QUERIDA AMAZONIA. CUORI DOLORANTI, E SOSPETTI FUTURI.

13 Febbraio 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Come avrete visto è ampio il dibattito sui social e sui giornali intorno all’esortazione apostolica Querida Amazonia, su quanto e come e se abbia disatteso le aspettative riguardo a viri probati, celibato opzionale per i latini e diaconato femminile e più in generale di una qualche non meglio precisata riforma. Se Antonio Spadaro coraggiosamente – seguito da altri, a cui ha dato la linea – cerca di vedere aperture positive, nuovi orizzonti e nuovi cieli laddove altri tirano un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, è interessante riportare quello che afferma “Noi siamo Chiesa”, nella sua sezione italiana. Del comunicato vi riportiamo ciò che riguarda la parte sulla Chiesa (neretto nostro):

“Il quarto capitolo (“Un sogno ecclesiale”) contiene invece quanto riguarda più direttamente la Chiesa. Parla ampiamente dell’inculturazione, si sofferma sulla assoluta necessità ed opportunità che laici, e donne in particolare, continuino nel ruolo che già svolgono di dare continuità alla vita di tante piccole e disperse comunità. Forte è la sottolineatura dell’importanza dell’Eucaristia come momento indispensabile della vita del Popolo di Dio. Ma il passaggio fondamentale, ed il più atteso, che permetterebbe veramente di andare nella direzione dell’inculturazione, quello dell’accettazione della proposta dei   viri probati  viene ignorato , cioè bocciato. Si ricorre a una descrizione del ruolo del “sacerdote” (non del “presbitero”)  che sembra scritta dall’ex S.Uffizio. Per quanto riguarda il diaconato femminile, dopo molti riconoscimenti ai ruoli femminili, identica posizione negativa. Dice il testo, “ in realtà questa visione limiterebbe le prospettive, ci orienterebbe a clericalizzare le donne, diminuirebbe il grande valore di quanto esse hanno già dato e sottilmente provocherebbe un impoverimento del loro indispensabile contributo”. Sorprendente davvero questa affermazione che boccia il diaconato femminile ben aldilà dei confini dell’Amazzonia. Ci appare evidente una contraddizione tra la proclamata volontà di accettare pienamente sensibilità e culture che vengono da lontano e che esigono riconoscimenti ed accoglienza con il dovere di riconoscere nuovi ministeri e, in particolare, di facilitare l’assemblea eucaristica comunitaria , il cui ruolo, peraltro, viene enfatizzato”.

Piuttosto chiaro, no? Ma ancora più chiare le reazioni che vengono dal Reno, che evidentemente senza che ce ne accorgessimo ha cominciato a confluire nel Rio delle Amazzoni. Secondo il reportage di LifeSiteNews

“Il cardinale Reinhard Marx ha sottolineato che l’Esortazione apostolica post-sinodale “Querida Amazonia” non intende sostituire il documento finale del sinodo amazzonico pubblicato lo scorso ottobre. Il documento finale aveva chiesto l’ordinazione sacerdotale degli uomini sposati che vivono nella regione amazzonica. Durante la presentazione della “Querida Amazonia” ai media tedeschi a Bonn, il presidente uscente della Conferenza episcopale tedesca ha sottolineato che l’Esortazione apostolica pubblicata oggi “non vuole sostituire né ripetere” il documento finale del Sinodo”.

Dunque la questione del celibato “Non è assolutamente fuori discussione con la pubblicazione dell’esortazione! Piuttosto, Papa Francesco parla del suo desiderio di “presentare ufficialmente il documento finale” insieme alla Lettera Apostolica, e ci invita “a leggerlo per intero”, ha detto Marx.

Invece il Comitato Centrale dei Laici tedeschi – l’ala marciante della super progressista conferenza episcopale, ha espresso il suo disappunto: “Il Papa non trova il coraggio di attuare vere riforme. Ci dispiace moltissimo che abbia rafforzato le posizioni esistenti della Chiesa romana in termini di accesso al sacerdozio e di partecipazione delle donne ai ministeri”.

Ma il quadro, anche se necessariamente tutt’altro che esaustivo, non sarebbe completo senza l’opinione del principale protagonista dell’operazione Viri Probati, il cardinale Claudio Hummes, che ha riversato nell ‘operazione sforzi incredibili, andando dalla sua bella residenza di San Paolo praticamente in tutte le diocesi dell’Amazzonia, per incitare i vescovi a scrivere a Roma spingendo per chiedere l’ordinazione di viri probati. Intervistato da Vatican News, Hummes ha detto:

“Sarà difficile dire se frustrerà o meno. Non posso dirlo. Le persone che diranno di essere frustrate dovrebbero dire che non c’è nulla che possa frustrare le persone. Lo ripeto perché il Papa ha chiarito che l’intero documento, non alcuni numeri, sì e altri no, ma l’intero documento sia messo in pratica.

Il Papa ha anche chiarito che si tratta di un processo. E quindi, torniamo anche con tutta questa documentazione – sia che si tratti del Documento finale o dell’Esortazione del Papa, torneremo alle basi lì, ancora una volta, per iniziare insieme alla gente, per iniziare a costruire questi percorsi. Come, quindi, costruire questi percorsi ora, a questo punto del processo – un processo che aveva un punto alto, sì, al Sinodo, ma non si è concluso qui. È un percorso che dobbiamo ancora percorrere, continuare a percorrere, come la Chiesa deve sempre fare nella storia ”.

Dalle parole del porporato traspare la delusione per un qualche cosa  che non è avvenuto. Ma che non si tratti di una partita totalmente chiusa, ce lo spiega don Nicola Bux in questa intervista. Secondo don Nicola Bux l’esortazione apostolica Querida Amazonia presenta delle fessure, a dispetto della riaffermazione dell’unicità del ruolo del sacerdote nella gestione dei sacramenti. Ma è interessante la risposta alla domanda:

Il libro di Benedetto XVI e Sarah ha esercitato il suo peso?

Sebbene sia stato detto dalle fonti ufficiali che il documento era pronto prima, da dicembre, mi consta che non è così: anzi, che proprio il libro in oggetto ha spinto a rivedere drasticamente la quarta parte dell’Esortazione, la quale comunque presenta fessure nelle quali infilare quanto è rimasto fuori.

Cosa possiamo ricavare dalla vicenda?

Benedetto XVI e il card. Sarah hanno testimoniato l’importanza del pensiero cattolico. Far pensare è il compito della filosofia, diceva Paul Ricoeur. L’attivismo oggi prevalente nella Chiesa e oltre, non aiuta anzi allontana tanti. Chi è cattolico deve, con determinazione, affermare la verità, e attendere con pazienza il tempo della grazia che la Provvidenza prepara. La Chiesa nella sua totalità non può incorrere nell’eresia. Se siamo membra di un corpo: non vi sono leggi sociologiche e politiche ma prevale la realtà della grazia, realtà ontologica e soprannaturale che rende l’uomo santo e gradito a Dio.

§§§

Infine, un ultima notazione: i commentatori di sinistra, a cominciare da Luigi Accattoli e a finire al Manifesto, parlano senza esitazione di uno stop, di un rinvio a tempi indefiniti, a risposte non date a domande e proposte precise contenute nel documento finale, che non entra però a far parte dell’Esortazione, e resta là, domanda inevasa. Vedremo se dal Sinodo della Germania – che certamente si trova privo di una stampella importante, e sulla quale forse contava – verranno altre provocazioni.

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42 commenti

  • PIERO LAPORTA ha detto:

    Lo Spirito Santo esiste e lavora per la Sua Chiesa.
    I Suoi nemici sono liberi e possono non credere in Lui ma questo dopo tutto è un vantaggio.

  • marco ha detto:

    Ulteriore conferma che quanto ho scritto,che sono fatti e non opinioni,interessa proprio a nessuno.E scrivo questo come commento perché il “rispondi ” continua ad esserci anche se non funziona più.

  • Alessandro ha detto:

    Caro Tosatti, solo una domanda: leggendo sia Lei che, p.e., il bel blog del suo caro collega Aldo Maria Valli mi sembra di percepire una certa delusione (tra le righe, a sensazione) anche in voi: delusione che il Documento finale non ha avuto le aperture paventate, così che voi non possiate più criticare il Papa come fate da mesi (ed anche a ragione, in diversi casi). Cioè: anziché rallegrarvi sinceramente e di cuore che la Verità è stata riaffermata (e dunque, grazie a Dio, lo Spirito Santo ha parlato attraverso Francesco in un documento ufficiale, a prescindere se il libro di Benedetto XVI e del cardinale Sarah abbia pesato in questo o meno), ecco, anziché rallegrarvi per questo bel segnale, sembrate freddini.. perplessi. Forse sottilmente delusi. Come se ora, su un campo (giustamente) così delicato, non siate in fondo contenti che Bergoglio ha riaffermato senza mezzi termini di essere dalle parti dell’ortodossia. Così è un po’ meno criticabile ed attaccabile da parte vostra, attività a cui forse ultimamente vi eravate un po’ troppo affezionati “di default”. Ecco, mi permetta questo rilievo, e mi dica qualcosa al riguardo per favore. La saluto.

    • Marco Tosatti ha detto:

      È un’impressione sbagliata. Sono contento che non siano state prese decisioni che aggraverebbero le divisioni esistenti nella Chiesa. Il mio unico timore è che i pasdaran trovino altre modi per far riemergere quello che l’esortazione apostolica non ha provocato.

  • marco ha detto:

    E ora altro respiro di sollievo.Mi domando per cosa.
    Il cardinale Sarah e gli altri “critici ” potranno continuare a dire di essere con Bergoglio e in obbedienza filiale con lui.
    Tutte sante persone. Ma nessuno di loro firmò i dubia. Non c’erano eresie?O sette erano poche? Nessuno di loro si è stracciato le vesti quando si è definito l’eretico Lutero “dono dello Spirito Santo”,buttando a mare concili e Papi.Nessuno di loro sembra preoccuparsi della nuova costituzione della curia che prevede una chiesa federale,dando ad ogni conferenza episcopale potere magisteriale.Ma soprattutto nessuno di loro ha aperto,a mia conoscenza,bocca quando con Abu Dhabi si è passati dall’eresia alla apostasia. Parli spesso o raramente di Gesù,Bergoglio con quel documento non è più cristiano.Ma importa a qualcuno? Sembra più importante parlare del celibato!
    E intanto può continuare a dire oscenità.Come quella che siamo tutti poveri di spirito. Fa parte della condizione umana.E quindi tutti salvati.O che non crede ad un Dio perfetto.Come dice lui,nel suo aulico linguaggio papale,ad un Dio-Mandrake.Ed ecco che,dopo aver sistemato il cristianesimo,ti sistema anche Dio.

  • Nicola Buono ha detto:

    O.T. fuori tema ma molto interessante. La sinistra cambia pelle per rimanere come prima ovvero cambiare tutto per non cambiare niente come si dice ne il Gattopardo.

    http://www.fattisentire.org/soros-gender-e-femminismo-chi-e-elly-schlein-il-volto-della-nuova-sinistra/#more-5351

  • Paolo Pagliaro ha detto:

    L’articolo che, in tema, ho trovato più interessante, illuminante e fors’anche realmente incoraggiante è quello di sandro Magiaster.

    https://tinyurl.com/rcoc3o8

    Innanzitutto è commovente la testimonianza dell’impegno profuso da Benedetto XVI insieme al carissimo cardinal Sarah. Inoltre fa ben sperare l’atteggiamento del cardinal Parolin. La posizione di Papa Francesco è, al solito, un enigma – ma è enormemente positivo che si ritrovi traccia di un pensare Cattolico.

    Fa invece ridere il comunicato di “Noi siamo chiesa” che parla dell’ex sant’Uffizio come se fosse un abominio. Saranno “chiesa”, ma non quella Cattolica.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    sono molto dispiaciuto per la quantità imprecisata di fratelli alberi, abbattuti per fare la carta sulla quale è stata stampata una quantità ignota di copie dell’esortazione apostolica Querida Amazonia, consueta ideologica e ambigua pappardella bergogliana, mirante coerentemente al palese e consueto scopo di demolire la Chiesa cattolica.

  • Adriana ha detto:

    Marx ,il Cardinale Marx , si è dimesso dalla presidenza del Sinodo tedesco . La leadership Germanica ha un altro problemino oltre alla leadership della Merkel e del CDU .

  • Monica ha detto:

    I viri probati sono spariti come il priapo. Chissà se li rivedremo entrambi in terra tedesca.

    • MARIO ha detto:

      Io direi piuttosto: i viri probati sono risultati farlocchi come il priapo. Per cui c’è da sperare di non rivederli mai più.

  • LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI ha detto:

    Tosatti cosa dice, ciò che è avvenuto potrebbe decretare l’inizio della fne di questo pontificato?
    Leggendo articoli, commenti e reazioni varie tutto mi porta a questa conclusione…

  • Nicola Buono ha detto:

    O.T. fuori tema. A proposito di caos , in questo caso di ordine sociale. Ecco ciò che intenderebbe fare il governo giallorosso.

    https://www.ilgiornale.it/news/politica/ecco-piano-dei-giallorossi-cos-sopprime-presidi-polizia-1826210.html?update=1

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    Lettera di Gesú al Maggiordomo infedele.
    “Querido Francesco (nel senso di “caro”).
    E mò?
    Dopo che i tuoi 185 invitati per 20 giorni hanno mangiato a ufo “saltinbocca alla romana” tutto è rimasto come prima?
    Non ci credo né per fede né per ragione.
    Confesso che te la sei cavata alla grande, diciamo “alla Pilato”: te ne sei lavato le mani e la palla ora se la giocano quelli dei “sinedri” periferici. Non c’è che dire sei un eccellente gesuita.
    Ma vi avverto. Non fate i furbi con me. Se tu o qualcuno dei tuoi “queridos” taroccate la missione che vi ho delegato, quando vi presenterete da me vi mando direttamente alla geenna. Senza se, senza ma e senza “dialogo”.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    Luisella Scrosati su NBQ:

    https://lanuovabq.it/it/cara-amazzonia-la-partita-e-solo-rinviata

    “…È stata finalmente pubblicata l’Esortazione Apostolica post-sinodale di Papa Francesco. Querida Amazonia è un documento non troppo lungo: 111 paragrafi, distribuiti in quattro macro sezioni, che hanno l’obiettivo di esprimere le «risonanze» del Pontefice sul cammino sinodale, escludendo la volontà sia di sostituire che di ripetere il Documento finale. Il Documento è al contrario raccomandato all’attenzione dei lettori dell’Esortazione: «Ho preferito non citare tale Documento in questa Esortazione, perché invito a leggerlo integralmente» (§ 3). Anzi, al paragrafo successivo la raccomandazione della lettura diventa un’esortazione a tutta la Chiesa a lasciarsi «arricchire e interpellare da questo lavoro», ed alle persone che vivono in Amazzonia, pastori e laici, ad impegnarsi «nella sua applicazione» (§ 4).

    Il tenore di questa apertura dell’Esortazione apostolica comunica già un’indicazione decisamente importante: il Papa domanda che il Documento venga applicato, con tutto quanto esso contiene. La conseguenza è che la presente esortazione dovrà essere letta in parallelo con le conclusione finali del Sinodo. Qui il Papa fornisce risonanze, «un breve quadro di riflessione che incarni nella realtà amazzonica una sintesi di alcune grandi preoccupazioni che ho già manifestato nei miei documenti precedenti» (§ 2); là vi sono indicazioni che dovranno essere applicate. Il detto dice “in cauda venenum”, ma qui il pericolo sembra esser stato trasferito in capite.

    Sembra questo l’aspetto più importante di un testo che risulta piuttosto ripetitivo, infarcito di aspetti generici e luoghi comuni, senza stringere mai su nulla. Buona parte del testo si diffonde a mettere in luce la saggezza dei popoli amazzonici, la loro armonia con la creazione, etc., e anche quando si afferma che è fondamentale portare loro il kerygma (§§ 64-66), sembra quasi che si tratti di mettere la famosa ciliegina su una torta, che in fondo, era già gustosa di per sé.

    L’Esortazione poggia su quattro “sogni”, rispettivamente sociale (§§ 8-27), culturale (§§ 28-40), ecologico (§§ 41-60) ed ecclesiale (§§ 61-110). Vengono riprese le problematiche della colonizzazione, dello sradicamento territoriale, della cultura indigena da custodire e del problema ecologico, il tutto condito da testi poetici – ci spiega Tornielli nel suo editoriale – «che aiutano il lettore a entrare in contatto con la stupenda bellezza di quella regione, ma anche con i suoi quotidiani drammi».

    Anche la sezione che riguarda l’aspetto più propriamente ecclesiale è una ripresa molto vaga del tema dell’inculturazione, peraltro con affermazioni talmente generiche che si prestano ad essere pericolosamente interpretate in qualsiasi direzione. Come quando si divaricano eccessivamente Vangelo e cultura, esortando i missionari a non voler esportare insieme al Vangelo anche la propria cultura (§§ 67-69). O come quando si mette in guardia dalla troppa fretta nel «qualificare come superstizione o paganesimo alcune espressioni religiose che nascono spontaneamente dalla vita della gente» (§ 78) e che «è possibile recepire in qualche modo un simbolo indigeno senza necessariamente qualificarlo come idolatrico» (§ 79). Praticamente un’apologia della Pachamama. O ancora quando si dichiara inammissibile «di fronte ai poveri e ai dimenticati dell’Amazzonia, una disciplina che escluda e allontani, perché in questo modo essi vengono scartati da una Chiesa trasformata in dogana» (§ 84)….”

    Comprendido?….

    • Antonio ha detto:

      Parole, parole, parole…Sia il vostro dire “si, si, no no…”
      Quante volte è citato il nome che è aldisopra di ogni altro nome e per il quale esistiamo?

  • Maria Cristina ha detto:

    Come la Pachamama , benche’ buttata nel Tevere da l coraggioso giovane austriaco, e’ poi riemersa dai flutti e ora ricompare difesa anche nell’ Esortazione, cosi’ il Documento finale del Sinodo con le sue richieste non e’ stato gettato via e non e’ scomparso, ma come dice i l card. Hummes , sussiste ancora accanto all’ Esortazione E nel futuro fara’ valere i propri diritti .
    Mentre Massimo Faggioli ritiene ineludibile un prossimo Sinodo sulla Sinodalita’ , la Conferenza Episcopale Tedesca ha iniziato il suo “ cammino sinodale” che durera’ due anni ( forse sperano che per quella data l’ emerito Benedetto sia tornato alla casa del Padre ).
    Insomma la Chiesa e’ un cantiere a cielo aperto , un work in progress, un posto dove si iniziano processi che poi non finiscono mai , un Sinodo permanente, una rivoluzione permanent, un assemblea permanente, un camminare insieme per andare dove ? Boh..una evoluzione di cui non si vede ne’ la fine ne’ il fine.
    A tanto risultato ha portato l’ erroneo concetto pseudofilosofico che il tempo e’ superiore alla spazio. Per nostra fortuna il tempo concesso dalle leggi di natura a molti protagonisti odierni, tutti fra gli ottanta e i novantacinque anni, non e’ poi cosi’ lungo.Il card. Hummes e il card. Kasper sono ultra ottantenni come molti altri cardinali progressisti. Arrivati al giorno finale, la morte, forse sirenderanno conto che il tempo di unavita umana , rispetto allo spazio, e’ ridicolmente corto . polvere sei e in polvere tornerai , e le tue polveri occuperanno ancora un po’ di spazio .

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Ormai siamo alla fantabergogliologia.
    Una persona pochi minuti fa mi ha detto: e se fosse che qualcuno che ha un potere reale sull’Amazzonia gli avesse fatto una telefonata del tipo : Pancho cosa stai facendo ? Qua di preti cattolici, sposati o non sposati , NON NE VOGLIAMO. Capito?

  • Marco Matteucci ha detto:

    Chi pensa che la questione sia definitivamente risolta provi a dare un’occhiata qui:
    https://www.acidigital.com/noticias/cardeal-hummes-questao-da-ordenacao-de-homens-casados-sera-retomada-no-vaticano-82713

  • Paolo Giuseppe ha detto:

    Capisco che posso destare forti perplessità se affermo che se da un lato preferisco il celibato dei preti, dall’altro lato non mi scandalizzerei se fosse approvata qualche limitata forma di “viri probati” e anche di diaconato femminile.
    Ma il problema vero è che noi, popolo di Dio, abbiamo bisogno di un Magistero chiaro, mentre abbiamo, per l’ennesima volta, il trionfo dell’ambiguità. Come ha notato “una mamma” prima di me e come annota lo stesso Nicola Bux, l’esortazione del papa non preclude nessuna soluzione.
    Non ne posso più di sentire le solite trite menate come “il tempo è superiore allo spazio”, come “avviare processi e non occupare spazi” che aprono tutte le porte come da perfetto opportunismo gesuitico. Caro Cechino, deciditi a fare il Papa e non il papa: contrariamente a quanto afferma Spadaro, 2+2 fa sempre 4 e l’ambiguità è nemica mortale della Verità.

  • Antonio Cafazzo ha detto:

    @ Paolo Giuseppe & @ Roth.
    Queridos amigos (nel senso di “cari”).
    Codicillo alle vostre risposte di ieri al mio commento circa l’uso della parola “querida”.
    Il Dr. Tosatti mi perdoni queste inezie (con tutte queste “doloranti” questioni che ci sovrastano!).
    Le parole sono pesanti e contaminanti come l’uranio. Per questo vanno usate con cautela.
    Voi usate la parola “frocio” oppure “omosessuale”?
    A chi zoppica lo chiamate “sciancato” o “disabile”?
    Parlando di un africano lo chiamate “negro” o “nero”?
    I manipolatori di coscienza non usano il termine “genitore” invece di “padre” o “madre”?
    L’Argentino hispano-hablante poteva ben usare la parola “Amada”, ma a lui piace mostrarsi “grazioso”, “simpatico”, “affabile” e per questo spesso “scivola”.
    Approfitto di questa occasione per aggiungere un’ulteriore considerazione sulla brodaglia.
    Maria, la Nostra Sublime Madre, in Cana disse a Gesú: “Non hanno piú vino”. Quattro parole. Solo quattro per “sopperire” a un bisogno, a un’indigenza.
    Il nientepopodimeno Vicario di Cristo per “sopperire” alla penuria di sacerdoti nella “querida” Amazzonia ti sbrodola un’esortazione di 12895 parole. Dirette, poi, a chi? Al suo Superiore oppure a noi suoi malcapitati lettori?

    • Gian Piero ha detto:

      Le diecimila e passa parole dell’ Esortazione…..Dirette a chi ? Dirette allo specchio. Tutto quello che fa lo fa allo specchio. I “ suoi” sogni sono la cosa principale. Non c‘ e’ niente da fare un narcisista e’ un narcisista .
      ( Mi si nota di piu’ se approvo e ricalco il documento finale del Sinodo oppure se spariglio e faccio a modo mio? )

    • Vito ha detto:

      Condivido in pieno il suo pensiero sull’uso del termine “querida”.
      Bergoglio, purtroppo, ci sta abituando ad un linguaggio scadente e ruffiano da cantante latino americano.
      Io licenzierei chi gli suggerisce i titoli, anche Amoris Laetitia sembra più il titolo di un sonetto che di un enciclica…

      • Vito ha detto:

        esortazione apostolica, non enciclica (scusate)

        • stilumcuriale emerito ha detto:

          Precisazione giusta ed indispensabile. L’esortazione è la terza in ordine di importanza dei documenti papali, preceduta dalla Costituzione Apostolica e dall’Enciclica. Quindi può anche lasciare il tempo che trova, se non fosse che gli altri le danno più importanza di quanta non ne abbia.

        • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

          Sgre. Antonio, mi scusi gl’errori nel mio italiano, ma siccome mia madre lingua appunto è lo spagnolo, li confermo che Lei stà giustamente spiegando il senso in cui berORGOGLIO ICEberg usa le parole. Siccome nella sua coscienza lui sa che non è papa, ma da volto a questo Colpo di Stato Vaticano, non c’è in lui Vero Amore, che provviene dal Vero Spirito Santo, e quindi usa la “querida” come parla sin dall’ inizio di questa apostatica farsa, come in tanti hanno capito e hanno detto, come se si trovase parlando nel bar. Veda, non solo il significato in spagnolo di per se, ma come sa, sono tanti i modismi che usiamo in ogni paesse dell’ Ispanoamerica, che a volte in tanti già non si capisce cosa intende dire con certa parolina in Venezuela che nell’ Argentina. Nemmeno in quella farsa lui cerca d’ essere più formale e rispetuosso. Sono così profonde le sue ferite psicologiche, che ancora sacerdote cinquentenne doveva cercare aiuto dai psichiatri. C’ è stata una telenovela trasmessa in tanti nostri paessi latini che si chiamava ” La mal querida”. Lei ha raggione spiegando il senzo che quello intende da questo brodo di pachamama argentina. Anche se mai è stato in nessun posto dell’ Amazzonia.

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    http://www.unavox.it/Documenti/Doc0965_Giuramento_Antimodernista.html 

    E rinnovo oggi 13.2.2020 questo giuramento inginocchiato adesso nell’ Adorazione in corso in questa amatissima chiesa parrocchiale, da fronte Nostro Signore. Festa del prodiggio dell’immagine della REGINA APOSTOLORUM, nella cappella della Basilica di Sant’ Apolinar, Roma, che lungo i secoli fu sede del seminario germanico, germano ungaro, romano e adesso Università della Santa Croce, dove pure ho fatto studi, anche se quelli postrati a questo colpo di stato vaticano.

  • LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI ha detto:

    È innegabile come la presa di posizione di Benedictus P.P. XVI (cosi si firma) gli abbia rotto le uova nel paniere, così il Padrone del Mondo ha dovuto correre ai ripari e cercare di far di necessità virtù.
    Calcare troppo la mano sul palese piano di distruzione del Celibato Sacerdotale, infatti, avrebbe fatto emergere troppo chiaramente le parti in campo, creando una tensione troppo grande da gestire, e lui non se lo può permettere, non adesso almeno.
    Il suo è e deve restare un modo di procedere oscuro pur sotto i riflettori del Mondo; Egli non vuole creare strappi improvvisi o violente scissioni con ciò che lo ha preceduto, ma allentarne lentamente e inesorabilmente il legame, inoltre, dal punto di vista strettamente psicologico, con questa esortazione liquida, che dice tutto e dice niente, e che soprattutto non chiarisce, ha certamente ottenuto una vittoria importante:
    l’enorme marea di cerchiobottisti, che costituisce la maggioranza delle forze in campo, dopo i tiepidi si capisce, si è sentita rassicurata!
    Senza Ratzinger ora saremmo qui a commentare ben altri contenuti disciplinari, e i sopraddetti, coloro che amano tenere un piede in due scarpe, avrebbero dovuto in un certo qual modo prendere posizione, invece, così, si sentono sereni nelle loro calde poltroncine, provando certamente un certo senso di gratitudine verso Bergoglio, che non ha turbato, ma, anzi, ha confermato la loro falsa pace.

    • stefano raimondo ha detto:

      Commento condivisibile. Peraltro anche se Bergoglio continuasse a procedere sulla stessa linea, ma nell’ombra, sarebbe comunque per noi una piccola vittoria, voglio dire: il fatto stesso di non poter fare esplicitamente quello che vogliono, è sintomo che chi ha certe idee all’interno della Chiesa non è così forte. Comunque sia, io aspetto l’ufficialità delle decisioni (per quanto percepisca già che l’aria è un po’ cambiata).

    • Luigi ha detto:

      Condivido. Questa volta Bergoglio non se l’è sentita di uscire con una decisione che probabilmente avrebbe scatenato il finimondo.

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    Dalla “periferia” dell’ Amazzonia Venezuelana, dove si rrova l’ acquapendente più alta al mondo, Angel’ s Fall ovvero Auyantepuy, Sacerdote diocesano e parroco.
    Contro pachaimmonda ed i seguaci apostati:

    http://www.unavox.it/Documenti/Doc0965_Giuramento_Antimodernista.html 

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Scusate, siccome non apre il link, allego completo il testo. Magari servirà a qualche fratello Sacerdote.

      “Io, ………, accetto e credo fermamente tutte e ciascuna le verità che la Chiesa, col suo magistero infallibile, ha definito, affermato e dichiarato, principalmente quei capi di dottrina che si oppongono direttamente agli errori del nostro tempo.
      E per primo credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza e perciò anche dimostrato col lume naturale della ragione per mezzo delle opere da Lui compiute (cfr. Rm. 1, 20), cioè per mezzo delle opere visibili della creazione, come la causa per mezzo dell’effetto.
      Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell’origine divina della Religione cristiana; e questi stessi argomenti io li ritengo perfettamente proporzionati all’intelligenza di tutti i tempi e di tutti gli uomini, anche del tempo presente.
      Terzo: credo anche con fede ferma che la Chiesa, custode e maestra della parola rivelata, è stata istituita immediatamente e direttamente da Cristo stesso, vero e storico, durante la sua vita tra noi, e che è fondata su Pietro capo della gerarchia apostolica, e sui suoi successori attraverso i secoli.
      Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della Fede trasmessa fino a noi dagli Apostoli per mezzo dei Padri ortodossi, sempre nello stesso senso e nella stessa sentenza, e rigetto assolutamente la supposizione eretica dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, differente da quello che la Chiesa ha tenuto dall’inizio; e similmente condanno ogni errore che pretende di sostituire al deposito divino, affidato da Cristo alla Sposa perché fedelmente lo custodisse, un ritrovato filosofico o una creazione della coscienza umana, formatasi lentamente con sforzo umano e perfezionantesi nell’avvenire con progresso indefinito.
      Quinto: ritengo in tutta certezza e professo sinceramente che la Fede non è un sentimento religioso cieco che erompe dalle latebre della subcoscienza per impulso del cuore ed inclinazione della volontà moralmente informata, ma un vero assenso dell’intelletto alla verità acquisita estrinsecamente con la predicazione; assenso per il quale noi crediamo vero, a causa dell’autorità di Dio la cui veracità è assoluta, tutto ciò che è stato detto, attestato e rivelato dal Dio personale, creatore e Signore nostro.

      Mi sottometto anche, con tutto il dovuto rispetto ed aderisco di tutto il cuore a tutte le condanne, dichiarazioni e prescrizioni contenute nell’Enciclica Pascendi e nel Decreto Lamentabili, specialmente per ciò che concerne la cosiddetta storia dei dogmi.
      – Così pure riprovo l’errore di coloro che pretendono che la fede proposta dalla Chiesa possa essere in contraddizione con la storia, e che i dogmi cattolici, nel senso in cui oggi sono intesi, siano incompatibili con le origini più autentiche della religione cristiana.
      – Condanno pure e rigetto l’opinione di coloro che affermano che il cristiano erudito si rivesta di una duplice personalità, del credente e dello storico, come se allo storico fosse lecito sostenere ciò che contraddice la fede del credente, o porre delle premesse da cui conseguisse che i dogmi sono falsi o dubbi, così che essi non siano negati direttamente.
      – Riprovo allo stesso modo quel metodo per giudicare e interpretare la Sacra Scrittura che, mettendo da parte la tradizione della Chiesa, l’analogia della Fede e le regole della Sede apostolica, ricorre ai metodi dei razionalisti e, con non minore audacia quanta temerità, accetta come suprema ed unica regola solo la critica testuale.
      – Inoltre rigetto l’opinione di coloro i quali ritengono che gli insegnanti delle discipline storiche e teologiche, o coloro che ne trattano per iscritto, debbano anzitutto sbarazzarsi di ogni idea preconcetta sia sull’origine soprannaturale della tradizione cattolica sia sull’assistenza divinamente promessa per la perenne salvaguardia dei singoli punti della verità rivelata, per interpretare poi gli scritti di ciascuno dei Padri, al di fuori di ogni autorità sacra, solo con i principii della scienza e con quella libertà di giudizio ammessa per l’esame di un qualunque documento profano.
      – Mi dichiaro infine del tutto estraneo a quell’errore dei modernisti che pretende che non vi sia, nella sacra tradizione, nulla di divino o, ciò che è ben peggio, che ammette ciò che vi è di divino in senso panteista; così che non rimane nulla di più del fatto puro e semplice, assimilabile ai fatti ordinarii della storia: e cioè che degli uomini, col loro lavoro, la loro abilità, il loro talento, continuino nelle età posteriori la scuola inaugurata da Cristo ed i Suoi Apostoli. 

      Mantengo pertanto fermissimamente e manterrò fino al mio ultimo respiro, la fede dei Padri nel carisma certo di verità che è, è stato e sarà sempre nell’episcopato trasmesso con la successione Apostolica [1]: non in modo che sia mantenuto quello che può sembrare migliore e più adatto al grado di cultura proprio di ciascuna epoca, ma in modo che la verità assoluta ed immutabile, predicata in origine dagli Apostoli, né mai sia creduta, né mai sia intesa in un altro senso [2].

      Mi impegno ad osservare tutte queste cose fedelmente, integralmente e sinceramente, a custodirle inviolabilmente e a non allontanarmene sia nell’insegnamento sia in una qualunque maniera con le mie parole ed i miei scritti. Così prometto, così giuro, così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio.» 

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Scusate, non apre il link, allego completo il testo del Giuramento Antimodernista, magari aiuta qualche fratello sacerdote.

      Io, ………, accetto e credo fermamente tutte e ciascuna le verità che la Chiesa, col suo magistero infallibile, ha definito, affermato e dichiarato, principalmente quei capi di dottrina che si oppongono direttamente agli errori del nostro tempo.
      E per primo credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza e perciò anche dimostrato col lume naturale della ragione per mezzo delle opere da Lui compiute (cfr. Rm. 1, 20), cioè per mezzo delle opere visibili della creazione, come la causa per mezzo dell’effetto.
      Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell’origine divina della Religione cristiana; e questi stessi argomenti io li ritengo perfettamente proporzionati all’intelligenza di tutti i tempi e di tutti gli uomini, anche del tempo presente.
      Terzo: credo anche con fede ferma che la Chiesa, custode e maestra della parola rivelata, è stata istituita immediatamente e direttamente da Cristo stesso, vero e storico, durante la sua vita tra noi, e che è fondata su Pietro capo della gerarchia apostolica, e sui suoi successori attraverso i secoli.
      Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della Fede trasmessa fino a noi dagli Apostoli per mezzo dei Padri ortodossi, sempre nello stesso senso e nella stessa sentenza, e rigetto assolutamente la supposizione eretica dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, differente da quello che la Chiesa ha tenuto dall’inizio; e similmente condanno ogni errore che pretende di sostituire al deposito divino, affidato da Cristo alla Sposa perché fedelmente lo custodisse, un ritrovato filosofico o una creazione della coscienza umana, formatasi lentamente con sforzo umano e perfezionantesi nell’avvenire con progresso indefinito.
      Quinto: ritengo in tutta certezza e professo sinceramente che la Fede non è un sentimento religioso cieco che erompe dalle latebre della subcoscienza per impulso del cuore ed inclinazione della volontà moralmente informata, ma un vero assenso dell’intelletto alla verità acquisita estrinsecamente con la predicazione; assenso per il quale noi crediamo vero, a causa dell’autorità di Dio la cui veracità è assoluta, tutto ciò che è stato detto, attestato e rivelato dal Dio personale, creatore e Signore nostro.

      Mi sottometto anche, con tutto il dovuto rispetto ed aderisco di tutto il cuore a tutte le condanne, dichiarazioni e prescrizioni contenute nell’Enciclica Pascendi e nel Decreto Lamentabili, specialmente per ciò che concerne la cosiddetta storia dei dogmi.
      – Così pure riprovo l’errore di coloro che pretendono che la fede proposta dalla Chiesa possa essere in contraddizione con la storia, e che i dogmi cattolici, nel senso in cui oggi sono intesi, siano incompatibili con le origini più autentiche della religione cristiana.
      – Condanno pure e rigetto l’opinione di coloro che affermano che il cristiano erudito si rivesta di una duplice personalità, del credente e dello storico, come se allo storico fosse lecito sostenere ciò che contraddice la fede del credente, o porre delle premesse da cui conseguisse che i dogmi sono falsi o dubbi, così che essi non siano negati direttamente.
      – Riprovo allo stesso modo quel metodo per giudicare e interpretare la Sacra Scrittura che, mettendo da parte la tradizione della Chiesa, l’analogia della Fede e le regole della Sede apostolica, ricorre ai metodi dei razionalisti e, con non minore audacia quanta temerità, accetta come suprema ed unica regola solo la critica testuale.
      – Inoltre rigetto l’opinione di coloro i quali ritengono che gli insegnanti delle discipline storiche e teologiche, o coloro che ne trattano per iscritto, debbano anzitutto sbarazzarsi di ogni idea preconcetta sia sull’origine soprannaturale della tradizione cattolica sia sull’assistenza divinamente promessa per la perenne salvaguardia dei singoli punti della verità rivelata, per interpretare poi gli scritti di ciascuno dei Padri, al di fuori di ogni autorità sacra, solo con i principii della scienza e con quella libertà di giudizio ammessa per l’esame di un qualunque documento profano.
      – Mi dichiaro infine del tutto estraneo a quell’errore dei modernisti che pretende che non vi sia, nella sacra tradizione, nulla di divino o, ciò che è ben peggio, che ammette ciò che vi è di divino in senso panteista; così che non rimane nulla di più del fatto puro e semplice, assimilabile ai fatti ordinarii della storia: e cioè che degli uomini, col loro lavoro, la loro abilità, il loro talento, continuino nelle età posteriori la scuola inaugurata da Cristo ed i Suoi Apostoli. 

      Mantengo pertanto fermissimamente e manterrò fino al mio ultimo respiro, la fede dei Padri nel carisma certo di verità che è, è stato e sarà sempre nell’episcopato trasmesso con la successione Apostolica [1]: non in modo che sia mantenuto quello che può sembrare migliore e più adatto al grado di cultura proprio di ciascuna epoca, ma in modo che la verità assoluta ed immutabile, predicata in origine dagli Apostoli, né mai sia creduta, né mai sia intesa in un altro senso [2].

      Mi impegno ad osservare tutte queste cose fedelmente, integralmente e sinceramente, a custodirle inviolabilmente e a non allontanarmene sia nell’insegnamento sia in una qualunque maniera con le mie parole ed i miei scritti. Così prometto, così giuro, così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio.» 

  • Milly ha detto:

    Certo è che i tedeschi non riescono a rinunciare al loro vizietto di sempre che è quello di dominare, dirigere il mondo intero compresa la Chiesa.
    Vedremo se riusciranno a far leva sulle fessure del detto/non detto dell’Esortazione e soprattutto del documento finale dei Vescovi.
    Meno male che, come ha scritto la mistica tedesca Beata Caterina Emmerick, “Dio aveva altri progetti”!

  • Una mamma ha detto:

    Temo che invece, in modo molto subdolo e ben velato, vi siano tutte le aperture proposte dal documento finale del Sinodo Amazzonico. A differenza di Amoris Laetitia e delle sue noterelle a margine, in Querida Amazonia è quello che NON viene detto a generare aperture. Mi spiego. Il punto 3 richiama TUTTO il documento finale con l’invito a leggerlo. Non un singolo punto. Ma tutto il documento. Perché? Il punto 87 parla di sacerdote MA NON si dice nulla sul suo celibato, NÉ lo si difende. Ripeto: quello che NON si dice è già di fatto un’apertura allo smantellamento del sacerdozio cattolico. Altrimenti mons. Spadaro e il card. Marx non sarebbero così contenti come mi sembra di capire, no? Certo, posso sempre aver capito male io…

    • diego ha detto:

      brava. Ricordo un vecchio detto hispanico : – anche se vesti di seta una scimmia , si vede che è una scimmia –
      Spadaro può aver fatto ritoccare l’esortazione post sinodale , rendendo solo più evidente che è stata taroccata . Hanno rivestito di seta l’esortazione, ma si vede che è falsità.

      • forbes ha detto:

        posso parafrasare ? anche se vesti Tornielli da direttore media vaticani, resta un ex vaticanista da strapazzo , ipocrita .

    • Paolo Giuseppe ha detto:

      @ Una mamma
      Condivido in pieno.