JOSEPH ZEN SCRIVE AI CARDINALI: IN CINA SI UCCIDE LA CHIESA.

8 Gennaio 2020 Pubblicato da

 

Marco Tosatti

Carissimi amici e nemici di Stilum Curiae, pubblichiamo una lettera che il cardinale Joseph Zen ha inviato a tutti i i cardinali qualche tempo fa, e che adesso si è deciso di rendere pubblica. Inutile dire che le ultime notizie che giungono dalla Cina continentale non possono fare altro che confermare e aumentare le preoccupazioni espresse da tempo da molte persone riguardo all’accordo provvisorio firmato da rappresentanti della Santa Sede e dal governo di Pechino. Buona lettura.

§§§

Omnem sollicitudinem vestram proicientes in Eum, quoniam Ipsi cura est de vobis.

 

 

27 settembre 2019

Cara Eminenza,

Mi scusi del disturbo che questa mia Le causerà. È che, in coscienza, credo il problema Che presento non riguarda solo la Chiesa in Cina, ma tutta la Chiesa, e noi cardinali abbiamo la grave responsabilità di aiutare il Santo Padre nel guidare la Chiesa.

Ora, dalla mia analisi del Documento della Santa Sede (28/6/19) “Orientamenti pastorali Circa la registrazione civile del Clero in Cina” risulta abbastanza chiaro che esso incoraggia i fedeli in Cina a entrare in una Chiesa scismatica (indipendente dal Papa ed agli ordini del Partito comunista).

Il 10 Luglio presentai al Papa i miei “dubia”. Sua Santità, il 3 Luglio, mi promise di interessarsene, ma fino ad oggi ho sentito niente ancora.

Il Card. Parolin dice che quando oggi si parla della Chiesa indipendente non si deve più

intendere questa indipendenza come assoluta, perché nell’accordo si riconosce il ruolo del papa nella Chiesa Cattolica.

Anzitutto non riesco a credere che ci sia tale affermazione nell’accordo e non la vedo (tra l’altro, perché tale accordo deve essere segreto e non è dato neanche a me, un Cardinale cinese, di averne visione?), ma, ancora più chiaramente, tutta la realtà dopo la firma dell’accordo dimostra che niente è stato cambiato, anzi,

Il Card. Parolin cita dalla lettera di Papa Benedetto una frase completamente fuori del contesto, anzi, diametralmente in opposizione a tutto il paragrafo.

Questa manipolazione del pensiero del Papa emerito è grave mancanza di rispetto, anzi, deplorevole insulto alla persona del mitissimo Papa ancora vivente.

Mi fa ribrezzo anche che sovente dichiarano che ciò che stanno facendo è in continuità con il pensiero del papa precedente, mentre l’opposto è vero. Ho fondamento per credere (e spero un giorno di poter dimostrare con documenti di archivio) che l’accordo firmato è lo stesso che Papa Benedetto aveva, a suo tempo, rifiutato di firmare.

Cara Eminenza, possiamo assistere passivamente a questa uccisione della Chiesa in Cina da parte di chi dovrebbe proteggerla e difenderla dai nemici? Supplicando in ginocchio, vostro fratello

Card. Joseph ZEN, S.D.B.

 

“Dubia” del card. sugli Orientamenti pastorali della Sede circa la registrazione civile del Clero in Cina.

(aggiornato 8 Luglio 2019)

Anzitutto sembra strano che un documento assai importante venga emanato dalla “Santa Sede”, senza specificazione di quale dicastero e con nessuna firma dell’autorità responsabile.

Nei paragrafi 1 e 2 il documento espone il problema e la linea generale di soluzione.

1) Il problema è che il governo rinnega le sue promesse di rispettare la dottrina cattolica e nella registrazione civile del clero richiede quasi sempre di accettare il principio di indipendenza, autonomia, autoamministrazione della Chiesa in Cina (si dovrebbe completare con quello che la lettera di papa Benedetto XVI dice al punto 7,8: assumere atteggiamenti, a porre gesti e a prendere impegni che sono contrari ai dettami della loro coscienza di cattolici”).

2) Di fronte alla situazione complessa e che non è sempre la stessa dappertutto, la Santa Sede dà una linea generale di come comportarsi:

da una parte non intende forzare le coscienze, e perciò chiede (omettendo di dire esplicitamente “al governo”) che si rispetti la coscienza cattolica;

dall’altra pone come principio generale che ‘”a clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa” (lettera papa Bendetto 8.10), cioè è normale che ne esca.

Riguardo alla citazione della Lettera di papa Benedetto XVI al punto 8,10, mi permetto di trascrivere quasi l’intero paragrafo:

(a) “Alcuni di essi (vescovi) non volendo sottostare a un indebito controllo, esercitato sulla vita della Chiesa, e desiderosi di mantenere una piena fedeltà al Successore di Pietro e alla dottrina cattolica, si sono visti costretti a farsi consacrare clandestinamente.”

(b) “La clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa,”

(c) “e la storia mostra che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede,”

(d) “e di non accettare ingerenze di organismi statali in ciò che tocca l’intimo della vita della Chiesa.”

P. Jeroom Heyndrickx e il card. Parolin amano citare solo la parte (b); papa Francesco (nel suo messaggio 26 Sett. 2018) aggiunge anche la parte (c); ma a me sembra che siano importanti anche la parte (a) e (d).

Il paragrafo mostra con chiarezza che la non normalità non è una scelta dei clandestini, la scelta è inevitabile. È la situazione che è anormale! È forse cambiata oggi questa situazione?

3) Il lungo paragrafo 3 cerca di provare che è giustificato ciò che si suggerirà nel par. 5.

Prima prova: la Costituzione garantisce la libertà religiosa.

Domando: Ma che cosa ci dice la lunga storia di persecuzione, nonostante la Costituzione?

Seconda prova: Dopo l’Accordo, “logicamente”, l’indipendenza non deve essere più intesa come indipendenza assoluta, ma solo relativa alla sfera politica.

Anzitutto dico: se non vedo il testo dell’Accordo, mi è difficile credere che abbiano veramente riconosciuto il “ruolo peculiare del successore di Pietro”.

Domando poi: C’è qualcosa di logico nei sistemi totalitari? Unica logica è che, al dire di Deng Xiaoping, “un gatto bianco è uguale a un gatto nero”, purché serva agli scopi del Partito.

Nell’immediato dopo-Accordo niente è stato cambiato nella politica religiosa del partito, tutto è stato ufficialmente riaffermato e i fatti lo comprovano.

Terza prova: Il contesto del dialogo “consolidato” Domando: Ma il documento non riconosce che il governo ha rinnegato le sue promesse, come affermato sia nel primo paragrafo, sia nel paragrafo 9 di questo documento?

Quarta prova: Tutti i vescovi sono legittimati.

Questo prova solo l’infinita generosità del papa o forse l’onnipotente pressione del governo, ma nei perdonati e “premiati” non vediamo alcun cambiamento, nessun segno di ravvedimento, ma chiari atti di baldanzoso trionfo, ridendo degli altri che hanno puntato sul cavallo sbagliato.

4) Il paragrafo 4 dice che le ragioni qui sopra giustificano un atteggiamento nuovo. Qui almeno c’è l’onestà di dire che ciò che si propone è una novità, e che perciò non è in continuazione con il passato, ma negando il passato come già passato, cioè come non più valido.

Si dice anche che la Santa Sede sta cercando di concordare col governo su una formula (che salvi capra e cavoli).

Ma ci domandiamo: “Una formula”? Quel che il governo chiede non è una dichiarazione di una teoria: è tutto un sistema, in cui non ci sarà più la libertà pastorale, ma in tutto si seguiranno gli ordini del Partito, fra cui la proibizione ai minori di 18 anni di partecipare a qualunque attività religiosa.

5) Nel par. 5 ci sono i veri orientamenti pastorali. In breve: si firmi pure tutto quello che richiede il governo, possibilmente con una precisazione scritta che nega poi quello che si firma. Se la precisazione scritta non è possibile, la si faccia verbalmente, con un testimone o senza. Basta che ci sia l’intenzione di non aver accettato in coscienza ciò che di fatto si ha firmato.

Si firma un testo contro la fede e si dichiara che l’intenzione è di favorire il bene della comunità, un’evangelizzazione più adeguata, la gestione responsabile dei beni della Chiesa.

Questa norma generale è ovviamente contro ogni principio di moralità. Se accettata giustificherebbe l’apostasia.

6) Nel par. 6 si dice che la Santa Sede comprende e rispetta chi in coscienza non accetta la regola sopra esposta. Ovviamente questa è compassione verso una minoranza “cocciuta” che non riesce ancora a capire la regola nuova. La laro attitudine è sbagliata, ma la Santa Sede “provvisoriamente” li tollera.

7) Il par.7 parla di certi doveri dei vescovi, citando un documento che non ha niente a che fare con la nostra questione.

8) Nel par. 8 si dice che i fedeli accolgano la decisione dei loro pastori. Cosa vuol dire? Che non hanno la libertà individuale di scegliere? E la loro coscienza non deve essere rispettata?

Ai fratelli che mi domandano sul da farsi, ho sempre dato la risposta: di rispettare le scelte degli altri e di rimanere fermi nella convinzione della propria coscienza. Questo perché non ho nessuna autorità di imporre agli altri i miei giudizi su ciò che è giusto o sbagliato.

Ma la Santa Sede non ha l’autorità e perciò il dovere di chiarire ai membri della Chiesa che cosa è giusto e che cosa è sbagliato? Lo ha fatto con questi “Orientamenti”? Lasciare la clandestinità è da incoraggiare, rimanere nella clandestinità è da tollerare? I Vescovi e sacerdoti hanno la scelta ed i fedeli no?

9) Al par. 9 si dice che la Santa Sede nel frattempo chiede (e di nuovo omette la parola “al governo”) che non si pongano in atto pressioni intimidatorie nei confronti delle comunità cattoliche non ufficiali, come è già avvenuto. (Questo di non nominare la parola “governo” è quasi come la tradizionale riverenza nel non menzionare il nome dell’imperatore.) Infine, si raccomanda a tutti di discernere la volontà di Dio con “pazienza e umiltà”. Ma io mi domando: è andata a farsi benedire la fermezza nella fede?

Poi dice che “il cammino presente è segnato pure da tante speranze, nonostante le difficoltà”. A me pare, invece, che i fatti distruggano ogni fondamento di speranza umana. In quanto a speranza in Dio, essa non può mai essere disgiunta dalla sincera volontà di voler anche soffrire secondo la Sua volontà.

Conclusione

Questo documento ha rovesciato in modo radicale ciò Che è normale e ciò che è anormale, ciò che è doveroso e ciò che è da tollerare.

La speranza dei suoi redattori forse è che la minoranza compatita morirà di morte naturale. Con questa minoranza intendo non solo i sacerdoti clandestini (ai quali da tempo non si danno dei Vescovi quando quegli anziani muoiano, ma neppure più Delegati, perché il vescovo ufficiale della diocesi è già legittimo), ma anche molti fratelli nella comunità ufficiale che con grande tenacia hanno lavorato per un cambiamento, sperando di essere sostenuti dalla Santa Sede, ma vengono invece incoraggiati ad accettare la sottomissione al governo, derisi dagli opportunisti vincitori.

Che il Signore non permetta il compimento di questi desideri, di chi vuole la morte della vera fede nella mia cara patria. Signore, pietà!

2019/9/27

Orientamenti pastorali della Santa Sede circa registrazione civile del Clero in Cina

Orientamenti pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del Clero in Cina, 28.06.2019

Da tempo giungono alla Santa Sede, da parte di Vescovi della Cina Continentale, richieste di una concreta indicazione circa l’atteggiamento da assumere di fronte all’obbligo di presentare domanda di registrazione civile. Al riguardo, com’è noto, molti Pastori rimangono profondamente perplessi perché la modalità di tale registrazione — obbligatoria secondo i nuovi regolamenti sulle attività religiose, pena l’impossibilità di agire pastoralmente — comporta, quasi sempre, la firma di un documento in cui, nonostante l’impegno assunto dalle Autorità cinesi di rispettare anche la dottrina cattolica, si deve dichiarare di accettare, fra l’altro, il principio di indipendenza, autonomia e auto-amministrazione della Chiesa in Cina.

La complessità della realtà cinese e il fatto che nel Paese pare non esistere un’unica prassi applicativa dei regolamenti per gli affari religiosi, rendono particolarmente difficile pronunciarsi in materia. La Santa Sede, da una parte, non intende forzare la coscienza di alcuno. Dall’altra, considera che l’esperienza della clandestinità non rientra nella normalità della vita della Chiesa, e che la storia ha mostrato che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede (cfr. n. 8 della Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi del 27 maggio 2007). Perciò, la Santa Sede continua a chiedere che la registrazione civile del Clero avvenga con la garanzia di rispettare la coscienza e le profonde convinzioni cattoliche delle persone coinvolte. Solo cosi, infatti, si possono favorire sia l’unità della Chiesasia il contributo dei cattolici al bene della società cinese.

Per quanto, poi, Concerne la valutazione dell’eventuale dichiarazione che si deve firmare all’atto della registrazione, in primo luogo è doveroso tenere presente che la Costituzione della Repubblica Popolare Cinese dichiara formalmente di tutelare la libertà religiosa (art. 36). In secondo luogo, l’Accordo Provvisorio del 22 settembre 2018, riconoscendo il ruolo peculiare del Successore di Pietro, porta logicamente la Santa Sede a intendere e interpretare l’«indipendenza» della Chiesa cattolica in Cina non in senso assoluto, cioè come separazione dal Papa e dalla Chiesa universale, ma relativo alla sfera politica, secondo quanto avviene in ogni parte del mondo nelle relazioni tra il Papa e una Chiesa particolare o tra Chiese particolari. Del resto, affermare che nell’identità cattolica non vi può essere separazione dal Successore di Pietro, non significa voler fare di una Chiesa particolare un corpo estraneo alla società e alla cultura del Paese in cui essa vive ed opera. In terzo luogo, il contesto attuale dei rapporti fra la Cina e la Santa Sede, caratterizzato da un consolidato dialogo fra le due Parti, è diverso da quello che ha visto nascere gli organismi patriottici negli anni cinquanta del secolo scorso. In quarto luogo, si aggiunga il fatto di grande rilievo che, nel corso degli anni, molti Vescovi ordinati senza il mandato apostolico hanno chiesto e ottenuto la riconciliazione con il Successore di Pietro, cosi che tutti i Vescovi cinesi sono oggi in comunione con la Sede Apostolica e desiderano una sempre maggiore integrazione con i Vescovi cattolici del mondo intero.

Di fronte a questi fatti, è legittimo aspettarsi un atteggiamento nuovo da >arte di tutti’ anche nell’affrontare le questioni pratiche riguardanti la Vita della Chiesa. Da parte sua, la Santa Sede continua a dialogare con le Autorità cinesi: sulla registrazione civile dei Vescovi e dei sacerdoti per trovare una formula che, nell’atto della registrazione, rispetti non solo le leggi cinesi ma anche la dottrina. cattolica.

Nel frattempo, alla luce di quanto sopra, se un Vescovo o un sacerdote decide di registrarsi civilmente ma il testo della dichiarazione per la registrazione non appare rispettoso della fede cattolica, egli preciserà per iscritto all’atto della firma che 10 fa senza venir meno alla dovuta fedeltà ai principi della dottrina cattolica. Se non è possibile mettere questa precisazione per iscritto, il richiedente la farà anche solo verbalmente e se possibile alla presenza di un testimone. In ogni caso, è opportuno che il richiedente certifichi poi al proprio Ordinario l’intenzione con la quale ha fatto la registrazione. Questa, infatti, è sempre da intendersi all’unico fine di favorire il bene della comunità diocesana e la sua crescita nello spirito di unità, come anche un’evangelizzazione adeguata alle nuove esigenze della società cinese e la gestione responsabile dei beni della Chiesa.

In pari tempo, la Santa Sede comprende e rispetta la scelta di chi, in coscienza, decide di non potersi registrare alle presenti condizioni. Essa rimane loro vicina e chiede al Signore di aiutarli a custodire la comunione con i propri fratelli nella fede, anche di fronte alle prove che ciascuno si troverà ad affrontare. Il Vescovo, da parte sua, “nutra e manifesti pubblicamente la propria stima per i presbiteri, dimostrando fiducia e lodandoli se lo meritano; rispetti e faccia rispettare i loro diritti e li difenda da critiche infondate; dirima prontamente le controversie, per evitare che inquietudini prolungate possano offuscare la fraterna carità e danneggiare il ministero pastorale” (Aposto/orum Successores, Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, 22 febbraio 2004, n. 77).

È importante, poi, che anche i fedeli laici non solo comprendano la sopra descritta complessità della situazione, ma anche accolgano con cuore grande la sofferta decisione presa dai loro Pastori, qualunque essa Sia. La comunità cattolica locale li accompagni con spirito di fede, con la preghiera e con l’affetto, astenendosi dal giudicare le scelte degli altri, custodendo il vincolo dell’unità e usando misericordia verso tutti.

In ogni caso, nell’attesa di poter giungere attraverso un franco e costruttivo dialogo tra le due Parti, come accordato, ad una modalità di registrazione civile del Clero più rispettosa della dottrina cattolica, e quindi della coscienza delle persone coinvolte, la Santa Sede chiede che non si pongano in atto pressioni intimidatorie nei delle comunità cattoliche «non ufficiali», come purtroppo è già avvenuto.

Infine, la Santa Sede ha fiducia che tutti possano accogliere queste indicazioni pastorali come uno strumento per aiutare coloro che si trovano a dover fare scelte non facili, a compierle con spirito di fede e di unità. Tutti — Santa Sede, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici — sono chiamati a discernere la volontà di Dio con pazienza e umiltà in questo tratto del cammino della Chiesa in Cina, segnato da tante speranze ma anche da perduranti difficoltà.

Dal Vaticano, 28 giugno 2019, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.

La Santa Sede

https://press vati can. va/content/saIastampatiVboIIettino/pubbico,’2019/06/28/0554/01160. html #

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40 commenti

  • Luigi ha detto:

    Grazie a Dio che abbiamo siti come questo. Non verremo a sapere nulla di tutte le malefatte di questi personaggi che si sono impossessati dei “posti di comando” della Chiesa.
    E grazie a Dio che abbiamo ancora Cardinali come questo piccolo guerriero cinese, il quale sta dando parecchio fastidio alla cricca bergogliana.
    Grazie Cardinale Zen, Dio gliene renderà merito.

  • Nonno Asdrubale ha detto:

    Onore e gloria al Cardinale Zen!
    Piena solidarietà con lui, nella sua battaglia evangelica contro Bergoglio e Parolin!

  • Viva Anguera ha detto:

    Per tutti coloro che negano l’evidenza dei fatti ecclesiali,
    in quanto ignari, ottusi, allocchi, succubi, collusi o leccapiedi.
    Una dedica speciale per il SOMMO ILLUSO e i suoi MISEREVOLI PASDARAN,
    in particolare quelli che – lautamente stipendiati – operano presso la CIVC-SVA.
    https://cronicasdepapafrancisco.files.wordpress.com/2019/09/08-bergoglio-ombra-2.jpg
    http://www.congregazionevitaconsacrata.va/content/vitaconsacrata/it/congregazione/organigramma.html

    DAI MESSAGGI MARIANI di ANGUERA:
    https://www.apelosurgentes.com.br/it-it/mensagens/
    https://gloria.tv/video/s6UVTaQQhfGY3Du7ixyPKvpPc
    «Vedrete ancora orrori sulla Terra, ma quelli che rimarranno fedeli fino alla fine saranno proclamati Benedetti del Padre» (Messaggio, 7 genn. 2020).

    Sembra che il peggio deve ancora venire. In ogni caso, si va avvicinando giorno per giorno. La terapia del Cielo è ben definita: preghiera, sacramenti, e difesa strenua della verità.
    Vergine Santa, non ci abbandonare nelle mani dei falsi pastori, complici dei potenti di questo mondo!

    • P. Luis Eduardo Rodrìguez Rodríguez ha detto:

      Sì. “Viva Anguera”. Grazie per partecipare includendo i links dei messaggi Veri della nostra Madre Celeste. A chi odia più il demonio, e diffato guidando la APOSTASIA mai a questa scala in tutta la Storia della Salvezza, appunto gl’ apostati non sopportano l’ apparizioni, miracoli, tutto quello che invece li ribalterà. Approffito salutare l’ eroico cardinale Joseph Zen; questa mattina ho offerto il Santo Sacrificio per Lei e la Cina. Per Grazia di Dio ho percorsso dal sud al nord tutta la Cina. Quei comunisti criminali mantengono una facciata con certe città, ma la maggior parte soffre di tutto e di più. Sotto l’arme dei militari come ogni regime dittatoriale. Ha descritto bene due anni fa al Parolin dicendo quale il nocciolo di questa tragedia e l’ immoralità poi consommata dell’ accordo firmato in segreto: che non ha FEDE. La migliore forma di smascherarli la fecce lo stesso Bergoglio schiaffando la signora cinese lo scorso 31.12.19 nella Piazza S. Pietro davanti il Presepio che rappresenta il Natale del Nostro Signore, che perche nuovi arriani, non credono nella Sua Divinità, ed invece oggi 8.1.20 da tavolino pre disegnata, la messa in scena invece bacciando una suora africana. Questa la maschera, quella la sua natura. Al proprio cardinale Zen riceve con bacci, ma dopo va con Parolin a continuare dare colpi ai cinesi. Ma sopratutto questo delirio così somigliante al delirio chavista in Venezuela, c’ è il Cielo che avrà il vero trionfo.
      GRAZIE ANCORA E “VIVA ANGUERA” (Tra altre apparizioni e profezie VERE). ET EXPECTO TRIUMPHUS CORDIS IMMACULATI MARIÆ.
      https://youtu.be/W3dJkruVGdI

  • Lucy ha detto:

    Tra lo squallore di tutto il contesto dei rapporti Vaticano/Cina tra accordi segreti e pastorali palesi , quello che è ancora più squallido è il tentativo di manipolazione del pensiero di Papa Benedetto sulla situazione della Chiesa in Cina , estrapolando una sua frase dal contesto per usarla con voluta disonestà al fine di dimostrare una inesistente continuità col papato precedente.Dobbiamo ringraziare il card.Zen per aver sventato , mettendoci di fronte alla fonte ,questo maldestro e immorale tentativo che non è il primo e non sarà l’ultimo.

  • TITTOTAT ha detto:

    Mi dispiace che perfino un sant’uomo come Em. Zen non comprende che quella non è più la Chiesa. Ascolti, eminenza reverendissima, si organizzi con mons. Viganò, liberate Benedetto XVI dalla cattività e rifugiatevi a Piccola Nzareth – Cinisi (PA). Da lì guiderete il piccolo santo resto che presto inonderà il mondo con le fiamme dello Spirito. La chiesa cinese clandestina si unirà a voi.

  • Fabio ha detto:

    È sempre più chiaro che Bergoglio ha schiaffeggiata la signora cinese a Piazza San Pietro a causa della sua richiesta di preoccuparsi della distruzione della Fede in Cina

    • Maria Grazia ha detto:

      @ FABIO – Convengo anch’io. La Santa Sede e la stampa, a favore di Bergoglio, si sono premurati, dopo lo schiaffo, a dichiarare che il Papa non capisce l’inglese e che, quindi, la sua, non sarebbe stata una reazione alle parole pronunciate dalla donna.
      Io ritengo impossibile che non abbia capito ciò che la donna abbia detto; le testuali parole riportate dalla stampa sono state: “Hold, hold, look for the chinese village (anzicchè people). They are losing the faith. ” Aspetta, aspetta – presta attenzione al popolo cinese, sta perdendo la fede.
      Dalla biografia di Bergoglio emerge che nel gennaio del 1980, all’età di 43 anni sia andato a Dublino al “Milltown Institute of Theology and Philosophy” per imparare l’inglese. L’Istituto in questione lo fece seguire direttamente da un tutor e gli fornì, su sua richiesta,
      anche delle audiocassette, per addestrarsi nella pronuncia. Da quando è Papa, ha un insegnante ufficiale d’inglese che è Mons. Mark Miles.
      Quando nel settembre 2015 andò negli USA, fece 4 interventi in inglese, tre dei quali furono fatti: uno alla Casa Bianca davanti ad Obama, un’altro all’ONU e l’altro al Congresso.
      Vi pare possibile che non abbia capito la semplice frase della donna asiatica che anche un bambino, alle prime armi con l’inglese, avrebbe compreso?

  • deutero.amedeo ha detto:

    Sfidando le ire di troll e similari oso inviare un mio commento. Da cristiano mi rifaccio direttamente al Vangelo di Matteo e in particolare ad alcuni brani del capitolo 13 che raccoglie le parabole del Regno.
    Si adatta molto alla situazione di cui stiamo discutendo la Parabola del Seminatore (Matteo 13, 3-9) a cui Gesù stesso fa seguire la sua spiegazione ( Matteo 13, 18-23). Par brevità non riporto il testo dei due brani , rimandando i volonterosi lettori alla loro lettura diretta (possibile anche tramite molti siti cattolici in Internet che riportano per intero la Bibbia) .
    Nella parabola Gesù si paragona ad un seminatore (molto improbabile nella realtà mondana) che getta la sua semente su qualsiasi tipo di terreno senza badare a dove il seme va a cadere. E così parte del seme finisce sulla strada, parte su un suolo roccioso, parte cade fra le spine e finalmente una parte cade su terreno buono tanto da dar frutto. La chiara spiegazione poi data da Gesù ai discepoli mette in evidenza che il frutto della parola non dipende dalla qualità del seminatore né dalla qualità del seme (che è lo stesso in tutti i casi) ma dalla qualità del terreno. Nella conclusione della spiegazione Gesù dice testualmente che il terreno buono è “colui che ascolta la parola e la comprende; costui porta frutto e rende dove il cento, dove il settanta, dove il trenta “ .
    La Cina nel suo insieme non appare come un terreno molto fertile, ma la testimonianza del Card. Zen ci fa capire che un po’ di terreno fertile c’è e darà il suo frutto. E’ una promessa chiara fatta da Gesù. Fidiamoci di lui.

  • Gian ha detto:

    Il Card. Zen ha fatto la cosa giusta perché è una persona per bene, oltre che un vero pastore, ma il silenzio dei destinatari della sua lettera rivela che questi non hanno una coda di paglia, bensì vivono in un pagliaio.
    Hanno una sola preoccupazione: di restare allineati e coperti, astenendosi dal disturbare il manovratore e smascherare i lupi che da tempo si sono introdotti nel recinto.

  • Iginio ha detto:

    Già la faccenda dell’accordo tenuto segreto è squallida di per sé. Veniamo da decenni di progressismo storiografico in cui si ripeteva: che orrore la diplomazia segreta, che sbaglio i concordati, la Chiesa dev’essere libera e lo Stato laico…
    Fare poi un accordo simile con il regime comunista cinese… E tutto per la vanagloria di dire: ecco, io ho fatto l’accordo con la Cina, adesso siamo tutti contenti, pace pace, dialogo dialogo… Una farsa, altro che “soffio dello Spirito”.

    • Milli ha detto:

      Da chi si faceva paladino della trasparenza di aspettavamo tutt’altro, ma ormai non ci stupiamo più.
      Forse che presto avremo la prima visita pastorale di un papa in Cina?
      A che prezzo?

    • newman ha detto:

      Non dimentichiamo il desiderio struggente del Satrapo di essere invitato dal governo cinese a una visita ufficiale in Cina. Questo sarebbe il “non plus ultra” che nutrirebbe il narcisismo di Bergoglio per i pochi – spero – anni di pontificato che gli rimangono. Immagino il rumore assordante dei suoi Pasdaran e della maggior parte dei media nazionali e internazionali, sempre compiacenti verso questo pontefice tanto peculiare, se ció avvenisse.

  • Pier Luigi Tossani ha detto:

    S.E. il Card. Zen ha fatto benissimo a scrivere ai cardinali, non tanto perché sperasse, umanamente, in un loro riscontro, quanto per il principio evangelico della correzione fraterna, con quello che ne consegue – per ciascuno – nel Giorno del Giudizio.

    Il collegio dei cardinali, con le pochissime note eccezioni, è ormai costituito da un coacervo di gente, nella migliore delle ipotesi, senza attributi maschili, yes-men buoni a nulla, ossequiosi del politicamente corretto e preoccupati innanzitutto della carriera. Date queste premesse, il prossimo papa sarà Parolin o Kasper, invece che Zen, o Burke, o Eijk, o un’altra delle pochissime persone di fiducia?… E’ molto probabile.

    Nello specifico della questione cinese, cito:

    “5) Nel par. 5 ci sono i veri orientamenti pastorali. In breve: si firmi pure tutto quello che richiede il governo, possibilmente con una precisazione scritta che nega poi quello che si firma. Se la precisazione scritta non è possibile, la si faccia verbalmente, con un testimone o senza. Basta che ci sia l’intenzione di non aver accettato in coscienza ciò che di fatto si ha firmato.

    Si firma un testo contro la fede e si dichiara che l’intenzione è di favorire il bene della comunità, un’evangelizzazione più adeguata, la gestione responsabile dei beni della Chiesa.

    Questa norma generale è ovviamente contro ogni principio di moralità. Se accettata giustificherebbe l’apostasia”.

    Questo, secondo me, è il punto più alto del tradimento di Dio, del popolo cristiano, cinese e nel suo complesso, e della fede dei martiri da 2000 anni a questa parte, da parte dell’anima nera Parolin e del suo mandante Bergoglio. Ma ci rendiamo conto di questa cosa, nella sua enorme portata? E’ come dire che la schiera dei martiri che ci ha preceduto ha sbagliato a sacrificare la vita. Bastava che firmava che Cristo non è Dio, si sottometteva all’Imperatore di turno – che ci fa perfino bella figura, davanti agli ominicchi Bergoglio e Parolin – poi a mezza bocca negava quello che aveva firmato – quindi si evince che da quel momento in poi la loro firma, e quindi la loro identità e il loro onore non valevano più nulla, e così salvava capra e cavoli.

    Ma non funziona così. Nel Giorno del Giudizio verrà chiesto conto, a ciascuno, di come aveva amministrato i talenti affidatigli. Umanamente non possiamo fare nulla, perché il modernismo ha già largamente impestato la Chiesa, fino ai suoi massimi vertici. Il Creatore ci sta provando, ci chiede di convertirci, e al tempo debito – non sappiamo quando – ci darà pastori degni di questo nome.

    Che la Madonna di Sheshan aiuti il popolo cinese, e anche noi. Il collasso del regime di Xi potrebbe essere più vicino di quanto si pensi.

  • Pensierominimo ha detto:

    Dal basso del mio pensiero minimo, dico che l’interesse di Bergoglio è di passare alla storia come quello che finalmente l ha firmato l’accordo col governo cinese. Della condizione dei fedeli e del clero e del mantenimento e rispetto della vera fede se ne infischia altamente.

  • marco ha detto:

    Il Cardinale Zen è un altro stimatissimo ingenuo.Non avrà mai una risposta.E sì che Bergoglio l’ha promessa!La parola giusta è:ribrezzo.Ribrezzo per tutto quello che esce dalla bocca di questi eretici ed apostati.In una intervista al Cardinale Burke,riportata nell’ottimo blog di Paciolla,si viene a sapere che la dichiarazione di Dubai è ormai insegnamento nelle università cattoliche.Si è così fermamente apostati da darsi molto da fare. Nello stesso tempo gli islamici fanno altrettanto?Avviene lo stesso a El Azhar?Almeno in Egitto i copti sono più protetti di prima?Ovviamente no.Per loro quella dichiarazione vale zero.Come aveva detto Papa Benedetto,il dialogo tra religioni deve riguardare la reciproca tolleranza,il riconoscere uguali diritti civili,non può assolutamente essere un dialogo religioso.
    Quindi:ribrezzo. L’unica posizione che si può prendere è quella dei monaci scozzesi.

    • Gaetano2 ha detto:

      Hai pienamente ragione.

    • Pier Luigi Tossani ha detto:

      @Marco

      concordo, e aggiungo che è specialmente vomitevole il passo dove dice

      “È importante, poi, che anche i fedeli laici non solo comprendano la sopra descritta complessità della situazione, ma anche accolgano con cuore grande la sofferta decisione presa dai loro Pastori, qualunque essa Sia”.

      Cioè, se i pastori dicono al popolo di buttarsi nel burrone, il popolo non deve farsi delle domande, ma eseguire, senza ragionare. Dal che si evince che i promotori di questo accordo, Bergoglio e Parolin, hanno semplicemente sbagliato religione: dovevano farsi imam nell’Islam, religione nella quale gli ordini dell’ayatollah non si discutono, né ci si deve permettere di ragionarci sopra, si eseguono e basta.

    • Iginio ha detto:

      Ah, se è per questo, il francescano custode di Terra Santa ci ha informato per iscritto che lui è contentissimo della dichiarazione di Abu Dhabi perché riprende il dialogo tra san Francesco e il Sultano, esempio di ospitalità.
      I commenti fateli voi. E magari fateli anche a fra Patton, il custode di Terra Santa.

      • Sherden ha detto:

        Segno dell’ignoranza storica: San Francesco non andò dal sultano “a dialogare”, ma a chiedergli di convertirsi.
        Di questi tempi è diventata una richiesta orribile, come certi discorsi a certi liceali romani fanno capire benissimo. Ad onta del medesimo nome.

  • Faramir ha detto:

    La speranza che il Partito Comunista cinese rinunci alla pratica collaudatissima del totalitarismo è oggettivamente una illusione.
    E tuttavia bisogna sperare che arrivi anche quel momento.
    Nessuno avrebbe potuto immaginare che al vertice del Comitato Centrale del PCUS (allora la massima carica politico-militare a livello mondiale) potesse arrivare una persona come Michail Gorbaciov. Ma questo, con grande sorpresa di tutti, è avvenuto e quest’ uomo mite e saggio, è stato, assieme al nostro grande GPII, il vero artefice della caduta del Comunismo, senza spargimento di sangua in occidente.

  • Adriana ha detto:

    Di quale Cattolicesimo parla il Card. Zen ? Quello dell’attuale S. Sede si sposa benissimo con il Governo cinese ( già definito come esemplarmente cristiano da Sorondo ) : ahimè …

  • Astore da Cerquapalmata ha detto:

    I Vescovi patriottici, avendo fino a ieri preferito il governo comunista cinese al Vaticano, venissero messi alle strette, sceglierebbero ancora il governo.
    Una firma su degli accordi non cambia istantaneamente il cuore!
    Difficile credere che, dopo anni di infedeltà alla Santa Sede, siano improvvisamente diventati fedeli salla Santa Sede.
    Anzi, probabilmente gli accordi servono di più alla Cina che al Vaticano. O, meglio, servono più alla Cina che ai cristiani cinesi.

    • marco ha detto:

      Un “vescovo” cinese ha dichiarato che la patria viene prima della religione.
      Ch poii fa paragoni tra l’Urss e la Cina è completamente fuori strada.

  • Alessandro ds ha detto:

    Signori miei…voi non sapete quanto stanno cercando di ripulire l’immagine del Card. Parolin per il prossimo conclave…
    Se si parla male del Card. Parolin e dell’Opus Dei…stranamente si viene censurati negli.ultimi mesi…. non dico che c’è un collegamento fra i 2 soggetti….mah però ho notato ciò.
    Attenzione a capire bene cosa intendo dicendo questo.
    Viganò….opus dei…parolin….bergoglio…mamma mia che casino sta guerra di potere per il prossimo conclave.
    Se dici la verità vieni censurato. La verità è stata abolita.

  • PG ha detto:

    dissento dal Card. ZEN : E’ A ROMA CHE SI UCCIDE LA CHIESA –

    • marco ha detto:

      Ingenuo sì ma non stupido.Penso che lo sappia benissimo.Ma in Cina si rischia la vita. E magari,come è pratica di quel mostruoso paese,anche l’espianto forzoso degli organi.Come evvenuto e avviene per i Falung Gong,gli islamici e gli oppositori in generale. Ma tutti tacciono e la Cina è riverita.E da quel circo che è l’onu neppure una condanna.Per loro il mostro mondiale è Israele.

    • Sconsolata ha detto:

      Non sono all’altezza si PG, ma – chiedendone il permesso – mi associo.

  • Monica ha detto:

    “Il Card. Parolin dice che quando oggi si parla della Chiesa indipendente non si deve più intendere questa indipendenza come assoluta”.
    Sorrido per non piangere : una indipendenza, se non é assoluta diventa dipendenza.

    Dizionario alla voce “indipendenza” : Capacità di sussistere e di operare in base a principi di assoluta autonomia.

    • dubbio ha detto:

      In Italia la Chiesa opera in assoluta autonomia, ossia fa tutto ciò che vuole senza confrontarsi col potere politico?

      • Anonimo verace ha detto:

        E’ dal lontano 1929 che la chiesa di Roma condiziona il potere politico.

    • Monica ha detto:

      “Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo”. Questa é la posizione della Chiesa quando il potere politico vuole inglobarla nelle sue ideologie. La citazione é di un Papa, e riassume perfettamente questo concetto di indipendenza per la Chiesa. Il “non possiamo” si riferisce poi a quanto rispondono Pietro e Paolo quando vogliono diffidarli dal parlare ed insegnare la dottrina. In tal senso la Chiesa é indipendente.

  • Sconsolata ha detto:

    “Mala tempora currunt sed peiora parantur”. Triste, molto triste, dover prendere atto della mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una deriva che da tempo aveva dato segnali preoccupanti. E si continua a combattere strenuamente, a suon di articoli e contro articoli, una battaglia “mediatica” che non lascia ben sperare. Che Dio venga presto in nostro aiuto!