DIFESERO LA FEDE, FERMARONO IL COMUNISMO. UN LIBRO DI FORMICOLA.

22 Novembre 2019 Pubblicato da

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, con piacere oggi vi presentiamo un nuovo libro dell’amico Giovanni Formicola, “Difesero la fede, fermarono il comunismo” centrato sulla Cristiada in Messico, e sulla persecuzione dei cristiani ad opera dei repubblichini in Spagna. L’opera è uscita per i tipi di Cantagalli. Vi offriamo qualche stralcio dell’introduzione, scritta dal prof. Eugenio Capozzi. Buona lettura.

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“Giovanni Formicola rappresenta un interessante esempio di una figura che nella nostra epoca appare per lo più impallidita, evanescente, se non assente, in Italia ma non soltanto: l’apologeta del cristianesimo e della Chiesa cattolica. Quello slancio battagliero, quella disposizione ad uno scontro frontale e senza sconti con i nemici della religione, che tra Otto e Novecento si incarnava in personalità di intellettuali polemisti come Joseph de Maistre, René de Châteaubriand, John Henry Newman, Alessandro Manzoni, Gilbert-Keith Chesterton, si è nel secondo dopoguerra ben presto stemperato nella reinterpretazione del rapporto tra Chiesa e mondo secolarizzato come un confronto in cui la responsabilità della prima è innanzitutto quella di «fare i conti» con la modernità, comprendere le nuove aspirazioni individuali e collettive per poter meglio entrare nella mentalità diffusa e far attecchire, in forme più ad essa accettabili, le componenti fondamentali del kérygma”.

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“All’interno di tale vicenda, l’apologetica abbracciata da For- micola si riconnette per molti versi all’esempio di quegli intellettuali cattolici «controcorrente», impegnati a fare argine ad una deriva di resa acritica, o quanto meno di cedevolezza, ai dogmi di un Occidente in via di scristianizzazione. Ma lo fa in un contesto sensibilmente cambiato rispetto ai decenni del post-Concilio. Un contesto in cui intorno alla Chiesa «conciliante» dell’Occidente globalizzato, multiculturalizzato, «politicamente corretto», si coagulano con sempre maggior decisione settori di opinione cattolica, ma anche laica, intenzionati a contrastare la deriva della secolarizzazione avanzata scendendo senza complessi sul piano della disputa politica e ideologica. Nuclei che propugnano con forza una rinascita comunitaria, identitaria, imperniata sulla difesa della sacralità della natura umana sui temi «biopolitici» e sull’insostituibilità della famiglia naturale come cellula base delle società democratiche”.

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“Le vicende connesse alla resistenza dei cattolici messicani contro il laicismo di radice massonica, e poi alla sanguinosa persecuzione dei cattolici spagnoli ad opera del Fronte popolare, sono per lui essenzialmente due exempla, due reperti privilegiati presi dal recente passato in cui si può osservare quasi «in purezza» un epico confronto tra visioni del mondo, tra filosofie della storia: da un lato la tradizione politica cattolica, imperniata sulla stabilità sociale, sul principio di autorità, sullo sviluppo ordinato delle comunità; dall’altro la destabilizzazione portata alla civiltà euro-occidentale dalle forze sovversive, che egli individua in una catena che dalla Riforma protestante conduce all’illuminismo settecentesco, al socialismo e al comunismo, fino al progressismo radicale sviluppatosi dal Sessantotto al post-guerra fredda.

La principale preoccupazione nella narrazione storica di Formicola è quella di mostrare come il comunismo di radice marxista, e le sue incarnazioni novecentesche, rappresentino uno stadio di quella che egli vede come una guerra letteralmente demoniaca alla civilizzazione umana, organicamente connesso a quelli precedenti e a quello successivo”.

Eugenio Capozzi

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12 commenti

  • Milli ha detto:

    Ma le suore in foto sono state fucilate?

  • Nonno Asdrubale ha detto:

    Con la scusa che adesso bisogna essere inclusivi e dialoganti, non c’è più motivo di opporsi a nessuno per nessun motivo: e quindi il martirio (subìto) è totalmente svalutato, fino al punto di essere considerato come un segno di rigidità e fanatismo.
    Fratelli, tranquilli: stiamo marciando a tappe forzate verso la “Grande Ammucchiata Ecumenica e Interreligiosa”!
    Speriamo che lassù, in Cielo, Qualcuno si stanchi al più presto e confondi le lingue e i progetti di questa nuova enorme Torre di Babele!

    • Nonno Asdrubale ha detto:

      Completo il ragionamento.
      Il martirio è stato declassato. Ma sarà proprio la persecuzione cruenta culminante nel martirio a riportarci con i piedi per terra e a rilanciare la Vera Chiesa Cattolica. Basta rileggersi il testo del giugno 2000, relativo al Terzo Segreto di Fatima (quello del Cardinal Bertone, per intenderci): le parole d’ordine che emanano da quel testo sono appunto “persecuzione” e “martirio”. E ciò, volenti o nolenti, e a tutti i livelli della Chiesa!
      D’altra parte camminiamo dietro al Signore Gesù Cristo, martire d’amore sul patibolo della croce! Che Bergoglio e i suoi galoppini se lo ricordino!

      • Milli ha detto:

        D ‘accordo connil dialogo e l’inclusione, ma deve essere reciproca, se i moderni continuano a perseguitaree a eliminare i rigidi cattolici c’è qualcosa che non quadra.

  • RODOLFO ha detto:

    Caro Marco,
    Stando nella messa in comunione con Papa Francesco, mi sento a disagio: 1) Perchė non ė il vero Papa, ma un impostore che ha occupato il trono Petrino senza avere l’unzione dello Spirito Santo ma servendosi della massoneria e della mafia di San Gallo per minacciare il vero Papa, farlo dimettere ed essere eletto da una fronda di Cardinali massoni. 2) Io non posso stare in comunione del mafioso Bergoglio (della cosca di San Gallo) perchė io stesso in Sicilia mi sono opposto alla mafia e non ho mai pagato il pizzo, subendo due incendi mafiosi uno nel 1994 ed uno nel 2007 che mi hanno distrutto capannoni e merci della mia azienda creata dai miei antenati nel 1875. Sono stato scortato per anni dalla polizia di stato. Quindi figurati se posso andare a messa in comunione con un mafioso di San Gallo. Posso pregare per lui, ma non posso pregare Dio per uno che continua a distruggere la Sua Chiesa dall’interno. 3) Non trovo sacerdoti coraggiosi , tranne don Minutella e don Roncaglia, che perō hanno molto seguito e molti fedeli da seguire di tutta Italia e a quanto pare ora anche spagnoli e sudamericani. Il fatto che Dio non mandi loro operai, mi scoraggia e non so come interpretarlo . D’altra parte andare alle messe in comunione con Bergoglio, mi rende sostenitore di un falso Papa, di un idolatra (Pachamama docet) e va contro i miei principi di non dare il cattivo esempio ai fratelli che seguono la messa parrocchiale (il libro dei Maccabei docet). Ho chiesto una parola a Dio mettendo in preghiera una sorella di Roma che sente lo stesso mio disagio e il Signore ha dato una Parola in Luca cap.5 (non ricordo il versetto) : “non digiunate mentre lo sposo ė con voi, ma ci saranno giorni in cui lo sposo vi sarā strappato e allora digiunerete”. Ho messo in relazione la Parola di Daniele con questa, in cui il profeta dice che in tempi futuri “cesserā il sacrificio quotidiano” . Allora Gesû cosa mi ha inteso dire ? Di non lasciare mai l’eucaristia anche a prenderla nella messa in comunione con Bergoglio finchė il Santo cibo non ci sarå negato ? Vorrei sapere la tua. Cordialmente Rod

    • Beatrice ha detto:

      Caro Rodolfo,
      so che preferiresti una risposta da Marco Tosatti, ma provo a dartene lo stesso una io. La Chiesa sta vivendo una crisi senza precedenti nella sua bimillenaria storia, è in atto una guerra tremenda al suo interno tra le forze del bene e quelle del male. Potremo vincere questa guerra solo usando le armi spirituali: Gesù ci ha detto “senza di Me non potete fare nulla” e ha ragione, dobbiamo nutrirci di Lui, quindi, ti prego, non aver paura di andare a messa e fare la Comunione, perché la forza dei Sacramenti viene da Dio e non dalla fede del Papa o dei preti che celebrano la funzione religiosa. Lo stesso discorso vale per la Confessione e tutti gli altri Sacramenti che agiscono sempre “ex opere operato”. Oltre alla frequentazione dei Sacramenti, le altre potenti armi spirituali che abbiamo a disposizione sono la preghiera (di qualsiasi tipo, da un semplice pater noster al rosario, dalle devozioni all’adorazione eucaristica) e il digiuno. Il passo evangelico che hai citato (“non digiunate mentre lo sposo ė con voi, ma ci saranno giorni in cui lo sposo vi sarà strappato e allora digiunerete”) ricorda proprio questo: Gesù non ha disprezzato il digiuno come forma di penitenza, ma ha semplicemente detto che gli apostoli non dovevano praticarlo mentre Lui, il Figlio di Dio, appunto lo sposo, era lì in mezzo a loro. Molti grandi Santi digiunavano per la propria conversione e per quella di altre persone, seguiamo il loro esempio. Offriamo sacrifici per la Chiesa e per la santificazione dei sacerdoti. La Madonna a Medjugorje chiede di digiunare il mercoledì e il venerdì, proviamo ad ascoltarla. Non abbandonare mai la Chiesa, per quanto indegni possano sembrarti i suoi ministri, Gesù ha promesso che le porte degli Inferi non sarebbero mai prevalse su di Essa, fidati di Lui.

  • Grog ha detto:

    Bella l’immagine delle suore accanto ad un combattente, pronte al martirio per difendere la fede.
    Quanta differenza rispetto ad una “suor” Giuliana Galli che con sprezzo del ridicolo proclama pubblicamente il suo appoggio alle sardine di bibbiano!

    • Faramir ha detto:

      Non avevo osservato con attenzione.
      Concordo pienamente: è una bella immagine, genuinamente cattolica, in perfetto stile tolkeniano, nei valori che esprime. (E Tolkien é un grande cattolico e in suo onore, seppure indegnamente, ho scelto il mio nickname.)

      • Faramir ha detto:

        Per chi non conoscesse Tolkien mi permetto di riassumere in due righe il suo pensiero teologico.
        “Il Bene non è mai violento e calca le strade della ragionevolezza e della misericordia , per diffondere e e garantire la giustizia e la pace, ma quando è attaccato dalla follia omicida del Male, e rischia di soccombere, si arma e combatte, con coraggio e determinazione!”
        La mia stima e il mio grazie ai tanti del passato e ai pochi del presente che hanno combattuto e che combattono con le armi, quando è inevitabile ed è l’unico mezzo rimasto, per la causa di Cristo.