luoghi sacri e non aspirerò più l’odore soave dei vostri profumi.

    §32. Devasterò il paese; e i vostri nemici che vi abiteranno rimarranno sbalorditi.

    §33. Disperderò voi fra le nazioni e trarrò fuori la spada contro di voi; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte.

    §34. Allora la terra godrà i suoi sabati per tutto il tempo in cui rimarrà desolata e voi sarete nel paese dei vostri nemici; così la terra si riposerà e godrà i suoi sabati.

    §35. Per tutto il tempo che rimarrà desolata avrà il riposo che non ebbe nei vostri sabati, quando voi l’abitavate.

    §36. A quelli di voi che scamperanno infonderò nel cuore sgomento nel paese dei loro nemici: il fruscìo di una foglia agitata li metterà in fuga; fuggiranno come si fugge davanti alla spada e cadranno senza che alcuno li insegua.

    §37. Inciamperanno l’uno nell’altro, come davanti alla spada, senza che alcuno li insegua; e non potrete resistere davanti ai vostri nemici.

    §38. Perirete fra le nazioni e il paese dei vostri nemici vi divorerà.

    §39. I superstiti tra di voi si struggeranno a motivo della loro iniquità nel paese dei loro nemici; e si struggeranno pure a motivo delle iniquità dei loro padri.

    §40. Ma se confesseranno la loro iniquità e l’iniquità dei loro padri, nelle trasgressioni che commisero contro di me e anche per essersi comportati come miei nemici,

    §41. da indurmi ad essere loro nemico e a portarli nel paese dei loro nemici; se il loro cuore incirconciso si umilierà e accetteranno la punizione della loro iniquità,

    §42. allora io mi ricorderò del mio patto con Giacobbe, mi ricorderò del mio patto con Isacco e del mio patto con Abrahamo e mi ricorderò del paese;

    §43. Poiché il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà desolato senza di loro; così essi accetteranno la punizione della loro iniquità per aver disprezzato i miei decreti e aver avuto in avversione i miei statuti.

    §44. Nonostante tutto questo, quando saranno nel paese dei loro nemici, io non li disprezzerò e non li detesterò fino al punto di annientarli del tutto e di rompere il mio patto con loro; poiché io sono l’Eterno, il loro DIO;

    §45. ma per loro amore mi ricorderò del patto stabilito con i loro antenati, che feci uscire dal paese d’Egitto sotto gli occhi delle nazioni, per essere il loro DIO. Io sono l’Eterno».

    §46. Tali sono gli statuti, i decreti e le leggi che l’Eterno stabilì fra sé e i figli d’Israele, sul monte Sinai, per mezzo di Mosè. (Levitico §26 1-46)

  • Iginio ha detto:

    Si dice “in puntO di diritto, in puntO di fatto”, non “in punta” (come se stessimo parlando di forchette)

    • Sconsolata ha detto:

      Se la correzione è indirizzata a me, ringrazio.
      Errare humanum est.
      Non avevo effettuato alcun controllo. Certo che anche lei, però, ha impiegato 24 ore prima di correggermi, mentre continuava ieri a pubblicare commenti… a getto continuo.
      E…strano non mi abbia corretto l’avvocato…
      Spero non si sia offesa qualche forchetta… Scherzo, ovviamente…

      • Iginio ha detto:

        Veramente mi riferivo al testo dell’avvocato qui sopra… Che peraltro condivido nei contenuti.

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    Vera lectio magistralis, TUTTO QUI:

    https://opportuneimportune.blogspot.com/2020/03/a-peste-fame-et-bello-una-meditazione.html?m=1#more

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Lezione magistrale dell’avv. Adernò. Grazie!… Vado a conservarla nel mio archivio delle cose importanti, che poi, quando c’è bisogno, utilizzo. In effetti, per l’uomo, il ragionamento sulla verità è una delle cose più appaganti che ci siano.

    Anche ieri ci eravamo detti molte cose, oggi vorrei riprenderne una di quelle che fanno sintesi del tutto. Cioè, va visto se consideriamo Cristo, e quindi l’Eucaristia, un “optional”, da limitare, contenere e gestire secondo le circostanze, oppure no. Se consideriamo Cristo un optional, un accessorio, allora, da questo approccio della CEI di sospendere VOLONTARIAMENTE, ancorché indebitamente – come ha ben spiegato Adernò – le Messe, che, se non vado errato, non c’era mai stato in 2000 anni di storia, ne consegue che da ora in poi, in teoria, come ha detto Adernò oggi, e ricordavo anch’io ieri, si potrebbero sospendere le Messe per qualunque motivo, sotto qualunque regime. 

    Anzi, di più: visto che a questo punto le Messe sono diventate un accessorio, ne consegue anche che, finita l’emergenza virus, non varrebbe nemmeno la pena di riprenderle… non stiamo a prenderci in giro. E allora tanto varrebbe chiudere le chiese una volta per tutte, e, approfittando della circostanza, farla finita una volta per tutte con queste ridicole “superstizioni medievali”, visto che infine questa fede non c’entra con la vita, e poi dopotutto ci sono molte cose importanti da fare: abbiamo da lavorare, insomma l’economia, la politica, poi per riprenderci dalle fatiche ci vuole la palestra, poi l’aperitivo, insomma non è che possiamo stare dietro all’armamentario barocco della chiesa cattolica, eccetera. Basta. Fine.
    Allora, la conclusione è che, come è sempre stato, su Cristo, non ci sono mezze misure: o sì (sia pure con tutte le ragionevoli cautele, ma in libertà di fede e culto), o no. Sono scelte.

    Un’ultima cosa importante: ho assistito, domenica mattina scorsa, a una messa sostitutiva in tv, perché mi trovavo in una zona già ristretta, anche al culto. Devo dire che, pur osservando il precetto, al fondo io non sono una persona molto religiosa, e anche che, più passa il tempo, più il Novus Ordo mi pesa. Però, quello che mi dà molto fastidio, come credo a tutti, è essere preso per i fondelli. Allora, più ripenso a com’è andata questa faccenda, man mano che passano i giorni, più questa faccenda delle messe sostitutive in tv, con la stucchevole mega-ipocrisia buonista e para-igienista connessa, mi irrita grandemente. Vedo che le facce falsamente contrite e i discorsi di circostanza mi annoiano mortalmente. Allora, visto che il precetto è sospeso, sono tentato di fare a meno del penoso surrogato. 

    Con l’occasione, segnalo che ieri ho raccolto su un unico articolo del mio blog, con tutti i link attivi, le cose che ho scritto ieri su SC, citando quanto di meglio avevo trovato un rete, sul tema in argomento, raccolte in un mini-dossier:

    https://lafilosofiadellatav.wordpress.com/2020/03/11/dossier-messe-coronavirus-il-meglio-dal-web/

  • Luca Antonio ha detto:

    “La chiesa cattolica…..non può analogarsi ad una qualsiasi onlus o agenzia che “ubbidisce” alle disposizioni dello Stato, principalmente perché se ad oggi queste sono motivate da ragioni di salute pubblica, domani potranno essere fondate su altri e ben più opinabili motivi, Ma APERTO IL VARCO LA FRATTURA E’ SEGNATA”
    Ottimo articolo ma bastava questo.
    E si metta l’anima in pace avvocato, nessun uomo di chiesa lottera’ per invertire la rotta.

  • Stefano ha detto:

    Scusate l’off topic, ma l’immagine del sole sopra piazza S.Pietro da dove viene?

  • Boanerghes ha detto:

    Mi raccomando, Alessandro DS, prendi nota di tutti gli articoli citati, perché ti mancavano nei tuoi interventi

  • Romanus Sum ha detto:

    Il virus non obbedisce le leggi umani, solo quelle divine. Quindi il Conte, chi pensa di essere?

    E quando mai la Repubblica ha dato al Presidente del Consiglio i poteri maggiori dei quelli presi da il Mussolini?

    Mi pare un peccato gravissimo di ubbedienza servile, come dice S. Tommasso di obbedire un superiore quando agisce ultra vires.

    • Agostino ha detto:

      E pensare che questo signore, si fa per dire, umiliò pubblicamente Salvini (cosa mai accaduta prima) anche per via di quella frase infelice sui “pieni poteri” che non era nel senso di una megalomania dittatoriale, come invece fu stata fatta passare. E ora assistiamo proprio al contrario. Che dire, ogni giorno che passa questo personaggio venuto dalle nebbie del nulla, sembra muoversi secondo un piano preordinato che ha a che fare eccome con poteri sovranazionali europei, americani e vaticani. Quei poteri che oltretevere erano riconducibili al gruppo di San Gallo con il Card. Achille Silvestrini degno esponente, tutti ispiratori di questo nuovo corso autodistruttivo della Chiesa Cattolica. Ma la Giustizia divina prima o poi arriva. Possano essi bruciare fra le fiamme dell’inferno luogo di destinazione finale per gli scomunicati che scientemente ed ostinatamente hanno rifiutato la salvezza della propria anima.

      • MARIO ha detto:

        “Possano essi bruciare fra le fiamme dell’inferno…”. Lei è peggio del Padre Eterno. Speriamo che, nei momenti di bisogno come questi, non chiami lei a farGli da aiutante.

        • Agostino ha detto:

          Naturalmente mi riferivo agli comunicati della mafia di San Gallo e di tutti coloro che scientemente hanno aderito al complotto cospirativo, anche con il Papa ancora in carica, per favorirne uno che non fosse di 200 anni più indietro, come la stessa Chiesa, secondo costoro. E ciò in barba alla profetica Costituzione di S.Giovanni Paolo Il sulla elezione del Romano Pontefice (che invece ha corazzato la Santa Chiesa rendendone invalido il pontificato frutto di quelle pratiche). Ma lei caro signore si è superato definendomi “peggiore del Padre Eterno”. Come se il Padre Eterno essendo giusto Giudice sia da considerare ingiusto e cattivo quando condanna alla pena eterna nel “fuoco inestinguibile” della “geenna” dove vi è “pianto e stridore di denti”. Per chiudere: la mia era una osservazione su certi amici e protettori di Conte. Tutto qui.

  • DON ETTORE BARBIERI ha detto:

    La ringrazio, avvocato. Articolo che conferma ampiamente quanto ho cercato di esprimere nei miei commenti al testo dell’avvocato Patruno.

  • Sconsolata ha detto:

    Foto appropriata e più eloquente di ogni altro commento. Per ora.
    Imparare a leggere i segni, anche quelli che potrebbero sembrare insignificanti. Grazie a Dio, innanzitutto.
    Buona giornata, nel segno del sole e del messaggio trasmesso dalla foto!

    • Nicola Buono ha detto:

      Come dice giustamente Maria Santissima in tante Apparizioni nel mondo ( molto spesso a Medjiugorje) ” Ma voi non ci fate caso…..”