L’ATTACCO DI RE A ZEN. OCCHI CINESI SPIEGANO CHI E PERCHÈ…

29 Febbraio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un amico cinese che vive in Italia e ben conosce sia il mondo cinese che quello vaticano, ci ha reso partecipi di una sua riflessione sui recenti avvenimenti, rivelati da La Nuova Bussola Quotidiana, e sottolineati dalla lettera di solidarietà che l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto al cardinale Joseph Zen.

Riassumiamo con parole nostre quanto detto dall’amico cinese, che ha voluto anche in qualche dettaglio drammatizzarla un po’. E facciamo nostro il senso della sua riflessione.

Secondo una lettera scritta dal mons. Viganò al card. Josef Zen per esprimergli la solidarietà, il card. Giovanni Battista Re avrebbe indirizzato una lettera a tutti i cardinali con cui accusava il prelato cinese. Il fatto sarebbe ben significativo. Perché

La persona Bergoglio si sarebbe sentita seriamente accusata dal card. Zen, anche se il prelato cinese aveva scritto a tutti i cardinali citando soltanto il nome di Pietro Parolin sui temi della fallimentare politica vaticana verso la Cina.

Perciò l’autore del famoso accordo con Pechino deve esser stato lo stesso Bergoglio.

Visto che solo Bergoglio ha la possibilità di mobilitare il decano del Collegio cardinalizio e usarlo per contrattaccare il card. Zen

La dinamica dell’evento sarebbe interessante e spettacolare. Si potrebbe immaginare un Parolin accusato ed indebolito, rattristato e infuriato. Lo stesso si sarebbe recato da Bergoglio con le lacrime agli occhi, per chiedere un chiarimento di responsabilità e la protezione della sua reputazione, possibilmente con la minaccia di lasciare il suo incarico di Segretario di Stato.

Mentre Bergoglio, che sa bilanciare bene il pro e contro, avrebbe preferito proteggere Parolin, mentre mobilizzando il decano per accusare il card. Zen, già emarginato, ben consapevole che questo modo proteggere l’esecutore della sua volontà significa proteggere se stesso.

Anche perché sarebbe ben chiaro a tutto il mondo che il vero bersaglio dell’accusa espressa dal card. Zen con la sua lettera a tutti i suoi confratelli cardinali era proprio lo stesso Bergoglio, anche se l’apparente accusato era il povero Parolin.

Così, si è cominciato ad intravedere il vero protagonista del “film” che andrebbe manifestandosi sempre di più. Guarderemo il seguito del film con curiosità.

Un proverbio cinese dice 引蛇出洞Yin She Chu Dong – indurre il serpente ad uscire dal suo nascondiglio cavo.

Perciò il card. Zen conosce bene anche la saggezza cinese, oltre a quella cristiana.

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20 commenti

  • Enzo ha detto:

    @ Tossani

    Buongiorno, grazie per l’articolo (su cui avrei qualche riserva, specie dove salta a piè pari alcuni passaggi della lettera di papà Benedetto sui punti che ci interessano).
    In realtà il mio dubbio non riguardava il merito delle affermazioni del card. Re, ma il tenore della missiva che non mi pare in alcun modo “aggredire” il card. Zen né contenere inviti a isolarlo.

  • PG ha detto:

    Il circo bergogliano ormai non stupisce più nessuno, è solo ridicolo.

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    Il male divora se stesso; lo disse S. GPII.
    Aspettiamo e preghiamo.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Orro-Re.

    L’accordo sino-vaticano mi ricorda il patto Molotov-Ribbentrop.

  • Enzo ha detto:

    https://www.radiospada.org/2020/02/il-card-re-ratzinger-ha-approvato-accordo-cina-vaticano-e-parla-di-documenti/

    Testo della lettera

    Signor Cardinale,

    Con riferimento ai vari interventi pubblici del Card. Joseph Zen Ze-kiun, S.D.B., e in particolare alla lettera del 27 settembre 2019, che il Vescovo emerito di Hong Kong ha inviato a noi membri del Collegio cardinalizio, sento il dovere di condividere alcune considerazioni e di offrire elementi che favoriscano una serena valutazione di questioni complesse riguardanti la Chiesa in Cina.
    Desidero anzitutto far risaltare che, nell’approccio alla situazione della Chiesa cattolica in Cina, c’è una profonda sintonia di pensiero e di azione degli ultimi tre Pontefici, i quali – nel rispetto della verità – hanno favorito il dialogo tra le due Parti e non la contrapposizione. In particolare essi avevano in mente la delicata e importante questione della nomina dei Vescovi.

    Cosi San Giovanni Paolo II, se da una parte favorì il ritorno alla piena comunione dei Vescovi consacrati illecitamente nel corso degli anni a partire dal 1958, e nel contempo fu suo desiderio sostenere la vita delle comunità “clandestine” che erano guidate da Vescovi e sacerdoti “non ufficiali”, dall’altra promosse l’idea di pervenire a un Accordo formale con le Autorità governative sulla nomina dei Vescovi. Tale Accordo, la cui stesura ha preso molto tempo, più di un ventennio, è stato poi firmato a Pechino il 22 settembre 2018.

    Il Card. Zen varie volte ha affermato che sarebbe stato meglio nessun Accordo piuttosto che un “brutto Accordo”. I tre ultimi Pontefici non hanno condiviso tale posizione e hanno sostenuto e accompagnato la stesura dell’Accordo che, al momento attuale, è parso l’unico possibile.

    In particolare, sorprende l’affermazione del Porporato che «l’accordo firmato è lo stesso che Papa Benedetto aveva, a suo tempo, rifiutato di firmare». Tale asserzione non corrisponde a verità. Dopo aver preso conoscenza di persona dei documenti esistenti presso l’Archivio Corrente della Segreteria di Stato, sono in grado di assicurare a Vostra Eminenza che Papa Benedetto XVI aveva approvato il progetto di Accordo sulla nomina dei Vescovi in Cina, che soltanto nel 2018 è stato possibile firmare.

    L’Accordo prevede l’intervento dell’autorità del Papa nel processo di nomina dei Vescovi in Cina. Anche a partire da questo dato certo, l’espressione “Chiesa indipendente” non può più essere interpretata in maniera assoluta, come “separazione” dal Papa, così come avveniva in passato.

    Purtroppo, c’è lentezza nel trarre in loco tutte le conseguenze che discendono da tale cambiamento epocale sia sul piano dottrinale che su quello pratico e permangono tensioni e situazioni dolorose. È impensabile, d’altra parte, che un Accordo parziale – l’Accordo tocca, infatti, solo il tema della nomina dei Vescovi – cambi le cose quasi in maniera automatica e immediata anche negli altri aspetti della vita della Chiesa.

    Il Card. Zen, valutando gli “Orientamenti Pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del Clero in Cina”, del 28 giugno 2019, scrive: «Si firma un testo contro la fede e si dichiara che l’intenzione è di favorire il bene della comunità, un \evangelizzazione più adeguata, la gestione responsabile dei beni della Chiesa. Questa norma generale è ovviamente contro ogni principio di moralità. Se accettata, giustificherebbe l’apostasia» (vedi “Dubia”). Gli “Orientamenti Pastorale”, al contrario, sono stati pensati proprio per salvaguardare la fede in situazioni talmente complicate e difficili da porre in crisi la coscienza personale.

    Il Porporato, poi, nella sua lettera parla anche dell’ «uccisione della Chiesa in Cina da parte di chi dovrebbe proteggerla e difenderla dai nemici» e, in particolare, in un’intervista, si rivolge ai cattolici con queste parole: «attendete tempi migliori, tornate alle catacombe, il comunismo non è eterno» (“New York Times”, 24 ottobre 2018). Si tratta, purtroppo, di affermazioni molto pesanti che contestano la stessa guida pastorale del Santo Padre anche nei confronti dei cattolici “clandestini”, nonostante che il Papa non abbia mancato di ascoltare ripetute volte l’Em.mo Cardinale e di leggere le sue numerose missive.

    Caro confratello, questo sofferto intervento del Card. Zen ci aiuta a comprendere quanto sia ancora difficile il cammino della Chiesa in Cina e quanto complessa la missione dei Pastori e del Santo Padre! Siamo, pertanto, tutti chiamati a unirci strettamente a Lui e a pregare intensamente affinché lo Spirito Santo lo sostenga e sostenga le comunità della Chiesa cattolica in Cina, che pur nella sofferenza da lungo tempo mostrano la loro fedeltà al Signore, nel cammino della riconciliazione, dell’unità e della missione a servizio del Vangelo.

    Augurando ogni bene, cordialmente saluto

    Card Re

    Dov’è l’attacco?

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Mi scusi, non è per offenderLa, ma Lei è Enzo Bianchi che non capisce?

      • MARIO ha detto:

        Padre Luis, leggendo i suoi commenti, io mi chiedo spesso se per caso ha ragione lei o Gesù Cristo quando, durante l’Ultima Cena, dice:

        “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
        Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.” (Gv 13, 34-35).

        Oltre ai 10 Comandamenti dati a Mosè per il popolo ebraico, Gesù ne da uno “nuovo” (potremmo dire l’undicesimo) per la sua Chiesa.
        Ma noi, io compreso, ce ne dimentichiamo troppo spesso…

        • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

          E quindi mi confronta con Nostro Signore. Quindi io non amo, secondo Lei, perche corrego qualcuno…tra le 7 opere della Vera Misericordia, quindi, Vero Amore, correggere chi sbaglia. Anche credo che si è sbagliato, ancora Lei, magari voleva farmi il commento dalla mia risposta ieri 29.2 alle 10.10 am nel commento all’ articolo che Marco pubblicò del Dtt. Ettore Gotti Tedeschi, dove semplicemente li corregevo d’ invece andare cercare la Treccani per pretendere correggere Gotti Tedeschi, doveva andare alla fonte che lui stesso indicò a Rafael Brotero. Magari si è sentito chiamato da altro commentarista che nominò a coloro che non sapendo (come me) d’ economia perfino andarono alla Treccani, e quindi Lei ci si domanda se ho raggione io contraposto al Signore, in questo mio commento al Sgre
          Enzo…quindi non centra. Essendo pure una correzione per il Sgre. Enzo. Ma è possibile che un’ arcivescovo come Carlo Maria Viganò non avresse capito la letterina del giovanni re, e si mettesi a scriverli al confratello Card. Zen e avremo bisogno di rileggere il montaggio del re come fa qui sopra Sgre. Enzo, che non ha capito ‘l’attaco”?. Senta adesso qui 5.00 del mattino li scrivo davanti il Santissimo Sposto…non sarebbe possibile se Lui non m’ amasse, se io non L’ amassi, se non ci fosse il Vero Amore, d’ approffitare da qualche mese fa questo spazio straordinario che ci consente Marco Tosatti, e guardi che solo lo faccio qui, per dire la mia da Sacerdote amante ed amato da Nostro Signore. Si faccia la domanda invece proprio Lei. Se è il Vero Amore di Dio, che si fonda appunto nei 10 Commandamenti, quando interviene commentando…perche per esempio andare a dare retta a Rafael Brotero che domandò a Gotti Tedeschi dove si trovava quell’ affermazione e lui la precissò, ed ancora lei che come me non sa d’ economia ha avuto il coraggio di contestare l’ economista di prestiggio mondiale, solo perche trovò nella Treccani un piccolo commentino fatuo, e corse a commentare…questo sarebbe il vero amore per un fratello della portata di Gotti Tedeschi?. La benedico con Nostro ” Amor de los amores”, cantiamo qui.

        • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

          Caro Mario, pure questo altro esempio di VERO AMORE:

          https://opportuneimportune.blogspot.com/2020/02/jam-foetet-lazzaro-come-figura-della.html?m=1

    • Pier Luigi Tossani ha detto:

      https://www.lanuovabq.it/it/lok-alle-chiese-indipendenti-e-una-ferita-al-cattolicesimo

      “Da un punto di vista dottrinale, il passaggio più problematico della lettera al Sacro Collegio del Cardinale Giovanni Battista Re, attuale Decano del Collegio cardinalizio, sulla questione dell’Accordo tra Cina e Santa Sede è di certo questo: «L’Accordo prevede l’intervento dell’autorità del Papa nel processo di nomina dei Vescovi in Cina. Anche a partire da questo dato certo, l’espressione “Chiesa indipendente” non può più essere interpretata in maniera assoluta, come “separazione” dal Papa, così come avveniva in passato». Il Cardinale decano fa presente ai confratelli porporati che «purtroppo, c’è lentezza nel trarre in loco tutte le conseguenze che discendono da tale cambiamento epocale sia sul piano dottrinale che su quello pratico e permangono tensioni e situazioni dolorose. E’ impensabile, d’altra parte, che un Accordo parziale – l’Accordo tocca, infatti, solo il tema della nomina dei Vescovi – cambi le cose in maniera automatica e immediata anche negli altri aspetti della vita della Chiesa».

      Si tratta di affermazioni pesanti come macigni, sulle quali ci si augura che qualche cardinale prenda posizione, se non altro per chiedere al loro confratello di essere più esplicito.

      Di quale “cambiamento epocale” sul piano dottrinale e pratico stiamo parlando? E può esistere un cambio epocale dottrinale?

      Dalle sue parole, pare che si tratti di una rivoluzione circa il concetto di “Chiesa indipendente”, che in passato veniva intesa «in maniera assoluta», mentre oggi evidentemente lo si deve intendere in maniera più sfumata.

      Il Cardinal Re poi cerca di rassicurare i destinatari della sua lettera, sottolineando che l’attuale accordo firmato tra la Chiesa e la Repubblica Popolare Cinese non è che il coronamento del processo avviato da Giovanni Paolo II e continuato da Benedetto XVI, il quale «aveva approvato il progetto di Accordo sulla nomina dei Vescovi in Cina, che soltanto nel 2018 è stato possibile firmare».

      Occorre avvertire il lettore che secondo la sintattica curialese, questa affermazione non significa che l’Accordo approvato da Benedetto XVI sia lo stesso siglato da papa Francesco, bensì che Ratzinger ha approvato un progetto, mentre Bergoglio ha firmato un Accordo. Sull’identità del primo scritto con il secondo non è dato sapere, soprattutto fino a quando l’Accordo continuerà a rimanere occultato.

      Quando poi si va a leggere la lettera che Benedetto XVI aveva inviato il 27 maggio 2007 ai cattolici cinesi, ci si accorge che evidentemente nemmeno lui aveva capito la svolta epocale di cui parla il Cardinal Re, capace di trasformare una chiesa indipendente in una Chiesa in comunione con il Papa.

      Benedetto XVI aveva dichiarato come non corrispondente alla dottrina cattolica «la pretesa di alcuni organismi, voluti dallo Stato ed estranei alla struttura della Chiesa, di porsi al di sopra dei Vescovi stessi e di guidare la vita della comunità ecclesiale». Ed aveva stigmatizzato l’attuazione dei «principi di indipendenza e autonomia, autogestione e amministrazione democratica della Chiesa», presenti nell’art. 3 della Chinese Catholic Patriotic Association, perché «inconciliabile con la dottrina cattolica, che fin dagli antichi Simboli di fede professa la Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica”». La conseguenza di questo articolo di fede, non suscettibile di svolte epocali, è che «la predicazione del Vangelo, la catechesi e l’opera caritativa, l’azione liturgica e cultuale, nonché tutte le scelte pastorali, competono unicamente ai Vescovi insieme con i loro sacerdoti nella continuità permanente della fede, trasmessa dagli Apostoli nelle Sacre Scritture e nella Tradizione, e perciò non possono essere soggette a nessuna interferenza esterna». Chiediamo al Cardinal Re che tutto sa, se sia presente anche questo nell’Accordo siglato nel 2018.

      Che Benedetto XVI fosse estraneo all’idea della legittimità di una chiesa indipendente, lo dimostra anche il seguente richiamo alla comunione e all’unità quali «elementi essenziali e integrali della Chiesa cattolica», con la conseguenza logica che «il progetto di una Chiesa “indipendente”, in ambito religioso, dalla Santa Sede è incompatibile con la dottrina cattolica».

      Nell’orizzonte ecclesiologico cattolico esistono solo Chiese particolari, la cui «comunione con la Chiesa universale, rappresentata dal Successore di Pietro, non è un complemento esterno alla Chiesa particolare, ma uno dei suoi costitutivi interni» (Congregazione per la Dottrina della fede, Su alcuni aspetti della Chiesa intesa come comunione, n. 17), e non chiese indipendenti. Il Cardinal Re lo sa molto bene, ma se nella sua lettera ai cardinali evita di parlare di chiese particolari per insistere sul concetto d’indipendenza della chiesa cinese, è segno che si tratta di una evidente discontinuità con la dottrina cattolica.

      La Nota esplicativa del 27 maggio del 2007 è poi tornata su questo punto delicato, mettendo in evidenza che Benedetto XVI aveva ben presente la situazione di tensione presente tra i cattolici cinesi»; e precisava però che lo stesso Papa intendeva sottolineare come «tale dolorosa situazione non è stata provocata da diverse posizioni dottrinali ma è frutto del “ruolo significativo svolto da organismi, che sono stati imposti come principali responsabili della vita della comunità cattolica” (n. 7)». Ora le finalità dichiarate di questi organismi, «in particolare quella di attuare i principi di indipendenza, autogoverno e autogestione della Chiesa, non sono conciliabili con la dottrina cattolica. Questa interferenza ha dato luogo a situazioni veramente preoccupanti. Per di più, i Vescovi e i sacerdoti si sono visti molto controllati e coartati nell’esercizio del proprio officio pastorale».

      Alla luce di queste linee guida richiamate da Benedetto XVI, è evidente che le affermazioni del Cardinal Re risultano inaccettabili, proprio per il fatto che esse chiamano in causa una svolta epocale dottrinale; diventa perciò necessario esigere che l’Accordo siglato nel 2018 sia reso noto almeno a tutti i Cardinali.

      L’affermazione che l’indipendenza di una Chiesa non può più essere interpretata come separazione dal Papa apre due scenari inquietanti. Il primo è che la comunione con il Papa non venga più considerata un costitutivo interno della comunione delle Chiese particolari con la Chiesa universale; il secondo è che sia proprio il Papa ad approvare una chiesa indipendente, lasciando sostanziale carta bianca ai vescovi nominati dal Regime, e da lui solo formalmente accettati. Ma in questo caso non di comunione si tratterebbe, ma di complicità del Papa stesso, che avrebbe ceduto de facto su un punto importante della dottrina”.

      • Sherden ha detto:

        Caro Tossani, chissà se Enzo e Mario commenteranno mai questo suo illuminante intervento…

        • Pier Luigi Tossani ha detto:

          caro Sherden,

          non interessa quello che faranno Tizio, Caio o Sempronio.
          L’ottimo intervento non è mio, ma di Luisella Scrosati. Io, spesso, mi limito a citare menti ben più dotate della mia. Ma va benissimo così: l’importante è che certe cose siano dette .

  • TITTOTAT ha detto:

    Ravvedetevi finché siete in tempo, ridate la Cattedra a B16.

    • Pier Luigi Tossani ha detto:

      @Tittotat

      ..abbi pazienza… “ridate” chi?… non vedi che ti manca il soggetto?… La Storia non torna MAI indietro. Se stiamo sul pezzo è meglio.

  • Marco Matteucci ha detto:

    “E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.” (Rm. 1,28-31)

  • Mons.Ics ha detto:

    Mah ! considerare Parolin un povero piagnone mi pare riduttivo . Io andrei cauto anche nell’immaginare un Bergoglio così abile come appare in questa descrizione . Io insisto nel pensare ad una grande trama di palazzo organizzata dai vecchi pretoriani , quali Sodano, Re ,Bertone, ecc. che han voluto dimostrare di saper gestire il potere a chi hanno eletto ma non ha poi corrisposto alle attese . Non dimentichiamo che il card.RE , un paio di anni dopo il Conclave , redargui davanti testimoni Papa Bergoglio dicendogli di non dimenticare chi e perchè ,lo aveva eletto. I giochi son ancora aperti , godiamoci lo spettacolo della chiesa della propaganda , come predisse padre Meinnvlelle ..O meglio il CircoBergoglio , come dice un suo confratello .

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Esatto ICS. Solo mio Signore il Signore, li tolgo il falso titolo di “monsignore”. Sempre c’ aiutano i suoi commenti, e senz’altro è un altro “Pezzo Grosso”. Sicuramente in questo ha più che vedere il serpente parolin che berORGOGLIO ICEberg. Ricordate due anni fa che il card. Joseph Zen spiegò che andò a Roma così imprevisto e salutando quello, lo fecce poi chiamare e li disse che non voleva che la chiesa in Cina diventasse altro caso József Mindszenty…e cioè come Montini, ovvero i satrapi all’ epoca lo tradissero, andando poi ad accordare con i criminali comunisti ungaresi?…allora poco dopo berORGOGLIO tradì il card. Joseph Zen, facendo lo stesso, ma sicuramente accordato per volere del parolin, che allora quando faceva finta d’ obbedire Bedenetto XVI, era inviato per trovare anche il card. Zen, che oggi svela perplesso, la natura perversa di questo segretario del Colpo di Stato Vaticano.

      Solo vorrei pregarLa, e mi scusi, di non fare il cinico in quest’ ora delle tenebre, dove non c’ è niente da ridere neanche di quelli che fanno il circo.

      E Lei ed io come Sacerdoti, piangere tr’ altare di Dio, e chiedere faccia in fretta per purificare questa nostra Chiesa così come il mondo intero in mano ai dittatori onusiani, massoni e d’ ogni specie. Grazie.

      ICS…potrebbe tradurssi come I d’ Illario, oggi Sant’ Illario Papa, e CS, come Caracas, dalla sua periferia li rispondo.

    • Adriana ha detto:

      MONS . ICS ,
      lei scrive : “…il Card. Re redarguì davanti a testimoni Papa Bergoglio dicendogli di non dimenticare chi e perchè lo aveva eletto .”
      Aggiungiamoci anche le ” attenzioni ” di Macron e del Card.Ricca che hanno ostentato ” buffetti ” pubblici assolutamente irrituali a Bergoglio , come fosse un loro
      ” caro ” dipendente .
      ( Forse perchè non si dimentichi -mai- di esserlo ? )