CESARE BARONIO, LETTERA APERTA A MONS. CARLO MARIA VIGANÒ.

4 Febbraio 2020 Pubblicato da

Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo ricevuto, e volentieri pubblichiamo, una lettera aperta indirizzata all’arcivescovo Caro maria Viganò da Cesare Baronio, l’Eminentissimus di Opportune Importune. Buona lettura! 

 

§§§

LETTERA APERTA

a Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Carlo Maria Viganò

Eccellenza Reverendissima,

ho avuto il piacere di vedere quanto l’adagio evangelico Estote prudentes ut serpentes, simplices ut columbae abbia trovato applicazione a Monaco, dove Vostra Eccellenza è sfuggita allo stilum Sanctae Marthae. Costretti ad esser parte del pusillus grex, ostracizzati da coloro che viceversa dovrebbero difenderli; perseguitati dal Satrapo e dai suoi accoliti, quasi fossero dei criminali; fatti oggetto di una caccia tanto vergognosa quanto grottesca: questa è la sorte di quanti vogliono percorrere la via regia della Croce.

Vostra Eccellenza avrà la grazia di veder portate a compimento le promesse di Nostro Signore, e con Lei anche i tanti sacerdoti e Prelati che zelano per la Sua gloria e la salvezza delle anime. A quel punto potrà dire anch’Ella con Simeone: Nunc dimittis servum tuum, Domine… quia viderunt oculi mei salutare tuum. Ma questo è il momento della prova, e di una prova tremenda. Una prova che deve scuotere gli animi di quanti ancora si rifiutano di scegliere da che parte stare.

Ad esser sincero, temevo che le mie posizioni nettamente critiche sul Concilio potessero suscitare in Vostra Eccellenza, se non scandalo, quantomeno quel comprensibile disagio che mostrano quanti si sentono toccati nel vivo. E ad esser  ancora più esplicito temevo che, pur condividendo l’analisi sulla crisi presente che affligge il corpo ecclesiale, Ella preferisse mantenersi sulle posizioni più politicamente corrette che ad esempio hanno assunto in passato – ed in parte ancor oggi assumono – alcuni venerabili Confratelli di Vostra Eccellenza; vedo però che anche tra costoro la supina accettazione degli errori conciliari va progressivamente cedendo il posto alla consapevolezza dell’inconciliabilità tra la professione integrale della Fede per amore di Dio e la sua deliberata adulterazione per compiacere il mondo.

Non mi riferisco ovviamente al latitudinarismo di quanti pensano di poter affiancare senza contraddizione la Sposa di Cristo con la meretrice che abbiamo sotto gli occhi, o la Liturgia cattolica con la sua contraffazione;  quanto piuttosto a quella ritrosia umanissima e certamente comprensibile di chi non osa credere che quel che la ragione gli mostra e il cuore gli suggerisce sia vero: il tradimento di chi si fida da parte dei vertici stessi della Chiesa. Poiché cos’altro è, se non tradimento, quello del Pastore che non solo tace deliberatamente la Verità salvifica, ma che anzi le sostituisce l’errore, mascherandolo con parole volutamente equivoche? Non è tradimento l’elogiare gli eretici e i peccatori, e dileggiare quanti ad essi si oppongono eroicamente per difendere la purezza della Fede? Non è tradimento di Dio e della Chiesa lasciar che gli idoli siano adorati nel luogo santo, con lo scandalo dei fedeli? Non è tradimento il deificare la natura mentre se ne lascia offendere il Creatore? Eppure questo accade sotto i nostri occhi, e sotto gli occhi di tanti chierici, Presuli e Cardinali che tacciono, che volgono lo sguardo altrove, che fingono di non sentire e di non vedere per non dover reagire. Gli uni per pusillanimità, gli altri per complicità, ma sempre e comunque dimostrando di aver più a cuore la conservazione del proprio posto, che non la gloria di Dio e l’onore della Chiesa.

E qui vorrei ricordare un passo del colloquio del Cardinale Federigo con don Abbondio: “Ma!” disse il cardinale, con voce e con aria grave fuor del consueto: “è il vostro vescovo che, per suo dovere e per vostra giustificazione, vuol saper da voi il perchè non abbiate fatto ciò che, nella via regolare, era obbligo vostro di fare”. Vien da osservare che ai nostri giorni il Cardinal Federigo sarebbe probabilmente ricercato dai bravi del novello don Rodrigo, mentre don Abbondio avrebbe meritato la Sacra Porpora. E mi chiedo cosa possa aver reso eunuchi tanti sacerdoti e Vescovi, nel volgere di soli cinquant’anni.

Anch’io, come moltissimi  chierici e laici, ho vissuto momenti della mia vita in cui non volevo e non potevo accettare che un padre potesse ripudiare i propri figli, che un pastore volesse deliberatamente disperdere il gregge affidatogli, lasciandolo in balia dei lupi. Illusioni e ingenuità di chi pensava d’aver dinanzi un Noé ebbro e discinto, cui i figli pietosi dovessero coprir le vergogne, meritandone le benedizioni una volta rinsavito. E questa posizione di composta operosità, non disgiunta dal desiderio di salvare l’immagine compromessa della Chiesa – rectius: dei suoi Prelati – mi è sembrato fosse la stessa di chi, un tempo convintissimo sostenitore della mens conciliare e suo attivo cooperatore, era alfine giunto a teorizzare quell’ermeneutica della continuità in nome della quale cercar di conciliare, appunto, la dottrina immutabile della Chiesa di Cristo con le innovazioni dell’assise romana. Questo tentativo era frutto di un abbaglio, perché abbiamo creduto in buonafede di aver davanti degli interlocutori animati da rette intenzioni, che avessero solo adottato metodi sbagliati per ottenere un fine buono. Ma così non era e non è, e il tempo l’ha dimostrato.

Alcuni devono ancora prender le distanze dagli errori che purtroppo inquinano le loro buone intenzioni, ed in particolare devono comprendere l’indole eversiva della frode modernista: troppo spesso chi difende la dottrina e la morale cattolica non osa disfarsi delle deviazioni insinuate dal Vaticano II e par voler pagare il tributo all’idolo conciliare col citarne questo o quel passo a sostegno delle proprie tesi. Ma Ella sa bene che un’acqua contaminata dal veleno è veleno essa stessa, e che quel che di buono è sopravvissuto nei testi conciliari si è rivelato essere uno schermo dietro il quale nascondere le peggiori insidie.

Ed è quello che avviene anche in ambito civile: chi vorrebbe sottrarci alla morsa del mondialismo non riesce a prendere le distanze dai principi condivisi dall’avversario. Così, come il politico che desidera avere diritto di parola nel consesso civile deve accettare i preambula regiminis del pensiero massonico, anche il Presule che voglia levar la voce contro la crisi presente ritiene di perdere credito se mette in discussione il Vaticano II. Ma con ciò stesso spunta le armi con le quali intende combattere, perché la sua battaglia – ancorché meritevole e combattuta in buona fede – non gli permetterà di minare dalle fondamenta la cittadella in cui è asserragliato l’avversario, né di proteggere la propria, lasciata sguarnita sui lati più strategici.

Quel che si riesce a far comprendere più facilmente ai laici e al basso Clero, non giunge ahimè a molti Confratelli di Vostra Eccellenza, forse perché per essi è più difficile scrollarsi di dosso il grave fardello di questi cinquant’anni di corresponsabilità, riconoscendo con umiltà di esser stati tratti in inganno. Eppure questa è l’unica via percorribile, e senza ripudiare mezzo secolo di compromessi e adulterazioni non sarà possibile ottenere dal Cielo quella vittoria schiacciante che invece il Signore riserva ai pochi che Lo seguono. Poiché se è vero che siamo in pochi, e che la nostra battaglia è umanamente persa sin dal principio, è altresì vero che il nostro Re può permetterci di sbaragliare i più temibili avversari, se solo sapremo militare senza compromessi sotto i Suoi vessilli.

Ho la gioia di veder venir meno i miei timori e di constatare che Vostra Eccellenza condivide con me la consapevolezza di non poter più accettare alcun compromesso. Perché in questione non è tanto il prestigio personale – di cui Vostra Eccellenza certamente e meritatamente gode, e che pure non esita a metter in gioco – ma la Verità in sé, cioè Dio. Quel che Vostra Eccellenza difende non sono le Sue idee, ma la Verità oggettiva, cui Ella coerentemente non può non aderire. Come uno specchio che, una volta deterso dall’appannatura, rifletta fedelmente l’immagine reale.

Ecco: quello che mi dà speranza è proprio vedere quale sia la forza e la potenza della Verità, ch’è necessariamente intollerante e divisiva, così come divisivo è Nostro Signore, pietra di scandalo contro cui sono destinati a schiantarsi coloro che non Lo vogliono riconoscere come testata d’angolo. Questa santa intolleranza ci sprona a cercare il bene altrui, ad annunciare coraggiosamente che la Verità è impreteribile, ineluttabile, e che prima o poi chi ha retta intenzione non potrà che riconoscerla ed inchinarvisi, così come non ci si può sottrarre alla luce e al calore del sole anche se lo si nega.

Ma più che di una liberazione dall’odioso giogo conciliare, quello che è indispensabile suscitare nelle anime buone è la fiducia assoluta nella Grazia, affinché si abbandonino i rispetti umani, per confessare Gesù Cristo, che è Verità e Via alla Verità e Vita nella Verità. Se non sapremo riconoscere quanto ridicoli e falsi siano gli spauracchi che il demonio ci leva davanti; se non troveremo il coraggio di gettarci nelle braccia della Vergine affrontando il martirio che la Provvidenza ha preparato per noi – piccolo o grande che sia; se non disprezzeremo questi attimi di vita terrena preferendo l’eternità beata che ci aspetta, ribellarci all’errore sarà un esercizio di logica forse, ma non di virtù.

Esser ostracizzati da un tiranno arrogante; derisi da chi sa di non avere argomenti; scacciati come indegni per far posto a personaggi compromessi e ricattabili; incarcerati, torturati, forse uccisi: questo è accaduto anche ai tempi di Sant’Atanasio, ed ogniqualvolta il potere civile si è alleato con gli eretici per distruggere la Chiesa; questo accade oggi anche a noi, secondo la croce che il Signore fattosi nostro Cireneo ci aiuta a portare. So che Vostra Eccellenza è pronta a dar testimonianza della Verità e ha già dimostrato di esserlo. Nella mia nullità oso sperare che quel che dovremo sopportare ci apparirà come una cosa da poco, quando nell’attraversar la prova ci accorgeremo quanto maggiore fosse il suo timore umano rispetto alla realtà dell’aiuto celeste. Jacta cogitatum tuum in Domino (Salmo 54, 23).

Confermo a Vostra Eccellenza il mio ricordo nella preghiera, soprattutto ai piedi del tabernacolo, dove il divino Prigioniero ci attende per colmarci di grazie e benedizioni.

Di Vostra Eccellenza Rev.ma

dev.mo in Christo

Cesare Baronio

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73 commenti

  • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

    rispondo a Cesare Baronio del 5 Febbraio 2020 alle 3:02 pm:
    per quanto mi riguarda non ho niente da contestare rispetto alle sue argomentazioni (l’ho manifestato pure sul suo blog) , sono completamente d’accordo con lei

  • Milli ha detto:

    Sig. Baronio, le posso chiedere una cortesia? Potrebbe tradurre le citazioni in latino? Sono proprio necessarie? Grazie e mi scusi.

    • Cesare Baronio ha detto:

      Nunc dimittis servum tuum Domine > Ora lascia andare il tuo servo (Cantico di Simeone)

      Estote prudentes… > Siate prudenti come serpenti e semplici come colombe

      Jacta cogitatum tuum in Domino > Abbandona le tue preoccupazioni al Signore

  • Adriana ha detto:

    Noticina su festival di San Scemo . Mi attendo che alle prossime puntate l’enterteiner Fiorello muti la tonaca da prete ” tradizionalista ” con una bella jellabah da Imam
    ( giusto per far piacere a Bergoglio ) . Del resto può ispirarsi all’ illustre esempio nel sindaco di Palermo con la tovaglia in testa a mo’ di Keffiah da mille e una notte .

    • Monica ha detto:

      Ormai la talare la vedi solo a Sanremo, nella pubblicità dell’8×1000 e nelle fictions.

      • Raffaella ha detto:

        Monica hai ragione, condivido quello che hai scritto.
        Conosco un prete che veste sempre in borghese soprattutto quando esce e poi dice che è bello vedere le espressioni di chi “scopre” di star parlando con un sacerdote…
        Ma il sacerdote deve dare testimonianza in ogni circostanza non giocare a nascondino!!

      • EquesFidus ha detto:

        Non solo lì, grazie al cielo: gli Istuti e Fraternità tradizionali sono ancora piene di preti che non si vergognano di vestirsi da preti.

      • Adriana ha detto:

        MONICA , devo assolutamente adeguarmi ! Ho letto che il cantante (?) Achille Lauro si è ispirato alla nudità di
        S .Francesco , quella
        ritratta dagli affreschi di Giotto dove il pittore ne esalta la Povertà -.
        Solo che la tutina sbrilluccicante ( ti vedo e non ti vedo ) indossata dal fiero Achille costa 57000 artistici eurini ..Stavolta all’esimio Card. Ravasi , esperto di cultura , d’arte e di umiltà verranno travasi di santa bile per non averci pensato lui per primo . Però al prossimo Met…

        • Adriana ha detto:

          e-c-5700 che non sono pochi per un matrimonio con Madonna Povertà .

        • Raffaella ha detto:

          Travaso di santa bile a parte, chissa’ quanto è piaciuto il nude-look alle monsignorine…

          • Adriana ha detto:

            Raffaella .
            où sont les neiges d’antan ? ( dove sono le nevi di un tempo ?) Dove sono le ballerine televisive cui Don Lurio applicava i mutandoni perchè , altrimenti ,
            il Papa piange ?

  • Antonella ha detto:

    A Cesare Baronio vorrei dire che dalla sua lettera, con l’analisi retrospettiva di una Chiesa esposta storicamente a crisi per contaminazioni mondane, affiora anche tanta passione per la fede abbracciata e difesa soprattutto nella complessa prova della condizione attuale. Lo è per i laici chiamati a sostenere il proprio impegno in contesti sempre più omologati alle correnti di regime e avversi per principio ai valori Cristiani, così come per coloro che hanno fatto del proprio sacerdozio una ragione e missione di vita. Non è facile prendere atto degli inganni e decidere di contrastarli scegliendo di essere una pietra di inciampo per professione di fede. Ma è qui che la si prova, arretrando e rintanandoci nel “ compromesso”, come giustamente sottolinea, o avanzando e non per chissà quale vago eroismo, esclusivamente per amore al Cristo che professiamo, che rimane fedele al suo gregge.
    La vera questione riguarda la nostra “sequela”, diversamente saremmo reclutati al servizio di visioni ingannevoli, sovversive, della fede e di quella Chiesa che Lei con altrettanto amore ci sta annunciando.
    Di questi Pastori noi ascoltiamo la voce.

  • Marco Matteucci ha detto:

    Papa Francesco ci “ricasca”, lo schiaffone alla fedele? Ecco le parole del Pontefice

    E ridaje! Questa volta facendo catechesi ai fedeli Papa Francesco ricasca sullo schiaffone. Sì, proprio quello assestato alla fine dell’anno alla cinese che gli aveva tirato un po’ troppo il braccio (chissà, forse a Bergoglio erano già arrivate voci sul coronavirus). Fatto sta che il Papa si lancia in un elogio dello schiaffo che “schiaffa” (sì, dice proprio così), sostenendo che qualche volta è cosa buona che ad assestarlo sia lo Spirito Santo, e altre volte in modo meno spirituale è arma utile a genitori ed educatori. E se lo dice il Papa, forza fedeli: bum-bum!

  • Da anonimo A Anonimo ha detto:

    @ Cesare Baronio,
    rispettando e condividendo la scelta dell’anonimato, peraltro raccomandato (“almeno per ora”; ci ha precisato) da mons. Viganò, La ringrazio perché – abbandonando la tranquillità del suo blog – ha inteso offrire all’ex nunzio una testimonianza di riconoscenza, di partecipazione e di supporto al suo coraggioso contributo per il rinnovamento della Chiesa, finora mancato “dal suo interno”, come lamentato nelle memorie pubblicate proprio a seguito di questa presa di coscienza che lo ha spinto a rompere il silenzio in pubblico e davanti al pubblico.
    La sua Lettera aperta penso si prefigga lo stesso scopo: raggiungere un pubblico di lettori più vasto di quello che frequenta il suo blog e nemmeno soltanto noi di SC… anche perché questo blog gode di una …frequenza… composita e variamente interessata.
    Per il momento: non perdiamo di vista il fine delle pubblicazioni; ci sarà tempo e modo…per svelare le identità, perché non vi è nulla di segreto che non sia manifestato… a tempo debito… se necessario…

  • GAZZOLI CLAUDIO ha detto:

    … non è che uno può aspettarsi la condivisione sul problema GRAVISSIMO degli interventi anonimi in un sito dove il 95 % degli interventi sono fatti in anonimato, peraltro, completamente ingiustificato, dato che al più si rischia, per un laico, la perdita del saluto di un religioso e ciò, non costituirebbe, data la situazione, una perdita tanto grave… E’ vero che Gesù consigliava la prudenza ai suoi discepoli me è anche vero che quasi tutti loro sono stati massacrati… e non hanno potuto nascondersi. Come non possono nascondersi tutti i cristiani di oggi martirizzati per manifestare la loro fede.

  • stilumcuriale emerito ha detto:

    Meglio un Cesare Baronio in incognito che un Papa Francesco che sfacciatamente fa l’avvocato di se stesso tuittando:
    –Il Documento sulla Fratellanza Umana, firmato un anno fa, ha scritto una nuova pagina nel dialogo fra le religioni e le persone di buona volontà. Come fratelli e sorelle vogliamo dire no alla violenza e promuovere insieme la pace, la vita, la libertà religiosa.–
    Non c’è un versetto, dico un versetto dell’AT o del NT in cui si proclami la libertà religiosa . Anzi (vedi Mt 12,30) : –Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.–
    In versioni precedenti era detto : chi non SEMINA con me disperde.

    • roby ha detto:

      Il principio di libertà religiosa è stato sancito dal Concilio Vaticano II (Dignitatis Humanae) e strenuamente difeso dal Card. Ratzinger in qualità di Prefetto della CDF e da Benedetto XVI in qualità di Papa, che proprio sul passaggio da “tolleranza” a “libertà” ha sviluppato la tesi (e il magistero) della riforma nella continuità.
      Giovanni Paolo II è stato un altro alfiere della libertà religiosa:
      “la libertà religiosa, esigenza insopprimibile della dignità di ogni uomo, è una pietra angolare dell’edificio dei diritti umani e, pertanto, è un fattore insostituibile del bene delle persone e di tutta la società, così come della propria realizzazione di ciascuno. Ne consegue che la libertà dei singoli e delle comunità di professare e di praticare la propria religione è un elemento essenziale della pacifica convivenza degli uomini. La pace, che si costruisce e si consolida a tutti i livelli dell’umana convivenza, affonda le proprie radici nella libertà e nell’apertura delle coscienze alla verità”.

      Se ritiene che vi sia contraddizione tra libertà religiosa e Scrittura, adesso sa con chi prendersela….

      • IMMATURO IRRESPONSABILE ha detto:

        L’ uomo ha il diritto, e il dovere, di cercare la verita’; lo Stato deve rispettare tale ricerca, e non puo’ imporre nulla alla sua coscienza. Detto cio’, l’ intelletto umano e’ “costretto” a riconoscere la verita’ quando la incontra, e cio’ significa che all’ uomo ripugna considerare alla stessa maniera cio’ che e’ vero e cio’ che vero non e’; la verita’ ha piu’ diritto della non-verita’, anzi, solo la verita’ ha “diritti”. Se qualcuno ha dei dubbi in proposito, provi a confutare cio’ , non e’ possibile.
        La questione quindi e’: come fare a difendere la verita’, senza ledere il diritto dell’ uomo a trovarla liberamente? Vogliamo optare per l’ indifferentismo? ci arrendiamo alla massoneria? tra il dovere evangelico di costruire la pace, e l’ irenismo, io continuo a vedere la differenza.

        • bonifacio viii ha detto:

          Mettiamo qualche puntino sulle “i”.
          Intanto la “libertà religiosa” riconosciuta dal Magistero ecclesiastico (osteggiata dagli eretici tradizionalisti ed esasperata dagli eretici modernisti) non riguarda un diritto della “verità” né una diritto della “falsità”, ma semplicemente il diritto CIVILE (non morale) di ciascun uomo di liberamente cercare e aderire alla verità.
          Secondo, mai la Chiesa ha affermato che l’adesione alla verità possa essere imposta da altri e quindi che gli uomini possano essere forzati a confessare la fede; né ha mai sostenuto che privatamente ciscuno possa avere le proprie convinzioni religiose.
          Il discrimine del Concilio sta nella difesa del diritto anche di professare pubblicamente “entro debiti limiti” ciò in cui si crede e che nessuna autorità umana (umana=civile, quindi non divina qual é l’autorità del Papa) può impedirlo se l’esercizio di quella libertà non oltrepassa detti “debiti limiti”. Prima del Concilio, in uno contesto in cui si sperava ancora nella rinascita dello “stato confessionale” si parlava di tolleranza. Peraltro, prima del Concilio, l’esercizio pubblico della libertà religiosa era condannato con riferimento ad una concezione della L.R. diversa da quella sviluppatasi nel 900.
          Purtroppo certi tristi personaggi non hanno di meglio da fare che tagliare citazioni ad minchiam per far figurare contraddizioni, mentre lo sviluppo della dottrina è fatto ben più complesso.

          • IMMATURO IRRESPONSIBLE ha detto:

            Sulla distinzione della “titolarita” o meno di diritti siamo dunque, d’ accordo. Tuttavia mi pare che Lei dia per scontato cio’ che, temo, scontato non sia affatto, nel mondo cattolico. A me sembra che oggi sia largamente accettata l’ opinione (dottrina?) che la pluralita’ delle credenze sia un valore in se’.

      • stilumcuriale emerito ha detto:

        Forse io non ho capito bene, ma a me pare che la dichiarazione Dignitatis Humanae sostenga che nessuna religione può essere imposta dalla legge umana o con la violenza. In quanto alla parità di valore delle diverse religioni, mi pare che gli estensori della dichiarazione non mostrino dubbi quando affermano:
        –Anzitutto, il sacro Concilio professa che Dio stesso ha fatto conoscere al genere umano la via attraverso la quale gli uomini, servendolo, possono in Cristo trovare salvezza e pervenire alla beatitudine. Questa unica vera religione crediamo che sussista nella Chiesa cattolica e apostolica, alla quale il Signore Gesù ha affidato la missione di comunicarla a tutti gli uomini, dicendo agli apostoli: « Andate dunque, istruite tutte le genti battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quello che io vi ho comandato » (Mt 28,19-20). E tutti gli esseri umani sono tenuti a cercare la verità, specialmente in ciò che concerne Dio e la sua Chiesa, e sono tenuti ad aderire alla verità man mano che la conoscono e a rimanerle fedeli.–
        O sbaglio?

        • MARIO ha detto:

          Lei confonde libertà religiosa con parità delle diverse religioni.
          Citazione biblica sulla libertà religiosa: “Ama il prossimo tuo come te stesso.”

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Non sono io ma è Papa Francesco che fa questa confusione nelle dichiarazioni che ha fatto a proposito del e nel documento firmato ad Abu Dhabi.

          • stilumcuriale emerito ha detto:

            Ancora per Mario.
            “Amerai il prossimo tuo come te stesso ” compare per la prima volta in Levitico 19,18. Il Levitico, guarda caso, è il libro dell’AT più disprezzato dai teologi progressisti e moderni, perchè contiene una enorme quantità di precetti considerati obsoleti. Ma poichè Lv 19,18 è citato in Matteo 22,39 , in Marco 12,31 e in Luca 10,27 (peraltro non come il primo ma come il secondo dei comandamenti) allora va tutto bene.

          • Adriana ha detto:

            Prossimo , appunto , nel senso di colui che ti è vicino perchè condivide la medesima fede .

          • Milli ha detto:

            Ama il prossimo tuo come te stesso non significa dover accettare la parità delle religioni.
            Posso amare il mio prossimo musulmano o ateo, ma se desiderassi il suo bene vorrei convertirlo al vero Bene ovvero a Cristo.

          • Ciccio ha detto:

            Perché se uno parla di “libertà” qualcuno capisce “parità”? Siete sicuri di avere gli skills minimi per affrontare un discorso complesso come questo?

            PS approfitto per chiedere alla sig.ra Adriana da quale punto dei Vangeli abbia tratto quella definizione di “prossimo”. Grazie.

          • EquesFidus ha detto:

            A parte il fatto che Lei scriva in italiano e non in un miscuglio di lingue (ora siamo arrivati a “skills” in luogo di “abilità”), a parte questo dicevo la pietra tombale sulla questione l’ha posta Leone XIii con l’enciclica “Libertas”, che oggigiorno nessuno conosce più l, e sì che è un’enciclica talmente breve che si legge in un’ora e si può tranquillamente scaricare dal sito del Vaticano. La riassumo brevemente: la vera libertà non è fare quello che mi pare, incluso atti dannosi per me stesso ed il prossimo quali convertirmi a o permanere in false religioni, bensì essere messo in condizione di poter scegliere e perseguire il bene anziché il male. Ne consegue che la libertà religiosa non implica 1) una laicità che vede tutte le religioni come uguali, anche dal punto di vista legale (errore dello Stato liberal-agnostico); 2) una religiosità egualitaria che vede tutte le religioni come uguali (errore di Assisi); 3) la non necessità o utilità del Battesimo e della conversione alla Vera Fede cattolica come mezzi per salvarsi (errore di Rahner). Al contrario, la vera libertà religiosa non impone che tutti i cittadini debbano essere cristiani (come nell’islam o dell’induismo, per citare due esempi tristemente famosi), o che i non cristiani debbano essere perseguitati, bensì che la società deve aiutarti ad andare in Paradiso comunque: questa è la libertà (e la tolleranza, per ragioni umane e di ordine pubblico) cristiane, che nulla ha a che vedere con la “fratellanza mondiale umana” in salsa socialista e massonica, o con il liberalismo.

          • ciccio ha detto:

            Premettendo che, by definition, io uso tutti gli inglesismi che mi pare, dai punti che lei ha citato deduco che lei non abbia la più pallida idea di cosa ci sia scritto in Dignitatis Humanae, ossia il documento conciliare di cui si sta parlando. Lo legga, please 😉

          • EquesFidus ha detto:

            Usare inglesismi non necessari e con arroganza, magari con l’intento (ben poco caritatevole, anzi il suo opposto) di sfottere l’interlocutore sono sinonimi di povertà culturale e di un’altezzosità che non si confacciono al cristiano.

            Detto questo, la “Dignitatis Humanae”, a differenza della “Libertas” di Leone XIII, è un documento di un Concilio “pastorale” e non dogmatico; questo, senza contare il fatto che non può contraddire la “Libertas”, che si rifà alla Tradizione di sempre, senza scadere in eresia. D’altro canto, il problema di concilaristi e tradizionalisti è questo: se da un lato il CV II ha partorito un paio di disposizioni dottrinali, cioè la Costituzione Dogmatica “Dei Verbum” e la definizione dell’episcopato come grado dell’Ordine sacro separato dal sacerdozio, tutto il resto è oggetto di possibile revisione e, auspicabilmente, di abrogazione visti i frutti marci e le pillole amare che ha fatto ingerire a generazioni di (ormai in)fedeli. E’ errore proprio dei neomodernisti e dei secolaristi para-cattolici considerare solo il CVII come vincolante, anche nei punti che non lo sono affatto (vedasi la contraddizione della “Lumen Gentium”, una Costituzione dogmatica che, nel suo preambolo, dichiara… di non esserlo!) e pretendere che questi possa cancellare o diventare preponderante rispetto a tutte le verità di fede ed agli atti magisteriali esposti e dichiarati sino ad allora. Per conto, i tradizionalisti sbagliano nella loro litigiosità ed arroganza, nella mancanza di una visione comune e nell’impossibilità (promulgata dai vari “capibastone”) di unire le varie fazioni con l’obiettivo del Ripristino, liturgico e dottrinale, della Cattolica; dall’altro, rischiano di scadere in eresia quando negano tutto il CVII, anche parti che ormai, a torto o a ragione, fanno parte ormai del patrimonio dottrinale della Chiesa (vedasi quanto detto sopra, e sono una minima parte delle dichiarazioni partorite da Concilio e post-Concilio Vaticano II). Siamo sempre lì: non esiste solo il Vaticano II, che anzi è un concilietto a cui è stata data fin troppa importanza e che meriterebbe seria critica e revisione, quando non direttamente abrogazione di tutte le parti non dogmatiche e dei documenti, spesso imperfetti e talvolta contraddittori col Magistero precedente, che ne sono scaturiti. Quindi, ritenere che la “Dignitatis Humanae”, che è un documento perfettamente fallibile e revisionabile, abbia un’influenza maggiore della “Libertas”, un’enciclica che, come tutto il Magistero precedente, ha la precedenza qualora non definito da nuove dichiarazioni dogmatiche (le quali, è bene essere chiari, non possono comunque contraddirlo perché significherebbe contraddire la perfezione e l’immutabilità del Corpo Mistico di Cristo che è la Chiesa cattolica) , mi spiace dirlo, un’assurdità modernista.

          • EquesFidus ha detto:

            @ Mario: Lei si dimentica che prima di questo viene il monito “Amerai il Signore tuo Dio con tutto te stesso, con tutta l’anima e con tutto il cuore”. Inoltre, l’amore per il prossimo non può tradursi nell’amore per un errore che, potenzialmente, può destinarlo alla dannazione eterna.

          • ciccio ha detto:

            Sorry non pensavo di avere a che fare con un’inglesofobo. Ho letto il suo lungo intervento e devo dire che è tutto sbagliato. Intanto non so come faccia lei a dire che il concilio è “pastorale” mentre “libertas” è dogmatica. Questa sparata spero che l’abbia scritta perché ha mangiato pesante ieri sera. Sul resto delle argomentazoni si comprende solo una cosa: lei non ha letto bene né “libertas” né “dignitatis humanae” ed è privo di competenze storiche basilari che le permetterebbero di comprendere il senso degli asserti contenuti nei due documenti. Inoltre la sua lettura di Dignitati Humanae è completamente disarticolata, perché é proprio Dignitatis Humanae a confermare il Magistero precedente e nel definire il limite dell’ordine pubblico fa proprie le esigenze che sottostavano a Libertas come alle encicliche di Gregorio e Pio IX. Therefore, nel prendere nota che non ha capito praticamente nulla dei problemi che agita, fa ancora in tempo a farsi una cultura e riproporre l’argomento.

  • Marco Matteucci ha detto:

    In un mondo in cui:

    1. i ministri non amministrano
    2. i pastori non pascono
    3. i predicatori non predicano
    4. i maestri non ammaestrano
    5. i medici non medicano
    6. le guide non guidano
    7. i credenti non credono
    8. i saggi non hanno saggezza
    9. i prudenti non hanno prudenza
    10. i forti non hanno fortezza
    11. i giusti non hanno giustizia
    12. i puri non hanno purezza
    13. i fulgidi non hanno fulgore
    14. i caritatevoli non hanno carità
    15. i profeti non hanno profezie
    16. gli apostoli non hanno apostolato
    17. i missionari non hanno missione
    18. i santi non hanno santità
    19. i fedeli non hanno fedeltà
    20. i cristiani non hanno più Cristo

    …ha ancora un senso definirci cattolici?

  • deutero.amedeo ha detto:

    L’inutile polemica sull’identità di Cesare Baronio mi induce ad intervenire in sua , anche se assolutamente non autorevole , difesa.
    Già la scelta dello pseudonimo la dice lunga : Cesare Baronio fu un cardinale del 1500-1600 oratoriano ( seguace di San Filippo Neri) . Se ne ha preso il nome come pseudonimo) questo ci dice che risiede a Roma ed è appartenente o molto vicino alla congregazione degli oratoriani. Non è Cardinale ( lo ha detto lui qui in una risposta datami tempo fa) . E’ persona molto leale, colta, coerente con uno stile chiaro, fluente, comprensibile e persino amabile. Quindi , per favore, se vogliamo discutere, discutiamo su ciò che ha scritto, non su chi è. E ringraziamolo per il suo intervento con una amichevole preghiera: intervenga più spesso su SC come faceva in passato. E’ sempre gradevole , oltre che istruttivo ed edificante. leggerla .

  • Gaetano2 ha detto:

    No, caro Baronio! Non si scopra. Non è tempo di manifestarsi, nemmeno di fronte a provocazioni, ma di prepararsi per quando, se mai sarà, ci sia l’occasione per agire efficacemente. Questo dal punto di vista umano. Poi se il Cielo dispone diversamente è un’altra storia.

  • roth ha detto:

    caro Baronio, anzitutto grazie per il suo intervento su SC. Bene fa a mantenere anonimato , se c’è una ragione , di cui non dubito. Vorrei farle una domanda : Papa Francesco più volte ha citato Gesù che spiega che non sono i sani che hanno bisogno del medico ,ma i malati. D’accordo. Ma per guarire i malati sono necessari i medici che sappiano guarirli , no? Che direbbe di un Ministro della Sanità che affermasse lo stesso principio, ma poi chiudesse le università di medicina che non hanno il Preside da lui deciso ? oppure vietasse l’insegnamento , che so, dell’anatomia ( cioè la teologia di sanTommaso ) ? Domanda di riserva ,parafrasando il detto sull’uovo e la gallina. le vocazioni nascono se la fede è forte o la fede è forte se ci sono vocazioni ?

  • LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI ha detto:

    @CESARE BARONIO

    Sento tanto parlare, da diverse fonti, di inconciliabilità del Concilio Vaticano II con la Tradizione della Chiesa Cattolica.
    Vorrei cortesemente chiederle, se avesse tempo, di indicarli e descriverli in maniera sintetica per gettare finalmente luce su questo evento ecclesiale così ambiguo e foriero di mille cadute.
    La ringrazio!

    • Cesare Baronio ha detto:

      Caro amico, l’opposizione tra pre e post Vaticano II è talmente evidente che non occorrerebbe nemmeno spiegarla. Ma è pur vero che, a fianco di quanti seguono la questione da anni, ve ne sono altri che solo recentemente cominciano a chiedersi cosa stia succedendo alla Chiesa.

      Menziono solo alcune cose:

      – libertà religiosa ed ecumenismo
      – collegialità episcopale e conferenze episcopali
      – Papato e Collegio dei Vescovi
      – liturgia (lingua sacra, fini della Messa, Ordini Sacri, Sacramenti)
      – Costituzione della Chiesa (subsistit in) e sua unicità salvifica

      La invito a leggere i miei articoli sul. blog Opportune Importune, ma anche a documentarsi ad esempio leggendo Iota Un’umiltà di Romano Amerio.

      Coraggio: la verità vi farà liberi!

      • bonifacio viii ha detto:

        Mi permetto di rilevare che la contraddizione è “evidente” solo per chi ignora substrato e ragioni delle proposizioni preconciliari e di quelle postconciliari e che riduce l’analisi ad un confronto tra frasette. Peraltro ciò che si isola come “preconcilio” per metterlo a confronto col “postconcilio” è in realtà un frammento di Tradizione le cui proposizioni ben potrebbero essere messe a confronto con altre di secoli precedenti con lo stesso effetto di apparente contraddizione.
        L’anticonciliarismo fallisce (e fallirà sempre) perché si fonda su analisi storicamente e filosoficamente superficiali; in ultima analisi perché contraddice la stessa dinamica della Tradizione e sconfessa l’opera di assistenza dello Spirito santo. E’ sintomo della stessa malattia che ha generato il modernismo e come il modernismo si risolve nell’eresia.

        • Boanerghes ha detto:

          “”in ultima analisi perché contraddice la stessa dinamica della Tradizione e sconfessa l’opera di assistenza dello Spirito santo. E’ sintomo della stessa malattia che ha generato il modernismo e come il modernismo si risolve nell’eresia.”‘

          Tradizione dinamica non significa progressivo abbandono della Sacra Tradizione e della verità rivelata.
          E poi è opera e assistenza dello Spirito Santo l’operato di papa Bergoglio? Sì da sempre per scontato questa assistenza, ma non è automatica e forzosa, bisogna accoglierla.
          Bisogna considerare molto i frutti del concilio, cioè la cattiva messa in opera delle indicazioni conciliari. Mi sembra ovvia la tendenza a voler rivoluzionare la Chiesa in senso modernista.
          Basta vedere la Messa riformata: il sacrificio di Cristo è sempre più nell’angolo, è più un memoriale stile protestante, e non considero nemmeno il celebrare verso o spalle al popolo.

        • MARIO ha detto:

          @ Bonifacio VIII. Complimenti per la sua risposta, sintetica ma esaustiva.

      • Luisa S. ha detto:

        ” iota unum ” di Romano Amerio, libro imperdibile soprattutto per chi non ha conosciuto il preconcilio

  • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

    E mi mancò:
    marinourbano@gmail.com
    E non sono pseudonimi ma i nomi dei mieì santi per Battesimo e nascita. 3.3 .63 e 19.12.62

  • MARIO ha detto:

    Verità nella Carità. L’Amore, questo sconosciuto…
    https://radiomaria.it/messaggio-della-regina-della-pace-a-mirjana-2-febbraio-2020/

  • giulia anna anna meloni ha detto:

    ringrazio Cesare Baronio per questa lettera di conferma nella Fede,ci è di grande conforto.Viviamo nel tempo peggiore dp il diluvio,niente è più alla nostra portata,questa è una lotta contro satana che solo la Vergine SS,Madre di Dio e Madre Nostra,può sostenere e vincere.Noi però dobbiamo scegliere da che parte stare.Mi permetto di condividere anche ultimo editoriale di don Elia,anche questo sacerdote ha scelto il nascondi mento non certo per viltà ma per meglio seguire ,istruire,confortare il popolo di Dio
    http://lascuredielia.blogspot.com/2020/02/lavia-della-pace-la-meditazione-si.html#comment-form

  • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

    tutto, ovviamente, da condividere ma con un grosso limite: “….constatare che Vostra Eccellenza condivide con me la consapevolezza di non poter più accettare alcun compromesso “. Non si può “condividere” se non si condivide la medesima sorte, determinata, per mons. Viganò, dal fatto di essere riconoscibile e di non aver scelto di dissimularsi dietro ad uno pseudonimo… È giunta l’ora, per tutti, di venire allo scoperto, anche per potersi gloriare di essere “ostracizzati, derisi, scacciati, torturati” proprio come Gesù.

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Concordo Sgre. Claudio. Mentre leggevo il lungo trattato di questo dottore, solo la domanda, ma chi è costui? Pieno di grandi formule e preziose lezioncine ma dall’ anonimato. Perde tutta autorevolezza pur dicendo verità.
      Dalla periferia di Caracas. Venite a trovarci. Abbiamo il Santo Sacrificio ogni giorno solo Tradizionale, Tridentino, di S. Pio V o Gregoriano. Abbiamo Adorazione Perpetua. Parroco diocesano nel mezzo delle montagne delle “favelas”. NON ABBIATE PAURA…ESCA DELL’ ANONIMATO TALE “CESARE”. Parroquia del ESPIRITU SANTO Y NUESTRA DE LA ANTIGUA. Carrizal, “periferia” di Caracas. Venezuela. Mio cell.0058 424 110 45 62. Il nome sopra mio vero nome, figlio di Gilberto ed Eglée.

    • giulia anna anna meloni ha detto:

      al punto in cui siamo arrivati la prudenza è d’obbligo.Il Salvatore invitava gli apostoli alla prudenza.

      • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

        Senta “Anna Anna”. Tra 3 martedì per coloro che piaciono l’ anonimato, appunto sarà martedì grasso. Invece per gl’ Apostoli degl’ Ultimi Tempi ( La Salette dixit) il suo modo d’ interpretare la “prudenza” riguardo Nostro Signore, non s’ applica a quanto detto del Sgre. Claudio. Per un tempo, prima l’ arrivo della Sua Ora, passava inosservato Nostro Signore. Se avrebbe commandato d’ un nascondiglio…quali Apostoli l’ avrebbero seguito fino imitare morti crudeli?. Senta la raccomando la Vera Virtù della Prudenza da meditare tra 3 martedì che invece per chi ha Fede, non è di carnevale, ma FESTA DEL SANTO VOLTO DEL NOSTRO SIGNORE GESUCRISTO. E siccome pure qui ha intervenuto chi si smaschera come il Baronio, come dice, se Mgr. Viganò sa chi è Lei, quale lo scopo di pubblicare la lettera a lui scritta e non l’ invia personalmente o la pubblica nel suo proprio blog? Troppo buono mio amico Marco Tosatti pubblicando questa lettera. Un Marco che tutti sapiamo chi è ( io dove abita ) figlio di Renato Tosatti mancato nella tragedia di Superga 4.5.49. Cammina le strade romane senza scorta, perche non li manca mai suo Angelo Custode. Pure del proprio Mgr. Viganò che tira in ballo dall’anonimato, pure sapiamo tutto perche anche se protegge sua vita, a viso aperto defende la Vera Chiesa eroicamente. 

        https://originalveniceshop.com/it/vendita-maschere-veneziane/611-prudentia/ 

        • correttore automatico ha detto:

          Caro Don, Marco Tosatti per Roma non cammina! Pedala! 🙂

          • Klaus ha detto:

            Vero. Non so come faccia a reggerlo quella bici 🙂

          • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

            I correttori automatoci sono bianco o nero. Ed il vero è che il carissimo Dtt. Tosatti cammina e pedala, la nonostante APOSTASIA, AMATISSIMA ROMA…ultima che ebbi la Grazia di ritrovarlo nel presto mattino camminamo un bel pezzo e nella sera, che c’invitò la cena nel migliore ristaurant romano, arrivò difatto pedalando…grandioso Marco !

        • giulia anna anna meloni ha detto:

          …” In Matteo 10,16 Gesù dice: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”.
          Ed ecco quanto leggo in un commentario biblico: “Gli apostoli si troveranno esposti a mille pericoli, come pecore in mezzo ai lupi.
          Devono quindi usare ogni circospezione al fine di non compromettere la loro predicazione ed essere prudenti come il serpente che è considerato il simbolo della prudenza.
          La prudenza però, necessaria per sfuggire alle insidie e scampare ai pericoli, deve essere congiunta con la semplicità simboleggiata dalla colomba, se no è astuzia.
          La semplicità che devono avere gli apostoli è quella di non dare ai malvagi motivo di nuocere e di non vendicarsi delle ingiurie”…
          https://www.amicidomenicani.it/cosa-significa-essere-astuti-come-serpenti-e-puri-come-colombe/

    • Cesare Baronio ha detto:

      Pur comprendendo le perplessità sul mio anonimato, posso confermare che Sua Eccellenza sa chi io sia, e che mi ha invitato a non rendere pubblica, almeno per ora, la mia identità. Mi scuso e mi dispiaccio se qualcuno non condivide questa scelta.

    • Rafael Brotero ha detto:

      …dal fatto di essere riconoscibile e di non aver scelto di dissimularsi dietro ad uno pseudonimo…

      Solo dietro la barba, gli occhiali e l’anonimato in Germania.

      Ecco il vero eroe:
      https://www.facebook.com/radiodominanostra/videos/3221561451191630/?sfnsn=wiwspmo&extid=7fM0wgtFPR8pAqFq&d=n&vh=e

      • Gaetano2 ha detto:

        Caro Rafael, in una battaglia c’è bisogno sia di chi combatte, e valorosamente, apertamente sia di chi lo fa in modo non in vista. E questa è una battaglia durissima come tutti sappiamo. Ognuno deve tentare di fare la sua parte come può.

        • Rafael Brotero ha detto:

          Caro Gaetano, secondo lei, Mons. Viganò appartiene al primo o al secondo caso?

          • Gaetano2 ha detto:

            Per rispondere con certezza bisognerebbe conoscere fatti che ovviamente non posso conoscere. Quindi le mie possono solo essere ipotesi. Una di queste è che se avesse agito in modo meno aperto, più scaltro, con altri a sostenerlo, forse l’azione sarebbe più efficace. Approfitto per dire la mia anche su don Minutella, di cui ho saputo in seguito alle tante critiche che gli arrivavano, ebbene ho di lui una grande stima. Non è facile per uno uscito “presbitero” da seminari moderni diventare “prete” sul campo, nonostante tutti gli errori che gli vogliono addossare. Mi viene in mente il detto di un prete di altri tempi che diceva che “il meglio è nemico del bene”. Certo non mi fa meraviglia che gli “intellettuali” gli diano addosso. Ad ogni modo sia Mons. Viganò che don Minutella dovrebbero essere sostenuti da noi tutti. Come? Non lo so. Ad ogni modo da parte mia: Grazie ad entrambi!

    • Cesare Baronio ha detto:

      Mi creda: se fosse solo per me, svelare la mia identità sarebbe ben poca cosa. Anche perché non oso minimamente paragonarmi a S.E. Viganò. É pur vero che quel che io dico non riguarda il mio ruolo, ma la dottrina che qualsiasi Cattolico dovrebbe conoscere e difendere, mentre Sua Eccellenza ha potuto essere incisivo proprio in ragione del suo ruolo di Nunzio Apostolico, al corrente di documenti riservati riguardanti gli scandali del Clero. Se certe rivelazioni argomentate e precise fossero state diffuse da un anonimo non avrebbero avuto la stessa credibilità; viceversa i miei articoli servono a far riflettere, ma non necessitano di un’auctoritas per risultar credibili, dal momento che la loro autorevolezza viene dai Papi, dai Padri della Chiesa, dal Magistero ecc.

      • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

        Allora a questo punto, visto che nonostante l’ anonimato, “Cesare Baronio” traspare oltre una grande sapienza, cultura, assai solida Teologia, ecc…UNA GRANDE UMILTÀ… li perdono l’ anonimato. Siccome ricevo sempre gl’ articoli del suo blog, che pure ricevo e RINGRAZIO, e sopra Lei s’ approfita ancora del caro Marco per pubblicizarne in questa potente sede, almeno mi permetta il consiglio d’ aprire pure li, prendendosi la fatica come fa Marco, di possibilitarne i commenti di quanto scrive non tanto come dibatito, perche appunto nulla si li può contrasttare, almeno che si sia fuori la Vera Tradizione, Vera Chiesa. Quindi la Saluto caro “Cesare Baronio” del XXI secolo, terzo millenio…a dovremo rasegnarci Sgre. Claudio, accetandone quest’ anonimo così preggiato !

        • Cesare Baronio ha detto:

          Caro e reverendo padre Luis Eduardo,
          La ringrazio per la Sua indulgenza e per la comprensione. Vede, molti di noi – e io non mi sottraggo al novero – sono tentati di formulare giudizi nei confronti altrui con un po’ di temerità, non tanto perché sono malevoli, ma perché esperienze precedenti e grandi delusioni – specialmente in ambito tradizionale – li portano ad esser un po’ sospettosi. L’uso di uno pseudonimo può esser un modo per calunniare gli altri senza assumersene le responsabilità e senza dover nemmeno argomentare le proprie accuse. In questo caso concordo con Lei che un tale anonimato non è raccomandabile. Ma se avere un nom de plume non esime chi lo usa dal seguire la verità, dall’essere onesto e dall’argomentare le proprie tesi, senza coinvolgere terzi con accuse indimostrabili o insinuando sospetti, esso è un legittimo e talvolta doveroso modo per svolgere un apostolato fruttuoso. Anzi, Le dirò di più: chi come me indulge al compiacimento o alla vanagloria trova nell’anonimato un argine che lo obbliga – proprio in ragione del fatto che chi legge non conosce l’autore – a dar forza ai propri argomenti senza “contaminarli” con riferimenti personali. Se Lei sapesse chi è Baronio, come si veste, dove vive, cosa mangia e dove va in vacanza probabilmente si lascerebbe influenzare da questo nel leggere i suoi articoli. Se invece pensa a Baronio come ad un personaggio letterario, senza volerlo rendere troppo reale, Ella si concentrerà su quel che scrive, riconoscendo – come spero di riuscire a fare – che le analisi fatte da più di vent’anni sono valide e condivisibili. Credo che la differenza tra il mio modo di pormi nell’agone mediatico e quello di altri che non ricorrono allo pseudonimo consista fondamentalmente in questo: la credibilità dei miei argomenti risiede in essi e lì si esaurisce; mentre la credibilità degli argomenti di chi “ci mette la faccia” dipende dalla sua autorevolezza, dalla valutazione della persona. E questo può essere anche un limite, perché se ad esempio nel caso di Mons. Viganò o di Mons. Schneider le loro parole sono confermate ed anzi rafforzate dal sapere che sono proprio loro ad averle pronunciate, in altri casi la validità delle argomentazioni è in qualche modo indebolita dal conoscerne l’autore. Questo non mi esimerà, laddove necessario e al momento opportuno, dal palesarmi e dal subire anch’io – in modulo meo – la mia parte di persecuzione che altri già affrontano con conseguenze dolorose per sé e spesso per i propri cari. Per ora la mia latitanza ottiene più risultati di una notorietà immeritata e che sarebbe per me occasione di vanagloria. Anche perché io stesso mi trovo a rileggere alcuni miei scritti e a pensare che, senza l’aiuto di Dio, non sarei capace di metter insieme due frasi degne di esser lette. A chi vuol leggere, non importa se la lettera è vergata con una matita spuntata o con una Montblanc dal pennino d’oro. Chi vuol contestare per partito preso, ha da ridire su tutto, e spesso più sulle cose accidentali che su quelle sostanziali. Rimango nell’ombra, quindi, come la penna docile nelle mani dello scrivano. Calamus scribae velociter scribentis.

          • CLAUDIO GAZZOLI ha detto:

            C’è un argomento ricorrente in chi vuole giustificare il proprio anonimato in un contesto, come quello odierno, in cui peraltro, non si perderebbe quasi nulla. E’ l’argomento della vanagloria: “il nascondimento serve a nascondere la vanagloria…” oppure: “tu dai il tuo nome perché vuoi essere al centro dell’attenzione…” come, a volte, mi sono sentito dire. Questo può essere, in parte, vero, ma non è la ragione primaria. Se vogliamo limitarci ad una corrispondenza di tipo puramente intellettuale, possiamo essere anche tutti anonimi. Ma se, data la situazione, vogliamo dare un messaggio di diniego, manifestare che una parte del popolo di Dio non ci sta, che ha capito di che cosa si tratta, che vuole una Chiesa normale, come quella voluta da Gesù e non come quella voluta dal mondo, allora occorre “metterci la faccia” perché la somma di mille anonimi fa zero. Per quanto riguarda l’anonimato dei religiosi, rispetto il motivo di chi dice di voler continuare a essere vicino ai fedeli. Dico solo che, mia moglie ed io riusciamo a non sentirci “isolati” grazie a quei religiosi, con i quali siamo venuti in contatto, che hanno palesato pubblicamente la propria appartenenza alla Chiesa di sempre.
            Gli unici anonimi che non capisco per niente, sono quelli completamente “allineati” che in siti come questo intervengono solo per provocare disturbo…. ma forse capisco pure loro…

          • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

            Mamma mia Reverendo Mgr. Baronio ! Grazie al gentile Sgre. Claudio che suscitò tutte queste botte e risposte, appunto per riceve da Lei questa bellissima risposta. È per tutto questo che La seguo ed invece la prego di scrivere più spesso nel suo blog. Pure nel suo proprio blog spiega questo del perchè usa l’ anonimato. Veramente ieri 4.2 mi era sfuggita come il fatto che SI ammete i commenti nel suo blog. Dunque questa è parte della bontà nel buon uso di questi mezzi. La comunicazione!. Dunque se lo riterrà OPPORTUNO, resti con tutti i mie dati pubblicati ieri, e non centra la falsa prudenza a cui riferisce Anna Anna, perche ormai i padroni dell’ internet lo sanno tutto su chi è registrato…come libro e film 1984…e quando vorrà qui ha un amico e fratello senza fratellanza massone come quella che usa berORGOGLIO e la sua perversa corte nel COLPO DI STATO VATICANO. Un abbraccio caro Cesare. (Appena sono stato a Cesareagusta…oggi Zaragoza, Spagna…tanto per influenzzare questo ringraziamento, visto che li N. S. DEL PILAR, PATRONA DELL’ISPANOAMERICA CHE NEGANO ED ODIANO ancora berORGOGLIO, kasper, Marx, Paglia, Bonino, Panella (in altri tempi), Sosa Abascal, e mi fermo perche assai lungo l’ elenco degl’APOSTATI. DIO LA BENEDICA PER INTERCEZIONE DI N.S. DEL PILAR, DI GUADALUPE, DI COROMOTO E SANTA ELISABETTA LA CATTOLICA CON SAN JUAN DIEGO !

          • Cesare Baronio ha detto:

            @ Claudio Gazzoli

            Mi scusi sig. Gazzoli, ma cosa Le fa supporre che io non abbia una vita sociale, in cui svolga il mio apostolato? Baronio scrive per far riflettere proprio coloro che, in virtù del proprio esser battezzati o insigniti dell’Ordine Sacro, avranno poi a loro volta la possibilità di predicare e testimoniare la verità. Chi sta dietro allo pseudonimo non si sottrae a questo compito, gliel’assicuro, da tanti, tanti anni.

            E spesso sono proprio i confronti con tanti laici e confratelli che mi permettono di avere il polso della situazione reale, e sono di spunto per le mie riflessioni sul blog. Non c’è un solo argomento trattato da Baronio che non sia oggetto di conversazione, discussione e talvolta scontro con persone in carne ed ossa.

            In altre occasioni mi firmo con nome e cognome, e non mi sottraggo alle critiche né all’elogio; ma quando lo faccio mi si rimprovera di non esser quello che l’interlocutore si aspetta: “Eh ma lei parla perché non è Vescovo, altrimenti starebbe zitto come gli altri”, oppure: “Ma lei fa presto a parlare, perché non ha una famiglia o un lavoro, altrimenti capirebbe perché noi non possiamo far nulla!”. E ancora: “Lei non dovrebbe esporsi così, perché prima o poi la trasferiranno!”, per finire con: “Ma chi si crede di essere lei, per criticare il Papa e i Cardinali?” . Come vede, qualsiasi cosa si faccia, c’è sempre chi critica, sia che si taccia sia che si parli, sia che si “metta la faccia” sia che si usi lo pseudonimo.

            Eppure, tra i tanti critici, ci sono molti che non si preoccupano di Baronio, ma di quel che dice; e che quel che dice lo meditano, lo approfondiscono, lo fanno proprio. Questi sono i miei Lettori, a questi mi rivolgo. Gli altri, dall’alto della loro petulanza saccente o della loro prevenzione, manterrebbero le loro idee sia se fossi un manovale sia se avessi la tiara in capo.

            E infine: possibile che con tutto quel che scrivo da oltre vent’anni non si contesti – argomentando in modo serio e competente – quel che affermo, anziché speculare sulla mia identità? Vien da pensare che, non avendo argomenti, si preferisca denigrare la Primula Rossa solo per partito preso.

            E Baronio, come la Primula Rossa ai tempi del Terrore, suscita le furie dei suoi nemici proprio perché si nasconde dietro l’anonimato. Così è.

          • 20 luglio ha detto:

            Spettabile sig. Gazzoli,

            Non si preoccupi, “Cesare Baronio”, per grazia di Dio, non è un sacerdote né mai lo sarà, e questo chi di dovere lo sa benissimo.
            Se mantiene l’anonimato non è certamente per paura di ritorsioni (è notoriamente un cuor di leone) né perché risulterebbe poco credibile ponendosi in qualità di ciò che è. O meglio: proprio per questo, ma non per le ragioni addotte. In un’epoca nella quale l’intero popolo dei fedeli, progressisti o meno, non si fa problemi a sputare allegramente in faccia a presbiteri, vescovi, cardinali se non al Sommo Pontefice, a torto o a ragione, ponendosi come depositario della dottrina, non vedo quale problema di credibilità potrebbe incontrare un laico colto ed impegnato quale certamente “Baronio” è. Salvo che i problemi non siano d’altro tipo. Ma questo lo può sapere solo il nostro valido e coraggioso “monsignore” e chissà chi altri.